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Quad. Bot. Amb. Appl., 18 (2007): 81-91. Contributo alla conoscenza dei biodeteriogeni tracheofitici rilevati nel complesso monumentale dell'Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina (Sicilia centro- occiden tale) G. CASTELLANO, P. MARINO & R. SCHICCHI Dipartimento di Scienze Botaniche dell'Università degli Studi di Palermo, Via Archirafi, 28 - 90123 Palermo. ABS TRACT. - Contribution to th e knowledge ofthe biodeteriogenic tracheophyte agents ofthe monumental complex o/Santa Rosalia in Quisquina Hermitage (Centrai-Western Sicily) . - The result of a survey concerning the biodeteriogenic tra- cheophyte agents which are present in the monumental complex of Santa Rosalia in Quisquina Hermitage (Agrigento) are here reported. 120 specific and infraspecific taxa have been recorded, among which 115 spermatophytes and 5 pterido- phytes, belonging to 44 families. For each species the data concerning the diffusion and frequency on the building of the Hermitage, the biologica! shape and chorological type are given. In order to evaluate the potentiality of damage of the species on the monument, the impact index (Indice di Pericolosità) has been calculated. Among the species with on I.P. more than 6, considered very dangerous for this reason, Acer campestre, Ficus carica var. caprifìcus , Fraxinus ornus and Quercus ilex have been found. Some endemie species whjch have a particular floristic interest, such as Cymbalaria pubes- cens, Crepis vesicaria subsp. h yemalis and Senecio siculus. Key Words: Biodeterioration, Monuments, Santa Rosalia in Quisquina Hermitage, Sicily. IN TRODUZ I ONE Nell'ambito delle attività di progettazione rivolte alla conservazione, gestione, tutela e restauro dei beni architet- tonici di interesse storico-artistico e culturale è indispensa- bile la conoscenza specifica degli organismi vegetali che si insediano e si sviluppano sui manufatti. Le alterazioni che alghe, licheni, briofite e tracheofite esercitano nei riguardi dei monumenti sono riconducibili, soprattutto, a profonde modificazioni chimiche, fisico-meccaniche e biologiche dei materiali lapidei di costruzione e dei cementi (RAIMON DO & al. , 1998). Altra problematica indotta dai deteriogeni vege- tali è la compromissione visiva ed estetica di parti del manufatto o, in alcuni casi, dell'intera struttura. Diviene pertanto necessario potere disporre di studi specialistici per agire correttamente sulla componente biotica presente sui beni da tutelare, non solo per controllare le specie più peri- colose e invasive, ma anche per proteggere le eventuali rari- tà. Da diversi anni gruppi di ricercatori e tecnici del restau- ro si occupano di indagini volte alla conoscenza dei biode- teriogeni vegetali presenti nei più importanti siti storici, architettonici e artistici della Sicilia (DI A & NOT, 1992; Lo GIU DI CE & al., 1994; PO LI MARCHESE & al. , 1997; DI BENEDE TTO & GRILLO, 1998; Lo GIUDI CE & CRISTAUDO, 1998; SA NNA, 2001 ; GU ELI & al., 2005). Nella provincia di Agrigento, nonostante la presenza di rilevanti siti archeolo- gici e monumentali , la produzione scientifica specifica è numericamente limitata e si riferisce unicamente al conte- sto della Valle dei Templi e ad alcuni manufatti storici della città di Agrigento (SORTINO, 1992). In questo primo studio sui compl essi monumentali del- !' entroterra agrigentino, vengono presi in esame i vegetali (pteridofite e spermatofite) insediati nelle strutture dell'Eremo di Santa Rosalia a ll a Quisquina, con particolare riferimento ad alcune specie endemiche e/o rare in esso rin- venute, e che richiedono attenzione nelle fasi di pulitura e diserbo delle superfici del monumento. LINEAMENTI FISIOGRAFI CI E AMBIENTALI L'Eremo di Santa Rosalia all a Quisquina si trova nella Sicilia centro-occidentale (Fig. 1) , nel territorio comunale di Santo Stefano Quisquina (AG) ed è compreso all'interno del Foglio I.G.M. N. 620 - Lercara Friddi, Sezione C.T.R. N. 620150 - Pizzo della Rondine. Adagiato sulle pendici settentrionali della Serra Quisquina a 987 m di quota, occu- pa una superficie di circa 4000 m 2 ed è raggiungibile dalla SP N. 24 Santo Stefano Quisquina - Cammarata. Per la caratterizzazione climatica dell'area si è fatto rife- rimento ai dati termopluviometrici della stazione di Santo Stefano Quisquina (732 m s.1.m.). La temperatura media annua è di 15 ,6°C, mentre la precipitazione media annua è di 962 mm. Il numero di giorni piovosi al 75 ° percentile è di 92, dis- tribuiti soprattutto nel periodo ottobre-marzo. Nel trimestre estivo si registrano circa 45 mm di pioggia. Le precipita- zioni nevose hanno una durata di 4-5 giorni l'anno con 7-8

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Quad. Bot. Amb. Appl., 18 (2007): 81-91.

Contributo alla conoscenza dei biodeteriogeni tracheofitici rilevati nel complesso monumentale dell'Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina (Sicilia centro­occiden tale)

G. C ASTELLANO, P. MARINO & R. SCHICCHI

Dipartimento di Scienze Botaniche dell 'Università degli Studi di Palermo, Via Archirafi, 28 - 90123 Palermo.

ABSTRACT. - Contribution to the knowledge ofthe biodeteriogenic tracheophyte agents ofthe monumental complex o/Santa Rosalia in Quisquina Hermitage (Centrai-Western Sicily) . - The result of a survey concerning the biodeteriogenic tra­cheophyte agents which are present in the monumental complex of Santa Rosalia in Quisquina Hermitage (Agrigento) are here reported. 120 specific and infraspecific taxa have been recorded, among which 115 spermatophytes and 5 pterido­phytes, belonging to 44 families. For each species the data concerning the diffusion and frequency on the building of the Hermitage, the biologica! shape and chorological type are given. In order to evaluate the potentiality of damage of the species on the monument, the impact index (Indice di Pericolosità) has been calculated. Among the species with on I.P. more than 6, considered very dangerous for this reason, Acer campestre, Ficus carica var. caprifìcus, Fraxinus ornus and Quercus ilex have been found. Some endemie species whjch have a particular floristic interest, such as Cymbalaria pubes­cens, Crepis vesicaria subsp. hyemalis and Senecio siculus.

Key Words: Biodeterioration, Monuments, Santa Rosalia in Quisquina Hermitage, Sicily.

INTRODUZIONE

Nell'ambito delle attività di progettazione rivolte alla conservazione, gestione, tutela e restauro dei beni architet­tonici di interesse storico-artistico e culturale è indispensa­bile la conoscenza specifica degli organismi vegetali che si insediano e si sviluppano sui manufatti . Le alterazioni che alghe, licheni, briofite e tracheofite esercitano nei riguardi dei monumenti sono riconducibili, soprattutto, a profonde modificazioni chimiche, fisico-meccaniche e biologiche dei materiali lapidei di costruzione e dei cementi (RAIMONDO & al. , 1998). Altra problematica indotta dai deteriogeni vege­tali è la compromissione visiva ed estetica di parti del manufatto o, in alcuni casi, dell'intera struttura. Diviene pertanto necessario potere disporre di studi specialistici per agire correttamente sulla componente biotica presente sui beni da tutelare, non solo per controllare le specie più peri­colose e invasive, ma anche per proteggere le eventuali rari­tà.

Da diversi anni gruppi di ricercatori e tecnici del restau­ro si occupano di indagini volte alla conoscenza dei biode­teriogeni vegetali presenti nei più importanti siti storici, architettonici e artistici della Sicilia (DIA & NOT, 1992; Lo GIUDICE & al. , 1994; POLI MARCHESE & al. , 1997; DI BENEDETTO & GRILLO, 1998; Lo GIUDICE & CRISTAUDO, 1998; SANNA, 2001 ; GUELI & al., 2005). Nella provincia di Agrigento, nonostante la presenza di rilevanti siti archeolo­gici e monumentali , la produzione scientifica specifica è numericamente limitata e si riferisce unicamente al conte-

sto della Valle dei Templi e ad alcuni manufatti storici della città di Agrigento (SORTINO, 1992).

In questo primo studio sui complessi monumentali del­!' entroterra agrigentino, vengono presi in esame i vegetali (pteridofite e spermatofite) insediati nelle strutture dell 'Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina, con particolare riferimento ad alcune specie endemiche e/o rare in esso rin­venute, e che richiedono attenzione nelle fasi di pulitura e diserbo delle superfici del monumento.

LINEAMENTI FISIOGRAFICI E AMBIENTALI

L'Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina si trova nella Sicilia centro-occidentale (Fig. 1), nel territorio comunale di Santo Stefano Quisquina (AG) ed è compreso all'interno del Foglio I.G.M. N. 620 - Lercara Friddi, Sezione C.T.R. N. 620150 - Pizzo della Rondine. Adagiato sulle pendici settentrionali della Serra Quisquina a 987 m di quota, occu­pa una superficie di circa 4000 m2 ed è raggiungibile dalla SP N. 24 Santo Stefano Quisquina - Cammarata.

Per la caratterizzazione climatica dell ' area si è fatto rife­rimento ai dati termopluviometrici della stazione di Santo Stefano Quisquina (732 m s.1.m.). La temperatura media annua è di 15,6°C, mentre la precipitazione media annua è di 962 mm.

Il numero di giorni piovosi al 75° percentile è di 92, dis­tribuiti soprattutto nel periodo ottobre-marzo. Nel trimestre estivo si registrano circa 45 mm di pioggia. Le precipita­zioni nevose hanno una durata di 4-5 giorni l' anno con 7-8

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Fig. I - Localizzazione del sito.

giorni di pemrnnenza al suolo (ARUTA & al., 1985). Le pre­cipitazioni annue della Serra Quisquina sono incrementate dalla nebbia, fenomeno frequente soprattutto nel periodo invernale. Sotto l'aspetto bioclimatico l'area di studio rien­tra nel tennotipo supramediterraneo inferiore, con ombroti­po subumido (MARINO & al., 2005).

Dal punto di vista litologico la Serra Quisquina ( 1.159 m s.1.m.) può ricondursi ad una sinclinale con asse avente direttrice O-SE ed afferente al complesso rigido di Monte Rose (MADO IA & al., 1978). Si tratta di calcari dolomitici risalenti al Triassico superiore, spesso intercalati da noduli di selce, con potenza di oltre 300 m (BROQUET & al., 1967). L'associazione di suoli che si riscontra nell 'area è costituita da Suoli bruni, Suoli bruni calcarei e Rendzina (FIEROTTI, 1988).

Il complesso monumentale dell'Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina (Foto I) ricade all'interno del SlC ITA040007 "Pizzo della Rondine, Bosco di Santo Stefano Quisquina" e nella zona A della Riserva Naturale Orientata "Monte Cammarata". Il paesaggio vegetale circostante il

Foto I- Veduta aerea dell'Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina.

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manufatto (Fig. 2) è fisionomizzato essenzialmente da fito­cenosi forestali a prevalenza di querce caducifoglie e di lec­cio, ambedue riferibili all'alleanza Quercion ilicis. I boschi di querce caducifoglie sono costituiti, nello strato arboreo, principalmente da Quercus virgiliana, Q. amplifolia, Q. congesta e, in misura minore, da Fraxinus ornus ed Acer campestre. Dal punto di vista sintassonomico tale formazio­ne viene riferita al Sorbo torminalis-Quercetum virgilianae, associazione endemica delle stazioni mesiche dei Monti Sicani, caratterizzata dalla presenza di Sorbus torminalis, Physospermum verticillatum , e Huetia cynapioides (BRULLO & al. , 1996). Il bosco a prevalenza di leccio occu­pa una superficie di circa 15 ha ed è insediato prevalente­mente nei tratti con roccia affiorante e sui depositi clastici. Esso, riferito ali' Aceri campestris-Quercetum ilicis (BRULLO, 1985), è composto, oltre che da Q. i/ex, anche da A. campestre, F. ornus e da querce afferenti al ciclo della roverella.

NOTIZIE STORJCHE, MATERIALI E TECNICHE DI COSTRUZIONE

Santa Rosalia, secondo quanto riportato da CASCINI ( 1651 ), sarebbe nata a Palermo tra il 1130 e il 1132 dal conte Sinibaldo, Signore dei monti di Quisquina e delle Rose e da Maria Guiscarda, imparentata con Ruggiero II, re dei Normanni. Ricevette la sua prima educazione presso il Monastero delle Basiliane in Santa Maria di Buffiniana, nelle vicinanze della odierna Porta Nuova. La fanciulla , pro­messa in sposa al conte Baldovino e contraria a questa unio­ne, decise di recarsi in una sorta di ritiro spirituale in una grotta della Serra Quisquina, di proprietà della sua famiglia. Probabilmente rimase in questi luoghi per 12 anni (1150-1162), tra privazioni e preghiera, quasi sicuramente confor­tata dai monaci del vicino Monastero Basiliano di Melia.

Nel 1161 ai Sinibaldi furono sottratti i beni , con l'intento di punirli per aver preso parte ad una rivolta di nobili contro il re Guglielmo I. Rosalia, trovandosi in un territorio che

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D 1 - Bosco a prevalenza di querce caducifogl ie mesofile

- 2 - Bosco a prevalenza di leccio

D 3 - Macchie, boscaglie ed arbusteti

D 4 - Vegetazione delle praterie steppiche e delle garighe

D 5 - Vegetazione dei pascoli

- 6 - Vegetazione delle rupi

- 7 - Vegetazione dei ghiaioni e dei brecciai

8 - Popolamenti a prevalenza di conifere

D 9 - Colture cerealicole avvicendate

D 1 O - Vegetazione insediata su fabbricati

D 11 -Vegetazione delle aree parzialmente urbanizzate

D 12 - Strade asfaltate

Fig. 2 - Paesaggio vegetale dell'Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina (da Marino & al., 2005)

non le apparteneva più, ritornò a Palermo, ritirandosi l'anno successivo a Monte Pellegrino dove rimase fino alla morte, avvenuta il 4 settembre del 1166 (MESSINA, 1972; 1973).

Pochi giorni dopo il rinvenimento delle reliquie della Santa nel promontorio del capoluogo, avvenuto nel 1624, due muratori palermitani, impegnati nella costruzione del convento di San Domenico a Santo Stefano Quisquina, tro­varono la grotta della Santa con l'epigrafe (Foto 2) e, poco distante, un altare di pietra in disuso, in passato destinato al culto. Nel 1630 venne costruita una modesta chiesetta a ridosso della grotta e iniziò la celebrazione settimanale della messa (CASCINI, 1651 ). Alla fine del XII° secolo la Quisquina era divenuto luogo di eremitaggio molto noto, ideale per condurvi vita monastica e ascetica. Grazie alle numerose donazioni dei fedeli ed ai cospicui finanziamenti del Principe Gaetano Ventimiglia e del commerciante geno­vese Francesco Scassi, da qualche tempo eremita in quel luogo, fu abbellita la chiesa e vennero realizzate le celle ad essa vicine.

Nel 1772 fu costruito il nuovo convento dell'Eremo, su progetto del frate superiore Ignazio Traina, uomo colto e architetto che in questo luogo soggiornò per lungo tempo. Le opere furono in massima parte finanziate da Giuseppe Emanuele Ventimiglia, mentre la strada che, attraversando il bosco, porta al manufatto venne realizzata dal facoltoso conte modenese Carlo Boccolari.

Agli inizi dell'ottocento il complesso monumentale si

arricchiva di numerosi lasciti e, grazie alla munificenza dei Ventimiglia, di arredi sacri, marmi e opere d' arte tra le quali spiccano alcuni dipinti di Federico Panepinto, gli affreschi dei fratelli Antonino e Vincenzo Manno ed una statua di Santa Rosalia dello scultore palermitano Filippo Pennino.

f EGO ROSALÌA SìNIBALdi qViSqVìNE ET ROSARVM dOMìNi FILÌA AMORE d' NI MEi JESV CRISTi INi hOC ANTRO HABiTARi dECREVIf

Foto 2 - L'epigrafe all ' imbocco della grotta attribuita a Santa Rosalia e relativa trascrizione rilevata in sito.

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Foto 3 - Parte della balaustra del sagrato della Chiesa con esem­plari di Parthenocissus quinquefolia.

Foto 5 - Individui di Acer campestre, Clematis vitalba e Rubusfru­ticosus alla base del muro della cripta.

Nel 1864, grazie ad una donazione di Vittorio Emanuele II, fu riedificato l'ingresso della grotta, mentre altri lavori murari e di restauro furono eseguiti nel 1877 e nel 1908. Nel XX.0 secolo l'Eremo è stato interessato da due importanti interventi di restauro, eseguiti rispettivamente nel 1988 e nel 1993, che hanno interessato le coperture, i prospetti esterni, le volte, gli interni della chiesa, la pavimentazione del con­vento e del sagrato, gli infissi e l'impianto elettrico.

L' imponente complesso dell'Eremo di Santa Rosalia, adagiato a gradoni sul costone della Serra Quisquina, è costituito essenzialmente da tre blocchi immediatamente distinguibili. Il fulcro centrale è rappresentato dalla chiesa. A sinistra della chiesa e procedendo dal basso si inseriscono i magazzini, la stalla, la cripta, le foresterie ed, infine, il con­vento con le celle e i locali del! ' ingresso principale. A destra seguono la mensa, la cucina, un deposito per gli attrezzi ed i locali dei servizi igienici. Sulla destra della chiesa, ad una quota leggermente più bassa, si trovano altri locali deposito, il vecchio collegamento tra la chiesa e la grotta ed infine il lungo camminamento coperto, fatto costruire da Vittorio Emanuele II . Davanti all'ingresso della chiesa è presente un sagrato delimitato per tre lati dagli edifici e da un lato da una balaustra in pietra (Foto 3) con relativa scaletta di accesso. Il pavimento del sagrato è costituito da un selciato in ciotto­li di pietra locale sbozzata a mano e ricorsi di cotto artigia-

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Foto 4 - Polloni di Fraxinus ornus sul muro di sostegno a monte dell ' edificio principale.

Foto 6 - Veronica cymbalaria in fioritura. La specie è frequente sui muri del prospetto nord.

nate, fornrnnti un particolare disegno geometrico. Il sistema costruttivo portante, utilizzato nell'edificazione del com­plesso monumentale, è quello in muratura di pietra calcarea locale da taglio modellata a facce viste. Le coperture sono interamente a falde con ossatura in legno, composte da travi, tavolato e coppi siciliani . A monte del blocco principale è presente un fabbricato utilizzato come cisterna per l' acqua.

METODO DI STUDIO

Lo studio della componente tracheofitica del monumento è iniziato nella primavera del 2005 e si è concluso nel giu­gno 2007. Le indagini floristiche e le raccolte di campioni sono state effettuate in diversi periodi dell'anno, con caden­za quindicinale, in primavera e in autunno. Esse hanno inte­ressato i muri perimetrali e quelli di contenimento, i cortili, il sagrato, i camminamenti, i viottoli esterni , le coperture e il campanile. Per la determinazione e relativa nomenclatura, forma biologica e tipo corologico dei taxa ci si è riferiti a PIGNATTI (1982) .

Al fine di esprimere sinteticamente il presumibile livello di danno nei confronti del manufatto, a ciascuna entità è stato, inoltre, assegnato l'Indice di Pericolosità (I.P.), calco­lato secondo quanto proposto da SIGNORINI (1996); ad ogni specie si attribui scono dei valori numerici in relazione alla

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t

forma biologica (H), all'invasività e vigore (V) e al tipo di Tab. 1 - Distribuzione delle specie per famiglia e incidenze in %. apparato radicale (R). La somma di questi tre valori fornisce l ' Indice di Pericolosità, variabile da O fino a 10. Sono con­siderate poco pericolose le specie con I.P. compreso tra O e 3, mediamente pericolose quelle con I.P. da 4 a 6 e, infine, molto pericolose le specie aventi I.P. maggiore di 6.

Per facilitare gli eventuali interventi di controllo della componente vegetale, individuando le specie da rimuovere e quelle da salvaguardare, sono state approntate delle sche­de di rilevamento che analizzano porzioni del monumento ben identificabili e riportano dati inerenti alla natura del materiale lapideo, allo stato di integrità e all'esposizione del substrato, nonché l'elenco dei taxa rinvenuti, la loro fre­quenza e lo stadio fenologico (SANNA, 2001).

RISULTATI

Sono stati censiti complessivamente 120 taxa (115 Spermatofite e 5 Pteridofite), di cui 1O1 specie, 16 sottospe­cie e 3 varietà, appartenenti a I 00 generi di 44 famiglie (Tab. I). Le famiglie più ricche di entità sono Asteraceae (12), Brassicaceae (8), Apiaceae e Scrophulariaceae (7). Euphorbia, Geranium e Sedum sono, con 3 specie ciascuno, i generi più rappresentati.

In tabella 2 si riporta l'elenco delle specie censite e, per ognuna di esse, i dati relativi alla forma e sottoforma biolo­gica, al tipo corologico, oltre ai valori dei parametri V, H, ed Re all'Indice di Pericolosità. I taxa sono ordinati secondo i valori crescenti dell'I.P.

Per ciò che attiene alla forma biologica, prevalgono le terofite (35%) quasi tutte nella sottoforma scaposa (40 taxa), seguite dalle emicriptofite (28,33%) e dalle geofite (18,33%), mentre le nanofanerofite e le fanerofite incidono complessivamente per il 12,49%. Poco rappresentate risul­tano, infine, le camefite (5,83%) (Fig. 3).

Prendendo in esame la distribuzione corologica (Tab. 3) si evince che il contingente steno-mediterraneo è il più rap­presentato (36%), seguito da quelli euri-mediterraneo (16,66%) ed eurasiatico (15%). Ben rappresentate sono anche le cosmopolite e subcosmopolite che, complessiva­mente, rappresentano il 13,33%, mentre l'endemismo inci­de per il 9, 16% con la presenza di 11 specie. La prevalenza dell'elemento mediterraneo è da ascrivere sia alle condizio­ni climatiche sia alla particolarità degli habitat. Non manca­no, tuttavia, alcune entità a distribuzione boreale (7) e atlan­tica (4) .

Attraverso il calcolo dell ' Indice di Pericolosità (Tab. 2) è stato possibile mettere in evidenza le potenzialità o meno di interazione tra ciascuna specie e le strutture dell 'edificio. Con questo presupposto sono stati individuati l O taxa con I.P. compreso tra 7 e l O e perciò da considerare molto peri­colosi (Foto 4, 5) per l'integrità delle strutture lapidee, men­tre quelli mediamente pericolosi, con I.P. compreso tra 4 e 6, sono 46. La compatibilità di queste ultime entità con il complesso monumentale richiede una valutazione puntuale, in considerazione di parametri quali pregio naturalistico, rarità, valore estetico, abbondanza, stato del substrato che le ospita. In ogni caso deve esservi un monitoraggio periodico e la loro gestione deve essere valutata caso per caso (SIGNORINI, 1996). La maggior parte delle specie presenti sul bene architettonico evidenzia un I.P. da O a 3 e sono, per-

Famiglia Numero Taxa

Asteraceae 12

Brassicaceae 8

Apiaceae 7

Scrophulareaceae 7

Lamiaceae 6

Ranunculaceae 6

Crassulaceae 5

Liliacea e 5

Poaceae 5

Boraginaceae 4

Euphorbiaceae 4

Fabaceae 4

Geraniacea e 4

Caryophyllacea.e 3

Rosacea e 3

Aspleniaceae 2

Fagaceae 2

Irida cea e 2

Malvaceae 2

Polygonaceae 2

Primulaceae 2

Urticacea e 2

Valerianacea e 2

Acanthaceae I

Aceraceae 1

Adiantaceae I

Amaryllidaceae I

Apocynaceae 1

Araceae 1

Araliaceae I

Aspidiaceae I

Caprifoliaceae I

Chenopodiaceae 1

Cucurbitaceae I

Dioscoreaceae I

Moracea e 1

Oleacea e I

Orchidaceae I

Paeoniaceae I

Papaveraceae 1

Plantaginaceae I

Polypodiaceae I

Rubiaceae I

Vitaceae 1

Totale 120

40

35

CJ Numero taxa 42

• Incidenza % 35

Fig. 3 - Spettro biologico della flora censita.

Incidenza 0/ 0

10,00

6,66

5,83

5,83

5,00

5,00

4,16

4 ,16

4,16

3,33

3,33

3,33

3,33

2,50

2,50

1,66

1,66

1,66

1,66

1,66

1,66

1,66

1,66

0,83

0,83

0,83

0,83

0,83

0,83

0,83

0,83

0,83

0,83

0,83

0,83

0,83

0,83

0,83

0,83

0,83

0,83

0,83

0,83

0,83

100,00

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Tab. 2 - Prospetto dei taxa rinvenuti e relativa forma biologica, tipo coroiogico e indice di pericolosità.

Taxa specifici e infraspecifici Forma biologica Tipo corologico (H, V, R) I. P.

Avena barbata Potter T scap Euri-Medit.-Turan. (O.O .O) o Cynosurus ele!{ans L. T scap Steno-Medit. (O.O.O) o Hordeum murinum L. T scap Circumbor. (O.O.O) o Arabis verna (L.) R. Br. T scap Steno-Medit. (O.O .I ) I

Bellardia trixago (L.) Ali. T scap Euri-Medit. (O .O.I) I Biscutel/a maritima Ten. T scap Endem. (O .O . I) I

Brassica rapa subsp . sylvestris (L.) Janch . T scap Medit. (O.O. I) I Cardamine graeca L. T scap N-Medit. (O.O.I) I Cardamine hirsuta L. T scap Cosmopol. (O.O. I) I

Draba muralis L. T scap Circumbor. (O.O. I ) I

Echium plantagineum L. T scap/H bienn Euri-Medit. (O . I.O) I Erophila verna subsp. praecox (Steven) P. Foum. T scap Circumbor. (O.O.I) I

Euphorbia helioscopia L. T scap Cosmopol. (O.O. I ) I

Fedia cornucopiae (L.) Gaertn. T scap Steno-Medit. (O.O.I) I

Fumaria capreolata L. T scap Euri-Medit. (O.O.I) I

Geranium lucidum L. T scap Euri-Medit. (O.O.I) I Geranium molle L. T scap Subcosmop. (O.O.I) I

Geranium rotundifolium L. T scap Paleotemp. (O.O.I) I

Hedypnois rhagadioloides (L.) Willd. T scap Steno-Medit. (O.O. I) I Lamium amplexicaule L. T scap Paleotemp. (O.O.I) I Lamiun bifìdum Cirillo T scap Steno-Medit. (O.O . I) I

Medicago hispida Gaertn. T scap Subcosmop. (O.O. I ) I Pisum sativum subsp. elatius (M .Bieb.) Ascb. T scap Steno-Medit.-Turan . (O.O. I) I Sedum caentleum L. T scap Euri-SW-Medit. (O.O . I ) I

Sysymbrium officinale (L.) Scop . T scap Subcosmop. (O.O . I ) I

Vicia sativa subsp. segeta/is (Thuill.) Gaudin T scap Subcosmop. (O .O. I) I Borago ojfìcinalis L. T scap Euri-Medit. (0.0.2) 2

Cerinthe major L. T scap Steno-Medit. (0.0 .2) 2 Crepis vesicaria subsp. hy ema/is (Biv.) Babc. T scap Endem. (0.0 .2) 2 Galactites tomentosa Moench H bienn Steno-Medit. (I.O.I) 2

Lavatera eretica L. T scap Steno-Medit. (0.0.2) 2 Medicago rigidula var. minor Guss. T scap Euri-Medit. (0.0.2) 2 Parietaria lusitanica L. T rept Steno-Medit. (O. I. I) 2 Scrophularia peregrina L. T scap Steno-Medit. (0.0.2) 2 Senecio siculus Ali. T scap Endem. (I.O. I) 2 Silene alba (Mili.) Krause H bienn Pa!cotemp. (I.O. I ) 2

Sonchus oleraceus L. T scap Subcosmop. (0.0.2) 2 Stellaria media subsp . cupaniana (Jord. & Fourr.) Nyman T rept/H bienn Subendem. (O. I. I) 2 Veronica cymbalaria Bodard T scap Euri-Medit. (O. I. I ) 2 Veronica hederifolia L. T scap Eurasiat. (O. I. I ) 2 Adiantum capillus-veneris L. G rhiz Pantrop. (2. I .O) 3 Allium subhirsutum L. G buib Steno-Medit. (2.1.0) 3 Asphodeline lutea (L.) Rchb . G rhiz E-Medit. (2. 1.0) 3 Asplenium trichomanes L. subsp. trichomanes H ros Cosmop.-Temp. (2.1.0) 3 Carduus py cnocephalus L. H bienn Medit.-Turan . (1.0.2) 3 Ceterach ojfìcinarum DC. H ros Euras.-Temp. (2.1.0) 3 Cyclamen hederifolium Aiton G bulb Steno-N-Medit. (2 . 1.0) 3 Cy clamen repandum Sibth. & Sm . G bulb N-Medit. (2.1.0) 3 Daucus carota L. (s.l. ) H bienn Subcosmop. (1.0.2) 3 Dryopteris vii/ari i subsp. pallida (Bory) Heywood G rhiz Euri-Medit. (2 . 1.0) 3 Euphorbia arbuscula Balf. f. Ch suffr Endem. (3 .0.0) 3 Narcissus tazetta L. subsp. tazetta G bulb Steno-Medit. (2.1 .0) 3 Orchis papilionacea L. G buib Euri-Medit. (2.1.0) 3 Poa bulbosa L. H caesp Paieotemp . (2. 1.0) 3 Polygonum aviculare L. T rept Cosmopol. (0. 1.2) 3 Polypodium australe Fèe H ros Euri-Medit. (2. 1.0) 3 Scilla bifolia L. G bulb Centro-Europ.Caucas. (2. 1.0) 3 Sedum album L. Ch succ Euri-Medit. (2.1 .0) 3 Sedum dasyphyllum L. Ch succ Steno-Medit. (2.1.0) 3 Smyrnium rotundifo/ium Mili. H bienn S-Medit. ( 1.0.2) 3 Umbilicus horizontalis (Guss.) DC. G bulb Steno-Medit. (2.1.0) 3

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Tab. 2 - Continuazione.

Taxa specifici e infraspecifici Forma biologica Tipo corologico (H, V, R) I. P.

Umbi/icus rupestris (Salisb.) Dandy G bulb Medit.-Atl. (2. 1.0) 3 Urginea maritima (L.) Baker G bulb Steno-Medit.-Macaron. (2.1.0) 3 Verbascum creticum (L.) Cav. H bienn SW-Medit. (1.0.2) 3 Anemone hortensis L. G bulb N-Medit. (2.1.1) 4 A rum italicum Mili. G rhiz Steno-Medit. (2 .1.1) 4 Carduus corymbosus Ten. T scap Endem. (0.2.2) 4 Chrozophora tinctoria (L.) A. Juss. T scap Medit.-Turan. (0 .2.2) 4 Clinopodium vulgare L. H scap Circumbor. (2.1. 1) 4 Colchicum bivonae Guss. G bulb Subendem. (2.1.1) 4 Cymbalaria muralis Gaertn. Mey. & Sch. H scap Subcosmop. (2.1.1) 4 Cymbalaria pubescens (C. Presi) Cufod. Ch rept Endem. (2.1.1) 4 Cynodon dactylon (L.) Pers. G rhiz Termocosmop. (2.2.0) 4 Ecballium elaterium (L.) A. Rich G bulb Euri-M edit. (2.1.1) 4 Iris planifolia (Mili.) Fiori & Pao l. G bulb S-Medit. (2.1.1) 4 Mentha pulegium L. H scap Subcosmop. (2.1.1) 4 Paeonia mascula subsp. russii (Biv.) Cullen & Heywood G rhiz Subendem. (2. 1.1 ) 4 Ranunculus bulbosus subsp. aleae (Willk.) Rouy & Foucaud H scap Euri-Medit. (2.1. 1) 4 Ranunculus fica ria L. subsp fica ria G bulb Eurasiat. (2.1.1) 4 -Sonchus tenerrimus L. T scap/H scap Steno-Medit. (2.1.1) 4 Tamus communis L. G rad Euri-Medit. (2.1.1) 4 Thalictrum calabricum Spreng. H scap Endem. (2.1.1) 4 Anthriscus nemorosa (M. Bieb.) Spreng. H scap S-Europ.-Pontico (2.1.2) 5 Bellis perennis L. H ros Circumbor. (2. 1.2) 5 Beta vulgaris subsp. maritima (L.) Arcang. H scap!f scap Euri-Medit. (2. 1.2) 5 Buglossoides purpurocaerulea (L.) I. M. Johnst. H scap S-Europ.-Pontico (2.1.2) 5 Centranthus ruber (L.) DC. Ch suffr Steno-Medit. (3.0.2) 5 Erodium acaule (L.) Bech . & Thell. H ros Medit.-Mont. (2. 1.2) 5 Euphorbia characias L. INP Steno-Medit. (4.0.1 ) 5 Hyoseris radiata L. H ros Steno-Med it. (2.1.2) 5 Iris pseudopumila Tineo G rhiz Endem. (2.1.2) 5 Malva sylvestris L. H scap Subcosmop. (2.1.2) 5 Plantago major var. minor (Gi lib.) Fiori H ros Cosmopo l. (2. 1.2) 5 Reichardia picroides (L.) Roth H scap Steno-Medit. (2.1.2) 5 Salvia verbenaca L. H scap Medit.-Atl. (2.1.2) 5 Taraxacum officinale Weber H ros Circumbor. (2.1.2) 5 Teucrium jlavum L. Ch frut Steno-Medit. (3.0.2) 5 Vinca major L. Ch rept Euri-Medit. (3.0.2) 5 Acanthus mollis L. H scap Steno-M ed it.-W (2 .2.2) 6 Athamanta sicula L. H scap SW-Medit. (2.2.2) 6 Clematis cirrhosa L. P lian Steno-Med it.-Turan. (5.0. \ ) 6 Clematis vitalba L. P lian Europ.-Caucas. (5.0 .1 ) 6 Foeniculum vulgare Mili. subsp. vulgare H scap S-Medit. (2.2 .2) 6 Opopanax chironium (L.) Koch H scap Steno-Medit. (2.2 .2) 6 Parietaria diffusa Mert. & Koch H scap Euri-Medit-Macarones. (2.2.2) 6 Prunus spinosa L. P caesp Europ.-Caucas. (4.1.1) 6 Rumex crispus L. H scap Subcosmop. (2.2.2) 6 Sambucus nigra L. P caesp Europ .-Caucas. (4.1.1) 6 Saponaria ofjìcinalis L. H scap Eurosib. (2.2.2) 6 Thapsia garganica L. H scap S-Medit. (2.2.2) 6 Parthenocissus quinquefolia (L.) Planch. P lian Nordamer. (5.0.2) 7 Rubia peregrina L. P lian Steno-Medit.-Macaron . (5 . 1.1 ) 7 Rubusfruticosus L. NP Euri-Medit. (4 .1.2) 7 Hedera helix L. subsp. helix P lian Submedit.-Subatl. (5 .1.2) 8 Fraxinus ornus L. P scap E uri- -Med.-Pont. (6.1.2) 9

1Sorbus torminalis (L.) Crantz P scap Paleotemp. (6.1.2) 9 Acer campestre L. P scap Europ .-Caucas. (6.2.2) IO Ficus carica var. caprifìcus L. P scap Med it.-Tu ran. (6 .2.2) 10 Quercus i/ex L. P scap Steno-Medit. (6.2.2) IO

Quercus virgiliana (Ten.) Ten . P scap SE-Europ. (Pontica) (6.2.2) 10

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Tab. 3 - Incidenza dei tipi corologici.

Tipo corologico Numero taxa Incidenza %

Steno-Medit. 39 32,50

Euri-Medit. 20 16,66

Eurasia!. 18 15,00

Cosmop. , Subcosmop. 16 13 ,33

Endem. li 9,16

Boreali 7 5,83

Atlant. 4 3,33

Medit.-Turan. 3 2,50

Medit.-Mont. I 0,83

Nordamer. I 0,83

Totale 120 100,00

tanto, poco pericolose. Esse possono, quindi, essere rispar­miate dalle operazioni di pulitura dei manufatti (Foto 6).

Durante le osservazioni compiute sul monumento è emerso che i prospetti esposti a nord-est e ad est ospitano un buon numero di specie; tra le crepe dell e murature e negli interstizi delle pietre si rinvengono Bellis perennis, l'ende­mica Crepis vesicaria subsp. hyemalis, Cymbalaria muralis, Hedera helix subsp. helix (Foto 7), Hyoseris radiata , Parietaria diffusa, Reichardia picroides, Sonchus olera­ceus, Umbi/icus rupestris, Veronica cymbalaria, V. hederi­jo/ia . Nei tratti con accumuli di sostanza organica e di ele­menti minerali , come negli spazi tra i ciotto li e in quelli tra i muri e i pavimenti , si sviluppano entità che spesso risulta­no dannose per le strutture . Tra le più diffuse figurano Daucus carota s. l. , Foeniculum vulgare subsp. vulgare, Rumex crispus, oltre ad Acer campestre, C/ematis vitalba, Quercus i/ex, Rubus Jruticosus, Sorbus torminalis che, a causa della vigoria degli apparati radicali e per la presenza di polloni radicali provocano un elevato degrado dei mate­riali lapidei con cui entrano in contatto.

Lungo i viottoli in terra prossimi alle strutture murarie e sulla parte sornmitale dei muri di contenimento - realizzati a secco con blocchi calcarei locali , ove si ha la formazione di un sottil e strato di suolo - si rinvengono Cyclamen hede­rifolium , C. repandum, Orchis papilionacea, Paeonia mascula subsp. russii (Foto 8), Scilla bifolia, Tamus com­munis, Thalictrum calabricum , specie che, normalmente fanno parte del corteggio floristico del bosco di leccio e necessitano, soprattutto nel caso delle endemiche, di ade­guata tutela . Il prospetto sud-ovest dell 'Eremo, per quasi tutto il suo sviluppo, è costantemente ombreggiato e umido sia per la prossimità con i muri di sostegno, che lo riparano dall'irraggiamento, sia per la vicinanza con il bosco sovra­stante. Sui muri e sull e scalinate di questa parte del com­plesso sono state censite diverse entità che esigono una certa umidità ambientale quali Acanthus mollis, Anthriscus nemo­rosa , Asplenium trichomanes subsp. trichomanes, Dryopteris villarii subsp. pallida, Geranium rotundifolium, Polypodium australe, Rubia peregrina . Tra le specie ad ele­vato impatto sui muri si segnalano Fraxinus ornus, Q. i/ex e Q. virgiliana.

Sulle coperture, lungo i parapetti dei terrazzi, e sui corni­cioni di tutto il complesso monumentale si rinvengono dif­fusamente Athamanta sicula , Cynosurus elegans, Draba muralis, Hordeum murinum, Poa bulbosa, Sedum caeru­leum, S. dasyphyllum.

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Foto 7 - Particolare del fusto di Hedera helix subsp. helix presente sul muro del prospetto nord, vicino alla Chiesa.

Foto 8 - Paeonia mascula subsp. russii, specie tipica dei boschi di leccio, presente lungo i viottoli dell ' Eremo.

Foto 9 - Fusticini prostrati della rara Cymbalaria pubescens , loca­lizzata sui blocchi calcarei dell'ingresso a lla grotta.

Sono state inoltre rilevate, tra endemiche e subendemi­che, 11 specie, alcune delle quali , pur facendo parte di con­testi vegetaziona li spesso evoluti come il bosco di querce caducifoglie e/o di leccio, trovano ricetto in certi microha­bitat del monumento, grazie ad un elevato gradiente di umi­dità ambientale e alla presenza, seppur modesta, di suolo. In considerazione del livello di danno pressoché nullo che tali spec ie arrecano ai manufatt i e per la scarsa frequenza con la

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Foto 10 - Nucleo di Senecio siculus sopra il tett;o del corridoio cen­trale.

Foto 11 - Thalictrum calabricum al bordo di un viottolo adiacente al monumento.

Foto 12 - Giovani esemplari di Dryopteris villarii subsp. pallida tra le fessure di un muro in ombra.

quale si riscontrano, sono da preservare. Tra i taxa più signi­

ficativi si ricordano:

- Biscutella maritima Ten. - Specie comune in Sicilia,

presente all ' interno del cortile d ' ingresso del lato est, sui

selciati e lungo i camminamenti in terra ;

- Carduus corymbosus Ten. - Terofita a distribuzione

centro-meridionale, frequente nell ' Isola. Si insedia al mar-

gine dei selciati , sul battuto in terra antistante alla Chiesa e in prossimità dei muri perimetrali più soleggiati ;

- Colchicum bivonae Guss. - Eliofita mesofila indiffe­rente al substrato, distribuita nelle regioni meridionali e abbastanza diffusa in Sicilia. E ' stata rinvenuta unicamente sul terrapieno che costeggia il corridoio di accesso alla grot­ta;

- Crepis vesicaria subsp. hyemalis (Biv.) Babc. -Endemica siculo-sarda (CONTI & al. , 2005), comune sul muro di sostegno dell'ingresso est e in quello portante del prospetto sud dell'edificio ;

- Cymbalaria pubescens (C. Presi) Cufod. - Casmofita mesofila esclusiva della Sicilia, dove è piuttosto rara e loca­lizzata su pareti ombrose e umide (RAIMONDO & al. , 1986; 1994). Alcuni esemplari sono insediati tra i blocchi calcarei all'imbocco della grotta di S. Rosalia (Foto 9) ;

- Euphorbia arbuscula Balf. f. - Camefita tipica dei boschi montani di Calabria, Sardegna e Sicilia. Qualche esemplare si rinviene sugli accumuli di suolo alla sommità dei muri a ridosso del prospetto nord;

- Iris pseudopumila Tineo - Endemita di Molise, Puglia Basilicata e Sicilia. Alcuni individui si sviluppano sui dorsi dei muri soleggiati esposti a nord-ovest;

- Paeonia mascula subsp . russii (Biv.) Cullen & Heywood - Taxon subendemico, caratteristico delle forma­zioni a querce caducifoglie e di leccio. E' presente nel peri­metro dell'Eremo lungo il viottolo che conduce alla cisterna d'acqua e sul muro di sostegno principale;

- Senecio siculus Ali. - Asteracea caratterizzata da una elevata variabilità biologica, segnalata in Calabria, Sardegna e Sicilia dove risulta ben distribuita. E' stato indi­viduato un gruppo di esemplari sul tetto del corridoio che conduce alla grotta (Foto 10) e alcuni individui sul campa­nile della Chiesa;

- Stellaria media subsp. cupaniana (Jord. & Fourr.) Nyman - Terofita reptante, diffusa dal Lazio alla Sicilia, si rinviene frequentemente sui selciati , alla base dei muri e lungo le scalinate della struttura;

- Thalictrum calabricum Spreng. - Questa specie, tipica dei querceti di Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia, è presente solo lungo i viottoli più freschi e ombreggiati , alla sommità dei vecchi muri di contenimento (Foto 11 ).

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Lo studio eseguito sul complesso monumentale dell 'Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina ha messo in risalto l'elevata ricchezza floristica del sito . Sono state rile­vate 120 tracheofite delle quali 115 appartengono alle sper­matofite e 5 alle pteridofite (Foto 12). Le particolari caratte­ristiche microclimatiche, contrassegnate da elevate precipi­tazioni , presenza di nebbia per diversi giorni all ' anno, ele­vata umidità relativa e temperature medie non troppo accen­tuate e la vicinanza del bosco, favoriscono l' insediamento di un elevato numero di specie, alcune delle quali rivestono un rilevante valore naturalistico e ambientale. Sull'edificio si ha una distribuzione diversificata della vegetazione, dovuta principalmente alla diversa esposizione delle strutture mura­rie. Il prospetto di nord-est risulta quello floristicamente più povero e vi prevalgono soprattutto le specie termofile. Il lato dell'Eremo esposto a sud-ovest, addossato ad un acclive versante di Serra Quisquina e ombreggiato costantemente

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dal folto bosco adiacente, risulta quello più umido. Esso, pertanto, ospita un elevato numero di entità, molte delle quali relativamente esigenti in termini di umidità edafica e dell 'aria.

Lo studio fornisce indicazioni circa la gestione della vegetazione, individuando la componente potenzialmente dannosa e quella poco o affatto lesiva verso i materiali costruttivi dell'edificio, grazie all'utilizzo di uno strumento di sintesi come l' Indice di Pericolosità. A tal proposito emerge che le specie considerate "molto pericolose" sono complessivamente I O. Tra esse figurano Acer campestre, Ficus carica var, capriflcus, Fraxinus ornus, Hedera helix subsp. helix (Foto 8) che, costituendo una notevole minac­cia per l' integrità di alcuni tratti del manufatto storico, devo­no senz 'a ltro essere eliminate. Un elevato numero di taxa (46), definiti "mediamente pericolosi", richiede interventi di controllo mirati e periodici , sia per limitarne la diffusione (Lo GI UDICE & al., 2001) sia per migliorare la percezione estetica di alcuni scorci del fabbricato. In questa categoria rientrano Athamanta sicula, Parietaria diffusa, Sambucus nigra , Centranthus ruber. Le specie (64) maggiormente pre­senti sul manufatto sono quelle "poco pericolose" come le terofite ed incidono, nel complesso, per il 53 ,3%. Per tali entità deve essere utilizzato il diserbo esclusivamente nei casi di eccessiva diffusione.

Tra le endemiche rinvenute nel sito merita particolare attenzione Cymbalaria pubescens, specie presente con un'e­sigua popolazione, in prossimità dell ' imbocco della grotta e sul muro attiguo. Tale zona, infatti , è soggetta ad una eleva­ta pressione antropica, dovuta all'intenso flusso di visitatori che potrebbe compromettere irrimediabilmente l' integrità di questo pregevole taxon.

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RINGRAZIAMENTI - Studio effettuato nell 'ambito di ricerche sulla flora siciliana coordinate dal prof. R . Schicchi e finanziate dall'Università di Palermo (ex 60%).

RIASSUNTO - Si riportano i risultati di una indagine riguardante i biodeteriogeni tracheofitici insediati nel complesso monumentale di Santa Rosalia alla Quisquina (Agrigento). Sono stati censiti 120 taxa specifici ed infraspecifici dei quali 115 sono sper­matofite e 5 pteridofite, appartenenti a 44 famiglie. Per ogni specie vengono fomiti i dati inerenti alla diffusione e all'abbondanza sull 'edificio , alla forma biologica e al tipo corologico. Al fine di poter valutare le potenzialità di danno delle specie sui manufatti è stato calcolato l ' Indice di Pericolosità (I.P.). Tra le entità con l.P. maggiore di 6, definite molto pericolose, figurano Acer campe­stre, Ficus carica var. caprificus, Fraxinus ornus, Quercus i/ex. Sono state individuate, inoltre, alcune specie endemiche che rivestono particolare interes­se floristico quali Cymbalaria pubescens, Crepis vesicaria subsp. hyemalis e Senecio siculus.

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