Considerazioni sulle perdite Carta di Smith. Impedenza superficiale n Se unonda piana incide su di...

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Considerazioni sulle perdite Carta di Smith

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Considerazioni sulle perdite

Carta di Smith

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Impedenza superficiale Se un’onda piana incide su di un dielettrico

Hy1

Ex1

k

jkzjkzzjkzjkx eeEeEeEE

11

11

11

12

12

zjkzjkzjkx eEeEeTEE 2

12

12

1

21

22

21

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Se incide su un conduttore imperfetto

z

J

EH

zj

z

x eeTEJ

f

1

j

1

2

La potenza dissipata per effetto Joule

VV

t dvdvP2*

2

1

2

1JJE

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Considerando 1m2 di superficie

42

1

2

122

1

0

1

0 0

22TE

dxdydzdvPV

t

JJ

21

2

221

22

22

4

4

sREE

Avendo considerato 1 l’imp. dell’aria, e che per un buon conduttore 2>>1, ed avendo definito

j

Rs1

ReRe 2

Ora, se definiamo una corrente per unità di lunghezza

dzs

0

JJ Calcolandola possiamo verificare che essa, per

conducibilità alte, è la stessa che avremmo ottenuto calcolando alla superficie

HnJ s Ovvero la corrente superficiale indotta su un

conduttore ideale

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E con tali definizioni risulta che la potenza dissipata può essere ottenuta

dsR

dsR

PS

ts

Ss

st 22

22HJ

Tale metodo per determinare le perdite di conduzione è del tutto generale: è il metodo “perturbativo”

Essa ci consente di valutare la costante di attenuazione in strutture con perdite

zePzP 20)( P

z

PPl 2

Dove Pl è la potenza dissipata per unità di lungezza (quindi Pt in cui si ha un’integrale di linea)

)0(2

)0(

2 P

P

P

P ll

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Per esempio nel caso del modo TE10 in guida rettangolare si ottiene

Le perdite diminuiscono all’aumentare della sezione trasversale: ecco che a=2b è un compromesso tra massima distanza del primo modo superiore e ridotte perdite

2323

2 kabkba

Rsc

Per una guida a piatti piani paralleli si ottiene

a

kRsc

2

In generale dovremo tenere conto anche di perdite nei dielettrici

tan102222 jkkkj rccd

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22

222

022

2

tantan1

kk

jkkkjk

c

crc

2

tan2jkd

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Linee di Trasmissione e soluzioni grafiche: La Carta di Smith Rappresentazione del coefficiente di riflessione

sul piano complesso

RL

Zo,

z=0

itot

vtot

z=-l

ljlj

lj

eeV

eVl

2)0()(

In una linea senza perdite il coefficiente di riflessione non varia in modulo, ma solo in fase

Sul piano complesso “ruota” in senso negativo (orario) andando verso il generatore

generatore

u

v

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La Carta di Smith Periodicità /2 Inoltre il coeff di riflessione è legato da una trasformazione

bilineare all’impedenza di carico (vista nella sezione arbitraria)

0

0

0

0)(ZZ

ZZ

ZlZ

ZlZl

L

L

in

in

L’idea a questo punto è di calcolare i luoghi dei punti a Re(ZL) costante o a Im(ZL) costante e di graficarli nel piano complesso, così che ad ogni punto nel piano coincida un determinato coefficiente di riflessione ed al contempo un definito ZL

Posto 1/1/ 0 jxrZZz LL

Si ottiene che i luoghi a r=costante sono circonferenze di raggio e centro:

)0),1/(();1/(1 rrCrR

r=0r=1

r=2r=infinito

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La Carta di Smith Si ottiene che i luoghi a x=costante sono anch’essi

circonferenze, ma di raggio e centro:)/1,1(;/1 xCxR

Notate: i carichi induttivi sono nel semipiano superiore, quelli capacitivi nel semipiano inferiore

x=1

x=-1

x=0.5

x=0

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La Carta di Smith

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La Carta di Smith In definitiva: normalizzata un’impedenza all’impedenza

caratteristica della linea, possiamo individuarla sulla CdS: es. 50+j50su una linea di 50da un’impedenza normalizzata 1+j1

x=1

r=1

Individuate subito il coefficiente di riflessione: il modulo si ottiene facendo una proporzione (il raggio della CdS individua il max coefficiente di riflessione, 1); se d è la lunghezza del vettore che rappresenta il coefficiente di riflessione e R il raggio della CdS otteniamo

Rd / La fase, l’angolo, lo leggiamo sul bordo della CdS;

Sul bordo in particolare trovate sia l’angolo che i valori di rotazione in frazioni di : sappiamo che un giro completo è mezzo

giro ecc. Ecco che la CdS vi permette di calcolare sia che valore di impedenza è associato ad

un coefficiente di riflessione (e viceversa) sia come l’impedenza si modifichi sulla linea, visto che lungo la linea (senza perdite) solo la fase del coefficiente di riflessione varia

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La Carta di Smith Ricordate poi che in una linea, dove vi è un massimo di

tensione, si ha un massimo di impedenza, e che tale impedenza è reale, pari a

SZZ 0max Dove S è il ROS; ovvero in termini normalizzati

Allo stesso modo, l’impedenza è reale anche in un punto di minimo e risulta

Sz maxS

SZZ /0min Sz /1min In tale punto la fase del coefficiente di riflessione è 180°

1/S

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La Carta di Smith per le ammettenze A questo punto notiamo che

1

1

L

L

z

z

Cioè, ripetendo le operazioni per un’ammettenza otterremmo solo un segno - di differenza, cioè occorrerebbe scambiare con -

Ovvero, sulla CdS, ruotare di 180°

In pratica: sulla CdS possiamo ottenere da un’impedenza (normalizzata), un’ammettenza (normalizzata) semplicemente cercando il punto simmetrico rispetto all’origine

1/1

1/1

L

L

y

y

1

1

L

L

y

y

impedenza

ammettenza

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La Carta di Smith per le ammettenze Chiaramente, se interpretiamo una CdS come carta di ammettenze, i ruoli di corto

circuito e circuito aperto sono scambiati. Infatti avevamo visto che il corto circuito (r=0,x=0) è il punto (-1,0)

cc

E che il circuito aperto (r=,x=0) è il punto (1,0)

ca

Chiaramente se ora la CdS rappresenta delle ammettenze, il punto r [o meglio indichiamo con g la conduttanza] g=0 diviene il circuito aperto

ca cc

In tutti i casi, l’origine coincide con la condizione di adattamento. Le operazioni per adattare un circuito appariranno graficamente come una serie di passi per trasformare un punto nell’origine.

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01.0

-1.0

1.0

10.0

-10.0

10.0

5.0

-5.0

5.0

2.0

-2.02.0

3.0

-3.0

3.0

4.0

-4.0

4.0

0.2

-0.2

0.2

0.4

-0.4

0.4

0.6

-0.60.6

0.8

-0.8

0.8

0 1.0

1.0

-1.0

10.0

10.0

-10.0

5.0

5.0

-5.0

2.0

2.0

-2.0

3.0

3.0

-3.0

4.0

4.0

-4.0

0.2

0.2

-0.2

0.4

0.4

-0.4

0.6

0.6

-0.6

0.8

0.8

-0.8

Graph 1Swp Max

1

Swp Min-1

Che tipi di “trasformazione” possiamo operare facendo riferimento alla CdS?

Muoversi lungo una linea senza perdite equivale a ruotare sulla CdS, con modulo del coefficiente di riflessione invariato

Potremo poi mettere suscettanze in serie o in parallelo: se variamo solo la parte immaginaria di un carico ci muoviamo su cerchi a r=costante

Se chiaramente variamo la parte reale ci muoviamo su cerchi x=costante

Ovviamente in parallelo si sommano le ammettenze ed in serie si sommano le impedenze: conviene usare la CdS come carta per “impedenze” se occorre mettere carichi in serie, e come carta per le “ammettenze” quando si pongono carichi in parallelo

La scelta del “serie” o del “parallelo” è spesso vincolata dal tipo di tecnologia

Talvolta i due tipi di operazione coesistono, e si utilizzano CdS in cui si rappresentano contemporaneamente impedenze ed ammettenze

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Adattatore in quarto d’onda Nel corso di Fondamenti avete incontrato l’adattatore in “quarto d’onda”: tra carico e

linea di trasmissione interponete un tratto di linea lungo un quarto d’onda e di impedenza caratteristica pari a

Lx ZZZ 00 Di fatto utilizzabile solo se si ha la possibilità di realizzare impedenze caratteristiche

pressoché arbitrarie, cioè nelle guide planari. Se il carico è complesso, occorre posizionare l’adattatore non direttamente tra carico e linea, ma interporlo in un punto della linea che renda il carico reale. Individuare tale punto sulla CdS è facilissimo, poiché basta ruotare il coefficiente di riflessione fino a che la sua fase non sia 0° o 180°, nel primo caso l’impedenza normalizzata è S, e nel secondo 1/S.

Sulla CdS leggiamo quindi di “quante frazioni di “ ci siamo spostati lungo la linea

Se il carico fosse 1+j1 Troveremmo subito il ROS=2.6

Ed una rotazione di l=0.25-0.162=0.088

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Adattatore a singolo Stub Uno stub è un tratto di linea in corto circuito o circuito aperto che realizza una

suscettanza o una reattanza pura

La tecnica di adattamento con singolo stub prevede di muoversi sulla linea fino ad avere la parte reale dell’impedenza (o dell’ammettenza) pari a 1, così che in tale punto si veda un’impedenza normalizzata

Ed in tal punto mettere un’impedenza in serie pari a -jx, così da “cancellare” la residua parte immaginaria

Se lo stub deve essere messo in parallelo dobbiamo chiaramente lavorare sulle ammettenze

jxzL 1

LLL jxrz jxzL 1'

jx