Consorzio Informa

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1 Coltiviamo bollicine Coordinamento: Maurizio Gily collaborano a questo speciale: Guido Bezzo Carlo D’Angelone Daniele Eberle Stefania Garberoglio Giovanni Malerba. Flavio Pallanzone Fernando Roca In questo numero: Il vigneto innanzitutto Guido Bezzo La revisione degli agrofarmaci per una viticoltura sostenibile Daniele Eberle La difesa: non solo “trattamenti” Maurizio Gily

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Consorzio Informa House Organ del Consorzio dell'Asti docg

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Coltiviamo bollicine

Coordinamento:

Maurizio Gily

collaborano a questo speciale:

Guido Bezzo

Carlo D’Angelone

Daniele Eberle

Stefania Garberoglio

Giovanni Malerba.

Flavio Pallanzone

Fernando Roca

In questo numero:

Il vigneto innanzituttoGuido Bezzo

La revisione degli agrofarmaciper una viticoltura sostenibile

Daniele Eberle

La difesa: non solo “trattamenti”Maurizio Gily

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Qualità, salute e ambiente, queste sono le parole chia-ve che hanno spinto il Consorzio dell’Asti attraverso il proprio laboratorio ad occuparsi dell’ argomento agro-farmaci. Molti aspetti legati alla qualità dell’uva, so-prattutto quelli in relazione alle caratteristiche aroma-tiche del Moscato bianco, hanno visto negli ultimi anni il Consorzio impegnato in prima linea. Senza tralasciare questi fondamentali propositi si è ampliato l’impegno verso la sicurezza alimentare in seguito a solleciti pro-venienti dalle stesse aziende consorziate ma anche dai

viticoltori. Gli obiettivi che il Consorzio si è prefissato sono ambiziosi, in quanto le strategie di intervento chi-mico devono contemplare diverse esigenze: efficacia del trattamento, economicità del prodotto, rispetto dell’am-biente, conformità alle misure agroambientali previste a livello nazionale e regionale, semplicità operativa. Le difficoltà che da subito si sono manifestate sono quel-le legate all’aggiornamento delle continue variazioni di sostanze attive autorizzate, di nuovi preparati com-merciali, di revoca di principi attivi, di limitazione o estensione su etichette di preparati già in commercio. Le strategie operative attuate dal Consorzio sono prin-cipalmente i monitoraggi analitici su uva, mosto e vino e le iniziative di comunicazione con finalità preventiva verso tutti i viticoltori e le aziende. Negli ultimi tre anni si sono prelevati circa 350 campioni di uva per ogni ven-demmia direttamente dai carichi conferiti ai reparti di pigiatura delle aziende consorziate, dislocate sull’intera zona di produzione di Asti e Moscato d’Asti DOCG. I campioni prelevati quotidianamente e confluiti presso il laboratorio sono stati analizzati tramite strumentazione dedicata e tecnologicamente avanzata (LC-MS triplo quadrupolo) appositamente acquistata dal Consorzio, che ha permesso in tempi rapidi la sicura identificazio-ne di circa 80 principi attivi. I dati ricavati, ed elaborati sulla base delle schede trattamenti che ogni viticoltore ha consegnato, hanno fornito importanti indicazioni sul corretto utilizzo dei preparati commerciali, sulla persi-stenza delle sostante attive e sul posizionamento rispetto ai limiti di legge. Ogni anno, a completamento del mo-nitoraggio delle uve, si sono analizzati i mosti ottenuti dalla vendemmia e i vini Asti e Moscato d’Asti a fine la-vorazione. Questo ha permesso di verificare gli effetti di abbattimento degli agrofarmaci dovuti alla vinificazione, e garantire l’intera filiera di produzione nel momento fi-

Il vigneto innanzituttoGuido Bezzo

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nale prima della commercializzazione. Le informazioni ricavate dai primi tre anni di valutazione sono la base per la costituzione di una banca dati consortile che, tenendo conto delle variabili legate ad ogni annata, suggeriranno ai tecnici agronomi e ai viticoltori le migliori strategie di difesa della vite, in funzione delle leggi e delle necessità di mercato. Dalla prossima vendemmia il progetto del Consorzio subirà alcuni ritocchi legati alle modalità di prelievo delle uve che non avverrà più al momento del conferimento, ma direttamente in vigneto. La decisione di prelevare prima della vendemmia i campioni di uva da destinare all’analisi degli agrofarmaci è dovuta alla mag-giore impronta preventiva che il lavoro dovrebbe assu-mere. Si pensa che proprio il carattere cautelativo e non repressivo del progetto possa portare ad una piena colla-borazione da parte delle aziende interessate ed a una fat-tiva partecipazione da parte dei viticoltori. L’attenzione verso la difesa del vigneto e la prontezza nell’affrontare eventuali criticità daranno all’Asti ed al Moscato d’Asti

un valore aggiunto che il consumatore, attraverso una mirata campagna di informazione, dovrebbe apprezzare e valutare come un segnale di serietà e trasparenza di tutta la denominazione. Il Consorzio auspica che anche altre realtà vitivinicole piemontesi possano fare tesoro delle esperienze maturate presso la filiera dell’Asti e del Moscato d’Asti e che, tramite eventuali collaborazioni, si possa arri-vare ad una gestione consapevole di tutto il comparto.

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La difesa della vite si basa in sintesi su quattro punti fon-damentali: l’efficacia dell’agrofarmaco, la tutela della sa-lute dell’operatore, la tutela dell’ambiente e la sicurezza alimentare. La Strategia per l’uso sostenibile degli agro-farmaci prende in considerazione l’intero “ciclo di vita” del prodotto fitosanitario; dall’immissione in commercio, all’uso, ai residui negli alimenti.Il quadro normativo comunitario attuale sugli agrofarmaci ne disciplina l’autorizzazione all’immissione in commercio e il controllo dopo il loro impiego. Per il prossimo futu-ro ci attendono due nuove norme: la Direttiva per un uso sostenibile degli agrofarmaci e il Nuovo regolamento per l’immissione in commercio degli agrofarmaci.La normativa attuale Dir. 91/414/CEE riguardante l ’im-missione in commercio dei prodotti fitosanitari (e delle sostan-ze attive in essi contenute) è in fase di esaurimento. Nel corso della sua applicazione tutte le sostanze attive (SA) in commercio sono state sottoposte ad un processo di revi-sione, che ha definito quali potevano continuare ad essere commercializzate o meno. A gennaio 2010 delle 1212 SA registrate 810 sono state revocate, 344 ammesse, e 58 in sospeso. Ad essa si sostituirà il Reg. CE 1107/2009 relativo all ’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e che abroga le direttive del Consiglio 79/117/CEE e 91/414/CEE.Il monitoraggio dei residui, negli alimenti e nell’ambiente, fa riferimento al Reg. CE 396/2005 concernente i livelli mas-simi di residui di antiparassitari nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale e alla Dir. 2000/60/CE, detta Direttiva acque, che istituisce un quadro per l ’azione comunitaria in materia di acque.La novità, con sua applicazione a partire dal gennaio 2014, sarà la Dir. 2009/128/CE che istituisce un quadro per l ’azione comunitaria ai fini dell ’utilizzo sostenibile dei pesticidi. I suoi obiettivi sono quelli di ridurre i rischi e i pericoli corre-lati all’uso dei prodotti fitosanitari; migliorare i controlli sull’ uso e la distribuzione dei prodotti fitosanitari; favorire la sostituzione di SA pericolose con sostanze più sicure o tecniche alternative anche di tipo non chimico; incenti-vare metodi che riducono l’apporto di prodotti fitosanitari (IPM), anche ricorrendo all’uso strumenti finanziari; istitu-ire un sistema trasparente di monitoraggio dei risultati con-seguiti, attraverso l’individuazione di indicatori appropriati.

Il processo di revisione sancisce che ogni SA deve essere “tutelata” da una o più aziende del settore che provvede alla presentazione di una serie di documentazioni tecniche, legali e tossicologiche atte a dimostrare l’efficacia e l’im-patto ambientale di ogni sostanza. In pratica ogni SA può presentarsi in 4 diverse situazioni:

1. Autorizzato in Europa (iscritta in Annex 1) avendo superato positivamente la fase di valutazione;

2. Revocata in Europa (esclusa dall’Annex 1) e quindi destinata ad essere ritirata dal mercato europeo;

3. Valutazione in corso (revisione in corso) per la quale cioè una o più aziende hanno fornito alla Commissio-ne Europea la documentazione necessaria per tutelare la SA e avviare la revisione;

4. Valutazione non iniziata (revisione non ancora iniziata).

Una volta che la Commissione Europea ha valutato una sostanza, si ha l’iscrizione o l’esclusione dall’Annex 1 e la successiva delega agli stati membri di definire i tempi per la revisione dei preparati commerciali o la revoca. Se la SA è autorizzata in Europa (iscritta in Annex 1), ogni pae-se deve verificare tutte le registrazioni di preparati com-merciali che la contengono e che le Aziende del settore intendono continuare a commercializzare, pubblicando in Gazzetta Ufficiale gli elenchi dei preparati revocati, per i quali cioè le Aziende non intendono procedere alla riclas-sificazione.Se la sostanza è revocata in Europa (esclusa dall’Annex 1) ogni paese procede al recepimento di tale decisione. Per tutti i preparati revocati vengono fissate:• data limite di produzione per l’Azienda che lo produce• data limite di commercializzazione sul mercato italiano• data limite di utilizzo per l’utilizzatore finale• data limite di smaltimento delle scorte

In alcuni casi ci possono essere, nel caso di SA revocate, ri-registrazioni temporanee, limitate ad uno stato membro e limitatamente a usi detti essenziali, cioè nel caso in cui non siano ancora disponibili formulati commerciali autorizzati per quella coltura.

La revisione degli agrofarmaciper una viticoltura sostenibileDaniele Eberle

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Attività Sostanza attiva Prodotto commerciale di riferimento Utilizzo sino al

insetticida ROTENONE Rotena 43 eccetto usi essenzialiinsetticida BUPROFEZIN nessun prodotto autorizzato in Italia Annex 1diserbo CICLOXIDIM Stratos Annex 1fungicida DODINA nessun prodotto autorizzato in Italia Annex 1insetticida ACRINATRINA Rufast E Flo 31-dic-12insetticida AZADIRACTINA Oikos 31-dic-12fungicida BUPIRIMATE Nimrod 250 EW 31-dic-12fungicida CIPROCONAZOLO Atemi 10 Pepite 31-dic-12fungicida DITIANON Delan 70 WG 31-dic-12acaricida EXITIAZOX Matacar FL 31-dic-12acaricida FENAZAQUIN Magister 200 SC 31-dic-12acaricida FENBUTATIN OSSIDO Torque SC 31-dic-12insetticida FENOXICARB Insegar 31-dic-12diserbo FLUAZIFOP-P-BUTILE Fusilade 31-dic-12insetticida FLUFENOXURON Cascade 50 DC 31-dic-12insetticida acaricida FLUVALINATE Matrix 100 31-dic-12diserbo ISOXABEN Gallery 31-dic-12fitormone NAA   31-dic-12diserbo OXIFLUORFEN Goal 480 SC 31-dic-12

fungicida - Insetticida POLISOLFURO DI CALCIO Calciotiol 31-dic-12

acaricida PROPARGITE Acarion EW - Omite 30 PB 31-dic-12insetticida TEBUFENOZIDE Mimic 31-dic-12insetticida BIFENTRIN Brigata Flo 30-mag-11

diserbo GLUFOSINATE AMMONIO Basta (sospeso) 30-nov-10

acaricida FENPIROZIMATE Miro (non autorizzato su vite) 24-nov-10fungicida TOLILFLUANIDE Euparen 29-set-10acaricida DICOFOL Dicofol Bayer 30-mar-10diserbo DICLOBENIL Casoron G 18-mar-10fungicida ESACONAZOLO Anvil Combi 31-dic-08insetticida FENITROTHION Fenitrocap 31-dic-08insetticida MALATHION Malathion 30 CS 31-dic-08insetticida PHOSALONE Zolone 31-dic-08insetticida TRICLORFON Larvitox 50 31-dic-08insetticida CARBARIL Carbaril 50 21-nov-08insetticida acaricida ENDOSULFAN Evolution 31-dic-07fungicida FENARIMOL Rubigan 12 31-dic-07fungicida PROCIMIDONE Sumisclex - Sialex 30-giu-07

Occhio al semaforo!A seguire l ’elenco delle SA precedentemente autorizzate su vite, attualmente revocate (escluse da Annex 1), e loro termini di utilizzo in Italia. Per le SA di prossima scadenza di utilizzo (semaforo giallo) è importante mantenersi aggiornati prima di fare scorte di difficile smaltimento o contaminare uve e mosti che altrimenti andrebbero avviati alla distruzione.

aggiornamento 14 marzo 2011

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La difesa: non solo “trattamenti”La gestione agronomica del vigneto è determinante per la sanità della vite e dell ’uva

Maurizio Gily

In un’intervista realizzata alcuni anni fa un agricoltore quasi novantenne, ma ancora gagliardo, mi raccontava che “ai suoi tempi” si facevano due trattamenti di zolfo all’anno al moscato e la vite non si ammalava, mentre oggi spesso non si riesce a controllare la malattia con mezzi ben più potenti. Non credo che questo racconto sia solo frutto della memoria instabile di un anziano. Il sig. Francesco di Mombaruzzo raccontava anche che suo padre aveva vinto un premio alla “battaglia del grano” (la grande sfida cara al Duce) coltivandolo in mezzo ai

filari, che erano più distanti di oggi. Allora questo era normale: si praticava una viticoltura promiscua più che specializzata, c’erano da soddisfare i bisogni alimentari primari della famiglia e la manodopera non mancava. Forse si può davvero spiegare una effettiva minore inci-denza di alcune malattie in quel tempo, a parità di altre condizioni, rispetto al vigneto specializzato moderno, facendo ricorso a quella che oggi chiamiamo biodiver-sità. La coltivazione dell’interfilare esercitava una com-petizione verso la vite, per acqua ed elementi nutritivi, azoto in particolare, che riduceva la vigoria e la fogliosità della vite. Quindi nella chioma entrava più sole e più vento, e il “microclima” intorno ai grappoli aveva meno ombra e meno umidità.

Il controllo del vigore

A parte le memorie antiche, è indubbio, accertato e mi-surato con mezzi moderni, come l’eccesso di vigore e di ombra all’interno della chioma di vite ne abbassi no-tevolmente le difese, predisponendola agli attacchi pa-rassitari e riducendo anche la penetrazione dei prodotti irrorati con i trattamenti: quindi esiste un doppio effetto dello squilibrio vegetativo nel favorire le malattie. Par-lare di “equilibrio del vigneto” è, dal punto di vista della qualità e sanità del prodotto, più importante che parlare di quintali per ettaro o di prodotti utilizzati.

Come posso misurare il vigore della pianta e va-lutare se è in equilibrio o squilibrata?

Ci sono alcuni strumenti molto semplici. In un classico vigneto a spalliera, con potatura a Guyot:

1. germogli doppi e femminelle. Una vite in equilibrio produce più o meno un germoglio per ogni gemma. Molto germogli doppi indicano eccesso di vigore. La produzione di molte femminelle indica, ugualmente, eccesso di vigore. I germogli doppi si possono (anzi si dovrebbero) sopprimere con la potatura verde, ma una vite in equilibrio non ne produce molti. In gene-rale non bisognerebbe contare, dopo la potatura ver-de, più di 10-12 germogli per metro di filare. Oltre ai germogli doppi andrebbero soppressi i germogli nella parte ascendente della curva del tralcio (vedi figura a fianco) che si fanno ombra reciproca, a meno di quello più prossimale al tronco (quello più basso) che può servire per il rinnovo. Per lo stesso motivo nella potatura il capo a frutto va troncato prima che arrivi a “coprire” la vite successiva.

2. spessore della parete fogliare: in linea di massima non dovrebbe superare i 40-50 centimetri. Se li su-pera c’è eccesso di vigore. La larghezza della parte dipende, tuttavia, anche dalla gestione in verde della chioma e non solo dal vigore della pianta. Quando

Schema della scacchiatura corretta dei germogli in una vite allevata a Guyot

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i germogli “spanciano” nella loro parte bassa invece di essere verticali la larghezza della parete aumenta e con essa il rischio di malattie, quindi si tratta di ri-vedere le modalità di gestione adottando metodi più efficaci di palizzamento. Pali asolati (preferibilmente metallici) e fili accoppiati traslabili sono la soluzione migliore da quanto punto di vista. è bene ricorda-re che solo le foglie al sole lavorano per la matura-zione del frutto, quelle all’ombra sono praticamen-te un “peso morto”. Quindi è del tutto inutile anzi dannoso avere, in media, più di due strati di foglie, guardando trasversalmente il filare. Questo dato si può misurare, infilando una bacchetta di traverso nel filare e contando quante foglie tocca. 50 misure ca-suali in un vigneto sono sufficienti per raccogliere un dato medio (point quadrat).

3. “finestre di luce”: in un vigneto equilibrato la parete non si presenta come una siepe continua ma con “buchi” della chioma che consentono di “vedere at-traverso” il filare. La bibliografia riporta come valori ottimali 35-40 % di vuoti (Smart e Robinson); per le caratteristiche del Moscato destinato alla produzio-ne di Asti questo valore si può considerare eccessivo, ma almeno il 15-20 % di “vuoti” è sicuramente po-sitivo. Attraverso le finestre di luce la chioma viene ventilata, e illuminata all’interno in determinate ore del giorno: l’umidità relativa al suo interno si riduce. Nella foto 1 si vedono bene, nell’ombra proiettata dalla chioma sul suolo, le “finestre di luce” .

4. Le foglie sono di media grandezza e di colore ver-de chiaro (foto 1), un verde scuro indica eccesso di azoto.

5. Dopo l’invaiatura gli apici (cioè le “punte”) dei ger-mogli e delle femminelle devono essere “fermi”: se sono ancora in crescita c’è eccesso di vigore. Le foto 2 e 3 mostrano apici in accrescimento: il viticcio supera l’ultima foglia. Se le foto 2 e 3 fossero state scattate dopo l’invaiatura indicherebbero livelli cre-scenti di vigore in eccesso.

6. Se il vostro vigneto richiede più di due interventi di ci-matura all’anno probabilmente è in eccesso di vigore e difficilmente vi produrrete uve di grande qualità.

Come posso ridurre il vigore?

Appurato che esiste uno squilibrio posso rimediare, anche se questo richiede un po’ di tempo. Gli strumen-ti principali, in una viticoltura non irrigua, sono due:

ridurre o abolire le concimazioni azotate fino al rag-giungimento del giusto equilibrio;

abolire o ridurre le lavorazioni del terreno nell’interfila (nel sottofila lavorazione e/o diserbo sono inevitabili), che, eliminando la competizione dell’erba per acqua e nutrienti, e favorendo la mineralizzazione dell’azoto, provocano effetti non troppo diversi da una concima-zione azotata. Attenzione però alla siccità estiva: un vigneto equilibrato è più resistente, un vigneto molto vigoroso va facilmente in stress idrico. Quindi bisogna raggiungere l’obiettivo per gradi e modulare gli inter-venti in base alla natura del terreno e al clima dell’an-nata. Una tecnica, per così dire, di compromesso, dif-fusa in molte aree viticole e ormai affermata anche in molti vigneti piemontesi, è quella dell’inerbimento a filari alterni, che consente un più agevole passaggio

Foto 1

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delle macchine anche in condizioni di suolo umido rispetto al “tutto lavorato”. Vale comunque il principio generale che, dove la scelta è per la lavorazione dell’in-terfila, il primo passaggio dell’anno non dovrebbe mai avvenire prima di giugno. In precedenza è preferibile sfalciare o trinciare. A proposito di trinciatura: bisogna evitare l’effetto “campo da bocce”. La trinciatura va fatta rispettando il cotico erboso, tenendo gli utensili sollevati di almeno quattro dita dal suolo utilizzando l’apposito rullo di regolazione. Diversamente si usurano inutil-mente gli organi lavoranti e le trasmissioni del trattore, e si consuma assai più gasolio, con un risultato peggiore, perché si rovina la struttura del suolo. Bisogna entrare nell’ordine di idee che l’erba non è un danno, ma un alleato.

Se riduco il vigore produrrò di meno?Non sempre, e ancor meno è detto che “guadagnerò” di meno. Premesso che le indicazioni di “vigneto in equili-brio” sopra riportate consentono comunque, con densità intorno a 4000 viti per ettaro, produzioni di 100-140 quintali per ettaro, dobbiamo considerare alcuni aspetti:

• l’eccesso di ombra riduce la fertilità delle gemme,

quindi una fogliosità eccessiva può determinare meno grappoli l’anno seguente, soprattutto sui ger-mogli posti sulle prime gemme del tralcio;

• riducendo le malattie riduco le perdite e program-mo la vendemmia con meno affanno. La sola botrite, senza che, ad un’occhiata superficiale, si vedano at-tacchi devastanti, può determinare facilmente perdi-te di peso intorno al 30% o più. Gli attacchi precoci di peronospora e oidio, favoriti dalle chiome molto “chiuse” e dalle pareti cellulari poco consistenti delle viti in eccesso di azoto, anche se bloccati da tratta-menti successivi, possono determinare perdite anche maggiori.

• Soprattutto nella seconda parte della stagione, una chioma più “aperta” può consentire il risparmio di uno o due trattamenti o la loro localizzazione solo sul “cappello”; posso utilizzare prodotti meno co-stosi; riducendo le concimazioni e le lavorazioni del suolo si risparmia; i tempi di lavoro per la gestione del verde si riducono notevolmente e così pure quelli per la potatura invernale.

• in conclusione vale il principio che “i conti si fanno alla fine”.

Foto 4 - Risultato di una fresatura primaverile. In generale è una operazione da evitare

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Foto 2 - Apice in accrescimento

Foto 3 - Apice in forte accrescimento