consumers-magazine-mar2008

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Meno legati alle marche, capaci di scelte autonome, senza pregiudizi sul low cost: così il carovita cambia i nostri stili di spesa Lo strozzino miliardi di euro di interessi. Li avete pagati voi. E l’anno che verrà saranno di più. La sera, prima di dormire, pensate agli interessi del VOSTRO debito pubblico. Mettete da parte 10 euro nel bicchiere sopra il comodino. Lo Stato, prima di investire nel sociale o nella sicurezza, 70 ha pagato 70 miliardi. Per ogni euro dato al fisco, una parte è per gli interessi. È come se doveste pagare, con il vostro stipendio, uno strozzino prima del mutuo, dell’asilo, della spesa e delle bollette. La differenza è che lo Stato vi ha indebitato senza chiedervi il permesso. Lo strozzino vi ha almeno prestato i soldi. Beppe Grillo www.beppegrillo.it Se vale la logica del buon esempio, non si può che applaudire all’iniziativa di Intesa Sanpaolo (seguita poi da Ing Direct e Bar- clays) che ha annunciato nei giorni scorsi che tutti i costi del trasferimento di un mutuo presso una sua qualsiasi filiale sono a totale carico della banca stessa. Insomma, la portabilità gra- tuita dei mutui, prevista dal decreto Bersani, ribadita nella Fi- nanziaria 2008, diventa realtà. Speriamo che altri si accodino. Gli italiani si muovono poco e lo sport preferiscono guardarlo in tv. Secondo l’indagine campionaria dell’Inran - Istituto na- zionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione) sull’influenza dello stile di vita sulle abitudini alimentari, solo il 41% degli uomini e il 33% delle donne segue una qualche attività sporti- va almeno due volte a settimana. Ma ben i due terzi del cam- pione guarda la tv in media per due ore al giorno. Salute Sempre più pillole E sempre più allergie Pag. 5 Comunicazioni Poste alla sfida liberalizzazione Pag. 6 Trasporti Strade statali sempre più killer Pag. 7 Le rubriche Notizie, campagne, informazioni utili Pag. 9/11 marzo 2008 di Lorenzo Miozzi* un mese dalle elezioni occorre ribadire un no de- ciso a tutte le liste che si presentano come liste dei consumatori. Né l’Unione democratica per i consumatori né altre liste analoghe possono vantare un sostegno diffuso da parte dei consumatori e delle asso- ciazioni che li rappresentano. Al massimo possono van- tare l’appoggio di alcuni esponenti del mondo del con- sumerismo, che però si muovono in modo del tutto in- dividualistico non rappresentando con le proprie scel- te il più vasto panorama del consumerismo ufficiale ita- liano. *presidente Movimento Consumatori A segue a pagina 4 editoriale Apartitici per natura una buona notizia... Portabilità mutui, Intesa dà il la + ...e una cattiva Italiani, sportivi... davanti alla tv L’intervista Silvio Paschi Centromarca a pagina 4 PREZZI & ACQUISTI ITALIANI NOMADI DEL CARRELLO omadi, infedeli, meno legati ai “grandi nomi”: così una ri- cerca di Consumers’ Forum fotografa gli italiani nel momento in cui si mettono al carrello della spesa. il 78% ritiene che l’assenza di una marca riconosciuta non significhi bassa qualità. E sempre più famiglie si rivolgono ai cosiddetti “private la- bel”, i prodotti con il marchio delle grandi catene di supermercati. Una strategia contro i prezzi sempre più pazzi: Confcommercio ha calcolato che la spesa 2008 costerà 9mila euro a famiglia, vale a dire 700 euro al mese. Siamo di fronte al tramonto delle grandi marche? Non proprio, visto che al brand gli italiani ricono- scono ancora un mondo di valori importanti, legati all’appartenenza. Di certo siamo di fronte alla nascita di un nuovo modello di consuma- tore, più attento e consapevole. Ca- pace di fare del momento della spe- sa un esercizio critico. N dossier da pagina 2 a pagina 4

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Mar 2008 - Una pubblicazione sul mondo consumerista e non solo. Movimento Consumatori propone ogni mese un dossier su tematiche di stretta attualità, notizie, interviste e informazioni utili per i cittadini-consumatori. "Consumers' magazine", è distribuito ai soci del Movimento Consumatori una volta al mese.

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Meno legati alle marche, capaci discelte autonome, senza pregiudizi

sul low cost: così il carovita cambia inostri stili di spesa

Lo strozzinomiliardi di euro di interessi.Li avete pagati voi. E l’anno

che verrà saranno di più. La sera,prima di dormire, pensate agli

interessi del VOSTRO debitopubblico. Mettete da parte 10

euro nel bicchiere sopra ilcomodino. Lo Stato, prima di

investire nel sociale o nella sicurezza,

70ha pagato 70 miliardi. Per ogni eurodato al fisco, una parte è per gliinteressi. È come se doveste pagare, conil vostro stipendio, uno strozzinoprima del mutuo, dell’asilo, della spesae delle bollette. La differenza è che loStato vi ha indebitato senza chiederviil permesso. Lo strozzino vi ha almenoprestato i soldi. Beppe Grillo

www.beppegrillo.it

Se vale la logica del buon esempio, non si può che applaudireall’iniziativa di Intesa Sanpaolo (seguita poi da Ing Direct e Bar-clays) che ha annunciato nei giorni scorsi che tutti i costi deltrasferimento di un mutuo presso una sua qualsiasi filiale sonoa totale carico della banca stessa. Insomma, la portabilità gra-tuita dei mutui, prevista dal decreto Bersani, ribadita nella Fi-nanziaria 2008,diventa realtà.Speriamo che altri si accodino.

Gli italiani si muovono poco e lo sport preferiscono guardarloin tv. Secondo l’indagine campionaria dell’Inran - Istituto na-zionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione) sull’influenzadello stile di vita sulle abitudini alimentari, solo il 41% degliuomini e il 33% delle donne segue una qualche attività sporti-va almeno due volte a settimana. Ma ben i due terzi del cam-pione guarda la tv in media per due ore al giorno.

SaluteSempre più pilloleE sempre più allergiePag. 5

ComunicazioniPoste alla sfidaliberalizzazionePag. 6

TrasportiStrade statalisempre più killerPag. 7

Le rubricheNotizie, campagne,informazioni utiliPag. 9/11

marzo2008

di Lorenzo Miozzi*un mese dalle elezioni occorre ribadire un no de-ciso a tutte le liste che si presentano come listedei consumatori. Né l’Unione democratica per i

consumatori né altre liste analoghe possono vantare unsostegno diffuso da parte dei consumatori e delle asso-ciazioni che li rappresentano. Al massimo possono van-tare l’appoggio di alcuni esponenti del mondo del con-sumerismo, che però si muovono in modo del tutto in-dividualistico non rappresentando con le proprie scel-te il più vasto panorama del consumerismo ufficiale ita-liano.

*presidente Movimento Consumatori

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editorialeApartitici per natura

una buona notizia...Portabilità mutui, Intesa dà il la+

...e una cattivaItaliani, sportivi... davanti alla tv

L’intervistaSilvio PaschiCentromarca

a pagina 4

PREZZI & ACQUISTI

ITALIANI NOMADIDEL CARRELLO

omadi, infedeli, meno legatiai “grandi nomi”: così una ri-cerca di Consumers’ Forum

fotografa gli italiani nel momento incui si mettono al carrello della spesa.il 78% ritiene che l’assenza di unamarca riconosciuta non significhibassa qualità. E sempre più famigliesi rivolgono ai cosiddetti “private la-

bel”, i prodotti con il marchio dellegrandi catene di supermercati. Unastrategia contro i prezzi sempre piùpazzi: Confcommercio ha calcolatoche la spesa 2008 costerà 9mila euroa famiglia, vale a dire 700 euro almese. Siamo di fronte al tramontodelle grandi marche? Non proprio,visto che al brand gli italiani ricono-

scono ancora un mondo di valoriimportanti, legati all’appartenenza.Di certo siamo di fronte alla nascitadi un nuovo modello di consuma-tore, più attento e consapevole. Ca-pace di fare del momento della spe-sa un esercizio critico.

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gi si comprano online, così i libri, la musica e sempre piùspesso anche le scarpe e pure la spesa, pronta consegna acasa. Quattro acquirenti su dieci, lo dice l’Eiaa MediaScope, scelgono un marchio differente dopo una ricercasul web. Innovazione sulla rete e nuovi modelli organiz-zativi. Oltre ai Gas, spacci locali, si corre negli outlet, areedove la marca resiste, seppure invecchiata di qualche sta-gione, o direttamente nei magazzini delle imprese.

E le aziende si adeguano. Il modello low cost sta met-tendo in crisi i brand luccicanti del made in Italy. La ri-cerca di Consumer’s Forum lo dimostra. Ryanair, fino aqualche anno fa, rendeva l’esperienza del volo piuttostotemibile. Nessuna colpa dei piloti del vettore irlandese,né della manutenzione e qualità dei motori. Il basso co-sto dei biglietti e il nuovo nome dell’aerolinea intimori-vano. Ora non più. Stessa vicenda per Ikea, il gigante delmobile. Il non marchio ha vinto la sua battaglia psicolo-gica e oggi addirittura garantisce affidabilità.

Quello che il low cost non diceLe marche low cost sono apprezzate perché sono vicinealle esigenze della gente. Una frase da far gelare i polsi al-le multinazionali più blasonate. Lo studio di ConsumersForum dice anche questo. Ma dice anche un’altra cosa,sostenendo che il “vecchio bistrattato” marchio contie-ne un mondo di valori, non sempre di poco conto e le-gati all’apparenza, che non possono essere sostituiti dallow cost. La pensa così anche Dolly Predovic, docente

di Christian Bennanfedeli. Nomadi dell’acquisto. Promiscui. E pure po-ligami. Ora che i consumatori si sono fatti furbi, sem-pre più scaltri con il carrello della spesa nel dribblare

il carovita, non restano che queste etichette per definirli,per tentare un fermo immagine degli italiani in corsa acaccia dello sconto, del piccolo risparmio che salva i por-tafogli alleggeriti dall’inflazione.

A provarci questa volta è un’indagine di Consumer’sForum, realizzata da Giampaolo Fabris, che traccia uninedito identikit del cittadino di fronte allo scaffale. L’i-taliano medio è cambiato. Radicalmente. Il 78% delcampione intervistato reputa che il low cost non corri-sponda necessariamente a bassa qualità. Anzi. La marcameno in vista, oltre a costare meno, nasconde felici sor-prese. Basta provare, curiosare nei negozi e, sorpresa, vin-ce il brand non affermato. Tanto che il 79% ascoltatodagli esperti di Fabris si spinge addirittura a sostenereche i prodotti contraffatti non abbiano nulla da invidia-re agli originali. Niente male per il popolo conosciutonel mondo per il suo attaccamento alle firme, doppiabandiera dell’italiano da esportazione.

Siamo al tramonto del marchio? Al declino dolce delbrand come garanzia di affidabilità? Non proprio. Macerto è che i super prezzi non sono più giustificati. E ilconsumatore da fidelizzare diventa uno scocciato ribel-le, pronto a “tradire” le marche di riferimento. Bastaguardare la rete dei Gas - Gruppi di acquisto solidale percapire come la galassia delle compere sia in continua evo-luzione. Si tratta ancora di una nicchia, un migliaio dipersone che si uniscono badando al sodo, al risparmio,accorciando la filiera rifornendosi direttamente dal pro-duttore. Questa è l’avanguardia. Dietro è tutto un mo-vimento in ebollizione, che non sempre segue la via as-sociativa, ma che è deciso nel cambiare rotta.

La scelta è onlineLa colpa è dei prezzi pazzi: Confcommercio ha calcolatoche la spesa 2008 costerà 9mila euro a famiglia, vale a di-re 700 euro al mese. Decisamente troppo. E allora partela rivoluzione. Il consumatore italiano è persino conver-tito, sebbene a piccoli passi, alle tecnologie, utilizzandoInternet per lo shopping pur di contenere le spese. I viag-

Ialla Bocconi ed esperta di brand value. «Non siamo allamorte del marchio», dice la Predovic. «Anzi, siamo allasua riscoperta, malgrado la crisi dei consumi metta tuttiin difficoltà». Questo succede perché «un prodotto è ric-co di valori intangibili che scegliamo e approviamo nelmomento dell’acquisto. Pensiamo alla Csr, un concettoche ci pare fumoso quando se ne parla nei convegni e in-vece molto concreto nel momento dello shopping. Se ioconsumatore so che una determinata ditta sfrutta il la-voro dei bambini nei Paesi poveri, incomincio a nutrireorrore per quel brand. Allo stesso modo succede il con-trario, in positivo». Il brand, secondo la professoressa, ècome una holding che raggruppa al suo interno tante so-cietà fatte di diversi valori. «Il territorio, la genuinità, l’o-nestà di un’impresa. A quel punto la maggior parte dellepersone è disposta a pagare di più per un prodotto cosìricco di contenuti. Le aziende di successo infatti sonoquelle che presentano qualcosa in più rispetto al sempli-ce valore materiale».

Un farmers market in ogni città

ontro il caro prezzi scendono in piazza gli agricoltori. Nonper protestare, ma per portare la campagna sotto casa

dei consumatori. Si tratta dell’ultima iniziativa di Coldirettiche punta ad aprire in tutti i comuni italiani i farmers market,i mercati degli agricoltori, oggi particolarmente in voga negliStati Uniti dove sono nati nel corso degli anni 90. Spacci localidove i coltivatori possono vendere direttamente i propriprodotti, evitando i super ricarichi dei prezzi applicati dagrossisti e commercianti. Dal primo gennaio 2008, dopo gliesperimenti pilota lanciati nelle maggiori città italiane, anchela legge si propone di incentivarli. Il decreto attuativo firmatodal ministro De Castro prevede uno sviluppo di circa 100mercati nelle città italiane entro l’anno per arrivare, nel 2010,a 400-500 mercati attivi, per un totale di 6mila-8mila impreseagricole coinvolte. www.farmersmarket.it

C

2 dossier

CONTRO IL CAROVITA

Gli italianientrano nell’eradel low cost

Il 78% dei consumatori ritiene chel’assenza di un brand riconosciutonon significhi bassa qualità. Esempre più si rivolge ai prodotti“private label” delle grandi catene di supermercati. Nomadi, infedeli,meno legati ai “grandi nomi”: cosìuna ricerca ci fotografa al carrellodella spesa

la proposta

segue a pagina 4

Molto + Abbastanza

Una marca non è solo fatta da suoi prodotti ma dalla sua storia, dalla sua tradizione 80,8

Le marche devono assolutamente far capire meglio cosa mi danno di più, se vogliono che paghi per il loro marchio 73,3

Un prodotto di marca lo paghi più per il nome che ha, che per il prodotto in sé 72,8

Sarà anche vero che le aziende di marca investono per migliorare la qualità, ma quando devo scegliere sullo scaffaleil prezzo è quello cui bado di più

70,5

Spesso il prezzo abbassato serve solo come specchietto per le allodole 68,2… ...… ...… ...Mi piace acquistare prodotti di marca perché hanno una loro personalità 40,8

Si può capire molto di una persona dalle marche che usa/consuma 37,3

Molte delle marche che uso sono le stesse che usano anche i miei amici/colleghi 33,7

Provo un’istintiva antipatia per le marche 17,6

Senza le marche vivremmo in un mondo triste 12,3

Opinioni degli italiani verso la marca (2008) «Una marca affermata mi dà sicurezza»

58,4%

2005 2006 2008

61,7%

63,7%

FONTE: Consumers Forum, 2008

58,4%58 4%

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di Beppe Riccardi e Luciano Bona*a anni ormai siamo bombardatidalle pubblicità più diverse e tutteinvitano a consumare: «Sei il so-

stegno del mercato e contribuisci allo svi-luppo dell’economia»... Invece ormai lefamiglie stentano a coprire il bilanciomensile, a pagare il mutuo e l’indebita-mento è cresciuto a dismisura; i prezzicontinuano ad aumentare, l’occupazio-ne a diminuire ed il lavoro è sempre piùprecario. La grande distribuzione orga-nizzata (Gdo), che in passato, aumentan-do la concorrenza, ha abbassato i prezzi.ora ha, per buona parte, monopolizzatoil mercato con gravi ripercussioni nellapiccola distribuzione provocando lachiusura di molti esercizi familiari e poi,imponendo i prezzi ai produttori agrico-li, ha aumentato i suoi profitti senza inci-dere sul prezzo finale. L’industria alimen-tare spesso spende più in pubblicità chein qualità e altrettanto spesso la primaqualità dei nostri prodotti agricoli va suimercati esteri dove, al colmo dell’assur-do, viene venduta ad un prezzo inferiorerispetto a quello applicato nei luoghi diproduzione....

Ecco quindi alcune regole (e alcunepiccole abitudini da riscoprire), per unaspesa consapevole. E amica del nostroportafoglio.

Regole di sopravvivenza*Organizzare una dispensa di casa dacontrollare periodicamente per elimina-re prodotti scaduti e dare priorità ai pro-dotti in scadenza*Prima di ogni acquisto predisporreun’attenta lista delle occorrenze (in que-sto modo si evitano tentazioni di acquistifutili)*Controllare sempre la data di scadenzae le modalità di conservazione. La leggevieta il commercio di prodotti scaduti e,nel caso si dovessero riscontrare in com-mercio alimenti con questa “caratteristi-

D

ca”, è bene attivarsi per fare una segnala-zione al negoziante e, se del caso, alle au-torità competenti*Leggere con attenzione le etichette nel-la loro totalità, cominciando dalle date discadenza, dalla denominazione e dallaprovenienza*Imparare a leggere con attenzione le ta-belle nutrizionali, molto utili in quantoforniscono informazioni specifiche suiprincipi nutritivi e sulla loro ripartizioneall’interno del prodotto*Rispettare la catena del freddo per tuttii prodotti surgelati, utilizzando le borsetermiche, evitando di acquistare queiprodotti che presentano sulla scatola bri-na o ghiaccio (ciò significa che hanno su-bito uno shock termico nella catena delfreddo)*Assicurarsi della freschezza di frutta everdura e della provenienza: conoscere ilPaese d’origine (la cui indicazione è ob-bligatoria) di un prodotto è utile per rica-vare il rapporto qualità - prezzo*Leggere sempre il prezzo al chilo o al li-tro di tutti i prodotti confezionati e nonsoltanto quello della singola confezione,in modo da verificare le reali differenze diprezzo

Piccole abitudini da riscoprire*Ricominciare a cucinare! Iniziamo conricette semplici e veloci: tagliare, asciuga-re e condire un’insalata porta via pochiminuti (quella confezionata costa 10 vol-te di più, è solo apparentemente fresca evengono aggiunti prodotti per la conser-vazione); far saltare in padella un piattopronto richiede 5 minuti, farsi una pastane richiede poco di più! Anche un mine-strone, un arrosto o un bollito, sono pos-sibili senza troppo lavoro (con pochi mi-nuti di pentola a pressione)*Non sempre il gusto di un cibo precon-fezionato risulta migliore: spesso e volen-tieri dipende da aromi “artificiali” ag-giunti. È opportuno diffidare dei troppiadditivi negli ingredienti*Evitare anche cibi confezionati in at-mosfera modificata: l’allungamento del-la durata quasi sempre si ripercuote sullaqualità; è sicuramente meglio acquistaresalumi e formaggi al banco del salumiereo della latteria*Impariamo anche a coltivare sul balco-ne di casa erbe e piantine: prezzemolo,basilico, timo, salvia e mentuccia cresco-no facilmente nei vasi*Acquistare, quando è possibile, frutta everdura nei mercati rionali o presso gliagricoltori: si è sicuri che il prodotto è lo-cale e di stagione. Evitiamo frutta e ver-dura che arrivano da migliaia di chilome-tri di distanza e fuori stagione*Compriamo nelle cascine e nelle coo-perative di agricoltori, oltre a frutta e ver-dura, olio, vino, formaggi, salumi, con-serve...*Usufruiamo dei distributori di lattecrudo posti in quasi tutte le città dalleaziende agricole*Acquistiamo pane e prodotti da fornodal panettiere artigianale*Beviamo acqua del rubinetto al posto diquella confezionata; costa molto meno espesso è identica o addirittura migliore.

*Movimento Consumatori Cuneo

3dossier

La picchiatadei consumi

gennaio, per il terzo mese consecutivo,si è registrata una flessione dei

consumi con una riduzione dell’1,1% neiconfronti dello stesso mese dello scorsoanno. E questo non solo è il dato peggioredegli ultimi tre anni ma anche la maggiorevariazione negativa dopo il -0,9% dinovembre e il -0,8% di dicembre 2007. Èquanto afferma l’Indicatore dei consumiConfcommercio in una nota in cui diffonde idati sui consumi degli italiani. Per quantoriguarda i prezzi del paniere di beni e serviziconsiderati nell’Icc nel mese di gennaio2008, il protrarsi delle tensioni sui benialimentari e sugli energetici ha determinatouna ulteriore accelerazione, soprattutto perla componente relativa ai beni (+3,1%),mentre per i servizi la crescita risulta moltopiù contenuta (+1,1%).Il settore che ha registrato una tra leflessioni più alte è quello dei beni e serviziricreativi: flessione a gennaio - 5,5%rispetto all’analogo mese dello scorso anno,proseguendo nella tendenza che hacaratterizzato l’ultimo biennio. In questocontesto, solo la domanda relativa ai cd edai supporti audiovisivi mostra una crescitacontenuta, favorita anche dalla continuariduzione dei prezzi dei prodotti. In lineacon la tendenza che caratterizza dalla finedel 2006 questo specifico segmento deiconsumi, anche a gennaio 2008 ladomanda delle famiglie per i prodottialimentari e i tabacchi ha mostratoun’evoluzione negativa, con una riduzione,rispetto all’analogo mese dello scorso anno,delle quantità acquistate del 2,5% (-3,6% adicembre). In aumento invece la domandarelativa ai beni e servizi per lecomunicazioni (+7,7%) e per la cura dellapersona (2,0% nel mese).

A

I CONSIGLI DEL MOVIMENTO CONSUMATORI

La spesa consapevolefa bene al portafoglio

Leggere bene le etichetteper valutare il rapportoprezzo qualità.Acquistarealimenti di stagione.Evitare l’abuso di prodotticonfezionati. Sceglierecanali alternativi allagrande distribuzione. Eccoalcune regole perdiventare consumatoricritici. Risparmiando

+ i numeri

Molto + Abbastanza

Oggi le persone scelgono con consapevolezza per quali generi di prodotti risparmiare e per quali no 90,6

Aziende come Ryanair, Ikea, ecc. hanno dimostrato che non sempre a prezzi bassi corrisponde bassa qualità 78,7

Ci sono alcuni prodotti contraffatti che sono così curati, che è diffi cile distinguerli dagli originali 78,9

Le marche low cost oggi sono apprezzate perché sono le più vicine ai bisogni e ai desideri delle persone 79,9

Il prezzo basso conveniente, oggi non è più sinonimo di qualità bassa, ma di correttezza da parte del produttore/venditore 77,1

Le persone che scelgono oggi prodotti low cost sono quelle che cercano cose semplici ed essenziali 75,4

I prodotti contraffatti si rivelano sempre di bassa qualità 62,2

Oggi le persone sono disposte a pagare un prezzo molto alto se c’è la garanzia di un prodotto di elevata qualità 68,1

Se una marca offre un prezzo decisamente basso rispetto alle altre marche, avrà sicuramente risparmiato sulla qualitàe sulla sicurezza del prodotto/servizio

58,6

Preferisco acquistare un prodotto di elevata qualità anche se signifi ca rinunciare al risparmio 52,2

Le aspettative verso il prezzo (2008) % di chi cambia idea sul marchio daacquistare dopo una ricerca su InternetREGNO UNITO

DANIMARCA

NORVEGIA

PAESI BASSI

BELGIO

SVEZIA

MEDIA EUR.

GERMANIA

FRANCIA

SPAGNA

IT

FONTE: European Interactive Advertising

ALIA

49 %

48 %

44 %

44 %

42 %

42 %

40 %

37 %

36 %

34 %

27 %

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di Angela Cartaa crisi dei consumi non poteva noninfluire sul rapporto tra italiani eprodotti di marca. Un rapporto an-

cora solido per Silvio Paschi, responsa-bile Politiche del consumatore e relazio-ni esterne di Centromarca. Secondo cuise «è vero che sul piano della quantità idati mostrano un’accentuazione di alcu-ni effetti congiunturali e l’erosione delpotere di acquisto aumenta la sensibilitàal prezzo da parte del consumatore», laricerca dimostra anche che rimane co-stante «un apprezzamento straordinarioper la marca e i suoi valori».Consumers’ Magazine: In che sen-so?Silvio Paschi: Questi prodotti forni-scono “prestazioni” che vanno oltre gliattributi funzionali e soddisfano i desi-deri di ciascun individuo, portandolo al-l’autorealizzazione, all’espansione del sé,alla gratificazione soggettiva. Per questole persone li premiano a livelli davverounici nel panorama europeo.CM:Ritiene che questi siano motivi suf-ficienti per continuare a sceglierli?Paschi: A questa domanda mi piace ri-spondere con le parole di Ernesto Illy, ilnostro presidente scomparso di recente.In un articolo del 1998 per la rivista Consumatori, consumi e mercati scrivevache in un mercato che sia guidato esclu-sivamente dalla massimizzazione delprofitto, la posizione delle mega-azien-

Lde può divenire dominante. Al contra-rio, in un libero mercato guidato dalconsumatore e in cui la soddisfazione diquest’ultimo sia un parametro costante-mente tenuto sotto controllo e serva dabase per le decisioni imprenditoriali, èpossibile la co-evoluzione. In esso, gliimprenditori hanno lo stesso ruolo cheha la natura nel proporre le sue novità“genetiche”, i consumatori quello delleforze che, “darwinianamente”, esercita-no la critica. Anche la marca nel merca-to appartiene a un ambiente in cui l’evo-luzione è la regola del gioco. Possiamoimmaginare un mercato in cui il gioca-tore più forte elimina tutti i concorrenti:i risultati saranno un consumatoreostaggio del fornitore monopolista, l’au-tentico sviluppo bloccato, il passato co-me punto esclusivo di riferimento. Mala marca è assolutamente il contrario diquesta vocazione predatoria. È vissuta eha prosperato perché ha avuto comeproprio punto di riferimento il futuro,perché si è collocata su una scena in cuil’interazione con gli altri attori, in primoluogo il consumatore, ha reso possibilela co-evoluzione.CM: In questo nuovo scenario, quindi,come si sta evolvendo il settore?Paschi: La marca, in senso stretto, nonpuò essere considerata un settore, mapiuttosto una forma mentis che acco-muna aziende operanti in settori e seg-menti anche molto diversi. Da questo

punto di vista non si può quindi fare undiscorso generalizzato, perché i singolisettori merceologici hanno modi e tem-pi di reazione diversi, legati a una serie difattori anche molto disparati e spessofuori dal controllo delle aziende stesse.Ciò detto, le aziende di marca che piùstrettamente aderiscono alla formamentis che costituisce la piattaforma cheaccomuna i nostri associati, si stannocertamente dimostrando particolar-mente sensibili ad uniformare i propricomportamenti e le proprie strategie aquanto emerge dalla ricerca di Fabris.Innovazione, comunicazione, risonan-za con le persone e i consumatori sonotra le parole chiave che ispirano questicomportamenti.CM: Come vede il futuro dei consumiin Italia?Paschi: Per assicurare una crescita deiconsumi nel tempo, occorre ridare at-trattività all’offerta dei beni di consumo,oggi insidiati da offerte alternative cheappaiono più coerenti alle esigenze qua-litative di soddisfazione individuale dicui parlavo prima. È una priorità per ilsettore, per le imprese industriali e ancheper quelle distributive. In questo conte-sto, le osservazioni di Ernesto Illy sonoprofondamente pertinenti: se il proces-so di co-evoluzione all’interno del mer-cato italiano riprenderà e verrà favoritocon tutti i mezzi possibili, allora sarà age-volata anche una ripresa dei consumi.

LA PAROLA ALLE GRANDI MARCHE

Ma il brand non è in crisiSiamo l’antidotoal mercato selvaggio

Il brand nel carrello della spesa Il 12,5% dei prodotti alimentari di largo consumo so-no “private label”, a marchio privato, vale a dire con ilbrand della catena di supermercati in cui si acquista. Èla scommessa (vinta) della grande distribuzione percontrastare il carovita, il calo dei consumi e non perde-re terreno sui margini degli incassi.

In casa Coop lo sanno bene. Nei supermercanti del-la catena numero uno in Italia la percentuale di venditaa private label sale al 20%. Meno del dato europeo, chesi attesta al 25%, ma un paio di passi avanti rispetto allamedia italiana. Che succede, la Gdo diventa marchio?La garanzia del distributore vale più del nome dellagrande azienda? Roberto Nanni, responsabile delmarketing di Coop, ha le idee chiare in proposito.«L’80% dei nostri soci consumatori ci dice che non rile-va alcuna differenza di qualità tra prodotti a marchionostro e i soliti brand. Questo perché selezioniamo ac-curatamente le aziende fornitrici. Ci sono i big, ma an-che i piccoli che da soli fanno fatica a sbarcare sugli scaf-fali. Sta cambiando il concetto di spesa. Il consumatoreè attento. Vuole pagare il giusto e avere ottima qualità».

(C. B.)

E questo perché il dna del consumerismo è assolutamen-te apartitico e trasversale: poiché si pone a tutela degli in-teressi diffusi della collettività, prescinde e deve prescin-dere quindi da qualsiasi colore politico.

Il rischio più grave di iniziative del genere è un fortedanneggiamento alla rappresentatività delle associazio-ni dei consumatori e del consumerismo in generalecreando confusione, talvolta volutamente, in un pano-rama in cui i cittadini fanno ancora spesso fatica a distin-guere tra le associazioni nazionali riconosciute.

Quello che mi auguro è che le operazioni di merotrasformismo si smontino presto con la stessa velocitàcon la quale sono nate. È il caso nello specifico dell’ini-ziativa di un Manzione o di un Bordon, che stanno inqualche modo tentando di cavalcare l’onda della popo-larità che deriva loro da quel fatidico emendamento cheha determinato l’approvazione della legge sulla class ac-tion.

La necessità non è quella - come affermato da Man-zione - di una forza politica nuova che si interessi stabil-

mente delle esigenze concrete del mondo dei consuma-tori. Gli interessi di questa categoria di soggetti dovreb-be infatti essere inclusa nei programmi di tutte le forzepolitiche.

Si registra, invece, in questi programmi la totale as-senza o per lo meno la carenza di punti a tutela dei con-sumatori nei programmi elettorali. Il Pd ha a malapenaincluso nel suo programma, sembra quasi solo per dove-re più che per reale convinzione, l’intenzione di portarea termine il percorso delle liberalizzazioni trasformandoin legge il terzo Bersani che non è stato mai approvato. IlPdl dall’altra parte inserisce nel suo programma le libe-ralizzazioni ma solo in riferimento ai servizi pubblici.

Quello che auspico è che l’interesse nei confrontidella tutela dei consumatori possa rimanere vivo anchenel prossimo governo e che, a prescindere dal colore po-litico, possa continuare il lavoro di questi ultimi due an-ni, lavoro che può considerarsi come appena iniziatoperché i cambiamenti reali richiedono più tempo perrealizzarsi. Lorenzo Miozzi

Silvio Paschi(Centromarca): con noi ègarantita l’attenzione allasoddisfazione delconsumatore. Che è labase delle nostre decisioniimprenditoriali. Per questoi consumatori continuanoa premiarci

Silvio Paschi è responsabile Politichedel consumatore e relazioni esterne diCentromarca. Centromarca è l’associazioneitaliana dell’industria di marca a cuiaderiscono 193 imprese tra le più

importanti, attivenei diversi settoridei beni diconsumoimmediato edurevole(alimentare,chimico per la

casa e per la persona, tessile, elettrico,bricolage, giocattolo, home entertainment).L’attività di Centromarca è focalizzata sutre aree: politiche commerciali, politiche delconsumatore, studi e ricerche.

www.centromarca.it

segue da pagina 2

segue dalla prima

editorialeApartitici per natura

Chi è

4 dossier

Page 5: consumers-magazine-mar2008

GLI ITALIANI E I FARMACI

Sempre più pilloleE sempre più allergiedi Angela Carta

on sempre i farmaci fanno bene.Anzi. La schiera di nostri conna-zionali allergica ai medicinali si

fa, negli anni, sempre più numerosa.Colpa dell’aumento del consumo di pil-lole e pasticche, dicono gli esperti. Tesiconfermata dai fatti: negli ultimi tempisi è calcolata una percentuale variabiledall’1 al 10% di popolazione che ha avu-to una o più reazioni da ipersensibilitàai farmaci. I ricoveri ospedalieri causatida reazioni o allergie alle medicine han-no toccato punte che vanno dal 3 all’8%del totale. Un fenomeno, avvertono glispecialisti, cui prestare particolare atten-zione soprattutto quando si tratta di fa-re i conti con eventi avversi che riguar-dano i bambini.

Secondo i dati pubblicati dall’O-smed, l’Osservatorio nazionale sull’im-piego dei medicinali, dal 2000 al 2006si è registrata un’impennata nel consu-mo di farmaci: le dosi sono salite ben del48%, sia per l’invecchiamento della po-polazione sia per le sempre più miratestrategie di vendita delle aziende. E sicalcola che ad ogni punto percentuale inpiù di popolazione over 65, si avrà un+7% di consumo di farmaci. Un trendconfermato anche dall’ultimo Rappor-to dell’Osmed (relativo al periodo gen-naio-settembre 2007) che segnala unaumento delle dosi prescritte ai pazien-ti: circa 880 ogni mille abitanti, con unincremento del 2,6% rispetto allo stessoperiodo del 2006. Insomma, gli italianirisultano grandi consumatori di medi-cinali e più ne cresce l’utilizzo più au-mentano le reazioni da ipersensibilità.«Proprio l’uso crescente e spesso indi-scriminato», sostiene Giampiero Pa-triarca, direttore del servizio di Allergo-logia del Policlinico Gemelli di Roma,«è alla base dell’incremento continuo direazioni da ipersensibilità, alcune me-diate da meccanismi immunologici, chedanno luogo ad allergie, e altre da mec-canismi extraimmunologici, che sonoresponsabili di intolleranza».

Attenzione, quindi, a distinguere trauna reazione allergica, un effetto colla-terale o una reazione avversa al farmaco.Per evitare o prevenire eventuali proble-mi dovuti all’assunzione, gli esperti con-sigliano di iniziare sempre con una som-ministrazione minima per accertarsi chenon causi nessun effetto indesiderato.

Ma quali sono i medicinali che cau-sano maggiormente le allergie? In poleposition ci sono gli antibiotici, poi i co-siddetti Fans: i tanto diffusi antinfiam-matori non steroidei possono provocareallergie alla pelle, mentre altri possonoessere responsabili di crisi asmatiche e la

N

penicillina può anche portare a una verae propria crisi anafilattica. Che fare allo-ra? «Per comprendere se la sintomatolo-gia sia conseguenza di un’allergia o diun’intolleranza è necessario un test aller-gologico presso un centro specializza-to», spiega il farmacologo Silvio Garat-tini. «I sintomi possono apparire imme-diatamente, entro 72 ore dall’assunzio-ne del farmaco, ma anche dopo tre gior-ni, e cambiano a seconda del meccani-smo responsabile del disturbo».

Se durante l’infanzia sono soprat-tutto i maschi a soffrire di questi distur-bi, il trend si inverte man mano che cre-sce l’età. Tra i 40 e i 60 anni sono le don-ne a manifestare più reazioni di ipersen-sibilità ai farmaci. «Comunque», con-clude Garattini, «generalizzare è impos-sibile, così come sarebbe improponibileeffettuare test preventivi su tutta la po-polazione, ma se si sono avuti disturbiin passato è sempre bene segnalarlo alproprio medico».

Dal 2000 al 2006 l’uso dei medicinali è aumentato del48%. Un trend che è all’origine, secondo gli esperti, dellasempre maggiore diffusione di reazioni di intolleranza

5salute

li allergici in Italia? Ormai milioni. Uno su tre, dicono alcuni studi.Le allergie più frequenti sono quelle ai pollini, seguono quelle

alimentari (le più comuni: alle uova, ai formaggi, alle nocciole e allafrutta secca).Ci sono, poi, le allergie da contatto, ai coloranti dei tessuti, ai sintetici.Frequentissima l’allergia al nichel, presente in tutto il materialemetallico che viene a contatto con la pelle: monete, bigiotteria, fibbiedi scarpe, di cinture, di borse e di altri accessori.L’estremizzazione di questo tipo di allergie è addirittura una malattia:la multisensibilità a tutti gli agenti chimici. Il che vuol dire, per coloroche sono purtroppo colpiti da questo dramma, isolamento da tutto.Un isolamento in realtà sterile e impossibile dal mondo esterno.L’aumento significativo di questo tipo di patologia non si può cheascrivere alla presenza sempre più massiccia dei cosiddetti tossicisensibilizzanti in tutto l’ambiente che ci circonda. Basti pensareall’aumento delle polveri sottili nelle città. O alla quantità di additivipermessi negli alimenti: oltre diecimila. Che dire poi della quantità didetergenti (chimici) utilizzati per la pulizia della casa, degli indumentie per l’igiene della persona? Continuamente bombardato da tuttiquesti stimoli, il nostro organismo è come un meccanismo ad

orologeria quasi pronto a esplodere di fronte all’ennesimo stimolonegativo costituito dai farmaci.Amici indispensabili della nostrasalute se utilizzati correttamente, ma nemici terribili quando il nostrocorpo decide di non volerli accettare scatenando la temuta reazioneallergica.È vero che tutto questo è imprevedibile. Ma non bisogna dimenticareuna legge semplicissima della statistica: se aumento il numero difarmaci assunti, mediamente aumenta ugualmente il rischio di eventiavversi o di reazioni allergiche.La raccomandazione è quindi logica: bisogna essere sempre moltocauti quando si assumono dei farmaci e nel malaugurato caso citrovassimo a fare i conti con una reazione inaspettata ad undeterminato medicinale, nel futuro è opportuno inserire all’interno deinostri documenti di riconoscimento un Post-it che segnali a eventualisoccorritori in caso di un nostro incidente o malore l’allergia alfarmaco specifico. Questa banale precauzione potrebbe esseredeterminante e rivelarsi estremamente preziosa in improvvisi casi dinecessità.

Rossella Miracapillo, responsabileOsservatorio Farmaci & Salute del Movimento Consumatori

G

� la parola al Movimento Consumatori

Con un Post-it ci si può salvare la vita

� i consigli

ieci consigli per ridurre il rischio di reazio-ni allergiche: la guida è stata stilata dal

direttore del servizio di Allergologia del Poli-clinico Gemelli di Roma,Giampiero Patriarca.

I medicinali vanno presi solo in caso dinecessità e, se possibile, sotto controllo

medicoI farmaci da banco, e tra questi rientral’acido acetilsalicilico, possono causare

pericolosi effetti collaterali, come orticaria oasma

Una volta assunto, se il medicinale pro-voca prurito,rossori cutanei,crisi di star-

nuti, senso di fame d’aria è opportuno rivol-gersi prontamente al proprio medico (sono in-fatti sintomi che potrebbero essere il campa-nello d’allarme di una allergia)

Chi è già allergico all’aspirina deve evi-tare di assumere farmaci antipiretici -

antidolorifici - antiinfiammatori (Fans: farma-ci antiinfiammatori non steroidei).È l’allergo-logo che potrà prescrivere un rimedio alterna-tivo

Dda evitare le penicilline semisintetichee le cefalosporine se il paziente si è mo-

strato allergico alla penicillina. In questi casibisogna subito eseguire un esame allergolo-gico presso un centro specializzato

Chi si è già mostrato allergico in passa-to a farmaci dovrà assumere, inizial-

mente,gli altri farmaci a piccole dosiLe persone già affette da allergie respi-ratorie o alimentari non corrono perico-

lo di allergia a farmaciQuesto tipo di allergia non è assoluta-mente ereditariaI pazienti con problemi di allergia ai far-maci non dovrebbero mai farsi manca-

re antistaminici e cortisoniciIn caso di allergia a un farmaco è in-dispensabile accertare l’esatto

meccanismo (allergico o da intolleranza) chel’ha scatenata mediante un esame allergolo-gico presso una struttura specializzata.

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Le dieci regole

Imagoeconomica

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IL BUSINESS DELLA LETTERA

C’è posta per tuttiLa Ue apre alla concorrenzadi Maurizio Regosa

egnatevi questa data perché potreb-be essere epocale: il 31 dicembre2011, infatti, scadranno i monopo-

li postali nazionali. Lo ha stabilito una di-rettiva europea: nessuno, dopo quel ter-mine, potrà avere diritti esclusivi per que-sti servizi. Dal primo gennaio 2012, conl’eccezione di alcuni Paesi fra cui non ècompreso il nostro, i servizi postali saran-no liberalizzati. Ciascuna impresa potràmuoversi, nel mercato europeo, per tra-sferire lettere e plichi di peso inferiore ai50 grammi.

La normativa, inoltre, intende garan-tire un servizio universale a prezzi ragio-nevoli, per cinque giorni la settimana enorme di qualità ben definite, anche neitempi di consegna. Prevede inoltre un’a-deguata gestione dei reclami per smarri-mento o perdita.

Aspettate a gioireÈ solo una direttiva, ovvero qualcosa dipiù che un messaggio in una bottiglia equalcosa di meno di una legge nazionale:spetta ora ai singoli Stati recepirla. E dacome lo faranno, potranno dipenderemolte cose. È lo stesso commissario per ilmercato interno e i servizi, Charlie Mc-Crevy, “padre” della iniziativa europea amettere le mani avanti: «Una direttivanon vuol dire niente se non si riflette cor-rettamente nelle legislazioni nazionali enon viene implementata in modo rigo-roso».

«In effetti, se guardiamo alle liberaliz-zazioni del passato non c’è da essere mol-to ottimisti. Da noi le liberalizzazioni sisono spesso fatte tardi e male», spiega

S

Ugo Arrigo, professore di Economia al-l’università Bicocca di Milano. «Senzacontare poi che il mercato del recapito èsottodimensionato: in Italia l’85% dellacorrispondenza è inviata da mittenti eco-nomici, banche, istituzioni. Sono loroche potrebbero avere un ruolo trainantenella scelta di nuovi operatori. Il mercatofra privati è piccolo e se si considera il rap-porto fra numero degli abitanti e Pil, ipezzi spediti dovrebbero essere 9 miliardianziché i 6 reali».

E si sa, un mercato piccolo non è at-

traente. Si corre in sostanza il rischio chela liberalizzazione legale non divengaconcorrenza effettiva. E quindi abbia unascarsa influenza sulle tariffe.

Attrarre nuovi competitoriQuanto agli incentivi per attrarre nuovicompetitor, potrebbe essere un’idea. Mail nostro è il Paese che introduce le agevo-lazioni per l’editoria e le fa valere solo segli editori si rivolgono a Poste italiane. Unfenomeno spesso inosservato, per valuta-re il quale basterebbe una comparazione:

cosa succederebbe se un governo decides-se che si possono avere i benefici della rot-tamazione solo se si acquistasse un’autoFiat?

«Il fatto è», prosegue Arrigo, «che oc-correrebbe un regolatore indipendente.Il progetto Gentiloni giustamente neprevedeva uno con competenze sui servi-zi postali e sulle telecomunicazioni. È evi-dente che l’autorithy per una società pub-blica non può essere un ministero».

Ma non è solo questione di autorithy.Ammesso che l’Italia recepisca la diretti-va europea nel migliore dei modi, ci sa-rebbe pur sempre un player con 14milasportelli. Un vantaggio competitivo aprescindere. E quindi un ostacolo. Inve-stire potrebbe insomma rivelarsi rischio-so. «È però vero», sottolinea Arrigo, «cheuna struttura postale è più “leggera” diquella necessaria per altre utilities. Unnuovo gestore potrebbe appoggiarsi sunegozi d’altro tipo per la raccolta, mentrel’investimento per i postini sarebbe in so-stanza assorbito dal costo del lavoro».

Favorire i consumatoriVa da sé che i consumatori auspicano chela concorrenza favorisca i diritti (e le ta-sche) degli utenti.

Come spiega Roberto Barbieri delMovimento Consumatori, «quella di li-beralizzare è una tendenza europea e l’I-talia dovrà adeguarsi. Certo rispetto allasituazione attuale, che non è di sicurosoddisfacente, sarà positivo superare unmonopolio che privilegia i servizi finan-ziari. Ciò non toglie che vigileremo su co-me verrà recepita la direttiva. Il nostrogiudizio è quindi articolato anche perchél’Europa dà agli Stati nazionali la possibi-lità di controllare qualità e costi».

La strategia di Poste italianeDal canto suo, l’impresa guidata da Mas-simo Sarmi come si sta preparando alla li-beralizzazione prossima ventura?

Confortata dai giudizi positiviespressi di recente da due agenzie comeStandard & Poor e Fitch, Poste italianepare sempre più intenzionata a puntaresulla diversificazione delle attività (aven-do ridotto il passivo dei servizi specifica-mente postali dai 227 milioni del 2005ai 4 del bilancio 2006).

Diversificare - secondo Standard &Poor - ha voluto dire raggiungere una sta-bilità finanziaria e una posizione signifi-cativa (l’agenzia la colloca fra le quattroaziende di servizi postali leader in Euro-pa).

Un buon risultato dal punto di vistaaziendale ma un’indicazione che dice po-co agli utenti, preoccupati soprattuttoper la qualità e i costi del servizio.

Dal 2012 finirà il monopolio per la gestione delle lettere.Proviamo a guardare avanti: sarà una veraliberalizzazione? E porterà vantaggi agli utenti?

consumatori utenti che sono anche blogger sono arrabbiati, moltoarrabbiati e ci tengono a farlo sapere. Basta cliccare per

verificarlo.«Gli utili delle poste sono in aumento. Il servizio può restareun hobby», scrive uno di loro particolarmente caustico. Più esplicito unaltro internauta: «Poste italiane, lasciate perdere Bancoposta: non è ilvostro mestiere». Insomma, le proteste non accennano a diminuire.Addirittura fra coloro che fanno sentire la loro voce ci sono anche glienti locali. Come il consiglio comunale di Niscemi (provincia diCaltanissetta) che ha votato - il 24 febbraio - un documento suldisservizio: lo invieranno alla Direzione regionale delle Poste. Sperandobene… Analoga scelta ha fatto la Regione Lombardia: «Non vi faremoaltri sconti», si è sentito dire il vertice lombardo di Poste italianeconvocato al Pirellone. Rimanendo sul web, i racconti autobiograficirendono bene l’idea.A qualcuno è capitato di ricevere pacchi con un ritardo di mesi.Aqualcuno di riceverli in tempi ragionevoli ma manomessi o addiritturavuoti (e per un venditore di eBay non è una bella cosa…).Altri ancoralamentano una certa confusione sulle tariffe doganali, applicate non si

capisce con quanta coerenza. Il risultato - di cui i blogger si lamentano- è che non si può mai sapere (prima) a quanto ammontino.

Danni e beffeMa forse i più preoccupati sono quelle realtà non profit che fanno usodel direct marketing per le loro campagne e raccolte fondi. L’ultimodisguido si è verificato proprio nel periodo prenatalizio: a Roserio, unodei più importanti centri di smistamento, nei pressi di Milano, sonorimaste ferme tonnellate di missive. Il risultato - segnalato da diverseassociazioni fra cui Airc e WWF - è stato un calo non previsto deldenaro raccolto in un momento in cui le persone sono più disponibili adaprire il portafoglio.Al danno è poi seguita l’ipotesi di una beffa: e cioèun ventilato aumento delle tariffe agevolate per il non profit. Di frontea tale eventualità, alcune associazioni hanno indirizzato una lettera alpresidente di Poste italiane,Vittorio Mincato, e all’ad Massimo Sarmi.Toni pacati ma ferme richieste: soprassedere all’incremento tariffario. Etramite le pagine di Vita, Poste italiane ha fatto sapere che per oraniente aumenti. È proprio il caso di dirlo: chiedete e vi sarà dato.

I

� Disagi senza fine

E sui blog esplode la rabbia degli utenti

Il settore postale

CORRISPONDENZA 3.522.792,2

VOLUMI (n.pezzi)IN MIGLIAIA

PRODOTTI E SERVIZI

MILIONI DI EURORICAVI

1.887.792,2POSTA COMMERCIALE

1.216.045,8PERIODICI

17.442,8TELEGRAMMI E FAX

16.052,0PACCHI

5.339,4DA SERVIZI POSTALI

17.055,6RICAVI TOTALE

11.716,8DA SERVIZI FINANZIARI, ASSICURATIVI E ALTRO

FONTE: PosteItaliane.it, 2006

46.284,0CORRIERE ESPRESSO

31.698,0SERVIZI INNOVATIVI E INTEGRATI

195.345,0POSTA DA ESTERO

6 comunicazioni

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di Luca Zanfeientrare gli obiettivi della Commissione europeanon è mai stato un compito facile per l’Italia. Sepoi si parla di sicurezza stradale, le difficoltà di-

ventano persino croniche.L’ultimo rapporto di Aci e Istat non fa sconti: con le

attuali performance di prevenzione degli incidenti, ilnostro Paese non arriverà mai a dimezzare i morti su stra-da, come richiesto dalla Ue. Troppo poco quel 20% inmeno di decessi tra il 2000 e il 2007, soprattutto in rela-zione al modesto trend del 2,9% annuo. Risultato checi colloca solo al tredicesimo posto nella classifica euro-pea, dove spiccano Paesi come Francia, Germania eGran Bretagna con performance doppie rispetto alle no-stre.

Segno che le pur efficaci misure di controllo appli-cate sulle autostrade non bastano a contenere il fenome-no: «Si sta affermando l’idea», spiega Giuseppe Guccio-ne, presidente della Fondazione Luigi Guccione entemorale Vittime della strada, che il problema della sicu-rezza stradale vada affrontato solamente sulle arterie au-tostradali, quelle già sotto la lente di ingrandimento del-l’opinione pubblica, e soprattutto con azioni di control-lo e repressione dei comportamenti. In realtà tutti sap-piamo che le criticità sono altrove».

Numeri da brividoGli stessi dati Istat fotografano una realtà ben più com-plessa. Secondo l’Istituto di statistica, infatti, strade ur-bane ed extraurbane sarebbero le più pericolose, conl’80% degli incidenti e quasi il 90% dei decessi. In più,sono le statali ad avere il più alto tasso di mortalità con il6,1% rispetto al 4,4% delle autostrade e all’1,3% dellestrade urbane. Proprio Romea e Pontina sarebbero perl’Aci le strade killer della nazione, con 1,7 incidenti achilometro e 0,10 morti per la prima, e 3,09 incidentiper chilometro e 0,05 morti per la seconda. Numeri cheobbligano a una rilettura del fenomeno, anche alla lucedegli ammonimenti della Commissione europea che datempo indica la pessima manutenzione stradale comeuno dei maggiori fattori di incidentalità e mortalità, in-sieme all’alta velocità e ai comportamenti pericolosi.

Un allarme confermato dalla ricerca della Fondazio-ne Luigi Guccione che, nel 2006, ha analizzato la perce-zione della sicurezza stradale da parte di cittadini e auto-mobilisti. Oltre il 55% degli intervistati ha dato giudiziparticolarmente negativi proprio sulla segnaletica e sul-le condizioni del manto stradale, nonché sulla chiarezzae tempestività delle informazioni riguardanti il traffico.«Oggi è prioritaria la messa in sicurezza delle strade ur-bane, ma soprattutto di quelle extraurbane ormai desti-nate a essere il vero e proprio collegamento tra i quartie-ri delle grandi città metropolitane», sottolinea Guccio-ne. «Del resto la società Autostrade per l’Italia sta facen-do un buon lavoro con le grandi arterie; ciò che preoc-cupa è la totale insufficienza di interventi per quanto ri-guarda le altre strade con più alto tasso di traffico e per-correnza».

C

Il nodo competenzeMa le Province che oggi gestiscono la rete urbana ed ex-traurbana hanno persino tagliato gli stanziamenti per lamanutenzione ordinaria delle strade. Negli ultimi treanni lo specifico capitolo di spesa ha subìto una contra-zione di oltre il 20%, anche a causa dei tagli ai trasferi-menti degli enti locali. Sulla mancata attuazione di effi-caci politiche di interevento «influisce la frammentazio-ne decisionale che spesso porta alla deresponsabilizza-zione», spiega Lorenzo Miozzi, presidente di Movimen-to Consumatori. «Le grandi statali attraversano più re-gioni e decidere un intervento su quella strada vuol diremettere intorno ad un tavolo diversi soggetti istituzio-nali con molteplici istanze. Il risultato è la totale incon-cludenza delle politiche». La soluzione, dunque, è nellariformulazione di un nuovo programma di interventi.L’idea è quella di istituire «una speciale agenzia naziona-le, un organo che, supportato da un istituto di ricerca,possa monitorare l’andamento del fenomeno, indiriz-zare gli investimenti e aiutare i Comuni e gli enti localinella programmazione degli interventi», propone Guc-cione. O forse bisogna rivedere la stessa distribuzionedelle competenze: «Non si può governare un problemacon nove ministri diversi, ne serve uno solo che guididall’alto gli interventi superando i veti e le resistenze lo-cali», conclude Mozzi. «Il federalismo va bene per le po-litiche, ma non per affrontare un problema nazionaleche necessita assolutamente di una programmazione alivello centrale».

Le morti bianchesono anche in strada

a strada è la maggior responsabile dei decessi sui luoghidi lavoro. È il risultato di un’indagine condotta dalla

Fondazione Luigi Guccione secondo cui solo nel 2006 oltre lametà delle 1.302 “morti bianche” è avvenuto in realtà sullestrade di collegamento tra casa e posto di lavoro. Unatragedia che per una volta non ha niente a che fare con glieccessi di velocità o con i comportamenti sconsiderati dei piùgiovani. Sarebbero, infatti, gli adulti, in media sui 37 anni, adessere maggiormente coinvolti in incidenti mortali, avvenutiperò intorno ai 50 Km/h. «Si tratta di circa 652 morti, il 12%del totale dei decessi in incidenti stradali, ma potrebberoanche essere molti di più e toccare quota 2mila», spieganoalla fondazione. «Gli scooter e le due ruote in generale sonoi mezzi su cui si muore di più e stavolta non si tratta digiovani sballati, ma di padri di famiglia o comunque personeadulte e agiate economicamente». I maggiori interlocutoridevono essere allora Stato e governo, secondo la fondazioneche, con una lettera inviata ai quatto candidati premier,prova anche ad indicare alcune linee di intervento:«Informazione, formazione e prevenzione sui luoghi dilavoro e sulle strade, potenziamento del trasporto pubblico,assistenza psicologica e risarcimento e ristoro alle vittimedecedute e sopravvissute». www.flg.it

L

SICUREZZA STRADALE

Statali sempre più killerIl primo nemicoè la frammentazioneHanno il più alto tasso di mortalità. Ma sono anche quelle in cui itroppi soggetti coinvolti (e il taglio dei fondi) rendono più difficiligli interventi. Ecco qualche proposta per fermare la strage

La ricerca

7trasporti

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Consumers’approfondimenti

di Piero Pacchiolierfettibile. Sembra questo l’aggettivo che meglio riassu-me le più recenti interpretazioni della legge sull’azionecollettiva risarcitoria. Oggi, che sono passati poco più di

due mesi dalla rocambolesca introduzione dell’azione risarci-toria nel nostro ordinamento e siamo ancora ben lontani dal-l’effettiva entrata in vigore di luglio, abbiamo, finalmente, su-perato la fase delle ipotesi fantasiose che circolavano prima chevenisse approvata la versione definitiva della leg-ge. Lentamente ci stiamo anche lasciando allespalle i titoli di quotidiani e telegiornali che, ne-gli ultimi due mesi, hanno ipotizzato di intra-prendere class action per qualsiasi questione.L’attuale fase è quella della messa a fuoco dellequestioni e dell’individuazione delle prime azio-ni da intraprendere.

Il convegno organizzato dal Cncu - Consi-glio nazionale dei consumatori e degli utenti loscorso 25 febbraio a Roma, che ha messo intorno a un tavolo iprincipali attori delle future azioni risarcitorie, le associazioni,i rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee e i rappre-sentanti delle imprese, è stato il primo effettivo momento disintesi di tutte queste attività interpretative.

È emerso il profilo di una norma a due facce. Potenzial-mente - questa la visione del ministero dello Sviluppo econo-mico e della “politica” in generale - l’importanza della norma ètale da far passare in secondo piano eventuali problematiche

Papplicative che possono essere comunque risolte. In pratica,come hanno sottolineato numerose associazioni, questa è unalegge che porta con sé più aspetti oscuri che vantaggi. Al di làdelle rispettive posizioni dei singoli soggetti che sono interve-nuti, sono emersi almeno due punti di fondamentale impor-tanza: da una parte la già citata perfettibilità della legge appro-vata a dicembre e la necessità di un prossimo “tagliando” in se-guito ai risultati che deriveranno dalle prime applicazioni con-

crete; dall’altra la volontà delle istituzioni italianeed europee di puntare molto sull’azione colletti-va risarcitoria per le future strategie di tutela deiconsumatori.

In entrambi questi punti si intravede la pre-sente e futura centralità delle associazioni di con-sumatori: apportare contributi per il migliora-mento dell’attuale impianto normativo e porrele basi per una tutela europea più efficace. Tuttociò però dipenderà da come le associazioni inten-

deranno utilizzare questo strumento. Se riusciranno ad evitaredistorsioni e abusi, allora ci sarà spazio per andare oltre e perrafforzare sempre di più l’attività di tutela dei consumatori.

Sullo sfondo, poi, rimane sempre lo spettro della possibilecancellazione o rinvio sine die dell’entrata in vigore, strumen-to utilizzabile nella prossima legislatura da quel partito trasver-sale che per cinque anni ha lavorato contro l’approvazione del-la legge. Utilizzare al meglio lo strumento, difenderlo e miglio-rarlo sono le sfide che attendono le associazioni nel futuro.

+ ConsumerEuropaDalla Ue una pagellaper i mercati

a Commissione Europea ha dato il via a unamaxi analisi comparativa sul funzionamento

del mercato in ciascuno Stato membro dell’Ue.Èstata la commissaria europea alla Tutela dei con-sumatori,Meglena Kuneva a lanciare, il 31 gen-naio scorso, il progetto MarketWatch,un’indagi-ne che passerà al setaccio il mercato di ciascunodegli Stati comunitari sulla base di indicatori spe-cifici per ogni settore:sicurezza dei prodotti incommercio,convergenza o divergenza dei prez-zi, rispetto della legge, reclami registrati e gradodi soddisfazione dei consumatori.Una prima fase prevede il monitoraggio dei mer-cati al dettaglio,alla luce di cinque indicatorichiave - prezzi, reclami, frequenza di cambio deifornitori, soddisfazione e sicurezza. In caso venis-se rilevato un eventuale cattivo funzionamento alivello del commercio al dettaglio in alcuni mer-cati dei consumatori che meriterebbero un ulte-riore esame,si passerebbe ad un’indagine ap-profondita del mercato e a interventi correttivi.In numerosi settori commerciali si manifestano eproliferano, infatti,una serie di prassi nel com-mercio al dettaglio che sembra distorcano lescelte dei consumatori e influiscano sui lorocomportamenti e che dunque potrebbero pre-sentarsi come ostacoli a una buona concorrenza.Tra le pratiche più diffuse rientrano strategieconfusionarie o un’articolazione complessa deiprezzi che impediscono a un consumatore diconfrontare tra loro le varie offerte e prendereuna decisione ottimale.Questa analisi indaga perciò in che modo i con-sumatori vivono effettivamente il mercato nellarealtà quotidiana, fornendo gli strumenti per ac-certare se nell’Unione europea siano state createle buone condizioni per il funzionamento dell’ul-timo segmento del commercio al dettaglio: l’ac-quisto fatto dal consumatore.Il risultato finale dell’analisi sarà una pagella incui verranno evidenziati i mercati dove il consu-matore può godere di un maggiore numero digaranzie. Sonia Chilà

http://ec.europa.eu

L

+ ConsumerWebiamo in Nuova Zelanda, lontano dall’Europae dagli Stati Uniti,ma anche qui i consumato-

ri si sono organizzati e hanno trovato nel Web unottimo strumento per mantenersi aggiornati escambiarsi consigli ed informazioni. Una grafica

semplice e lineare, forse un font troppo piccolo, ilsito prevede anche la presenza di un magazine edi libri in vendita, per sapere e per difendersi. Unesempio interessante,da visitare.

www.consumer.org.nz

S

L’ANALISI

Difendere e migliorare la class actionEcco la road map verso il 1° luglio

Obiettivo puntato sulla questione settentrionaletra le righe di Lorenzo Miozzi

LA MILANO CHE VERRÀe metropoli sono da sempre i contenitori privilegiati per cambiamenti epocalisia economici sia sociali, i grandi e vitali spazi in cui i mutamenti si presentano

in anticipo e in modo più netto rispetto agli altri luoghi di vita. Milano ai tempi delle moltitudini, il nuovo saggio del sociologo Aldo Bonomi, siincentra sull’analisi di un passaggio e sulle sue conseguenze: nel nostro Paese,Milano è sempre stato il luogo della trasformazione e della modernità perdefinizione. Ma oggi la vecchia Milano industriale della grande borghesia legataalla città, delle botteghe artigiane, della classe operaia, non c'è più. Tutto èmutato. È emersa una nuova composizione sociale figlia dell'impatto della cittàcon la globalizzazione, una struttura basata essenzialmente su nuove figure dicosmopolita. Tre i tipi individuati: quello radicato, della diaspora e neoborghese.

Chi prenderà il sopravvento? Chi avrà vita più facile? Allettore scoprirlo e prevederlo nell’analisi di Bonomi.

Aldo BonomiMilano ai tempi delle moltitudiniBruno Mondadori 416 pagine - 26 euro

LPROFONDO NORD

Da quando esistono Forza Italia e la Lega, la “questione settentrionale” èdiventata uno dei trailer mediatici più di successo della seconda Repubblica.

Ma la sinistra, nel profondo Nord, ha sempre perso. Nord terra ostile, appunto. Attraverso un’analisi acuta e disincantata - a metà tra pamphlet di scenario ereportage sul campo - il libro racconta in presa diretta la modernizzazione,spesso caotica ma vitale, di territori a capitalismo diffuso dove la qualità delleinfrastrutture, la competitività della propria azienda, i tanti lavori invece del“posto fisso”, il rapporto con il fisco, le lentezze della burocrazia e l’emergenzasicurezza sono dimensioni decisive nelle scelte di voto. Attardata su logorischemi fordisti, la sinistra italiana continua a non saper leggere i mutamentiproduttivi e le composizioni sociali che nell’ultimo ventennio hanno investito la

parte più dinamica del Paese, oggi in piena “secessione divelluto”. Bisogna pertanto cambiare rotta: avendo contro ilNord si possono vincere le elezioni ma non si riesce a governare.

Marco Alfieri Nord terra ostile - Perché la sinistra non vinceI Grilli Marsilio 176 pagine - 11 euro

Q

8 rubriche

Page 9: consumers-magazine-mar2008

Consumers’ notizie

l Movimento Consumatori ha richiesto al Tribunale di Ro-ma di inibire con urgenza i gravi comportamenti posti inessere da Sky che, proprio in questi giorni, addebiterà a tut-

ti i propri abbonati, oltre 4 milioni in Italia, importi non do-vuti per ricevere la rivista SkyLife. In una comunicazione invia-ta agli abbonati, che appare in posizione poco visibile all’inter-no del magazine di gennaio e febbraio, l’emittente televisivacomunicava che dal 1° marzo 2008 la rivista, in passato inclu-sa nel pacchetto abbonamento, avrebbe comportato un costodi 0,40 o 0,90 euro a numero per tutti i consumatori che sem-plicemente decidevano di non disdire il servizio. «Questocomportamento», rileva Alessandro Mostaccio responsabilesettore comunicazioni del Movimento Consumatori, «costi-tuisce un chiaro esempio di pratica commerciale scorretta. Aisensi dell’articolo 57 del Codice del Consumo è infatti illegit-timo richiedere all’abbonato di attivarsi per evitare l’addebito

I del costo di una fornitura non richiesta quale è la rivista SkyLife». Peraltro, ogni richiesta di aumento dei costi di abbo-namento è del tutto illegittima in quanto i contratti hannodurata annuale e non è possibile aumentare i costi a carico delconsumatore se non attraverso la disdetta da parte di Sky allascadenza del contratto e la conclusione di un nuovo contrattoa condizioni differenti. Alla prima udienza del prossimo 12marzo il Movimento Consumatori ha chiesto al Tribunale diRoma di inibire l’addebito di tali somme nei confronti di tuttigli abbonati e di condannare Sky ad informare che l’invio del-la rivista non può essere soggetto ad alcun costo aggiuntivo. SeSky non cessa immediatamente tale richiesta e non rimborsaquanto illegittimamente preleverà dai conti correnti dei pro-pri abbonati, il Movimento Consumatori promuoverà in esta-te anche una class action per richiedere il risarcimento di tuttii danni subiti. www.movimentoconsumatori.it

� i conti in tasca

Bersanie l’aspirina...La liberalizzazione dei farmaci? Processo lentoe ambiguo,ma ormai percepibile,non tanto nel-l’ampliamento dei canali di distribuzione o nel-l’estensione degli orari di apertura dei punti ven-dita,quanto piuttosto nel livello dei prezzi.Dueesempi su tutti: il costo di una confezione di aspi-rina di marca (20 compresse,500 mg) può oscil-lare anche di 3 euro (+46% di differenza),men-tre quello di una confezione di un principio attivoquale il paracetamolo (20 compresse, il più eco-nomico) può variare anche di 1,5 euro (+38%).Questi alcuni dati dello studio Distribuzione far-maci al pubblico commissionato ad Ipsos - Ex-plorer dalle associazioni dei consumatori promo-trici del progetto Più Concorrenza + Diritti (vedia pagina 10).Dal punto di vista dei cittadini,af-ferma Cittadinanzattiva,gli effetti della liberaliz-zazione sui farmaci rimangono ancora in secon-do piano,visto che il 37% delle segnalazionigiunte nell’ultimo anno denunciano come priori-tario il tema della difficoltà di accesso ai farmaci.Al secondo posto la distribuzione (14%),al terzoi costi (13%).

TELEVISIONE

Sorpresa: la rivista di Sky è a pagamentoMC chiede lo stop al Tribunale

Rc Auto, nienteriduzioni delle tariffe

utto rimandato ad aprile.L’incontro tra Ania e mister

Prezzi, Antonio Lirosi, per va-lutare la possibilità di una ridu-zione delle tariffe grazie ai ri-sparmi ottenuti dalle compa-gnie con l’introduzione del-l’indennizzo diretto, si è con-cluso con un nulla di fatto.

L’Ania, ha riferito il presi-dente Fabio Cerchiai, ha rin-viato misure in tal senso a do-po il bilancio 2007, ad aprileprossimo, per verificare gli ef-fetti benefici della misura. Li-rosi ha sottolineato che l’au-mento dell’RcAuto è al sesto

Tposto fra i prodotti più segna-lati dai cittadini dopo latte fre-sco, pane, pasta, benzina e gas.Mentre Cerchiai, dal cantosuo, ha parlato di un sensibileraffreddamento delle tariffe,nel 2007, pari a - 2,7%.

www.isae.it

Migranti - consumatori,è aperto lo sportello

ono aperti dal 25 febbraiogli Sportelli Arcobaleno,

nati per offrire un servizio diinformazione per gli stranieriresidenti in Italia e, quindi, percittadini e consumatori a tuttigli effetti.

L’iniziativa, realizzata dal

S

Movimento Difesa del cittadi-no e dal Movimento Consu-matori, è finanziata dal mini-stero della Solidarietà sociale.Si tratta di 17 sportelli infor-mativi nelle sedi delle due asso-ciazioni presenti sul territorionazionale.

numero verde 800.912637www.sportelloarcobaleno.it

Carne, più fiducianel made in Italy

ientrata la paura della muc-ca pazza e dell’aviaria, il

98% degli italiani è tornato aconsumare carne. È quantoemerge da un’indagine sul con-sumo di carne realizzata dalla

R

Camera di commercio di Mi-lano su 1.043 italiani di Mila-no, Bologna, Roma, Napoli ePalermo. Il 66% dei consuma-tori si ritiene garantito a suffi-cienza dalla documentazionesui controlli sanitari presentinei punti vendita e il 67% si fi-da delle informazioni che tro-va nelle etichette. Nove su die-ci hanno più fiducia nella car-ne made in Italy. La carne si ac-quista in primo luogo nei su-permercati (50,5%), ma intanti, soprattutto al Sud, si ser-vono da un abituale macellaio(42% Italia, oltre 60% Napolie Palermo).

www.mi.camcom.it

Il fisco viaggiain camper

Il fisco mette le ruote» e, abordo di un camper at-

trezzato come un ufficio itine-rante, raggiunge i piccoli cen-tri lontani dagli uffici dell’A-genzia delle Entrate per agevo-lare i cittadini. Ha preso il via il4 marzo da San Damiano d’A-sti (AT) l’ufficio mobile dell’A-genzia delle Entrate, che attra-verserà l’Italia facendo tappa in25 comuni. Sul camper i fun-zionari dell’amministrazioneoffriranno ai cittadini i servizierogati presso gli sportelli degliuffici locali.

www.agenziaentrate.it

9rubriche

� Dalle sezioni

ParmaLa Giornata del consumatore

Richiamare l’attenzione sul ruolo che il cittadino/consuma-tore esercita e deve esercitare sul mercato.Per questo moti-

vo il 15 marzo, in concomitanza con la Giornata europea delconsumatore,è stato organizzato a Parma un momento di in-contro tra associazioni e cittadini a cui hanno aderito,oltre aMovimento Consumatori di Parma,anche Unione nazionaleconsumatori e Movimento Difesa del cittadino.«Scendiamo inpiazza per fornire ai cittadini di Parma consulenza e materialeinformativo tradotto in diverse lingue per essere vicini a tutti iconsumatori», ha dichiarato Mariuccia Sissa, presidente del-la sezione MC di Parma.La Giornata,alla sua decima edizione,èpatrocinata dal Comune di Parma e «ogni anno raggiungiamoun numero sempre maggiore di cittadini», continua l’avvocatoSissa,«interessati alla tutela dei propri diritti ma anche ad unconsumo più consapevole e responsabile».

[email protected]

LazioMobilità per il cittadino

uoversi utilizzando mezzi di trasporto sostenibili e con unimpatto ambientale, sociale ed economico ridotto al mi-

nimo.Questo lo scopo del progetto People Moving che il Movi-mento Consumatori sta portando avanti nel Lazio.«Come asso-ciazioni di consumatori », spiega Lorenzo Miozzi, presidentedi MC,«vorremmo sostenere l’utilizzo del trasporto pubblicoper gli spostamenti giornalieri anziché l’uso dei mezzi di tra-sporto privato». Il progetto mira a sensibilizzare i soggetti istitu-zionali all’attenzione e al rispetto verso l’utenza attraverso ilmonitoraggio e l’analisi oggettiva e scientifica delle aziende ditrasporto e a sviluppare nelle stesse aziende una sensibilità ver-so l’utente finale.Sono previste una fase di analisi seguita dauna fase di monitoraggio della puntualità e della soddisfazionedegli utenti.Verrà prestata particolare attenzione alle segnala-zioni e ai reclami dei cittadini, tramite un numero verde dedica-to,un servizio di ricezione di sms,un indirizzo e-mail ad hoc. Idati che emergeranno confluiranno nel primo rapporto sul tra-sporto pendolare nel Lazio, che verrà stilato alla conclusione delprogetto. [email protected]

MilanoLiberi di risparmiare

che punto sono le liberalizzazioni? Un progetto della se-zione di Milano cercherà nei prossimi mesi di capire quan-

to abbiano inciso i «provvedimenti Bersani» sulla vita dei citta-dini consumatori. L’obiettivo generale del progetto Liberi di ri-sparmiare è ottenere un bilancio del reale impatto dei provvedi-menti attuati dal governo per i cittadini residenti nella provinciadi Milano, fornendo, contestualmente,agli stessi informazionied approfondimenti sui temi inerenti le liberalizzazioni.«A di-stanza di quasi un anno dall’introduzione del secondo pacchet-to Bersani», spiega Eliana Caputo, responsabile dei progettiper la sezione MC di Milano,«è indispensabile conoscere laconsapevolezza dei cittadini in merito alle novità introdotte econoscere l’effettività della normativa».A conclusione del pro-getto, che coinvolge la Provincia di Milano e altre associazioni,verrà pubblicato un rapporto che raccoglierà i dati raccolti du-rante il monitoraggio, condotto sia attraverso i questionari siaattraverso le segnalazioni dei cittadini.

[email protected]

AMR

Page 10: consumers-magazine-mar2008

Consumers’ iniziative

on si vive di solo pane. In Italia,nel 2006 ne sono state consu-mate 898mila tonnellate: una

quantità in netto calo se paragonatacon i consumi del passato, tanto da po-ter affermare che il mito del pane oggi“traballa” e cade sotto i colpi inferti dauna miriade di prodotti sostituitivi.Primo fra tutti il pan carré, che con-quista sempre più estimatori (+8%) adanno del più tradizionale degli ali-menti.

A questo proposito, il ministroBersani aveva fatto notare che l’attivitàdi produzione del pane è - o meglio era- «l’unico settore produttivo che anco-ra presenta barriere all’entrata». Eccoquindi lo scopo della liberalizzazione: l’abolizione dei limitialla produzione e al numero di panifici.

L’articolo 4 del decreto Bersani prevede l’abrogazione deilimiti all’apertura di nuove attività nonché della produzionestessa. Scompare, infatti, quella cCommissione ad hoc chedoveva valutare l’opportunità dell’apertura del nuovo im-pianto in relazione al numero di panifici esistenti e al volumedella produzione.

L’ambizioso obiettivo della liberalizzazione dell’intera at-tività di produzione viene raggiunto attraverso - innanzitut-to - uno snellimento delle procedure “in entrata”. Secondo lanuova normativa, infatti, l’impianto di un nuovo panificio,il trasferimento o la trasformazione di panifici esistenti sonosoggetti alla «Dichiarazione di inizio attività» (cosiddettaDia) da presentare al Comune competente per territorio. Al-la Dia vanno allegati anche una serie di altri documenti cheattestano il possesso dei requisiti igienico-sanitari, urbanisti-

N ci ed ambientali. Conseguentementela competenza sull’attività di panifica-zione è ora dei Comuni mentre la par-te sanitaria resta sempre di competen-za delle Asl.

Lo stesso articolo della prima len-zuolata contiene una serie di altre no-vità. In primo luogo è stata ricono-sciuta ai panificatori la facoltà di effet-tuare l’attività di vendita dei prodottidi propria produzione per il consumoimmediato «utilizzando i locali e gliarredi dell’azienda con l’esclusione delservizio assistito di somministrazionee con l’osservanza delle prescrizioniigienico sanitarie».

Fresco e conservatoInoltre l’art. 4 del pacchetto pensa anche al futuro e disponeche un successivo decreto dovrà disciplinare la denominazio-ne di «panificio», quella di «pane fresco» e quella di «paneconservato». La denominazione di «panificio» è riservata atutte le imprese che svolgono l’intero ciclo di produzione,dalla lavorazione delle materie prime alla cottura finale. Il pa-ne fresco è quello prodotto secondo un processo di produ-zione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congela-mento, alla surgelazione o alla conservazione prolungata del-le materie prime. Per il «pane conservato»è necessario indica-re lo stato e il metodo di conservazione, le modalità di confe-zionamento e di vendita e le modalità di consumo.

(A.C.)[email protected] verde 800.913514

LA CAMPAGNA

Al via il giro d’Italia del treno dei dirittiDieci tappe per informare i viaggiatori

l via la staffetta Diritti sui binari. Laprima tappa, organizzata nell’am-

bito della campagna del MovimentoConsumatori contro i disservizi ferro-viari, si è svolta dal 4 al 6 marzo a Ro-ma. Nel presidio MC, che è stato carat-terizzato da un treno gonfiabile lungocirca 6 metri, operatori dell’associazio-ne hanno distribuito materiale infor-mativo sull’iniziativa e sulle attività delMovimento Consumatori. A questoevento seguiranno, a partire da maggio2008, altre 10 tappe in 9 città italiane:Bari, Napoli, Palermo, Padova, Mila-no, Torino, Genova, Bologna, Firenze,per concludere con l’ultimo presidio dinuovo a Roma.

La campagna Diritti sui binari hapreso il via a maggio dello scorso anno. Lorenzo Miozzi, presidente del Movi-mento Consumatori, ha così commen-

A tato l’avvio della staffetta: «La qualitàdel servizio ferroviario è oramai inac-cettabile e i vertici aziendali, pur presida mille problemi interni, non riesco-no a dare alcuna garanzia anche di unminimo miglioramento delle condi-zioni di viaggio: tuttavia, stanno cer-cando di avvicinare le tariffe italiane aquelle più alte europee, ma senza ade-guare di pari passo il servizio».

Gli fa eco Monica Multari, respon-sabile legale del settore trasporti ferro-viari MC: «La nostra associazione èconvinta che il cittadino abbia diritto avedersi garantiti i servizi di base che pa-ga all’atto dell’acquisto di un bigliettoferroviario. Oggi non è così. Ecco per-ché abbiamo lanciato questa campagnae questa staffetta: per informare i viag-giatori, offrire loro un servizio di con-sulenza legale e per sollecitare le auto-

rità competenti a vigilare e a interveni-re affinché sia garantita la qualità deiservizi».

Nell’ambito della campagna sonostate già avviate diverse attività: è attivoun numero verde e una e-mail dedicataper chiedere consulenza legale. È statapromossa una petizione on line sul sitoMC per dire stop ai bonus, sì ai rimbor-si in denaro; più di mille tra deputati,senatori, dirigenti del Gruppo Ferroviedello Stato, ministri e altri rappresen-tanti delle istituzioni hanno ricevuto,da novembre a dicembre 2007, cinquecartoline, una a settimana, con cui MCrichiama con forza il tema del rispettodei diritti dei viaggiatori e invita a nonaumentare le tariffe senza che ci sia unauguale garanzia dei servizi. (A.C.)

800774770, [email protected]

� leggere per crescere

na libreria piena di libri e di volumi.Mammae papà davanti a uno scaffale ricco di pro-

poste per l’infanzia. Una scelta ardua. Quale li-bro sarà il più adatto per il nostro bambino? Dia-mo più importanza al testo o privilegiamo le illu-strazioni? E tra queste, meglio scegliere quelletradizionali e classiche o quelle più moderne,sti-lizzate e ricercate? Questione di gusto? Forsenon solo.

Un’unica certezzaci deve aiutare eguidare in una scel-ta che si riveli giu-sta. Una pubblica-zione per bambininon può essere pri-va di immagini. Se

poi queste sono ragionate e curate nel dettaglio,se formano un tutt’uno con il testo sollecitandolo sviluppo della fantasia e l’attenzione del bam-bino, allora ci si trova davanti a quello che pos-siamo tranquillamente definire un buon libro. Ilruolo delle immagini diviene importante soprat-tutto per un bambino che ancora non sa leggeree che sente la voce della mamma o del papà chegli racconta una storia e gli mostra le figure.Il suoprimo linguaggio, infatti, deriva dalle raffigura-zioni,prima che dalle parole.La scelta delle illustrazioni da proporre, devequindi essere un elemento chiave nel processodi selezione di un’opera dedicata ai più piccoli.Roberto Denti,decano dei librai italiani per bam-bini e per ragazzi, suggerisce di partire da formesemplici su un contorno bianco; poi, con la cre-scita del bambino,verranno sostituite da rappre-sentazioni di un’intera vicenda. Un’attenzioneparticolare va prestata a quelle immagini che di-storcono la realtà,standardizzandola e inducen-do, a lungo andare, alla formazione di stereotipiche possono condizionare lo sviluppo mentaledel bambino.Per tutte queste ragioni l’adulto ha un compitosicuramente importante. Il progetto Leggere perCrescere ha pensato di offrire un aiuto a quantivogliono orientarsi, in un panorama editorialevasto come quello per l’infanzia, nella ricerca diprodotti di buona qualità che possono diventarestrumenti utili di crescita per il bambino:una mi-niguida di 150 volumi per i piccoli realizzata conla collaborazione del fondatore della prima libre-ria per ragazzi in Italia,proprio Roberto Denti.Laminiguida è scaricabile gratuitamente dal sitodel progetto.

www.leggerepercrescere.it.

U

Nel dettaglio

PIÙ CONCORRENZA DIRITTI

Meno barriereper il pane quotidiano

I soggetti in campoAssoutenti

www.assoutenti.itCittadinanzattiva - onlus

www.cittadinanzattiva.itConfconsumatori

www.confconsumatori.comMovimento Consumatori

www.movimentoconsumatori.itMovimento Difesa del cittadino

www.mdc.itUnione nazionale consumatori

www.consumatori.it

Supplemento al numero di VITAdi questa settimanaReg.Trib. di Milano n. 397 dell’8 luglio 1994Direttore responsabile: Giuseppe FrangiDirettore editoriale: Riccardo BonacinaInserto a cura di:Angela Carta e Piero PacchioliCoordinamento redazionale: Silvano RubinoProgetto grafico:Antonio MolaStampa: CSQ - Centro Stampa Quotidianivia dell’Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS)

10 rubriche

La biblioteca idealeper i più piccoli

Page 11: consumers-magazine-mar2008

Consumers’ insieme

Il Movimento Consumatori è un’associazione autonoma edindipendente senza fini di lucro, nata nel 1985 per iniziati-

va di un gruppo di cittadini e di esperti, sollecitato dall’esigen-za di tutelare i diritti dei consumatori.

Tutti i cittadini sono soprattutto consumatori.Tutti i consumatori hanno diritti.

Il Movimento si propone di offrire ai cittadini migliori condi-zioni di consumo, cercando di influenzare le controparti isti-tuzionali e private affinché forniscano servizi e prodotti adat-ti alle esigenze degli utenti. Il Movimento Consumatori aiuta, segue e consiglia i proprisoci con servizi di consulenza specializzati, li rappresenta pres-so organismi pubblici e privati, erogatori di servizi e fornitoridi beni, e li sollecita a prendere coscienza dei propri diritti edelle proprie responsabilità.

I perché di una sceltaElemento distintivo dell’associazione è l’attenzione nei con-fronti dei problemi pratici che il consumatore si trova a doveraffrontare nella vita quotidiana. Questa attenzione si traduce nell’attività delle circa cinquan-ta sedi locali MC, distribuite su tutto il territorio nazionale,che erogano sia un servizio di informazione e orientamentosui diritti dei cittadini consumatori, sia un servizio di consu-lenza e tutela legale ex-post, attività centrale della nostra asso-ciazione. Il Movimento Consumatori mette inoltre a disposi-zione dei cittadini una procedura di conciliazione (proceduradi risoluzione stragiudiziale) per le seguenti realtà: Telecom,Tim, Wind, H3g, Ania, Enel, Banca Intesa, Banco Posta e Po-ste Italiane, Capitalia.Questa attenzione si traduce anche nell’attività istituzionaledel Movimento Consumatori, ovvero nel dialogo costante

con tutte le controparti, istituzioni, aziende, associazioni dicategoria, media, per indirizzare preventivamente le decisioniin favore di una maggiore tutela del cittadino-consumatore eper realizzare insieme a queste realtà iniziative di educazione aun corretto e consapevole stile di consumo. MC lavora anche insieme ai cittadini-consumatori: infatti,sin dalla nascita, MC ha ritenuto prioritario impegnarsi inazioni che contribuissero alla presa di coscienza non solo deidiritti, ma anche delle responsabilità individuali da parte deicittadini. Ecco perché MC collabora, sostiene ed è socio ditante realtà impegnate trasversalmente su temi fondamentalicome la tutela dei minori, l’ambiente, la promozione della cul-tura e della solidarietà, il consumo critico e il commercioequo-solidale, per citarne alcuni.

Settori di attivitàIl Movimento Consumatori in specifico opera nei seguentisettori:Sicurezza alimentare; Ambiente ed energia; Assicurazioni;Casa e condominio; Commercio; Comunicazioni; Concor-renza e liberalizzazione; Banche, credito e risparmio; Far-maci e salute; Giustizia; Diritti dei cittadini migranti; Mi-nori; Prezzi e tariffe; Pubblica amministrazione; Pubblicitàingannevole; Responsabilità sociale; Trasporti e turismo.MC si è anche battuto per la riduzione del prezzo del latte inpolvere per neonati. Numerose famiglie risparmiano sui pro-dotti per neonati grazie ai Gruppi d’acquisto MC.Grazie all’attività degli osservatori Farmaci & Salute, Credito& Risparmio e Pubblicità ingannevole, MC ha promosso ne-gli anni importanti campagne di informazione e educazione afavore dei consumatori, tutelato migliaia di cittadini rispar-miatori, vagliato centinaia di pubblicità verificandone la fon-datezza e la non ingannevolezza.

Info: www.movimentoconsumatori.it

� contatti

Sezioni e sportelliEcco la rete territorialeIl Movimento Consumatori conta attualmentecirca 50 tra sezioni e sportelli,operanti in tuttaItalia.Per usufruire del servizio di consulenza le-gale cercate la sede locale del Movimento Con-sumatori a voi più vicina.Gli indirizzi delle sediMC si trovano sul sito nazionale

www.movimentoconsumatori.it

ABRUZZOVasto (0873/370783) CALABRIACosenza, (Tel.06/4880053) CAMPANIAAvellino,Tel.0825/22626 Benevento,Tel.0824/944500 Caserta,Tel.0823/220742 Napoli,Tel.081/5541452 Salerno,Tel.089/2580829 EMILIA ROMAGNA Bologna,Tel.051/271335 Modena,Tel.059/343756 Parma,Tel.0521/289951 LAZIORoma,Tel.06/39735013 Latina,Tel.0773/903961 Tivoli (RM),Tel.0774/334270 LIGURIAGenova,Tel.010/588588 La Spezia,Tel.0187/501056 Sanremo (IM),Tel.0184/597675 LOMBARDIABrescia,Tel.030/2427872 Lecco,Tel.0341/365555 Milano,02/80583136 Pavia,0382/22772 Varese,0332/810569 MOLISECampobasso,Tel.0874/411086 PIEMONTECuneo,Tel.0171/602221 Torino,011/5069546 PUGLIAAndria,Tel.0883/591030 Bari,Tel.080/5227965 Cerignola (FG),Tel.0885/420637 Galatina (LE),Tel.0836/633411 Lecce,Tel.0832/1835339 Molfetta (BA),Tel.080/3354776 Noci (BA),Tel.080/4978650 Ostuni (BR),Tel.0831/305991 San Severo (FG),Tel.0882/376032 Taranto,Tel.099/7324647 SICILIABiancavilla (CT),Tel.338/6322345 Catania,Tel.095/7128729 Messina,Tel.090/2924994 Palermo,Tel. 091/6373538 Paternò (CT),Tel.095/858449 Siracusa, (Tel.06/4880053) TOSCANACecina (LI),Tel.0586/754504 Firenze,Tel.055/243409 Firenze Nord,Tel.055/4250239 Livorno,Tel.0586/892984 Lucca Tel.0583/490004 Pistoia Tel.0573/946482 Prato,Tel.0574/635298-546130 Pontedera-Valdera (PI),Tel.0587/57467 Versilia (LU),Tel.0584/31811 UMBRIAPerugia,075/5731074 VENETOPadova,Tel.049/8071318 Treviso,Tel.0422/545000 Venezia-Mestre,Tel.041/5318393 Verona,Tel.045/595210 Vicenza,Tel.0444/326046 Se sei interessato ad aprire una sede nella tuacittà scrivi all’[email protected]

MOVIMENTO CONSUMATORI

Insiemeper una società responsabile

11rubriche

Il Movimento Consumatori si finanzia attraverso la partecipazionea progetti assegnatigli dalle pubbliche istituzioni e attraverso lequote associative.Con MC puoi iscriverti e assicurarti gratuitamente,per un intero an-no, con una polizza di difesa legale. Movimento Consumatori eD.A.S.Assicurazioni S.p.a hanno stipulato una convenzione esclusi-va per i soci MC che potranno scegliere la polizza “Contratto Pro-tetto”o “Vita Privata”per ogni controversia futura alla data di iscri-zione all’associazione.Perché prevenire ti permette di far valere i tuoi diritti con ancorapiù forza!Leggi le condizioni sul sito ww.movimentoconsumatori.it, scrivi [email protected] telefona allo 06 4880053 o rivol-giti alla sede MC più vicina.

Puoi diventare:Socio simpatizzante - quota 15 euro: iscritto al Movimento

Consumatori con diritto all'abbonamento al mensile Consumers’magazine e alla polizza di difesa legale "Contratto protetto"

per un anno.Socio ordinario - quota 35 euro: iscritto al Movimento Consuma-

tori con diritto alla consulenza legale gratuita,all'abbonamento almensile Consumers’ magazine e alla polizza di difesa legale “Con-tratto protetto”per un anno.

Socio Sostenitore - quota 50 euro: iscritto al Movimento Consu-matori con diritto alla consulenza legale gratuita,all'abbonamentoal mensile Consumers’ magazine e alla polizza di difesa legale “Vi-ta privata”per un anno.

Puoi versare la quota associativa tramite bollettino postale numero c/c 66700709 o bonifico bancario sul conto corrente BANCO POSTA IBAN IT 36 N 07601 03200 0000 66700709 intestato a Movimento Consumatori Sede Nazionale - via Piemonte, 39/A -00187 Roma. Puoi utilizzare anche la carta di credito, pagando on line(http://www.movimentoconsumatori.it/associarsi.php). Al fine di attivare ilprima possibile il sistema di tesseramento invia un’e-mail confermando ituoi dati a [email protected] oppure invia un faxallo 06 4820227 all’attenzione dell’Ufficio Tesseramento MC. Per ulterioriinformazioni: tel.06 4880053.

diventa socio

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