Consigli per lavorare con il neurosviluppo · - Serve ad uno scopo (funzionalità) - È controllato...
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Consigli per lavorare con il neurosviluppo
E’ importante affrontare i disturbi del neurosviluppo attraverso un approccio integrato
Non esiste un trattamento standard che vada bene per tutti i bambini
Parent training per i genitori
Si parte dall’osservazione del comportamento del bambino per identificare OBIETTIVI (comportamenti problema)
Ragioniamo in termini di ABC
A Antecedente
B Comportamento
C Conseguenza
Puoi mettere in ordine? (troppo generico, gli A. vanno gestiti, dare la scelta)
Rinforzo positivo
A B C
«Per favore, metti a posto i pennarelli»
Il bambino prende i pennarelli e li mette via
«Bene, sono contenta tu abbia messo via i
pennarelli appena te l’ho chiesto»
CONOSCERE IL COMPORTAMENTO
Il comportamento problema è:
- Osservabile e misurabile
- Serve ad uno scopo (funzionalità)
- È controllato dall’ambiente (contestuale)
- Abituale (iperappreso) e quindi difficile da cambiare in poco tempo
COMPORTAMENTO = AZIONE
COMPORTAMENTO NON COMPORTAMENTO
correre Non collabora
camminare Demotivato
sputare È svogliato
spingere maleducato
- Ci sono stimoli antecedenti che rendono più probabile la comparsa di un comportamento (stimoli facilitanti)
- Ci sono conseguenze che possono aumentare o indebolire la frequenza di un comportamento
Comunicare in modo preciso ciò che apprezziamo del comportamento positivo manifestato dal b.
Interazione col b. pacata e assertiva
La comunicazione deve trasmettere accettazione e interesse al bambino
I comportamenti desiderabili dovrebbero essere incoraggiati e gratificati spesso e immediatamente
Le ricompense estrinseche dovrebbero essere negoziate e cambiate al fine di mantenere la motivazione
Le conseguenze per aver infranto le regole dovrebbero essere chiare e specifiche
Cosa può fare l’educatore?
Osservare il comportamento del ragazzo e dei compagni per rilevare: tipologie e frequenze dei momenti critici, antecedenti, conseguenze ed intervenire coerentemente alle osservazioni;
Gratificare i momenti positivi;
Fare attenzione alle difficoltà di apprendimento;
Collaborare con le famiglie e i servizi.
Percorsi AUTOREGOLATIVI, di gruppo o individuali. . .
Utilizzabili soprattutto con bambini ADHD
1)Imparare a prevedere le conseguenze delle proprie azioni
2)Sperimentare EFFICACIA e superare la paura di SBAGLIARE e di ESSERE SBAGLIATO
3)Trasformare gli INSUCCESSI in possibili SUCCESSI
Partiamo dall’esperienza cognitiva e prestazionale caratterizzata da sintomi di
• DISATTENZIONE
• DISREGOLAZIONE EMOTIVA
• IMPULSIVITA’
• IPERATTIVITA’
• DISORGANIZZAZIONE
Per dare strategie di controllo e consapevolezza dei sintomi
e SPERIMENTARE EFFICACIA
Stimolare l’autocontrollo e l’autoregolazione significa:Per il bambino Imparare a:
• Gestire le informazioni
• Resistere alle interferenze
• Evitare di agire impulsivamente
• Riuscire a ritardare la gratificazione
• Tollerare la frustrazione
INCAPACITA’ A CONTROLLARSI
Contratto educativo
• Nasce in ambito riabilitativo, è basato sui RINFORZI (gestiti dall’insegnante)
• Più efficace se applicato all’intero gruppo, ma trasferibile anche in ambiente domestico su singolo individuo.
• Si discute con i bambini e deve essere condiviso da entrambe le parti
• Maggiormente efficace fino alla primaria
• TUTTI LO DEVONO RISPETTARE INCOERENZA EDUCATIVA
RINFORZI quello positivo deve dare più punti di quello negativo, perché i primi devono fungere da stimolatori ed il sistema deve premiare, non punire
Prevede:
• regole e aspettative di comportamento;
I comportamenti devono essere specifici (c. positivi da incrementare e c. negativi da ridurre);
scritte in termini comprensibili da tutti;
riferirsi a comportamenti diretti dei bambini, non dovuti a terzi (es: arrivare in orario);
regole espresse in positivo;
devono essere misurabili (es: parlare sottovoce NO!);
massimo 5;
vanno spesso ripetute;
meglio se scritte dall’insegnante, il bambino deve abituarsi a rispettare delle regole non sue
• Conseguenze, rinforzi e sanzioni
• Sistema di monitoraggio del comportamento
Non mettere regole su comportamenti già presenti spesso
Token economy
SERVE PER SOSTENERE LA MOTIVAZIONE E VISUALIZZARE LA DIMENSIONE DEL CAMBIAMENTO/MIGLIORAMENTO
Sposta l’attenzione sui successi ed evita di rinforzare con attenzione negativa gli insuccessi
SPERIMENTARE EFFICACIA
PREMI = SONO PRIVILEGIconsiderati esperienze relazionali di efficaciaDevono essere concordati prima,
Devono essere tanti rischio saturazione
Possono essere cambiati lo scambio deve essere definito precedentemente
In base al numero di punti si da un premio (meglio se concordato ed utilizzato in ambiente scolastico) che NON viene dato se il bambino non ha raggiunto il numero di punti stabilito perde credibilità
Se troppi bambini ricevono premi, il contratto non è efficace
RINFORZO=qualsiasi evento che ha la capacità di aumentare la probabilità di emissione di uno specifico comportamento in frequenza, durata e intensitàPOSITIVO il soggetto con il suo c. ottiene qualcosa di gradito
NEGATIVO il soggetto con il suo c. evita qualcosa di negativo
PUNIZIONE riduce la probabilità di emissione di un comportamento (costo risposta) NON esagerare, si attacca l’autostima, punire solo i comportamenti più gravi. Introduce qualcosa di sgradevole
RINFORZI POSITIVI
AFFETTIVI sono molto importanti per i bambini
DINAMICI possibilità di scegliere un’attività gradita
SOCIALI ruoli di responsabilità (molto gradito perché fa capire che diamo fiducia e lo mettiamo al nostro livello)
SIMBOLICI bollini, stelline che vengono scambiati con premi tangibili o meno
Da usare di meno?
TANGIBILI (premi materiali)
COSTO DELLA RISPOSTA
Si consegnano un tot di gettoni al bambino dopo un tot di giorni si contano quanti si ha raccolto, se sono almeno 10 (numero definito prima) si può avere il premio
DOPO 3 RICHIAMI, SE IL BAMBINO PERSEVERA
• TOGLIERE IL GETTONE SENZA DISCUSSIONI FACENDO RIFERIMENTO ALLA REGOLA VIOLATA (SOLO ALLA FINE DEL GRUPPO È POSSIBILE AFFRONTARE LA DIFFICOLTÀ CON IL BAMBINO)
• I GETTONI GUADAGNATI DEVONO ESSERE SEMPRE SUPERIORI A QUELLI PERSI
• OFFRIRE POSSIBILITÀ DI GUADAGNARE GETTONI EXTRA
TIME OUT
Sospensione di qualunque gratificazione, attenzione o soddisfazione
Si usa subito
Da 3 anni 1 minuto poi 1 min per anno
• Video senna
Analizzare le situazioni (PROBLEM SOLVING)
Indica in termini operativi ciò che
bisogna
fare davanti ad un compito specifico
Guida per orientare il pensiero prima di
agire
Per i più piccoli
Automonitoraggio dell’azione(mi fermo,
analizzo, colgo indicatori esterni, valuto
le reazioni, procedo o mi fermo?)
Autovalutazione (alla fine considero la
mia azione/comportamento e cerco di
capire se è stato un successo oppure
no)
Confronto (gli altri sono d’accordo con il
mio punto di vista?)
• VIDEO SOS TATA
Tempo di compiti a casa
La loro gestione dovrebbe essere caratterizzata da un’attenta organizzazione, articolata in tre parole chiave:
• - Dove: una stanza tranquilla e riservata, priva di fonti di distrazione, e soprattutto facilmente supervisionabile da parte dell’adulto.
• - Quando: un momento della giornata che viene riservato allo svolgimento dei compiti a casa. Deve essere previsto un intervallo massimo per le esecuzioni dei compiti con eventuali pause.
• - Come: il bambino deve essere guidato nella fase preparatoria, predisponendo il materiale necessario. Può essere utile rivedere insieme al bambino le istruzioni per lo svolgimento dei compiti.
In questo modo riusciamo a creare un contesto strutturato, in grado di supportare almeno inizialmente ai deficit di autoregolazione del soggetto iperattivo garantendo la massima coerenza tra scuola e famiglia.
- Organizzazione della classe e dei tempi di lavoro (disposizione dei banchi, le regole della classe, attività routinarie e tempi di lavoro prestabiliti;
- Organizzazione dei materiali (astucci, copertine, post-it, diario, zaino, attività extra, etichette);
- Organizzazione del lavoro scolastico;
- Attività pianificata nel tempo libero o nelle situazioni di transizione.
• (Es. Scuola senza Zaino; Metodo Start)
Automonitoraggio
TIMER!
Con l’autismo bisogna:
1. Osservare quali sono le abilità da insegnare (punti di forza e debolezza, obiettivi a breve e lungo termine)
2. Tradurre in linguaggio visivo per entrare in
contatto;
3. Dare «ricette» o «copioni» da poter seguire
Come strutturare le attività
1. Identificazione dell’ambiente fisico, circoscritto in cui si svolgeranno le attività (il cambiamento di luogo porta a distrazione e continuo riadattamento,sarebbe preferibile che ogni luogo fosse deputato allo svolgimento di un’attività);
2. Strutturare il TEMPO per far capire quando si svolgerà una determinata attività e in cosa consiste (usando anche stimoli visivi che consentono l’automotivazione e la scansione dei tempi);
3. Organizzazione del compito (dall’alto al basso o da destra a sinistra)
PECS: Picture Exchange Communication System
(Sistema di comunicazione per scambio di immagini)
Con PECS i bambini imparano a scambiare
le immagini per le cose che vogliono. Se,
ad esempio, vogliono un banana, danno
un'immagine di una banana a un adulto, il
quale risponde immediatamente. L'idea alla
base di ciò è che il bambino prenda
iniziativa nella comunicazione.
Personalizzata per ogni bambino, per far capire l’azione da svolgere successivamente o per permettere al bambino di chiedere qualcosa.
Role playing
Situazione in cui viene chiesto alla persona di simulare un ruolo mai sostenuto prima, e di esercitarlo in situazioni diverse da quelle usuali
• Prima con pupazzo
• Poi su di sè
Superata la fase di acquisizione bisogna che i risultati ci siano in altri luoghi…
•…in altre situazioni
•…con altre persone
•…per altre abilità simili
Ogni passaggio successivo va insegnato…
MODELING (tecnica del modellamento)Apprendimento per imitazione/osservazione del comportamento di un soggetto che funge da modello
Tipologie
MASTERY: il modello fin dall’inizio mostra il comportamento adeguato (più veloce)
COPING: il modello mostra il comportamento adeguato in maniera graduale (più imitabile)
IN VIVO: il modeling è presente fisicamente davanti al soggetto (più coinvolgente)
FILMATO: più distanza emotiva, sempre identico a sé stesso;
COVERT: immagino un modello che emette un comportamento (difficile da usare con la disabilità)
• Bisogna.
1. Scomporre il comportamento in passi semplici;
2. Scegliere adeguatamente il modello (caratteristiche positive, coetaneo);
3. Rinforzo vicario del modello creando motivazione ad imitarlo. Il bambino che lo imita viene rinforzato a sua volta
VIDEOMODELING
• Insegnare abilità funzionali tramite l’apprendimento per imitazione
• Registrazioni brevi (max 3 min)
• SELF MODELING si usano video sul bambino stesso fatti per consolidare un’abilità
• PROMPT MODELING (max 3/4 secondi) per mostrare la singola azione
SETTING: sfondo semplice, azione lenta, audio incentrato sull’azione
-visione oggettiva
-visione soggettiva(come se il bambino vedesse dal suo punto di vista)
PROMPTING (tecnica dell’aiuto)
Aiuto che serve a suggerire il comportamento adeguato (vanno ridotti con il tempo dipendenza) Fornire alla persona uno o più stimoli sotto forma di aiuto (prompt)
VERBALE
GESTUALE: non richiede comprensione verbale, MA… i gesti non hanno buona permanenza nel tempo
FIGURALE: uso di immagini
FISICI: guidare fisicamente il soggetto (guida fisica)
Non ha senso usarli tutti insieme, dipende dal soggetto che abbiamo davanti
FADING
• Graduale eliminazione degli aiuti e dei rinforzi associati ad un determinato comportamento
• Porta all’autonomia
• Deve essere graduale altrimenti porta alla dipendenza dall’AIUTO
SHAPING (modellaggio)
• Modellare in modo graduale il comportamento finale
• Prevede una serie di step che mi conducono al comportamento finale usando diverse tecniche rinforzo ogni step
Quando passo allo step sucessivo tolgo il rinforzo agli step precedenti
CHAINING (concatenamento)
Insegnare la corretta sequenza delle azioni che un soggetto già possiede, ma in ordine scorretto
• RETROGRADO: Il soggetto è guidato a fare tutti i passi con me e l’ultimo da solo e così via (molto usato con soggetti gravi);
• ANTEROGRADO: il sogg. compie il primo passo da solo e i successivi con il mio aiuto
Lavorare con DSA
E’ bene incrementare le Competenze fonologiche, soprattutto nei bambini prescolari
Per competenze fonologiche si intendono le capacità di analizzare separatamente i suoni all’interno della parola
Sono indice di una buona competenza fonologica le capacità di:
1. Riconoscimento della sillaba iniziale (usando storie o filastrocche);
2. Segmentazione della parola in sillabe;
3. Riconoscimento della differenza tra un suono e l’altro (pa/ba)
Per acquisire una buona competenza fonologica occorre lavorare su questa progressione:
• Riconoscimento sillaba iniziale
• Riconoscimento sillaba finale
• Riconoscimento sillaba intermedia
• Riconoscimento fonema iniziale
• Riconoscimento fonema finale
• Riconoscimento fonemi intermedi
• Riconoscimento di tutti i fonemi
Il potenziamento può essere anche presentato sottoforma di gioco:
• Ripetizione di parole in assonanza (ape\pipa\pepe)
• Ripetizione di ritmi ( lalla, l’ala lalà)
• Giochi delle rime (inventarne con i nomi del gruppo)
• Come inizia questa parola?
• Come finisce questa parola?
• Uguale diverso ( mano \mano, mano \manto)
• Il gioco del bastimento
Gioco del bastimentoPuò rivelarsi un utile esercizio per l’arricchimento del bagaglio lessicale e lo sviluppo fonologico del bambino:
• Materiale necessario per il gioco: un fazzoletto che deve tenere in mano ilcapogioco.
Un bambino sarà il capogioco e getta il fazzoletto a uno dei giocatori, dicendo per esempio: "E' arrivato un bastimento carico di ..... comincia per A, finisce per S".
" ANANAS" risponde il giocatore. Ed ha indovinato.
Naturalmente bisogna scegliere nomi di cose, persone, animali, che realmente si possono trasportare su un bastimento.
Il bastimento puo' essere carico di soldati, di pecore, di cannoni, di diamanti, di pere; non puo' essere carico di Giuseppe, di nuvole, di case....
Se qualcuno non riesce ad indovinare, deve fare la penitenza; e chi ha totalizzato il maggior numero di punti vince la gara.
Lo scopo del gioco è fare più punti di tutti i giocatori.
Altri suggerimenti. . .
• Mantenere lo stampato maiuscolo finché l’alunno non abbia acquisito la sicurezza in tutti i gruppi consonantici (il passaggio al corsivo non deve essere obbligatorio);
• evitare la lettura a voce alta in classe o organizzarla in modo che non venga vissuta con frustrazione;
• evitare la sottolineatura degli errori per il rischio che questi permangano a causa del rinforzo visivo;
• evitare la copiatura di lunghi testi dalla lavagna;
• svolgere costantemente il controllo dei compiti scritti dal bambino sul diario;
• evitare la dettatura di testi che dovranno poi essere usati come materialedi studio;
• consegnare piuttosto delle schede, chiare e ben strutturate, sul quale l’alunno possa studiare dato che non potrà farlo sui propri appunti o su dettati;
• aiutare l’alunno a organizzare il proprio studio:
• selezionare i contenuti del testo da studiare,
• individuare pochi “concetti chiave” in relazione tra loro;
• utilizzare mappe concettuali e associare mediatori visivi sia nella fase di comprensione degli argomenti sia per lo studio individuale;
• personalizzare il lavoro da svolgere a casa considerando che per l’alunno con DSA certe attività richiedono tempi di gran lunga maggiori;
• dispensare, ove è necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta e adottare una didattica di tipo orale con supporti visivi e uditivi.
Avviare gli alunni dislessici all’utilizzo del computer, strumento compensativo tra i più importanti ed efficaci, utilizzabile in modo flessibile per rispondere a diverse situazioni problematiche;
La sintesi vocale può essere usata anche come supporto alla lettura per migliorare la comprensione del testo scritto; anche in questo caso i risultati sono migliori se l’informazione sonora è associata ad un controllo visivo (ad esempio, appare sul video la parola evidenziata che in quel momento viene pronunciata dalla sintesi).
PER LO STUDIO . . .Introdurre TABELLE, SCHEMI, MAPPE che:
• sollecitano le generalizzazioni
• aiutano ad appropriarsi di quadri d’insieme
• sono strumenti di apprendimento ma anche di presentazione degli argomenti nelle interrogazioni
• favoriscono i processi di pensiero e la riflessione