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principali giacimenti di noduli polimetallici giacimenti terrestri giacimenti marini zinco titanio, tungsteno, vanadio bauxite (alluminio) piombo potassio cromo diamanti ferro fosfati manganese argento, oro, platino rame stagno mercurio zolfo nichel 120 Sezione 4 Unità 12 Lezione 1 La distribuzione delle risorse minerarie A Le risorse minerarie sono distribuite in modo irregolare sulla Terra. Molto ricche di mi- nerali sono l’America settentrionale, vaste aree dell’America meridionale, l’Africa meridio- nale, il Sud-Est asiatico. Particolarmente ricchi sono alcuni grandi stati come USA, Canada, Russia, Cina, Australia, Sudafrica. Anche in Europa esistono considerevoli giacimenti di fer- ro. Importanti riserve sono state poi localizzate nei fondali marini, lungo le dorsali oceani- che e nell’Antartide, dove assumono la forma di noduli polimetallici . La disponibilità di queste risorse è alla base della produzione industriale. L’industria at- tuale utilizza un’ottantina di minerali, fondamentali per produrre merci e macchinari, circa venti dei quali sono considerati strategici (tra cui ferro, rame, bauxite, oro, piombo, argento e diamanti), cioè difficilmente sostituibili con altri materiali. Ecco perché il consumo di risorse minerarie, ancora limitato nell’Ottocento, è enormemente aumentato negli ultimi decenni. Per lo sviluppo economico, però, la disponibilità di minerali non è indispensabile. Accanto a paesi ricchi di materie prime divenuti grandi potenze industriali (USA, Regno Unito, Ger- mania, Russia), esistono paesi che ne sono quasi del tutto privi eppure hanno raggiunto un elevato sviluppo industriale (Giappone e Italia). Ci sono poi molti stati nel Sud del mondo che, pur disponendo di abbondanti risorse mi- nerarie (Congo, Perù, Colombia), faticano a svilupparsi economicamente perché sono sem- plici fornitori di minerali a basso costo per i paesi più industrializzati. L’economia degli stati poveri dipende spesso dalle esportazioni di materie prime i cui prezzi, tuttora piuttosto bassi, sono stabiliti nei maggiori centri economici (Londra, New York, Tokyo) del Nord del mondo. Nel corso della storia il controllo delle risorse minerarie ha scatenato violenti conflitti. Nel Cinquecento la Spagna condusse una spietata guerra di conquista per lo sfruttamento del- le miniere d’argento di Perù e Bolivia. Oggi, in Africa, il Congo e la Sierra Leone sono afflitti da guerre devastanti per il controllo di miniere di diamanti, alluminio, oro e stagno. Lavora con la carta Osserva la carta raffigurante la produzione mineraria nel mondo e rispondi. Come sono distribuite sulla Terra le risorse minerarie? Qual è la loro importanza? Qual è il ruolo di molti paesi poveri? Che cosa ha provocato la lotta per il controllo delle risorse minerarie? 7 L’industria nel mondo Unità 12 Copyright © 2010 Zanichelli editore S.p.A. – Francesco Iarrera, Giorgio Pilotti, Facciamo geografia essenziale, vol. Paesi extraeuropei (per le unità tolte dal volume 3) Glossario • nodulo polimetallico Agglomerato di piccole dimensioni contenente più minerali. 1. In quale parte dell’Africa si trovano i maggiori giacimenti di diamanti? 2. In quale regione dell’Asia si trovano i principali giacimenti di stagno? 3. Quale paese sudamericano è particolarmente ricco di giacimenti di rame? 4. In quale oceano si trovano i principali giacimenti di noduli polimetallici? Atlantico, Pacifico o In- diano?

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principali giacimenti di noduli polimetallici

giacimenti terrestri

giacimenti marini

zinco

titanio, tungsteno, vanadio

bauxite (alluminio)

piombo

potassio

cromo

diamanti

ferro

fosfati

manganese

argento, oro, platino

rame stagno mercurio

zolfo nichel

120

Sezione4 Unità12 Lezione 1

La distribuzione delle risorse minerarie

A

� Le risorse minerarie sono distribuite in modo irregolare sulla Terra. Molto ricche di mi-nerali sono l’America settentrionale, vaste aree dell’America meridionale, l’Africa meridio-nale, il Sud-Est asiatico. Particolarmente ricchi sono alcuni grandi stati come USA, Canada,Russia, Cina, Australia, Sudafrica. Anche in Europa esistono considerevoli giacimenti di fer-ro. Importanti riserve sono state poi localizzate nei fondali marini, lungo le dorsali oceani-che e nell’Antartide, dove assumono la forma di noduli polimetallici.� La disponibilità di queste risorse è alla base della produzione industriale. L’industria at-tuale utilizza un’ottantina diminerali, fondamentali per produrre merci e macchinari, circaventi dei quali sono considerati strategici (tra cui ferro, rame, bauxite, oro, piombo, argento ediamanti), cioè difficilmente sostituibili con altri materiali. Ecco perché il consumo di risorseminerarie, ancora limitato nell’Ottocento, è enormemente aumentato negli ultimi decenni.Per lo sviluppo economico, però, la disponibilità di minerali non è indispensabile. Accantoa paesi ricchi di materie prime divenuti grandi potenze industriali (USA, Regno Unito, Ger-mania, Russia), esistono paesi che ne sono quasi del tutto privi eppure hanno raggiunto unelevato sviluppo industriale (Giappone e Italia).� Ci sono poi molti stati nel Sud del mondo che, pur disponendo di abbondanti risorse mi-nerarie (Congo, Perù, Colombia), faticano a svilupparsi economicamente perché sono sem-plici fornitori di minerali a basso costo per i paesi più industrializzati. L’economia degli statipoveri dipende spesso dalle esportazioni di materie prime i cui prezzi, tuttora piuttosto bassi,sono stabiliti neimaggiori centri economici (Londra, New York, Tokyo) del Nord delmondo.� Nel corso della storia il controllo delle risorse minerarie ha scatenato violenti conflitti.Nel Cinquecento la Spagna condusse una spietata guerra di conquista per lo sfruttamento del-leminiere d’argento di Perù e Bolivia. Oggi, in Africa, il Congo e la Sierra Leone sono afflitti daguerre devastanti per il controllo di miniere di diamanti, alluminio, oro e stagno.

Lavora con la cartaOsserva la carta raffigurantela produzione mineraria nelmondo e rispondi.

� Come sono distribuite sullaTerra le risorse minerarie?� Qual è la loro importanza?� Qual è il ruolo di molti paesipoveri?� Che cosa ha provocato lalotta per il controllo dellerisorse minerarie?

Geografiadelle culture

7L’industrianel mondo

Unità

12

Copyright © 2010 Zanichelli editore S.p.A. – Francesco Iarrera, Giorgio Pilotti, Facciamo geografia essenziale, vol. Paesi extraeuropei (per le unità tolte dal volume 3)

Glossario• nodulo polimetallicoAgglomerato di piccole dimensionicontenente più minerali.

1. In quale parte dell’Africa si trovano i maggiori giacimenti di diamanti?2. In quale regione dell’Asia si trovano i principali giacimenti di stagno?3. Quale paese sudamericano è particolarmente ricco di giacimenti di rame?4. In quale oceano si trovano i principali giacimenti di noduli polimetallici? Atlantico, Pacifico o In-diano?

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Sezione4 Unità12L’industria nel mondo

Lezione 2

Le risorse energetiche

� I consumi di energia sono in forte aumento sia per la crescente richiesta dei paesi in viadi sviluppo, che sono in fase di industrializzazione e di miglioramento del tenore di vita del-le popolazioni, sia per la crescita costante della domanda da parte degli USA e dei paesi euro-pei. Tra il 2005 e il 2020 è previsto un incremento del 50% dei consumimondiali di energia.� Oggi i 3/4 dell’energia prodotti nel mondo provengono da fonti non rinnovabili, cioè damateriali esistenti in quantità limitata e che non si possono riprodurre se non nel giro di mi-lioni di anni. Si tratta di tre combustibili fossili: il petrolio (33%), il gas naturale (22%), il car-bone (20%). Anche l’uranio, con cui viene prodotta tramite fissione l’energia nucleare utiliz-zata in molti paesi, è una fonte non rinnovabile. L’uso di queste risorse naturali comportaproblemi ambientali e rischi per la salute dell’uomo.� Per il ruolo centrale che oggi svolge, il petrolio è destinato a divenire sempre più raro ecostoso. Infatti, mentre il consumo di «oro nero» è cresciuto rapidamente in ogni parte delmondo, la sua produzione è rimasta quasi invariata e le sue riserve potrebbero esaurirsi en-tro sessant’anni. Le maggiori potenze economiche, a partire dagli USA, dipendono semprepiù dalle forniture di petrolio, che viene estratto oltre che in Medio Oriente (66% delle riser-ve mondiali), anche in America Latina (10,7%), Africa (7%), ex URSS (6%), Nordamerica (6%),Europa (2%). Proprio per il controllo dell’oro nero in alcune di queste aree (Kuwait, Iraq, Ce-cenia, Caucaso) sono scoppiati negli ultimi decenni violenti conflitti.� Un’alternativa alla sfrenata corsa al petrolio e al crescente inquinamento del pianeta è co-stituita dalle fonti rinnovabili, che non inquinano, non si esauriscono mai e sono ampia-mente disponibili. Le più utilizzate sono l’acqua, con cui si produce l’energia idroelettrica, eil vento, dal quale si ricava l’energia eolica, in netto aumento soprattutto in Europa (+24%annuo nell’ultimo decennio).Anche l’energia solare, prodotta tramite impianti fotovoltaici e centrali termosolari, ha

registrato una crescita costante soprattutto in Giappone, Germania e USA grazie a leggi spe-cifiche e agevolazioni finanziarie. L’UE, inoltre, si è posta l’obiettivo di raggiungere entro il2010 una quota del 14% di energia prodotta con fonti rinnovabili.

� Perché è in aumento larichiesta di energia?� Quali sono le fonti nonrinnovabili più sfruttate? Cheproblemi presentano?� Che ruolo ha il petrolio?� Quali sono le fontirinnovabili? Che vantaggioffrono?

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A

Lavora con il graficoOsserva l’areogramma suiconsumi petroliferi e confron-talo con i dati sulla produzionepetrolifera contenuti nel testo.Quali sono, tra Medio Oriente,America Latina, Africa, Nord-america ed Europa, le areeche consumano molta piùenergia di quanta ne produco-no? Per quali motivi?

Glossario• fissioneRottura, tramite bombardamentodi particelle, del nucleo atomicodell’uranio, che così si scinde li-berando una notevole quantità dienergia.• impianto fotovoltaicoBasato sulla capacità di alcunimateriali di generare energiaelettrica in seguito all’esposizionealla luce solare.• centrale termosolareCostituita da un insieme di spec-chi che concentrano i raggi solariin un’area ristretta ottenendotemperature elevate. Ciò permet-te l’ebollizione di acqua che mettein funzione la turbina di un gene-ratore elettrico.

B

Rifletti sulla tua esperienzaChe tipo di combustibile si utilizza per l’impianto diriscaldamento di casa tua? E della tua scuola? Nel luogoin cui abiti esistono edifici che utilizzano energia solare?Sei a conoscenza di altre fonti rinnovabili usate nel tuo territorio?

Impianto apannelli solariin California.

21%

5,3%

30,2%6,1%

5,9%

28,1%

3,4%

EuropaEx URSSNordamericaAmerica LatinaMedio OrienteAsia meridionale e orientale,AustraliaAfrica

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Il petrolio deriva, attraverso un processo durato milioni dianni, dalla decomposizione di vegetali o animali marini

che si depositarono insieme a sedimenti di sabbia e argillasul fondo dimari poco profondi, paludi o lagune. In ambien-ti privi di aria i resti degli organismi marini fermentarono esi trasformarono gradualmente in petrolio e gas. Per mil-lenni i giacimenti di petrolio sono rimasti in profondità, fin-ché imponenti movimenti della litosfera li hanno riportatialla superficie o vicino a essa. Per questo grandi giacimen-ti di petrolio si trovano nel Golfo Persico, nel Mare del Nord,nel Golfo del Messico o in regioni interne dell’Asia e dell’A-merica un tempo sommerse dal mare.

Già conosciuto nell’età antica, il petrolio non era utilizza-to perché le tecnologie allora conosciute non ne permette-vano lo sfruttamento. Il suo utilizzo a fini produttivi iniziònell’Ottocento con la seconda rivoluzione industriale, cheintrodusse l’industria chimica, le centrali per la produzionedi energia elettrica e il motore a scoppio. Il primo pozzo dipetrolio a fini industriali fu attivato in Pennsylvania (USA)nel 1859. Gradualmente furono avviate prospezioni, cioè ri-cerche nel sottosuolo e nei fondali marini, in diverse regionidel mondo a cominciare dal Medio Oriente, dove nel 1908 fuattivato il primo pozzo petrolifero (Iran). Da allora il consu-mo di petrolio nelmondo è aumentato costantemente anchegrazie alla sua facilità di estrazione e trasporto, all’elevatopotere calorifico, al suo utilizzo sia come fonte energetica

IL CASO

122

Il giacimentopetrolifero diSouth Beldridge,in California.

sia come materia prima, ad esempio, nella produzione diplastica e fibre tessili artificiali. Il boom dell’«oro nero» siebbe dopo la Seconda guerra mondiale, quando divenne laprincipale fonte d’energia al posto del carbone. Da allora inpoi, il prezzo del petrolio è diventato il principale fattoreeconomico internazionale, perché il suo aumento provocauna catena di aumenti di tutti i prodotti industriali e anchedei prodotti agricoli e dei servizi. Dal petrolio dipendonoquindi in larga parte gli equilibri dell’economiamondiale.

Per decenni l’estrazione del petrolio, la sua raffinazione eil suo commercio sono stati saldamente in mano alle «settesorelle», un gruppo di potentimultinazionali statunitensi edeuropee che, in cambio del pagamento di minime percen-tuali, ottennero dai governi di diversi paesi delMedio Orientee dell’America Latina il permesso di sfruttare enormi giaci-menti. A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, però, ipaesi produttori di petrolio, riuniti nell’OPEC (associazionedei paesi esportatori di petrolio), cominciarono a riprendereil controllo delle proprie risorse, finché un decennio dopoquadruplicarono il prezzo del greggio, ridussero la sua pro-duzione edecretarono la fine di un’epoca, quella della dispo-nibilità dell’energia illimitata e a basso costo.

Oggi si stima che vi siano ancora riserve sfruttabili pari acirca 1550miliardi di barili di petrolio, contro una disponibi-lità iniziale (1859) di circa 2350. Al ritmo di consumo attuale,tali riserve potrebbero esaurirsi nel giro di sessant’anni.

Il petrolio condizional’economia mondiale

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Sezione4 Unità12L’industria nel mondo

Lezione 3

Il mondo futuro: energia dall’idrogeno

� Unmondo più pulito e più pacifico potrebbe essere possibile grazie all’avvento di un nuo-vo sistema energetico basato sull’utilizzo dell’idrogeno, un elemento naturale composto damolecole che bruciando producono acqua ed energia. A differenza di petrolio e carbone,quando viene bruciato non emette anidride carbonica (responsabile dell’effetto serra) né os-sidi di zolfo (responsabili delle piogge acide). Rispetto alle altre fonti energetiche rinnovabilipresenta inoltre il vantaggio di poter essere immagazzinato e trasportato sia in forma gasso-sa attraverso i gasdotti sia in forma liquida tramite cisterne. Potrebbe essere impiegato comecombustibile per centrali elettriche e impianti industriali, per impianti elettrici o di riscal-damento domestici, per alimentare i mezzi di trasporto.� La realizzazione dell’economia all’idrogeno, tuttavia, richiederà molti decenni. Tutto di-penderà dalla possibilità di abbassare i costi di produzione dell’idrogeno. Infatti esso non esi-ste in natura allo stato puro, bensì è legato ad altri elementi con cui forma acqua, rocce, pe-trolio. L’estrazione dell’idrogeno da altre sostanze è possibile, ma richiede grandi quantità dienergia. Finora si è riusciti a produrre idrogeno a basso costo energetico estraendolo dall’ac-qua, grazie a impianti alimentati da energia solare o da turbine eoliche. Alcuni di questi im-pianti sperimentali a energia solare sono in funzione in Germania, Islanda e Arabia Saudita.Zone particolarmente adatte alla loro installazione sono le aree desertiche rocciose dove nonsi verifichino tempeste di sabbia. Si calcola che sarebbe sufficiente un’area desertica poco piùgrande dell’Italia per produrre il 40% del fabbisogno energeticomondiale.� Un po’ come avviene già adesso con gli impianti domestici a energia solare, nell’economiaall’idrogeno l’energia non sarebbe prodotta solo dalle grandi società, ma anche dai singoli cit-tadini. In tal modo, da semplici utenti essi diventerebbero produttori di energia collegati allarete di distribuzione elettrica. Ciò consentirebbe una distribuzione più equa della ricchezza ge-nerata dallo sfruttamento delle fonti energetiche e diminuirebbe il pericolo di conflitti.

� Che vantaggi presental’idrogeno? Come può essereutilizzato?� Come avviene la produzioned’idrogeno?� Quali conseguenze socialiavrebbe l’economiaall’idrogeno?

A

Fai una ricercaScriveva Jules Verne nel 1874(L’isola misteriosa):L’acqua un giorno sarà un com-bustibile. L’idrogeno e l’ossigenodi cui è costituita, utilizzati iso-latamente, offriranno una sor-gente di calore e di luce inesau-ribile.Consultando con l’aiuto del tuoinsegnante siti Internet oppureriviste ed enciclopedie, cercaalcune notizie circa la possibi-lità di usare l’idrogeno comecombustibile.

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Un impianto perla produzione diidrogeno solarepresso Monacodi Baviera(Germania).

Prototipo di autoa idrogeno perle strade diWashington,Stati Uniti.

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Sezione4 Unità12L’industria nel mondo

Lezione 4

La geografia delle attività industriali

A

regioni industriali

centri industriali

BaltimoraBoston

Montréal

Saint Louis

Chicago

Minneapolis

WinnipegEdmonton

Seattle

Vancouver

Los Angeles

Phoenix

Denver

Atlanta

NewOrleans

Città del Messico

Caracas

Bogotá

Belo Horizonte

Rio de JaneiroSan Paolo

Lima

MontevideoBuenos Aires

SantiagoCittà del Capo

Durban

Johannesburg

Harare

Kinshasa

LagosAbidjan

Dakar

Casablanca Algeri Tunisi

Madrid

Il Cairo

Bucarest

Kiev

S.Pietroburgo

Samara

Tashkent

Irkutsk

Pechino

Tokyo

Shanghai

Hong Kong

ManilaHanoi

Singapore

Giacarta

Chennai

Kolkata

Mumbai

Karachi

PerthAdelaide

Melbourne

Sydney

Brisbane

Barcellona

BirminghamLondra

Parigi

Colonia

LioneMilano

Donets’kVolgograd

Mosca Ekaterinburg

NovosibirskHarbin

SeoulChengdu

Taipei

Bangkok

Ho Chi Minh

Kuala Lumpur

Hyderabad

Salvador

� Le regioni più industrializzate non sono presenti solo nei paesi del Nord del mondo, maanche in paesi di nuova industrializzazione nel Sud. Le regioni del Nord con la maggioreconcentrazione di industrie sono: le aree costiere e quella nordorientale degli USA, il Giap-pone, l’Europa centro-occidentale, la costa sudorientale dell’Australia. Fra i paesi del Sudinvece spiccano, in Asia, la costa orientale della Cina, le grandi aree urbane dell’India, Tai-wan, la Corea del Sud, Singapore, l’Indocina; in Africa la zona del Transvaal in Sudafrica edel Cairo in Egitto; in America Latina, infine, il triangolo industriale del Sud del Brasile, learee urbane di Città del Messico, Montevideo, Buenos Aires.� La diffusione delle industrie è dovuta alla delocalizzazione, il trasferimento di un nume-ro crescente di impianti industriali dei diversi settori produttivi (tessile, alimentare, calza-turiero, arredamento, meccanico, automobilistico, elettronico) dai paesi industrializzati aquelli in via di sviluppo. Questi ultimi, infatti, presentano caratteristiche tali da consentiremigliori profitti (> unità 9). Ad esempio, garantiscono ampia disponibilità di forza lavoro abasso prezzo, esenzioni fiscali, assenza di diritti sindacali, vie di comunicazione sufficiente-mente sviluppate, facile accesso a materie prime, possibilità di realizzare joint-venture conimprese locali. La delocalizzazione, inoltre, è stata agevolata dallo sviluppo delle tecnologietelematiche, dal miglioramento dei trasporti internazionali e dall’abolizione delle barrieredoganali che hanno reso più facile la spedizione e la vendita dei prodotti ovunque.� Se in una prima fase la delocalizzazione ha riguardato la produzione dimerci a bassa tec-nologia (scarpe, abiti, giocattoli), negli ultimi anni si è estesa anche alle attività a tecnologiaavanzata (elettronica e informatica). Alcuni paesi, come Taiwan o Singapore, dispongono or-mai delle attrezzature industriali più avanzate. Inoltre, di recente, il fenomeno ha interessa-to non solo i grandi gruppi multinazionali, ma anchemolte piccole e medie aziende.� Un altro processo che caratterizza l’industria odierna è la produzione internazionale inte-grata, consistente nel realizzare un prodotto con parti fabbricate in paesi diversi e poi assem-blate, cioèmontate, in un unico stabilimento (per esempio, l’aereo Airbus 380).

Lavoracon la cartaOsserva la cartache rappresentale principali re-gioni industriali.

1. In quali conti-nenti le aree in-dustriali occupa-no un territoriomolto ampio?

2. In quali terri-tori sono, inve-ce, assenti?

3. In quali regio-ni continentalisono più nume-rosi i paesidi nuova indu-strializzazione?

4. Quali paesidel Sud delmondo presen-tano regioni in-dustriali?

� Quali sono le aree piùindustrializzate del mondo?� Che cos’è ladelocalizzazione?� Quali attività e impreseriguarda?� Che cos’è la produzioneinternazionale integrata?

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Glossario• joint-ventureSocietà costituitada due o più impreseche si uniscono per promuovereuna nuova attività industriale.

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Produzione di televisoriin Malaysia.

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B

Rifletti sulla tua esperienzaPassa mentalmente in rassegna i tuoi abiti,le scarpe, gli alimenti che consumi, gli oggettiche usi: quali dei prodotti che utilizzi abitual-mente sono fabbricati in paesi asiatici?. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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L’A380 è il più grande aereo di linea del mondo, un quadrireattore adue piani in grado di trasportare 850 persone. È prodotto dal con-

sorzio europeo Airbus ed è costruito in sedici stabilimenti diversi. Lafusoliera, per esempio, è realizzata nei pressi di Amburgo, in Germa-nia, mentre le ali provengono dagli stabilimenti inglesi di Bristol e daquelli gallesi di Broughton. La coda è fabbricata a Cadice in Spagna,mentre l’assemblaggio dell’aeromobile avviene a Tolosa, in Francia. Inogni fase il velivolo viene spostato da un luogo all’altro tramite una na-ve o una chiatta, finché da ultimo ritorna ad Amburgo per essere arre-dato e verniciato.

Primo piano La produzione integrata dell’Airbus

Una fabbrica dell’azienda automobilistica tedesca Volkswagen a Pue-bla, in Messico. In alcuni casi il trasferimento o l’apertura di im-

pianti produttivi nei paesi in via di sviluppo si deve non solo al minorecosto della manodopera, ma anche all’importanza del paese che ospitala nuova fabbrica. Nel caso del Messico, ad esempio, si tratta di unanazione che con i suoi oltre 100 milioni di abitanti costituisce un mer-cato straordinario e offre enormi possibilità di vendita.

Primo piano Nuovi mercati

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Sezione4 Unità12L’industria nel mondo

Lezione 5

I settori della produzione industriale

A

� I settori industriali tradizionali, quelli di più antica origine, assorbono una grande quan-tità di manodopera, impiegano tecnologie poco avanzate e producono beni di basso valorecommerciale. Ne fanno parte le industrie tessile, metallurgica, calzaturiera, dell’arredamen-to, dell’abbigliamento, della lavorazione del legno. Tutte queste attività, divenute poco reddi-tizie nei paesi più sviluppati, sono state progressivamente trasferite in quelli più arretrati.� Per motivi simili, e perché si tratta di lavorazioni inquinanti e pericolose, è stata spostatain tali paesi dal Nordamerica, dall’Europa e dal Giappone anche buona parte delle principa-li industrie di base. Esse producono beni destinati ad altre imprese che poi li trasformanoin prodotti da vendere al pubblico. Si tratta dell’industria siderurgica (acciaio e ghisa) e dellapetrolchimica, da cui si ricavano benzine, concimi, fibre e materie plastiche.� Ci sono poi i settori industriali maturi, così detti in quanto presenti da un secolo nel set-tore secondario. È il caso dell’industria chimica, un comparto che richiede tecnologiemoltoavanzate e manodopera altamente specializzata. Essa produce una vasta gamma di prodotti:vernici, saponi, detersivi, farmaci, cosmetici, esplosivi, fertilizzanti, erbicidi e pesticidi, com-ponenti per automobili e apparecchi elettronici. Altri settori maturi sono: l’industria ali-mentare, in fase di evoluzione tecnologica (surgelati, cibi pronti) e tuttora localizzata nelNord del mondo; l’industria automobilistica, strettamente legata all’innovazione tecnologi-ca e alla ricerca di nuovi modelli, ancora concentrata in Europa (30%), Giappone e Corea delSud (27%) e USA (11%). Importanti centri produttivi automobilistici si stanno però sviluppan-do in India e in Cina. Molto simile è la situazione della cantieristica navale, dove primeggia-no il Giappone e la Corea del Sud, che producono i 2/3 delle navi varate nel mondo.� I settori ad alta tecnologia, infine, sono l’industria aerospaziale, l’aeronautica, l’elettro-nica, le telecomunicazioni, l’informatica, la farmaceutica, le biotecnologie e l’industria de-gli armamenti. Questi settori sono dominati dalle grandi potenze industriali. Agli USA ap-partengono il 60% della produzione aerospaziale e il 40% dell’elettronica e dell’informatica.Anche Giappone e Corea del Sud sono paesi piuttosto avanzati in questi settori, nei qualihanno realizzato grossi investimenti in termini di ricerca e sviluppo di nuove tecnologie.L’Europa, invece, non dispone di grandi gruppi industriali nell’informatica e nell’elettroni-ca, mentre è assai progredita nella produzione di telefoni cellulari, d’impianti di telecomu-nicazione, nella robotica, nell’aerospaziale e nell’aeronautica.

Lavora con le immaginiCollega le immagini al settoreproduttivo corrispondente.

� Che cosa sono i settoriindustriali tradizionali?Dove operano?� Che cos’è l’industria dibase? Dove è più diffusa?� Che cosa sono i settorimaturi?� Quali sono le industrie adalta tecnologia? Dove sonolocalizzate?

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Glossario• metallurgiaLavorazione dei metalli grezzi (ra-me, piombo, ferro), raffinati inmodo da ottenere metalli puri uti-lizzabili nella produzione di beniindustriali.

Le principali imprese multinazio-nali elettroniche e informatiche(Microsoft, IBM, Apple, Intel) sonotutte statunitensi.

Lo sapevi che...

1. settore ad alta tecnologia

2. settore maturo

3. settore tradizionale

Lo stabilimento automobilistico dellaToyota Motor Corporation a Tokio.

Lavorazionedei tessuti in India.

b

c

Ricercatrice in un laboratorio farmaceuticonegli Stati Uniti.

a

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Verifiche

Sezione4 Unità12L’industria nel mondo

Indica se queste frasi sono vere o false

1. Le risorse minerarie sono distribuitein modo omogeneo sulla Terra.

2. La disponibilità di minerali non è indi-spensabile per lo sviluppo economico.

3. Il petrolio è una risorsa disponibilea basso costo e in abbondanza.

4. La produzione di energia eolicae solare è aumentata negli ultimi anni.

5. Le fonti energetiche rinnovabilisono inesauribili e non inquinano.

6. L’economia all’idrogenopermetterebbe una distribuzionepiù equa delle risorse.

7. L’industria ad alta tecnologia è presen-te solo nei paesi più sviluppati.

8. Anche in molti paesi del Sud del mondoesistono importanti regioni industriali.

9. Solo le grandi multinazionali hannodelocalizzato le loro produzioni.

10. In Africa non ci sono regioni industrialiimportanti.

4

Indica l’affermazione corretta1/3 dell’energia mondiale è oggi prodotta da un’unica

fonte energetica, cioè:la uraniolb gaslc petroliold idrogeno

Indica l’affermazione errataLe risorse minerarie sono molto abbondanti in:

la Nordamericalb Sud-Est asiaticolc Africa meridionaleld Europa mediterranea

Indica l’affermazione errataAlcune tra le maggiori zone industriali del mondo si

trovano in:la Cina orientalelb Brasile meridionalelc Arabia Sauditald Australia sudorientale

3

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Scrivi accanto a ogni termine o espressione la letteracorrispondente alla sua definizione

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a. fabbricazione in paesi diversi delle singole parti checompongono un prodotto e che vengono successiva-mente montate in un unico stabilimento

b. che non si esaurisce mai, come il sole e l’acquac. destinata a esaurirsi, come i combustibili fossili (petro-

lio, gas naturale, carbone)d. trasferimento di un impianto industriale

dai paesi avanzati in quelli arretrati

Lavora con l’immagineOsserva bene l’immagine in ogni dettaglio e, sulla basedi quanto hai letto in questa unità, scrivi un breve com-mento che contenga queste informazioni: tipologiadell’attività industriale, livello tecnologico, probabilecollocazione geografica, condizioni di lavoro.

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1. delocalizzazione

2. produzioneinternazionale integrata

3. risorsanonrinnovabile

4. risorsa rinnovabile

Ripassa i concettiPuoi ripassare i concetti principali dell’unità rispondendoalle domande in azzurro che trovi all’inizio di ogni lezione.

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Copyright © 2010 Zanichelli editore S.p.A. – Francesco Iarrera, Giorgio Pilotti, Facciamo geografia essenziale, vol. Paesi extraeuropei (per le unità tolte dal volume 3)