consumers-magazine-set2008

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Pubblica o privata? Bene comune o servizio da mettere sul mercato? E per il consumatore utente, qual è la vera posta in gioco? ultima novità è conte- nuta nella manovra economica approvata dal governo nello scorso ago- sto: l’articolo 23 bis apre al re- gime competitivo delle gare tra società di capitali anche nella gestione del servizio idrico. Per i movimenti da anni impegna- ti nella battaglia per l’acqua “bene pubblico” un passo avanti sul fronte della privatiz- zazione dell’oro blu, in una lo- gica di business. Una battaglia che va avanti da anni, tra pro- getti di riforma mai decollati e una legge di iniziativa popolare arenatasi in commissione Am- biente. In mezzo il consumato- re, che paga tariffe in costante crescita (seppure ancora infe- riori alla media europea), ma con il corrispettivo di un tasso di inefficienza e di spreco inac- cettabili: il 25-30% dell’acqua dei nostri acquedotti se ne va in perdite. L Sos alveari e vedete un’ape che muore, preoccupatevi. Le api producono miele, pere, mele, pomodori, trifoglio, erba medica, latte, carne. Trasportano il polline e trasformano il mondo in cibo. Le api, un bioindicatore dell’ambiente, sono una specie a rischio. La crisi è mondiale. Perché le api muoiono? Per l’ambiente, il S clima, la varoa (un acaro), i pascoli trasformati in coltivazioni di soia per i biocarburanti, per i pesticidi, l’inquinamento dei corsi d’acqua. Qualcosa in Italia si può fare e subito. Vietare l’uso dei pesticidi nicotinoidi. In Francia lo hanno già fatto. Chi avvelena un’ape, avvelena anche te. Beppe Grillo www.beppegrillo.it Finalmente un olio davvero trasparente. La Commissione eu- ropea ha infatti proposto ufficialmente ai 27 Paesi membri d’in- trodurre obbligatoriamente in etichetta l’origine dell’olio d’o- liva vergine ed extravergine. L’approvazione definitiva è previ- sta entro la fine del 2008, mentre le nuove regole dovrebbero entrare in vigore dal prossimo anno.Una vittoria per l’Italia che da sempre propugna l’etichetta di origine. Quattro famiglie italiane su dieci hanno ridotto l’acquisto di pane. Al Sud addirittura la metà dei nuclei familiari, nei primi sette mesi del 2008, ha portato meno pane sulle tavole. Lo ri- vela un’indagine della Cia, la Confederazione italiana agricol- tori. E il futuro non fa ben sperare: nel 2008 si prevede un calo del 2,4% rispetto al 2007, che già aveva registrato una flessio- ne del 6,3%. Italiani senza pane. Daremo loro delle brioche? Trasporti Alitalia, antitrust all’italiana Pag. 5 Salute Tutti i pericoli delle terapie “fai da te” Pag. 6 Diritti L’Authority contro il business della privacy Pag. 7 Le rubriche Notizie, campagne, informazioni utili Pag. 8/11 SETTEMBRE 2008 di Lorenzo Miozzi* nche quest’anno, come ogni settembre, dopo il torpore del sole estivo e le tasche alleggerite da qualche concessione in più al nostro solito teno- re di vita, il carovita torna a far da padrone e tornano gli scioperi. Il 18 settembre è stata così organizzata in tut- ta Italia una giornata di mobilitazione nazionale sul te- ma. Il problema non è nuovo, si trascina ormai da an- ni, e ogni anno si aggrava: prima di tutto il cambio di moneta ovvero il passaggio dalla lira all’euro, un pas- saggio necessario ma che è stato effettuato senza tenere sotto controllo le speculazioni attuate da molti. *presidente del Movimento Consumatori A segue a pagina 4 dossier da pagina 2 a pagina 4 editoriale Carovita, la sfida d’autunno una buona notizia... Europa, sì all’olio trasparente + ...e una cattiva Pane meno quotidiano L’intervista Alex Zanotelli a pagina 4 L’ITALIA E L’ORO BLU LA PRIVATIZZAZIONE IN UN BICCHIER D’ACQUA CC/Julien Harneis/Flckr

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Set 2008 - Una pubblicazione sul mondo consumerista e non solo. Movimento Consumatori propone ogni mese un dossier su tematiche di stretta attualità, notizie, interviste e informazioni utili per i cittadini-consumatori. "Consumers' magazine", è distribuito ai soci del Movimento Consumatori una volta al mese.

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Pubblica o privata? Bene comune o servizio da mettere sul mercato?

E per il consumatore utente,qual è la vera posta in gioco?

ultima novità è conte-nuta nella manovraeconomica approvata

dal governo nello scorso ago-sto: l’articolo 23 bis apre al re-gime competitivo delle gare trasocietà di capitali anche nellagestione del servizio idrico. Peri movimenti da anni impegna-ti nella battaglia per l’acqua“bene pubblico” un passoavanti sul fronte della privatiz-zazione dell’oro blu, in una lo-gica di business. Una battagliache va avanti da anni, tra pro-getti di riforma mai decollati euna legge di iniziativa popolarearenatasi in commissione Am-biente. In mezzo il consumato-re, che paga tariffe in costantecrescita (seppure ancora infe-riori alla media europea), macon il corrispettivo di un tassodi inefficienza e di spreco inac-cettabili: il 25-30% dell’acquadei nostri acquedotti se ne va inperdite.

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Sos alvearie vedete un’ape che muore,preoccupatevi. Le api producono

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dell’ambiente, sono una specie arischio. La crisi è mondiale. Perché

le api muoiono? Per l’ambiente, il

Sclima, la varoa (un acaro), i pascolitrasformati in coltivazioni di soia peri biocarburanti, per i pesticidi,l’inquinamento dei corsi d’acqua.Qualcosa in Italia si può fare e subito.Vietare l’uso dei pesticidi nicotinoidi.In Francia lo hanno già fatto. Chiavvelena un’ape, avvelena anche te.

Beppe Grillowww.beppegrillo.it

Finalmente un olio davvero trasparente. La Commissione eu-ropea ha infatti proposto ufficialmente ai 27 Paesi membri d’in-trodurre obbligatoriamente in etichetta l’origine dell’olio d’o-liva vergine ed extravergine. L’approvazione definitiva è previ-sta entro la fine del 2008, mentre le nuove regole dovrebberoentrare in vigore dal prossimo anno.Una vittoria per l’Italia cheda sempre propugna l’etichetta di origine.

Quattro famiglie italiane su dieci hanno ridotto l’acquisto dipane.Al Sud addirittura la metà dei nuclei familiari, nei primisette mesi del 2008, ha portato meno pane sulle tavole. Lo ri-vela un’indagine della Cia, la Confederazione italiana agricol-tori. E il futuro non fa ben sperare: nel 2008 si prevede un calodel 2,4% rispetto al 2007,che già aveva registrato una flessio-ne del 6,3%. Italiani senza pane.Daremo loro delle brioche?

TrasportiAlitalia, antitrustall’italianaPag. 5

SaluteTutti i pericolidelle terapie “fai da te”Pag. 6

DirittiL’Authority controil business della privacyPag. 7

Le rubricheNotizie, campagne,informazioni utiliPag. 8/11

SETTEMBRE2008

di Lorenzo Miozzi*nche quest’anno, come ogni settembre, dopo iltorpore del sole estivo e le tasche alleggerite daqualche concessione in più al nostro solito teno-

re di vita, il carovita torna a far da padrone e tornano gliscioperi. Il 18 settembre è stata così organizzata in tut-ta Italia una giornata di mobilitazione nazionale sul te-ma. Il problema non è nuovo, si trascina ormai da an-ni, e ogni anno si aggrava: prima di tutto il cambio dimoneta ovvero il passaggio dalla lira all’euro, un pas-saggio necessario ma che è stato effettuato senza teneresotto controllo le speculazioni attuate da molti.

*presidente del Movimento Consumatori

A

segue a pagina 4

dossier da pagina 2 a pagina 4

editorialeCarovita, la sfida d’autunno

una buona notizia...Europa, sì all’olio trasparente+

...e una cattivaPane meno quotidiano

L’intervistaAlex

Zanotellia pagina 4

L’ITALIA E L’ORO BLU

LA PRIVATIZZAZIONEIN UN BICCHIER D’ACQUA

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le tariffe sono cresciute del 35% ma l’efficienza infra-strutturale è rimasta la stessa, con oltre il 25-30% di per-dita degli acquedotti e la quasi totale inefficienza dei de-puratori. Ma non basta. Secondo il Blue Book 2008 diUtilitatis (istituto di ricerca di FederUtilitity), con que-sto trend di sviluppo e miglioramento infrastrutturale,le tariffe sono destinate a crescere per i prossimi 12 an-ni, raggiungendo, nel 2020, quota 1,54 euro al metrocubo (oggi è 1,20 euro). La soluzione immediata per ilgoverno è allora quella di accelerare la liberalizzazionedel mercato, favorendo l’entrata di grandi gruppi attivianche in altri settori, e limitare i casi di affidamento di-versi dall’“in house”. Con l’eccezione di quelli già in at-to, che comunque decadranno nel 2010, anno in cui sirinegozierà l’affidamento del servizio. Tradotto: lasciareper ora il sistema così com’è. Anzi, «i soggetti che vince-ranno l’affidamento dovranno sottostare al patto di sta-bilità, con tutti i problemi di vincoli di spesa e quindi diinvestimento», spiega Paolo Carsetti, della segreteriaoperativa del Forum italiano dei movimenti per l’acqua;«questo vuol dire che gli operatori continueranno ad al-zare le tariffe o dovranno aumentare la richiesta di mu-tui alle banche, che già oggi chiedono tassi altissimi re-golarmente scaricati sull’utenza».

Costi e ricaviCosì al momento il vero problema sembra proprio quel-lo delle risorse. Secondo le stime, per migliorare il siste-ma degli acquedotti e dei depuratori ci vorranno oltre60 miliardi in trent’anni, circa 2,5 miliardi all’anno piùi costi di manutenzione. Oggi il pubblico potrebbe ga-rantirne non più del 10%. «Il problema dunque non èse è meglio pubblico o privato», spiega Antonio Massa-rutto, direttore di ricerca presso lo Iefe, l’Istituto di eco-nomia e politica dell’energia e dell’ambiente dell’uni-versità Bocconi. «Essendo un monopolio naturale, il

dossier a cura di Luca Zanfeiome da prassi, i provvedimenti impopolari siprendono in estate. Così Giulio Tremonti ha scel-to il mese di agosto per dare una definitiva svolta

al processo di privatizzazione dell’acqua. D’ora in poi,come tutti i servizi pubblici, anche quello idrico dovràsottostare al regime competitivo delle gare tra società dicapitali. L’articolo 23 bis della manovra finanziariatriennale ha messo tutti d’accordo, togliendo persinod’impaccio la sinistra più liberista che infatti ha votatoin blocco. Con tanti saluti ai movimenti per l’acqua che,alla scadenza della moratoria sull’affidamento ai privaticoncessa del governo Prodi, pensavano di riaprire il dia-logo sulla petizione popolare per la “ri-pubblicizzazionedell’acqua” (vedi box) ferma in commissione Ambiente.

Ma allo stato dei fatti si può parlare di vera rivolu-zione? Per capirlo bisogna fare un passo indietro. Nel1994 la Legge Galli riorganizza il sistema di gestioneidrico e riunisce i Comuni in Ato (Ambiti territoriali ot-timali), con il semplice obiettivo di razionalizzare unsettore infestato da una miriade di operatori e da un al-to grado di inefficienza gestionale e infrastrutturale.Con le normative vigenti gli Ato possono decidere segestire autonomamente il servizio, tramite società a ca-pitale totalmente pubblico (in house), appaltarlo congara europea a privati o, ancora, affidarlo a società mistespesso a maggioranza pubblica. L’unica condizione vin-colante è la gestione in modalità privatistica, con mec-canismo basato su tariffa -investimento - miglioramen-to del servizio. Oggi i casi di aggiudicazione del serviziocon gara si contano sulle dita di una mano e quasi lametà del servizio è stato affidato in house (a capitale in-teramente pubblico) o a società miste; e solo il 13% hagestione interamente privata.

Il risultato, secondo i dati di Nus ConsultingGroup, è che pur rimanendo tra le più basse d’Europa,

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settore idrico non trarrà grande beneficio dal meccani-smo delle gare, ma l’esperienza ci insegna che una ge-stione totalmente pubblica non assicura affatto qualitàa minor prezzo. Qui semmai la questione è gestire unservizio tipicamente industriale in modo privatistico eprofessionale, ricercando l’equilibrio tra costi e ricavi.Siccome questo è impossibile affidandosi alla sola fisca-lità generale, la soluzione è far pagare un servizio, che fi-nora è stato praticamente gratis, o attrarre capitali dal-l’esterno».

Marcia indietro alla francesel contratto di affidamento scadrà a fine 2009, ma BertrandDelanoë non ha nessuna intenzione di rinnovarlo. Il sindaco

di Parigi non ha dubbi: il servizio idrico delle capitale francesedeve essere pubblico, a costo di dare il ben servito a impresecome Suez e Veolia, che dal 1994 gestiscono l’ultimo migliodell’acquedotto parigino. D’altronde il processo di ri-pubblicizzazione del servizio idrico è ormai in stato avanzatoin tutta la Francia dove oltre 40 municipalità - tra le qualiTolosa, Lione, Bordeaux e Lille - hanno tagliato i ponti con ilvecchio regime privatistico. Che non si tratti di soli annunci loha confermato anche lo stesso presidente di Eau de Paris,Anne Le Strat: «L’acqua di Parigi sarà pubblica al 100%». Perpensare ad un abbassamento repentino delle tariffe, però, èancora presto. «Sarebbe demagogico affermare chediminuiremo i prezzi subito. Con le nuove norme europee e icolossali investimenti intrapresi c’è una forte pressione sulprezzo dell’acqua. Comunque la tariffa dell’acqua parigina èla più bassa della regione, con 2,77 euro per metro cubo».

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2 dossier

LA GESTIONE DELL’ORO BLU

Pubblica o privata?I consumatorinella battaglia dell’acquaDa un lato il governo, che ha spinto sull’acceleratore del mercato.Dall’altro il Forum sull’acqua, che punta a un ritorno al pubblico.Ma per gli utenti, cosa cambia davvero?

Oltrefrontiera

+La proposta di legge del ForumUniversale e gratis. Ma solo sino a 50 litri

l calendario segna 18 luglio 2007 quando l’al-lora presidente della commissione Ambiente,

Ermete Realacci, riceve il testo della legge d’ini-ziativa popolare «Principi per la tutela, il gover-no e la gestione pubblica delle acque e disposi-zioni per la ri-pubblicizzazione del servizio idri-co».Il Forum italiano dei movimenti per l’acquaè attivo da solo un anno,ma non ha perso tem-po e ha raccolto già più di 400mila firme a so-stegno della proposta. «L’acqua è un dirittoumano universale», si legge nelle prime righedel testo. E poi «disponibilità e accesso all’ac-qua potabile sono garantiti in quanto diritti ina-lienabili e inviolabili della persona».Concetti che fanno presa su una grossa fetta

I della società civile sensibile al tema della priva-tizzazione dell’acqua. Ma è soprattutto all’arti-colo 4 che la legge propone una radicale inver-sione di tendenza rispetto alle normative vigen-ti.«In considerazione dell’esigenza di tutelare ilpubblico interesse allo svolgimento di un servi-zio essenziale, con situazione di monopolio na-turale (art.43 Costituzione), il servizio idrico in-tegrato è da considerarsi servizio pubblico lo-cale privo di rilevanza economica». Quindi «lagestione... è sottratta al principio della liberaconcorrenza, è realizzata senza finalità lucrati-ve (...) ed è finanziata attraverso meccanismi difiscalità generale e specifica e meccanismi ta-riffari». Le infrastrutture, i depuratori e gli ac-

quedotti sono, dunque, dotazione degli enti lo-cali che non possono cederli. Così come la ge-stione e l’erogazione del servizio che «non pos-sono essere separate» e devono «essere affida-te esclusivamente ad enti di diritto pubblico».Concetto che, se ci fosse ancora bisogno, vienerafforzato dall’articolo 6 della proposta: «(...)non sono possibili acquisizioni di quote aziona-rie di società di gestione del servizio idrico inte-grato» e,ancora,« tutte le forme di gestione delservizio idrico affidate in concessione a terzi»,anche le società miste pubblico-privato, «in es-sere alla data di entrata in vigore della presentelegge,se non decadute per contratto,decadonoalla medesima data».

Per quanto riguarda il capitolo più spinoso,cioèinvestimenti e tariffe, il Forum propone l’istitu-zione di uno specifico Fondo la cui coperturaviene garantita da una quota di risorse non in-feriore al 5% delle somme destinate alle spesemilitari,più una parte delle risorse derivanti dal-l’evasione fiscale. Capitolo tariffe. Fermo re-stando la concessione gratuita, a carico delloStato,di 50 litri pro capite giornalieri, i consumisuperiori verranno regolati da fasce tariffariedecise dalle Regioni in base al «reddito indivi-duale; composizione del nucleo familiare;quantità dell’acqua erogata; esigenza di razio-nalizzazione dei consumi e di eliminazione de-gli sprechi».

segue a pagina 4

inquanta litri gratis. Il resto, a pa-gamento. La proposta di legge delForum italiano dei movimenti per

l’acqua contiene anche questa idea. Chemira a combattere uno dei mali italianipiù cronici: gli sprechi. Che non sono so-lo quelli a livello di rete di distribuzione(già pesanti), ma anche quelli legati allenostre cattive abitudini. Dalla doccia allapulizia della casa, agli usi in cucina, dal wcall’irrigazione dei giardini, senza trala-sciare lavapiatti e lavatrice, ogni italianoconsuma una media dai 170 ai 200 litridi acqua al giorno per i propri usi dome-stici. Lo rivela il rapporto 2007 dell’Isti-tuto Ambiente Italia-Dexia (EcosistemaUrbano Europa). Dietro i numeri si na-scondono spesso cattive abitudini, chefanno lievitare le bollette, ma soprattuttorivelano un approccio culturale sbagliatoalla risorsa “oro blu”.

«Convinciamo la gente ad adottarecomportamenti virtuosi», è l’appello diGiulio Conte, biologo, autore del libro-inchiesta Nuvole e sciacquoni (EdizioniAmbiente) . Ecco qualche consiglio, dal-

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la sua voce di esperto, per cominciare aintrodurre nel nostro rapporto con l’ac-qua la voce risparmio.

Lasciare il rubinetto del lavandinoaperto mentre ci si lava i denti si traducein 30 litri d’acqua sprecati. Anche men-tre ci si fa la barba si può, inoltre, adotta-

re un comportamento virtuoso. «Se siraccoglie l’acqua nel lavandino per ri-sciacquare il rasoio, altri litri d’acqua nonandranno in fumo», afferma Conte. Ol-tre il 30% dell’acqua consumata, anzisprecata, nelle case è quella che scorre dal-lo sciacquone del wc. Ogni volta che sispinge il pulsante scorrono infatti dai 10ai 12 litri, mentre ne basterebbero moltidi meno. Basta installare una cassetta conun doppio pulsante e si risparmiano mi-gliaia di litri al giorno. «Un mattone o unabottiglia di plastica piena d’acqua inseritinella cassetta, sono, a loro volta, ottimi ri-medi per regolare il flusso per il water»,consiglia Conte. Anche un semplicefrangigetto nel rubinetto, inoltre, dimi-nuisce la quantità d’acqua in uscita. Maesistono anche rimedi condominiali: inGermania nelle cantine comuni sono sta-ti installati dei piccoli depuratori per rici-clare negli sciacquoni l’acqua provenien-te dai lavabi o dalle docce.

Altra fonte di spreco: la vasca da ba-gno: «Fare il bagno comporta l’uso di ol-tre 150 litri, mentre per la doccia se nepossono utilizzare tra i 40 e i 50, basta ri-cordarsi di chiudere il rubinetto mentreci si insapona». Inoltre, con una correttamanutenzione dei sanitari si possono evi-tare gli sprechi legati alle perdite: «Al rit-mo di 90 gocce al minuto si sprecano perle perdite di acqua in casa oltre 4mila litril’anno».

Anche in giardino si può essere vir-tuosi: «Se si innaffia verso sera», spiegaConte, «l’acqua evapora più lentamentee non viene sprecata ma assorbita dallaterra. Se poi si raccoglie l’acqua piovana,non si dovrà usare quella potabile del ru-binetto». E ancora. Risparmiare acqua elavare bene i piatti si può. Basta riempireuna bacinella con l’acqua calda della cot-tura della pasta, aggiungere sapone e la-sciare le stoviglie a mollo per un po’. Lapulizia è garantita lo stesso. (S.R.)

3dossier

Da Galli a Tremontil nuovo corso nella gestione del sistemaidrico italiano inizia formalmente nel

1994. Con la legge detta «legge Galli» siavvia un processo finalizzato allostravolgimento di un sistema finoradominato dell’inefficienza pubblica.Nascono formalmente gli Ato (Ambititerritoriali ottimali), con l’obiettivo dirazionalizzare la gestione del servizio, eviene accentrata la gestione dell’interociclo dell’acqua in un unico soggettogestore (servizio idrico integrato). Le leggedà la possibilità ai Comuni o consorzi diComuni appartenenti all’Ato di appaltarela gestione del servizio a società speciali(delle specie di imprese pubbliche) maanche a terzi, comprese le società perazioni. Nel 2001 vengono disciplinate legare per l’affidamento del servizio,indicando tra i possibili aggiudicatarianche soggetti privati. Nel 2006, con ildecreto legislativo 152 si permette lagestione dei servizio idrico integrato,tramite forme flessibili di affidamentoanche non per gara pubblica, ai privati osocietà miste. Nel luglio 2007 vienerecapitata in commissione Ambiente iltesto di legge di iniziativa popolare delForum e nel novembre 2007 il Forumottiene la moratoria fino al dicembre 2008degli affidamenti diretti ai privati. Un mesepiù tardi il movimento contribuisce abloccare l’inserimento in Finanziaria di unarticolo che, riprendendo un disegno dilegge del ministro Lanzillotta, avrebbeintrodotto la liberalizzazione completa(anche nella proprietà delle reti) delsettore. Nell’agosto di quest’anno ilministro Tremonti inserisce il famosoarticolo 23 bis nella manovra finanziariatriennale.

www.acquabenecomune.org

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CATTIVE ABITUDINI

Se lo spreco è domesticoL’inefficienza non è solouna prerogativa deigestori.Anche dentro lenostre case il consumo èben poco intelligente.Dalla doccia alla cucina,dallo sciacquone algiardino: ecco comebuttiamo l’acqua. Ed eccocome si può risparmiarla

+Acqua&norme

Dissipatori e virtuosin testa alla città più sprecona del Bel Paese c’è Torino, con 243 litri consumati per abitanteogni giorno, mentre sono gli abitanti di Nicosia, in Sicilia, con i loro 143 litri a testa, a

vincere il podio dei più risparmiosi. Subito dopo il capoluogo piemontese si colloca Roma, con221 litri di acqua pro capite, seguita da Catania (214), Napoli (207),Verona (199) e Milano(191). Secondo il rapporto 2007 dell’Istituto Ambiente Italia-Dexia (Ecosistema UrbanoEuropa), a consumare circa 169 litri di acqua al giorno a testa per uso domestico sono ipalermitani, mentre a Firenze i consumi scendono a 155 litri. Bari (154), Bologna (149) eNicosia (143) sono invece le tre città tra le più parche nel consumo di acqua domestica,quell’acqua di migliore qualità oggi a disposizione degli usi casalinghi.Ma l’Italia non è il Paese dove si consuma più acqua nelle case.Ai primi posti nel mondo c’èBristol, nel Regno Unito, con 294 litri pro capite, seguita da Parigi (287), Patrasso (285) eStoccolma (210). Berlino consuma 163 litri, Londra segna 159 litri a cittadino al giorno,Madrid 140, mentre è Heidelberg a registrare la quantità inferiore di uso di acqua nelle case:103 litri al giorno per ogni cittadino.

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on la lettera a Beppe Grillo ha ri-svegliato gli animi di quella partedi società civile in lotta contro la

privatizzazione dell’acqua. Ha parlato di«tradimento di tutti i partiti», soprattut-to di quella sinistra che solo un anno faaveva concesso la moratoria sugli affida-menti ai privati del Sistema idrico inte-grato: «Così il governo Berlusconi, conl’assenso dell’opposizione, ha decretatoche l’Italia è oggi tra i Paesi per i quali l’ac-qua è una merce». Padre Alex Zanotellinon ha risparmiato nessuno, nemmeno isuoi ragazzi dei movimenti per la difesadell’“acqua come bene comune”. «Madove è finita quella grossa spinta controla privatizzazione dell’acqua che ha por-tato alla raccolta di 400 mila firme di ap-poggio alla legge di iniziativa popolare?»,ha scritto. «Perché siamo così immobili?Perché ci è difficile fare causa comunecon tutte le lotte locali?».Consumer’s Magazine:Padre Zano-telli cosa sta succedendo? Alex Zanotelli: Stiamo mercificandotutto, anche quei beni che per la Costi-tuzione devono essere dei diritti. Conquesta legge le multinazionali metteran-no le mani sul nostro sistema idrico e co-me al solito saranno i poveri a rimetterci.Ci sono due visioni inconciliabili: da unaparte, l’idea che tutto è profitto; dall’al-

C tra, la convinzione che quella per l’acquaè una battaglia democratica.CM: Cos’è che non digerisce di questanorma? Zanotelli: Tutto, ma in particolar mo-do il fatto che si costringono i Comuni asnaturare il proprio ruolo per entrare in-vece in logiche di mercato e di profitto.Dobbiamo impedire questa deriva pri-vatistica in nome della Costituzione, chevede questi beni come dei diritti inalie-nabili.CM: C’è chi dice che allo stato in cuiversano gli acquedotti e tutto il sistemaidrico, è necessaria una svolta gestiona-le. Anche dal punto di vista dei finanzia-menti... Zanotelli: Non è vero che il privato ga-rantisce più investimenti e migliore ge-stione. Finora sono aumentate solo le ta-riffe e gli operatori non hanno investitoun euro in infrastrutture. Gli acquedotticontinuano a perdere e intanto le grandimultinazionali stanno entrando in Sici-lia, in Calabria; stanno mettendo le ma-ni sui rifiuti a Napoli e non mi pare ci sia-no dei benefici per i cittadini.CM: Insomma, il problema ha radiciprofonde. Sta mettendo in discussioneanche la legge Galli? Zanotelli: Sì, quella legge va superata.Per alcuni aspetti si tratta di una norma

importante perché razionalizza il siste-ma, dando il controllo ai Comuni, ma haavuto la grande colpa di aprire il sistemaai privati e alle società per azioni. Questoha iniziato un processo insostenibile edeleterio.CM: Ma anche l’Acquedotto Pugliesenon ha avuto molta fortuna, nonostan-te fosse a capitale interamente pubbli-co.Zanotelli:Lì il discorso è stato più com-plesso. L’amministratore Petrella volevaritornare all’acqua pubblica fuori da ognilogica di mercato, ma gli interessi hannopreso il sopravvento e Vendola non se l’èsentita di appoggiare un simile progetto.CM:Ma allora, qual è la soluzione? Zanotelli: Il problema è politico. Si de-ve decidere se l’acqua è un diritto o no.Perché i soldi per migliorare il servizio cisono, basta limitare gli investimenti inarmi. Affidare tutto ai privati non è unasoluzione. Adesso il nostro compito è diriprendere la azioni dal basso, per primacosa ritornando alla commissione Am-biente per discutere la proposta di inizia-tiva popolare. Ma soprattutto dobbiamoinsistere sul boicottaggio. E allora, la pri-ma azione deve essere quella di rifiutarsidi pagare le bollette: solo in questo mo-do potremo far sentire la nostra voce.

(L.Z.)

L’INTERVISTA

Zanotelli in trincea:«Sciopero delle bollettecontro la mercificazione»

«Ma per ora nessun operatore finanziario è attirato daun sistema senza regole e assolutamente instabile comequello italiano», conclude Massarutto.

I controlli, dunque. Nel nostro Paese gli organi divigilanza, come il Coviri, non hanno molta voce in ca-pitolo e si limitano a dare linee di indirizzo assolutamen-te inascoltate. «Come si fa a pensare al mercato senzaun’authority degna di questo nome?», dice BenedettoTuci, del Movimento Consumatori. «Finché si affide-ranno le rilevazioni sulla qualità del servizio alle stesseaziende e si daranno gli strumenti di controllo agli Ato,non si potrà mai sperare in un sistema efficiente».

Allo stato attuale, quindi, non è solo l’allargamentodel mercato la soluzione. Così ritorna in auge la petizio-ne popolare proposta dal Forum italiano dei movimen-ti per l’acqua. Più di 400mila firme raccolte per fare unpasso indietro e rispolverare la gestione pubblica. Conun occhio alle risorse. «Nella proposta pensiamo alla ri-duzione del 5% della spesa militare e al reperimento dialtre risorse dall’evasione fiscale», spiega Carsetti. «Inol-tre fino a 50 litri di consumo al giorno, minimo garan-tito dall’Oms, il costo del servizio sarà pari a zero. Poisalirà gradualmente fino ai 300 litri, soglia oltre la qua-le si può parlare di spreco». Un cosa è certa, però: «Sen-za una cultura del risparmio idrico, nessun sistema puòfunzionare», conclude. «E allora non ci sono investi-menti che tengono». Luca Zanfei

Poi, e siamo ai giorni nostri, fattori economici interna-zionali a partire dall’aumento incontrollato del prezzodel petrolio. È stata poi la volta del prezzo dei cereali peril quale è ormai chiara una tendenza al rialzo che rimarràinvariata anche nei prossimi anni. Il tutto, in contesto dimercato italiano rigido, nel quale ogni aumento di prez-zi e tariffe parte già da livelli più alti che altrove per lamancanza di una vera concorrenza e per il cronico mal-costume dei nostri operatori che non perdono occasio-ne per rincarare questo o quel prodotto in modo specu-lativo e per nulla giustificato.

Dal 2003 ad oggi, settembre è quindi divenuto il me-se di mobilitazione dei consumatori e delle loro associa-zioni, per richiamare forze politiche e “governi” (nazio-nale, regionali, comunali) ad interventi concreti per sal-vaguardare il potere d’acquisto delle famiglie italiane, al-meno di quelle più deboli. Lo sciopero della spesa è inap-plicabile: sui consumi si può intervenire con boicottaggimirati ma non pensando di interrompere gli acquisti inmodo generale, se non - ipocritamente - anticipandoli odifferendoli. E infatti pochi consumatori vi hanno dav-vero aderito in questi anni rendendolo quanto meno po-co efficace. Ma l’inutilità di scioperare non deve far per-

dere di vista, alle associazioni, la necessità di lavorare tut-te insieme per tutelare il potere d’acquisto dei consuma-tori italiani. Quest’anno, il 18 settembre, per la primavolta le organizzazioni consumeriste hanno manifestatounite per chiedere al governo atti concreti.

Ma non basta, e anche le associazioni dei consuma-tori devono crescere nella qualità dei loro interventi. Ser-vono proposte di medio/lungo periodo da sottoporre al-le forze politiche perché solo così si potranno avvalorarele istanze del consumerismo. Servono proposte serie eponderate, basate su analisi approfondite. Basta leggerei quotidiani e vedere come una notizia induca tanti poli-tici a suggerire o promettere soluzioni e come dopo po-co tempo tutto si dissolva nel nulla, con il venir menodell’attualità di quanto accaduto. Chi difende i cittadinideve avere la capacità di non ricalcare i vizi della cattivapolitica; è in gioco la credibilità stessa delle associazioni.Per questo, nei prossimi mesi, Consumers’ Magazine sifarà carico di promuovere confronti costruttivi sul temadei prezzi e delle tariffe, così da poter delineare ipotesi dilavoro e proposte concrete da poter avanzare e sostenerecon forza di fronte a governo e parlamento.

Lorenzo Miozzi

La provocazione delmissionario comboniano:«Solo in questo modopossiamo far sentire lanostra voce. Perché l’acquaè un diritto. E non è con ilprivato che si garantisceuna migliore gestione»

Padre Alex Zanotelli nasce a Livo(Trento) nel 1938, completa i suoi studi aCincinnati (Usa) e, neI 1964, viene ordinatosacerdote. Parte come missionariocomboniano per il Sudan, restandovi dal

1965 al 1978. DaI1978 al 1987 èdirettore dellarivistaNigrizia.Dal 1994 al2002, padreZanotelli havissuto a

Korogocho, una delle infinite - «perestensione e miseria» - baraccopoli diNairobi. Dall’aprile 2002 è rientrato in Italia.

segue da pagina 2

segue dalla prima

editorialeCarovita, la sfida d’autunno

Chi è

4 dossier

TRA LE RIGHE DEL CASO ALITALIA

La concorrenza nei cieli?Scomparsa dai radar

di Gustavo Ghidini*el cosiddetto decreto Alitalia(n.134 del 28 agosto 2008), checonfeziona su misura il “vestito”

giuridico per chi rileverà la compagnia -chiunque sarà a farlo - è contenuta unanorma (comma 10 dell’art.1 ), che dise-gna il prossimo futuro della concorrenzafra la stessa Alitalia e altre compagnie ae-ree. Una norma che investe anche gli in-teressi dei consumatori, cioè degli utentidei voli, soprattutto per quanto riguardail futuro regime dei prezzi dei biglietti: ilfattore che, subito dopo la sicurezza, piùconta per il “benessere dei consumatori”del trasporto aereo.

Dunque, e anzitutto, il decreto esen-ta preventivamente dall’autorizzazionedell’Autorità garante della concorrenza edel mercato le operazioni di concentra-zione che porteranno alla nuova compa-gnia. Ora, vi è qui una prima lesione deipoteri spettanti per legge all’Autorità ga-rante. Nella nostra legge antitrust, infat-ti, all’art. 25 si prevede che il governo det-ti «in linea generale e preventiva» criteridi esenzione, che sarà comunque l’Auto-rità ad applicare caso per caso, in via ec-cezionale. Ora invece, semplicemente,l’Autorità... si fa da parte. Vi è poi un’al-tra “novità”: sono gli stessi attori dellaconcentrazione a proporre preventiva-mente all’Autorità garante della concor-renza e del mercato le «misure compor-tamentali idonee a prevenire il rischio diimposizioni di prezzi o altre condizionicontrattuali ingiustificatamente gravo-

N

se» per i consumatori. Misure che la stes-sa Autorità, poi, «prescrive» - sia pure (emeno male!) «con le integrazioni e mo-dificazioni ritenute necessarie»: il tuttoentro trenta giorni dalla comunicazionedell’operazione di concentrazione.

Ora, questa è un’aperta inversione diprocedura - che non suona puramenteformale - rispetto al normale regime dilegge in cui è l’Autorità a prescrivere lemisure correttive alle parti, prima di au-torizzare la concentrazione. Una inver-sione non puramente formale. Vi si puòleggere un tentativo di legare le mani al-l’Autorità: che difficilmente potrebbe,stando alla nuova norma, adottare unaimpostazione correttiva radicalmentediversa, dovendosi limitare ad apportaremodificazioni e integrazioni a un “codi-

ce” impostato e scritto dalle parti priva-te.

Ma ammettiamo che il sospetto di...dettatura all’Autorità sia eccessivo, e chequella formulazione/inversione riflettasolo la obiettiva esigenza di “fare in fret-ta”; che l’Autorità sia liberissima di re-spingere in toto (dico in latino) le propo-ste dei privati, e di capovolgerne radical-mente l’impostazione. Resterebbe co-munque la sorpresa maggiore: il doveredell’Autorità di definire «il termine, co-munque non inferiore a tre anni, entro ilquale le posizioni di monopolio even-tualmente determinatesi devono cessa-re». Dunque, in ultima analisi, l’Autoritàa tutela della concorrenza verrebbe a “ra-tificare” una pluriennale situazione dimonopolio. Surreale! Né la nostra leggené le norme comunitarie né la giurispru-denza comunitaria prevedono una simi-le - del resto paradossale - ipotesi. Anzi,la escludono: l’art. 25 autorizza ad esen-tare certe concentrazioni «sempreché es-se non comportino l’eliminazione dellaconcorrenza dal mercato», consentendosolo restrizioni - ma non appunto l’eli-minazione - della concorrenza stessa.L’accettazione di una situazione mono-polistica in senso proprio è aggravata,poi, dal fatto appena ricordato, e cioèche, stando alla lettera della norma, lemisure correttive dei comportamenti delmonopolista possono essere prescrittedall’Autorità nei trenta giorni dalla co-municazione della concentrazione. Poi,stop: stop per almeno tre anni di “mono-

polio autorizzato”. Così ben può legger-si il testo del decreto.

Ora, pur ammirando tanta creativitàgiuridica, esprimo una preoccupazione,credo non marginale, per gli interessi de-gli utenti. Che per alcuni anni, con l’im-primatur coatto dell’Autorità, essi nonpossano sperare né di fruire di altre com-pagnie su rotte nazionali - specie su quel-le più frequentate - né di vedere esercita-ta alcuna azione di vigilanza sui prezzi deibiglietti, come la normativa comunitariae quella italiana prescrivono di fare alleAutorità di tutela nel caso che si creinoposizioni dominanti. Attenzione, qui:non si tratta di un “controllo dei prezzi”di stampo dirigistico, da vecchio Cip(Comitato interministeriale prezzi), perintenderci, bensì di una regolazione diun mercato aperto, ispirato a logichecompetitive. Una regolazione che con-sente e anzi impone (art. 3, a) della leggeantitrust), di verificare ed eventualmen-te bloccare l’imposizione di prezzi abnor-memente superiori a quelli che, per volidella stessa durata, altre compagnie, inaltri Paesi europei, pratichino normal-mente, in regime - non eliminato! - di li-bera concorrenza.

Mi pare dunque urgente ripensare afondo questa disciplina, e riformularla inuna chiave compatibile con i principi delTrattato CE e della stessa nostra legge an-titrust : principi, ricordo “en passant”, dirango sostanzialmente costituzionale.

*presidente onorariodel Movimento Consumatori

Le operazioni diconcentrazione cheporteranno alla nuovacompagnia sono stateesentate, per decreto,dalle normali procedureantitrust. Risultato:sulle rotte frequentatenessuno spazio a nuovioperatori. E prezzi deibiglietti alle stelle

5trasporti

ANALISI

I risparmiatori in sala d’attesadi Christian Benna

abbati tre volte dallaquerelle Alitalia. I citta-dini italiani ci perdono

nelle vesti di contribuenti chehanno sborsato più di 5 miliar-di per ripianare le perdite delvettore nazionale; come passeg-geri-consumatori privati di giu-sta concorrenza e nei panni dipiccoli investitori, quei casset-tisti fedeli che hanno compratoazioni e obbligazioni Alitalia.

Il governo ha deciso di cor-rere ai ripari con un decreto, il28 agosto 2008. Il paracaduteprevisto dall’esecutivo rispondealla voce “conti dormienti”.Quella cassaforte di depositi di-menticati, circa 13 miliardi, giàmessa in pista per risarcire le vit-

G

time dei crac finanziari (da Par-malat e Cirio in poi), ma ancheper la stabilizzazione dei precarie per contribuire al fondo per lasocial card per gli anziani pove-ri. Una coperta che si annunciagià troppo corta, quindi...

Intanto toccherà fare chia-rezza - e le associazioni dei con-sumatori attendono il governoal varco del decreto attuativo -su chi saranno i piccoli azionistiaventi diritto al rimborso.Escluso il Tesoro, in Alitalianon ci sono partecipazioni su-periori al 2%. Circa la metàdell’1,3 miliardi di azioni (0,44euro per titolo per un valorecomplessivo di 600 milioni)appartiene, quindi, a investito-ri “non grandi”. Il valore degliasset Alitalia, stimato da Cai at-torno a 800 milioni di euro,non verrà in soccorso degli azio-nisti. La compagnia di bandie-ra è sommersa da debiti finan-ziari per oltre 1,5 miliardi e ver-so i fornitori per una cifra com-

presa tra 1 e 2 miliardi. Il capitolo obbligazionisti

ha un sapore ancora più amaro.La Consob ha congelato i bondAlitalia (circa 715 milioni sca-denza 2010 a un rendimentodel 7,5%, emessi 2002) per evi-tare la fuga in massa degli inve-stitori. Il Tesoro ha sottoscrittoil 62,4% dei bond convertibili,mentre risparmiatori e banchehanno il restante 37,6%. Nonera un affarone l’offerta di Air-France-KLM, che aveva propo-sto il lancio di un’Opa sul100% delle obbligazioni Alita-lia, a un prezzo unitario di0,3145 euro contro un valore (amarzo) di 0,75 euro. Ma peruna società super indebitata co-me Alitalia (i bond della com-

pagnia hanno perso il 34% inun anno), dice Paolo Fiorio delMovimento Consumatori, «èdifficile aspettarsi di più». Per-ché oggi, «la dichiarazione diinsolvenza mette in crisi ogniipotesi di rimborso». E i debiti«salvo miracoli, saranno intera-mente a carico dei contribuen-ti». E precisa: «Bisogna vederese lo Stato si farà carico anchedella vicenda bond». Chi stapeggio, tuttavia, sono gli azio-nisti. E «il richiamo di Tremon-ti ai fondi dormienti?», conti-nua Fiorio, «non ci rassicura piùdi tanto. Le risorse non sono in-finite mentre le vittime dei cracaumentano ogni anno. In que-sta vicenda i più tartassati sonoi risparmiatori».

Piccoli azionisti,titolari diobbligazioni. Unaschiera vastissima dicittadini sul cuidestino la sorterimane incertissima.Basteranno i contidormienti?

FARMACI

La terapia fai da te?Peggio di una malattiadi Angela Carta

entare di curarsi, per gli indiscipli-nati delle posologie, spesso e vo-lentieri risulta dannoso. In genera-

le, assumere il farmaco che ci viene pre-scritto dal medico, con dosaggi e moda-lità sbagliate è un errore comune chepuò rivelarsi estremamente pericolosoper la salute. Questo tipo di “sviste”sembra che si verifichino sempre piùfrequentemente: modalità di impiegofree, dosaggi non corretti, scambi diconfezioni sono errori che possonocomportare rischi di intossicazione concorse al pronto soccorso e con ricoveriurgenti nei casi più gravi. L’allarme è sta-to lanciato dalla Fimmg, la Federazionedei medici di famiglia, in un articolo cheappare questo mese nella rivista dellaFederazione, Avvenire Medico.

Secondo i medici, si tratta di un fe-nomeno finora poco conosciuto checolpisce prevalentemente l’età pediatri-ca e risulta essere la principale causa diintossicazione acuta in ambiente ex-traospedaliero nel bambino di età infe-riore ai sei mesi. A sbagliare sono soprat-tutto i genitori (56,7%), mentre nel26,9% dei casi l’errore si deve al pazien-te stesso.

Le conseguenze di questi dosaggi“fai da te” possono essere serie o addirit-tura letali. Secondo una stima effettua-ta dall’Office of the U.S. Inspector Ge-neral «la mancanza di compliance è re-sponsabile negli Stati Uniti di 125miladecessi per malattia cardiovascolareogni anno». Se i pazienti assumessero i

T

loro farmaci secondo le prescrizioni,potrebbe essere evitato fino al 23% deiricoveri ospedalieri, molte visite medi-che, numerose indagini di laboratorio eun gran numero di trattamenti non ne-cessari. Con un notevole risparmio peril Servizio sanitario nazionale.

Gli errori nel dosaggio si registranosoprattutto quando vengono prescrittiantinfiammatori, analgesici e antipire-

tici (18%), ma anche per i farmaci de-stinati alla cura del sistema nervoso cen-trale (13,6%) e per gli antimicrobici(13,2%) sembra che ci siano non pochepossibilità di errore.

Più informazione...Sull’argomento il parere dei medici èconcorde: «È necessario individuare lemodalità che inducono a sbagliare in

modo da mettere a punto interventi mi-rati, a cominciare da una maggioreinformazione del paziente da parte delmedico o del farmacista e da una piùchiara e corretta distinzione delle con-fezioni di medicinali».

Ma quali sono i motivi principaliper cui si commettono errori nel pren-dere i farmaci? Al primo posto c’è la di-strazione (pensare a mille cose, incalzatidalla frenesia dei troppi impegni quoti-diani porta spesso a non leggere la poso-logia indicata nei foglietti illustrativi o anon controllare la prescrizione del pro-prio medico curante), ma nel 14,4%l’errore è indotto da confezioni o da no-mi commerciali simili di farmaci diver-si. Nel 20% dei casi la causa è legata adistruzioni che risultano essere inadegua-te. «La soluzione», dicono alla Fimmg,«potrebbe essere l’utilizzo di un foglio diterapia da allegare al foglietto illustrati-vo».

Nel 9,6% dei casi l’errore è invecedovuto all’incomprensione delle istru-zioni o alla difficile interpretazione del-la ricetta da parte del paziente o chi perlui. Un rimedio possibile potrebbe esse-re quello di far conservare, al momentodell’acquisto del farmaco, anche al pa-ziente una copia della ricetta originale.

A questi errori si aggiunge quello didosaggio. Alcuni esempi: i pazienti, spe-cialmente gli anziani, confondono imillilitri con i milligrammi, oppure lostesso farmaco è presente, sul mercato,con quantità di principio attivo diverse,con il rischio per il malato di assumeremedicinali nel modo sbagliato: il dosag-gio quindi risulta a volte inferiore o su-periore al necessario con conseguenzenel primo caso di inutilità o insufficien-za della terapia, nel secondo di super-fluo sovradosaggio o possibilità di intos-sicazione.

... e più consapevolezza«Una proposta», scrive la Federazionedei medici, «sarebbe quella di colorare iblister in modo diverso». Ma la colpanon è solo dei produttori farmaceuticio dei dottori. Sempre secondo laFimmg, solo la metà dei pazienti cheescono da uno studio medico con unaprescrizione segue fedelmente le diret-tive indicate. Una percentuale vera-mente bassa, che colpisce in un Paeseevoluto come l’Italia, che vanta un Ser-vizio sanitario nazionale competitivo alivello europeo, ma forse che pecca a li-vello di informazione e di consapevolez-za dei pazienti. «Senza la collaborazionedel malato», sottolineano, infatti, i me-dici,«anche il miglior piano terapeuticoè destinato miseramente a fallire».

Se i pazienti assumessero i medicinali secondo leprescrizioni, potrebbe essere evitato fino al 23% dei ricoveriospedalieri.Cause e rimedi di un’abitudine pericolosa

ome evitare incidenti per uso improprio di farmaci: ecco i consiglidell’Osservatorio Farmaci & Salute del Movimento Consumatori.

La prima buona regola è chiedere sempre al medico e/o al farmacista acosa servono i farmaci appena prescritti, non darlo per scontato. Undisturbo, una malattia spesso richiedono l’assunzione di più farmacicontemporaneamente con posologie differenti.Una volta a casa scrivere (o farsi scrivere) su ogni confezione il nomedella persona cui il farmaco è destinato, indicare sulle confezioni ilmotivo per cui è stato prescritto, quante compresse/gocce/ml, sono daprendere e quante volte al giorno va utilizzato il farmaco (ad esempio:Giovanni, pressione, una cpr al mattino oppure Luigino, febbre, unasupposta ogni 6 ore per febbre superiore a 38°C).In caso di terapie multiple, specie per gli anziani, è opportuno inveceadottare un foglio con uno schema di terapia giornaliera, adisposizione del paziente e delle assistenti o badanti.Per evitare errori è, inoltre, buona norma non togliere mai i blister dalleconfezioni originali. Si avrà così sempre a disposizione sia il fogliettoillustrativo che la scadenza del farmaco.A proposito: un recenteprovvedimento ha reso obbligatoria la stampigliatura della scadenzacon inchiostro nero e non più impressa a secco, ma praticamente

invisibile specie agli occhi degli anziani. come fino a poco tempo fa.Altre buone regole:- non utilizzare mai i portapillole, le compresse si confondono e neltrasporto si frantumano, perdendo parte del principio attivo. Inoltre nonè possibile per eventuali soccorritori risalire al tipo di farmaco di cui sista facendo uso;- non tenere mai i farmaci ad altezza di bambino. Quando ci sonopiccoli in casa è indispensabile separare, negli armadietti di deposito, ifarmaci destinati ai bambini da quelli destinati agli adulti (è frequentel’errore di somministrare farmaci per adulti ai bimbi, mettendoli inalcuni casi in pericolo di vita);- non assumere mai farmaci contemporaneamente ad alcol. Spesso sipossono verificare interazioni pericolose. I farmaci da questo punto divista più a rischio sono i neurolettici, ma anche i “banali” antistaminiciutilizzati per allergie o per raffreddori.Infine è sempre opportuno informarsi sulla modalità di assunzionerispetto al cibo. Prendere un medicinale prima o dopo i pasti, in alcunicasi, può essere determinante ai fini dell’efficacia della terapia.Aquesto proposito è utile consultare il motore di ricerca on line «prima odopo i pasti» sul sito www.movimentoconsumatori.it

C

� I consigli del Movimento Consumatori

Prima o dopo i pasti?

6 salute

INTERVISTA

Se il telemarketingdiventa un assedio

di Maurizio Regosara i “perseguitati” dai call center c’èpersino un membro del governo (ilcui telefono fisso è riservato dal

2001), racconta Mauro Paissan, consi-gliere del Garante per la protezione deidati personali e relatore del divieto dellechiamate indesiderate. Una decisione diciviltà che ha richiesto ben due anni. Co-me mai? «Non volevamo fare un inter-vento shock», spiega Paissan, «avrebbemesso in difficoltà parecchie aziende so-prattutto i call center e i lavoratori. Ab-biamo fatto numerosi richiami, ricor-dando che gli archivi dei dati, specie i nu-meri telefonici, andavano ripuliti».Consumer’s Magazine: Un approc-cio soft...Mauro Paissan:Sì, ma in questi ultimimesi le proteste sono aumentate in mo-do esponenziale. Così abbiamo deciso diintervenire in modo drastico, come lalegge ci impone di fare vietando l’utilizzodi tutti quei numeri per i quali non c’èadeguato consenso.CM:Colpisce che le aziende non abbia-no “compreso” i richiami iniziali...Paissan: Si nascondevano dietro quelleinterpretazioni con cui tuttora contesta-no il provvedimento, sostenendo la nonnecessità del consenso per i numeri deivecchi elenchi telefonici. Li capisco: inballo ci sono milioni di dati e un businessrilevantissimo. Alcune società - Sky, Fa-stweb - prendono dal marketing telefo-nico la maggioranza dei nuovi abbonati.Inevitabile che percepiscano un restrin-gimento della base dei numeri telefonicicome una limitazione. Noi però siamo

F

chiamati a contemperare il diritto sacro-santo a fare un’attività economica e quel-lo al rispetto dei cittadini. CM:Una delle obiezioni riguarda il pri-ma e il dopo 2005...Paissan:Prima di quella data, non veni-va chiesto agli abbonati se volevano l’in-vio di materiale promozionale per postao se accettavano il contatto telefonico.Dopo il 2005, sugli elenchi sono com-parsi due simboli - la bustina o la cornet-ta - che equivalgono a due via libera. Nonsi può fare i furbi e usare i numeri prece-denti al 2005. Oltretutto subentra un al-tro problema: se sono vecchi, questi nu-meri sono in grande misura superati, pas-sati ad altri abbonati, sono nel frattempodiventati riservati. L’altro giorno un

membro del governo mi ha chiesto: «Co-me fanno a chiamarmi? Dal 2001, annoin cui sono stato eletto deputato, ho chie-sto la copertura del numero. Invece con-tinuano a telefonarmi, chiamandomi pernome per di più»... Chi detiene dati per-sonali ha l’obbligo giuridico di aggior-narli.CM: Che interesse ha un’azienda a pa-gare dati vecchi e non funzionali?Paissan: Ce lo siamo chiesti anche noi.Dicono di disporre di dichiarazioni checertificano che si tratta di dati legittima-mente raccolti e conservati e perciò uti-lizzabili. Non è nemmeno escluso che na-scano adesso dei contenziosi.CM: Le società di telemarketing si sen-tono più penalizzate di quelle che usanola posta...Paissan: Abbiamo fatto una valutazio-ne dell’invasività dei due mezzi. Eranostate fatte molte richieste, fra cui quelledel volontariato, di liberalizzare di piùl’invio postale anche per il fund raising.Abbiamo deciso un canale privilegiatoper le onlus, che possono usare gli indi-rizzi delle liste elettorali, e reso più acces-sibile il marketing postale sulla base diuna valutazione di molto minore invasi-vità e disturbo. Rispondere a una telefo-nata può diventare, oltre che fastidioso,imbarazzante per i soggetti deboli: unapersona anziana ad esempio non sempreha gli strumenti dialettici o di compren-sione per dare una risposta adeguata.Spesso dice di sì per liberarsi.CM: C’è stata una diminuzione di te-lefonate?Paissan: Alcune imprese hanno sospe-

so le chiamate per i numeri controversi fi-no a un definitivo chiarimento. A noi, dalgiorno in cui abbiamo reso pubblico ilprovvedimento, non è arrivata neancheuna segnalazione. Prima erano centinaia.CM:È necessaria una riforma?Paissan: Più che una modifica norma-tiva, servirebbe poter infliggere consi-stenti sanzioni pecuniarie come avvieneall’estero o come può fare da noi l’Anti-trust. Le nostre sanzioni sono penali e sul-la carta il rischio è più grave, ma visti itempi lunghi l’efficacia è minore. Unamulta pesante e immediata può fare mol-to più male...CM: C’è il rischio che si perdano 30mi-la posti di lavoro.Paissan: Sì, nei call center. Devonomettersi nell’ordine d’idee di costruirebanche dati in modo legittimo.CM: Se un utente dà il consenso e poicambia idea?Paissan: Può cambiare idea in qualun-que momento, anche un secondo dopoaver firmato. Deve solo comunicare lasua decisione al soggetto che detiene isuoi dati personali. L’obbligo di cancella-re quei dati scatta immediatamente. Se ilconsenso è scritto, l’interlocutore per pe-nalizzare l’utente chiederà la revoca scrit-ta. Di per sé basterebbe il telefono. CM: In caso di recidiva?Paissan: Il cittadino deve rivolgersi anoi. Agiamo su ogni segnalazione circo-stanziata, chiedendo subito notizie allasocietà chiamante che, a sua volta, devechiarire se è un errore o dimostrare di ave-re il consenso.

www.garanteprivacy.it

«In ballo ci sono milioni didati e un giro d’affarienorme. Ma il diritto a fareprofitti non può ledere ilrispetto dei cittadini. Così,dopo due anni di richiamiinascoltati, abbiamo decisola linea dura». MauroPaissan, consigliere delGarante e relatore dellostop, spiega il senso delprovvedimento e chiede:«Segnalateci le recidive»

7diritti

L’INTERVENTO DEL GARANTE PER LA PRIVACY

Stop alla piazza Affari dei numeri di telefonolla fine il Garante ha mes-so nero su bianco il suo“stop”. Basta alle chia-

mate indesiderate e irrispettosedella privacy, generate da un(mal) trattamento dei dati per-sonali effettuato da tre società digestione di banche dati per lomeno distratte: avendo “di-menticato” di chiedere il con-senso al trattamento dei loro da-ti agli interessati e senza infor-marli che le informazioni su diloro sarebbero stati cedute a ter-zi (o informandoli in manierainadeguata), continuavano amettere sulla telematica “piazzaaffari” milioni di numeri telefo-nici, vendendoli alle aziende

A

che puntano sul teleselling.Ammiro Partners, Consodata eTelextra, a seguito della decisio-ne del Garante (assunta all’ini-zio di settembre), non potranno

più trattare quei dati personali(salvo incorrere in sanzioni pe-nali), mentre alcuni loro clienti(fra cui aziende importanti co-me Wind, Fastweb, Tiscali eSky) non avranno più la possi-bilità di usare i database che ave-vano acquistato dalle prime(giacché avrebbero dovuto, so-stiene il Garante, accertare chegli abbonati avessero acconsen-tito alla comunicazione dei pro-pri dati e al loro uso per finicommmerciali).

Una decisione che mette fi-ne a un’epoca probabilmente,ristabilisce la priorità della riser-vatezza e riguarda milioni di fa-miglie italiane, molte delle qua-

li nemmeno erano al corrente diessere state “inserite” in questidatabase. Esultano - ovviamente - i con-sumatori che potranno conmaggior serenità sedersi a tavolaper i loro pasti (l’ora del pranzoe quella della cena erano natu-ralmente le preferite per ilmarketing telefonico). Comespiega nell’intervista qui sottoMauro Paissan, che è stato rela-tore del provvedimento, il Ga-rante per la protezione dei datipersonali ha deciso il drasticoprovvedimento in seguito alcrescente numero di segnalazio-ni di utenti infastiditi da “squil-lo selvaggio”: legittimamente

protestavano per le continue te-lefonate subite senza alcun con-senso. Meno contenti, ovvia-mente, i gestori dei call centerche realizzano le chiamate uti-lizzando le informazioni fornitedalle società di banche dati. Se-condo Assocontact, per esem-pio, l’associazione che raggrup-pa i contact center in outsour-cing (che, in pratica, telefonanoper conto terzi), sarebbero30mila i posti di lavoro a rischio(per lo pù giovani, per lo più delSud). Le disposizioni del Ga-rante, si legge in un loro comu-nicato, «rischiano di limitarefortemente l’attività di tele-marketing outbound». (M.R.)

Cartellino rosso pertre società chegestivano milioni didati personali perfinalitàcommerciali, ancheper conto terzi

Consumers’approfondimenti

l progetto sperimentale di ricerca sull’energia torna tra ibanchi. La convinzione di poter contribuire allo sviluppodelle fonti rinnovabili, alla sensibilizzazione sul risparmio

energetico e il grande successo dell’edizione passata, hannospinto anche quest’anno il Movimento Consumatori e ilMovimento difesa del cittadino alla realizzazione della secon-da edizione dell’iniziativa «A scuola di risparmio energetico esviluppo delle fonti rinnovabili. Le nuove ideecrescono tra i banchi».

Il progetto, che ha ottenuto il cofinanzia-mento del Gse - Gestore servizi elettrici, preve-de un’indagine che coinvolgerà 150 scuole se-condarie di primo grado italiane. Verrà verifica-to se le scuole prescelte attuano delle iniziativevolte al risparmio energetico e allo sviluppo del-le nuove fonti di energia. Il sondaggio andrà arilevare le azioni che gli organi scolastici hannoeventualmente attuato per ridurre il consumoenergetico dell’edificio scolastico e le attività di-dattiche che i docenti potrebbero aver inserito nei program-mi scolastici per educare i ragazzi al risparmio di un bene co-sì prezioso come l’energia.

Gli esiti di questa indagine saranno raccolti in un dossierche verrà pubblicato e potrà essere consultato sui siti delle as-sociazioni aderenti (www.movimentoconsumatori.it e www.mdc.it). Ma l’importante novità di quest’anno è rap-presentata da un concorso rivolto alle classi delle scuole se-

I condarie di primo grado italiane dal titolo «Raccontami latua energia». Per partecipare gli alunni dovranno comporreun elaborato scritto che raccolga le loro idee sul tema.

«Far conoscere ai giovani questi temi e sensibilizzarli coniniziative di questo tipo è importante», spiega Ovidio Mar-zaioli, responsabile Ambiente & Energia del MovimentoConsumatori, «saranno loro a dover vincere nel futuro la sfi-

da del rinnovabile per preservare l’ambiente esviluppare nuova energia. Per questo fin dall’etàscolare è doveroso insegnare ai piccoli regole pernon sprecare l’energia e quali siano le fonti rin-novabili su cui puntare oggi e soprattutto do-mani. A questo sono chiamati essenzialmentegli insegnanti e le strutture scolastiche».

«Dopo il successo della scorsa edizione», haribadito Antonio Longo, presidente del Movi-mento difesa del cittadino, «abbiamo voluto ri-petere questa esperienza nelle scuole, coinvol-gendo in prima persona gli alunni con un con-

corso rivolto direttamente a loro. Siamo convinti che educa-re i futuri consumatori di energia al risparmio e alla scelta delrinnovabile è una delle strade vincenti per garantire loro undomani rispettoso dell’ambiente».

La scheda di partecipazione e il regolamento del concor-so sono scaricabili sui siti MC e Mdc. Ulteriori informazionisono reperibili sul sito del Gestore dei servizi elettrici.

www.grtn.it

+ConsumerEuropaAssicurazione sanitaria:ecco come funziona

cittadini di 31 Paesi europei che devono sog-giornare in uno dei altri Paesi dell’Unione

possono dotarsi della Carta europea di assicu-razione malattia.Utilizzando questa carta sipuò beneficiare di cure mediche in caso di ma-lattia o di incidente in queste nazioni:Austria,Belgio,Bulgaria,Cipro,Danimarca,Estonia, Fin-landia, Francia,Germania,Grecia, Irlanda, Ita-lia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo,Malta,Pae-si Bassi, Polonia,Portogallo,Regno Unito,Ro-mania,Spagna,Repubblica Ceca,Slovacchia,Slovenia,Svezia,Ungheria. L’Italia,poi,ha sti-pulato un’apposita convenzione con la Norve-gia, il Liechtenstein, l’Islanda e la Svizzera. Lanormativa comunitaria consente dunque a ognicittadino che si trova in un altro Paese Ue di ri-cevere gratuitamente tutte le cure consideratenecessarie,ma alla condizione che le prestazio-ni vengano fornite da una struttura pubblica oprivata convenzionata.La Carta è uguale in tutti i Paesi, anche se cia-scuno Stato la emette nella lingua nazionale,edè perciò anche facilmente riconoscibile dal per-sonale medico.Può però accadere che il cittadi-no,nonostante mostri la Carta, venga chiamatougualmente a pagare la prestazione medica. Inquesto caso,una volta rientrati è possibile otte-nere il rimborso di quanto pagato presentando-si all’ufficio Convenzioni internazionali del di-partimento Cure primarie.È fondamentale con-servare le fatture originali dei pagamenti effet-tuati e,nel caso in cui il rimborso non sia ricono-sciuto, le spese potranno essere detratte nelladichiarazione dei redditi dell’anno successivo.In caso di smarrimento della Carta è sufficienterecarsi presso la propria Asl e richiedere il certi-ficato sostitutivo provvisorio.Nel caso in cui in-vece ci si accorga di essere privi della Carta pro-prio mentre ci si trova all’estero,magari quandosi è in procinto di essere ricoverati, è possibiletelefonare direttamente all’ufficio Convenzioniinternazionali che provvederà ad inviare,anchetramite fax, il certificato sostitutivo provvisorio.

Sonia Chilà

I

+ConsumerWebrdinato, accessibile, aggiornato. Si presentacosì il sito di aiuto ai consumatori del Movi-

mento difesa del cittadino,ovvero la prima Agen-zia online di informazione quotidiana dedicata aiconsumatori,ai mass media,alla pubblica ammi-

nistrazione e alle aziende.Particolarmente utili lecategorie in cui sono raggruppate le notizie e idossier.Che dire? Un po’ di interattività in più conl’utente semplice non guasterebbe.

www.helpconsumatori.it

O

EDUCAZIONE AL CONSUMO

Il risparmio energetico?Si impara sui banchi di scuola

Radiografia dell’italiano che fa la spesatra le righe di Lorenzo Miozzi

L’IDENTIKIT DEL CONSUMATORE CRITICOn libro sul consumo critico, equo e solidale come risposta etica al consumo dimassa omologato. Ma come nasce un consumatore critico? Come deve essere?

Quali sono le motivazioni che spingono le persone (fortunatamente sempre dipiù) a scegliere di acquistare dei prodotti in conformità ai criteri di responsabilitàe consapevolezza? Quali sono le storie di vita, le esperienze, il patrimonio culturaleche favorisce la formazione di una coscienza critica? Ed ancora: quali sono leistituzioni (famiglia, chiese, partiti, associazioni, enti e quant’altro) chetrasmettono una scala di valori che sono determinanti nelle scelte di consumo?Attraverso un'accurata indagine, condotta presso le botteghe del commercio equoe solidale di otto differenti realtà del nostro paese, l’autore di questo libro prova arispondere agli interrogativi proposti gettando nuova luce su un fenomeno che

riguarda un numero sempre crescente di cittadini. Un libroutile, che porta verso una nuova visione del consumo.

Fabio MostaccioIl patrimonio etico dei consumatori Editore Angeli192 pagine – 19,00 euro

UGLI ACQUISTI NELLA STORIA

ossono le pratiche del consumo avere influenzato la struttura sociale epolitica del nostro Paese? Questo libro mostra come, dalla lotta contro la

povertà dei primi governi liberali dell'Italia unita alla creazione, voluta dalfascismo, di un consumo nazionale autarchico, per arrivare fino ad oggi con lepolitiche del welfare e i movimenti del consumo critico, il fattore consumisticoabbia giocato un ruolo fondamentale nella definizione della nostra fisionomia dinazione e negli orientamenti delle diverse politiche di governo. L’autriceconduce un'inchiesta sull'evoluzione storica delle abitudini d'acquisto degliitaliani, attingendo ai risultati delle più recenti ricerche economiche,antropologiche e sociologiche in materia ma anche dalla letteratura e dall'arte.Particolare attenzione è dedicata al mondo e ai luoghi del commercio, colti nel

loro sviluppo storico e architettonico che modificaprofondamente il paesaggio urbano: dai negozi alle fiere, finoai grandi magazzini, ai centri commerciali e ai moderni outlet.

Emanuela ScalpelliniL’Italia dei consumiLaterza315 pagine – 24,00 euro

P

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Consumers’ notizie

oncorrenza sì, ma regole chiare. La concorrenza inlinea astratta è sempre positiva, ma servono regoleper salvaguardare il servizio universale (le linee che

rischierebbero di saltare perché nessuno le vuole) e standardminimi di qualità che devono garantire i soggetti che rischianodi fare la rincorsa ai profitti indipendentemente dagli interessidegli utenti». Questo l’intervento del presidente del Movi-mento Consumatori, Lorenzo Miozzi, in merito alla dichia-razione del ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli sul-l’avvio della concorrenza nel trasporto ferroviario per il 2011.Miozzi ribadisce inoltre «la necessità che venga istituita al piùpresto l’Autorità sui trasporti, la cui assenza in questi anni si èfatta sentire pesantemente sia sul trasporto aereo sia su quelloferroviario e che se non venisse istituita in vista della liberaliz-zazione effettiva del 2011, potrebbe avere effetti dannosi per ilmercato e per i consumatori». L’annuncio di Matteoli è avve-

C« nuto nel corso di un’audizione alla Camera, in cui ha specifi-cato che «saranno 22 i treni della nuova società privata in cir-colazione sulla rete». La società in questione è la Ntv - Nuovotrasporto viaggiatori, il primo operatore privato italiano neltrasporto di persone su rete ad alta velocità fondato da LucaCordero di Montezemolo, Diego della Valle, Gianni Punzo eGiuseppe Sciarrone. La società prevede di acquisire una quotadi mercato del 20% nel 2015, con 30mila viaggiatori al giornoe 10 milioni all’anno. Sarà attiva su tre direttrici: la Torino-Sa-lerno, la Roma-Venezia e la Roma-Bari. È prevista anche unalinea direttissima Milano-Roma, che i treni Ntv effettuerannoin tre ore. E i prezzi? «Non sarà un servizio riservato solo a per-sone ricche o benestanti», ha spiegato Luca Montezemolo. «Inostri treni saranno personalizzati per tutte le esigenze. Daglistudenti ai turisti, dagli uomini d’affari alle famiglie».

www.ntvspa.it

� i conti in tasca

La crisi colpisceanche i falsiLa crisi dei consumi non risparmia il mercato del-la contraffazione.Diminuisce, infatti, la propen-sione all’acquisto dei prodotti contraffatti rispet-to allo scorso anno.Lo rivela una ricerca realizza-ta da Confcommercio con la collaborazione del-l’Istituto Piepoli. Il 39% degli acquirenti di artico-li contraffatti ha risposto che,nel 2008,ha com-prato meno rispetto al 2007. Il fatturato dei falsiin Italia,però,è in leggero aumento:7,5 miliar-di contro i 7,2 del 2007.Per abbigliamento(25,3%),accessori (14,6%) e prodotti multime-diali (2,7%) si spendono 3,2 miliardi:1,4 pergiocattoli, farmaci e calzature e 2,9 in altri arti-coli contraffatti.Secondo la ricerca, il 60% degliitaliani, in particolare i residenti in Centro Italia(65%) acquista i prodotti contraffatti tranquilla-mente in giro per le strade della città, il 45% ap-profitta invece dei periodi di vacanza e dei viag-gi. I prodotti più acquistati sono i capi di abbiglia-mento (35%), le borse (30%), le cinture e gli oc-chiali (21%). Il 68% degli intervistati è convintoche l’acquisto di falsi sia un danno per l’econo-mia e contribuisca ad alimentare la criminalità.

TRASPORTI

Dal 2011 la concorrenza sui binariMC: «Ma servono regole certe»

Agcom contro Skysulle disdette

Agcom ha deliberato cheSky pratica costi troppo al-

ti per disdire l’abbonamento eha chiesto alla compagnia dicambiare le condizioni di con-tratto entro la fine del mese. «Icorrispettivi applicati al recessonon adempiono all’art. 1 com-ma 3 della legge n. 40/07 (lalegge Bersani, ndr), in quantonon giustificati con voci di co-sto e correlate attività pertinen-ti al recesso». L’Agcom ha con-testualmente ordinato a Sky dicambiare entro 60 giorni lecondizioni generali d’abbona-mento, prevedendo un impor-

’Lto complessivo non superioretra il corrispettivo pagato daSky agli Sky service per il ritirodel decoder e i corrispettivi pa-gati da Sky alla società fornitri-ce di servizi di logistica integra-ta per il recupero del decoderpresso gli Sky service». Tradot-to in cifre: circa 11 euro. Con-tro cifre tra i 30 e 200 chiesti si-no ad ora. www.agcom.it

Class action, Scajolaannuncia modifiche

imitare l’adesione alla classaction al primo grado di giu-

dizio (mentre oggi è possibileaderirvi fino all’appello),rafforzare le forme di concilia-

L

zione preventiva, introdurreuna forma di class action ancheper la pubblica amministrazio-ne. Sono queste alcune dellemodifiche, annunciate dal mi-nistro Claudio Scajola, allanormativa sulla class action,approvata con la Finanziariadel 2008, che sarebbe dovutaentrare in vigore il 1° luglioscorso ed è stata, invece, sposta-ta a gennaio 2009.

Cellulari, cambio di tariffe sotto inchiesta

na brutta sorpresa dell’esta-te. Annunciata via sms.

Tim e Vodafone modificano letariffe con una serie di aggiusta-

U

menti sicuramente non van-taggiosi per gli utenti. Partonole proteste delle associazioni e,il 5 settembre scorso, anche unadiffida dell’Autorità per le ga-ranzie nelle comunicazioni cheha avviato pure un procedi-mento sanzionatorio. L’Agcomha invitato i due operatori arendere trasparenti le informa-tive sugli aumenti tariffari.

www.agcom.it

Suonerie ed sms,multa dell’Antitrust

L’Antitrust ha comminatouna sanzione complessiva

di un milione 205mila euro neiconfronti del sito Zero9 e dei

U

quattro principali operatori ditelefonia mobile per praticacommerciale scorretta. Tra ildicembre 2007 e il marzo2008, sul sito internet zero9.itera stato diffuso un messaggioingannevole incentrato su unclaim che prospettava la possi-bilità di inviare gratuitamenteun certo numero di sms, ma inrealtà riguardava una propostadi abbonamento a un serviziodi suonerie e di altri contenutiper cellulare. L’autorità garanteha inoltre contestato a Zero9 lavisibilità e le dimensioni estre-mamente ridotte delle condi-zioni generali dell’offerta.

www.agcm.it

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� dalle sezioni

PugliaIl punto sulla class action

ennaio 2009 dovrebbe essere finalmente il mese dellaclass action. L’articolo 140 bis del Codice del consumo,

bloccato dal governo alla vigilia della sua entrata in vigore loscorso luglio, è in realtà una grande opportunità per la tuteladei consumatori e,per questo,a conclusione dei progetti regio-nali della Regione Puglia finanziati al ministero delle Attivitàproduttive, il 17 ottobre si terrà un convegno presso la facoltà diGiurisprudenza di Bari proprio su questo argomento.«L’incon-tro sarà utile per fare un punto della situazione circa la leggesulle class action: come è nata,perché è stata bloccata e qualiprospettive ci sono per il futuro», spiega Rossella Miracapil-lo, presidente di MC Puglia.Tra i relatori,Gustavo Ghidini presi-dente onorario del Movimento Consumator;Alessandro Maran,primo firmatario della proposta di legge;Giuseppe Galasso,del-la Direzione industria servizi e concorrenza Antitrust Italia ePaolo Fiorio, componente del gruppo di lavoro del CNCU per leproposte di modifica della legge.Alla Facoltà di Giurisprudenzadi Bari,17 ottobre 2008 ore 9.30.

[email protected]

MilanoI giorni del buon consumo

ovimento Consumatori Milano ha aderito anche que-st’anno all’iniziativa promossa dall’assessorato alla Tute-

la dei consumatori della Provincia di Milano e dalla Camera dicommercio di Milano, I giorni del buon consumo.Un evento de-dicato ai diritti dei consumatori, al consumo consapevole,alleproblematiche del carovita e del risparmio soprattutto per quel-lo che riguarda il consumo alimentare. L’iniziativa si è svolta sa-bato 20 e domenica 21 settembre presso Piazza degli Affari epresso l’Ottagono in Galleria Vittorio Emanuele II.«Accogliamo con entusiasmo ogni occasione per scendere sulterritorio a contatto con la gente per farci conoscere e spiegarela nostra attività», spiega Eliana Caputo, responsabile deiprogetti per la sezione di Milano.Nelle due sedi della manife-stazione, infatti, sono state attrezzate aree dedicate alle asso-ciazioni e alle istituzioni per favorire le attività divulgative inmerito ai temi dell’alimentazione,della sicurezza alimentare,della filiera corta e dei farmer markets.

[email protected]

TorinoSos Telefonia

on SOS telefonia,progetto finanziato dalla Regione Pie-monte, si cerca di portare un po’ di chiarezza nell’intricato

universo delle tariffe telefoniche. Attraverso delle schede dicomparazione e un percorso guidato, il consumatore potrà trac-ciare il proprio profilo di consumo e sarà in grado di compararele tariffe di tutti gli operatori, sia fissi che mobili. Contro la jun-gla delle tariffe, l’unica arma lasciata al consumatore è l’infor-mazione e la comparazione delle offerte.Quasi mai, infatti, si hail tempo o la possibilità di leggere tutte le condizioni contrat-tuali e compararle.Per questo l’idea del progetto.«È infatti at-tuale e sentita,alla luce della nostra esperienza»,ha commen-tato Alessandro Mostaccio, presidente della sezione di Tori-no,«l’esigenza di aiutare concretamente il consumatore nell’in-terpretazione di fatture e piani tariffari che spesso risultano in-decifrabili.Ciò anche per agevolare la diminuzione di una spesache incide sempre più pesantemente sui bilanci delle famigliemediante l’eventuale cambio di gestore telefonico,nella ricercadi tariffe sempre più congeniali e convenienti».

[email protected]

CMG

Consumers’ iniziative

ontro le speculazioni e i conti-nui rincari dei prezzi dei generialimentari di prima necessità, i

consumatori hanno un’arma in più: Sms Consumatori. Un progetto finan-ziato dal ministero delle Politiche agri-cole, alimentari e forestali, e condottod’intesa con Movimento Consumato-ri, Federconsumatori, Adoc, Adusbef,Codacons, Acu, Adiconsum e Movi-mento difesa del cittadino. Si tratta diun servizio di informazione capillareche raggiunge in tempo reale i cittadi-ni e li informa sul prezzo di un panieredi prodotti. Inviando un sms gratuitoal numero unico 47947 con il nomedel prodotto che interessa, si ricevonoall’istante tutte le informazioni sulla filiera dei prezzi: il prez-zo medio di vendita, rilevato giornalmente, suddiviso in tremacro aree regionali (Nord, Centro, Sud) e il prezzo medionazionale all’origine e all’ingrosso, aggiornato settimanal-mente e fornito dall’Ismea - Istituto di servizi per il mercatoagricolo alimentare. Se il prodotto che cerchiamo è presentenel paniere con due o tre varietà diverse, sul telefono del con-sumatore arriveranno altrettanti messaggi con i dati relativiad ogni singola varietà.

Ma come funziona in concreto? I prezzi al dettaglio ven-gono raccolti da 44 rilevatori sparsi sul territorio nazionale,sono giornalieri e vengono rilevati il martedì, il mercoledì, ilgiovedì, il venerdì e il sabato. Circa 2.200 sono gli esercizicoinvolti nella rilevazione dei prezzi al dettaglio. Gli esercen-ti appartengono alle diverse categorie merceologiche: di-scount, ipermercato, mercato, supermercato e negozi di or-tofrutta, macellerie, pescherie e alimentari. La disponibilità

C dei prezzi giornalieri avviene a partiredalle 13.30; prima di questo orario so-no validi i prezzi del giorno preceden-te. Tutti dati sono anche reperibili sulsito www.smsconsumatori.it dal qua-le è anche possibile inviare una segna-lazione diretta alle associazioni di con-sumatori in caso si riscontrassero prez-zi anomali o sospetti.

Da settembre è attiva anche la pos-sibilità di avere informazioni sui ”far-mers market” (i punti vendita direttadegli agricoltori e degli allevatori) fa-cilmente raggiungibili e sui produtto-ri di “latte alla spina” più vicini a casapropria.

Sul sito internet, gli utenti posso-no sia reperire materiale utile sia lasciare segnalazioni alle as-sociazioni dei consumatori sui prezzi anomali o sull’eventua-le assenza d’etichetta dai prodotti, così da rendere più effica-ce il monitoraggio delle forti oscillazioni dei prezzi e la tra-smissione dei dati al Garante. Sempre sul sito si trova un bor-sino della spesa aggiornato settimanalmente che indica, congrafici e dati, l’andamento dei prezzi. Esiste anche un link at-traverso il quale è possibile fare la “spesa virtuale”: selezionan-do i prodotti che si intende comprare, si ha un’idea del prez-zo medio corrente, così da essere preparati ad eventuali brut-te sorprese nel negozio reale.

Il servizio ha già raggiunto numeri importanti: 252.866utenti hanno richiesto, tramite sms, il prezzo di almeno unprodotto del paniere mentre 35.256 utenti si sono registratialla community web, chiaro segno dell’importanza di questotipo di iniziative per i consumatori.

www.smsconsumatori.it

FOCUS FAIRTRADE

Cari consumatori, ci presentiamoUna settimana per conoscere l’equosolidale

venti, degustazioni, promozioni efocus sul commercio equo in tut-ta Italia. Io faccio la spesa giusta, dal

18 al 26 ottobre, settimana organizzataper la quinta volta consecutiva da Fair-trade Italia in collaborazione con BancaPopolare Etica, Librerie Feltrinelli e Le-gambiente, è un momento importanteper fare il punto su un mercato che nonsta conoscendo momenti di crisi ma sista sempre di più allargando nel nume-ro dei prodotti, nei punti vendita e, diconseguenza, nel numero di produttoridel Sud del mondo coinvolti in questocircuito. Le cifre diffuse a metà anno daFlo - Fairtrade labelling organisations,il coordinamento dei marchi di garan-zia, parlano di 632 gruppi di produtto-ri per un totale di oltre un milione emezzo di produttori e lavoratori svan-taggiati in 58 Paesi in via di sviluppo.

E Sul fronte del mercato finale, il va-lore dei prodotti certificati Fairtradevenduti nel mondo è stato di circa 2,3miliardi di euro al dettaglio con una cre-scita del 47% rispetto al 2006.

Il consumo pro capite più elevato èquello della Svizzera (stima 20 euro dispesa all’anno) mentre in coda trovia-mo l’Italia, con meno di un euro pro ca-pite investito nella spesa giusta. E direche ormai anche nel nostro Paese i pro-dotti Fairtrade hanno conquistato gliscaffali di quasi tutte le più importantiinsegne della distribuzione e il numerodelle referenze disponibili si sta ormaiallargando dal settore alimentare al co-tone. Ma il dato di incremento mediodelle vendite a volume e a valore è in co-stante crescita anche nel nostro Paese.Molto resta da fare e Io faccio la spesagiusta è un’occasione preziosa per cono-

scere da vicino i prodotti del commer-cio equo e chi li coltiva nei Paesi del Suddel mondo. Occasione per cui si sonoimpegnati negli anni anche volti notidel mondo dello sport, della cultura,della televisione. Ad Amanda Sandrelli,Pietro Sermonti, Massimo Ghini, Jose-fa Idem, Antonella Ruggiero, Damia-no Tommasi, Paola Maugeri quest’an-no si sono aggiunti con il loro sostegnoFranca Rame, Patrizio Roversi, Riccar-do Sardonè impegnati nei FairtradeReading che si svolgeranno nelle libre-rie Feltrinelli. Mentre ristoranti bio intutta Italia proporranno menù all’inse-gna dell’equosolidale con Io faccio la ce-na giusta e supermercati e Botteghe av-vicineranno nuovi consumatori ad unnuovo modo di fare la spesa.

a cura di Fairtrade Italiawww.fairtradeitalia.it

� Leggere per crescere

arrivo di un bambino in una famiglia èsempre carico di immense gioie e di nu-merose preoccupazioni da parte dei fa-

miliari, ma soprattutto dei nuovi genitori alla ri-cerca di consigli “magici”per risolvere ogni situa-zione possibile. Decaloghi ed enciclopedie allamano,mamme e papà sono pronti a documentar-si sfogliando tutti i libri disponibili,scritti da esper-ti e non, con la speranza di carpire istruzioni sul

nuovo appassio-nante ruolo di geni-tori che li aspetta.Quali i problemi peri quali si cerca consi-glio e aiuto? Sicura-mente il pianto delbambino, il suo son-

no, il suo equilibrio psico-fisico sono gli argomen-ti che vengono ampiamente trattati in manuali,volumi e altre fonti di informazione.A ben guar-dare,però,si capisce che il “mestiere”del genito-re non si impara certo sui libri. L’esperienza e ilbuon senso, ancora una volta, sembrano esseregli strumenti migliori.Ogni bambino, infatti, per crescere bene ha biso-gno di sentirsi amato e compreso,ma anche di es-sere reso consapevole che non può sempre faretutto ciò che desidera. Mamma e papà, primi fratutti, hanno un ruolo fondamentale, sono veri epropri “modelli”da imitare.L’esempio dei genitori è basilare, soprattutto ver-so i 4-5 anni di età,momento in cui si definisconoi principi del bene e del male nel bambino. In que-sto periodo il bimbo non deve riscontrare differen-ze tra quello che gli viene detto o fatto, in terminidi buona educazione o di valori morali, e quelloche osserva quotidianamente nel comportamen-to dei genitori.Per esempio, l’invito alla lettura daparte di mamma e papà ai propri figli, esperienzafrequente in ogni famiglia,si scontra,spesso a benriflettere, col comportamento di adulti che prefe-riscono,al rientro dal lavoro, la televisione.Anchein questo caso,per i bambini l’esempio vale più dimolte parole.Un buon consiglio,quindi,è quello di condividerecon i propri figli spazi e momenti lontano dal rit-mo forsennato di programmi televisivi a volte pri-vi di contenuto, attraverso il racconto o la letturadi una fiaba.Leggere in famiglia è un atto d’amo-re nei confronti dei propri figli per il loro migliorsviluppo e per il rafforzamento della relazione in-trafamiliare.

Ilaria Piubelliwww.leggerepercrescere.it

’L

Nel dettaglio

CAROVITA

Il risparmio corre via cellulareÈ un successo «Sms consumatori»

Cos’è?È un servizio completamente gratuito delministero delle Politiche agricole alimentari eforestali, in accordo con le associazioni deiconsumatori, per l’informazione sui prezzi deiprincipali prodotti agro-alimentari.

Come funziona?L’utente può inviare un sms al 47947 digitandoil nome del prodotto di cui vuole conoscere ilprezzo. È possibile inviare 5 sms di “richiestaprezzo” al giorno, per un totale di 30 al mese.Servizio attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Supplemento al numero di VITAdi questa settimanaReg.Trib. di Milano n. 397 dell’8 luglio 1994Direttore responsabile: Giuseppe FrangiDirettore editoriale: Riccardo BonacinaInserto a cura di:Angela Carta e Piero PacchioliCoordinamento redazionale: Silvano RubinoProgetto grafico:Antonio MolaStampa: CSQ - Centro Stampa Quotidianivia dell’Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS)

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La letturae il buon esempio

Consumers’ insieme

Il Movimento Consumatori è un’associazione autonoma ed in-dipendente senza fini di lucro, nata nel 1985 per iniziativa di

un gruppo di cittadini e di esperti, sollecitato dall’esigenza di tu-telare i diritti dei consumatori.

Tutti i cittadini sono soprattutto consumatori.Tutti i consumatori hanno diritti.

Il Movimento si propone di offrire ai cittadini migliori condizio-ni di consumo, cercando di influenzare le controparti istituzio-nali e private affinché forniscano servizi e prodotti adatti alle esi-genze degli utenti. Il Movimento Consumatori aiuta, segue e consiglia i propri socicon servizi di consulenza specializzati, li rappresenta presso orga-nismi pubblici e privati, erogatori di servizi e fornitori di beni, eli sollecita a prendere coscienza dei propri diritti e delle proprieresponsabilità.

I perché di una sceltaElemento distintivo dell’associazione è l’attenzione nei confron-ti dei problemi pratici che il consumatore si trova a dover affron-tare nella vita quotidiana. Questa attenzione si traduce nell’attività delle circa cinquanta se-di locali MC, distribuite su tutto il territorio nazionale, che ero-gano sia un servizio di informazione e orientamento sui dirittidei cittadini consumatori, sia un servizio di consulenza e tutelalegale ex-post, attività centrale della nostra associazione. Il Movi-mento Consumatori mette inoltre a disposizione dei cittadiniuna procedura di conciliazione (procedura di risoluzione stra-giudiziale) per le seguenti realtà: Telecom, Tim, Wind, H3g,Ania, Enel, Banca Intesa, Banco Posta e Poste Italiane, Capitalia.Questa attenzione si traduce anche nell’attività istituzionale delMovimento Consumatori, ovvero nel dialogo costante con tutte

le controparti, istituzioni, aziende, associazioni di categoria, me-dia, per indirizzare preventivamente le decisioni in favore di unamaggiore tutela del cittadino-consumatore e per realizzare insie-me a queste realtà iniziative di educazione a un corretto e consa-pevole stile di consumo. MC lavora anche insieme ai cittadini-consumatori: infatti, sindalla nascita, MC ha ritenuto prioritario impegnarsi in azioni checontribuissero alla presa di coscienza non solo dei diritti, ma an-che delle responsabilità individuali da parte dei cittadini. Eccoperché MC collabora, sostiene ed è socio di tante realtà impegna-te trasversalmente su temi fondamentali come la tutela dei mino-ri, l’ambiente, la promozione della cultura e della solidarietà, ilconsumo critico e il commercio equo-solidale, per citarne alcuni.

Settori di attivitàIl Movimento Consumatori in specifico opera nei seguenti set-tori:Sicurezza alimentare; Ambiente ed energia; Assicurazioni; Ca-sa e condominio; Commercio; Comunicazioni; Concorrenza eliberalizzazione; Banche, credito e risparmio; Farmaci e salute;Giustizia; Diritti dei cittadini migranti; Minori; Prezzi e tarif-fe; Pubblica amministrazione; Pubblicità ingannevole; Re-sponsabilità sociale; Trasporti e turismo.MC si è anche battuto per la riduzione del prezzo del latte in pol-vere per neonati. Numerose famiglie risparmiano sui prodottiper neonati grazie ai Gruppi d’acquisto MC.Grazie all’attività degli osservatori Farmaci & Salute, Credito &Risparmio e Pubblicità ingannevole, MC ha promosso negli an-ni importanti campagne di informazione e educazione a favoredei consumatori, tutelato migliaia di cittadini risparmiatori, va-gliato centinaia di pubblicità verificandone la fondatezza e la noningannevolezza.

Info: www.movimentoconsumatori.it

� Contatti

Sezioni e sportelliEcco la rete territorialeIl Movimento Consumatori conta attualmentecirca 50 tra sezioni e sportelli,operanti in tuttaItalia.Per usufruire del servizio di consulenza le-gale cercate la sede locale del Movimento Con-sumatori a voi più vicina.Gli indirizzi delle sediMC si trovano sul sito nazionale

www.movimentoconsumatori.it

ABRUZZOVasto 0873/370783

CALABRIA Cosenza,Tel.0984/437781Reggio Calabria,Tel.0965/33051

CAMPANIAAvellino,Tel.0825/22626 Benevento,Tel.0824/944500 Caserta,Tel.0823/220742 Napoli,Tel.081/4976238 Salerno,Tel.089/2580829

EMILIA ROMAGNA Modena,Tel.059/3367171 Parma,Tel.0521/289951

LAZIORoma,Tel.06/39735013Roma Centro,Tel.06/45476910Tivoli (RM),Tel.0774/334270

LIGURIAGenova,Tel.010/2471188 Sanremo (IM),Tel.0184/597675

LOMBARDIABrescia,Tel.030/2427872 Lecco,Tel.0341/365555 Milano,02/80583136 Pavia,0382/22772 Varese,0332/810569

MOLISECampobasso,Tel.0874/411086

PIEMONTEBra,Tel.0172/431281Cuneo,Tel.0171/602221 Torino,011/5069546

PUGLIAAndria,Tel.0883/591030 Bari,Tel.080/5227965 Cerignola (FG),Tel.0885/420637 Molfetta (BA),Tel.080/3354776 Noci (BA),Tel.080/4978650 Ostuni (BR),Tel.0831/305991 San Severo (FG),Tel.0882/376032 Taranto,Tel.099/7324647

SICILIABiancavilla (CT),Tel.338/6322345 Catania,Tel.095/7128729 Messina,Tel.090/2924994 Palermo,Tel. 091/6373538 Paternò (CT),Tel.095/858449 Siracusa,333 4111233 Trapani, Tel.0923/712879

TOSCANACecina (LI),Tel.0586/754504 Firenze Nord,Tel.055/4250239 Livorno,Tel.0586/892984 Lucca Tel.0583/490004 Pistoia Tel.0573/946482 Pontedera-Valdera (PI),Tel.0587/57467 Prato,Tel.0574/635298-546130 Versilia (LU),Tel.0584/31811

UMBRIAPerugia,075/5731074

VENETOPadova,Tel.049/8071318 Treviso,Tel.0422/545000 Venezia-Mestre,Tel.041/5318393 Verona,Tel.045/8100364 Vicenza,Tel.0444/1832641

Se sei interessato ad aprire una sede nella tuacittà scrivi all’[email protected]

MOVIMENTO CONSUMATORI

Insieme per una società responsabile

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Il Movimento Consumatori si finanzia attraverso la partecipazione aprogetti assegnatigli dalle pubbliche istituzioni e attraverso le quo-te associative.Con MC puoi iscriverti e assicurarti gratuitamente, per un intero anno,con una polizza assicurativa di tutela legale. Movimento Consumatori eD.A.S.Assicurazioni S.p.A. hanno stipulato una convenzione esclusivaper i soci del Movimento Consumatori, che potranno scegliere la poliz-za “Contratto Protetto”o “Vita Privata”per ogni controversia futura al-la data di iscrizione al Movimento Consumatori.Perché prevenire ti permette di far valere i tuoi diritti conancora più forza!Leggi le condizioni complete sul sito www.movimentoconsumatori.it oscrivi a [email protected]; oppure telefona allo 06-48.800.53 o rivolgiti alla sede MC più vicina.

Puoi diventare:Socio simpatizzante – quota 15 euro: iscritto al Movimento Consu-matori con diritto all'abbonamento al mensile Consumers’ magazine e al-la polizza assicurativa di tutela legale "Contratto protetto",per un anno.

Socio ordinario – quota 35 euro: iscritto al Movimento Consuma-tori con diritto alla consulenza legale per un anno, all'abbonamento almensile Consumers' magazine e alla polizza assicurativa di tutela lega-le "Contratto protetto",per un anno.Socio Sostenitore – quota 50 euro: iscritto al Movimento Consu-matori con diritto alla consulenza legale per un anno,all'abbonamentoal mensile Consumers’ magazine e alla polizza di tutela legale "Vita pri-vata”,per un anno.

Puoi versare la quota associativa tramite bollettino postale c/c n°66.700.709 o bonifico bancario BANCOPOSTA - IBAN: IT 36 N 0760103200 0000 66700709 intestato a Movimento Consumatori Sede Na-zionale - via Piemonte,39/A - 00187 Roma.Puoi utilizzare anche la carta di credito, pagando on line(http://www.movimentoconsumatori.it/associarsi.php).Per attivare il prima possibile il sistema di tesseramento invia una e-mailconfermando i tuoi dati a [email protected] invia un fax allo 06-48.20.227 all’attenzione dell’ufficio tessera-mento MC. informazioni: tel.06- 48.800.53