Congresso nazionale FADOI-ANIMO€¦ · Cinquanta, ovvero il Ciclo di Deming, noto anche come PDCA,...
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Lean Organization
Congresso nazionale FADOI-ANIMO sorrento
14 maggio 2017
Presented Emanuele Bascelli
Coordinator, Ward Manager Child Neuropsychiatry - Bologna Maggio 2017
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Presentation Emanuele Bascelli
Dal Lean Management al Lean Innovation System
• Il Lean Thinking – pensiero snello – è innanzitutto un
atteggiamento diverso degli individui che vivono
l’azienda.
• nel Lean Thinking ci si domanda incessantemente
non solo qual è esattamente il valore che il cliente si
aspetta da noi, dai nostri prodotti, dai nostri servizi, ma
come possiamo continuamente aumentarlo, riducendo
allo stesso tempo le attività che, al contrario, non
aggiungono valore.
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Presentation Emanuele Bascelli
Si consideri la figura disegnata con NOVE PUNTI:
È possibile collegare tutti i NOVE PUNTI tracciando solo 4 segmenti
senza MAI STACCARE la MATITA dal FOGLIO?
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Presentation Emanuele Bascelli
Dal Lean Management al Lean Innovation System • Nell’ottica lean, qualsiasi attività lavorativa può
essere di tre tipi.
• Che crea un valore aggiunto riconoscibile anche dal
cliente finale (Masaaky Yutani, aggiungeva che per
lui un’attività è a valore aggiunto quando il cliente
finale è felice)
• Un’attività che non aggiunge valore, ma che è
ritenuta necessaria. (Per esempio un’attività per
soddisfare adempimenti normativi e legislativi, che
in azienda può essere fondamentale pur essendo
“ausiliaria”, tipo il controllo di gestione.
• Un’attività completamente inutile che genera forme
di spreco
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Presentation Emanuele Bascelli
Dal Lean Management al Lean Innovation System
• Il punto di partenza, nello spirito lean, è quello di
vedere la nostra azienda e le nostre stesse attività
individuali con gli occhi del paziente. Imparare a
riconoscere il valore nei nostri processi,
distinguendoli dalle diverse forme di spreco
possibili: questo è l’obiettivo LEAN.
• Cominciare a indossare gli “occhiali lean” significa
cambiare completamente il punto di vista su come le
cose vengono fatte, riuscendo a essere “onestamente
critici” su tutto ciò che facciamo, iniziando un percorso
che può portare molto lontano. Qui di seguito può
vedere una sintesi dello schema “mentale” che viene
adottato dal lean.
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Presentation Emanuele Bascelli
Schema delle attività tipiche e delle tipologie di sprechi
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Presentation Emanuele Bascelli
1) Esercizio in piccoli gruppi – tempo 30 min
• Individuate nelle vostre realtà operative e quotidiane
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Presentation Emanuele Bascelli
AUTOMOTIVE MATERIAL HANDLING TESSILE LOGISTICA ELETTRONICA
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Presentation Emanuele Bascelli
Storia del LEAN e perché ne parliamo oggi
1. “Il Lean Thinking è una filosofia di pensiero
che ha le sue radici nel Lean Manufacturing,
il modello di produzione ormai noto in tutto il
mondo originato dal sistema di produzione
Toyota. Tutto ebbe inizio con Henry Ford e la
sua linea di assemblaggio in movimento, che
diventò poi il modello su cui Toyota basò il
proprio sistema di produzione negli anni
Quaranta:
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Presentation Emanuele Bascelli
Storia del LEAN e perché ne parliamo oggi
“una linea in continuo movimento è un flusso
continuo di materiale”, che è poi l’ideale del
Toyota Production System (TPS)
“Taichii Ohno fu colui che ebbe l’incarico di
recuperare l’enorme divario di produttività che
divideva la Toyota dalle società americane
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Storia del LEAN e perché ne parliamo oggi
La base per il primo dei concetti chiave del Toyota Production System, il Jidoka (qualità intrinseca nei processi automatici o autonomazione).
Ohno fece suo anche il secondo dei concetti chiave del TPS: il sistema pull di produzione, o Just In Time, che consiste nel far “tirare” l’intero sistema produttivo in base alle richieste
“Il TPS, quindi, fu sviluppato tra il 1945 e il 1970, ma è ancora oggi un concetto in continua evoluzione.
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Presentation Emanuele Bascelli
Organizzazione – Cos’è il Lean Thinking
• Una delle tante definizioni
– Lean è una metodologia di management
che mira al miglioramento delle performance
attraverso la crescita delle competenze
professionali dei suoi collaboratori.
– La metodologia permette di ricercare le
condizioni ideali di funzionamento tramite il
giusto coordinamento tra personale, le
attrezzature/materiali e luogo di lavoro in
modo da incrementare il valore con il minor
numero di sprechi possibile.
Lean Thinking for the NHS - Daniel Jones and Alan Mitchell, Lean Enterprise
Academy UK – an NHS leading edge report commision 2006
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Organizzazione – Cosa NON è il Lean Thinking
• Una delle tante definizioni
– Lean non ha a niente a che fare con la
riduzione dei costi praticando tagli lineari.
– Ma vuol dire essere capaci di fare di piu
migliorando l’assistenza dei pazienti, con
le risorse esistenti.
– Lo scopo del Lean è di assicurare un
servizio sanitario migliore ad un costo
complessivo minore con le risorse
esistenti.
Lean Thinking for the NHS - Daniel Jones and Alan Mitchell, Lean Enterprise
Academy UK – an NHS leading edge report commision 2006
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Presentation Emanuele Bascelli
Storia del LEAN e perché ne parliamo oggi
Cosa possiamo apprendere da questo modello?
“Il circolo di Ohno”
“Osservava e osservava era alla caccia di tutte
le forme di spreco possibile. Movimenti inutili,
trasporti non necessari, scarti, lavorazioni
ridondanti, produzioni non coperte da ordini,
eccesso di scorte, attese, e così via.
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Storia del LEAN e perché ne parliamo oggi
I sette sprechi nel lavoro
1.Sovrapproduzione: la madre di tutti gli
sprechi, quando si produce qualcosa che non è
strettamente richiesto da alcun cliente.
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Storia del LEAN e perché ne parliamo oggi
I sette sprechi nel lavoro
2. Attese: quando qualcuno o qualcosa in
azienda è fermo in attesa di materiali,
informazioni, ordini o qualsiasi altra cosa gli
consenta di attivarsi.
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Storia del LEAN e perché ne parliamo oggi
I sette sprechi nel lavoro
3. Processi inutili, eccesso di attività: attività
ridondanti, processi non strettamente necessari
che drenano risorse aziendali senza che si
abbia valore aggiunto per il cliente finale.
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Storia del LEAN e perché ne parliamo oggi
I sette sprechi nel lavoro
4. Scarti, rilavorazioni e prodotti di scarsa
qualità: ogni volta che si producono
semilavorati o prodotti finiti che avranno bisogno
di ulteriori attività e risorse per l’eliminazione di
difetti.
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Storia del LEAN e perché ne parliamo oggi
I sette sprechi nel lavoro
5. Trasporti inutili: ogni volta che si trasportano
da una parte all’altra dell’azienda, o da un
fornitore all’altro, materiali che non seguono il
minimo percorso possibile.
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Storia del LEAN e perché ne parliamo oggi
I sette sprechi nel lavoro
6.Stock Inventario: ogni volta che si occupa
spazio per l’immagazzinamento di materiale non
venduto o in attesa di essere spedito al cliente.
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Storia del LEAN e perché ne parliamo oggi
I sette sprechi nel lavoro
7. Movimenti inutili: ogni volta che nell’ambito
della singola operazione, ad esempio in un
assemblaggio, non si segue il metodo che fa
impiegare minor sforzo nel più piccolo spazio
possibile.
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Storia del LEAN e perché ne parliamo oggi
I sette sprechi nel lavoro
8. Non utilizzo del pieno potenziale umano a
nostra disposizione: questa tipologia di spreco
sarebbe stata aggiunta da Jeffrey Liker qualche
anno dopo nei suoi studi fondamentali
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Storia del LEAN e perché ne parliamo oggi
L’approccio lean, benché nato in Giappone più
di cinquanta anni fa, risulta consolidato
dall’esperienza di migliaia di aziende e offre
ancor oggi un valido processo strutturato di
miglioramento (process kaizen) in cui la
mappatura e l’individuazione degli sprechi
(Value Stream Mapping – VSM) sono la base
per la ricerca delle opportunità che supportano
in modo continuo il cammino verso la
“perfezione”: l’azzeramento degli sprechi.
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2) Esercizio in piccoli gruppi – tempo 15 min
• Individuate nelle vostre realtà operative e quotidiane sprechi
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AUTOMOTIVE MATERIAL HANDLING TESSILE LOGISTICA ELETTRONICA
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Factories
Produzione
Locale: “Stabilimenti
Europei ”
The Toyota way The Toyota
way Product range
Facts
&
Figures:
“Products”
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Intensità di cure e Lean Thinking
L’ospedale organizzato per intensità di cure
richiede un serie di necessità clinico
assistenziali mutevoli in rapporto al livello tempo
in una organizzazione che richiede abilità,
competenze e un ambiente con forte
autonomia decisionale.
Un approccio organizzativo Lean permette di
consolidare e applicare queste necessità in un
tempo più rapido mantenendo il focus sul
paziente con un livello di benessere
organizzativo elevato. Lean Thinking for the NHS - Daniel Jones and Alan Mitchell, Lean Enterprise
Academy UK – an NHS leading edge report commision 2006
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Presentation Emanuele Bascelli
Pensare Lean – Aspettative
Riduzione Errori e Incidenti;
Delle variabilità;
Dei servizi inutili, delle
ridondanze, delle ripetizioni;
Ambiente lavorativo complesso
eliminado le interruzioni;
Criticità:
Problemi:
Aumento Delle attività perchè sono svolte
piu velocemente con migliori
risultati;
Della qualità delle cure e
attenzione per il paziente;
Di un ambiente di lavoro stabile
Di procedure chiare;
Pratiche standardizzate
Riduzione delle ripetizioni
Spreco di tempo e risorse
Competenze;
Soddsfazione;
Ricerca;
Benessere organizzativo.
Lean Thinking for the NHS - Daniel Jones and Alan Mitchell, Lean Enterprise
Academy UK – an NHS leading edge report commision 2006
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Presentation Emanuele Bascelli
Genchi
Genbutsu Kaizen Challenge Teamwork Respect
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GENCHI GENBUTSU
• Anche pratica di osservazione della situazione e del processo attuale, nasce per scoprire gli sprechi nei processi produttivi. Come si fa a praticare questa osservazione? Con il cosiddetto Circolo di Ohno. Cosa è il Circolo di Ohno?
• In pratica le persone che dovevano osservare un lavoro, una pratica o un processo si mettono in un cerchio con i loro block notes ed osservano il processo annotando tutti gli sprechi che osservano (i sette tipi di sprechi classici: sovrapproduzione, trasporto, movimenti, attese, attività in eccesso, inventario, difetti; e gli sprechi strutturali: problemi di sicurezza, ambiente, spazio, energia).
La Base del cambiamento è nel modello
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Presentation Emanuele Bascelli
GENCHI GENBUTSU
Cosa devono fare i partecipanti: osservare il processo in silenzio e scrivere le osservazioni, senza discutere con gli altri (la discussione va fatta dopo…). Scrivere ciò che vedete e pensate che possa essere un problema o uno spreco. Scrivere più osservazioni possibile. Diciamo che l’osservazione dura 30 min.
Dopo la fine del periodo di osservazione, raggruppate le varie schede e discutete con i membri del gruppo di osservazione. Fate l’analisi delle cause chiedendovi “5 perché?” per identificare le contromisure necessarie.
La Base del cambiamento è nel modello “COME”
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KAIZEN
è la composizione di due termini giapponesi, KAI (cambiamento, miglioramento) e ZEN (buono, migliore), e significa cambiare in meglio, miglioramento continuo. È stato coniato da Masaaki Imai nel 1986[1] per descrivere la filosofia di business che supportava i successi dell'industria Nipponica negli anni ‘80[2] con particolare riferimento alla Toyota tanto da rappresentare il sinonimo di Toyotismo
La Base del cambiamento è nel modello
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Presentation Emanuele Bascelli
KAIZEN
Il Kaizen si lega strettamente a un'altra metodologia messa a punto in Giappone negli anni Cinquanta, ovvero il Ciclo di Deming, noto anche come PDCA, ovvero Plan, Do, Check, Act. Queste quattro azioni possono essere riconosciute come i quattro pilastri sui quali poggia il Kaizen.
Plan: pianifica un processo o un'azione e rendila standardizzata
Do: dai il via all'esecuzione del programma
Check: verifica ogni fase del programma, individuandone punti deboli e criticità
Act: intervieni per migliorare tutti gli aspetti del processo che ne mostrano necessità
Il Ciclo di Deming deve essere applicato in maniera continua, permettendo in questo modo la progressiva aggiunta di migliorie tese verso l'ottimizzazione dei sistemi produttivi e la valorizzazione delle risorse.
La Base del cambiamento è nel modello “COME”
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KAIZEN
Il Kaizen insegna a seguire delle regole quando si inizia un percorso di cambiamento, partendo dalla logica secondo la quale la cosa migliore per non fare errori è affidarsi a un metodo.
Lo schema è composto dalla logica delle cinque S, dall’iniziale delle parole (o dei concetti) in giapponese: ordine, mantenimento dell’ordine, pulizia, standard di pulizia e disciplina
La Base del cambiamento è nel modello “COME”
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KAIZEN
Ordine. Per iniziare un processo nuovo occorre ordine fisico e spirituale. Dare un senso logico alle cose materiali conferisce una nuova priorità a ciò che ci circonda. Allo stesso modo si può passare a fare ordine nella propria mente, iniziando ad ascoltare i pensieri ed eliminando quelli negativi.
Mantieni l’ordine. “Ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa”: in sostanza mantenere l’ordine rende più efficaci ma anche più creativi.
La Base del cambiamento è nel modello “COME”
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KAIZEN
Pulizia. Un ambiente pulito stimola l’attenzione, perché l’atto di pulire conferisce sicurezza e scelta nel tipo di ambiente in cui si vuole lavorare e vivere.
Standard di pulizia. Mantenere i propri obiettivi e rispettarli in armonia con se stessi.
Disciplina. In questo caso è una pratica intesa come motivazione e determinazione a raggiungere i propri traguardi.
La Base del cambiamento è nel modello “COME”
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Presentation Emanuele Bascelli
KAIZEN
La Base del cambiamento è nel modello “COME”
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Presentation Emanuele Bascelli
KAIZEN: una attitudine mentale
• La «semplicità» del concetto è «inversamente
proporzionale» agli effetti positivi che produce
quando diventa «modus operandi»
• Proprio per questa caratteristica è difficile
descriverlo come una metodologia se non
l’applicazione di diverse «metodologie»
tendenti ad un unico obiettivo:
fare meglio, sempre, senza fine
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CHALLENGE
• Anche SFIDA, per cercare di migliorarsi prima personalmente, nella propria vita di tutti i giorni, senza cercare di fare cose impossibili.
• La sfida è insito nel cambiamento e nel miglioramento continuo.
La Base del cambiamento è nel modello
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TEAMWORK
• Come per ogni progetto che si rispetti, anche in qualsiasi Concept Paper si dovrà contenere informazioni chiare su “chi fa cosa”, su chi conduce il progetto, chi lo sponsorizza, chi fa parte stabile del team (core team di progetto) e chi fa parte del team esteso
• Create un vostro teamwork nominando il responsabile del progetto tempo stimato 15min
La Base del cambiamento è nel modello
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Presentation Emanuele Bascelli
RESPECT
• RISPETTO inteso TOTALE. Tra i pari, le persone e soprattutto per se stessi. Conoscere i propri limiti e non utilizzarli per evitare di “non fare nulla”. Rispetto inteso per gli impegni presi, per il raggiungimento degli obiettivi, per il lavoro di squadra.
• RSPETTO è alla base di tutto.
• Il RESPECT LEAN crea un nuovo stile di leadership proposto dai Ballè si basa su un modello caratterizzato da due prassi manageriali che conducono a performance positive e sostenibili nel tempo: la prima è “vai a vedere in prima persona”; la seconda è “risultati e relazioni”.
La Base del cambiamento è nel modello
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RESPECT
• Regole del Gemba:
• Andare a vedere,
• Chiedere perché,
• Mostrare rispetto.
La Base del cambiamento è nel modello
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RESPECT
Andare a vedere
Si parte con “andare a vedere”. Quindi, come si fa a vedere? Cosa cercare?
Vogliamo capire ogni gemba dal punto di vista di Scopo, Processo e Persone. Chiesto più semplicemente e direttamente: il management sta lavorando per allineare persone e processi per raggiungere lo scopo? I processi sono progettati per permettere alle persone di lavorare per raggiungere lo scopo organizzativo? Ecco alcune questioni per andarci più a fondo:
Quale è lo scopo di questo gemba e dell’organizzazione complessiva? Sono allineati? Potete VEDERE questo allineamento nei processi e nelle persone?
I processi sono progettati per raggiungere costantemente lo scopo?
Le persone sono ingaggiate nel lavorare per raggiungere lo scopo, e sono supportati nel lavoro dai processi?
La Base del cambiamento è nel modello
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Presentation Emanuele Bascelli
RESPECT
Chiedere perché
Essendo andati a vedere, adesso che avete osservato come riusciamo a capire o analizzare il lato tecnico o di processo del gemba come sistema? Prima una questione di cui pensare:
• Vista soluzione------cercare le opportunità
• Vista spreco--------Cercare gli sprechi
• Vista problema-------Iniziare con gli obiettivi per risolverlo
• Confermate: “Cosa state cercando di ottenere?” Chiedete: “Perché non potete?” Concentrarsi sul sistema, qualità, consegna, costo, morale
La Base del cambiamento è nel modello
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Presentation Emanuele Bascelli
RESPECT
Mostrare rispetto
Quando andate a vedere, il lean thinking ci obbliga (sì, OBBLIGA!) di mostrare rispetto verso tutte le persone, specialmente coloro che eseguono lavoro che aggiunge direttamente valore ai nostri prodotti e creano valore per il cliente. Quando visitate qualsiasi gemba, mostrando rispetto per i lavoratori mostriamo rispetto per i clienti e per l’azienda, analizzando le evidenze delle disconnessioni tra gli obiettivi dichiarati, forse espressi nelle dichiarazioni dello stato ideale dell’organizzazione, contro ciò che viene attualmente osservato nel gemba.
La Base del cambiamento è nel modello
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Presentation Emanuele Bascelli
RESPECT
Mostrare rispetto
Cercate sempre per i segnali di mancato rispetto verso:
I lavoratori – in particolare il sovraccarico
I clienti – cattiva qualità
L’impresa in sé – trovare i muda (sprechi), in tutte le sue forme
Ma, il lavoratore è il primo e miglior luogo dove osservare. Pensate del seguente flusso:
Rispetto delle persone -› Fidarsi delle persone -› Sviluppare le persone -› Sfidare le persone
Noi rispettiamo le persone perché crediamo che è la cosa giusta da fare e semplicemente perché è il buon senso per gestire un business.
La Base del cambiamento è nel modello
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Presentation Emanuele Bascelli
RESPECT
LEAN e LEAN LEADERSCHIP
Ecco a voi due semplici serie di domande:
Abbiamo chiesto: “Cosa avete cercato l’ultima volta che qualcosa non ha funzionato” “Cosa cercate, in generale, quando vi trovate di fronte ad un problema?”
Poi chiedetevi, “Cosa avete fatto?”
E la seguente serie di domande:
“Cosa guarderete la prossima volta quando ci sarà una criticità?” “Cosa guarderete, in generale, quando una criticità?” “Cosa farete?”
In altre parole, chiedete cosa potete fare per AIUTARE?
La Base del cambiamento è nel modello
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Presentation Emanuele Bascelli
Cosa è significato nella pratica iniziare il cambiamento?
• Nella nostra esperienza ci sono tre elementi
complementari e non disgiungibili sui quali si è basato il
nostro approccio al TPS
JIT (Just in Time)
Jidoka
Kaizen
• JIT - Cosa si intende per JIT è sicuramente noto a tutti
ma vale la pena di ricordarlo: quello che serve, quando
serve e dove serve
• Jidoka - La qualità è messa al centro di ogni cosa (dal
prodotto ai processi al posto di lavoro) per cui la
individuazione dei problemi e la loro risoluzione definitiva
è condizione essenziale
• Kaizen – Anche in questo caso il significato è noto a
molte persone ma, nonostante la «disarmante»
semplicità che esprime questo concetto, è il più difficile
da applicare
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Presentation Emanuele Bascelli
Il cambio di filosofia produttiva ha comportato l’evoluzione da un sistema produttivo di tipo
«push» a uno di tipo «pull» quale condizione per l’aumento della flessibilità delle linee
di produzione (mixed flow)
Alla luce dell’accresciuta complessità del nostro business nonché le mutate esigenze dei
nostri clienti è nata la necessità del passaggio da un sistema di produzione «make to stock»
a «make to order»
Just In Time: (solo) quello che serve, (solo) quando
serve, (solo) dove serve
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Presentation Emanuele Bascelli
JIDOKA: dare visibilità ai problemi
La cultura delle persone
Attività e Tecniche di Problem Solving e
Prevenzione quali Asaichi, PDCA, 5W,
Standardizzazione, 2s, nonché metodologie
anche comportamentali quali Genchi
Genbutsu sono oggi parte integrante della
cultura TPS
Semplicità e trasparenza negli strumenti
Visual Management e Andon quale
«modus operandi» in tutte le attività di
miglioramento della Qualità
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Presentation Emanuele Bascelli
“Schema del sistema lean nello sviluppo prodotto”
PROCESSI
Processi: identificare le “regole del gioco”, stabili” “re dove aggiungiamo valore e dove no, far fluire il valore secondo processi standard e condivisi, garantendo flessibilità e puntualità.
PERSONE
assicurarsi che le persone coinvolte nel processo di sviluppo siano inserite efficacemente. Identificare i gap di competenze e capacità, secondo i processi definiti. Organizzare un sistema che bilanci il sapere specialistico con quello gestionale. Rendere fruibile per tutti la conoscenza acquisita.
STRUMENTI
“dopo aver fatto i primi tre passi, verificare che le tecnologie e gli strumenti siano quelli giusti per le figure coinvolte. Cioè adattare la tecnologia alle persone, allineare l’organizzazione con sistemi visivi semplici, usare sistemi robusti per favorire la standardizzazione e l’organizzazione della conoscenza.”
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Presentation Emanuele Bascelli
I processi: Bisogna porre al centro il paziente
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Presentation Emanuele Bascelli
KAIZEN: Thinking People System
Alti Costi / Alti Rischi
Grandi sconvolgimenti
Bassi Costi / Bassi Rischi
Piccoli Sconvolgimenti
Piccole Idee Grandi Idee
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Presentation Emanuele Bascelli
54 PROGETTARE LEAN
Brainstorming? No grazie
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Presentation Emanuele Bascelli
Brainstorming? No grazie…
il primo passo di questa metodologia consiste
nel far sviluppare ai vari gruppi
autonomamente le diverse soluzioni
possibili esattamente al contrario di quanto
viene fatto in tradizionali sessioni di
brainstorming, perché si vuole lasciare massimo
spazio alla creatività individuale nella fase più
appropriata per poterlo fare.
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Presentation Emanuele Bascelli
Brainstorming? No grazie…ma sottogruppi
Quando le persone o i sottogruppi si incontrano
dopo aver sviluppato in autonomia delle possibili
soluzioni, accade sempre che dalla verifica e dal
confronto nascano nuove idee o si integrino
quelle già avute, allargando la sfera creativa.
“We learn from all set”, affermano gli esperti di
SBCE in questo tipo di sessioni di lavoro
creativo.
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Presentation Emanuele Bascelli
Brainstorming? No grazie…ma sottogruppi
Ogni sottogruppo è libero di sviluppare i concetti di diverse soluzioni all’interno del perimetro d’azione di propria competenza, rappresentato dai target quantitativi assegnati e dall’insieme di vincoli e interfacce con gli altri sottogruppi. Una nuova scheda di registrazione di un’azione assistenziale, ad esempio, avrà come obiettivi facilità, visualizzazione, gli ingombri, le interfacce. All’interno di questo perimetro il team sarà libero di sbizzarrirsi.
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Presentation Emanuele Bascelli
Mappare i processi Value Stream Mapping
La prima cosa da capire è chi è davvero il il paziente. Non deve sembrare banale questa domanda, perché spesso i primi problemi nascono proprio dalla scarsa conoscenza per chi si sta lavorando .
Dopo la fase propedeutica di definizione del cliente specifico e dei suoi bisogni, il primo passo operativo della mappatura dei processi è sempre una rappresentazione dello “stato attuale”, in cui si cerca di aggiungere più dati possibile in relazione a tempistiche reali ricostruite, durata delle attività, iterazioni, periodi di stop attività, numeri e fatti reali attraverso cui si cerca di rendere il più consistente possibile questa analisi.
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Presentation Emanuele Bascelli
Mappare i processi Value Stream Mapping
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Presentation Emanuele Bascelli
Mappare i processi Value Stream Mapping
Tra la mappatura dello stato attuale dei processi e quella dello stato futuro, utilizziamo uno strumento tanto semplice quanto potente che i giapponesi chiamano hansei che significa banalmente “autoriflessione”. L’hansei è un concetto centrale della cultura giapponese, che si basa sulla semplice idea di trarre sempre insegnamento dalle proprie vicende del passato, dai propri successi per ottenere sempre miglioramenti e dai propri errori passati al fine di evitarli in futuro e ottenere il massimo anche dalle esperienze negative. Questo strumento è anche utilizzato come verifica periodica durante lo svolgimento di un progetto o come momento di autoriflessione sulle performance individuali, poi condiviso tra collaboratore e relativo responsabile nel percorso di crescita professionale.
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Presentation Emanuele Bascelli
Mappare i processi Value Stream Mapping
Efficacia: le nostre abitudini maturate nella
scelta delle “cose da fare”.
Efficienza: le nostre abitudini maturate nella
scelta del “come fare le cose”.
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Presentation Emanuele Bascelli
Mappare i processi Value Stream Mapping
Il mito del multitasking
La ricerca scientifica dimostra che il flusso di
email, telefonate e altre informazioni in entrata
può modificare il modo di comportarsi e di
pensare. Ci allerta rispetto al fatto che la nostra
capacità di attenzione è minata dall’esubero di
informazioni.
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Presentation Emanuele Bascelli
Mappare i processi Value Stream Mapping
Livellamento e sequenziamento
La durata di un’attività, il suo tempo ciclo all’interno di qualsiasi sistema non è direttamente proporzionale alla saturazione del sistema stesso, ma è esponenzialmente correlato al grado di utilizzo delle risorse del sistema. Cosa vuol dire in pratica? Se abbiamo un gruppo di persone utilizzate al 90%, il tempo ciclo per effettuare una determinata attività sarà maggiore rispetto al caso in cui lo stesso gruppo di persone risultasse saturo solo al 50%
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Presentation Emanuele Bascelli
Mappare i processi Value Stream Mapping
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Presentation Emanuele Bascelli
Mappare i processi Value Stream Mapping
otto principi del flusso nelle attività intellettuali
1. Livellare l’arrivo dei lavori
2. Minimizzare la quantità delle attività in corso
3. Ridurre le dimensioni delle attività
4. Stabilire cadenze regolari
5. Pianificare risultati e non attività
6. Pull Planning (tirare e non spingere)
7. Evitare i sovraccarichi
8. Minimizzare le interruzioni
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Presentation Emanuele Bascelli
Sintesi fino ad ora
Sostenere congiuntamente produttività e benessere. Alla base del successo di tante aziende c’è la capacità di coinvolgere profondamente le persone abbracciando sia la sfera emozionale, intangibile, che quella razionale, tangibile, nel percorso di innovazione e miglioramento continuo.
Lean Leadership come modello di riferimento e guida dei comportamenti. Leadership individuale per avere persone eccellenti alla base. Sviluppare il pieno potenziale del team e supportare giornalmente l’ottenimento dei risultati. Visione e obiettivi allineati. Apprendimento organizzativo come chiave di volta per il miglioramento sistematico dell’intera azienda.
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Presentation Emanuele Bascelli
Sintesi fino ad ora
Bilanciare le competenze tecniche specialistiche con quelle cross-funzionali in azienda. Questa strategia è importante per consentire la crescita e l’eccellenza nel settore, senza perdere di vista le esigenze di prodotti e processi contingenti al lancio stesso del nuovo prodotto.
Il valore delle competenze verticali. In un mondo in cui tutti fanno tutto, saper coltivare expertise di eccellenza garantisce la solidità necessaria a saper progettare prodotti e processi robusti in grado di fare la differenza.
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Presentation Emanuele Bascelli
68 Lean e misurazione delle performance
Supporto all’apprendimento organizzativo
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Presentation Emanuele Bascelli
Strumenti Lean per l’apprendimento organizzativo
Il focus dovrebbe essere su strumenti che
aiutano i professionisti e le loro realtà operative
a cambiare il modo in cui le cose si fanno, in
modo da far emergere la conoscenza tacita
sommersa.
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Presentation Emanuele Bascelli
Strumenti Lean per l’apprendimento organizzativo
Hansei
A3 Report
Obeya room stanza
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Presentation Emanuele Bascelli
Strumenti Lean per l’apprendimento organizzativo
Hansei
A3 Report
Obeya room stanza
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Presentation Emanuele Bascelli
Strumenti Lean per l’apprendimento organizzativo
Obeya room
È fondamentale creare un ambiente con un
layout che sia il più snello possibile nella quale
riunirsi. La nostra è certamente la “guardiola
infermieri”.
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Presentation Emanuele Bascelli
Strumenti Lean per l’apprendimento organizzativo
Obeya room
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Presentation Emanuele Bascelli
Strumenti Lean per l’apprendimento organizzativo
Obeya room e il principio del “Toccare con
mano”
Oltre alla visualizzazione tangibile di dati,
documenti e piani di lavoro, spesso l’Obeya è
usata come luogo eletto per toccare con mano
direttamente le cose, invece che raccontarsele
e interpretare, a volte male.
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Presentation Emanuele Bascelli
Strumenti Lean per l’apprendimento organizzativo
Obeya room e il principio del “Toccare con mano”
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Presentation Emanuele Bascelli
Strumenti Lean per l’apprendimento organizzativo
A3 REPORT – tutto deve poter stare in un foglio
Immaginate come vi sentireste se vi chiedessi un bel
report complesso, magari tante slide, su una serie di
attività fatte o da farsi per risolvere un problema, ma vi
dicessi che vorrei una singola immagine per l’intero
report. Ebbene, questa è l’essenza del pensiero snello.
Sforzarsi di filtrare e raffinare i propri pensieri per farli
stare in un singolo foglio di carta
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Presentation Emanuele Bascelli
Strumenti Lean per l’apprendimento organizzativo
A3 REPORT – tutto deve poter stare in un foglio
“Nel modello Lean è noto con il nome di “A3 Report”.
È uno strumento chiave sia nel processo di
comunicazione all’interno di un progetto, sia come base
di riferimento nel processo di apprendimento continuo
aziendale. Può essere utilizzato in diversi casi: quando
vogliamo fare uno stato d’avanzamento di un progetto,
quando vogliamo preparare una proposta per una nuova
opportunità, quando vogliamo risolvere un problema.
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Presentation Emanuele Bascelli
Strumenti Lean per l’apprendimento organizzativo
A3 REPORT – tutto deve poter stare in un foglio
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Presentation Emanuele Bascelli
Strumenti Lean per l’apprendimento organizzativo
Esempio di un modello A3 Report Problem Solving
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Presentation Emanuele Bascelli
Strumenti Lean per l’apprendimento organizzativo
Esempio di un modello A3 Report Problem Solving
Si possono mettere a punto e formalizzare altri template seguendo gli stessi criteri e con la stessa filosofia di base. Imparare a elaborare buoni A3 Report comporta non più di un paio d’ore di formazione iniziale, ma diventare eccellenti “problem solver” e comunicatori tramite gli A3 può comportare tanto tempo e tanto allenamento al fianco di chi ha fatto moltissima esperienza con questi strumenti. Anche in questo caso, il segreto della padronanza di un processo è affidato a un sano mentoring prima ancora che all’abilità strumentale in sé.
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Strumenti Lean per l’apprendimento organizzativo
Esempio di un modello A3 Report Problem Solving
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A3 report PS – tempo stimato 30 min. approfondimenti al relatore 5 min
• Nel reparto di terapia intensiva cardiochirurgica ad alta intesità di cure (potete fare domande) sono in servizio di mattina 5 inf. Su tre turni e 2 diunisti quest’ultimi hanno un turno 7:30/15:10 fino al venerdì. Una è prescitta con idoneità temporanea al sollevamento fino a 50kg. Ci sono 18 postazioni post-chirurgiche, di cui una di isolamento. La mattina vengono eseguiti di routine esami ematici e il martedì, a tutti i pazienti, è consuetudine effettuare anche il tampone mucosa rettale per la determinazione KPC. I prelievi sono di emocromo, biochimico con determinazione PCR e procalcitonina, EGA e troponina. I campioni sono, in totale, da inviare 72. A volte i medici annullano la disposizione dei prelievi per motivi clinici, a volte in maniera poco chiara e può capitare che questo non venga rispettato. Capita raramente che i campioni prelevati non arrivano presso il laboratorio anche se risultano essere eseguiti, il meccanismo di invio è informatizzato. In concomitanza si esegue ECG a letto prima dell’esame biomurale, ma non ci sono grandi errori di procedura. Il rapporto inf. è 1 a 2 supportato direttamente dai due jolly della mattina, ma capita che diventi 3 a 1.
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A3 REPORT
“Sintesi dei principi base di un A3 Report
1. Disciplina di pensiero. Anche di fronte a problemi sconosciuti applichiamo una metodologia standard che ci aiuta a essere più efficaci.
2. Comunicazione efficace. Eliminiamo tutti i tempi morti spesi a spiegare, ricercare dati, interpretare, specialmente durante le riunioni, attraverso l’elaborazione preventiva dell’A3.
3. Strumento per l’insegnamento e l’apprendimento continuo in azienda. Utilizziamo l’A3 per formare efficacemente gli altri e per non disperdere preziosa conoscenza accumulata.
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HANSEI
L’hansei è un concetto chiave nella cultura
giapponese. Letteralmente significa
“autoriflessione”.
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HANSEI
1. Cosa volevamo ottenere?
In questa prima fase si rimettono a fuoco gli obiettivi e i risultati che avremmo voluto o dovuto raggiungere.
2. Cosa è successo in realtà?
In questa seconda fase si riflette sugli obiettivi e i risultati raggiunti.
3. Perché è successo?
In questa terza fase si analizzano le cause della differenza tra i risultati attesi e quelli realizzati.
4. Cosa faremo la prossima volta?
In questa quarta fase, la più importante, si pensa costruttivamente al futuro, elaborando un piano d’azione strutturato.
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HANSEI organizzazione
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HANSEI gestione delle modifiche
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HANSEI gestione propedeutico
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Banco di
lavoro
Scaffali
Scaffali
PC
Carrelli Batterie
Olio
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Banco di
lavoro
Scaffali
Scaffali
PC
Carrelli Batterie
Olio
Benefici: 27 sec di cui 17.3% di
miglioramento del
processo e 62.8% su
spostamenti
27 sec x 50 U/D
= 22.5 min/D
= 80.25 H/Year
= 10.58 D/Year
Riorganizzazione postazioni
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La Struttura – : “Pensiero Snello”
I PRINCIPALI TOOLS DEL LEAN THINKING.
• 5 WHY’S: root cause (quali sono le cause?)
• 5 S: ottimizzazione del lavoro
• A3: fogli di carta strutturati in formato logico e in A3.
• CELL DESIGN: aree di lavoro funzionali.
• FMECA: analisi dei modi e del loro funzionamenro (failure-mode-
effect and criticality analysis).
• KAMBAN: metodo visico per gestire il flusso dei materiali e ordini
• POK-YOKE: scelta di metodiche a prova di errore
• DIAGRAM: flusso grafico del lavoro
• VALUE STREAM MAP: mappatura dei processi
• VISUAL MANAGEMENT: controllo visivo delle informazioni
Womack J.P., Jones D.T - Lean Thinking. Come creare valore e bandire gli sprechi –Guerini e Associati 2000
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92 Il metodo dei 5 perchè
5S
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I 5 perchè
1. Cinque Perché (5 Whys) è un metodo che
consente di esplorare le relazioni di causa-
effetto per un problema ponendosi una
semplice domanda. Il fine di applicare le
cinque domande è quello di determinare le
cause profonde (root causes) del difetto.
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I 5 perchè
L'esempio seguente dimostra il funzionamento del processo:
1. L'auto non parte, (il problema)
1. Perché - La batteria è scarica (primo perché)
2. Perché - L'alternatore non sta funzionando (secondo perché)
3. Perché - La cinghia dell'alternatore si è rotta (terzo perché)
4. Perché - La cinghia dell'alternatore non è mai stata sostituita, sebbene l'auto avesse percorso molti chilometri (quarto perché)
5. Perché - Non è stata effettuata la manutenzione programmata (quinto perché, la radice del problema).
Ci si potrebbe continuare a chiedere ancora altri perché, dato che il metodo non pone limiti al numero di domande da porsi.
1. (È stato criticato come metodo)
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I 5 S
1° principio Value
Ripensare il valore dal punto di vista del paziente
2° principio Mapping
Mappare il flusso del valore e individuare le attività che non generano
valore
3° principio Flow
Creare il flusso per ridurre i lead time (organizzare per processi)
Far tirare la “produzione” dal cliente (se i lead time si abbreviano.....)
Inseguire la perfezione (= valore con zero difetti)
° 4 principio Pull
Far tirare la “produzione” dal cliente (se i lead time si abbreviano.....)
5° principio Perfection
Inseguire la perfezione (= valore con zero difetti)
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CELL DESIGN: aree di lavoro funzionali.
1° principio Value
Ripensare il valore dal punto di vista del paziente
2° principio Mapping
Mappare il flusso del valore e individuare le attività che non generano
valore
3° principio Flow
Creare il flusso per ridurre i lead time (organizzare per processi)
Far tirare la “produzione” dal cliente (se i lead time si abbreviano.....)
Inseguire la perfezione (= valore con zero difetti)
° 4 principio Pull
Far tirare la “produzione” dal cliente (se i lead time si abbreviano.....)
5° principio Perfection
Inseguire la perfezione (= valore con zero difetti)
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5 s Ottimizzazione delle aree di lavoro
5 Why’s Determinazione delle cause profonde
A3 Diario Unico Integrato e documentazione personalizzata
Quali abbiamo implementati in NPI Principali tools
Kanban Gestione degli ordini e dei flussi
Visual management Gestione dei pazienti - degli ordini e dei flussi
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Come riconoscere gli sprechi
James Morgan e Jeffrey Liker, University of Michigan, hanno
sintetizzato dodici macrocategorie di sprechi facili da riconoscere
in qualsiasi contesto industriale e in qualsiasi ufficio e reparto di
ospedale che esso sia.
1. Passaggi di mano.
2. Eccesso di qualità “esterna”.
3. Attese.
4. Attività ridondanti.
5. Stop & Go.
6. Transazioni.
7. Reinvenzione.
8. Mancanza di disciplina.
9. Variabilità dei processi e degli input.
10. Sovrautilizzo del sistema.
11. Grandi lotti.
12. Attività simultanee o concomitanti non sincronizzate.
VIDEO SUGLI SPRECHI uno e due
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Come riconoscere gli sprechi
James Morgan e Jeffrey Liker, University of Michigan, hanno
sintetizzato dodici macrocategorie di sprechi
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Introduzione del modello Lean in NPI Timeline
1A 1B 2A 2B
Baseline 2012 Introduzione Lean 2013
Diario Unico Integrato
Job Analisys
Valutazione sistematica dei
carichi di lavoro su percorsi di cura in relazione UMANE
messe a DISPOSIZIONE
Clinical Competence
Processo di Valutazione delle
competenze
Per percorso di cura
Questionario CWEQ III
Approccio lean
Analisi delle necesità dei pazienti
Rifunzionalizzazione delle aree
Applicazione del metodo Lean
Diario Integrato
Grafiche
Audit
Valutazione del benessere del
paziente
Valutazione del benessere
organizzativo
Rivalutazione e miglioramenti
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Il metodo Value Stream Map – Lean in NPI
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Un metodo : “Pensiero Snello”
RIORGANIZZARE GLI SPAZI E GLI AMBIENTI
Pensare agli spazi come un impatto minimo anche in relazione alla complessità ed alla instabilità delle cure da erogare.
Il principio “LEAN THINKING” applicato all’organizzazione Prevede:
• Separazione: distinguere il necessario dal superfluo. (es.documentazione, tempi di attesa, risoluzione dei problemi)
• Ordine: ordinare i materiali che realmente servono per facilitarne la reperibilita e l’uso.
• Pulizia: tenere sempre pulito il posto di lavoro.(minino necessario)
• Standardizzazione: utilizzare standard per semplificare le procedure.
• Disciplina: rispettare le regole diffondendo e sostenendo questo modo di pensare a tutta l’equipe.
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La planimetria e gli spazi in funzione alla instabilità
1
2
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Presentation Emanuele Bascelli
Gli spazi in una ottica Lean
AREA ROSSA
medio/alta complessitàclinico-
assistenziale. Competenza infermieristica
prevalentemente tecnico-scientifica e
collaborativa. Infermiere-Tecnico NFP-Medico
AREA GIALLA
Media complessitàclinico-assistenziale,
alta variabilita dei bisogni. Competenza
infermieristica autonoma, tecnico-
scientifica ed educativa. Medico-Infermiere-OSS
AREA VERDE
Bassa complessità clinico-assistenziale.
Competenza infermieristica di
pianificazione e supervisione. OSS-Infermiere-Medico
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Visual management – il Lean in NPI
SUDDIVISIONE PER PRIORITA’ e COMPLESSITA’
In relazione alla complessità assistenziale (STEAM e
PANDA), all’instabilità clinica, alla classe di priorità il
paziente e la famiglia vengono accolte inserite in un
percorso standardizzato multiprofessionale
METODO KANBAN
Soluzioni per il controllo visivo dei processi per rendere
tangibile l’informazione sul funzionamento del processo
e sui risultati
VALUE STREAM MAP
Mappatura dei processi permette di indentificare le fasi
che assorbono tempo e costi senza raggiungere un
valore o un obiettivo utile alla finalità.
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STEP ONE Valutazione delle
competenze su scale numerica
Valutazione dell’empowerment
Scala CWEIII
Misurazione del qualità percepita
Scala Newcastle Satisfaction with
Nursing Scale (NSNS)
Valutazione della complessità con
sistema PANDA e STEAM
STEP TWO
Costruzione del dossier Formativo
Avvio di Formazione sul campo e gestione
della criticità su percorsi di cura e sul
recupero e potenziamento delle
conoscenze e compotenze
STEP THREE
Metodo snello
Inserimento di una documentazione unica
Programmazione dei ricoveri su
SCALE DI PRIORITA’
STEP FOUR
Rivalutazione
come in STEP ONE
Riprogettazione e recupero delle attività
latenti sulle competenze e conoscenze
Fasi della formazione al "Pensiero Snello”
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Presentation Emanuele Bascelli
LEAN in NPI GRAFICA SU PDTA
Il lean si basa sull’utilizzo di
fogli di carta strutturati DI
FORMATO A3 per
affrontare i prblemi e le
soluzioni secondo un
metodo scientifico.
La grafica è strutturato per
raccogliere dati e per finalità
di audit clinici e misurazione
delle performance
DIARIO UNICO INTEGRATO
In riferimento alla PA 46 il
naturale flusso del pensiero
snello ci ha portato ad
adottare il diario integrato
ed utilizzarlo secondo
specifici percorsi
espressamente condivisi.
IL PAZIENTE AL CENTRO
L’utilizzo delle risorse è
giustificato solo per
produrre valore,
quindi è importante
chiedersi: Di cosa ha
bisogno il paziente? Cosa
si aspetta da noi?
Qual è il servizio che
soddisfa le sue esigenze?
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Presentation Emanuele Bascelli
Alcuni dati La soddisfazione degli operatori Andamento delle risposte “Processo di valutazione delle Competenze”
[Valore Massimo 400 – media 10 – Valore minino 200 media 2]
0,0%
200,0%
400,0%
600,0%
800,0%
1000,0%
1 2 3 4 5
Competenze per area clinico-tecnica
Doppia valutazione
Osservazionale
Autovalutazione su determinai item
Apertura Reparto
anno dicembre
anno 2012
Valutazione
Osservazionale
anno 2013
Valutazione
anno 2014 AutoValutazione
anno 2013
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Alcuni dati La soddisfazione degli operatori Questionario Relationship of Concepts – Structural Theory of Power in
Organizations 2001
[Nessuno 1 – Molto 5]
Nel tuo lavoro attuale in che misura ti si
presenta ognuno delle seguenti opportunità:
Situazione nella quale metterti alla prova
Possibilità di acquisire nuove competenze e
conoscenze sul lavoro
Compiti nei quali mettere tutte le tue competenze e
conoscenze
Nel tuo lavoro attuale in che rado riesci a
dedicarti alle seguenti attività:
Collaborare con i medici alla cura dei pazienti
essere consultato per risolvere problemi
Essere consultato da altre figure professionali
Sentirti utile nel percorso di cura
0,0%
200,0%
400,0%
600,0%
800,0%
1000,0%
1 2 3 4 5
2,4
4,9 4,4
ITEMS
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Presentation Emanuele Bascelli
Alcuni dati - L’Audit sulla privacy
VERBALE AUDIT sulla corretta applicazione della
documentazione aziendale di riferimento l’eventuale
individuazione di aree di miglioramento nell’attuazione della
normativa privacy
VALUTAZIONE COMPLESSIVA
“La verifica, svoltasi in un clima tranquillo e
collaborativo ha dato esito positivo evidenziando da parte
del personale intervistato disponibilità ed attenzione agli
aspetti della privacy, tenuti in particolare considerazione
anche alla luce delle patologie complesse trattate in
reparto. Degno di nota la perfetta integrazione
nell’organizzazione di reparto della figura dell’OSS che
risulta essere ben integrato nel processo di gestione del
paziente. Le Disposizioni Aziendali Verificate Sono State
Regolarmente e Correttamente Applicate.”
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Presentation Emanuele Bascelli
Alcuni dati - La soddisfazione del Paziente Scala Newcastle Satisfaction with Nursing Scale (NSNS)
[1 (forte disaccordo) a 4 (forte accordo)]
Tutta l’equipe non favorisce alcun pazienti
rispetto ad altri [4]
Gli infermieri OSS si interessano a me come
persona e al mio bimbo/a – Tutta l’equipe è
attenta alle mie necessità [3,9]
I medici, gli infermieri ed OSS non sono soliti
andarsene dimenticando ciò che i genitori/bimbi
hanno chiesto [3,8]
Gli infermieri passano regolarmente per vedere
se sto bene e non hanno fretta nel fare le cose
3,9]
0,0%
200,0%
400,0%
600,0%
800,0%
1000,0%
1 2 3 4 5
ITEMS
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Presentation Emanuele Bascelli
Alcuni dati - La soddisfazione del Paziente ELOGI SPONTANEI R01/PA37 inviato all’URP
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Presentation Emanuele Bascelli
Abstract Journal Nursing Management
Observational study of Lean method for evaluation of patient satisfaction and quality of care in child Neuropsychiatry Unit Bascelli E., et al.
ABSTRACT
The concept of Lean was developed for Toyota and has since been used extensively in manufacturing, project management, and product and service development. In this study the authors describe how Lean can also be applied to health care. They describe how Lean can be used to build on much of the work already undertaken in the NHS to improve the patient’s journey. Far from being a management fad, Lean is described here as a tried and tested approach, as applicable to healthcare as commerce. It takes time to embed; while it will not provide a quick fix for all the NHS’ ills, it promises to deliver significant improvements over the medium- to long-term.
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Presentation Emanuele Bascelli
GRAZIE
Emilio Franzoni Direttore UO Antonia Parmeggiani Professore Associato Duccio Maria Cordelli Dirigente Medico Valentina Marchiani Dirigente Medico Valentina Gentile Dirigente Medico contrattista FANEP Filomena Moscano Dirigente Medico Elisabetta Malaspina Dirigente Medico Ilaria Cecconi Dirigente Medico
Emanuele Bascelli Coordinatore Infermieristico Roberto Rocchi Infermiere Vanna Santi Infermiere Mirco Poluzzi Infermiere Rosa Fragnelli Infermiere Serena Garuti Infermiere Serenella Fassari Infermiere Gabriella Vilardi Infermiere Marina Liguori Infermiere Anna Colombo OSS Veronica Cortese OSS Teresa Pepe OSS Francesco Palmieri OSS Biagio Festa OSS Miriam Troiano OSS
IL TEAM