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Consiglio Nazionale dei Geologi 19 luglio 2017

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Geologi

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LANUOVA I �::�"" � 9-07-2017

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600mila euro alla Fondazione Basilicata Ricerca Biomedica per un nuovo progetto sanitario

Petrolio e salute, un'indagine dopo l'altra Dopo quello del Comune di Viggiano, un altro studio epidemiologico interesserà la Val d'Agri

Martorano ieri alla presentazione del progetto Epibas

in Regione.A PAGINA 3

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A Biti�lt t PEJHO m In Val d'Agri bisogna fare i conti conl'esistenza di una faglia attiva estremamente preoccupante

LA SITUAZIONE SUL TERRITORIO

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t Lettera dell'ex presidente dell'lngv, Enzo Boschi, a «Cova contro»

PIERO MIOLLA

e «Si devono interrompere per sempre le iniezioni di fluidi pressurizzati nel sottosuolo della Val d' Agri e, in generale, di tutta la Basilicata». A chiederlo è Enzo Boschi, presidente Ingv (istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) dal 1999 al 2011, nonché studioso della geofisica e massimo esperto del settore. Boschi. invitato dall'associazione Cova Contro al convegno dal titolo «Sismicità e dintorni in Val d'Agri: qual è il ruolo del petrolio», che si è tenuto a Montemurro ha inviato a Giorgio Santoriello, rappresentante legale dell'associazione, una lettera nella quale ha chiesto l'applicazione del principio di precauzione e l'interruzione delle attività di re-iniezione, come «conseguenza logica di atti e documenti ufficiali di Ministeri ed enti statali, le attività dei quali riguardano la sicurezza del Paese».

«La Val d' Agri - ha aggiunto Boschi - come tutta la Basilicata, è indiscutibilmente una delle zone a massima pericolosità sismica. In Val d' Agri vengono effettua te estrazioni petrolifere alle quali sono necessariamente associate re-iniezioni di fluidi pressurizzati. Esiste un corposo rapporto sullo stato delle conoscenze riguardo alle possibili relazioni tra attività antropiche e sismicità indotta/innescata in Italia, redatto da un tavolo di lavoro composto da Dpc, Mise, Ispra, Ingv, Imaa, nel quale si afferma che l'iniezione di f1uidi nel sottosuolo può innescare o indurre terremoti. Argomento che ha generato seria preoccupazione, visto che poi il Mise si è impegnato a far produrre un altro documento dal titolo (lndirizzi e linee guida per il monitoraggio della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro nell'ambito delle attività antropiche, ndr), da un altro gruppo di lavoro per mantenere al più alto livello delle conoscenze gli standard di sicurezza in zone sismicamente attive».

Sul tema, ha ricordato l'ex presidente

dell'lngv, si sono complessivamente pronunciati 18 esperti: «Nessuno mette più in discussione che f1uidi pressurizzati possano generare, indurre o innescare terremoti». La

Diciotto esperti sostengono che «fluidi pressurizzati possono generare, indurre o innescare terremoti»

lettura attenta dei due documenti cita ti, per Boschi «hanno come necessaria, indiscutibile e indiscussa conseguenza la sospensione definitiva delle iniezioni di fluidi pressurizzati in una zona che, oltre ad essere a massima pericolosità sismica, presenta, secondo uno studio di un gruppo di ricercatori

del Cnr (Geophysical Research Letters, 25 agosto 2014, ndr), una faglia attiva estremamente preoccupante proprio nella zona ove sono concentrate le attività petrolifere. È doveroso ricordare che lo studio è stato formalmente avallato e condiviso dall'attuale presidente Ingv. Siccome molti dei funzionari, docenti e ricercatori citati rivestono incarichi di responsabilità ufficiali nel quadro della sicurezza nazionale, è lecito chiedersi perché non abbiano già preso drastiche decisioni a salvaguardia della vita dei cittadini che in Basilicata vivono». Per Boschi, infatti, non ci sono alternative: «O credono in quello che hanno scritto, cioè terremoti potenziahuente innescati da re-iniezioni di fluidi e pericolosissima faglia attiva presente in prossimità della zona di iniezione, e immediatamente in1pongono la sospensione di ogni attività petrolifera, oppure rinnegano quanto da loro stessi affermato».

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LA STAMPA

Data 19-07-2017

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I SUPER·PO"ìERI DEI TARDIGRAm

Minuscoli e dal look alieno Ecco gti "immortali" della Terra

- Sono minuscoli {non oltre0,5 millimetri} e dall'aspettoalieno. Sono gli unici esseri«immortali» della Terra: capaci di resistere a condizioni estre-

me di temperatura e aridità e liardi di anni, a mille awersità, ts». Questi invertebrati-in grado perfino al bombardamento dei compresa la morte del Sole. È di sopportare un digiuno anche raggi cosmici, i tardigradi si rive- quanto emerge dalla ricerca del- di 30 anni, senza mangiare né lano la specie più forte, in grado le università di Oxford e Harvard, bere -diventano così l'icona deldi soprawivere {e bene} per mi- pubblicata su «Scientific Repor- la resilienza della vita, sulla Terra

come su altri pianeti.

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19/7/2017 Costruzioni ferme anche nel 2017: pesa la difficoltà di trasformare i fondi in cantieri

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19 Lug 2017

Costruzioni ferme anche nel 2017: pesa ladifficoltà di trasformare i fondi in cantieriMauro Salerno

Anche per quest'anno il settore delle costruzioni deve dire addio alle speranze di ripresa dal ciclonegativo in atto ormai da dieci anni. A certificare che anche nel 2017 non ci sarà l’attesainversione di tendenza saranno i dati contenuti nell’Osservatorio che l'Ance presenterà oggi aRoma.

Per il secondo anno di seguito i costruttori sono stati costretti a rivedere al ribasso le stimeformulate soltanto pochi mesi prima. Nel 2016 si partiva da una stima di aumento fissata all'1%che a consuntivo (non solo per gli effetti legati all’entrata in vigore del nuovo codice appalti) fu"limata" allo 0,3%. Anche quest’anno la revisione sarà tutta in negativo. Contando sull’aumentodegli stanziamenti per le opere pubbliche contenute nella legge di stabilità l’associazionecostruttori, a gennaio, aveva scommesso su un aumento dello 0,8% in termini reali (+1,8% intermini nominali) degli investimenti in costruzioni. Un dato che avrebbe permesso di attribuireal 2017 il sigillo di «annoi di svolta» per il settore. Non sarà così. Anche se il dato definitivo saràannunciato soltanto oggi è praticamente certo già da ora che il traguardo di crescita annunciatoa inizio anno non sarà raggiunto. E anzi darà il segno della "palude" in cui si dibatte il settore.

«Per le costruzioni la crisi non è ancora finita - commenta il vicepresidente con delega al CentroStudi Rudy Girardi -. Seppure gli ultimi dati sull'andamento dell’economia mostrano un quadromigliorativo rispetto alle attese, nel nostro Paese si assiste a una crisi di investimenti,soprattutto da parte dell'amministrazione pubblica in tutte le sue articolazioni».

A zavorrare i tentativi di rilancio è ancora una volta la difficoltà a tramutare le risorse in cantieri.L’Ance dà atto al Governo di aver interrotto la caduta dei finanziamenti alle infrastrutturecominciata nel 2009, aumentando sensibilmente gli stanziamenti destinati a nuove operepubbliche negli ultimi due anni. Dopo il +9% registrato nel 2016, quest’anno l'aumento è statodel 23,4%. In totale tra 2015 e 2016 sono stati recuperati quasi due terzi dei tagli alle risorse perinvestimenti che tra 2009 e 2015 avevano subito una sforbiciata del 43%. Positiva anche lavalutazione sulla scelta di dare il via a una programmazione di lungo periodo, soprattutto grazieal Fondo investimenti che spalma 47,5 miliardi nel periodo 2017-2032 destinando oltre il 70%delle risorse, segnala l’Ance, a interventi infrastrutturali. Nel quadro vanno inseriti poi anche ifinanziamenti per la ricostrruzione post-terremoto (8 miliardi), i fondi per Anas e Ferrovie, oltreai fondi coesione (27 miliardi) e quelli europei (15 miliardi). In totale l’Ance stima che alleinfrastrutture siano destinati 100 miliardi in 15 anni. Il problema è che non si riescono aspendere. E i cantieri sono fermi.

Tra i casi emblematici citati dai costruttori c'è il contratto di programma che dovrebbe sbloccare6,6 miliardi di risorse per l’Anas e che è fermo da nove mesi per i contrasti tra Infrastrutture edEconomia. «Altrettanto significativo - segnala l’Ance - è il fatto che, a distanza di sette mesi dallasua istituzione, ancora non sono state completate le procedure di ripartizione del Fondo

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investimenti da 47 miliardi ridimensionando di molto i possibili effetti sul livello di investimentirealizzabili nel 2017 che, secondo le stime inizialmente fornite dal Governo, erano quantificati inoltre 600 milioni». E che invece secondo le ultime previsioni non muoveranno più di 150milioni.

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19/7/2017 Appalti e garanzie, la Guardia di Finanza scopre mezzo miliardo di polizze «carta straccia»

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19 Lug 2017

Appalti e garanzie, la Guardia di Finanzascopre mezzo miliardo di polizze «cartastraccia»Roberto Galullo

Oltre 550 milioni di carta straccia spacciata per polizze fideiussorie.

Nella catena di false garanzie sono stati imprigionati per un anno una trentina di soggetti, per lopiù imprenditori, attratti dal prezzo estremamente competitivo delle polizze ed enti pubblici,beneficiari in caso di danni ambientali e sinistri nei settori della gestione dei rifiuti e degliappalti. Senza fideiussioni non è infatti possibile perfezionare adempimenti ed obblighi previstidalla legge.

La catena è stata spezzata dal Gruppo di investigazione sulla criminalità organizzata del Nucleodi polizia tributaria della Gdf di Brescia, delegato dalla locale Procura.

La cabina di regia portata alla luce dall'operazione “Garanzia” – che ieri ha condotto alladenuncia di 11 soggetti, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, truffa e illecitaintermediazione assicurativa con l'aggravante della transnazionalità – era a Latina dove uncittadino italiano (arrestato) riusciva a pilotare e gestire i falsi rapporti obbligatori. La spondaera a Londra, dove agiva un rumeno (anch'egli arrestato) formalmente intestatario delle società,vere e propri cloni, a partire da nome, loghi e ragioni sociali, di società italiane protagonistecredibili e affidabili nel campo assicurativo.

Non era questo l'unico artificio capace di trarre in inganno. Tutte le polizze erano infatti dotatedi postille che rimandavano all'esercizio dei diritti ma la rogatoria internazionale con il RegnoUnito non ha ancora chiarito gli aspetti giuridici. La ciliegina sulla torta del meccanismo era laspedizione postale da Londra, che ammantava l'operazione di un'aurea di credibilitàinternazionale.

Per perfezionare il meccanismo, i due, potevano contare anche su una sorta di broker-grossista,che piazzava le polizze a basso prezzo. Per i tre soggetti della catena di comando è stato dispostoil sequestro di beni per 640mila euro. «Non sappiamo ancora se dietro questa associazione adelinquere – spiega al Sole-24 Ore Marco Thione, comandante del Nucleo di polizia tributariadella Gdf di Brescia – ci sia la criminalità organizzata ma non possiamo escluderlo. A chiarirlosaranno le indagini».

La ragnatela ha invischiato anche i beneficiari – i cui rischi erano garantiti da carta straccia –quasi tutti enti pubblici o società partecipate. Ad esempio la Regione Lombardia e la Provincia diBrescia (17,5 milioni).

«Oltre alla cifra elevatissima e alla garanzia per la collettività sulla quale sarebbero ricaduti icosti – conclude il comandante Thione – è giusto dire che questa operazione tutela le societàassicurative, spazzate via da costi fortemente concorrenziali, con conseguente alterazione della

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libera concorrenza nella vendita di fideiussioni e tutela gli enti pubblici, che non avrebbero vistoriconosciuto il premio assicurativo in caso di sinistri che, per fortuna, non si sono maiverificati».

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19/7/2017 Edilizia scolastica, in vista lo sblocco di altri 2,6 miliardi. Completati 209 istituti

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19 Lug 2017

Edilizia scolastica, in vista lo sblocco di altri2,6 miliardi. Completati 209 istitutiGiuseppe Latour

In vista della pausa estiva, il Governo assesta un'accelerazione sul fronte dell'edilizia scolastica.L'annuncio è arrivato ieri da parte della ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli: «Nei prossimiventi giorni mobiliteremo altri 2,6 miliardi per dieci azioni fra cui ci sono la nuovaprogrammazione degli interventi 2018-2020 per 1,7 miliardi, le risorse per l'antisismica e per lacostruzione di nuove scuole». Prosegue così il percorso di messa in sicurezza degli istituti ditutto il paese, sul quale ieri il Governo ha fatto un bilancio: in totale sono stati aperti 7.235cantieri in tutta Italia.

Le scuole già completate

Il piano scuola nel sito Miur

La geolocalizzazione

Il lavoro fatto in questi anni sui 42mila edifici scolastici italiani è stato sintetizzato dallasottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi che ha spiegato: «Il governodei mille giorni ha scelto di investire in tre anni maggiori risorse che negli ultimi venti. Unimpegno concreto, promosso e rilanciato con decisione anche dall'attuale esecutivo, di cui oggipossiamo cominciare a raccogliere i primi risultati concreti».

Nel 2014 l'esecutivo ha avviato un'inversione di tendenza sugli stanziamenti per l'ediliziascolastica, superando quota un miliardo di euro all'anno, dopo che negli anni precedenti non siera mai andati oltre il mezzo miliardo. Da quel momento sono stati messi in fila stanziamenti per 9,5 miliardi: 4,7 miliardi sono statigià assegnati agli enti locali. E, soprattutto, sono stati aperti oltre 7mila cantieri: di questi, 5.695sono stati già chiusi e altri 780 saranno completati nel corso del 2017.

In queste cifre sono comprese anche le scuole nuove: ne sono state finanziate 303 (209 giàcompletate). «E' un'azione che ha i suoi punti di forza nel dire basta agli interventi tampone eche punta a finanziare opere cantierabili, a prediligere ristrutturazioni complete o - in molti casi- nuove costruzioni. Non è più necessario guardare agli esempi stranieri: le belle scuole sonoanche in Italia. Possiamo arrivare alla totale riqualificazione del patrimonio scolastico in menodi dieci anni». Così Laura Galimberti, coordinatrice della Struttura di missione della presidenzadel Consiglio dei ministri per la riqualificazione dell'Edilizia Scolastica.Non ci sono solo gli stanziamenti passati, ma anche le nuove risorse in arrivo. Nelle prossimesettimane, prima della pausa estiva, il ministero dell'Istruzione ha in preparazione unaraffica di decreti che sbloccherà risorse per 2,6 miliardi. Soprattutto, sarà portata alla

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Conferenza Stato-Regioni con un decreto interministeriale la nuova programmazione unicanazionale per l'edilizia scolastica per il periodo 2018-2020: vale da sola 1,7 miliardi di euro. Altri321 milioni saranno inseriti in un decreto per assegnare a Province e Città metropolitane risorseper l'antisismica e la messa in sicurezza. Andrà in pubblicazione a inizio agosto l'avviso relativoal Pon scuola da 350 milioni per la messa in sicurezza nel Mezzogiorno. Senza dimenticare lediagnosi di rischio nelle scuole in zona 1 e 2: saranno finanziate con 100 milioni.

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19/7/2017 Fondo Investimenti, pareri parlamentari rilasciati, Dpcm da 46 miliardi verso la Corte dei Conti

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19 Lug 2017

Fondo Investimenti, pareri parlamentaririlasciati, Dpcm da 46 miliardi verso la Cortedei ContiAlessandro Arona

L'ultimo dei pareri parlamentari (delle commissioni Bilancio e Difesa) previsto sul DpcmInvestimenti da 46 miliardi di eurofirmato dal premier Paolo Gentiloni il 29 maggio scorso, èstato emanato l'11 luglio (con un paio di settimane di ritardo rispetto al termine di 30 gioni, 29giugno), e dunque a questo punto viaggia verso la Gazzetta Ufficiale.

In realtà non è tutto così immediato. Dopo i pareri parlamentari il Dpcm deve essereformalmente firmato dal Presidente del Consiglio (prima era uno schema di Dpcm), poi inviatoalla Corte dei Conti e da questo registrato, quindi pubblicato in Gazzetta.

Nel caso del Dpcm periferie da 800 milioni, sempre a valere sul Fondo Investimenti di cui alcomma 140 della legge di Stabilità, questi sono stati i tempi: schema di Dpcm firmato il 31marzo, ultimo paere parlamentare il 9 maggio, firma Dpcm il 29 maggio, registrazione Corte deiConti il 13 giugno, pubblicazione in Gazzetta il 27 giugno. Dunque circa un mese e mezzo dalparere parlamentare.

Se andrà così anche per il secondo Dpcm, la ripartizione generale del fondo, i fondi sarannoassegnati ai ministeri, e utilizzabili, all'inizio di settembre. Ricordiamo che 1.166 milioni di eurosaranno impegnabili già quest'anno, e altri 2.762 nel 2018.

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19/7/2017 Piano periferie, progetti nei termini per 20 Comuni, a settembre le altre 199 firme

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19 Lug 2017

Piano periferie, progetti nei termini per 20Comuni, a settembre le altre 199 firmeAlessandro Arona

Alla scadenza del 3 luglio scorso, data ultima di presentazione dei progetti (definitivi o esecutivi,a seconda dei casi) per i primi 24 progetti del Piano periferie "grandi città" (il programma, lafirma dei protocolli di intesa), quasi tutti gli enti locali coinvolti (Comuni capoluogo di provinciao Città metropolitana) si sono presentati puntuali all'appuntamento. Solo 4-5 enti - su 24appunto - non ce l'hanno fatta, ma nonostante la teorica possibilità di revocare i fondi PalazzoChigi ha preferito essere indulgente, fissando un ulteriore termine, non superiore nei vari casi a60 giorni. Resta comunque un buon ritmo, tenuto conto dei precedenti piani periferie o città,che dovrebbe garantire l'avvio dei lavori per questi primi 24 programmi entro la fine dell'anno,l'inizio del 2018 (a un anno, dunque, dall'approvazione della graduatoria, nel dicembre 2016).Ricordiamo che si tratta di 24 città (o aree metropolitane), 500 milioni di euro di finanziamentipubblici e 1.164 milioni di euro di investimenti.

Per la seconda (e più corposa) tranche, invece (1.600 milioni di euro di fondi pubblici e 2,7miliardi di investimenti totali), i tempi sono un po' più lunghi del previsto: dopo lapubblicazione in Gazzetta a fine giugnodella delibera Cipe 3 marzo (798 milioni difinanziamento) e del Dpcm Investimenti del 29 maggio (800 mln), la firma delle convenzioninon avverrà prima di fine settembre/ottobre. Serve una nuova verifica sull'attualità dei progettipresentati un anno fa, e un altro decreto del presidente del Consiuglio.

LA PRIMA TRANCHE (500 milioni) Firmati i protocolli di intesa il 6 marzo scorso, il Dpcm 25/5/2016 più volte modificato prevedeche entro 60 giorni dalla registrazione da parte della Corte dei Conti (avvenuta il 4 maggioscorso) i Comuni devono «trasmettere le delibere di approvazione dei progetti definitivi oesecutivi degli interventi» (definitivi se erano preliminari, esecutivi se erano definitivi),comprese autorizzazioni o nulla osta se i beni sono vincolati. Dunque la scadenza era il 3 luglioscorso. «Nel caso in cui, ai sensi del comma 5, l'Ente beneficiario abbia trasmesso le delibere diapprovazione dei progetti definitivi, lo stesso si impegna a trasmettere, nei successivi 60 giornidalla trasmissione dei suddetti atti, le relative delibere di approvazione dei progetti esecutivi».In caso di mancato rispetto di questo impegno il governo può revocare il finanziamento.

Come si diceva, 20 Comuni su 24 (o forse 19) hanno presentato i progetti nei termini, gli altri 4-5hanno avuto proroghe limitate, massimo 60 giorni. Ora la segreteria tecnica della Presidenza(creata ad hoclo scorso 13 marzo) dovrà verificare le carte e la compatibilità dei progetti aglistrumenti urbanistici, per poi sottoporre l'istruttoria all'ok formale del Gruppo di Monitoraggio,composto dal segretario generale della presidenza e da tecnici esterni. Non è un lavoro semplice, e complice le ferie sarà completato a settembre. A quel punto potrà

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essere erogata l'anticipazione del 20% del finanziamento concesso, e dunque i Comuni potrannopubblicare i bandi di gara, e dunque se tutto va bene avviare i lavori tra fine anno e l'inizio del2018.

LA SECONDA TRANCHE (1,6 miliardi) Le "carte" sono a posto: a fine giugno sono usciti in Gazzettai due provvedimenti(delibera Cipe eDpcm) che assicurano gli 1,6 miliardi di euro di finanziamento necessari per garantire lacopertura a tutti i 120 progetti progetti. Tuttavia il Dpcm Gentiloni prevede che si faccia ora un altro Dpcm per «individuare» i progettiai fini della stipulazione della convenzione, secondo l'ordine di priorità di cui alla graduatoriadel 6 dicembre 2016. Questo perché la delibera Cipe, pescando da fondi Fsc, assegna l'80% delle risorse a Comuni del Sud, costringendo così la presidenza a definire uno peruno a quali progetti (senza vincoli) andranno gli altri 800 milioni.

Al di là di questo, comunque, i 199 sono tanti, bisogna riverificare l'attualità delle propostepresentate un anno fa, e dunque per la firma delle convenzioni Comuni e presidenza delConsiglio non saranno pronti prima di settembre (si sperava, nei mesi scorsi, di riuscirci primadella pausa agostana).

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19/7/2017 Si rafforzano i segnali di ripresa per l'ingegneria: produzione su del 14%

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19 Lug 2017

Si rafforzano i segnali di ripresa perl'ingegneria: produzione su del 14%Mauro Salerno

Forse è presto per parlare di ripresa, ma possono finalmente guardare al futuro con piùottimismo le società di ingegneria italiane. Dopo anni di previsioni al ribasso i numeri chesegnalano l’andamento di produzione, addetti, nuovi contratti, portafoglio ordini ritrovano ilsegno positivo.

A scattare la fotografia del settore è l’indagine annuale che l’Oice, l’associazione di riferimentodelle società di ingegneria e architettura, ha commissionato al Centro Europa Ricerce (Cer). «Uncontributo importantealla crescita - ha commentato il presidente dell’associazione GabrieleScicolone - è arrivato dall'entrata in vigore del nuovo codice appalti, ma va registrata anche unamaggiore spinta sul fronte dei contratti privati».

Il valore della produzione delle società rappresentate dall’Oice (circa 400 realtà, con tutte le bigdel mercato) quest’anno supererà i 2,3 miliardi di euro, con un salto del 14,2% rispetto ai 2miliardi messi a consuntivo l’anno scorso. Importante sottolineare che non si tratta di unacrescita imputabile soltanto all'estero. Aumenta infatti anche la produzione sviluppata in Italiache nel 2017 supererà la quota di 1,4 miliardi rispetto agli 1,3 del 2016. Molto positivi anche i datiraccolti sul versante estero. Nel 2017 il Cer prevede un balzo del 23,4% fino a 906 milioni di euroche farà salire fino al 38,7% la quotà dell'attività svolta all’estero dalle engineering italiane.

«I numeri non ci fanno dire che la crisi è superata- ha sottolineato Stefano Fantacone, direttoredella ricerca Cer - , ma sicuramente ci danno il primo quadro di miglioramento degli indicatorida cinque anni a questa parte. E si tratta di un miglioramento robusto, che possiamoconsiderare non episodico».

Sono positivi anche i dati dei nuovi contratti, con una stima di 2,9 miliardi a fine 2017 (+7,5%),dovuto a un aumento di acquisizioni più sostenuto all’estero (1,2 miliardi, +12,4%) ma di rilievoanche in Italia (1,7 miliardi +4,2%).

A trainare il settore al rialzo sono soprattutto i big del comparto. «Si sta rafforzando la tendenzaalla polarizzazione del settore - sottolinea Fantacone -. Le società che hanno più di 50dipendenti, hanno capacità di andare all’estero e riescono a diversificare l'attività sul fronteprivato aumentano le prorpie quote di mercato». Le imprese con più di 50 addetti mostrano unamarcia in più: il divario sul fronte valore della produzione si amplierà nel 2017, quando leimprese più grandi otterranno un aumento del 17% (1,9 miliardi) contro la crescita limitata al3,6% (436 milioni in termini assoluti) delle realtà più piccole. Andamenti simili sono riscontrabilianche sul fronte dei nuovi contratti e del portafoglio ordini.

Terremoto centro Italia: confronto tra

professionisti e struttura del

Commissario per la ricostruzione

19/07/2017

Lo scorso 13 luglio si è tenuto ad Accumoli (RI) un importante confronto, fortemente voluto dalla Rete Professioni Tecniche (RPT), tra i professionisti tecnici impegnati nelle attività di ricostruzione delle zone colpite dal sisma e la struttura del Commissario Vasco Errani, rappresentata nell’occasione dall’Arch. Alfiero Moretti. All’incontro, oltre ai Presidenti dei Consigli Nazionali della Rete e ai Presidenti e i Consiglieri degli Ordini e dei Collegi territoriali, hanno partecipato anche dirigenti e funzionari degli Uffici speciali regionali per la ricostruzione.

“E’ stato un incontro di grande importanza – commenta la Rete – da noi fortemente voluto nell’ambito di uno stretto rapporto di collaborazione tra professionisti tecnici e la struttura del Commissario Errani, sfociata di recente con la firma del Protocollo d’intesa e la costituzione dell’Osservatorio della ricostruzione. La situazione è complessa ed è necessario trovare soluzioni condivise. Nonostante i passi avanti che abbiamo fatto, restano

alcune criticità a proposito delle quali abbiamo elaborato delle proposte. Si tratta di richieste ragionevoli che riteniamo possano essere una valida base su cui lavorare”.

“Siamo ancora in una fase molto calda – ha detto Alfiero Moretti della struttura del Commissario alla ricostruzione – sono passati solo sei mesi dalla conclusione degli eventi sismici, dunque non possiamo aspettarci che tutti i problemi siano risolti. Si è trattato di un terremoto molto complesso che ha coinvolto quattro regioni, con tutto quello che ne consegue. Desidero sottolineare la straordinaria collaborazione tra la nostra struttura e il mondo delle professioni. Va detto che questa è una ricostruzione privata con i cittadini che scelgono autonomamente il professionista e l’impresa alla quale rivolgersi per ripristinare la propria abitazione. Lo Stato determina soltanto il sistema di regole finalizzato al riconoscimento del credito di imposta. Per questo motivo i professionisti svolgono un ruolo decisivo e noi riteniamo fondamentale tenere aperto il confronto, al fine di superare le difficoltà”.

Nell’ambito dell’incontro, si è tenuta una tavola rotonda che ha alimentato il dibattito. Antonio Miluzzo (Ordine Ingegneri Rieti) ha offerto una panoramica sullo stato della ricostruzione, mettendo in evidenza le criticità determinate dalla normativa e dalle procedure. Stefano Eleuteri (Vice Presidente Ordine Architetti Rieti) ha sottolineato l’importanza di un approccio multidisciplinare alla ricostruzione. Roberto

Troncarelli(Presidente Ordine Geologi Lazio) ha posto l’attenzione sui diversi regolamenti che caratterizzano le varie regioni interessate dall’evento sismico, con particolare riferimento alle autorizzazioni sismiche. Carlo Papi (Presidente Collegio Geometri Rieti) ha illustrato gli elementi essenziali del Protocollo d’intesa siglato tra RPT e Commissario, sottolineandone le criticità dal punto di vista dei professionisti tecnici impegnati sul territorio. Stefano Villarini (Presidente Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali Perugia) si è soffermato sulle problematiche relative alle autorizzazioni paesaggistiche, essendo molte delle aree coinvolte inserite all’interno di parchi regionali. Leonello

Rossi (Presidente Collegio Periti Industriali Rieti) ha richiamato la necessità di un confronto con gli Uffici speciali regionali per la ricostruzione al fine di giungere ad un’interpretazione univoca delle normative.Cesare Spuri (USR Marche), infine, ha sottolineato il ruolo degli USR confermando la disponibilità degli stessi ad un confronto diretto con i professionisti tecnici.

A cura di Ufficio Stampa RPT

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Il Presidente Cantone apre ai "prezzi di

riferimento" e "costi standard"

19/07/2017

"Una prevenzione della corruzione ben fatta, con controlli seri e rigorosi, soprattutto nel settore degli appalti, è essa stessa una misura di risparmio, perché può eliminare gli sprechi".

Lo ha affermato il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), Raffaele

Cantone, in occasione del convegno a cui ha partecipato lo scorso 25 maggio dal titolo “La

spesa pubblica tra controlli e spending review”, svolto presso la Scuola di Polizia tributaria della Guardia di finanza.

Cantone ha prima parlato dell'incidenza diretta della crisi economica sulla corruzione. Pur ammettendo una certa difficoltà nel'individuare e valutare con certezza dati statistici, secondo il Presidente dell'ANAC "un elemento indicativo è che i momenti di crisi sono quelli in cui spesso poi emergono, anche dal punto di vista giudiziario, una serie di episodi di corruzione. Questo accade perché la forte riduzione delle commesse fa sì che ci sia chi, pur di ottenerle, sia disposto a utilizzare qualunque mezzo, introducendo di fatto un meccanismo di forte “concorrenza” nel sistema della corruzione. In questo senso c'è

dunque una correlazione diretta fra crisi economica, riduzione degli investimenti pubblici e rischio di aumento della corruzione. A maggior ragione, perciò, una politica di prevenzione diventa uno strumento fondamentale sia per far rispettare le regole, sia per evitare che i meccanismi di riduzione della spesa lo siano solo sulla carta. Il motivo è evidente: l’imprenditore che ha pagato una tangente sarà portato a recuperarla con un'offerta non del tutto congrua, col risultato che ciò che in un primo momento appare come un risparmio in seguito diventa in realtà un costo ulteriore per l'amministrazione".

Al riguardo, il Presidente Cantone ha ricordato le indagini di Tangentopoli del 1991/92 che "ebbero un aumento esponenziale in un momento politico-sociale molto particolare, anche se ciò non significa affatto che fino a quel momento non ci fosse corruzione. Prima probabilmente essa era solo più difficile da scoprire, perché la possibilità di spartirsi la “torta” era molto maggiore".

Altro interessante aspetto trattato dal Presidente ANAC riguarda le politiche di spending review come strumenti capaci di prevenire la corruzione. "Si pensi, sotto questo profilo, al ruolo che possono avere i cosiddetti prezzi di riferimento - afferma Cantone - che sono sostanzialmente il “giusto” prezzo al quale un certo prodotto viene di solito pagato. Essi presuppongono la standardizzazione, cioè l’esistenza di informazioni rilevanti in grado di rendere confrontabili lavori, beni e servizi tramite una serie di elementi omogenei. Di conseguenza maggiore è la standardizzazione, più è semplice individuare una serie di prezzi di riferimento".

Sul "costi standard" l’Anac ha una specifica competenza (il nuovo Codice degli appalti prevede che siano elaborati in collaborazione con l’ISTAT) e rappresentano uno strumento che può essere utilissimo sotto numerosi punti di vista. "In primo luogo - continua Cantone - possono consentire di individuare indici di anomalia o persino indici di corruzione, perché è chiaro che a un maggiore allontanamento da essi corrisponderanno altrettanti campanelli d’allarme. Faccio un esempio concreto: se qualcuno compra a 100 un bene che altri acquistano a 10, è evidente che si accende una sorta di alert sul quale si può avviare un'indagine specifica. Non è detto che questa differenza nell’acquisto implichi l’esistenza di illeciti, forse è solo inefficienza o scarsa concorrenza ma è di sicuro uno degli elementi caratteristici dietro il quale si possono verificare fatti corruttivi. L'individuazione di costi standard può essere quindi determinante per individuare indicatori oggettivi della corruzione, che al momento l’Anac sta provando a “costruire”".

Sempre sui prezzi di riferimento Cantone rileva come questi limitino la discrezionalità della stazione appaltante prevenendo sia possibili fenomeni di inefficienza che di corruzione. "Si riduce - afferma il Presidente dell'Anticorruzione - il rischio di una eccessiva remunerazione, dietro la quale si può nascondere una logica corruttiva, favorendo al tempo

stesso l’emersione di elementi che permettono un controllo più diffuso come la trasparenza e l’accountability. Mi spiego: se si crea un alert quando un certo bene è pagato oltre una certa cifra, vengono disincentivati comportamenti potenzialmente devianti. In questo senso vi è dunque un collegamento molto forte tra interventi di spending review e prevenzione della corruzione".

Sulla lotta alla corruzione Cantone è stato chiaro "una prevenzione della corruzione ben fatta, con controlli seri e rigorosi, soprattutto nel settore degli appalti, è essa stessa una misura di risparmio, perché può eliminare gli sprechi. Se fin dall'inizio un appalto è fatto correttamente, tramite l’individuazione di una base d'asta corretta, è possibile evitare quella degenerazione tipica fatta di riserve e varianti in cui spesso si celano fatti corruttivi, cosicché la spesa è determinata fin dall’inizio e i meccanismi in grado di farla lievitare sono scongiurati. Il rispetto delle procedure, soprattutto in materia di appalti, è dunque uno strumento che consente significative economie, come mostrano i controlli che l’Anac ha svolto sugli appalti per il Giubileo in base a quanto disposto dal DPCM che ha assegnato i fondi a Roma Capitale. Quei lavori, soprattutto manutenzioni di piccole o medie dimensioni, sono stati assegnati con ribassi molti significativi, in qualche caso anche superiori al 40% rispetto alla base d'asta e, grazie alle verifiche preventive effettuate sui bandi e sulle fasi successive alle aggiudicazioni, sia i contenziosi che il ricorso a varianti o riserve è stato limitatissimo. È stato così possibile impedire il verificarsi di illeciti e si sono consentiti risparmi rilevanti".

"Mi pare la conferma - conclude Cantone - che un controllo rigoroso delle regole può rappresentare uno dei principali mezzi gli strumenti più importanti di spending review e che soprattutto laddove parliamo di appalti (ma si potrebbe estendere il discorso anche al mondo della sanità) il rispetto delle regole rappresenta esso stesso un modo per conseguire risparmi. Per tornare al punto da cui sono partito, non è dunque un caso se di contrasto alla corruzione si parla soprattutto nei momenti di crisi, perché è evidente che quando la situazione economica è più difficile gli sprechi diventano ancora meno tollerabili di quanto non lo siano già normalmente".

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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Edilizia scolastica, entro agosto investimenti per 2,6 miliardi di euro di Paola Mammarella

Otto nuove scuole, poli per l’infanzia, adeguamento sismico, messa in sicurezza dei solai,

ripristini post-sisma

19/07/2017 – Saranno sbloccati a breve 2,6 miliardi di euro per l’edilizia scolastica. Lo ha annunciato il Ministro per l’Istruzione, l’Università e la ricerca, Valeria Fedeli, durante la conferenza stampa che ha illustrato il programma 2014-2018 e il lavoro svolto per la messa in sicurezza e riqualificazione del patrimonio immobiliare scolastico.

Le risorse fanno parte dei 9,5 miliardi complessivi stanziati dal 2014 ad oggi e saranno spalmati su dieci linee di intervento.

2,6 miliardi per 10 linee di intervento 1. Venerdì prossimo sarà firmato un decreto da 26,4 milioni di euro perinterventi di adeguamento sismico degli edifici scolastici.

2. Il 25 luglio sarà la volta del decreto per la costruzione di 8 nuove scuole da realizzare con modalità di finanziamento e costruzione innovative. Per questi interventi saranno sbloccati 20 milioni di euro. In questo ambito il Ministro ha rivolto un ringraziamento speciale agli architetti Renzo Piano, che ha progettato un prototipo di scuola come civic center, e Mario Cucinella, che per la prima volta ha attuato la progettazione partecipata con un gruppo di studenti. 3. Giovedì 27 luglio sarà firmato il decreto per la ripartizione regionale dello stanziamento Inail da 150 milioni di euro destinato alla realizzazione di nuovi poli per l’infanzia. Il decreto sarà poi portato in Conferenza Stato-Regioni. La progettazione degli interventi avverrà sulla base di un concorso di idee e ai vincitori potranno essere affidati i livelli successivi della progettazione. 4. Altri 10 milioni saranno destinati per il 2017 e il 2018 al ripristino della funzionalità delle scuole e alla realizzazione di strutture modulari nelle aree colpite dal sisma. Le modalità saranno definite con un decreto che sarà firmato venerdì 28 luglio. 5. Nella stessa giornata il Miur presenterà una proposta di decreto interministeriale per la nuova programmazione unica nazionale 2018-2020 degli interventi di edilizia scolastica, che potrà contare su 1,7 miliardi di euro. Questo stanziamento è stato annunciato lo scorso febbraio. Le risorse da destinare ad interventi di messa in sicurezza, saranno erogate accendendo mutui pluriennali agevolati con la Banca europea per gli investimenti (BEI). 6. Sarà firmato il 31 luglio il decreto che assegnerà 321 milioni di euro agli interventi di adeguamento sismico e messa in sicurezza a seguito delle indagini diagnostiche per le Province e le Città metropolitane. Ricordiamo che con la legge sulla Buona Scuola nel 2015 sono stati stanziati 40 milioni di europer le indagini diagnostiche su solai e controsoffitti. Dai sopralluoghi effettuati nel 2016 è emersa la necessità di una serie di interventi di messa in sicurezza. Nei giorni scorsi il Governo, nel comunicare come saranno impiegate le risorse del Fondo Investimenti, ha reso noto che 341 milioni andranno agli interventi post-indagini diagnostiche. 7. Il 2 agosto sarà siglata la convenzione che assegnerà 100 milioni di euro alle indagini di vulnerabilità sismica degli edifici situati nelle aree a rischio sismico 1 e 2. Lo stanziamento è stato previsto lo scorso febbraio dal Ministro dell'Istruzione con un emendamento all'ultima legge per il sostegno alle

popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016. Una delle condizioni previste è che il 20% delle risorse sia destinato alle quattro regioni colpite (Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo). 8. 6 milioni di euro andranno alle nuove indagini diagnostiche sui solai e i controsoffitti, utili a prevenire fenomeni di crollo. Il decreto sarà pronto entro il 7 agosto. Le risorse faranno scorrere la graduatoria del 2015, che ha reso possibili 7mila indagini con 40 milioni di euro. 9. Il 9 agosto sarà pubblicato l’avviso PON Scuola da 350 milioni di euro per l’adeguamento sismico, la messa in sicurezza antincendio e il conseguimento dell’agibilità in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. 10. Sarà infine lanciata il 10 agosto l’anagrafica dei responsabili della sicurezza nelle scuole. Questo permetterà che i responsabili siano facilmente individuabili e ricevano una formazione adeguata.

Edilizia scolastica, i numeri del Miur Dal 2014 al 2017, ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Maria Elena Boschi, sono stati aperti 7238 cantieri (in totale in italia ci sono più di 42mila scuole). Più di 5mila sono stati chiusi e, entro la fine del 2017 ne saranno conclusi altri 780. In totale i lavori hanno riguardato la ristrutturazione e il consolidamento degli edifici esistenti, ma anche la realizzazione di 303 nuove scuole, 209 delle quali sono state completate. "Non è sufficiente stanziare miliardi - ha affermato il Ministro Valeria Fedeli - ma renderli trasparenti. Stiamo andando concretamente verso il fascicolo elettronico per ogni edificio - ha aggiunto - per avere certezze suglle spese e sugli interventi effettuati o da programmare". Con questo obiettivo è stato riattivato, dopo vent'anni, l'osservatorio sull'edilizia scolastica. Come spiegato da Laura Galimberti, coordinatore della struttura di missione per l’edilizia scolastica di Italia Sicura, gli interventi integrano didattica e architettura per la creazione di spazi “belli” e idonei a favorire metodi di apprendimento innovativi. Perchè, ha concluso citando Loris Malaguzzi, "l'edificio scolastico diventi un educatore".

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Cavalcavia di Cuneo, Anas lo ricostruirà in acciaio di Rossella Calabrese

A tre mesi dal crollo, sono in corso indagini e tomografie a ultrasuoni sugli altri impalcati

della tangenziale di Fossano

Foto: www.targatocn.it

19/07/2017 - Nel primo pomeriggio del 17 aprile 2017 il cavalcavia della

tangenziale di Fossano, nel cuneese, è improvvisamente crollato, per fortune

senza causare vittime, ma schiacciando un’automobile dei Carabinieri ferma per

un posto di blocco.

Nei giorni scorsi il Vice ministro per le infrastrutture e dei trasporti, Riccardo

Nencini, ha risposto all’interrogazione presentata dal Senatore Aldo Di Biagio

(APE-CpE-NCD), informando sullo stato delle attività che l’Anas ha intrapreso

dopo il crollo.

Di Biagio chiedeva quale sia lo stato attuale del monitoraggio della rete

infrastrutturale del Paese e se il Governo intendesse definire una mappatura dei

rischi e delle fragilità delle infrastrutture, per predisporre un piano di

manutenzione del patrimonio infrastrutturale, che scongiurasse nuovi cedimenti.

I controlli sulla tangenziale di Fossano

Per quanto riguarda il cavalcavia di Fossano, Nencini ha riferito che ANAS ha

avviato la progettazione della rampa crollata e la ricostruirà in acciaio per

accelerare i tempi e non dover intervenire sulle pile esistenti.

Inoltre ANAS sta eseguendo ispezioni e indagini strumentali sugli altri

impalcati realizzati dalla stessa impresa nell’ambito del medesimo appalto. Lungo

un tracciato di 8 chilometri della tangenziale, su cui insistono 16 manufatti tra

ponti e viadotti della medesima tipologia (per uno sviluppo complessivo di 3,4

chilometri), ANAS sta effettuando le seguenti indagini:

- ispezione approfondita per mappare l’eventuale presenza di micro-anomalie;

- endoscopia nelle guaine per verificare la presenza dell’inghisaggio e lo stato dei

trefoli dove c’è umidità;

- analisi termografica per verificare il posizionamento dei cavi;

- tomografia ultrasonica per rilevare la presenza di cavità negli impalcati.

Il Politecnico di Milano e ANAS stanno sperimentando la tecnica della tomografia

a ultrasuoni su elementi strutturali in cemento armato per la verifica delle

condizioni di sicurezza dei ponti/viadotti (la tomografia verifica il riempimento dei

cavi di precompressione evidenziando la presenza di vuoti con elevata

precisione).

La manutenzione della rete infrastrutturale

La Direzione generale per le strade e le autostrade e per la vigilanza e la sicurezza

nelle infrastrutture stradali fa sapere di aver richiesto ad ANAS, tra l’altro, di

condurre a scopo precauzionale una verifica su tutti i cavalcavia con

caratteristiche analoghe a quello crollato.

Per quanto riguarda invece la spesa complessiva per la manutenzione, ANAS fa

sapere che nel 2016 è stata pari a 630 milioni di euro. La sola manutenzione

straordinaria raggiungerà, invece, nel 2017 un volume di spesa di oltre 400

milioni, circa il doppio della spesa media annua registrata nell’ultimo

quinquiennio.

Inoltre, nel Piano di monitoraggio dei ponti e dei viadotti della rete viaria gestita

da ANAS, sono state programmate le seguenti attività specifiche (triennio 2017-

2019):

- sorveglianza e ispezioni periodiche sui ponti e viadotti a seguito delle quali si

emette un giudizio sulla condizione generale dell’opera e sullo stato di

conservazione della struttura e delle opere accessorie alla stessa;

- applicazioni strumentali e studi specialistici per il controllo di problematiche

specifiche a forte impatto sulla sicurezza delle opere d’arte, estendendo il rilievo

di eventuali criticità anche all’ambiente e al territorio circostante.

ANAS - ha riferito Nencini - tramite il personale di esercizio, svolge

una quotidiana attività di vigilanza sulle infrastrutture in gestione intervenendo,

con la massima tempestività, in caso di emergenza per assicurare le condizioni di

sicurezza della circolazione stradale.

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In arrivo otto scuole ispirate ai prototipi di Piano e Cucinella di Paola Mammarella

Nel piano di edilizia scolastica anche nuovi poli per l’infanzia. A breve il concorso di idee

19/07/2017 – Scuole intese come civic center e frutto di una progettazione

partecipata, ma anche nuovi poli per l’infanzia. Il patrimonio scolastico italiano

sta per arricchirsi di nuovi edifici in cui un’architettura all’avanguardia è in grado

di favorire metodi di apprendimento innovativi.

Mirano a questi obiettivi due delle dieci iniziative del programma nazionale di

edilizia scolastica, illustrato ieri in conferenza stampa a palazzo Chigi. Alle due

misure è destinato uno stanziamento complessivo di 170 milioni di euro sui 2,6

miliardi complessivamente previsti per l’edilizia scolastica. Le risorse saranno

liberate nei prossimi giorni con due decreti dedicati.

In arrivo 8 nuove scuole

Il programma ha destinato 20 milioni di euro alla realizzazione di 8 nuove scuole

da realizzare con modalità di finanziamento e costruzione innovative. I modelli

cui gli edifici si dovranno rifare sono stati elaborati dagli architetti Renzo Piano e

Mario Cucinella. Prototipi, ha sottolineato il Ministro per l'Istruzione, l'Università

e la ricerca, Valeria Fedeli, che i due architetti hanno elaborato a titolo gratuito

per la realizzazione di due scuole, una del I ciclo e una del II ciclo.

Ricordiamo che un prototipo di scuola del futuro, immaginato da Renzo Pianonel

2015, è un civic center elaborato in collaborazione con il pedagogista Franco

Lorenzoni e lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet. Il modello si articola in tre

livelli: un piano terra con un giardino e la funzione di connessione con la città, un

primo piano con le aule e un tetto con laboratori e attività in cui il bambino possa

coltivare l’immaginario personale. Fondamentale anche la sostenibilità

energetica e l’eco-compatibilità dei materiali usati.

Il modello è servito anche da ispirazione per il concorso di idee “Scuole

Innovative”, bandito a maggio 2016, di cui ancora non si conoscono gli esiti, ma

che secondo il ministro Fedeli dovrebbe concludersi in autunno. Al bando per la

realizzazione di 51 scuole in tutta Italia, ha spiegato la coordinatrice della

struttura di missione per l’edilizia scolastica, Laura Galimberti, hanno partecipato

1238 progettisti.

Mario Cucinella ha invece avviato un processo di progettazione partecipata,

coinvolgendo un gruppo di studenti e chiedendo loro di contribuire a definire la

scuola ideale. Basandosi sulla teoria che “progettare è voce del verbo

amare”, esposta al convegno “Fare scuola” lo scorso 29 maggio, Cucinella aveva

già annunciato che “nella progettazione vanno coinvolti i ragazzi per intercettare i

loro desideri e creare un ambiente in cui esprimere le proprie potenzialità”. La

scuola progettata da Cucinella sorgerà in una delle aree colpite dal sisma.

Poli per l’infanzia, a breve i bandi

Nel triennio 2018/2020 saranno realizzati nuovi poli per l’infanzia per bimbi da 0

a 6 anni con un finanziamento Inail da 150 milioni di euro previsto dal Dlgs

65/2017 attuativo della Buona Scuola.

Il Miur ha messo a punto il decreto per la ripartizione delle risorse tra le

Regioni in base ai dati rilevati dall’Anagrafe sull’Edilizia scolastica.

La procedura sarà simile a quella utilizzata per le “Scuole Innovative”. Gli enti

locali interessati proporranno alle Regioni le aree su cui intendono realizzare il

polo. Le Regioni dovranno utilizzare i criteri indicati nel decreto del Miur per la

scelta delle proposte (da una a tre) da sottoporre al Miur.

Successivamente, il Miur pubblicherà un concorso di idee per selezionare le

proposte progettuali relative agli interventi individuati dalle Regioni. I progetti

saranno valutati da una commissione di esperti e, per ogni area d’intervento,

saranno decretati il primo, il secondo e il terzo classificato. Gli Enti locali

proprietari delle aree oggetto d’intervento potranno affidare i successivi livelli di

progettazione ai vincitori del concorso.

Il Ministro Fedeli ieri ha annunciato che il decreto sarà firmato il 27 luglio e

portato subito dopo in Conferenza Stato-Regioni.

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Edllizia scolastica: in arrivo altri 2.6 miliardi. Scuole completate, piano MIUR, mappe del 19/07/2017

Edilizia scolastica, il Governo ha fatto il punto sul piano 2014-2018. Fedeli: pronti altri 2,6 miliardi dei 9 stanziati per 10 azioni fra cui ci sono la nuova programmazione degli interventi 2018-2020 per 1,7 miliardi, risorse per l'antisismica e per la costruzione di nuove scuole

La pausa estiva porta fondi all'edilizia scolastica. Lo ha annunciato il Governo alla conferenza stampa dedicata sul tema, fornendo dati completi e le slide di riferimento su tutto il piano 2014-2018.

Edilizia scolastica: cosa è stato già fatto Oltre nove miliardi di cui 4,7 assegnati agli Enti locali per interventi su scuole già individuate. 7.235 cantieri aperti in tutta Italia, 5.659 conclusi, 303 nuove scuole finanziate, di cui 209 già realizzate. Altri 780 cantieri chiuderanno entro il 2017. Sono i numeri elencati nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi dalla Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Maria Elena Boschi, dalla Ministra dell'Istruzione, Università e Ricerca Valeria Fedeli e dalla Coordinatrice della Struttura di Missione per la Riqualificazione dell'Edilizia Scolastica, Laura Galimberti.

I dati, come già detto sopra, sono stati riassunti in slide proiettate nel corso della conferenza, raccontati dalle decine di foto delle nuove scuole realizzate grazie alle politiche del Governo in tre anni e nei "Cantieri del Giorno", selezionati dalla Struttura di Missione tra i 700 interventi pubblicati nella rubrica online.

"Nei prossimi 20 giorni - ha annunciato il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli - mobiliteremo altri 2,6 miliardi dei 9 stanziati per 10 azioni fra cui ci sono la nuova programmazione degli interventi 2018-2020 per 1,7 miliardi, risorse per l’antisismica e per la costruzione di nuove scuole".

Infine, la chiosa di Laura Galimberti, coordinatrice della Struttura di Missione per la riqualificazione dell'edilizia scolastica. ”La messa in sicurezza delle scuole è prioritaria, perché la scuola rappresenta uno dei pilastri della formazione delle nuove generazioni, e quindi del futuro del Paese. E' per questo che il Governo dei mille giorni ha scelto di investire in tre anni maggiori risorse che negli ultimi venti. Un impegno concreto, promosso e rilanciato con decisione anche

dall'attuale Esecutivo, di cui oggi possiamo cominciare a raccogliere i primi risultati concreti. Dati pubblicati sul webgis online promosso da Italia Sicura, su cui si possono consultare i cantieri per l'edilizia scolastica attivati sul territorio nazionale. Uno strumento di grande utilità per cittadini ed Amministratori, che risponde al principio di trasparenza e partecipazione. Possiamo oggi dire che non è più necessario guardare agli esempi stranieri: le belle scuole sono anche in Italia. Sappiamo che ci sono ancora criticità, ma per citare il filosofo cinese Lao Tzu mi piace dire che ‘Fa più rumore un albero che cade di un’intera foresta che cresce’. E le foreste restano imponenti e rigogliose nel tempo. Puntare sulla sicurezza delle scuole e dei nostri ragazzi vuol dire investire nel futuro del Paese”.

Video della conferenza stampa

Slide di riferimento

Video sulle nuove scuole realizzate

Pagina speciale di #Italiasicura dedicata al Piano edilizia scolastica 2014-18

Costruzione: ecco la corretta definizione a livello tecnico-giuridico del 19/07/2017

La Cassazione fornisce importanti chiarimenti sul senso tecnico-giuridico di una costruzione, asserendo che la realizzazione di un fabbricato di due piani è intervento edilizio soggetto al permesso di costruire in quanto nuova costruzione

Assume particolare rilevanza la sentenza 30157/2017 dello scorso 15 giugno della Corte di Cassazione, imperniata sulla definizione, in senso tecnico-giuridico, del termine "costruzione". Nel caso specifico, gli ermellini affermano che la realizzazione di un fabbricato di due piani è intervento edilizio soggetto al permesso di costruire in quanto nuova costruzione ai sensi dell'art. 10 del dpr 380/2001.

Tale art.10, infatti, nel disciplinare gli "Interventi subordinati a permesso di costruire", stabilisce inequivocabilmente che "1. Costituiscono interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio e sono subordinati a permesso di costruire: a) gli interventi di nuova costruzione; (omissis)”.

La Cassazione, per l'occasione, ricorda anche che:

è già stato chiarito dalla stessa Corte, “in tema di tutela del territorio", che"costituisce 'costruzione' in senso tecnico - giuridico qualsiasi manufattotridimensionale, comunque realizzato, che comporti una ben definitaoccupazione del terreno e dello spazio aereo”.

le cosidette "bellezze paesaggistiche sono il risultato di componentivarie (la conformazione del terreno, la vegetazione naturale, ladistribuzione, il tipo e l'ubicazione dei fabbricati esistenti, il paesaggio e lacornice complessiva), per cui anche il semplice spianamento delterreno e la distruzione della vegetazione integrano il reato di cuiall'articolo 734 cod. pen. (nella specie trattavasi di sbancamento elivellamento di terreno collinare in località sottoposta a vincolo ai sensi deld.m. 14 aprile 1975".

Quindi, per la realizzazione del reato previsto dall'art. 734 cod. pen., non è infatti necessaria l'irreparabile distruzione o alterazione della bellezza naturale di un determinato luogo soggetto a vincolo paesaggistico, essendo sufficiente che, a causa delle nuove opere edilizie, siano in qualsiasi modo alterate o turbate le visioni di bellezza estetica e panoramica offerte dalla natura.

19/7/2017 Terremoto Centro Italia, incontro tra i professionisti tecnici e la struttura del Commissario Errani

Mercoledì 19 Luglio 2017

Terremoto Centro Italia, incontro tra i professionisti tecnici ela struttura del Commissario Errani

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Terremoto Centro Italia, incontro tra i professionisti tecnici e la struttura del Commissario ErraniRpt: “La situazione è complessa ed è necessario trovare soluzioni condivise. Nonostante i passi avanti che abbiamofatto, restano alcune criticità a proposito delle quali abbiamo elaborato delle proposte”

Lo scorso 13 luglio si è tenuto ad Accumoli (RI) un importante confronto, fortemente voluto dalla Rete ProfessioniTecniche, tra i professionisti tecnici impegnati nelle attività di ricostruzione delle zone colpite dal sisma e la strutturadel Commissario Vasco Errani, rappresentata nell’occasione dall’Arch. Alfiero Moretti. All’incontro, oltre ai Presidentidei Consigli Nazionali della Rete e ai Presidenti e i Consiglieri degli Ordini e dei Collegi territoriali, hanno partecipatoanche dirigenti e funzionari degli Uffici speciali regionali per la ricostruzione.

“E’ stato un incontro di grande importanza – commenta la Rete – da noi fortemente voluto nell’ambito di uno strettorapporto di collaborazione tra professionisti tecnici e la struttura del Commissario Errani, sfociata di recente con lafirma del Protocollo d’intesa e la costituzione dell’Osservatorio della ricostruzione. La situazione è complessa ed ènecessario trovare soluzioni condivise. Nonostante i passi avanti che abbiamo fatto, restano alcune criticità aproposito delle quali abbiamo elaborato delle proposte. Si tratta di richieste ragionevoli che riteniamo possanoessere una valida base su cui lavorare”.

“Siamo ancora in una fase molto calda – ha detto Alfiero Moretti della struttura del Commissario alla ricostruzione –sono passati solo sei mesi dalla conclusione degli eventi sismici, dunque non possiamo aspettarci che tutti iproblemi siano risolti. Si è trattato di un terremoto molto complesso che ha coinvolto quattro regioni, con tutto quelloche ne consegue. Desidero sottolineare la straordinaria collaborazione tra la nostra struttura e il mondo delleprofessioni. Va detto che questa è una ricostruzione privata con i cittadini che scelgono autonomamente ilprofessionista e l’impresa alla quale rivolgersi per ripristinare la propria abitazione. Lo Stato determina soltanto ilsistema di regole finalizzato al riconoscimento del credito di imposta. Per questo motivo i professionisti svolgono unruolo decisivo e noi riteniamo fondamentale tenere aperto il confronto, al fine di superare le difficoltà”.

19/7/2017 Terremoto Centro Italia, incontro tra i professionisti tecnici e la struttura del Commissario Errani

Nell’ambito dell’incontro, si è tenuta una tavola rotonda che ha alimentato il dibattito. Antonio Miluzzo (OrdineIngegneri Rieti) ha offerto una panoramica sullo stato della ricostruzione, mettendo in evidenza le criticitàdeterminate dalla normativa e dalle procedure. Stefano Eleuteri (Vice Presidente Ordine Architetti Rieti) hasottolineato l’importanza di un approccio multidisciplinare alla ricostruzione. Roberto Troncarelli (Presidente OrdineGeologi Lazio) ha posto l’attenzione sui diversi regolamenti che caratterizzano le varie regioni interessatedall’evento sismico, con particolare riferimento alle autorizzazioni sismiche. Carlo Papi (Presidente CollegioGeometri Rieti) ha illustrato gli elementi essenziali del Protocollo d’intesa siglato tra RPT e Commissario,sottolineandone le criticità dal punto di vista dei professionisti tecnici impegnati sul territorio. Stefano Villarini(Presidente Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali Perugia) si è soffermato sulle problematiche relative alleautorizzazioni paesaggistiche, essendo molte delle aree coinvolte inserite all’interno di parchi regionali. LeonelloRossi (Presidente Collegio Periti Industriali Rieti) ha richiamato la necessità di un confronto con gli Uffici specialiregionali per la ricostruzione al fine di giungere ad un’interpretazione univoca delle normative. Cesare Spuri (USRMarche), infine, ha sottolineato il ruolo degli USR confermando la disponibilità degli stessi ad un confronto direttocon i professionisti tecnici.

19/7/2017 Appalti senza gara, ok dal Consiglio di Stato alle Linee guida Anac su forniture e servizi infungibili

Mercoledì 19 Luglio 2017

Appalti senza gara, ok dal Consiglio di Stato alle Linee guidaAnac su forniture e servizi infungibili

casaeclima.com /ar_32101__appalti-senza-gara-ok-consiglio-stato-linee-guida-anac-forniture-servizi-infungibili.html

Appalti senza gara, ok dal Consiglio di Stato alle Linee guida Anac su forniture e servizi infungibiliRecepite le indicazioni di Palazzo Spada in ordine all’utilizzo del criterio del costo del ciclo di vita per prevenire illock-in e l’affidamento dei servizi informatici

Con il parere n. 1703 del 18 luglio 2017, il Consiglio di Stato ha espresso un parere favorevole in merito alle Lineeguida dell’Anac relative alle procedure negoziate senza pubblicazione di un bando di gara nel caso di forniture eservizi ritenuti infungibili, di cui all’art. 63 del nuovo Codice dei contratti pubblici.

Nel parere – IN ALLEGATO – la Commissione speciale di Palazzo Spada osserva che le Linee guida in oggetto,rispetto alla versione precedente, sono state implementate alla luce del parere dell’AGCM e di quello dell’AGID,nonché delle indicazioni del precedente parere interlocutorio del Consiglio di Stato (LEGGI TUTTO). In quest’ultimosi chiedeva, in particolare, un approfondimento in ordine all’utilizzo del criterio del costo del ciclo di vita perprevenire il lock-in e un approfondimento circa l’affidamento dei servizi informatici.

Entrambi tali aspetti – osserva la Commissione speciale - sono presi in considerazione nelle nuove linee guida.Esse, rispetto alle precedenti, indicano con maggior dettaglio:

- il contenuto della motivazione della decisione di fare un affidamento diretto per ragioni di infungibilità dell’operatoreeconomico (par. 2.1.);

- il contenuto della programmazione per servizi e forniture (par. 2.2.);

- il contenuto della progettazione che deve aver riguardo anche al tema dei pezzi di ricambio e della manutenzione,al fine di evitare il lievitare dei costi di c.d. aftermarket (con il rischio che un operatore possa adottare strategieopportunistiche, presentando un’offerta particolarmente aggressiva, potendo contare sul successivo recupero diconsistenti guadagni negli aftermarkets) (par. 2.2.);

- la necessità di procedere agli affidamenti considerando il costo del ciclo di vita, in modo da mettere in conto sia icosti di aftermarket sia i c.d. switching cost derivanti dal cambio di fornitore (par. 2.2.);

19/7/2017 Appalti senza gara, ok dal Consiglio di Stato alle Linee guida Anac su forniture e servizi infungibili

- le misure per prevenire e superare il lock in nel caso di servizi informatici (standard aperti; riuso; multi-sourcing;clausola di riscatto dell’infrastruttura informatica; percorsi di uscita da un lock-in “inevitabile”; principio di modularitàdel software).

Secondo il Consiglio di Stato “il testo delle nuove linee guida appare congruo con gli obiettivi perseguiti, assistito daappropriata consultazione e istruttoria, e non dà luogo a rilievi. Resta ferma la necessità di un monitoraggiosuccessivo da parte dell’ANAC sulla osservanza, da parte delle stazioni appaltanti, di tali linee guida, e, più ingenerale, sul fenomeno delle procedure negoziate senza bando, anche alla luci di quanto sopra esposto, in ordine aquella che sembra essere, a prima lettura, una lievitazione in aumento di 5 miliardi del valore degli affidamentisenza gara dal 2014 al 2016”.

19/7/2017 UE: accordo sulla revisione della Direttiva 2004/37/CE sugli agenti cancerogeni

Mercoledì 19 Luglio 2017

accordo sulla revisione della Direttiva 2004/37/CE sugli agenticancerogeni

casaeclima.com /ar_32100__ue-accordo-sulla-revisione-direttiva-agenti-cancerogeni-silice-cristallina-respirabile.html

UE: accordo sulla revisione della Direttiva 2004/37/CE sugli agenti cancerogeniTrovata l'intesa tra il Parlamento europeo e il Consiglio Ue. Per la silice cristallina respirabile il valore limite diesposizione occupazionale è stato fissato in 0,1 mg/mc

È stato trovato l’accordo tra Parlamento e Consiglio europei, in merito alla revisione della Direttiva 2004/37/CE sugliagenti cancerogeni.

Lo segnala l'Ance (Associazione dei costruttori edili) spiegando che tale revisione della normativa consisteprincipalmente in un nuovo elenco di agenti e sostanze cancerogene, in cui è stata fatta rientrare anche la silicecristallina respirabile (di seguito RCS - respirable crystalline silica), un composto presente in molti materiali utilizzatinel settore delle costruzioni quali, ad esempio, laterizi, calcestruzzo, collanti, roccia e pietre varie, terra, ecc..

L’esposizione a RCS - causa di malattie polmonari tra cui la silicosi, a sua volta possibile causa di cancro ai polmoni- può avvenire per inalazione, a seguito della liberazione nell’aria delle particelle microscopiche in occasione dinumerosi tipi di lavorazione (a titolo esemplificativo, demolizioni, tagli, levigature, escavazioni e movimentazioniterra).

L’accordo in sede europea ha in particolare riguardato il valore limite di esposizione occupazionale alle sostanzeincluse nell’elenco degli agenti cancerogeni. Per la RCS, tale valore è stato fissato in 0,1 mg/mc, facendo salva unaeventuale rivisitazione di tale soglia in occasione della prossima valutazione della implementazione della Direttiva.

Sia l’Ance che la Fiec (la Federazione europea dell’industria delle costruzioni, di cui l’Ance fa parte) seguono daanni l’evoluzione delle trattative, evidenziando la necessità di salvaguardare la salute dei lavoratori evitando tuttaviaapprocci “ideologici” al problema.

In prospettiva dell’emanazione della nuova normativa – attesa per la fine dell’estate – si sottolinea che, con riguardoalla RCS, a seguito dell’entrata in vigore nazionale della revisione occorrerà applicare il Capo II del Titolo IX del D.

19/7/2017 UE: accordo sulla revisione della Direttiva 2004/37/CE sugli agenti cancerogeni

Lgs. n. 81/2008 e s.m.i. (Testo Unico sulla Sicurezza), per la valutazione e la corretta gestione del rischio daesposizione ad agenti cancerogeni.

Si rimanda altresì alla nota Ance “Esposizione a silice cristallina respirabile: indicazioni per la gestione del rischio”del 25 novembre 2016, in cui veniva data notizia della pubblicazione di un documento della Commissione europea(in lingua inglese) finalizzato a dare indicazioni agli organismi di vigilanza dei diversi Paesi membri su come valutarela corretta gestione del rischio da esposizione a silice cristallina respirabile.

Come evidenziato a pagina 4 del documento, le indicazioni ivi fornite, precedenti alla revisione della Direttivacancerogeni, rimarranno comunque valide anche a seguito dell’emanazione della stessa.

19/7/2017 Riqualificazione energetica immobili PA centrale: presentati 83 progetti per 84 milioni di euro

Mercoledì 19 Luglio 2017

presentati 83 progetti per 84 milioni di eurocasaeclima.com /ar_32099__riqualificazione-energetica-immobili-pa-centrale-presentati-ottantatre-progetti.html

Riqualificazione energetica immobili PA centrale: presentati 83 progetti per 84 milioni di euroI progetti verranno ora sottoposti a istruttoria tecnica da parte di Enea e Gse finalizzata all'individuazione delleiniziative che saranno inserite nel programma 2017

È scaduto lo scorso lunedì 17 luglio il termine per presentare le proposte progettuali di riqualificazione energeticadegli immobili delle pubbliche amministrazioni centrali.

Alla scadenza del termine “sono stati presentati 83 progetti per circa 84 milioni di euro. Si conferma così il crescenteinteresse da parte delle PA a efficientare gli edifici da essa occupati”, comunica il Ministero dello Sviluppoeconomico in una nota.

“I progetti – annuncia il Mise - verranno ora sottoposti a istruttoria tecnica da parte di ENEA e GSE finalizzataall'individuazione delle iniziative che saranno inserite nel programma 2017”.

Il Ministero ricorda che “i programmi Prepac 2014 e 2015, riguardanti 68 progetti per circa 73 milioni di euro, sono in fase realizzativa, anche attraverso il coinvolgimento dell’Agenzia del Demanio, mentre il Programma 2016 del valore di circa 60 milioni di euro sarà pubblicato a breve”.

Ricordiamo che il Programma di riqualificazione energetica della Pubblica Amministrazione centrale – PREPAC - ha l'obiettivo di efficientare almeno il 3% annuo della superficie utile del patrimonio edilizio dello Stato. Le risorse a disposizione sono pari a 355 milioni di euro.

Il coordinamento e monitoraggio dello stato di avanzamento del Programma è affidato a una cabina di regia composta dal Ministero dello sviluppo economico e dal Ministero dell'ambiente.

19/7/2017 Il punto sull'edilizia scolastica: 7.235 cantieri aperti e 5.659 conclusi

Mercoledì 19 Luglio 2017

7.235 cantieri aperti e 5.659 conclusicasaeclima.com /ar_32098__punto-edilizia-scolastica-cantieri-aperti-conclusi-stanziamenti.html

Il punto sull'edilizia scolastica: 7.235 cantieri aperti e 5.659 conclusiStanziati oltre 9 miliardi di cui 4,7 assegnati agli Enti locali. 303 nuove scuole finanziate, di cui 209 realizzate

Oltre nove miliardi per l'edilizia scolastica di cui 4,7 assegnati agli Enti locali per interventi su scuole già individuate.7.235 cantieri aperti in tutta Italia, 5.659 conclusi, 303 nuove scuole finanziate, di cui 209 realizzate. Altri 780 cantierichiuderanno entro il 2017.

Sono alcuni dei numeri che riassumono il lavoro per la riqualificazione dell'edilizia scolastica iniziato dal Governo deimille giorni nel 2014 e proseguito con decisione dal Governo Gentiloni.

Numeri presentati ieri nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi dalla Sottosegretaria alla Presidenza delConsiglio dei Ministri Maria Elena Boschi, dalla Ministra dell'Istruzione, Università e Ricerca Valeria Fedeli e dallaCoordinatrice della Struttura di Missione per la Riqualificazione dell'Edilizia Scolastica, Laura Galimberti. Datiriassunti in slide proiettate nel corso della conferenza, disponibili online sul sito del Governo, del Ministerodell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e di #ItaliaSicura/Scuole, raccontati dalle decine di foto delle nuovescuole realizzate grazie alle politiche del Governo in tre anni e nei "Cantieri del Giorno", selezionati dalla Struttura diMissione tra i 700 interventi pubblicati nella rubrica online.

Scuole che rinascono più sicure, funzionali, eco sostenibili. Spesso scuole di nuova costruzione cheimpreziosiscono i territori in cui sorgono perché esempi di architettura all'avanguardia, votata ad una didatticainnovativa e al rispetto dei più moderni standard di sicurezza.

"Oltre 2 milioni e 100 mila studenti sono stati interessati dagli interventi. Da qui alla fine dell'anno si aggiungeranno780 cantieri. Le scuole progettate sono 303, 209 sono già state completate e disponibili per essere aperte in modoabbastanza ampio sul territorio italiano, da Brescia ad Avellino, da Lodi a Sassari, da Lucca a l'Aquila, per dareplasticamente idea del lavoro fatto. Abbiamo impiegato 9,5 miliardi di risorse dei cittadini italiani stanziati dai governiRenzi e Gentiloni". Così la Sossegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Maria Elena Boschiaprendo l'incontro.

“Come Paese stiamo facendo investimenti molto importanti: sull’edilizia non sono mai state stanziate tante risorse.È uno sforzo che va riconosciuto - sottolinea la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli-. Stiamo investendo sulla sicurezza degli edifici, ma anche sulla creazione di ambienti di apprendimento innovativi,perché gli elementi architettonici influiscono sullo stare bene a scuola. Rispetto al passato c’è stata una decisa

19/7/2017 Il punto sull'edilizia scolastica: 7.235 cantieri aperti e 5.659 conclusi

inversione di rotta - prosegue - non soltanto in termini di risorse, ma anche di governance: stanziare fondi nonbasta, bisogna governare il processo di spesa, renderlo efficiente, avere a disposizione dati aggiornati perindividuare le priorità. Ed è quanto abbiamo fatto in questi anni e continuiamo a fare. Nei prossimi 20 giorni - chiudeFedeli - mobiliteremo altri 2,6 miliardi dei 9 stanziati per 10 azioni fra cui ci sono la nuova programmazione degliinterventi 2018-2020 per 1,7 miliardi, risorse per l’antisismica e per la costruzione di nuove scuole”.

"La messa in sicurezza delle scuole è prioritaria, perché la scuola rappresenta uno dei pilastri della formazione dellenuove generazioni, e quindi del futuro del Paese. E' per questo che il Governo dei mille giorni ha scelto di investirein tre anni maggiori risorse che negli ultimi venti. Un impegno concreto, promosso e rilanciato con decisione anchedall'attuale Esecutivo, di cui oggi possiamo cominciare a raccogliere i primi risultati concreti. Dati pubblicati sulwebgis online promosso da Italia Sicura , su cui si possono consultare i cantieri per l'edilizia scolastica attivati sulterritorio nazionale. Uno strumento di grande utilità per cittadini ed Amministratori, che risponde al principio ditrasparenza e partecipazione. Possiamo oggi dire che non è più necessario guardare agli esempi stranieri: le bellescuole sono anche in Italia. "Sappiamo che ci sono ancora criticità, ma per citare il filosofo cinese Lao Tzu mi piacedire che “Fa più rumore un albero che cade di un’intera foresta che cresce ”. E le foreste restano imponenti erigogliose nel tempo. Puntare sulla sicurezza delle scuole e dei nostri ragazzi vuol dire investire nel futuro delPaese". Così Laura Galimberti, coordinatrice della Struttura di Missione per la riqualificazione dell'edilizia scolastica.

Leggi anche: “Edilizia scolastica, 2,6 miliardi di euro per le prossime 10 azioni”

19/7/2017 Società di ingegneria italiane: +11% la produzione nel 2016. +2% gli occupati

Mercoledì 19 Luglio 2017

+11% la produzione nel 2016. +2% gli occupaticasaeclima.com /ar_32096__societa-ingegneria-italiane-crescita-undici-percento-produzione-.html

Società di ingegneria italiane: +11% la produzione nel 2016. +2% gli occupatiRapporto Oice/Cer 2017: produzione all’estero oltre il 35% con un incremento del 22% sull’anno precedente. Lacommittenza privata è al 45%

Sono netti i segnali di ripresa per le società di ingegneria italiane rappresentate dall’OICE, l’Associazione aderente aConfindustria che ha presentato a Roma i risultati della 33esima edizione della Rilevazione annuale sulle società diingegneria italiane, predisposta in collaborazione con il CER-Centro Europa Ricerche, alla presenza della Dott.ssaMaria Margherita Migliaccio del Mit; dell’Ing. Alfredo Bertelli, Esperto del Commissario Errani; dell’Ing. PaolaGalliani, dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e del Dott. Paolo Pinto, dell’Agenzia ICE che hannocommentato i dati.

I dati del 2016 evidenziano una forte inversione del trend dello scorso anno quando si registrò un calo del 10,6% delvalore della produzione 2015 rispetto al 2014. Quest’anno, come ampiamente previsto nella precedenteRilevazione, è stato del tutto recuperato il calo patito nel 2015 ed infatti il valore della produzione è passato dai1.850 milioni del 2015 ai 2.050 del 2016, con un aumento dell'11%. Il 2017, poi dovrebbe dare risultati ancora piùconfortanti per il comparto considerando che la stima per l’anno in corso dovrebbe registrare aumenti fino ai 2.341milioni, cioè un +14% sul 2016.

Il favorevole andamento del valore della produzione si è tradotto in un aumento degli addetti delle imprese OICE nel2016 che hanno raggiunto le 14.333 unità (+2%) dalle 14.053 unità del 2015.

MOLTO POSITIVI I DATI SUL VERSANTE ESTERO. Molto positivi i dati sul versante estero (che nel 2015 era incalo e si attestava sul 30,6% del valore della produzione degli associati OICE): emerge infatti una crescita da 601milioni a 734 pari ad una quota intorno al 35% sul totale della produzione 2016 (+22% sull’anno precedente), macon stime di crescita nel 2017 del 23,4% rispetto a quest’anno, che dovrebbero portare ad una quota, sul totaledella produzione, del 38,7%). L’aumento della produzione all’estero si concentra su tre principali aree di riferimentoper le imprese OICE: l’Unione Europea, i Paesi europei al di fuori dell’Unione Europea e la Penisola Arabica econferma il deciso riposizionamento della produzione all’estero delle società OICE, in risposta al mutamento delladomanda internazionale.

Per il Presidente OICE, Gabriele Scicolone: “Il cambio sostanziale delle “regole del gioco” nel mercato interno èstato un fattore positivo; certo, ora che le regole sono quelle giuste, si auspica che il Paese risponda con un piano diinvestimenti che riesca a fare da traino all’economia in generale. Ripartenza dall’interno per potere raggiungere i

19/7/2017 Società di ingegneria italiane: +11% la produzione nel 2016. +2% gli occupati

mercati internazionali più robusti, è il primo “must”; poi rilancio degli investimenti in innovazione per essere al passocon i concorrenti stranieri, a partire dal BIM, tema sentito come centrale dalle nostre società e dall’Associazione checontinuerà a supportarle anche in questo campo. I dati di quest'anno confermano il forte dinamismo delle nostresocietà che sanno adattarsi al mutare delle dinamiche dei mercati e sanno cogliere le opportunità che offrono”.

+5% LA PRODUZIONE INTERNA. Anche la produzione interna aumenta nel 2016 rispetto all’anno precedentepassando dai 1.249 del 2015 ai 1.316 milioni del 2016 (+5%). Meglio ancora dovrebbe andare nel 2017 anno in cuiè attesa un’ulteriore crescita a 1.435 milioni di euro (+9%).

Sempre molto rilevante la fetta di attività degli associati OICE derivante dalla committenza privata: ribaltando il trendnegativo del 2015, si registra quest’anno un cospicuo balzo in avanti (931 milioni, un aumento di oltre il 20% sul2015) che sembra confermato anche per il 2017 in cui si prevede di raggiungere i 1.159 milioni di euro.

Secondo Stefano Fantacone, direttore della ricerca: “All’interno di un quadro congiunturale in generale inmiglioramento, la 33° Indagine OICE segnala andamenti positivi per il settore. Nel complesso, il valore dellaproduzione è stimato in aumento sia nel 2016, sia nel 2017. Rispetto al 2015, l’incremento cumulato potrebberisultare superiore al 25%. Sempre a fine 2017, il numero di occupati avvicinerebbe le 16 mila unità (14 mila nel2015). Questi andamenti positivi riflettono una crescente polarizzazione delle imprese aderenti all’OICE, con unaproduzione che a fine periodo proverrebbe per l’81,5% da aziende con più di 50 addetti e per il 67,5% dal mercatoestero. Un livello di domanda ancora inadeguato, tempi di pagamento non sufficientemente accorciati e ilpermanere di un’alta complessità normativa sono i fattori che più di altri ostacolano l’espansione delle impreseOICE”.

19/7/2017 Split payment, online i nuovi elenchi delle Pa coinvolte

Martedì 18 Luglio 2017

Split payment, online i nuovi elenchi delle Pa coinvoltecasaeclima.com /ar_32094__split-payment-online-nuovi-elenchi-delle-pubbliche-amministrazioni-coinvolte.html

Split payment, online i nuovi elenchi delle Pa coinvoltePubblicato il nuovo decreto Mef 13 luglio 2017 che modifica il precedente del 27 giugno

Sul sito del Dipartimento delle Finanze del Mef è stato pubblicato il decreto del Ministro dell’economia e dellefinanze del 13 luglio 2017 che modifica il decreto del 27 giugno 2017 di attuazione della normativa sulla scissionedei pagamenti – split payment.

Il nuovo decreto del 13 luglio 2017 ha individuato le pubbliche amministrazioni tenute ad applicare detta normativafacendo riferimento alle amministrazioni destinatarie della disciplina sulla fatturazione elettronica obbligatoria di cuiall’articolo 1, commi da 209 a 214, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.

Sono stati pubblicati i nuovi elenchi delle società controllate da pubbliche amministrazioni centrali e locali, nonchédelle società quotate incluse nell’indice FTSE MIB, anche per tenere conto delle segnalazioni dei contribuenti.

I soggetti interessati possono segnalare eventuali mancate o errate inclusioni in tali elenchi entro il 19 luglio 2017.

Decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 13 luglio 2017

Nuovi elenchi dei soggetti

LA CIRCOLARE DEL CNI. In proposito, il Consiglio nazionale degli Ingegneri ha pubblicato una circolare – n.96/2017 che riportiamo – in merito all'inserimento degli Ordini professionali nell'elenco delle Pa tenute ad applicarela normativa sullo split payment:

19/7/2017 Split payment, online i nuovi elenchi delle Pa coinvolte

19/7/2017 Split payment, online i nuovi elenchi delle Pa coinvolte

Leggi anche: “Split payment dal 1° luglio, online le modalità di attuazione e gli elenchi delle PA”

19/7/2017 Clima, poco tempo per evitare la catastrofe. E i governi scaricano i costi sulle spalle dei giovani (VIDEO) - Greenreport: economia ecologic…

http://www.greenreport.it/news/clima/clima-poco-tempo-evitare-la-catastrofe-governi-scaricano-costi-sulle-spalle-dei-giovani-video/ 1/2

Clima, poco tempo per evitare la catastrofe. E igoverni scaricano i costi sulle spalle dei giovani(VIDEO)Se non si riducono subito i gas serra, ci vorranno 500 trilioni di euro per catturare la CO2[19 luglio 2017]

«La riduzione delle emissioni di gas serra non è sufficiente a limitareil riscaldamento globale a un livello che non metta a rischio il futurodei giovani». E’ quanto emerge dal nuovo studio “Young people’sburden: requirement of negative CO2 emissions”, pubblicatosu Earth System Dynamics , il giornale dell’European GeosciencesUnion (Egu), da un folto team internazionale di scienziati.

Secondo i ricercatori, dobbiamo arrivare ad emissioni negative e «Misure come la riforestazione potrebbero compiere gran partedella necessaria rimozione di CO2 dall’atmosfera, ma le continueed elevate emissioni di combustibili fossili richiederebbero costosesoluzioni tecnologiche per estrarre CO2 e prevenire un riscaldamento pericoloso».

Il principale autore dello studio, James Hansen, dell’ Earth Institutedella Columbia University, che in precedenza j ha lavorato al Nasa Goddard institute for space studies, spiega che «Continuandocon le elevate emissioni di combustibili fossili lasceremo ai giovani una enorme e costoso problema di pulizia e accresceremo glieffetti deleteri del clima, il che dovrebbe essere di incentivo e obbligo per governi a modificare le politiche energetiche senzaulteriori ritardi».

Secondo lo studio, se continuano ad aumentare le emissioni di gas serra, i giovani di oggi potrebbero trovarsi a dover spendere finoa 5 trilioni di euro (500.000 miliardi) in tecnologie per estrare l’anidride carbonica dall’aria. Invece, se iniziasse rapidamente la fasedi abbandono dell’utilizzo dei combustibili fossili, la CO2 potrebbe essere rimossa dall’atmosfera a costi relativamente bassi.

I ricercatori dicono che, se si interviene subito, non sarebbero necessarie le sperimentali e costose tecniche di Carbon capture andstorage (Ccs) e che «Migliori pratiche agricole e forestali, tra cui la riforestazione e il miglioramento dei suoli, sarebbero in grado diottenere la maggior parte dell’estrazione del CO2 necessaria per evitare le conseguenze più pericolose del riscaldamento globale».

Gli effetti del cambiamento climatico comprendono ondate di caldo più frequenti e forti, tempeste, inondazioni, siccità e l’aumentodel livello del mare, che potrebbero interessare milioni di persone che vivono nelle zone costiere. Nello studio si legge che «Unaumento del livello del mare di mezzo metro a un metro entro questo secolo, che può essere inevitabile anche se le emissionidiminuiscono, avrebbe conseguenze terribili; eppure queste sarebbero niente rispetto alle catastrofi umanitarie ed economiche cheaccompagnerebbero l’aumento del livello del mare di diversi metri».

Hansen spiega ancora. «Dimostriamo che l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a non più di +2° C rispetto ai livellipreindustriali non è sufficiente, poiché a + 2° C sarebbe più caldo del periodo Eemiano, quando il livello del mare raggiungeva + 6 –9 metri Rispetto a oggi». L’Eemiano finì circa 115.000 anni fa ed era un periodo caldo nella storia della Terra tra due ere glaciali.

Secondo lo studio, «Il pericolo è che una temperatura media globale a lungo termine di + 2 C – o addirittura di +1,5 ° C, l’altro limitedella temperatura discusso nell’Accordo di Parigi del 2015 – potrebbe innescare un “lento” Feedback sul clima. In particolare,potrebbe portare alla fusione parziale delle calotte glaciali, il che comporterebbe un significativo aumento del livello del mare, comeaccaduto nell’Eemiano».

Il team di Hansen ha evidenziato che «La CO2 atmosferica dovrebbe essere ridotta a meno di 350 parti per milione (ppm) rispettoal suo attuale livello di circa 400 ppm. Nel 2016 la temperatura media globale ha raggiunto i + 1,3° C rispetto ai livelli preindustriali eaumenterà almeno di alcuni decimi di gradi in più nei prossimi decenni a causa della risposta ritardata ai passati aumenti di CO2 edi altri gas. La riduzione di CO 2 inferiore a 350 ppm porterà al picco delle temperature che più tardi diminuiranno lentamente acirca + 1° C entro questo secolo. Questo obiettivo richiede emissioni negative di CO2 , cioè l’estrazione di CO2 dall’aria, oltre aduna rapida riduzione delle emissioni da combustibili fossili».

Il team di scienziati stima che, se inizieremo a ridurre le emissioni di CO2 nel 2021 ad un tasso del 6% all’anno, entro il 2100dovremmo estrarre circa 150 gigatonnellate di carbonio dall’atmosfera. La maggior parte di queste, circa 100 gigatonnellate,

19/7/2017 Clima, poco tempo per evitare la catastrofe. E i governi scaricano i costi sulle spalle dei giovani (VIDEO) - Greenreport: economia ecologic…

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potrebbero provenire da migliori pratiche agricole e forestali. Queste misure possono essere relativamente poco costose e portanocon sé ulteriori vantaggi, come il miglioramento della fertilità del suolo e i prodotti forestali.

Ma i ricercatori mettono in guardia sul rischio reale delle attuali politiche: «Tuttavia, se le emissioni di CO2 crescono ad un tasso del2% all’anno (tra il 2000 e il 2015 sono aumentate in media del 2,6% all’anno), dovremmo estrarre ben oltre 1.000 gigatonnellate dicarbonio dall’atmosfera entro il 2100. Solo con una soluzione tecnologica costosa, in grado di succhiare il carbonio dall’atmosfera».

Le tecnologie su cui si appunta il maggior interesse sono la bioenergia con la carbon capture and storage cattura e lo stoccaggiodel carbonio. Gli scienziati spiegano ancora: «Le coltivazioni e le piante assorbono CO2 dall’aria mentre si sviluppano, quindi sevengono usate come combustibile e la CO2 viene catturato e stoccata in formazioni geologiche sotto roccia impermeabile, siverificano emissioni negative». Il team stima che il costo totale di questa tecnologia potrebbe arrivare fino a 500 trilioni di euro, eche «Le tecnologie di estrazione hanno grandi rischi e fattibilità incerta».

Hansen conclude: «E’ evidente che i governi stanno scaricando questo problema sulle spalle dei giovani. Questo non sarà facile opoco costoso»

19/7/2017 Ecco dove scoppieranno le prossime guerre per l’acqua - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile

http://www.greenreport.it/news/acqua/scoppieranno-le-prossime-guerre-lacqua/ 1/2

Acqua | Aree protette e biodiversità | Clima | Geopolitica

Minaccia globale per la biodiversità: rischio di estinzione delle specie nel 70% dei bacini fluviali transfrontalieri

Ecco dove scoppieranno le prossime guerre perl’acquaStudio commissionato dall’Onu identifica gli hotspot delle tensioni idro-politiche[19 luglio 2017]

Nel mondo sono in fase di progettazione o costruzione più di 1.400nuove dighe o deviazione di corsi d’acqua e molte di questegigantesche opere riguardano fiumi che scorrono attraverso piùStati, alimentando le potenzialità di gravi conflitti per l’acqua traalcuni Paesi.

Il nuovo s t ud io “Assessment of transboundary river basins forpotential hydro-political tensions”, pubblicato su GlobalEnvironmental Change da un team di ricercatori spagnolidell’Universidad Complutense de Madrid e del Water Observatorydella Botín Foundation, statunitensi dell’Oregon State University ecileni del Centro de Estudios Avanzados en Zonas Áridas, utilizzaun insieme di fattori sociali, economici, politici e ambientali perindividuare le aree di tutto il mondo più a rischio di guerre “idro-politiche”. Questo studio su bacini fluviali e conflitti fa parte delTransboundary waters assessment program dell’Onu e i ricercatori hanno realizzato un analisi globale commissionata loro dallaEconomic commission for Europe dell’Onu come indicatore degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite per lacooperazione in materia di acque.

Dallo studio emerge che, nei prossimi 15-30 anni, i rischi di conflitti sono proiettati a crescere in quattro hotspot regionali: MedioOriente, Asia centrale, bacino Ganges-Brahmaputra-Meghna e i bacini dell’Orange e del Limpopo nell’Africa australe. Inoltre, il Niloin Africa, gran parte dell’Asia meridionale, i Balcani nell’Europa sudorientale e Sud America settentrionale sono tutte aree nelle qualisono in costruzione nuove dighe e dove i Paesi limitrofi affrontano una crescente richiesta di acqua, dove mancano trattatiapplicabili o, peggio, non è stata ancora discussa la questione.

Uno degli autori dello studio, Eric Sproles, del College of Earth, ocean, and atmospheric sciences dell’Oregon State University,sottolinea che «Se due Paesi hanno già concordato il flusso e la distribuzione dell’acqua quando c’è una diga a monte, non esiste ingenere un conflitto, Questo è il caso del bacino del fiume Columbia tra gli Stati Uniti e il Canada, il cui trattato è riconosciuto comeuno degli accordi più resilienti e avanzati al mondo. Purtroppo, questo non è il caso di molti altri sistemi fluviali, nei quali vengonoattivati diversi fattori, tra cui il forte nazionalismo, il contenzioso politico e la siccità o il cambiamento delle condizioni climatiche».

I ricercatori fanno notare che «Il conflitto per l’acqua non è limitato al consumo umano. C’è una minaccia globale per la biodiversitàin molti dei sistemi fluviali del mondo e il rischio di estinzione delle specie è moderato a molto alto nel 70% dell’area dei bacinifluviali transfrontalieri».

E’ il continente più popoloso, l’Asia, ad avere il maggior numero di dighe proposte o in costruzione su bacini transfrontalieri: 807,seguono l’America del Sud con 354; l’Europa con 148; l’Africa con 99; l’America del Nord con 8. Ma lo studio avverte che «l’Africaha un livello più elevato di tensione idro-politica, con fattori più aggravati». I ricercatori fanno l’esempio dei bacini del Nilo, una dellearre geopoliticamente più calde e controverse del mondo, e dell’Awash, dove l’Etiopia sta costruendo sui suoi altipiani diversedighe sugli affluenti che toglieranno acqua ai Paesi a valle, compreso a una potenza regionale pericolosa e assetata comel’Egitto. «A contribuire alla tensione sono la siccità e una popolazione crescente più dipendente da una fonte d’acqua che puòdiminuire», dicono con preoccupazione gli esperti.

I rischi di guerre per l’acqua sono molto elevate anche a causa delle dighe in costruzione o progettate nell’Asia meridionale e delsud-est, in particolare nel sub-continente indiano e in Indocina. Oltre all’India e al Pakistan che si disputano le acque dell’Indo, unconflitto potrebbe scoppiare tra Cina e Vietnam per l’utilizzo dei fiumi Bei e Xi e tra il Myanmar e i Paesi vicino a causa dellacostruzione di dighe sugli affluenti dell’Irrawaddy. Sembra invece molto più tranquilla la situazione lungo l’Amur, il fiume di confinetra Cina e Russia che era un fronte caldissimo ai tempi dell’Unione Sovietica e della Cina maoista.

Sproles aggiunge: «Quando osservi una regione, la prima cosa che cerchi di identificare è se ci sia un trattato e, in casoaffermativo, se sia uno che funziona per tutte le parti e se sia abbastanza flessibile da resistere al cambiamento. E’ facile pianificare

19/7/2017 Ecco dove scoppieranno le prossime guerre per l’acqua - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile

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l’acqua se è la stessa ogni anno, a volte anche quando il suo livello è basso. Ma quando le condizioni variano – e la siccità è unfattore chiave – la tensione tende ad aumentare ed è più probabile che avvenga un conflitto».

Lo studio dimostra che, oltre alla variabilità ambientale e alla mancanza di trattati, altri fattori che portano alle guerre per l’acquacomprendono l’instabilità politica ed economica e i conflitti armati.

Sproles conclude: «Una ragione per cui il trattato Columbia River Basin tra Stati Uniti e Canada ha funzionato bene è la relativastabilità idrica. Al contrario, i modelli climatici suggeriscono che il bacino del fiume Orinoco nel Brasile settentrionale e il bacinodell’Amazzonia nel Sudamerica superiore possano affrontare condizioni più secche, che potrebbero portare a più conflitti».

19/7/2017 Siccità, Coldiretti: la tropicalizzazione del clima non è più un evento eccezionale - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile

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Acqua | Agricoltura | Clima

Nel 2017 due miliardi di euro di perdite provocate dal clima a coltivazioni e allevamenti

Siccità, Coldiretti: la tropicalizzazione del clima nonè più un evento eccezionalePersi 9 litri di pioggia su 10. Serve prevenzione. Realacci: indagine conoscitiva sull’emergenza idrica[18 luglio 2017]

Ermete Realacci, presidente della Commissione ambiente territorioe lavori pubblici della Camera, ha annunciato l’avvio di «un’indagine conoscitiva sull’emergenza idrica e sulle misurenecessarie per affrontarla. Una situazione la cui gravità è ben resadai dati: nei primi cinque mesi dell’anno gli aumenti delletemperature medie minime e massime sono stati di oltre un gradomentre le precipitazioni sono calate del 30-33%».

E’ più o meno quanto detto dal presidente della Coldiretti, RobertoMoncalvo, che è intervenuto all’assemblea nazionale della piùgrande associazione agricola italiana che ha dedicato un focus allaeccezionale situazione di crisi idrica, siccità ed incendi. «E’necessario – ha detto Moncalvo – passare dalla gestionedell’emergenza con enorme spreco di risorse, per abbracciare unanuova cultura delle prevenzione in una situazione in cui quasi 9 litridi pioggia su 10 sono perduti. L’Italia resta un paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente,ma per le carenze infrastrutturali se ne trattengono solo l’11%».

Secondo l’ultimo monitoraggio della Coldiretti il livello idrometrico del Po è sceso a 3,15 metri sotto lo zero idrometrico, quasi mezzometro più’ basso rispetto allo stesso periodo del 2016. «Lo stato del più grande fiume italiano – sottolinea la Coldiretti – èrappresentativo della crisi idrica del Paese, anche perché dal bacino idrico del Po dipende il 35% della produzione agricolanazionale. Ma la situazione è difficile nei laghi e nelle dighe lungo tutta la Penisola». Dal monitoraggio di Coldiretti emerge unquadro drammatico: «L’altezza idrometrica del lago di Garda è di 69,5 centimetri, ben il 33% in meno rispetto alla media storica delperiodo, mentre in Campania la diga del Piano della Rocca ha una disponibilità di 7,82 milioni di metri cubi di acqua pari ad appenail 55% dello stesso periodo dello scorso anno. La situazione appare meno grave in Puglia dove nelle dighe di Occhito. Capaccio,Osento e Capaciotti ci sono 230 milioni di metri cubi di acqua, il 14% in meno rispetto allo scorso anno. Nelle isole la diga DonSturzo in Sicilia ha 37,77 milioni di metri cubi di acqua, il 30% in meno dello scorso anno, mentre quella di Temo, nella Nurra inSardegna, ne ha ben il 64% in meno per un totale di 18,69 milioni di metri cubi di acqua. L’annata in corso, per la zona nordoccidentale della Sardegna, è la più siccitosa dal 1922, secondo l’Autorità di Bacino».

Il bilancio di questa caldissima estate per l’agricoltura italiana è comunque drammatico: «Salgono a circa 2 miliardi le perditeprovocate alle coltivazioni e agli allevamenti da un andamento climatico del 2017 del tutto anomalo che lo classifica tra i primi postidei più caldi e siccitosi da oltre 200 anni, ma segnato anche da disastrosi incendi e violenti temporali che si sono abbattuti amacchia di leopardo».

Coldiretti evidenzia che «Nel campi coltivati lungo tutta la Penisola con il grande caldo e la crisi idrica per gli agricoltori è sempre piùdifficile ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni, dagli ortaggi alla frutta, dai cereali al pomodoro da industria, maanche i vigneti e gli uliveti e il fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte con l’allarme siccità che si è ormaiesteso ad oltre i 2/3 della superficie agricola nazionale con maggiori costi e danni in tutte le regioni anche se con diversa intensità.Violenti nubifragi con trombe d’aria e grandine a macchia di leopardo hanno fatto peraltro salire in conto dei danni all’agricolturastremata dalla siccità in una pazza estate segnata dal rincorrersi di eventi estremi con il divampare i incendi che hanno colpito nonsolo boschi ma anche animali allevati, pascoli, vigneti e uliveti con un impatto devastante sull’ambiente, l’economia, il lavoro e ilturismo».

Moncalvo denuncia: «Siamo costretti ad affrontare una grave emergenza perché è mancata la programmazione. in un Paese che èricco della risorsa acqua, ma che deve fare i conti con cambiamenti climatici in atto. Aumento delle temperature estive, sfasamentistagionali con autunno caldo e primavera anticipata, più elevato numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, masoprattutto modificazione della distribuzione delle piogge e aumento dell’intensità delle precipitazioni con una forte perdita perscorrimento sono effetti dei cambiamenti climatici prevedibili che richiedono interventi strutturali.Appare difficile, allora, continuare a parlare della tropicalizzazione del clima come di un evento eccezionale da gestire in situazioni

19/7/2017 Siccità, Coldiretti: la tropicalizzazione del clima non è più un evento eccezionale - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile

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di emergenza, dal momento che gli indicatori di siccità rilevano, ormai, dati stabili e costanti, con l’evidente accelerazione dello statodi riduzione della disponibilità di acqua non solo per gli usi irrigui e di allevamento, ma anche per gli impieghi domestici, esigendorapide modifiche anche negli stili di vita. Di fronte alla tropicalizzazione del clima se vogliamo continuare a mantenere l’agricoltura diqualità, dobbiamo organizzarci per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi. Occorrono interventi di manutenzione, risparmio,recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini aziendali eutilizzando anche le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere l’acqua piovana».

Il presidente Coldiretti ha assicurato che «Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionaledell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti. Ma non deve esseredimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio ela competitività dell’intero settore alimentare».