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Consiglio Nazionale dei Geologi 7 dicembre 2017

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Consiglio Nazionale dei Geologi

7 dicembre 2017

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7/12/2017 Agorà | Focus su risorse naturali minerarie – 7 dicembre ore 09:30 Sala dell’Istituto di Santa Maria di Aquiro – Senato della Repubblica

http://www.agoraregionelazio.com/focus-su-risorse-naturali-minerarie-7-dicembre-ore-0930-sala-dellistituto-di-santa-maria-di-aquiro-senato-della-repubblica/

Cronaca

6 Dic, 2017

Focus su risorse naturali minerarie – 7 dicembre ore 09:30 Sala dell’Istituto di Santa Maria di Aquiro –Senato della Repubblicascritto da Redazione

Giovedì 7 dicembre, dalle ore 9:30 alle 13:00, avrà luogo il Convegno “Conoscenze e prospettive nel campo delle risorse naturaliminerarie”, organizzato dalla Federazione Europea dei Geologi e dal Consiglio Nazionale dei Geologi, presso la Sala Isma dell’Istituto di SantaMaria di Aquiro del Senato della Repubblica a Roma (Piazza Capranica, 2). Due gli argomenti che saranno affrontati: da un lato la necessità diterminare l’iter legislativo del disegno di legge n.2734 “Misure urgenti per il completamento della cartografia geologica d’Italia e la microzonazionesismica” (prima firmataria è la senatrice Anitori) al fine di fornire una conoscenza del territorio completa; dall’altro si approfondirà la conoscenzadel patrimonio tecnico e culturale minerario italiano. La mancata realizzazione del Progetto Cartografia Geologica (CARG) ha posto, infatti, il

giovedì 07 dicembre 2017, 11:37:12 am

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7/12/2017 Agorà | Focus su risorse naturali minerarie – 7 dicembre ore 09:30 Sala dell’Istituto di Santa Maria di Aquiro – Senato della Repubblica

http://www.agoraregionelazio.com/focus-su-risorse-naturali-minerarie-7-dicembre-ore-0930-sala-dellistituto-di-santa-maria-di-aquiro-senato-della-repubblica/

nostro Paese in una situazione di criticità per la prevenzione dai rischi naturali, per lo sviluppo sostenibile del nostro territorio e per lavalorizzazione delle risorse naturali.

“Il convegno che nasce dalla collaborazione del Consiglio Nazionale con la Federazione europea dei geologi si prefigge loscopo di trattare il tema geologico dello studio, produzione e utilizzo delle risorse geominerarie. Il tema mediante il contributo ditecnici ed esperti sarà sviluppato, oltre che nell’ottica della conoscenza scientifica e tecnologica, anche dal punto degli sviluppiprofessionali che il mondo minerario può offrire in ambito italiano ed europeo” spiega Vincenzo Giovine, Vice Presidente delConsiglio Nazionale dei Geologi.

Il dibattito, che sarà coordinato dalla Senatrice Fabiola Anitori, svilupperà la tematica della complessa filiera delle materie primesia da un punto di vista tecnologico­innovativo sia da un punto di vista ambientale per uno sviluppo sostenibile nell’ambito diprogetti europei in corso. “Il CNG è lieto di illustrare tre progetti direttamente seguiti e sviluppati grazie ad un’attivacollaborazione con la EFG ovvero la Federazione europea dei geologi professionisti e delle loro associazioni nazionali di 25paesi Ue” afferma Gabriele Ponzoni, Segretario della Federazione Europea dei Geologi. In particolare, il Consiglio Nazionale dei Geologiillustrerà le attività che svolge e che sta promuovendo a livello nazionale nell’ambito dei tre Progetti Europei: CHPM2030, UNEXMIN e INTRAW. Ilprogetto CHPM2030 punta a sviluppare una soluzione tecnologica innovativa che possa soddisfare i fabbisogni europei strategici di energia emetalli, in un unico processo interconnesso, sfruttando le frontiere dello sviluppo delle risorse geotermiche, dell’estrazione dei minerali edell’elettro­metallurgia. Il progetto UNEXMIN si prefigge di implementare un nuovo sistema robotico dedicato all’esplorazione e alla mappaturaautonoma 3D delle miniere allagate in Europa, raccogliendo informazioni geologiche, mineralogiche e spaziali di supporto alle decisionistrategiche in campo minerario. Il progetto INTRAW ha come obiettivo la mappatura delle migliori pratiche riguardanti le materie prime,incrementando le opportunità di cooperazione con paesi non UE (Australia, Canada, Giappone, Sudafrica e Stati Uniti) in risposta alle sfideglobali. Si vuole creare un Osservatorio internazionale delle materie prime dell’Unione Europea, cioè un’infrastruttura per la gestione dellaconoscenza delle materie prime.

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7/12/2017 Convegno su conoscenze e prospettive nella risorse naturali minerarie a Roma

http://www.lopinionista.it/convegno-conoscenze-prospettive-nelle-risorse-naturali-minerarie-roma-19192.html 1/1

Convegno su conoscenze e prospettive nelle risorse naturali minerarie aRoma

Giovedì 7 dicembre 2017 dalle ore 09:30 appuntamento nella sala dell’Istituto di Santa Maria di Aquiro – Senato dellaRepubblica a Roma

ROMA – Giovedì 7 dicembre, dalle ore 9:30 alle 13:00, avrà luogo il Convegno “Conoscenze e

prospettive nel campo delle risorse naturali minerarie”, organizzato dalla Federazione Europea dei

Geologi e dal Consiglio Nazionale dei Geologi, presso la Sala Isma dell’Istituto di Santa Maria di Aquiro del

Senato della Repubblica a Roma (Piazza Capranica, 2).

Due gli argomenti che saranno affrontati: da un lato la necessità di terminare l’iter legislativo del disegno di

legge n.2734 “Misure urgenti per il completamento della cartografia geologica d’Italia e la microzonazione

sismica” (prima firmataria è la senatrice Anitori) al fine di fornire una conoscenza del territorio completa;

dall’altro si approfondirà la conoscenza del patrimonio tecnico e culturale minerario italiano. La mancata

realizzazione del Progetto Cartografia Geologica (CARG) ha posto, infatti, il nostro Paese in una situazione

di criticità per la prevenzione dai rischi naturali, per lo sviluppo sostenibile del nostro territorio e per la

valorizzazione delle risorse naturali.

“Il convegno che nasce dalla collaborazione del Consiglio Nazionale con la Federazione europea dei geologi si prefigge lo scopo di trattare il

tema geologico dello studio, produzione e utilizzo delle risorse geominerarie. Il tema mediante il contributo di tecnici ed esperti sarà

sviluppato, oltre che nell’ottica della conoscenza scientifica e tecnologica, anche dal punto degli sviluppi professionali che il mondo

minerario può offrire in ambito italiano ed europeo” spiega Vincenzo Giovine, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.

Il dibattito, che sarà coordinato dalla Senatrice Fabiola Anitori, svilupperà la tematica della complessa filiera delle materie prime sia da un

punto di vista tecnologico-innovativo sia da un punto di vista ambientale per uno sviluppo sostenibile nell’ambito di progetti europei in

corso.

“Il CNG è lieto di illustrare tre progetti direttamente seguiti e sviluppati grazie ad un’attiva collaborazione con la EFG ovvero la Federazione

europea dei geologi professionisti e delle loro associazioni nazionali di 25 paesi Ue” afferma Gabriele Ponzoni, Segretario della Federazione

Europea dei Geologi.

In particolare, il Consiglio Nazionale dei Geologi illustrerà le attività che svolge e che sta promuovendo a livello nazionale nell’ambito dei tre

Progetti Europei: CHPM2030, UNEXMIN e INTRAW. Il progetto CHPM2030 punta a sviluppare una soluzione tecnologica innovativa che

possa soddisfare i fabbisogni europei strategici di energia e metalli, in un unico processo interconnesso, sfruttando le frontiere dello

sviluppo delle risorse geotermiche, dell’estrazione dei minerali e dell’elettro­metallurgia.

Il progetto UNEXMIN si prefigge di implementare un nuovo sistema robotico dedicato all’esplorazione e alla mappatura autonoma 3D delle

miniere allagate in Europa, raccogliendo informazioni geologiche, mineralogiche e spaziali di supporto alle decisioni strategiche in campo

minerario. Il progetto INTRAW ha come obiettivo la mappatura delle migliori pratiche riguardanti le materie prime, incrementando le

opportunità di cooperazione con paesi non UE (Australia, Canada, Giappone, Sudafrica e Stati Uniti) in risposta alle sfide globali. Si vuole

creare un Osservatorio internazionale delle materie prime dell’Unione Europea, cioè un’infrastruttura per la gestione della conoscenza delle

materie prime.

Da Redazione ­ dicembre 6, 2017

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7/12/2017 Focus su risorse naturali minerarie - Radio L'Aquila 1

http://www.radiolaquila1.it/eventi/item/30884-focus-su-risorse-naturali-minerarie?tmpl=component&print=1

Mercoledì, 06 Dicembre 2017 12:46

Focus su risorse naturali minerarie

ROMA ­ Domani, giovedì 7 dicembre, dalle ore 9:30 alle 13:00, avrà luogo il Convegno "Conoscenze e prospettive nel campodelle risorse naturali minerarie", organizzato dalla Federazione Europea dei Geologi e dal Consiglio Nazionale dei Geologi,presso la Sala Isma dell'Istituto di Santa Maria di Aquiro del Senato della Repubblica a Roma (Piazza Capranica, 2). Due gliargomenti che saranno affrontati: da un lato la necessità di terminare l'iter legislativo del disegno di legge n.2734 "Misureurgenti per il completamento della cartografia geologica d'Italia e la microzonazione sismica" (prima firmataria è la senatriceAnitori) al fine di fornire una conoscenza del territorio completa; dall'altro si approfondirà la conoscenza del patrimonio tecnico eculturale minerario italiano. La mancata realizzazione del Progetto Cartografia Geologica (CARG) ha posto, infatti, il nostroPaese in una situazione di criticità per la prevenzione dai rischi naturali, per lo sviluppo sostenibile del nostro territorio e per lavalorizzazione delle risorse naturali.

"Il convegno che nasce dalla collaborazione del Consiglio Nazionale con la Federazione europea dei geologi si prefigge loscopo di trattare il tema geologico dello studio, produzione e utilizzo delle risorse geominerarie. Il tema mediante il contributo ditecnici ed esperti sarà sviluppato, oltre che nell'ottica della conoscenza scientifica e tecnologica, anche dal punto degli sviluppiprofessionali che il mondo minerario può offrire in ambito italiano ed europeo" spiega Vincenzo Giovine, Vice Presidente delConsiglio Nazionale dei Geologi.

Il dibattito, che sarà coordinato dalla Senatrice Fabiola Anitori, svilupperà la tematica della complessa filiera delle materie primesia da un punto di vista tecnologico­innovativo sia da un punto di vista ambientale per uno sviluppo sostenibile nell'ambito diprogetti europei in corso. "Il CNG è lieto di illustrare tre progetti direttamente seguiti e sviluppati grazie ad un'attivacollaborazione con la EFG ovvero la Federazione europea dei geologi professionisti e delle loro associazioni nazionali di 25paesi Ue" afferma Gabriele Ponzoni, Segretario della Federazione Europea dei Geologi. In particolare, il Consiglio Nazionaledei Geologi illustrerà le attività che svolge e che sta promuovendo a livello nazionale nell'ambito dei tre Progetti Europei:CHPM2030, UNEXMIN e INTRAW. Il progetto CHPM2030 punta a sviluppare una soluzione tecnologica innovativa che possasoddisfare i fabbisogni europei strategici di energia e metalli, in un unico processo interconnesso, sfruttando le frontiere dellosviluppo delle risorse geotermiche, dell'estrazione dei minerali e dell'elettro­metallurgia. Il progetto UNEXMIN si prefigge diimplementare un nuovo sistema robotico dedicato all'esplorazione e alla mappatura autonoma 3D delle miniere allagate inEuropa, raccogliendo informazioni geologiche, mineralogiche e spaziali di supporto alle decisioni strategiche in campominerario. Il progetto INTRAW ha come obiettivo la mappatura delle migliori pratiche riguardanti le materie prime,incrementando le opportunità di cooperazione con paesi non UE (Australia, Canada, Giappone, Sudafrica e Stati Uniti) inrisposta alle sfide globali. Si vuole creare un Osservatorio internazionale delle materie prime dell'Unione Europea, cioèun'infrastruttura per la gestione della conoscenza delle materie prime.

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Quotidiano

Ordine Nazionale Geologi

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VULCANI

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Ecenomy

Economia del mare

) quasi

un1

agenda per i I Governo ,

Tre ministeri rappresentati

alla tavola rotonda che ha

concluso l'assemblea Alis: Mise,

Ambiente e Istruzione. Mattioli

(Confitarma): «Quando si lavora

in team si arriva al successo»

a strategia energetica naziona­

le appena approvata dal gover-

<< no riserva alla logistica un capi­

tolo importante per gli obiettivi sfidanti che

l'Europa ci indica», dice Ernesto Somma, capo

di gabinetto del Ministero per lo Sviluppo eco­

nomico, e subito la tavola rotonda gestita da

Bruno Vespa che segue la relazione di Guido

Grimaldi all'assemblea Alis, assume i contor­

ni di un'agenda degli impegni delle istituzioni

per il settore. Barbara Degani, sottosegretaria

all'Ambiente, riconosce l'importanza «dell'in-

frastrulturazione che deve procedere nel ri­

spetto dell'ecosistema. Anche per questo, il

governo ha inserito nel decreto collegato alla

Data 12-2017

Pagina 35

Foglio 1

tutti i paesi europei che l'hanno istituiti rie­

scono a competere nel mondo». E «fare squa­

dra», ricorda il presidente di Confimea Rober-

legge di bilancio l'obbligo dei criteri minimi ' to Nardella, «significa portare le imprese ad

ambientali». E il sottosegretario all'Istruzione

Gabriele Toccafondi conferma la linea dell'al­

ternanza scuola-lavoro, molto cara a tutte le

allargare i loro mercati». Cznnministratore de­

legato della Banca per il Mezzogiorno Bernar­

do M,1ttarella conferma la disponibilità a fi-

nanziare le buone idee imprese, tra cui pri­

missime quelle della

logistica: «Abbiamo

iniziato, non clobbia-

PER IL RAPPRESENTANTE DEGLI

ARMATORI ITALIANI «IL REGISTRO

INTERNAZIONALE E LA TONNAGE TAX

VANNO MANTENUTI PER COMPETERE»

d'impresa, e Guido

Grimaldi "schiaccia":

«Grazie a Mattarella

se finanzia le imprese mo fermarci: 1'81 %

dei ragazzi ha trovato un lavoro coerente al

suo titolo studio, dobbiamo avere dei percorsi

post-diplom;:i professionalizzanti,,.

Il presidente cli Confitarma, Mario Mattioli,

conferma la linea del "fare sistema": «Quando

si lavora in team si arriva al successo. Il regi­

stro internazionale e la tonnage tax vanno

mantenuti, derivano da una scelta europea,

virtuose, spina dorsale del Paese. E al governo

voglio chiedere due cose: al sottosegretario

all'.Ambiente, cli aiutare la logistica moderna

nel suo impegno di abbattere le emissioni.

Al sottosegretario all'Istruzione, di aiutare i

nostri ragazzi a coronare i loro sogni. Meglio

qualche ragioniere in meno e qualche marina­

io o quJlche addetto alla logistica in più».

35 Ect;J

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

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1.400

1.200

1.000

_ECONOMIA

RISPARMIO POTENZIALE ANNUO DI UNA FAMIGLIA MEDIA ITALIANA conseguibile con sconti-tessera legati a contratti luce e gas

Data 07-12-2017

Pagina 20

Foglio 1

Spesa minima annua Luce e Gas euro 1.528

Alimentari, igiene personale

e domestica

800 sul mercato libero (quote acquisti riferite ai pesi del paniere lstat 2017 + sconto fornitura).

Weekend, viaggi, eventi,

tempo libero

600

400

200

Piccoli elettrodornestici, piccoli utensili e accessori vari Carburante

Libri, riviste,

Parchegg!o caii'. Biglietti • noleggio digitale

ereì auto

Prodotti e trattamenti di bellezza

Fonte. Elaborazione No1msma Energia su dati dì operatori dì mercato

ene a? Conviene davvero Tabarelli (Nomisma stima risparmi fino a 1.200 euro all'anno. Ma boccia la <<compravendita» di clienti all'asta.

al 1 ° luglio 2019 il mercato dell'energia sarà totalmente liberalizzato. Dopo un iter durato oltre due anni, il 29 agosto è entrata in vigore la legge Con­correnza che sancisce la fine del Servizio di maggior tutela sul

mercato elettrico e del Servizio di tutela sul mercato gas. Circa 20 milioni di clienti dovranno scegliere il fornitore di energia. li ministero dello Sviluppo economico dovrà adottare entro il prossimo 29 aprile un decreto per definire le misure neces­sarie al superamento del regime tutelato e all'ingresso nel mercato dei clienti finali. «Le liberalizzazioni sono sempre utili al raggiungimento di una maggiore concorrenza, se guardiamo a settori come i carburanti o la telefonia si è sempre assistito a un calo dei prezzi e a impor­tanti risparmi» osserva Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, che ha appena concluso lo studio Mercato elettri­

co e del gas. fine della tutela e benetìci del­

le liberalizzazioni. «Nell'energia già oggi i clienti più attenti che utilizzano il web o che riescono a sfruttare le carte vantaggio di fidelizzazione, possono arrivare a un risparmio di 1.222 euro l'anno, circa l '80

20 Panorama : 7 dicembre 2017

per cento della bolletta media di gas e

elettricità, un valore in netto migliora­mento rispetto al passato». Allora perché sono ancora così tanti i clienti che non hanno scelto il mercato libero? Per diverse ragioni, come la complessità delle bollette o la fiducia del fornitore storico, occorre una maggiore informa­zione e un ruolo attivo delle associazioni dei consumatori. È molto importante il fatto che la legge Concorrenza preveda l'istituzione presso il ministero dell'elen­co dei soggetti abilitati alla vendita di energia elettrica a clienti finali, che devono avere i requisiti tecnici, finanziari e di onorabilità per l'iscrizione all'Albo; questo salvaguarda il sistema da compor­tamenti opportunistici dei trader egarantisce una sana dinamica concor­renziale. Come aiutare chi non avrà scelto entro il l O luglio 2019? Puntando su strumenti già disponibili e sviluppati dal regolato­re come il Trova offene (che consente di paragonare le offerte), la Tutela simile e le offerte Placet,

offerte "ibride", con prezzi stabiliti dal fornitore a condizioni contrattuali definite dall'Autorità, per accompagnare i clienti verso il mercato libero. Si continua a parlare di aste, lei è favorevole? Le aste sono uno strumento che va benissimo se parliamo di beni e servizi. Per le aste per "lotti dì consumatori elettrici" si tratterebbe invece di "compra­vendita" di clienti. Il che sarebbe una contraddizione perché annullerebbe la possibilità di scelta del consumatore, che diventerebbe invece oggetto passivo, il contrario di quello che dovrebbe diventare con le liberalizzazioni. Oltretutto per un numero dì consumatori molto elevato le aste sarebbero molto complesse da realizzare. Dobbiamo spingere il consumatore a scegliere

liberamente e non limitare la sua propensione a cambiare.

RIPf-10DUZIONE RiSERVATA

Davide Tabarellì, presidente di Nomisma Energia.

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

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7/12/2017 Post-terremoto, equo compenso, autostrade: Dl Fiscale in Gazzetta, tutte le norme per l'edilizia

http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AE2IGROD/0 1/6

07 Dic 2017

Post-terremoto, equo compenso, autostrade:Dl Fiscale in Gazzetta, tutte le norme perl'ediliziaAlessandro Arona, Massimo Frontera, Giuseppe Latour

Accelerazione della ricostruzione post-terremoto in Centro Italia, con il superamento del"monopolio" di Invitalia nella pubblicazione delle gare, le trattative private nelle opere pubblichesottosoglia, la Cila per le riparazione di alloggi con danni lievi, anche se su parti strutturali. Ilpacchetto terremoto è quello più corposo, tra le materie di interesse di «Edilizia e Territorio» neldecreto fiscale andato ieri in Gazzetta (Decreto-legge 16 ottobre 2017, n. 148, coordinato con lalegge di conversione 4 dicembre 2017, n. 172, pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» n. .284 del 5dicembre 2017). Ma troviamo anche l'introduzione dell'equo compenso per tutti i professionisti,il fondo progettazione per gli enti locali, l'affidamento in house delle autostradale A22 e A4Venezia-Trieste, l'estensione dello Split Payment alle società controllate dalla Pa. Vediamo, in ordine di articoli, una guida alle norme di interesse per l'edilizia.

INCASSI DA ONERI EDILIZI E SANZIONI ANCHE ALLA PROGETTAZIONE (articolo 1-bis)

L'articolo aggiunge alle destinazioni normativamente previste dei proventi dei titoli abilitativiedilizi e delle sanzioni in materia edilizia anche le spese di progettazione per opere pubbliche. In precedenza, l'articolo 1, comma 460 della legge di bilancio 2017 (legge n. 232 del 2016),prevedeva che i proventi dei titoli abilitativi edilizi e delle sanzioni in questione siano destinatiesclusivamente e senza vincoli temporali alle seguenti finalità: - realizzazione e manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere di urbanizzazione primariae secondaria;- risanamento di complessi edilizi compresi nei centri storici e nelle periferie degradate;- interventi di riuso e di rigenerazione;- interventi di demolizione di costruzioni abusive;- acquisizione e realizzazione di aree verdi destinate a uso pubblico;- interventi di tutela e riqualificazione dell'ambiente e del paesaggio, anche ai fini dellaprevenzione e della mitigazione del rischio idrogeologico e sismico e della tutela eriqualificazione del patrimonio rurale pubblico;- interventi volti a favorire l'insediamento di attività di agricoltura nell'ambito urbano.

Ora si aggiungono anche le spese di progettazione per opere pubbliche.

RICOSTRUZIONE DEL CENTRO ITALIA (ARTICOLO 2-BIS)

Riparazione edifici con lievi danni/1. Basta la Cila Basta la Cila per segnalare ai Comuni (in deroga al testo unico edilizia) l'avvio della riparazione

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7/12/2017 Post-terremoto, equo compenso, autostrade: Dl Fiscale in Gazzetta, tutte le norme per l'edilizia

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di immobili con lievi danni. La regola vale sia per gli edifici inagibili in base alla scheda Aedes,sia per quelli non utilizzabili in base alla scheda Fast. La regola vale anche nel caso in cuil'intervento riguardi parti strutturali dell'edificio. Viene elevato da 30 a 60 giorni il termine (a partire dall'avvio dei lavori) entro cui i promotoridevono presentare la documentazione, che non sia stata già allegata alla comunicazione di avviodei lavori di riparazione o ripristino, e che sia comunque necessaria per il rilasciodell'autorizzazione paesaggistica, del titolo abilitativo edilizio e dell'autorizzazione sismica.

Riparazione edifici con lievi danni/2. Termine "tombale" del 30 aprile 2018 Si cerca anche di chiudere definitivamente la partita della riparazione degli edifici con dannilievi. L'emendamento introduce una sorta di scadenza "tombale" per chi ha già avviato ilcantiere: la consegna delle carte (agli uffici speciali) va fatta entro il 30 aprile 2018.Eventualmente, il commissario di governo potrà posticipare, con ordinanza, la scadenza al 31luglio 2018 ma non oltre. Per chi non riesce a rispettare il termine scatta l'inammissibilità alcontributo dei lavori e perde anche il contributo di autonoma sistemazione.

Scheda Aedes. Scadenza "tombale" al 31 marzo 2018, con penalità Entro il 31 marzo 2018 si vuole chiudere anche la partita delle schede Aedes. Il professionista chenon rispetta il nuovo termine definitivo viene cancellato dall'elenco dei professionisti, perde ilsuo compenso e scatta l'inammissibilità al contributo per l'immobile interessato.

Regolarizzazione temporanea delle abitazioni d'emergenza Entro il 31 gennaio 2018 si potrà richiedere al comune del proprio territorio - con Cilaccompagnata da perizia asseverata - la regolarizzazione temporanea dell'alloggio realizzato aseguito dell'inagibilità della propria abitazione a causa del terremoto. La regolarizzazione èpossibile a patto che l'intervento sia compatibile con il Piano regolatore e i piani paesaggistici.Se l'edificio ha le caratteristiche di «un'opera precaria e facilmente amovibile» non è richiesta laconformità urbanistica e paesaggistica. Una volta rispristinato il proprio alloggio distrutto odanneggiato, l'alloggio d'emergenza va smantellato. La presentazione dell'istanza comporta lacancellazione di tutte le sanzioni eventualmente emesse a carico dell'autore dell'intervento, maanche la perdita del contributo di autonoma sistemazione eventualmente assegnato, salvo chel'immobile temporaneo realizzato non sia ancora utilizzabile per abitarci.

Immobili danneggiati anche dal sisma dell'Abruzzo Per eliminare la sovrapposizione delle procedure nel caso di danni su immobili già danneggiatidal sisma del 2009 in Abruzzo, si stabilisce che, nel caso non siano stati ultimati i lavori, laprocedura da seguire dipenda dal maggiore importo causato dal terremoto. I criteri per stabilirela parte prevalente del danno dovranno essere definiti con ordinanza commissariale.

Procedure Immobili scolastici, sanitari e di culto gestiti da privati stralciate dallaricostruzione pubblica Dal "canale" delle procedure riservate alla ricostruzione pubblica vengono stralciate alcuni tipidi immobili. Si tratta di interventi relativi a scuole paritarie e asili privati, strutture sanitarie esocio sanitarie private e edifici tutelati appartenenti a enti ecclesiastici civilmente riconosciuti .Questa categorie vengono ricondotte nell'alveo delle procedure relative alla ricostruzioneprivata.

PIANO "DEL COMMISSARIO" CON AFFIDAMENTI A TRATTATIVA PRIVATA Il Commissario di governo si riserva una corsia preferenziale per realizzare le opere pubblichepiù urgenti, selezionate all'interno dell'elenco stilato dalle Regioni. Per le opere con importo di

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7/12/2017 Post-terremoto, equo compenso, autostrade: Dl Fiscale in Gazzetta, tutte le norme per l'edilizia

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lavori fino alla soglia comunitaria - cioè fino 5,22 milioni di euro, sarà possibile assegnarel'appalto con procedura negoziata. Invece della pubblicazione del bando si potrà invitare almenocinque imprese a presentare l'offerta, assicurando un criterio di rotazione.

Decentramento appalti: più centrali di committenza e soggetti attuatori Si allarga e si potenzia il perimetro dei soggetti attuatori, cioè delle stazioni appaltanti. LeRegioni, che già operano come soggetti attuatori attraverso gli uffici speciali della ricostruzione,potranno farlo anche direttamente pubblicando gare di lavori, servizi e forniture attraverso lerispettive centrali acquisti regionali. Confermato il ruolo di Mit e Mibact come soggettoattuatore. A questi si aggiungono l'Agenzia del Demanio e le diocesi, per interventi su immobilidi rispettiva pertinenza. Si supera così il "monopolio" di Invitalia come centrale unica dicommittenza. Non solo. Le Regioni, relativamente agli interventi nei loro territori, potrannoulteriormente delegare ai comuni la funzione di soggetto attuatore.

Conferenza permanente e Conferenze regionali potranno approvare progetti Alla Conferenza permanente e alle Conferenze regionali si conferisce il potere di approvare iprogetti predisposti dai soggetti attuatori e, in coerenza con il piano delle opere pubbliche e ilpiano dei beni culturali, dai Comuni, dalle unioni dei Comuni, dalle unioni montane e dalleProvince.

Controllo dell'Anac, entrano anche le Regioni I quattro presidenti di regione (in qualità di vicecommissari) vengono maggiormente coinvoltinel tema dei controlli in capo all'Anac. Più in particolare saranno coinvolti negli accordi perdisciplinare le modalità e gli interventi oggetto delle verifiche sugli interventi della ricostruzionepubblica.

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SPLIT PAYMENT ESTESO A TUTTE LO SOCIETÀ DELLA PA (ARTICOLO 3) Il meccanismo della scissione dei pagamenti dell'Iva sull'acquisto di beni e servizi vieneulteriormente esteso, a partire dal primo gennaio 2018. In aggiunta a tutte le pubblicheamministrazioni che già lo applicano (amministrazioni statali, enti territoriali, università,aziende sanitarie e società controllate dallo Stato) anche ai seguenti soggetti: enti pubblicieconomici nazionali, regionali e locali; fondazioni partecipate da amministrazioni pubbliche;società controllate direttamente o indirettamente da qualsiasi tipo di amministrazione pubblica;società partecipate per almeno il 70% da qualsiasi amministrazione pubblica o societàcomunque assoggettata allo split payment.

AUTOBRENNERO E AUTOVIE, IN HOUSE SBLOCCATO (ART. 13-BIS) La norma sblocca l'affidamento diretto senza gara (in house) delle autostrade A22 (Modena-Brennero) e A4 Venezia-Trieste (più A28 Portogruaro-Pordenone e raccordo Villesse-Gorizia).Entrambe le concessioni ad Autobrennero e Autovie Venete (società controllate dalle Regioni egli enti locali interessati, la prima all'86% la seconda all'80% circa) sono scadute, e l'accordo peril riaffidamento in house (senza gara) a società pubbliche locali (al 100% pubbliche) era già statofirmato nel gennaio 2016 tra il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e i presidenti delleRegioni e Province autonome interessate. Ma la procedura si era impantanata, e ora serve unanorma di legge per renderla efficace. Restava però da risolvere il nodo dell'«in house orizzontale». L'ente concedente è infatti ilministero delle Infrastrutture, ma le due società sono degli enti locali. A quasi due anni dal

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protocollo con le Regioni è emerso che per far questo serve una norma di legge. L'emendamentostabilicse infatti che «le convenzioni di concessione» per la gestione delle due tratte autostradali«hanno durata trentennale, sono stipulate dal Ministero delle Infrastrutture» con le regioni e glienti locali che hanno sottoscritto » i protocolli di intesa del 14 gennaio 2016, e i quali «potrannoanche avvalersi di società in house, esistenti o appositamente costituite, nel cui capitale nonfigurino privati». (Per ulteriori dettagli si veda il servizio)

A RETE FERROVIARIA ITALIANA 420 MILIONI DI EURO IN PIÙ (ART. 15) Senza modifiche rispetto al testo originario del decreto legge, l'articolo 15 stabilisce che «Èautorizzata la spesa di 420 milioni di euro per l'anno 2017 per il finanziamento del contratto diprogramma - parte investimenti 2017- 2021 tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ela società Rete ferroviaria italiana (RFI) Spa». Non si tratta però di nuovi finanziamenti, ma in sostanza una partita voluta dalla Ragioneriadello Stato per motivi di finanza pubblica. Si anticipano 420 milioni per il 2017, se ne tolgono1.000 nel 2018 con la legge di bilancio, e con la stessa (in approvazione) si reintegrano i 580milioni mancanti dal 2019. Rfi fa sapere che non dovrebbero esserci problemi di cassa, e anchese fosse troverebbero il modo per farsi finanziare con debito a breve.

PROGRAMMA DI RFI, PROCEDURA PIÙ VELOCE PER GLI AGGIORNAMENTI (ART. 15COMMA 1-BIS) Modificando l'articolo 1 della legge 14 luglio 1993 n. 238, la norma semplifica l'iter diapprovazione del contratto di programma tra ministero delle Infrastrutture e Rfi, che come notosi trascina per mesi e mesi tra delibera Cipe, pareri delle commissioni parlamentari competenti,firma, decreto Mit-Mef, corfte dei Conti. La modifica non è sconvolgente: si stabilisce che per gliaggiornamenti annuali non serve più il parere parlamentare, basta una informativa fatta dalMinistro delle Infrastrutture, a meno che l'aggiornamento comporti modifiche sostanziali, cioètali da essere superiori al 15% dell'importo totale del programma o di singoli programmi oprogetti di intervento. C'è inoltre una norma che affida al ministro delle Infrastrutture, in attesa del Dpp previsto dalCodice appalti, il compito di definire «la strategia di sviluppo dell'infrastruttura ferroviaria», daindicare all'interno dell'Allegato Infrastrutture al Def.

SICUREZZA FERROVIE REGIONALI (ARTICOLO 15 TER) Le ferrovie regionali isolate, da luglio del 2019, passano sotto la competenza dell'Agenzianazionale per la sicurezza ferroviaria. La misura riguarda 28 linee isolate dalla rete ferroviarianazionale. Di queste, sette sono a scartamento normale (quindi, teoricamente compatibili con glistandard della rete nazionale) e le rimanenti ventuno a scartamento ridotto. Complessivamente,coprono una lunghezza di 1.654 chilometri. Poco più di mille chilometri svolgono servizio di Tple circa 450 servizio turistico. Sul resto dei binari (180 chilometri) la circolazione è sospesa. Lagran parte di queste linee è a binario singolo (1.500 chilometri), il resto è a binario doppio. Lavelocità media di circolazione è di 63 chilometri orari, con minimi di 15 chilometri orari e puntedi 100. Al momento, queste linee sono le uniche ad essere escluse dalla competenza dell'Agenzianazionale per la sicurezza ferroviaria. E questo comporta un monitoraggio meno stringente deiloro standard di sicurezza. Il Mit, allora, nei mesi scorsi aveva già annunciato la volontà diallargare le competenze dell'Ansf. Questa misura si lega agli investimenti già programmati dalministero. Nel Dpcm investimenti, che attribuisce circa 21 miliardi al Mit, sono stati, infatti,accantonati 398 milioni di euro da dedicare proprio a questi binari. Perché si traducano incantieri è necessario un decreto ministeriale che dovrà stabilire il riparto delle risorse e, subito

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dopo, la sottoscrizione di una serie di convenzioni con le Regioni.

INTERVENTI DI EMERGENZA PER STRADE SUL PO (art. 15-quater) L'articolo 15-quater, introdotto dal Senato, reca una autorizzazione di spesa nei limiti di 35milioni di euro per il 2017 con la finalità di realizzare gli interventi di emergenza per la messa insicurezza delle infrastrutture stradali provinciali di connessione insistenti sul fiume Po.

ALTRI FONDI PER LA BONIFICA DI BAGNOLI (art. 17) L'art. 17 dispone l'assegnazione al Soggetto attuatore, ai fini della continuazione degli interventidel programma di bonifica ambientale e di rigenerazione urbana dell'area di rilevante interessenazionale nel comprensorio di Bagnoli-Coroglio, di 27 milioni di euro per l'anno 2017. La relazione illustrativa al decreto-legge affermava che in previsione della piena attuazione dellariqualificazione del comprensorio di Bagnoli-Coroglio, mediante l'indizione di una gara europeaper l'esecuzione degli interventi di bonifica nel 2018, il Soggetto Attuatore necessita di unulteriore finanziamento, articolato in due tranche, finalizzato a definire gli interventipropedeutici al completamento della bonifica e della rigenerazione urbana. Si riferisce che lerisorse per il 2017 occorrono per "l'urgente completamento della definizione degli interventi cheverranno realizzati nell'anno successivo". L'art. 17 prevede poi il trasferimento al Comune di Matera di 3 milioni di euro per l'anno 2017per interventi urgenti di bonifica ambientale e rigenerazione urbana strumentali ocomplementari agli interventi urgenti previsti per la città di Matera designata ''Capitale europeadella cultura 2019'' (comma 2).

FONDO PROGETTAZIONE (ARTICOLO 17 QUATER) DEI COMUNI Nasce dalle ceneri del vecchio fondo progettazione per gli enti locali un nuovo plafond, dedicatoalla messa in sicurezza degli edifici pubblici e al contrasto del dissesto idrogeologico, con unadotazione più ricca di venti milioni di euro. E una procedura completamente rinnovata pereffettuare le richieste, a partire dal 2018. Il decreto fiscale prevede che "al fine di favorire gliinvestimenti, sono assegnati ai Comuni" contributi soggetti a rendicontazione a copertura dellespese di progettazione definitiva ed esecutiva, relativa ad interventi di opere pubbliche, nellimite di 5 milioni di euro per l'anno 2017. Fin qui l'emendamento ricalca la manovrina che,però, viene profondamente innovata a partire dal 2018. Per il prossimo anno e il 2019, infatti, potranno accedere al bonus anche i sindaci delle zone arischio sismico 2, sempre "per spese di progettazione definitiva ed esecutiva", ma stavolta"relativa ad interventi di miglioramento e di adeguamento antisismico di immobili pubblici emessa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico". Il limite, rispetto agli stanziamentigià effettuati, viene incrementato di 20 milioni, tra il 2018 e il 2019. Di conseguenza il fondo inquestione viene ribattezzato come "fondo per la progettazione definitiva ed esecutiva nelle zonea rischio sismico e per la messa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico".

EQUO COMPENSO PER TUTTI I PROFESSIONISTI (art. 19-quaterdecies) L'equo compenso entra nel decreto fiscale seguendo un'accezione parecchio ampia: siapplicherà a tutti i rapporti di lavoro autonomo e anche agli incarichi affidati dalla Pa. Laclamorosa novità ha preso forma quando la commissione Bilancio del Senato ha votato unemendamento che, in primo luogo, riprendeva le previsioni stralciate dalla legge di Bilancio.Quindi, nuove tutele per le prestazioni rese dagli avvocati nei confronti di banche, assicurazionie grandi imprese. I senatori, però, sono andati oltre, perché le regole fissate per gli avvocati sono

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applicabili anche, "in quanto compatibili", a tutti i rapporti di lavoro autonomo e alle prestazionirese alla Pa. Per le professioni ordinistiche il riferimento per quantificare la retribuzione proporzionataarriverà dai parametri definiti dai decreti del ministero della Giustizia.

Si veda il servizio di approfondimento

FONDI IMMOBILIARI (ART 19-SEPTIES) L'Agenzia del demanio potrà assegnare agli enti pubblici anche territoriali gli immobili conferitiai fondi comuni di investimento immobiliare (Fondo immobili pubblici-FIP e Fondo PatrimonioUno-FP1), sempre che non siano ritenuti necessari per soddisfare le esigenze istituzionali delleamministrazioni dello stato statali. La norma ha una validità limitata al 31 dicembre 2019 per ilFondo immobili pubblici e al 31 dicembre 2020 per il Fondo Patrimonio Uno

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7/12/2017 Dl Fiscale/2, focus: l’equo compenso per gli Ordini è basato sui parametri

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07 Dic 2017

Dl Fiscale/2, focus: l’equo compenso per gliOrdini è basato sui parametriGiuliano Fonderico

La norma sull’equo compenso - in vigore da ieri - non era presente nel decreto legge 148/2017,convertito con la legge 172. Al primo passaggio al Senato del Ddl, era stata inizialmenteintrodotta solo per gli avvocati.

Il tema è stato in ogni caso dibattuto per tutto l’iter di approvazione. Al Senato c’eranoemendamenti per costruire due regimi, distinti per professioni regolamentate e non. AllaCamera, gli emendamenti avevano proposto estensioni puntuali, ad esempio per i mediatori eper gli autotrasportatori.

Il testo approvato ha mantenuto l’idea del doppio binario emersa dal dibattito parlamentare eper certi versi inevitabile, se si tiene conto della diversità di discipline applicabili. Da un lato, lenorme si applicano agli avvocati, qualunque sia la forma in cui esercitano la professione:individuale, associazione professionale o società di professionisti. Le attività coperte dal dirittoall’equo compenso sono solo quelle riservate alla professione forense, vale a dire la difesa neigiudizi e negli arbitrati rituali, la consulenza stragiudiziale quando connessa all’attivitàgiurisdizionale. Dall’altro lato, il testo finale ha esteso la disciplina, «per quanto compatibile» aiprofessionisti considerati dalla legge 81/2017, il cosiddetto Jobs act del lavoro autonomo. Inrealtà, questa legge rinvia a sua volta al lavoro autonomo del Codice civile, nozione molto ampiache non ha necessariamente contenuto intellettuale. Essa richiede solo la presenza di uncontratto d’opera o di servizio da svolgere con lavoro proprio e senza vincoli di subordinazione.Rimane così il dubbio se il rinvio includa tutti i prestatori d’opera – nel caso, anche quelli cheapplicano contratti “tipici” (ad esempio i mediatori) – o solo quelli intellettuali, iscritti o meno inordini e collegi. Il Jobs act, inoltre, tiene fuori i “piccoli imprenditori” che, sempre secondo lanozione civilistica, alla prestazione del lavoro proprio aggiungono un’organizzazione di mezzi.Anche qui occorrerà capire se l’esclusione rilevi per l’equo compenso.

La tutela dell’equo compenso e contro le clausole vessatorie si applica nei confronti dicommittenti “forti”, banche, assicurazioni, imprese non ricomprese nel concetto comunitario diPmi e, da ultimo, la pubblica ammnistrazione.

L’estensione della tutela dell’equo compenso a tutte le professioni, apparentemente lineare, celadiversità significative che vanno al di là della clausola di compatibilità inserita dal legislatore. Gliavvocati, in primo luogo, beneficiano dell’equo compenso anche quando operano in formeorganizzate, a prescindere che gli si possa attribuire o meno la qualità di impresa. Per le altreprofessioni, applicando l’esclusione prevista dal Jobs act l’esercizio in forme imprenditorialidovrebbe essere sufficiente a negare il diritto. Le differenze più significative riguardano però ilcontenuto della tutela. Gli avvocati, per valutare l’equità del compenso, potranno appellarsi ai“parametri” individuati in base alla loro legge professionale, che normalmente dovrebberoessere applicabili solo in mancanza di accordo tra le parti e nelle liquidazioni delle spese di

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7/12/2017 Dl Fiscale/2, focus: l’equo compenso per gli Ordini è basato sui parametri

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giudizio. Gli altri professionisti dovranno invece fare riferimento ai “parametri” adottati inapplicazione del Dl 1/2012 di liberalizzazione, lo stesso che ha abolito le tariffe professionali. Almomento, questo decreto copre solo professioni in vario modo regolamentate, ad esempiocommercialisti, notai e professionisti tecnici. Occorrerà dunque integrarlo con altri parametri,con tutta la difficoltà di farlo per il mondo eterogeneo delle professioni non regolamentate. Perqueste, si dovrà forse ricorrere a un qualche criterio residuale o all’applicazione analogica. Ilrischio, in definitiva, è che per alcuni professionisti il compenso sia più “equo” che per altri.

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7/12/2017 Abusi, l'istanza di accertamento non elimina l'ordinanza di demolizione

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07 Dic 2017

Abusi, l'istanza di accertamento non eliminal'ordinanza di demolizioneA cura della redazione PlusPlus24 Diritto

Abusi edilizi - Sanatoria - Istanza di accertamento di conformità - Ex art. 36 dpr n. 380 del2001 - Presentazione - Effetti - Illegittimità e inefficacia dell'ordinanza di demolizionepregressa - Non sussiste - Divieto di applicazione analogica della normativa sui condoni -Diniego per silentium.

In caso di abuso edilizio, la sanatoria richiesta mediante istanza di accertamento di conformitàex art.36, TU edilizia non determina né l'illegittimità né l'inefficacia dell'ordinanza didemolizione emessa dal comune. Per il principio di legalità la proposizione di tale istanza nonincide sugli effetti dei provvedimenti comunali in precedenza emanati. Infatti, nell'inesistenzadi un'apposita norma di legge, è assolutamente inapplicabile in via analogica la norma di cui allalegge n. 47 del 1985 (trasfusa nelle leggi del 1994 e del 2003 che la hanno richiamata), secondocui la presentazione della domanda di condono comporta la sospensione dei procedimentiamministrativi e dei giudizi aventi per oggetto l'immobile per il quale fosse stata presentata lamedesima domanda (di condono). Al massimo l'stanza di accertamento di conformità, sepresentata prima dell'acquisizione gratuita al patrimonio comunale dell'opera abusiva,determina esclusivamente l'avvio del procedimento di accertamento, ferma restandol'applicabilità dell'art. 36, comma 3, sulla formazione del rigetto (dell'istanza) per silentium.

Consiglio di stato, sez. 6, sentenza del 4 dicembre 2017, n. 5654

Abusi edilizi - Sanatoria - Accertamento di conformità - Ex art. 36 dpr n. 380 del 2001 -Presentazione dell'istanza - Diniego di sanatoria - Presentazione oltre i termini ex art. 31,comma 3, DPR n. 380 del 2001 - Acquisizione ope legis del Comune - Difetto di legittimazionedel precedente proprietario - Sussiste.

Scaduto il termine di cui all'art. 31, comma 3, del t. u. n. 380 del 2001, scatta l'effetto acquisitivoope legis delle opere abusive al patrimonio comunale, e ciò rende perfettamente legittimo ildiniego di sanatoria, ovvero l'istanza di accertamento di conformità dell'abuso alla normativaedilizia ex art. 36 del d.P.R. n. 380/2001, a causa del difetto di legittimazione a presentarel'istanza, addotta dal Comune sulla base dell'avvenuto trasferimento in proprio favore dellaproprietà dei beni a seguito dell'inottemperanza alle sue ordinanze di demolizione.

Consiglio di stato, sez. 6, sentenza del 23 novembre 2017, n. 5471

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7/12/2017 Abusi, l'istanza di accertamento non elimina l'ordinanza di demolizione

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Abusi edilizi - Sanatoria - Accertamento di conformità - Ex art. 36 dpr n. 380 del 2001 -Presentazione - Effetti - Illegittimità e inefficacia dell'ordinanza di demolizione pregressa -Non sussiste - Mera sospensione del provvedimento demolitorio - Riacquisto efficacia in casodi rigetto dell'istanza

La giurisprudenza più recente ha precisato che la presentazione di una istanza di sanatoria exart. 36 D.P.R. 380/2011 non rende inefficace il provvedimento sanzionatorio pregresso; non vi èdunque una automatica necessità per l'amministrazione di adottare, se del caso, un nuovoprovvedimento di demolizione. La domanda di accertamento di conformità determina unarresto dell'efficacia dell'ordine di demolizione, ma tale inefficacia opera in termini di merasospensione. In caso di rigetto dell'istanza di sanatoria, l'ordine di demolizione riacquista la suaefficacia.

Consiglio di stato, sez. 6, sentenza del 20 novembre 2017, n. 5327

Abusi edilizi - Sanatoria - Accertamento di conformità - Ex art. 36 dpr n. 380 del 2001 -Diniego di sanatoria - Difetto di motivazione - Non sussiste - Provvedimento di caratterevincolato.

Il procedimento per la verifica di conformità ex art. 36 TUE sfocia in un provvedimento dicarattere assolutamente vincolato, il quale non necessita di nessun altra motivazione oltre aquella relativa alla corrispondenza dell'opera abusiva alle prescrizioni urbanistico edilizie e aquelle recate da normative speciali in ambito sanitario, paesaggistico etc..

Consiglio di stato, sez. 6, sentenza del 23 ottobre 2017, n. 4864

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7/12/2017 Tetti e terrazzi alberati: cresce nelle città il «verde pensile», e migliora ambiente e bollette

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07 Dic 2017

Tetti e terrazzi alberati: cresce nelle città il«verde pensile», e migliora ambiente ebolletteMaria Chiara Voci

Raggiungendo un terrazzo, per un aperitivo o una riunione di lavoro. Salendo e scendendo lescale di un palazzo. Calpestando il tetto di un edificio ipogeo. La percezione del fenomeno non èancora a fuoco, ma il verde pensile sta crescendo nelle “fessure” delle nostre città. E starecuperando piccole o medie superfici, sparse fra la trama del costruito. Con effetti importanti.Innanzitutto sull’ambiente: la riduzione di emissioni di anidride carbonica, il filtraggio dellepolveri nell’aria, il miglioramento del microclima, la prevenzione di allagamenti per pioggeimprovvise. In secondo luogo, su chi vive gli immobili: meno inquinati, più isolati a livellotermico e acustico. Non ultimo, sul portafoglio, perché l’inserimento di un tetto verde aumenta(secondo le stime delle aziende di settore) anche del 15% il valore iniziale dell’immobile;permette di tagliare le spese di riscaldamento e raffreddamento, con un risparmio che incidefino al 30% in bolletta; aumenta la durata della struttura, visto che gli strati impermeabili sonoprotetti dall’escursione termica, dal gelo, dai raggi UV e da danneggiamenti meccanici.

Le possibilità di applicazione non mancano e sono spinte anche dagli incentivi fiscali: ladetrazione del 65% per chi fa interventi di risparmio energetico e anche (novità del 2018) ilnuovo bonus proposto nella prossima Finanziaria che copre il 36% delle spese fino a 5mila europer chi ripristina aree verdi private. Per ciò che riguarda “la forma”, oggi si va ben oltre ilclassico giardino inserito su un terrazzo. La tecnologia ha fatto passi da gigante e le piantericoprono i tetti (piani o spioventi), si arrampicano sulle pareti, entrano nei salotti. Fino a mele,pere, pomodori e zucchine che si coltivano in cucina o nell’orto di condominio, sopra lacopertura piana di un palazzo, che per l’occasione diventa anche uno spazio di condivisione.

Due le macro tipologie di coperture proposte: quelle intensive, con spessore di terreno oltre ilmetro, in cui si possono piantare anche alberi da frutta. O quelle estensive, ricoperte da pochicentimetri di terriccio (o da materiali che ne fanno le veci) e adatte a essere installate anche supareti e spioventi. In genere, piantumate con sedum, un insieme di varie specie di piante grasse,molto resistenti, sono dotate di fitte reti di radici ottime per trattenere il terreno e richiedonopoca manutenzione La prima verifica da fare per intervenire sul costruito è quella (essenziale)sulla portata di una copertura o di un terrazzo. Il costo cambia in funzione dei casi: si va 70 euroa metro quadrato per fare solo prato verde, tra 100 e 120 euro a metro quadrato per prato verdee piccole piante, circa 200 euro a metro quadrato per prato verde e arbusti. La spesa media perun condominio si aggira intorno ai 30 mila euro, ma al lordo delle detrazioni fiscali e deirisparmi ottenibili.

Gli esempli di casi concreti (e misurati anche nei risultati a distanza di anni) non mancano. Frale prime a crederci, alcune aziende come la triestina Harpo, che dalla Provincia di Bari a

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7/12/2017 Tetti e terrazzi alberati: cresce nelle città il «verde pensile», e migliora ambiente e bollette

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Benevento fino a Collegno, in provincia di Torino, ha installato verde sulle coperture di garage osui tetti di palazzi anche di più piani. Di recente, ha preso parte al progetto Habitami, promossoda Legambiente e dal Comune di Milano per la rigenerazione energetica dei condomini. Cosìanche la Daku Italia o l’altoatesina Climagrün che da anni promuove quelli che chiama “edificivivi” e ha lavorato – fra gli altri progetti – per la copertura di una parte degli insediamenti delquartiere residenziale pubblico Casanova di Bolzano o per insediamenti produttivi come lanuova sede Salewa. Attivi anche i progettisti. Stefano Boeri (il famoso architetto del BoscoVerticale) nella propria visione di Milano, città leader della Forestazione urbana nel 2030,guarda al verde pensile come una risorsa da affiancare alla riconversione di veri parchi equartieri.

Piuarch ha lanciato (oltre a proposte internazionali) la suggestione di un belvedere verde sultetto di Porta Nuova a Milano: lo studio, insieme al paesaggista Corneliu Gavrila, ha trasformatogià dal 2015 i 300 metri quadrati del tetto di un palazzo a Brera in un Orto fra i cortili, dovecrescono verdure e piante officinali. A Torino, l'associazione OrtiAlti, fondata da due architetti(Elena Carmagnani ed Emanuela Saporito), è partita dal tetto della Fonderia Ozanam (oggiedificio comunale, dato in gestione a una cooperativa e ad alcune associazioni che lavorano nelsociale) per lanciare una rete di orti di comunità. Fra le installazioni, davanti al piazzale di Eatalya Lingotto di Torino, è stato proposto un orto (installato da Harpo) che segue le stagioni e, conl’arrivo dell’autunno, si è trasformato in Vigne-TO, il primo vigneto urbano del Quartiere NizzaMillefonti.

Le verdure, infine, si coltivano anche in casa. Fra i più recenti sistemi per la coltivazione indoor,è prossimo al debutto quello lanciato da Living Farming Tree. Sviluppato dalla startup italianaHexagro Urban Farming, consente la crescita di piante in serra con la coltivazione aeroponica,senza l’utilizzo di terra o qualsiasi aggregato di sostegno.La prima installazione, adottata dalgruppo Accor Hotels, sarà presentata il 14 dicembre al Novotel Milano Ca' Granda.

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Terremoto centro Italia: 40 milioni per il ripristino della viabilità nei centri del cratere 07/12/2017

Un investimento complessivo di 40 milioni di euro - finanziati con fondi statali - destinati alla realizzazione di 65 interventi di ripristino della viabilità provinciale e comunale nei centri del cratere sismico 2016-17.

Il piano (che rappresenta il terzo stralcio del programma, che ha visto altri due momenti nei mesi scorsi) è stato illustrato questa mattina a Pescara dal presidente della giunta regionale Luciano D'Alfonso, che ha sottolineato come tutti i lavori saranno gestiti direttamente dall'Anas, nonostante riguardino strade di non diretta competenza dell'ente. Una scelta legata soprattutto alle difficoltà che le Province potrebbero incontrare nella gestione degli iter burocratici delle opere.

"Questo - ha sottolineato il presidente - perché l'Anas ha al suo interno una expertise che ci consentirà di accelerare la procedimentalizzazione del programma, riducendo i tempi per l'apertura dei cantieri e l'esecuzione dei lavori, così da garantire il ripristino della fruibilità di arterie fondamentali per la vita e l'economia delle aree colpite dal terremoto".

Nel dettaglio i finanziamenti riguardano la viabilità di Teramo (10 milioni 519mila), Capitignano (960mila euro), Vicoli (577mila), Sant'Eufemia a Maiella (517mila), Castiglione a Casauria (2 milioni 219mila), Roccamorice (2 milioni 663mila), Colledara (un milione 554mila), Cortino (2 milioni 722mila), Tossicia (un milione 219mila), Campli (2 milioni 367mila), Isola del Gran Sasso (37mila), Torricella Sicura (3 milioni 934mila), Civitella del Tronto (3 milioni 19mila), Sant'Omero (503mila), Bellante (666mila), Cellino Attanasio (192mila), Castel Castagna (3 milioni 546mila), Atri (un milione 35mila).

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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OK su riparto a Comuni colpiti da sisma 2016 del minor gettito IMU e Tasi per l’anno in corso 07/12/2017

Al via il riparto concernente il rimborso ai Comuni del minor gettito dell’Imu e della Tasi per l’anno 2017, derivante dall’esenzione per i fabbricati ubicati nelle zone colpite dagli eventi sismici del 2016. E’ quanto è stato deciso oggi (n.r.d. ieri p.c.l.) in sede di Conferenza Stato Città.

Il provvedimento ripartisce a titolo di ulteriore acconto parte delle somme previste dal dl 189 a ristoro dei mancati gettiti 2017 (seconda rata) pari a circa 16,3 mln. di euro e riguarda i 138 Comuni. L'assegnazione è nella forma dell’anticipazione in acconto, in attesa di poter quantificare con precisione il gettito perduto per i danneggiamenti provocati dal sisma dai ritardi nei pagamenti dovuti alla sospensione prevista dalla legge.

Accordo anche sul provvedimento che ripartisce le somme rese disponibili dall’articolo 13 del dl 78/2015 per il ristoro del gettito IMU-Tasi 2017 dovuto alle esenzioni per inagibilità degli immobili danneggiati dal sisma del 2012 (Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto), in concomitanza con il prolungamento del periodo di stato di emergenza (e della connessa esenzione IMU-Tasi), il cui termine è attualmente fissato al 31 dicembre 2017, con

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probabile prolungamento fino al 2018. L’assegnazione è pari a circa 16,2 mln. di euro e riguarda 83 enti.

Via libera anche all’utilizzo dell’accantonamento sul Fondo di solidarietà comunale per l’anno 2017 per circa 6 mln di euro da ripartirsi come arretrati di FSC dovuti ad un totale di 22 Comuni, a seguito della rettifica delle stime dei gettiti IMU-Tasi, le cui imprecisioni avevano determinato minori assegnazioni del Fondo.

Tra gli altri punti discussi e sui quali l’Associazione dei Comuni ha espresso parere favorevole: l’integrazione del contributo compensativo pari a 580mila euro comprensivi degli arretrati 2016, per alcuni Comuni, dei minori introiti a seguito della rideterminazione delle rendite catastali degli immobili appartenenti ai gruppi catastali D ed E e la ripartizione per l’anno 2017 di 500mila euro non assegnati a valere sul Fondo per i contenziosi connessi a sentenze esecutive relative a calamità naturali o cedimenti sui Comuni aventi diritto, a seguito della rettifica in diminuzione dell’assegnazione inizialmente determinata in eccesso a favore di un ente richiedente.

Infine, Anci ha condiviso la Comunicazione del Ministero dell’Istruzione relativa allo stanziamento di 10 milioni di euro, per l’anno scolastico 2017/2018, per sussidi didattici per le istituzioni scolastiche che accolgono alunne e alunni, studentesse e studenti con abilità diversa.

A cura di Ufficio Stampa Anci

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BIM BUM BAM: L’allegra storia del BIM 07/12/2017

L’1 dicembre il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha firmato il cosiddetto "Decreto BIM" previsto all’articolo 23, comma 13 del Codice dei contratti di cui al D.Lgs. n. 50/2016 e mentre restiamo in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale non possiamo fare a meno di raccontarne la storia partendo dalla legge delega n. 11/2016.

Nell’articolo 1, comma 1, lettera oo) della legge 28 gennaio 2016, n. 11 era precisato che il Governo avrebbe dovuto adottare un nuovo codice dei contratti nel rispetto, tra l’altro, della valorizzazione della fase progettuale negli appalti pubblici e nei contratti di concessione di lavori con la promozione della qualità architettonica e tecnico-funzionale, anche attraverso lo strumento dei concorsi di progettazione e il progressivo uso di metodi e strumenti elettronici specifici, quali quelli di modellazione elettronica e informativa per l'edilizia e le infrastrutture.

In riferimento a tale previsione, nel comma 13 dell’articolo 23 del D.Lgs. n. 50/2016fu precisato che le stazioni appaltanti avrebbero potuto chiedere, in taluni casi, l’uso di tali metodi e strumenti elettronici e che il Ministero delle Infrastrutture, anche avvalendosi di una commissione, avrebbe dovuto predisporre un decreto per la definizione delle modalità e dei tempi di progressiva introduzione dell’obbligatorietà dei suddetti metodi.

La Commissione composta da rappresentanti delle amministrazioni pubbliche e del mondo accademico fu istituita con decreto del MIT n. 242 del 15 luglio 2016 e, successivamente, integrata da un rappresentante della rete nazionale delle professioni dell’area tecnico-scientifica con decreto del MIT n. 297 del 31 agosto 2016.

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La Commissione dopo aver predisposto il testo del decreto, a distanza di quasi un anno dall’istituzione, lo ha posto in consultazione pubblica dal 19 giugno 2017 al 3 luglio 2017.

Sui 9 articoli del provvedimento posti in consultazione sono state inserite oltre 150 osservazioni (vedi) ma sembra che il testo del provvedimento che è stato firmato dal Ministro Delrio (per lo meno quello in circolazione) non abbia tenuto conto di nessuna di dette osservazioni.

Il Ministero aveva, invece, precisato che i risultati della consultazione pubblica on line sarebbero stati presi in considerazione dal MIT nella stesura del documento definitivo del decreto, sentiti AgID e ANAC mentre il testo del provvedimento non ci risulta sia stato sottoposto al parere del Consiglio di Stato anche se lo stesso fornisce pareri circa la regolarità e la legittimità, il merito e la convenienza degli atti amministrativi dei singoli ministeri ed il parere è obbligatorio nel caso di emanazione di atti normativi del Governo o dei singoli ministeri.

Questa è l’allegra storia di un provvedimento per il quale è possibile segnalare, tra l’altro, quanto segue:

1. in tutto il decreto si parla di "metodi e strumenti elettronici specifici", come se sifacesse riferimento a qualcosa di chiaramente normato, senza però citare l’unicanorma tecnica nazionale specifica sul BIM e cioè la UNI 11337 (Gestione digitaledei processi informativi delle costruzioni) già pubblicata dal 30 gennaio 2017;

2. la definizione dei “lavori complessi” di cui alla lettera e), comma 1, articolo 2 ètroppo lunga e bizantina e, quindi, interpretabile in maniera del tutto soggettiva;

3. il termine non oneroso, riportato all’alinea del comma 1 dell’articolo 3 non è consonoalla pubblica amministrazione che non può richiedere prestazioni a titolo gratuito e,quindi, non può chiedere formazione gratuita;

4. non esiste un sistema sanzionatorio nel caso che non venga applicato il decreto e,quindi, anche dopo le scadenze previste all’articolo 6, le stazioni appaltanti potrannofare quel che vogliono;

5. alla lettera b), comma 1, articolo 6 occorrerebbe precisare che si tratta di euro;6. nell’articolo 7 si parla, genericamente, di capitolato mentre sarebbe opportuno che,

per limitare i contenziosi successivi alle aggiudicazioni, la norma indichi deicontenuti minimi affinché il capitolato si possa qualificare come tale utilizzando laUNI 11337-6 e dal Pas 1192-2:2013, pubblicate dall'ente di normazione ingleseBritish Standard Institution;

7. anche, in questo decreto, all’articolo 8, comma 1 si parla di una commissione dimonitoraggio “con il compito di monitorare gli esiti, le difficoltà incontrate dallestazioni appaltanti in fase di applicazione del presente decreto, nonché diindividuare misure correttive per il loro superamento” dimenticandosi della cabinadi regia istituita dall’articolo 213, comma 2 del Codice dei contratti.

Ricordiamo, per ultimo che:

• l'articolo 1 del decreto ricorda il presupposto contenuto nell'articolo 23, comma 13del decreto legislativo del 18 aprile 2016, n.50 (e s.m.i.) che investe le stazioniappaltanti e le amministrazioni concedenti della progressiva introduzione della

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obbligatorietà dei metodi e degli strumenti elettronici (per la modellazione e per la gestione informativa);

• l'articolo 2 del decreto introduce la definizione, inedita per il codice dei contrattipubblici, di ambiente di condivisione dei dati, definendolo come un ecosistemadigitale in cui i dati strutturati principalmente attraverso il modello informativo sono,qualora possibile, prodotti, raccolti e condivisi in base a criteri contrattuali, a principîgiuridici sulla tutela della proprietà intellettuale e a dispositivi di protezione dellasicurezza dei dati;

• l'articolo 3 del decreto pone una serie di vincoli cogenti alla adozione dellamodellazione e della gestione informativa da parte delle stazioni appaltanti e delleamministrazioni concedenti che si riassumono nella definizione di un programmaformativo e nella redazione di un piano di investimento inerente agli strumenti dimodellazione e di gestione informativa;

• l'articolo 4 del decreto regola le condizioni di produzione e di fruizione dei modelliinformativi anche attraverso formati neutri e interoperabili, riconosciutiinternazionalmente al fine di non condizionare la modellazione e la gestioneinformativa al ricorso a predeterminati formati proprietari;

• l'articolo 5 del decreto, nel rispetto dell'adempimento delle condizioni previsteall'articolo 3, ribadisce la necessità di ottemperare al vincolo prestabilito all'articolo 3per adottare e richiedere metodi e strumenti di modellazione e gestione informativa;

• l'articolo 6 del decreto fissa le scadenze temporali dell'obbligatorietà sulla scortadegli intervalli di importi posti a base di gara e della sussistenza della naturadi complessità dei lavori;

• l'articolo 7 del decreto rappresenta il nucleo fondante del provvedimento, in quantoattribuisce alla stazione appaltante oppure alla amministrazione concedente il ruolodi agente determinante del procedimento in materia di modellazione e di gestioneinformativa attraverso la redazione del capitolato informativo che indica i contenutiinformativi dettagliati attesi e la loro progressione, finalizzati alle fasi successive allaprogettazione, cioè la esecuzione dei lavori, le attività di manutenzione e, più ingenerale, la gestione dell'opera e delle attività in essa ospitate, a seconda dellediverse specificità contrattuali;

• l'articolo 8 del decreto, che contempla l'istituzione di una commissione dimonitoraggio, evidenzia la opportunità di tenere sotto osservazione le dinamicheevolutive della digitalizzazione e della gestione informativa, oltre che di formularecriteri di indirizzo e misure operative a supporto degli operatori della domandapubblica e dell'offerta privata.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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Bozza di decreto sul BIM

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Autorizzazione edilizia illegittima e Risarcimento danni: nuova sentenza del Consiglio di Stato 07/12/2017

È legittima la domanda risarcitoria nei confronti di un’Amministrazione che ha rilasciato un titolo autorizzatorio illegittimo.

Lo ha chiarito il Consiglio di Stato con la Sentenza 24 novembre 2017,n. 5475 che ha accolto il ricorso presentato per la riforma di una sentenza di primo grado con cui è stato rigettato il ricorso proposto per il risarcimento del danno conseguente al rilascio di autorizzazione edilizia riconosciuta illegittima, alla successiva inerzia nell’adozione dei provvedimenti repressivi sino al successivo rilascio del condono edilizio.

I fatti La vicenda riguarda il rilascio di un'autorizzazione edilizia per realizzare sul lastrico solare una tettoia in legno con copertura a canniccio, annullata con sentenza di primo grado e a cui era seguita la concessione edilizia in sanatoria ex D.L. n. 269/2003, convertito nella legge n. 326/2003.

Con ricorso in primo grado è stata proposta domanda risarcitoria nei confronti del Comune in relazione al danno conseguente alla diminuzione di valore del proprio immobile per

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compromissione della veduta panoramica sul lido e sul mare, conseguente alla realizzazione della tettoia. Ricorso in primo grado che è stato rigettato dal Tribunale Amministrativo Regionale e a cui è seguito ricorso al Consiglio di Stato.

La sentenza del Consiglio di Stato Come indicato da Palazzo Spada, la domanda risarcitoria proposta nei confronti dell’Amministrazione comunale riguarda l’esclusione o comunque la grave limitazione della veduta in relazione alla erezione della tettoia, quindi petitum e causa petendi diversa e non coperta dal giudicato civile.

Secondo i giudici del Consiglio di Stato, nessun rilievo può assumere la circostanza che i titoli edilizi sono rilasciati salvi i diritti dei terzi, che quindi possano agire a propria tutela in sede civile o in sede amministrativa. Tale “clausola” di salvezza non può ritenersi esonerativa da responsabilità dell’Amministrazione secondo i principi generali, quanto la stessa, con comportamenti commissivi o omissivi (e nella specie prima commissivi, mediante il rilascio del titolo edilizio, e quindi omissivi, attraverso l’omessa attivazione dei poteri di autotutela repressiva) ha concorso a cagionare la lesione del diritto dominicale. Non può poi sostenersi che il fatto colposo del danneggiato, concorrente alla produzione dell’evento lesivo (e quindi semmai alla riduzione del risarcimento e non già all’esclusione della responsabilità), possa individuarsi nell’omessa impugnativa della successiva concessione in sanatoria, ricollegata alla realizzazione del manufatto in base a titolo illegittimo e alla mancata adozione di misure repressive dopo l’annullamento giurisdizionale, ossia a fatti riferibili precipuamente all’Amministrazione.

La domanda risarcitoria risulta, dunque, fondata e ai fini della liquidazione del danno occorre disporre verificazione in ordine alla diminuzione di valore dell’immobile conseguente alla esclusione e/o limitazione della servitù di veduta.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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Sentenza Consiglio di Stato 24 novembre 2017,n. 5475

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In vigore l’equo compenso, stop ai bandi da 1 euro? diPaolaMammarella

Pubblicata la legge di conversione del Decreto Fiscale. Le Amministrazioni si impegneranno a garantire il principio per le prestazioni dei professionisti

07/12/2017 - Con la pubblicazione della legge di conversione del decreto fiscale in Gazzetta Ufficiale, sono entrate in vigore le norme sull’equo compenso per tutti i professionisti. Da questo momento dovrebbero scomparire i bandi a un euro e tutte le formulazioni in cui di fatto si chiede al progettista di lavorare gratis.

Vediamo perché.

Equo compenso nel Decreto Fiscale La legge considera equo il compenso determinato in maniera proporzionale alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, nonché al contenuto e alle caratteristiche della prestazione. Valutazioni che devono essere fatte sulla base

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del Nuovo Decreto Parametri bis.

La norma inoltre considera vessatorie le clausole, anche qualora siano state oggetto di trattativa e approvazione, che: - consentono al cliente di modificare unilateralmente le condizioni del contratto;- attribuiscono al cliente la facoltà di rifiutare la stipulazione in forma scritta deglielementi essenziali del contratto;- attribuiscono al cliente la facoltà di pretendere prestazioni aggiuntive a titologratuito;- prevedono le spese della controversia a carico del professionista;- prevedano la rinuncia al rimborso delle spese direttamente connesse allaprestazione dell'attività professionale oggetto della convenzione;- prevedano termini di pagamento superiori a sessanta giorni dalla data diricevimento da parte del cliente della fattura.

Durante l'iter di approvazione della legge, l'Antitrust ha dato parere negativo all'equo compenso, considerandolo contrario ai principi concorrenziali. Il Parlamento ha però ignorato il parere, approvando la misura.

Codice Appalti e compenso dei professionisti Le norme appena entrate in vigore ribadiscono princìpi giù sanciti dalla normativa vigente: il Codice Appalti (D.lgs. 50/2016) stabilisce che i corrispettivi a base di gara debbano obbligatoriamente essere quantificati in base al decreto Parametri. Nonostante ciò, molte Amministrazioni hanno continuato a prevedere compensi simbolici nei bandi per l’affidamento di incarichi di progettazione. Perché?

Gli obblighi della PA per l’equo compenso Il decreto fiscale fa un passo in più e, oltre a prevedere l'obbligo dell'equo compenso, prevede che “la pubblica amministrazione, in attuazione dei principi di trasparenza, buon andamento ed efficacia delle proprie attività, garantisce il principio dell'equo compenso in relazione alle prestazioni rese dai professionisti”.

Questo dovrebbe bloccare il fenomeno dei bandi a un euro. A meno che il

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principio dell’equo compenso non venga interpretato diversamente. Ma vediamo da dove nasce e come si è sviluppata la lotta per l'equo compenso. I casi 'Catanzaro' e 'Solarino' Gli addetti ai lavori segnalano spesso i bandi che non rispettano l’obbligo del Decreto Parametri. Alcuni di questi sono diventati particolarmente famosi per il feroce botta e risposta tra Amministrazione, professionisti e sistema giudiziario. Nel 2016 il Comune di Catanzaro bandisce una gara per la redazione di un piano strutturale. Compenso previsto: un euro. Alla bagarre delle proteste si oppongono due voci. Da una parte il Consiglio di Stato, che chiude la questione affermando che la mancanza di guadagno economico è compensata dal ritorno di immagine per il vincitore. Dall’altra lo stesso Comune di Catanzaro, che nella scelta, guidata anche dalle carenze finanziarie, vede vantaggi per tutta la comunità. La giustificazione della mancanza di un compenso si basa sulla sottile distinzione tra utilità finanziaria ed economica. Per i giudici, nel bando non manca l’utilità economica, ma solo quella finanziaria perché “l’utilità economica si sposta su leciti elementi immateriali inerenti il fatto stesso del divenire ed apparire esecutore dell’incarico”. Questo fa sì che il contratto eventualmente stipulato tra Comune e professionista si qualifichi “a titolo oneroso”. Dopo che la sentenza del Consiglio di Stato ha sdoganato il ricorso ai bandi a un euro, il Comune di Solarino (SR) ha pubblicato due bandi per la progettazione (definitiva ed esecutiva) e la direzione lavori di interventi di efficientamento energetico di due plessi scolastici, prevedendo un importo a base d’asta per la direzione lavori quantificato in base al DM 17 giugno 2016 e quantificando l’importo per la progettazione pari ad 1 euro. Il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo I bandi hanno suscitato lo sdegno dei professionisti. Il Consiglio Nazionale degli Architetti (CNAPPC) si è appellato alla Corte Europea dei Diritti

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dell’Uomoper contestare la sentenza del Consiglio di Stato con cui è stata aperta la strada alle gare senza compenso.

Nel ricorso, il CNAPPC ha sottolineato che un bando che prevede compensi pari ad un euro non ha spazio nell'ordinamento, essendo tale circostanza vietata sia dalla normativa comunitaria che da quella italiana.

I professionisti: ‘l’equo compenso è un diritto’ Lo scorso 30 novembre migliaia di professionisti si sono riuniti al Teatro Brancaccio di Roma nella manifestazione “L’equo compenso è un diritto” organizzata dalla Rete delle Professioni Tecniche (RPT) e dal Comitato Unitario delle Professioni (CUP). Durante l’evento è stata presentata una ricerca del Centro Studi CNI che ha smentito la tesi secondo la quale l'equo compenso danneggerebbe la concorrenza e i giovani professionisti. La ricerca ha evidenziato, al contrario, che negli ultimi anni il reddito dei professionisti tecnici è diminuito e che a farne le spese sono stati soprattutto giovani e donne, categorie che possono trarre vantaggi dal riconoscimento dell'equo compenso.

In arrivo modifiche con la Legge di Bilancio 2018 Durante la manifestazione, il presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia (PD) ha affermato che l'approvazione della norma sull'equo compenso nel decreto fiscale è solo il punto di inizio, non di arrivo, per il riconoscimento del valore sociale ed economico delle prestazioni professionali. A suo avviso sull'equo compenso è ancora possibile lavorare per evitare interpretazioni diverse. Per questo ha annunciato la presentazione alla Camera di emendamenti al disegno di legge di Bilancio 2018 che interverranno su crediti iva dei professionisti, modificheranno il testo in base ai parametri e metteranno bene in evidenza il rapporto con la Pa.

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Edilizia scolastica, 400 milioni di euro per ristrutturazioni e nuove costruzioni diAlessandraMarra

La Legge di Bilancio 2018 attribuisce spazi finanziari per interventi già avviati o con progetto esecutivo. Domande dal 9 gennaio

07/12/2017 – Gli enti locali potranno contare su 900 milioni di euro di spazi finanziari, di cui 400 milioni di euro destinati ad interventi di edilizia scolastica.

La misura è contenuta nella bozza di Legge di Bilancio 2018 e, salvo eventuali possibili modifiche che potrebbero intervenire nei successivi passaggi parlamentari, dà il via libera alle risorse per l’annualità 2018.

Edilizia scolastica: come accedere agli spazi finanziari In una nota la struttura di missione Italiasicura fa sapere che gli spazi finanziari devono essere richiesti dal 9 gennaio 2018 e fino al 20 gennaio 2018, con le stesse modalità dello scorso anno, tramite procedura on line che sarà accessibile sul sito web http://italiasicura.governo.it/.

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L’accreditamento per gli Enti sarà disponibile dal 21 dicembre, e comunque, successivamente alla approvazione della Legge di Bilancio; gli enti già accreditati alla piattaforma monitoraggio.anagrafeedilizia.it manterranno le credenziali acquisite in precedenza.

La Struttura di missione, sulla base dei criteri prioritari indicati nella norma, comunicherà entro il 15 febbraio 2018 gli spazi finanziari da attribuire a ciascun ente locale.

Scuole: gli interventi prioritari Nell’attribuzione degli spazi finanziari sarà dato il seguente ordine di priorità: - interventi di edilizia scolastica già avviati;- interventi di nuova costruzione di edifici scolastici o di adeguamento antisismicodegli edifici esistenti per i quali l’ente disponga del progetto esecutivo redatto evalidato in conformità alla normativa vigente, completo del CUP e delcronoprogramma aggiornato della spesa e delle opere, che non abbiano ancorapubblicato il bando alla data della richiesta di spazi finanziari;- interventi di edilizia scolastica per i quali l’ente disponga del progettoesecutivo redatto e validato in conformità alla normativa vigente, completo delCUP e del cronoprogramma aggiornato della spesa e delle opere, che non abbianoancora pubblicato il bando di gara alla data della richiesta di spazi finanziari;- interventi di nuova costruzione di edifici scolastici o di adeguamento antisismicodegli edifici esistenti per i quali l’ente disponga del progetto definitivo,completo del CUP;- altri interventi di edilizia scolastica per i quali l’ente disponga del progettodefinitivo, completo del CUP;- ulteriori tipologie di interventi di edilizia scolastica, con progettazione menosviluppata.

Per ogni edificio scolastico si potrà inserire una sola scheda di richiesta, facendo riferimento ad un progetto unitario e non ad una serie frammentata di interventi. Potranno essere richiesti spazi riferiti a diversi edifici scolastici (in questo caso vale la compilazione di più schede).

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Resto al Sud, ecco come accedere agli incentivi diPaolaMammarella

Finanziamenti fino a 50mila euro per i singoli e a 200mila euro per le società. Domande dal 15 gennaio 2018

07/12/2017 – È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DM 174/2017, che spiega come ottenere gli incentivi della misura “Resto al Sud” introdotti dalla legge “Mezzogiorno” per agevolare i progetti imprenditoriali presentati da giovani dai 18 ai 35 anni.

L’incentivo funzionerà a sportello, utilizzando il sito internet di Invitalia, fino ad esaurimento delle risorse stanziate, pari a 1,25 miliardi di euro.

Resto al Sud, chi può accedere agli incentivi Possono presentare domanda i giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni, residenti nelle Regioni del Sud o che trasferiscono la residenza al Sud entro 60 giorni dalla presentazione della domanda (120 giorni se residenti all’estero).

I richiedenti non devono risultare già titolari di attività di impresa né essere titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato presso un altro soggetto.

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Al momento della presentazione della domanda, i richiedenti devono risultare già costituiti come impresa individuale o società, incluse le cooperative. In alternativa è possibile costituirsi entro 60 giorni dalla presentazione della domanda (120 giorni se residenti all’estero) dalla data di comunicazione dell’esito positivo dell’istruttoria.

Nelle società sono ammessi soci senza i requisiti di età e residenza previsti, purchè il loro numero non sia superiore ad un terzo.

Spese ammissibili e contributo massimo Sono agevolabili le spese per la realizzazione di opere edili relative a interventi di ristrutturazione e/o manutenzione straordinaria connessa all'attività del soggetto beneficiario nel limite massimo del 30% del programma di spesa, le spese per l’acquisto di macchinari, impianti ed attrezzature nuovi di fabbrica, programmi informatici e tecnologie ICT e quelle per la gestione del capitale circolante.

Non sono ammesse le spese per l’acquisizione in locazione finanziaria, acquisto con contratto chiavi in mano, sostituzione impianti e macchinari, acquisto beni strumentali usati e le spese inferiori a 500 euro.

Ogni richiedente ammesso alla misura “Resto al Sud” riceve un finanziamento fino ad un massimo di 50mila euro. Per le società, l’importo massimo è pari a 50mila euro per ciascun soggetto richiedente, fino ad un ammontare massimo complessivo di 200mila euro.

Il finanziamento copre il 100% delle spese ammissibili e consiste in: - un contributo a fondo perduto del 35% dell’investimento complessivo;- un finanziamento bancario del 65% dell’investimento complessivo da rimborsarein 8 anni, garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi delfinanziamento sono integralmente coperti da un contributo in conto interessi.

L’apertura delle domande sarà fissata con un decreto del capo Dipartimento del Ministero per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno. Nei giorni scorsi Domenico Arcuri, Amministratore delegato di Invitalia, ha annunciato che l’apertura sarà fissata al 15 gennaio 2018.

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CTU: la corretta richiesta del rimborso spese Matteo Peppucci 07/12/2017

Cassazione: il rimborso delle spese della CTU anticipate da una parte nel corso di un giudizio deve essere richiesto nell'ambito dello stesso procedimento, non essendo possibile procedere con la richiesta in un separato giudizio

Attenzione a richiedere il rimborso spese della consulenza tecnica d'ufficio in un giudizio separato rispetto a quello di 'riferimento', perché si rischia di non 'vederlo mai'.

E' questa la principale indicazione fornita ordinanza n. 27758/2017 dello Corte di Cassazione, con la quale si è stabilito che "in materia di liquidazione dei compensi al c.t.u., poiché tanto il provvedimento di anticipazione quanto quello di liquidazione finale emesso a conclusione del giudizio fanno parte del processo in cui questi è nominato, la parte che ha anticipato il compenso non può promuovere un separato giudizio per il recupero delle somme a lui spettanti, ma è tenuta a far valere le proprie ragioni nella stessa sede, eventualmente chiedendo al giudice anche il rimborso delle spese sostenute per sollecitare, nei confronti delle altre parti, la restituzione della quota a lui spettante".

Per gli ermellini, che nel caso di specie si sono occupati di un giudizio svoltosi innanzi al Giudice di Pace, promosso contro una compagnia di assicurazioni, dove veniva disposta una consulenza tecnica d'ufficio e l'acconto riconosciuto al consulente veniva posto provvisoriamente a carico di tutte le parti in via solidale:

- le vicende relative alla liquidazione dei compensi al CTU fanno parte del processo in cui questiè nominato, pertanto il ricorrente avrebbe potuto (e dovuto) attendere che il giudizio si concludesseformulando in quella sede non solo il rimborso dell'anticipo versato, ma anche la restituzione delleulteriori spese sostenute per sollecitare, nei confronti delle altre parti, la restituzione della quota a luispettante. Qualora la richiesta della somma anticipata per sollecitare il rimborso non fosse stataaccolta nel provvedimento finale di liquidazione delle spese, avrebbe potuto impugnarla con l'appello;per questo, l'aver intrapreso un diverso e separato giudizio per chiedere il rimborso di quantoanticipato e delle spese legali necessarie per il recupero (lettera raccomandata), senza attendere laconclusione del primo giudizio e che il Giudice stabilisse a carico di chi quell'onere dovesse essereposto in via definitiva, configura un indebito frazionamento del credito con sostanziale abusodello strumento processuale.

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Distanze in edilizia: ecco come si calcolano. Il metodo lineare Matteo Peppucci INGENIO 07/12/2017

Tar Veneto: le distanze tra fabbricati non si misurano in modo radiale, come avviene per le distanze rispetto alle vedute, ma in modo lineare, perpendicolare ed ortogonale

Il Tar Veneto, con sentenza 1063/2017 del 27 novembre, ha rimarcato il principio secondo il quale, poiché lo scopo perseguito dal legislatore è quello di evitare intercapedini dannose, le distanze tra fabbricati non si misurano in modo radiale, come avviene per le distanze rispetto alle vedute, ma in modo lineare, perpendicolare ed ortogonale (ex pluribus cfr. Cassazione civile, sez. II, 7 aprile 2005, n. 72859) e la relativa disciplina non trova pertanto applicazione "quando i fabbricati sono disposti ad angolo e non hanno fra loro pareti contrastanti perché ciò che rileva è la distanza fra opposte pareti".

Nel caso di specie, era stato impugnato un rilascio di permesso di costruire con diverse censure, tra le quali la violazione dell'art. 9 del DM 9 aprile 1968, n. 1444, "perché non viene rispettata la distanza di 10 m da una porzione del portico delle ricorrenti che deve considerarsi come parete finestrata".

Secondo i giudici amministrativi, il motivo è infondato, poiché come controdedotto dalla controinteressata, senza replica sul punto da parte delle ricorrenti, dalla documentazione versata in atti e, in particolare, "dalla tavola 6 del progetto (cfr. doc. 9 allegato alle difese della controinteressata nell’elenco documenti depositato in giudizio l’11 novembre 2016), l'edificio in progetto in realtà rispetta la distanza di 10 m, perché la porzione del muro che secondo le ricorrenti viola le distanze, viene dalle stesse misurata in modo scorretto".

In questo caso, quindi, la proiezione della nuova parete chiusa progettata in ampliamento del deposito crollato non interseca il portico delle ricorrenti.

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7/12/2017 Nominato un geologo alla guida della Commissione Nazionale Grandi Rischi

Giovedì 7 Dicembre 2017

Nominato un geologo alla guida della CommissioneNazionale Grandi Rischiwww.casaeclima.com/ar_33396__nominato‑un‑geologo‑alla‑guida‑della‑commissione‑nazionale‑grandi‑

rischi.html

Nominato un geologo alla guida della Commissione Nazionale Grandi RischiIl geologo e prof. Gabriele Scarascia Mugnozza è il nuovo presidente della CommissioneNazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischiIl prof. Gabriele Scarascia Mugnozza è stato nominato presidente della CommissioneNazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi.

LA NOTA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEI GEOLOGI. Il Consiglio Nazionale dei Geologi,“nel formulare gli auguri di buon lavoro a lui e agli altri componenti della Commissione,oltre ad esprimere la propria soddisfazione per l’alto profilo scientifico, culturale eistituzionale del prof. Scarascia Mugnozza, manifesta le proprie congratulazioni perché,alla guida della Commissione Nazionale Grandi Rischi, è stato scelto un geologo. LaCommissione, struttura di collegamento tra il Servizio Nazionale della Protezione Civile ela comunità scientifica, è finalizzata a fornire pareri di carattere tecnico‑scientifico suquesiti del Capo Dipartimento e a dare indicazioni su come migliorare la capacita divalutazione, previsione e prevenzione dei diversi rischi. In tal modo, sono statericonosciute alla nostra categoria le indiscusse competenze tecnico‑scientifiche eculturali”.

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7/12/2017 Gare con offerta economicamente più vantaggiosa, chiarimenti dal Consiglio di Stato

Giovedì 7 Dicembre 2017

Gare con offerta economicamente più vantaggiosa,chiarimenti dal Consiglio di Statowww.casaeclima.com/ar_33401__gare‑con‑offerta‑economicamente‑piu‑vantaggiosa‑chiarimenti‑dal‑consiglio‑

di‑stato.html

Gare con offerta economicamente più vantaggiosa, chiarimenti dal Consiglio di StatoLa mancata previsione di sub‑pesi e sub‑punteggi per ciascun criterio di valutazionequalitativa dell'offerta non è indice di indeterminatezza dei criteri di valutazioneNelle gare di appalto da aggiudicare con il criterio dell’offerta economicamente piùvantaggiosa, “la mancata previsione di sub‑pesi e sub‑punteggi per ciascun criterio divalutazione qualitativa dell'offerta non è indice di indeterminatezza dei criteri divalutazione: ciò in quanto la possibilità di individuare sub‑criteri è, infatti, meramenteeventuale, com’è palese dall'espressione «ove necessario» dell'art. 83, comma 4, delCodice dei contratti pubblici”.

Lo ha ribadito il Consiglio di Stato nella sentenza n. 5245/2017 pubblicata il 14 novembre.

Inoltre la giurisprudenza, aggiunge Palazzo Spada, ha chiarito come “la scelta operatadall'Amministrazione appaltante, in una procedura di aggiudicazione con il criteriodell'offerta economicamente più vantaggiosa, relativamente ai criteri di valutazione delleofferte, ivi compreso il peso da attribuire a tali singoli elementi, specificamente indicatinella lex specialis, e ivi compresa anche la disaggregazione eventuale del singolo criteriovalutativo in sub‑criteri, è espressione dell'ampia discrezionalità attribuitale dalla leggeper meglio perseguire l’interesse pubblico; e come tale è sindacabile in sede di legittimitàsolo allorché sia macroscopicamente illogica, irragionevole ed irrazionale ed i criteri nonsiano trasparenti ed intellegibili, non consentendo ai concorrenti di calibrare la propriaofferta” (Cons. Stato,. V, 18 giugno 2015, n. 3105; III, 2 maggio 2016, n. 1661; V, 8 aprile2014 n. 1668).

La sentenza n. 5245/2017 del Consiglio di Stato

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7/12/2017 Pubblicato il volume “BIM: metodi e strumenti”

Giovedì 7 Dicembre 2017

Pubblicato il volume “BIM: metodi e strumenti”www.casaeclima.com/ar_33395__pubblicato‑il‑volume‑bim‑metodi‑strumenti.html

Pubblicato il volume “BIM: metodi e strumenti”Il testo è stato scritto a tre mani dagli autori Alberto Pavan, Claudio Mirarchi e MatteoGianiLo scorso 1 dicembre il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio hafirmato il decreto per l’applicazione del BIM in Italia, definendo le modalità e i tempid’introduzione circa l’obbligatorietà dei metodi e degli strumenti elettronici dimodellazione per l’edilizia e le infrastrutture nelle stazioni appaltanti, per razionalizzare leattività di progettazione e le relative verifiche. In contemporanea, il Gruppo EditorialeTecniche Nuove è uscito in libreria con il volume “BIM: metodi e strumenti per progettare,costruire e gestire nell’era digitale” con la prefazione a cura del Presidente CNGeGLMaurizio Savoncelli.

Secondo il Ministro dei Trasporti Graziano Delrio il decreto avvia “un passaggioimportante che innova profondamente il settore e porterà trasparenza, efficienza e piùqualità nella progettazione e realizzazione delle opere”. Un intervento che fissa il criterioispiratore del Nuovo Codice degli Appalti fondato sul beneficio apportato alla spesapubblica, ai prodotti immobiliari e infrastrutturali e derivante dalla digitalizzazione dellecostruzioni. Un processo che rende più efficiente l’operato degli attori sul versantedell’offerta, con il conseguente incremento della loro redditività.

Per il Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli “la diffusione del BIM in Italia non sarà néimmediata né generalizzata, e ci vorrà del tempo per colmare il gap con altri Paesieuropei, più avanti nell’utilizzo della progettazione model‑based: ad oggi si ipotizza che lestazioni appaltanti debbano prevederne l’utilizzo dal 2019 per tutti i “lavori complessi” diimporto superiore a cento milioni di euro, con una graduale estensione alle costruzioni diimporto minore. E’ auspicabile – aggiunge il Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli ‑ chedurante questo periodo la pubblica amministrazione ‑ prima destinataria dei beneficiderivanti dall’approccio digitale – assuma la responsabilità di definire uno scenario capacedi favorirne la diffusione anche nel settore privato, dotandosi degli strumenti necessariper dialogare e interagire con i professionisti”.

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7/12/2017 Pubblicato il volume “BIM: metodi e strumenti”

In perfetta sintonia con il Presidente della Commissione Ministeriale MIT Pietro Baratono,il testo è stato scritto a tre mani dagli autori Alberto Pavan, Claudio Mirarchi e MatteoGiani che hanno evidenziato con le loro testimonianze (QUI il video), come latrasformazione digitale segna un passaggio di processo, da una visione tradizionale versonuove realtà smaterializzate, e come tale non può che essere graduale implicando unprogressivo ridisegno dei processi in essere, affiancato all’introduzione di nuovi strumenticapaci di attuare e ottimizzare questi processi.

Per approfondire clicca qui

Leggi anche: “Decreto BIM, ecco il testo. Nessun richiamo esplicito alla norma UNI 11337”

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7/12/2017 Prevenzione incendi, in Gazzetta una nuova regola tecnica

Giovedì 7 Dicembre 2017

Prevenzione incendi, in Gazzetta una nuova regola tecnicawww.casaeclima.com/ar_33397__prevenzione‑incendi‑in‑gazzetta‑una‑nuova‑regola‑tecnica.html

Prevenzione incendi, in Gazzetta una nuova regola tecnicaRiguarda l'installazione e l'esercizio di contenitori‑distributori, ad uso privato, perl'erogazione di carburanti liquidi di categoria CÈ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.285 di ieri 6 dicembre il decreto 22 novembre2017 del Ministero dell'Interno che disciplina, ai fini della prevenzione incendi,l'installazione e l'esercizio di contenitori‑distributori, ad uso privato, per l'erogazione dicarburanti liquidi di categoria C, cosi' come definiti nella regola tecnica approvata.

Il decreto entra in vigore il trentesimo giorno successivo alla data di pubblicazione nellaGazzetta Ufficiale.

Le disposizioni del provvedimento non si applicano agli impianti fissi di distribuzionecarburanti per autotrazione, per i quali continuano ad applicarsi le specifiche disposizionidi prevenzione incendi.

I contenitori‑distributori disciplinati dal decreto sono installati e gestiti in modo dagarantire il conseguimento dei seguenti obiettivi:

a) minimizzare le cause di fuoriuscita accidentale di carburante ed il rischio di incendio;

b) limitare, in caso di evento incidentale, danni alle persone;

c) limitare, in caso di evento incidentale, danni ad edifici e locali contigui all'impianto;

d) limitare, in caso di evento incidentale, danni all'ambiente;

e) consentire ai soccorritori di operare in condizioni di sicurezza.

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7/12/2017 Prevenzione incendi, in Gazzetta una nuova regola tecnica

LA REGOLA TECNICA. Ai fini del raggiungimento dei suddetti obiettivi è approvata laregola tecnica di cui all'allegato 1.

ABROGAZIONI. Sono abrogate le seguenti disposizioni di prevenzione incendi:

a) decreto del Ministro dell'interno del 19 marzo 1990 recante «Norme per il rifornimentodi carburanti, a mezzo di contenitori‑distributori mobili, per macchine in uso pressoaziende agricole, cave e cantieri»;

b) decreto del Ministro dell'interno del 12 settembre 2003 recante «Approvazione dellaregola tecnica di prevenzione incendi per l'installazione e l'esercizio di depositi di gasolioper autotrazione ad uso privato, di capacita' geometrica non superiore a 9 m3, incontenitori‑distributori rimovibili per il rifornimento di automezzi destinati all'attivita' diautotrasporto»;

c) art. 5, comma 4 del decreto del Ministro dell'interno del 27 gennaio 2006 recante«Requisiti degli apparecchi, sistemi di protezione e dispositivi utilizzati in atmosferapotenzialmente esplosiva, ai sensi della direttiva n. 94/9/CE, presenti nelle attivita'soggette ai controlli antincendio».

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7/12/2017 Titoli di efficienza energetica e garanzie di origine, approvati i corrispettivi per il 2018

Giovedì 7 Dicembre 2017

Titoli di efficienza energetica e garanzie di origine, approvatii corrispettivi per il 2018www.casaeclima.com/ar_33399__titoli‑di‑efficienza‑energetica‑garanzie‑origine‑approvati‑corrispettivi‑duemila‑

diciotto.html

Titoli di efficienza energetica e garanzie di origine, approvati i corrispettivi per il 2018Via libera dall'Autorità per l'energia alle proposte presentate dal GmeCon la Delibera 847/2017/R/efr del 5 dicembre 2017, l'Autorità per l'energia ha approvato icorrispettivi, relativi all'anno 2018, per il funzionamento dei Mercati organizzati e dellePiattaforme di registrazione degli scambi bilaterali delle garanzie di origine e dei titoli diefficienza energetica.

L'Aeegsi ha approvato le proposte presentate dal Gestore dei Mercati Energetici S.p.a.con lettera corrispettivi GO del 16 novembre 2017, in merito al valore dei corrispettivi dicui all’articolo 7, commi 1 e 2, lettere c), del “Regolamento di funzionamento del mercatoorganizzato e della piattaforma di registrazione degli scambi bilaterali delle garanzie diorigine” per l’anno 2018, pari a 0,003 € per ogni garanzia di origine negoziata sul Mercatoorganizzato delle GO ovvero registrata sulla Piattaforma di registrazione degli scambibilaterali delle GO.

Inoltre, sono approvate le proposte presentate dal Gestore dei Mercati Energetici S.p.a.con lettera corrispettivi TEE del 16 novembre 2017, in merito al valore dei corrispettivi dicui all’articolo 6, comma 1, delle “Regole di funzionamento del mercato dei titoli diefficienza energetica” e di cui all’articolo 7, comma 1, del “Regolamento per laregistrazione delle transazioni bilaterali dei titoli di efficienza energetica” per l’anno 2018,pari a 0,1 € per ogni titolo di efficienza energetica scambiato sul Mercato organizzatoovvero oggetto di transazioni bilaterali concluse presso il Registro dei titoli di efficienzaenergetica.

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7/12/2017 Lotta al cambiamento climatico e lavoro, l'Italia non ha un piano per la Giusta transizione - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile

http://www.greenreport.it/news/clima/lotta-al-cambiamento-climatico-lavoro-litalia-non-un-piano-la-giusta-transizione/ 1/2

Clima | Economia ecologica

Lotta al cambiamento climatico e lavoro, l’Italia nonha un piano per la Giusta transizioneL'urgenza di affrontare il cambiamento climatico e le sue disastrose conseguenze non consente ritardi, ma apagarne il prezzo non possono essere i lavoratori[7 dicembre 2017]

di Simona Fabiani

Coniugare la lotta contro il cambiamento climatico conl’occupazione, i diritti dei lavoratori e delle comunità e lo svilupposostenibile è sempre stata la preoccupazione che ha guidatol’azione del movimento sindacale nei lunghi anni di partecipazionenel movimento per la giustizia climatica. Alcuni importanti risultati inquesto ambito sono stati ottenuti, primi fra tutti: le linee guida per laGiusta transizione dell’Ilo e il riconoscimento del linguaggio dellaGiusta transizione nell’Accordo di Parigi, in cui le Parti si sonoimpegnate a tenere conto “dell’imperativo di una Giusta transizioneper la forza lavoro e della creazione di posti di lavoro decorosi e diqualità, in linea con le priorità di sviluppo definite a livello nazionale”.

Purtroppo il divario tra le decisioni assunte a livello internazionale ele ambizioni e l’agire dei singoli governi è ancora molto ampio espesso la politica continua a giustificare la mancanza di azione con ilrischio di perdite di posti di lavoro, nonostante sia ormai provato che una transizione ben gestita può creare grandi opportunitàoccupazionali e di sviluppo sostenibile.

Una battaglia che il movimento sindacale sta portando avanti, sia a livello nazionale che internazionale, è quella per l’inserimentodelle misure di Giusta transizione negli Ndc (contributi nazionali determinati). Questo significa che, quando un governo assumedeterminati impegni di riduzione delle emissioni, dovrebbe valutare anche gli impatti occupazionali negativi legati alladecarbonizzazione e individuare le misure necessarie per creare nuova occupazione e sostenere la ricollocazione dei lavoratorinella transizione. Le misure di Giusta transizione, infatti, attraverso un accordo tra governi, lavoratori e datori di lavoro hanno loscopo di individuare gli strumenti concreti per garantire opportunità di lavoro nei settori che riducono le emissioni e aiutanol’adattamento al cambiamento climatico, fornire sostegno al reddito, riqualificazione e reinserimento dei lavoratori che perderanno ilproprio lavoro nel settore fossile e sostenere l’innovazione tecnologica per una rapida transizione energetica.

Alcuni governi, come il Sudafrica, hanno già volontariamente inserito misure di Giusta transizione nei propri Ndc. La Scozia, invece,ha annunciato l’istituzione di una Commissione nazionale per la Giusta transizione che “consiglierà ai ministri scozzesi di adeguarsia un modello economico sostenibile e efficiente sotto il profilo delle risorse in un modo equo che contribuisca ad affrontare ledisuguaglianze e la povertà e a promuovere un mercato del lavoro equo e inclusivo”.

Il nostro Paese, come tanti altri purtroppo, ancora non ha fatto niente di concreto in questa direzione. Con la nuova Sen, di recenteapprovazione, il nostro paese ha deciso il phase out del carbone nella generazione elettrica entro il 2025. L’Italia ha anche aderitoall’Alleanza globale per il phase out dal carbone, alleanza con cui si promuove l’impegno “per accelerare la crescita pulita e laprotezione del clima attraverso la rapida eliminazione progressiva del carbone tradizionale, impegnandosi a raggiungere taleeliminazione in modo sostenibile e economicamente inclusivo, compreso un adeguato sostegno per i lavoratori e le comunità”.

Concretamente però non c’è nessuna valutazione degli effetti occupazionali di queste decisioni, ne tanto meno un’adeguatapianificazione della transizione. Il nostro Paese non ha un piano per la Giusta transizione, non ha ancora un piano clima­energiacome richiesto dalla Governance europea, non ha un piano per la decarbonizzazione al 2050. Invece di fare consistenti investimentiin infrastrutture per le energie rinnovabili, la digitalizzazione delle reti, l’efficienza energetica degli edifici e la mobilità sostenibile,creando così occupazione e sviluppo di filiere sostenibili, l’Italia continua a spendere 16 miliardi annui di sussidi ambientalmentedannosi e alle fonti fossili.

L’obiettivo della Giusta transizione non si limita alle misure occupazionali, è più ampio: è quello di attivare un processo economicodemocratico e partecipato che produca i piani, le politiche e gli investimenti per determinare un futuro in cui tutti i lavori sonosostenibili e dignitosi, le emissioni nette sono azzerate, la povertà è eradicata e le comunità sono fiorenti e resilienti. Per questo la

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7/12/2017 Lotta al cambiamento climatico e lavoro, l'Italia non ha un piano per la Giusta transizione - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile

http://www.greenreport.it/news/clima/lotta-al-cambiamento-climatico-lavoro-litalia-non-un-piano-la-giusta-transizione/ 2/2

lotta per la Giusta transizione è anche una questione di potere e di democrazia, di accesso all’energia per tutti, di controllo sociale edemocratico dell’energia e delle reti, di giustizia sociale, di diritti umani, di equità di genere, di difesa dei diritti delle popolazioniindigene. La Giusta transizione è lo strumento di lotta del movimento sindacale e di tutti i movimenti per la giustizia per trasformarel’attuale sistema profondamente ingiusto in un sistema radicalmente diverso, equo e sostenibile. Non riguarda solo la transizioneenergetica e la decarbonizzazione dell’economia, è una profonda trasformazione di sistema che deve vedere coinvolti tutti i settoridella società civile.

La lotta per la giustizia climatica e la Giusta transizione vanno avanti allargando le alleanze, promuovendo la partecipazione dellecomunità e dei popoli indigeni e contrastando nuove forme di colonialismo dei paesi sviluppati nei paesi del sud del mondo congrandi progetti di energie rinnovabili ma non sostenibili, perché distruttive per le popolazioni locali, quali grandi infrastruttureidroelettriche o impianti solari a terra di enormi dimensioni.

L’urgenza di affrontare il cambiamento climatico e le sue disastrose conseguenze non consente ritardi, che fra le altre cose,aggraverebbero le ingiustizie sociali. Per questo il movimento sindacale è protagonista attivo della lotta per la giustizia climatica,integrando gli obiettivi di sviluppo sostenibile in tutte le proprie battaglie e rivendicazioni.

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7/12/2017 Riduzione graduale dei gas serra fluorurati: l’Ue ancora sulla strada giusta - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile

http://www.greenreport.it/news/clima/riduzione-graduale-dei-gas-serra-fluorurati-lue-ancora-sulla-strada-giusta/ 1/1

Clima | Diritto e normativa | Energia | Inquinamenti

Riduzione graduale dei gas serra fluorurati: l’Ueancora sulla strada giustaL’applicazione in Europa del Protocollo di Montreal[7 dicembre 2017]

L’European environment agency (Eea) ha presentato oggi ilsuo rapporto “Fluorinated greenhouse gases 2017” dal qualeemerge che «Nel 2016 gli sforzi dell’Unione europea per ridurregradualmente la produzione e l’importazione di gas fluorurati adeffetto serra (gas fluorurati) hanno fatto buoni progressi».

Il rapporto Eea analizza la riduzione dei gas serra fluoruratiutilizzando i dati 2016 riportati dalle imprese europee sulle loroattività riguardanti questo tipo di gas e valuta i progressi compiutinell’attuale phase-down per gli idrofluorocarburi (HFC) in tutta l’Ue,fornendo indicazioni per l’abbattimento globale degli HFC, chedovrebbe iniziare nel 2019 come previsto dall’Emendamento diKigali al Protocollo di Montreal . Il rapporto descrive anche laquantità di gas fluorurati forniti all’industria de valuta iil loroammontare sia in tonnellate che in quantità ponderate er ilpotenziale di riscaldamento globale prodotto dagli idrofluorocarburi, che si misura in tonnellate di CO2 equivalente(CO2e).

All’Eea spiegano che «Gli idrofluorocarburi sono sostanze chimiche sintetiche utilizzate principalmente in frigoriferi, pompe di caloree condizionatori d’aria negli edifici e nelle automobili. In molti casi sono stati introdotti per sostituire altri prodotti chimici chedanneggiavano lo strato di ozono. Tuttavia, anche questi gas fluorurati sono risultati dannosi per l’ambiente e contribuiscono alcambiamento climatico. La riduzione delle emissioni di gas fluorurati è una parte importante dell’impegno dell’Ue a ridurre leemissioni di gas serra del 40% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990».

Nell’Unione europea lLa riduzione graduale dei gas fluorurati viene attuata attraverso un sistema di quote annuali assegnato aproduttori e importatori. Nel 2016 l’immissione sul mercato di HFC in tutta l’Ue è stata del 4% inferiore a quella limite prevista. Vadetto che nel 2015 le imprese si erano mantenute l’8% sotto il limite previsto.

Comunque, il rapporto Eea evidenzia che «Nel 2016, il consumo di HFC nell’Ue è stato il più basso da quando è iniziato il reportingnel 2007 ed era già del 14% inferiore al primo limite per l’Ue previsto dall’Emendamento Kigali del Protocollo di Montrea per ridurrela produzione e il consumo di sostanze che riducono lo strato di ozono che nell’ottobre 2016.è stato modificato per regolamentare gliHFC.

Il rapporto “Fluorinated greenhouse gases 2017” fornisce alcune cifre essenziali: nel 2016, la produzione di gas fluorurati segnalatiin tonnellate è aumentata del 2% rispetto al 2015, ma l’Eea fa notare che «mentre la produzione di gas fluorurati nell’Ue èaumentata (in tonnellate) dal 2014, i gas prodotti sono relativamente meno dannosi per il clima. L’offerta di gas fluorurati nell’Ue èaumentata del 2%, ma l’effetto di riscaldamento complessivo è in realtà diminuito del 2% (CO2e)».

Nel 2016 le importazioni di gas fluorurati nell’Ue sono aumentate del 5% rispetto al 2015 o del 2% se misurate in CO2e. Un aumentodovuto principalmente all’80% in più degli HFC con un calo del riscaldamento globale potenziale.

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7/12/2017 Verso un pianeta libero dall’inquinamento (VIDEO) - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile

http://www.greenreport.it/news/inquinamenti/verso-un-pianeta-libero-dallinquinamento-video/ 1/3

Aree protette e biodiversità | Economia ecologica | Inquinamenti | Rifiuti e bonifiche

Verso un pianeta libero dall’inquinamento La dichiarazione ministeriale adottata dall’United Nations Environment Assembly dell’United Nations environment programme a Nairobi[7 dicembre 2017]

Noi, Ministri dell’ambiente di tutto il mondo, pensiamo che tuttidobbiamo poter vivere in un ambiante sano. Ogni minaccia contro ilnostro ambiente costituisce una minaccia per la nostra salute, lanostra società, le nostre economie, la nostra sicurezza, il nostrobenessere e la nostra stessa sopravvivenza. Questa minacciàincombe già su di noi : l’inquinamento costa la vita ogni anno amilioni di persone.

Ci siamo riuniti in occasione della terza sessione dell’United NationsEnvironment Assembly per operare a favore di un pianeta senzainquinamento, in collaborazione con delle personalità politiche escientifiche così come con dei leader del settore privato e dellasocietà civile.

Riaffermiamo che l’azione che conduciamo contro l’inquinamentideve continuare ad essere guidata dai Pruncipi di Rio sull’ambiente e lo sviluppo.

Bisogna assolutamente avvertire le popolazioni di tutto il mondo dei seguenti elementi:

1. Ogni giorno, 9 persone su 10 respirano un’aria che non è conforme alle direttive dell’Oms in materia di qualità dell’aria e più di17.000 persone ne muoiono prematuramente. Ogni giorno, centinaia di bambini di meno di 5 anni di età muoiono a causadell’acqua contaminata e di una cattiva igiene. Le donne e le ragazze continuane ad essere particolarmente colpite, perchécucinano utilizzando dei combustibili inquinanti o perché percorrono lunghe distanze per trovare dell’acqua potabile, Ogni anno,sversiamo tra i 4,8 e 12,7 milioni di tonnellate di plastica nei nostri oceani e produciamo più di 40 milioni di tonnellate di rifiutielettronici – cifra che aumenta dal al 5% all’anno –, causando dei gravi danni agli ecosistemi, ai nostri mezzi di sussistenza e allanostra salute.

2. Pesiamo che non ne saremo mai perdonati, ma che potremmo evitare che decine di migliaia di prodotti chimici entrino nellacomposizione di articoli che utilizziamo quotidianamente e che vengano applicati nell’agricoltura senza che siano testati,etichettati o controllati. Sono troppo numerose le comunità che non dispongono di informazioni sui prodotti chimici e le sostanzepericolose che utilizzano o alle quali sono esposte né dei mezzi necessari per gestirle in tutta sicurezza.

3. Tuttavia, sappiamo anche che le conoscenze e delle soluzioni tecnologiche di riduzione dell’inquinamento esistono già, benchénumerose parti interessate debbano ancora studiare e applicare le molpeplici misure delle quali dispongono, Giudichiamoincoraggiante che numerosi Paesi, città e imprese siano riusciti a far fronte a problemi quali l’inquinamento dell’aria, dei suoli,dell’acqua dolce e degli oceani. Tra gli esempi recenti figurano l’adozione dell’Emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal el’entrata in vigore della Convenzione di Minamata sl mercurio.

4. Mentre i Paesi si sforzano di lottare contro l’inquinamento nel quadro della 2030 Agenda for Sustainable Development, degliaccordi e strumenti multilaterali pertinenti, compreso l’Accordo di Parigi adottato nel contesto dell’United Nations frameworkconvention on climate change, prendiamo atto dei legami tra l’inquinamento, i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e ildegrado degli ecosistemi. Riconosciamo ugualmente che l’inquinamento colpisce in maniera sproporzionata i poveri e le personevulnerabili. Lottare contro l’inquinamento contribuirà allo sviluppo sostenibile combattendo la povertà, migliorando la salute,creando posti di lavoro decenti, migliorando la vita sottomarina e terrestre e riducendo le emissioni di gas a effetto serra.

5. Siamo preoccupati per l’inquinamento e i danni ambientali che generano i conflitti armati o il terrorismo, che ritardano spesso illoro rilevamento, compromettono lo sviluppo sostenibile e minacciano la salute delle persone e degli ecosistemi.

6. Siamo anche preoccupati che l’utilizzo e la gestione non sostenibile dei suoli possano portare al degrado e all’inquinamento deisuoli e che creino dei fenomeni quali la perdita di foreste e di biodiversità, delle tempeste di sabbia e polvere e più incendiboschivi e altri effetti indesiderabili che costituiscono una grave minaccia per lo sviluppo sostenibile.

7. Siamo convinti che la determinazione, la collaborazione, la produzione e lo scambio di conoscenze, l’utilizzo razionale dellerisorse e le tecnologie pulite possano apportare delle soluzioni concrete per affrontare l’inquinamento, ma che possiamo fare dipiù.

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7/12/2017 Verso un pianeta libero dall’inquinamento (VIDEO) - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile

http://www.greenreport.it/news/inquinamenti/verso-un-pianeta-libero-dallinquinamento-video/ 2/3

8. Conseguentemente, siamo determinati a onorare i nostri impegni e a prevenire, attenuare e gestire l’inquinamento dell’aria, delleterre e dei suoli, dell’acqua dolce e degli oceani prendendo le seguenti misure :

9. Rafforzeremo la ricerca e incoraggeremo la produzione e l’utilizzo di dati scientifici affidabili e disaggregabili, il che passerà per ladefinizione di migliori indicatori pluridisciplinari ; il rafforzamento delle capacità che permettano di assicurare l’efficacia dellaraccolta, della verifica e del monitoraggio dei dati ; il miglioramento della trasparenza attraverso un accesso ampio a questeinformazioni;

10. Favoriremo la presa di decisioni fondate du dei dati scientifici nei settori pubblico e privato, l’elaborazione di norme per tutte leparti interessate e una più grande partecipazione delle persone provenienti dagli ambiti più diversi;

11. Affronteremo l’inquinamento adottando misure adatte, compreso degli accordi sull’ambiente;

12. Accelereremo l’attuazione degli accordi multilaterali, convenzioni, regolamenti e programmi in vigore in materia di prevenzione, dicontrollo e di riduzione dell’inquinamento e favoriremo la cooperazione tra questi strumenti;

13. Incoraggeremo la produttività economica inclusiva e sostenibile, l’innovazione, la creazione di posti di lavoro e le tecnologieecologicamente razionali;

14. Incoraggeremo dei modelli di vita sostenibili e il passaggio a dei modi di produzione e consumo più sostenibili, fornendo delleinformazioni affidabili sulla sostenibilità ai consumatori, migliorandone l’educazione e la sensibilizzazione, permettendo diripensare, riutilizzare, riciclare, recuperare e rimodellare più facilmente prodotti, materiali e servizi ed evitando e riducendo laproduzione di rifiuti;

15. Favoriremo l’adozione di politiche e di metodi quali quelli relativi alla gestione ecologicamente razionale dei prodotti chimici e deirifiuti, compreso l’utilizzo di cicli biologici integrati, delle catene di valore e della chimica sostenibile;

16. Utilizzeremo al meglio la scienza, l’istruzione, i collegamenti strategici, il commercio, l’investimento e le possibilità di innovazioneper combattere l’inquinamento e promuovere lo sviluppo sostenibile;

17. Lavoreremo con le amministrazioni locali per incoraggiare i modelli sostenibili di urbanizzazione e combattere cosìl’inquinamento;

18. Ci impiegheremo a promuovere degli incentivi fiscali destinati a suscitare dei cambiamenti positivi, sapendo l’importanza di ridurreal minimo l’inquinamento e facendo di tutto per investire in delle soluzioni che siano più razionali sul piano ecologico;

19. Rafforzeremo le politiche, le regolamentazioni e le leggi, che saranno più integrate, e le faremo A questo riguardo, appoggeremole istituzioni e ne miglioreremo le capacità in questo settore; consolideremo i sistemi di controllo e di responsabilità; metteremo incomune le buone pratiche, le norme, i mezzi e gli strumenti di azione e miglioreremo l’educazione e la formazione in campoambientale;

20. Riaffermiamo che siamo risoluti, sul piano politico, a creare le condizioni necessarie per lottare contro l’inquinamento in uncontesto di sviluppo sostenibile, in uno spirito di partenariato e di solidarietà a livello mondiale, in particolare basandosi su mezzidi attuazione adeguati e prevedibili, quali quelli concordati con la 2030 Agenda for Sustainable Development e il Programma diazione di Addis Abeba;

21. Continueremo a elaborare e ampliare le partnership tra i governi, il settore privato, gli ambienti universitari, gli organismi e iprogrammi competenti delle Nazioni Unite, i popoli autoctoni e le comunità locali, la società civile e i volontari;

22. Lavoreremo per promuovere la cooperazione Nord­Sud e Sud­Sud e la cooperazione triangolare, tenendo presente che lacooperazione Sud­Sud non punta a sostituirsi alla cooperazione Nord­Sud ma che ha la vocazione di completarla. Faciliteremo ildialogo regionale e il coordinamento all’interno del sistema delle Nazioni Unite per prendere di mira l’inquinamento;

23. In quanto ministri dell’ambiente, siamo coscienti del ruolo che svolgiamo nell’attuazione di questi impegni e nella promozione diun’azione coordinata. Prenderemo prioritariamente delle misure preventive e delle misure di rafforzamento della resilienza, tenutoconto delle responsabilità e delle capacità di ogni Paese;

24. Tuttavia, non spetta ai soli governi lottare contro l’inquinamento. I governi devono impegnarsi e mostrare la via e il settore privato,le organizzazioni internazionali, la società civile e gli attivisti devono partecipare all’azione e concludere dei partenariati. Tuttidevono assumersi le loro responsabilità, come madre e padre, marito e moglie, fratello e sorella, amico, lavoratore, collega, vicinoe membro di una comunità.

25. Non insisteremo mai troppo sulla necessità di intervenire rapidamente, su grande scala e in maniera coordinata control’inquinamento e salutiamo gli impegni contro l’inquinamento ricevuti da parte di volontari e di Paesi di tutto il mondo nel quadrodella campagna «Combattere l’inquinamento».

26. Sosteniamo le azioni, gli impegni e le risoluzioni adottate dall’United Nations Environment Assembly e chiediamo che sianoattuate in maniera utile e coerente.

27. Siamo coscienti dell’ampiezza delle sfide e delle possibilità descritte, in particolare nel rapporto del Direttore esecutivodell’United Nations environment programme intitolato Towards a Pollution­Free Planet.

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7/12/2017 Verso un pianeta libero dall’inquinamento (VIDEO) - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile

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28. Costruire un pianeta senza inquinamento è un’impresa di lunga lena. Basandosi sui risultati della terza sessione dell’UnitedNations Environment Assembly, preghiamo il direttore esecutivo dell’United Nations environment programme di sottoporre alnostro esame, al più tardi alla prossima dell’United Nations Environment Assembly, un Piano di messa in opera stabilito inconsultazione con il Comitato dei rappresentanti permanenti.

29. Sapendo che la lotta contro l’inquinamento è un elemento essenziale per la realizzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile,saremo i sostenitori della presente dichiarazione in tutte le istanze competenti, in particolare al Forum politico di alto livello sullosviluppo sostenibile, e faremo il punto sulla sua attuazione alla nostra prossima sessione nel 2019.

30. Pertanto, ci impegniamo a operare in favore di un pianeta senza inquinamento, per la salute e il benessere dei nostri popoli edell’ambiente.