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Alexander Melnikov Andreas Staier Concerti 2012/2013

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Alexander MelnikovAndreas Staier

Concerti2012/2013

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Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, 2013A cura dell’Area Comunicazione

Citazioni a cura di Giulia BassiFonti delle citazioni: Hermann Keller Il Clavicembalo ben temperato, L’opera e la sua interpretazione, Milano, Ri-cordi, 1991; Enzo Siciliano Carta per musica, Milano, Mondadori, 2004; Galina Višnevskaja, Galina, una storia russa, Milano, Frassinelli, 1985.

L’editore si dichiara pienamente disponibile a regolare le eventuali spettanze relative a diritti di riproduzione per le immagini e i testi di cui non sia stato possibile reperire la fonte.

L’incontro di Alexander Melnikov e Andreas Staier con il pubblico si svolge in collaborazione con Insieme per il Teatro.

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13 gennaio 2013, ore 20.30Teatro Municipale Valli

Šostakovič e Bach in conversazione Preludi e Fughe dall’op. 87 di Dmitrij Šostakovič e dal Clavicembalo ben temperato, I e II libro, di Johann Sebastian Bach Johann Sebastian Bach Preludio e fuga in do maggiore BWV 846 (I libro)Preludio e fuga in fa minore BWV 857 (I libro)

Dmitrij Šostakovič Preludio e fuga n. 21 in si bemolle maggiorePreludio e fuga n. 22 in sol minorePreludio e fuga n. 7 in la maggiore

Johann Sebastian Bach Preludio e fuga in re maggiore BWV 874 (II libro)Preludio e fuga in fa maggiore BWV 880 (II libro)

Dmitrij Šostakovič Preludio e fuga n. 15 in re bemolle maggiorePreludio e fuga n. 16 in si bemolle minore

Johann Sebastian Bach Preludio e fuga in mi bemolle minore BWV 853 (I libro)Preludio e fuga in la bemolle maggiore BWV 886 (II libro)Preludio e fuga in mi maggiore BWV 878 (II libro)

Dmitrij Šostakovič Preludio e fuga n. 3 in sol maggiorePreludio e fuga n. 4 in mi minore

Alexander Melnikov pianoforteAndreas Staier clavicembalo

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Le musiche e i musicisti, sovente, dialogano a distanza, talvolta anche di alcuni secoli. E non è operazione arbitraria, bensì fortissimo detonatore di nuova espressione e creatività, procedere ad accostamenti e sequenze che, anche scorporando e isolando pezzi o frammenti di opere, ravvivano e rendono attivo – esplosivo, appunto –, il dialogo distanziato. Serve, anche, ad aprire nuove prospettive artistiche e di emozionalità. D’altra parte, il caso dei 24 Preludi e fughe op. 87 di Dmitrij Šostakovič afferma fin dal titolo, e poi per stessa dichiarata ammissione del musicista, il debito e il tributo nei confronti del monumento bachiano, ovviamente dei due libri del Clavicembalo ben temperato. L’opera del musicista sovietico nasce infatti come omaggio al capolavoro barocco, dopo aver partecipato a Lipsia, nel 1950, ai concerti dedicati al bicentenario della morte di Johann Sebastian Bach, e vengono conclusi nel 1951. Eseguita per la prima volta il 23 e il 28 dicembre di quello stesso anno a Leningrado, nell’interpretazione di Tatjana Nicolaeva, l’op. 87 presenta diverse affinità con l’opera bachiana, ma anche numerose distinzioni, ovviamente sostanziate dall’originalità e personalità dello stile di Šostakovič, in primo luogo dall’evidente presenza dell’elemento russo e da una frequente uscita dei brani dal rigoroso astrattismo formale per approdare spesso a vive immagini di suggestione. Altra sostanziale differenza sta nel criterio scelto per articolare la sequenza delle coppie di Preludi e di Fughe. Mentre nella sua opera Bach opta come vedremo per la sequenza di toni della scala cromatica di volta in volta trattati in tonalità maggiore e minore, Šostakovič sceglie di procedere seguendo la progressione del circolo delle quinte. Il ciclo dei 24 Preludi e fughe op. 87 prevede diverse tipologie di fuga: una a 2 voci, undici a 3 voci (tra cui le n. 3, 7, 16, 21 qui eseguite),

Un saggiodi Roberto Favaro

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Šostakovič

Šostakovič dormiva nel corridoio di casa, perché quando fossero venuti a prenderlo – e la cosa di solito accadeva di notte – alla sua famiglia fosse risparmiato di vederlo trascinato via dagli agenti di polizia. Enzo Siciliano

In gioventù Šostakovič era un uomo allegro, di compagnia, ma la vita l’ave-va portato a chiudersi in se stesso. Quando gli rivolgevano degli elogi, assu-meva un atteggiamento di penosa goffaggine, come se stessero raccontan-dogli delle frottole.Galina Višnevskaja

Il Preludio e Fuga in sol maggiore mostra tendenze di questi peccati, i pec-cati gravi, commessi da Dmitrij Dmitrievič negli anni passati. Che tipo di immagini è che ci presenta? Sono immagini, chiedo, di realtà sovietica? Sergej Skrebkov (compositore, musicologo)

Nei Preludi e fughe di Šostakovič sono riconoscibili il lamento funebre (…), la ballata popolare, la canzone del soldato, la strimpellata sentimentale, le rime popolari chastushka, le danze sarcastiche, i gemiti di dolore degli ebrei, i canti ortodossi, il suono delle campane, la Marcia dei Pionieri, ed ancora le grandi masse teatrali dell’Opera Russa.Elena Averbakh

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undici a 4 voci (tra cui le n. 4, 15, 22), una fuga infine a 5 voci. La selezione di sette Preludi e fughe da quest’opera viene messa qui in dialogo con altrettanti brani tratti dal Primo e dal Secondo libro del Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach, stabilendo nell’intreccio fascinoso e talvolta contrastante di sonorità e di contesti musicali, una vera e propria reazione chimica e una vivissima proliferazione di significati linguistici e sonori.I due Libri del Clavicembalo ben temperato, composti tra il 1722 e il 1744, rappresentano uno dei vertici dell’intera opera compositiva di Johann Sebastian Bach e uno dei più straordinari traguardi dell’elaborazione musicale di tutti i tempi. I due Libri raccolgono rispettivamente ventiquattro preludi e fughe in ognuna delle tonalità maggiori e minori e portano la seguente numerazione nel catalogo generale delle opere bachiane: BWV 846-869 il Primo libro, 870-893 il Secondo. Ancora per rimanere alle informazioni preliminari, il Primo libro appartiene agli anni di residenza e professione di Bach a Köthen, presso la corte del Principe Leopoldo, mentre il secondo viene composto nell’ultimo periodo di vita del grande musicista tedesco, trascorso a Lipsia come direttore musicale e Kantor della Thomaskirche. Il titolo di questo capolavoro è lapidario e fortemente esplicativo: Das wohltemperierte Klavier, letteralmente “La tastiera ben temperata”, a specificare insieme due dati di informazione decisivi per la comprensione e la giusta collocazione artistica dell’opera. Il termine “tastiera” indica che Bach non specifica un tipo esclusivo di destinatario, bensì l’insieme degli strumenti dotati appunto della tastiera: clavicembalo, clavicordo, organo, spinetta, virginale, ecc. Il termine “temperato” preceduto dall’aggettivazione “ben”, illumina invece sulle motivazioni pratiche e insieme profonde di questo capolavoro: al tempo di Bach, ma già da molti decenni, era in corso una vivacissima disputa teorico-pratica sui limiti di accordatura degli antichi strumenti a tastiera che non consentivano, a causa di una non assoluta coincidenza di intonazione tra i suoni enarmonici (do diesis e re bemolle, per fare un esempio), una completa pratica

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delle modulazioni tra le diverse tonalità, limitate solo, dunque, a minimi spostamenti tonali. Il Clavicembalo ben temperato è perciò innanzitutto un progetto compositivo volto a illustrare, mettendole alla prova verificandone le sconfinate potenzialità operative, le nuove disposizioni di accordatura “equabile”, appunto “temperata”, messe a punto nel 1691 dal compositore tedesco Andreas Werckmeister.Varrebbe la pena di osservare ancora – se non fosse di lunghezza smisurata: una sessantina di parole –, il sottotitolo dell’opera. Ma alcuni dettagli almeno possiamo riportarli: “Preludi e fughe attraverso tutti i toni e semitoni”, a dimostrazione del carattere esemplificativo del progetto, esteso per altro ai due piani armonici delle tonalità maggiori e minori. Inoltre, il sottotitolo specifica che l’opera è composta “per utilità e uso della gioventù musicale avida di apprendere, e anche a ricreazione di coloro che sono già provetti in questo studio”. Con questo insieme di informazioni possiamo dunque considerare la grandezza del Clavicembalo ben temperato proprio proporzionalmente alla vastità di prospettive che apre e di caratteri identitari che in sé raccoglie. Si tratta per prima cosa di uno strumento esplicativo delle potenzialità del nuovo traguardo raggiunto con il temperamento equabile. Nell’applicazione delle possibilità operative offerte dal sistema, l’opera diviene però anche miniera di erudizione musicale. E allo stesso tempo compendio enciclopedico di ciò che a partire da ogni tonalità maggiore e minore si può intraprendere in termini di esplorazione linguistico-musicale. La sequenza dei Preludi e delle Fughe segue, come detto, un ordine per così dire “alfabetico”, tipico della democratica geografia dei lemmi e delle voci enciclopediche: si apre con il Preludio e fuga in do maggiore, seguono quelli in do minore, dunque quelli in do diesis maggiore e poi quelli in do diesis minore e così via. Ma come le voci di un’enciclopedia, anche i Preludi e le Fughe di quest’opera bachiana consentono una lettura, cioè un ascolto liberi, disancorati talvolta, come avviene in questo concerto, dall’edificio complessivo. Seguendo questo tragitto, il Clavicembalo ben temperato è al tempo stesso opera

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Bach

Fu laggiù che, in perfetta tranquillità d’animo e privo d’ogni esterna distra-zione, mi feci un’idea del Vostro grande maestro. Le diedi espressione: era come se l’armonia eterna si compiacesse di se stessa, come forse accadeva in seno a Dio poco prima della creazione del mondo. Anche il mio animo n’era intimamente invaso e commosso, ed era come se più non possedessi né più mi servissero orecchi, né tantomeno occhi, né alcun altro dei miei sensi.(Goethe a Zelter il 21 giugno 1827, dopo aver ascoltato brani del Clavicem-balo ben temperato) I Preludi e le Fughe del Clavicembalo ben temperato sono il Vecchio Testa-mento, le Sonate di Beethoven il Nuovo Testamento dei pianisti.Hans von Bülow

Bisogna fare in modo che le dita non muoiano di noia. Bisogna quotidia-namente far loro festa... Bisogna divertirle, fare che si scavalchino, accop-piarle, farle correre.Bach

Bach scrisse Il Clavicembalo ben temperato in poco tempo e in un luogo nel quale si trovava senza strumento, per scacciare la noia e il malumore. Ernst Ludwig Gerber allievo di Bach

Ci piacerebbe poter dire che Bach compose per primo in tutte le 24 tonalità, imprimendo loro in questo modo un marchio per le epoche successive. Che egli abbia avuto, come ogni grande compositore, idee precise sulle tonalità nelle quali scrisse, è cosa ovvia; solo che da ciò non è possibile risalire a un denominatore comune. Perciò il rapporto che un preludio e una fuga hanno con la tonalità cui appartengono dev’essere indagato di volta in volta per ogni singolo brano del Clavicembalo ben temperato.Hermann Keller

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didattica per la “gioventù musicale”, manuale operativo per mostrare da un lato il laboratorio e i segreti dell’arte compositiva, dall’altra l’insieme delle difficoltà e delle situazioni “manuali” riscontrabili dall’esecutore su una tastiera “revisionata” con il sistema temperato. L’opera, nella sua complessità, offre perciò una gamma vastissima di casistiche tecniche, esecutive e compositive in grado di orientare verso l’apprendimento delle opzioni razionali esistenti e di stimolare verso l’identificazione di nuovi orizzonti inventivi.Ma c’è dell’altro che rende quest’opera un monumento unico, poiché conferma proprio la sua natura polisemica e prospetticamente variegata. Il tracciato di 24 Preludi e fughe nelle diverse tonalità maggiori e minori pone di volta in volta di fronte all’ascoltatore, al compositore, all’esecutore, un enigma, un labirinto, un calcolo, una sperimentazione scientifica, un’indagine filosofica, una scommessa architettonica e ingegneristica svolte all’interno del linguaggio musicale, le cui soluzioni sono vere e proprie conquiste dell’intelletto e insieme la proiezione in esso, per dirla con Leibniz, di un ordine cosmico superiore. Colpisce tanto più la densità e la molteplicità di orizzonti che si dispiegano qui a partire dall’edificio complessivo e insieme da ogni singolo elemento costitutivo, da ogni Preludio e da ogni Fuga selezionati e messi in questo caso a contatto reagente con i Preludi e le Fughe estrapolati dall’op. 87 di Šostakovič. D’altra parte, è un vero e proprio spazio sonoro inedito che si costituisce a partire dal Primo libro del Clavicembalo ben temperato, confermato, compendiato e perfezionato dal Secondo, vera e propria prosecuzione del precedente, benché con minore coerenza nell’articolazione del progetto. Architettura e musica trovano qui una magnifica complicità, esplicando pienamente le reciproche analogie, oltre che i riflessi e i rimandi continui. Le strutture dei suoni organizzati deliberano un processo di edificazione strutturale che si svolge lungo il flusso del tempo secondo ben precisi e razionalissimi procedimenti elaborativi. Secondo due piani di realtà ben distinti. Da un lato il Preludio, brano di libera divagazione creativa e dunque anche di più

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imprevedibile sollecitazione esecutiva. Si presenta secondo diverse identità formali: in stile arcaico (come per esempio il Primo preludio BWV 846, qui eseguito), ma anche l’invenzione a due o a tre voci, lo stile del concerto (come il Preludio BWV 886 del II Libro) o nello stile arioso (come i Preludi BWV 853 e 857 dal I Libro). Dall’altro la Fuga, paradigma dello strutturalismo musicale barocco, vertice del razionalismo compositivo, elevato qui però a divenire edificio non solo straordinariamente sofisticato in termini di solidità e di quoziente intellettivo, ma anche dotato di nuovissima flessibilità e mobilità proprio in virtù dell’applicazione della forma al nuovo principio della tastiera temperata. Le fughe si presentano in diverse tipologie: a due voci (solamente 1), a tre voci (11 in tutto, tra cui la BWV 853 qui proposta), a quattro voci (10, tra cui le BWV 846 e 857) e infine a cinque voci (in tutto 2). La ripartizione nel secondo Libro è invece più semplice: 15 fughe a tre voci (tra cui la BWV 880) e 9 a quattro voci (tra cui le BWV 874, 886 e 878). Il rapporto tra ogni Preludio e ogni Fuga scritti nella stessa tonalità è fortissimo e inscindibile, benché non vi sia alcuna relazione tematica. Sono uno la causa sprigionante dell’altro. Insieme determinano tutta una serie di problematiche e di espansioni armonico-tonali che sono ancora oggi riferimento imprescindibile per esecutori, compositori e naturalmente ascoltatori.

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Interpreti

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Alexander Melnikov, nato a Mosca nel 1973, ha eseguito il Primo Con-certo di Rachmaninov, all’età di 12 ed è stato fortemente influenzato da Sviatoslav Richter. L’interesse di Melnikov per l’esecuzione storicamen-te informata è iniziato a 18 anni, e oggi continua a svolgere un ruolo im-portante nel suo repertorio. Oltre a suonare con il fortepiano, Melnikov condivide il palco con Andreas Staier in una collaborazione in cui vengono presentati i Preludi e Fughe di Šostakovič (Melnikov al pianoforte) e Il Cla-vicembalo ben temperato di Bach (Staier al clavicembalo).

La registrazione di Melnikov del ciclo Šostakovič, uscita nel 2010 con Har-monia Mundi, è stata premiata dal BBC Music Magazine Award 2011 nella categoria strumentale, “Choc di classica” per la migliore registrazione nel 2010, e Deutsche Schallplattenkritik 2010. Dopo un acclamato concerto al Konzerthaus di Vienna nel novembre 2010, Melnikov porta nella stagione 2011-12 questo ciclo a Berlino, San Francisco, Amsterdam, Anversa, Tokyo e Nagoya.L’associazione con l’etichetta Harmonia mundi nasce dalla collaborazione con la violinista Isabelle Faust; nel 2010 la loro integrale delle sonate di Be-ethoven per violino e pianoforte ha vinto sia in Germania l’ECHO Klassik che il premio di Gramophone. Questo CD, che è diventato di riferimento, è stato anche nominato per il Grammy. Melnikov ha registrato opere di Rachmaninov e Scriabin, tra gli altri, per Harmonia Mundi, nonché l’at-tesissima registrazione dei Concerti per pianoforte di Šostakovič con la Mahler Chamber Orchestra e Teodor Currentzis.

La musica da camera offre un complemento indispensabile alla musica di Melnikov. Oltre a Isabelle Faust, i suoi partner sono Alexander Rudin e Jean-Guihen Queyras. Si esibisce anche come membro di un quintetto di fiati con Teunis van der Zwart (corno), Marcel Ponseele (oboe), Lorenzo Coppola (clarinetto) e Javier Zafra (fagotto).

In recital, Melnikov è apparso in sale quali il Concertgebouw di Amster-dam, Suntory Hall di Tokyo, Alte Oper di Francoforte, Théâtre du Châtelet di Parigi e Wigmore Hall di Londra. Come solista, ha suonato con orchestre quali la Russian National Orchestra, Tokyo Philharmonic, Gewandhaus Orchestra di Lipsia, Philadelphia Orchestra (con Charles Dutoit), Rotter-dam Philharmonic (con Valery Gergiev), Royal Concertgebouw Orchestra e BBC Philharmonic Orchestra.I più recenti impegni comprendono concerti con HR-Sinfonieorchester (con Paavo Järvi), NHK Symphony (con Alexander Vedernikov), Orquesta Sinfónica de Madrid e Mahler Chamber Orchestra (con Teodor Currentzis). Sono previste tournée di recital pianistico e e in duo negli Stati Uniti, Giap-pone e in tutta Europa, nonché apparizioni con orchestre quali Concerto Köln, NDR Sinfonieorchester, HR-Sinfonieorchester e SWR Sinfonieor-chester Baden-Baden e Freiburg.

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Andreas Staier è uno dei principali interpreti di strumenti a tastiera an-tichi: attivo in tutto il mondo Staier è perfettamente a suo agio tanto al clavicembalo che al fortepiano; ha iniziato la carriera solistica nel 1986 e, sin da allora, la sua indiscutibile maestria musicale ha lasciato il segno per le sue interpretazioni di musica barocca, classica e romantica.Staier è nato a Gottinga nel 1955, dopo il diploma in pianoforte moderno e clavicembalo, ha proseguito i propri studi a Hannover e ad Amsterdam. Per tre anni è stato il clavicembalista dell’Ensemble “Musica Antiqua Köln”, con cui ha preso parte a tour concertistici nelle principali sale di tutto il mondo e a importanti e numerose registrazioni discografiche.Come solista, Andreas Staier ha effettuato concerti in tutta Europa, negli Stati Uniti e in Giappone. Andreas Staier è inoltre invitato come solista da prestigiose orchestre barocche quali: Concerto Köln, Freiburger Barockor-chester, Akademie für alte Musik di Berlino e l’Orchestre des Champs-Elysées di Parigi. Andreas Staier è regolarmente invitato nei principali festival internazionali: Festival de La Roque d’Antéron, Festival de Saintes, Festival de Montreux, Edinburgh International Festival, Styriarte Graz, Schubertiade Schwarzen-berg, Schleswig-Holstein-Musikfestival, Beethoven-Fest Bonn, Bach-Fest Leipzig, Bach-Tage Berlin, Kissinger Sommer (in Germania) ecc.; e nelle

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più prestigiose sale a livello mondiale: Konzerthaus di Vienna; Konzer-thaus e Philharmonie di Berlino; Philharmonie di Colonia; Gewandhaus di Lipsia; Alte Oper di Francoforte; Tonhalle di Düsseldorf; Wigmore Hall e Royal Festival Hall a Londra, De Singel di Anversa: Concertgebouw di Am-sterdam; Palais des Beaux Arts di Brussels; Tonhalle di Zurigo; Cité de La Musique, Théâtre des Bouffes du Nord, Ircam, Théâtre des Champs Elysées di Parigi; Sala Verdi del Conservatorio di Milano; Toppan Hall e Suntory Hall di Tokyo, Carnegie Hall di New York, per nominarne solo alcune.Le numerose collaborazioni musicali con straordinari artisti, riconosciuti a livello internazionale, come Anne Sophie von Otter, Pedro Memelsdorff e Alexej Lubimov, così come la strettissima collaborazione con Chrisoph Pré-gardien che dura ormai da oltre vent’anni - attestata dalle numerose loro straordinarie incisioni di lieder di Schubert, Schumann, Mendelssohn, Be-ethoven, Lachner e Brahms - testimoniano versatilità e ricchezza della sua vita musicale. Ha inoltre recentemente dato vita a un trio di grande suc-cesso assieme al violinista Daniel Sepec e al violoncellista Roel Dieltiens.Nel 2001 Staier ha eseguito la prima esecuzione mondiale di Contra-Sona-ta, un brano per fortepiano del compositore francese Brice Pauset, incisa per l’etichetta discografica AEON. Nel settembre 2011 Andreas Staier ha inoltre eseguito la prima esecuzione mondiale del Contra-Concerto di Pau-set con la Freiburger Barockorchester.Ha inciso per BMG, Teldec Classico e ora per Harmonia Mundi, con cui incide dal 2003. Dopo l’ultima registrazione dedicata alle Variazioni Goldberg, è stato recentemente realizzata una nuova incisione dedicata alle Variazioni Diabelli.

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GRUPPO BPER

Le attività di spettacolo e tutte le iniziative per i giovani e le scuole sono realizzate con il contributo e la collaborazione della Fondazione Manodori

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Luigi Bartoli, Paola Benedetti Spaggiari, Bluezone Piscine, Franco Boni, Achille Corradini, Donata Davoli Barbieri, Anna Fontana Boni, Mirella Gualerzi, Insieme per il Teatro, Paola Scaltriti, Gigliola Zecchi Balsamo

Annalisa Pellini

Davide Addona, Giorgio Allari, Carlo Artioli, Maurizio Bonnici, Gianni Borghi, BTS Studio Commercialisti Associati, Andrea Capelli, Umberto Cicero, Francesca Codeluppi, Giuseppe Cupello, Emilia Giulia Di Fava, Ennio Ferrarini, Milva Fornaciari, Giovanni Fracasso, Alice Gherpelli, Marica Gherpelli, Silvia Grandi, Claudio Iemmi, Luigi Lanzi, Paolo Lusenti, Franca Manenti Valli, Silvana Manfredini, Graziano Mazza, Clizia Meglioli, Ramona Perrone, Francesca Procaccia, Teresa Salvino, Viviana Sassi, Fulvio Staccia, Alberto Vaccari

Vanna Belfiore, Deanna Ferretti Veroni, Corrado Spaggiari, Vando Veroni

Benemeriti dei Teatri

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