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ORGANICISMO Prof. Giovambattista Fatelli

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ORGANICISMO Prof. Giovambattista Fatelli

L’analogia più o meno dettagliata fra il corpo sociale e l’organismo biologico è presente da sempre nelle riflessioni sulla costituzione e sul funzionamento della società umana. Dal notissimo apologo di Menenio Agrippa all’India delle caste, dal Medioevo cristiano al Rinascimento, questa analogia fu sempre un buon espediente per individuare profili organizzativi e immaginare integrazioni funzionali fra le varie parti.

L’animale politico

La tendenza organicista

postula la “necessità”

dell’organizzazione

sociale. La concezione

dell’uomo come “animale

politico” (Aristotele)

sottintende l’impossibilità

della vita isolata: solo un

Dio o una bestia possono

vivere separati dai propri

simili.

L’animale politico

L’individuo inerme può

sopravvivere solo dentro

un gruppo, grazie ai

rapporti coi propri simili.

secondo l’organicismo,

dunque, l’individuo

dipende, in tutto o in

parte, dai rapporti

sociali; non detiene diritti

per se stesso, ma tramite

la società.

Il pensiero moderno

Il pensiero moderno utilizza l’analogia depurandola delle

ipoteche metafisiche, alla ricerca di diversi equilibri etico-

politici, sorretto da una concezione meno pessimistica

dell’individuo (umanesimo) e dall’indagine sui fondamenti del

legame sociale (giusnaturalismo).

Il Leviatano

L’esempio del Leviatano di

Thomas Hobbes (1651) dimostra

come l’istanza fondamentale

della metafora organiciste resti

sempre di natura politica; come

cioè essa sia pensata per

strutturare l’organizzazione del

potere, secondo l’armonia delle

funzioni e la distribuzione delle

risorse e delle prestazioni.

Il contratto sociale

La volontà, l’origine delle decisioni, rimane sempre individuale così come la natura dei vincoli sociali, concreti, legati all’onore personale, al giuramento di fedeltà, all’appartenenza, al vincolo parentale. La stessa condizione di libertà resta una qualità e una conquista della persona, non un diritto universale.

Il contratto sociale

La società, insomma, ancora non esiste come entità distinta: è una “costruzione politica”, il frutto di un legame o un patto collettivo, come quello che intercorre fra soci, retto da un imperium.

Prometeo

Le istanze individualiste del razionalismo si

trasformano in un processo di “liberazione”, di

affrancamento dai vincoli e dalle gerarchie

tradizionali, pertinacemente perseguito dalla

civiltà borghese e ampiamente simbolizzato

dalla grande rivoluzione. Lo scatenamento di

nuove forze, soprattutto produttive, crea

nuove esigenze e nuovi interrogativi sulla

stabilità del corpo sociale.

Johann Heinrich Füssli, Ercole libera Prometeo, 1781

In questo contesto si

sviluppa l’embrione

della moderna

sociologia, tesa a

fronteggiare i problemi

di un corpo sociale

radicalmente nuovo,

politicamente

disarticolato e

culturalmente inquadrato

sotto una luce diversa.

Il problema

principale che si

pone è proprio

quello dell’integrità

dell’organismo.

Come è possibile

che l’individualismo,

l’interesse e la

libertà non mandino

in frantumi la

società?

Il binomio individuo-società inizia ad assumere la fisionomia

che attraversa il pensiero contemporaneo e l’opzione

organicista diventa più complessa. La fortuna del concetto di

“macchina” e lo sviluppo della biologia rilanciano con forza

il paragone, invitando a cercare il bandolo della matassa

negli insiemi complessi, nei sistemi organizzati.

In campo politico, germina nelle teorie di Fichte un

embrione mistico che concepisce le compagini nazionali

come “organismi compatti”. Il pensiero economico ragiona

sui meccanismi generali e riduce l’individuo al fantoccio

dell’homo œconomicus.

Ma è sul nascente versante sociologico che l’organicismo

nidifica in modo più consistente, favorito dalla scoperta

della società come un insieme che funziona con leggi

proprie e non più una somma di individui o un’associazione

fondata su un patto.

Organicismo "debole" e "forte

L’organicismo si può articolare in due forme: una “debole”,

in cui la metafora della società come organismo serve solo

per comodità a mutuare dalla biologia espressioni e

modelli, e una più “forte” convinta invece della natura

“biologica” della società e dello Stato, che agiscono quindi

secondo le stesse leggi che regolano i corpi degli individui.

In entrambi i casi l’enfasi viene a cadere sulla rete

connettiva (comunicazione) e sulla natura mediata,

“paradossale”, delle relazioni reciproche (divisione del

lavoro). Il legame sociale non si fonda più sulla somiglianza

(meccanica) ma sulla tensione delle forze sociali,

sull’assemblaggio delle differenze, regolate da un telos

ispirato di volta in volta allo struggle for life, alle teorie

sull’evoluzione, alla fiducia nella “mano invisibile”.

L’organicismo “spiritualista” (che attinge al darwinismo e non

esclude esiti razzisti) finisce per costituire le radici

ideologiche dei fascismi e del comunismo, entrando spesso in

polemica con la democrazia liberale, di impronta

giusnaturalista, centrata sulla difesa dei diritti dell’individuo.

Il paragone fra corpo sociale e organismo, inoltre, trova

naturale assimilare i comportamenti antisociali a forme di

“malattia sociale”: i criminali (cui, soprattutto nel XIX Secolo,

si sommano malati di mente, vagabondi e in generale gli

individui non produttivi) sono considerati come un «cancro»

da estirpare.

La diffidenza di Durkheim per l’individuo viene dalla

corruzione civile e morale della Terza repubblica. Come

per Freud, per lui l’individuo finisce per essere qualcosa di

confuso e vagamente demoniaco: un divenire innescato

dall’inconscio e comunque da controllare, guidare,

plasmare. Per Spencer invece la fede nell’individuo è la

fede nel terzo Stato che si emancipa a patto di non essere

intralciato da regolamenti, privilegi feudali, burocrazia

statale, ma sia libero di fare e di passare.

Date opportunità di istruzione a tutti, date un minimo di

salario con libera assistenza medica e troverete che

coloro che non possono avere un impiego, i degenerati,

gli inetti fisici e mentali, aumenteranno piuttosto che

diminuire. Karl Pearson

La qualità di una società si abbassa moralmente e

intellettualmente preservando artificialmente coloro che

sono meno abili a prendere cura di se stessi e a

comportarsi bene. Herbert Spencer

Il coordinamento delle azioni di un aggregato necessita

non solo di un centro che governa ma anche di mezzi di

comunicazione che lo mettano in contatto con le parti. A

differenza del tutto concreto animale, quello sociale è un

tutto discreto in cui le parti sono libere e disperse, ma il

funzionamento è lo stesso.

La cooperazione mantenuta dagli

stimoli fisici che si propagano

nell’organismo concreto è

assicurata nella società dal

linguaggio, dapprima esitante e

vicino poi sempre più definito e

ad ampio raggio, fino alla

continuità molecolare dei fili

telegrafici, che rendono vivente il

corpo dell’aggregato sociale

discreto e non concreto.

Radici del modello ipodermico

La ricostruzione della società su basi

moderne considera individui singoli inclusi in

strutture e disdegna i concetti di «classe» e

di «massa»; le azioni devono essere guidate

da razionalità e competenza e su questa

base vengono giudicate le prestazioni

sociali. Le necessità organizzative della

società, ma anche l’omologazione culturale

chiamano sempre di più in causa la

comunicazione «astratta» anziché le

pratiche di identificazione comunitaria.

Radici del modello ipodermico

• Evoluzionismo sociale (Funzione

omologante)

• Mito del progresso (accento sugli

aspetti tecnologici della comunicazione)

• Organicismo (collegamenti di tipo

universale)

• Individualismo liberista (isolamento concettuale dell’individuo)