Con queste parole inizia un libro della Bibbia. I...

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on queste parole inizia un libro della Bibbia. I personaggi sono un re, Cdue regine, un ministro cattivo e un suddito buono. Sembra una favola, mentre invece è una vicenda veramente accaduta molti anni fa, prima ancora della nascita di Gesú. Questa storia è ricordata ancora oggi. IN UN PAESE STRANIERO arecchi anni fa molti Giudei furono Pportati a Babilonia, bellissima e famosa città. Non vi andarono per una vacanza o per aver vinto un premio, ma in catene, prigionieri, dopo essere stati sconfitti in guerra. Pian piano i deportati si adattarono al nuovo paese e alle usanze dei loro conquistatori. La tristezza per le proprie case distrutte e la nostalgia del proprio paese erano, però, sempre presenti nel loro cuo- re. I Giudei erano coscienti che la deportazione era il modo voluto da Dio per punirli di aver scelto di adorare degli dèi pagani. Di padre in figlio si tramandavano non solo la storia dei propri antenati e i motivi della deportazione, ma anche le promesse fatte da Dio al loro popolo. Sapevano che, nonostante la punizione, Egli non li avrebbe mai abbandonati e che, riconoscendo i proprio errori, sarebbero stati perdonati. Erano sicuri che, anche se vivevano in una terra dove si adoravano gli dèi pagani, Dio era vicino a loro. Dopo cento anni dal momento della deportazione salì al trono un re dispotico e crudele, Assuero, che stabilì la residen- za reale nella città di Susa.

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on queste parole inizia un libro della Bibbia. I personaggi sono un re, Cdue regine, un ministro cattivo e un suddito buono. Sembra una favola, mentre invece è una vicenda veramente accaduta molti anni fa, prima

ancora della nascita di Gesú.

Questa storia è ricordata ancora oggi.

IN UN PAESE STRANIERO

arecchi anni fa molti Giudei furono Pportati a Babilonia, bellissima e

famosa città. Non vi andarono per una vacanza o per aver vinto un

premio, ma in catene, prigionieri, dopo essere stati sconfitti in guerra.

Pian piano i deportati si adattarono al nuovo paese e alle usanze dei

loro conquistatori. La tristezza per le proprie case distrutte e la

nostalgia del proprio paese erano, però, sempre presenti nel loro cuo-

re. I Giudei erano coscienti che la deportazione era il modo voluto da

Dio per punirli di aver scelto di adorare degli dèi pagani.

Di padre in figlio si tramandavano non solo la storia dei propri antenati e i motivi della deportazione, ma anche le promesse fatte

da Dio al loro popolo. Sapevano che, nonostante la punizione, Egli non li avrebbe mai abbandonati e che, riconoscendo i proprio

errori, sarebbero stati perdonati. Erano sicuri che, anche se vivevano in una terra dove si adoravano gli dèi pagani, Dio era vicino a

loro.

Dopo cento anni dal momento della

deportazione salì al trono un re dispotico

e crudele, Assuero, che stabilì la residen-

za reale nella città di Susa.

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IL GRANDE BANCHETTO

ssuero, per mostrare le proprie ricchezze, diede una gran festa e invitò tutte le persone importanti del suo regno. Dopo Aquesta festa, durata sei mesi, ne fece un'altra di sette giorni e invitò tutti coloro che vivevano a Susa, dal più anziano al più

giovane.

Durante il banchetto, il re mandò a chiamare la regina perché

desiderava che tutti ammirassero la sua bellezza. Vasti, la regi-

na, si rifiutò di presentarsi. Assuero, che non ragionava

molto a cau-

sa del vino

bevuto , s i

arrabbiò mol-

tissimo e, die-

tro suggeri-

mento di un

suo consiglie-

re, la mandò

via.

Dopo un po' di tempo, il re ripensò alla sua decisione, si pentì ma ormai non pote-

va tornare indietro. Si organizzò così un raduno di tutte le più belle ragazze del

paese, per permettere al re di scegliere la più bella.

Fra i funzionari del re c'era un giudeo di nome Mardocheo che aveva una nipote

molto bella. Egli l'aveva adottata perché era orfana. Anche lei fu portata nella

residenza reale e, come tutte le altre belle ragazze, dopo una cura di bellezza di

dodici mesi fu presentata al re. Il re amò questa ragazza di nome Ester. Le pose

in testa la corona reale e così diventò regina

Nessuno a Susa sapeva che Ester era discendente di un deportato giudeo.

Mardocheo gli aveva ordinato di non dire a nessuno delle sue origini e Ester man-

tenne il segreto con tutti, anche con il re.

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AMAN, IL MALVAGIO

man era un principe molto ambizioso. Da quando era Adiventato la persona più importante dopo il re, tutti

s'inchinavano e si prostravano davanti per rendergli ono-

re, come a una divinità. Tutti, tranne Mardocheo. A chi gli

chiedeva il motivo, rispondeva di essere giudeo e, come tale,

si sarebbe prostrato solamente per rendere onore a Dio.

Aman, furioso perché ferito nell'orgoglio, decise di eliminare

Mardocheo e il popolo al quale apparteneva. Essendo molto

superstizioso, tirò a sorte per sapere dagli dèi quale sarebbe

stato il giorno propizio per distruggere ambedue.

Il perfido riuscì, con l'imbroglio, a far credere ad Assuero

che nel suo regno c'era un popolo che non osservava le leggi e

che era un nemico pericoloso. Il re, fidandosi ciecamente

di lui, gli disse di scrivere un decreto a suo nome. Gli con-

segnò anche il sigillo reale da apporre come firma.

Il decreto diceva che il tredicesimo giorno del mese di

Adar (febbraio-marzo) tutti coloro che lo desideravano

erano autorizzati e a sterminare i Giudei e saccheggiare i

loro beni.

Quando Mardocheo conobbe l'editto del re, si strappò le

vesti, si vestì di sacco e si coprì di cenere per dimostrare la

propria disperazione. Egli sapeva bene che gli ordini del re

non si potevano cambiare, una volta emanati.

In ognuna delle 120 province del regno, quando giungeva

l'ordine del re, i Giudei erano presi dallo sconforto perché

temevano per la propria vita.

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UNA SCELTA CORAGGIOSA

ster viveva con la sua servitù in una zona

appartata della reggia destinata alle donne, e Enon seppe nulla di quanto avveniva, fino a che

attraverso Mardocheo uno dei suoi servitori le rife-

rì del decreto. La regina all'inizio pensò di non

poter essere d'aiuto al proprio popolo, ma

Mardocheo le disse che probabilmente Dio le

aveva permesso di diventare regina, proprio per

aiutare il suo popolo, in quella situazione difficile.

Ester chiese a tutti i Giudei di digiunare e pregare il

Signore per tre giorni e tre notti. Lei avrebbe fatto

altrettanto e dopo si sarebbe presentata davanti al

re, anche a costo di perdere la propria vita. Sapeva

che nessuno poteva presentarsi davanti al re senza

essere invitato, e se lei lo avesse fatto di propria

iniziativa, avrebbe corso il rischio di essere messa a

morte

Per tre giorni digiunò e pregò.

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Passati i tre giorni, Ester, vestita con gli abiti regali

si presentò al re. Quando il re la vide apparire non

volle farle del male, e stese il suo scettro,

a significare che non le toglieva la vita.

Era così

ben dispo-

sto verso

Ester che

l e d i s s e

che poteva

richiedere

q u a l s i a s i

cosa voles-

se.

La regina

gli doman-

dò una sola

cosa: accettare di andare al banchetto organizzato in suo onore, accompagnato da

Aman.

Dopo il pranzo, il re richiese la medesima cosa ed Ester gli rispose di nuovo:

- Vieni anche domani, con il principe Aman. Ho organizzato un altro banchetto in tuo

onore.

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SUPERBIA

entre Aman tutto felice tornava a casa dal banchetto, pensando al Mfatto che era l'unico invitato, incontrò Mardocheo, che ancora

una volta non volle prostrarsi davanti a lui. Accecato dall'ira e

dall'orgoglio ordinò ai suoi servi di preparare una forca. La sua intenzione

era di non aspettare la famosa data del 13 di Adar, ma chiedere al re, prima

del banchetto, di impiccare Mardocheo. Aman era convinto che tutto

sarebbe andato secondo i propri piani.

Durante la notte, il re non riuscì a prendere sonno e così chiese che gli

venisse portato il “Libro delle Cronache” del suo regno. Durante la lettura

scoprì che il suo funzionario Mardocheo, tempo prima, aveva impedito

una congiura, salvandogli la vita e che non aveva ricevuto alcuna ricompensa.

L'indomani mattina Aman andò dal re per avere l'autorizzazione di far

impiccare Mardocheo. Il re invece gli chiese cosa consigliava di fare ad

un uomo che egli desiderava onorare.

Aman, nel suo smisurato orgoglio, pensando si trattasse di lui, rispose

che a questa persona si sarebbe dovuto far indossare la veste reale, far

montare il cavallo del re e farle percorrere le strade al grido: - Così si fa

all'uomo che il re vuole onorare!

Assuero accettò il suggerimento e chiese ad Aman di fare tutto quello

che aveva detto.... a Mardocheo, per la sua fedeltà. Al principe infame

non rimase che eseguire l'ordine del re e rendere pubblicamente onore a

Mardocheo.

E venne il momento del banchetto della Regina.

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IL COLPEVOLE PUNITO

opo aver gustato tutte le cose buone che Ester Daveva fatto preparare, Assuero le chiese di

nuovo cosa desiderasse. La regina rispose chiedendo

che fosse risparmiata la vita a lei e al popolo al quale

apparteneva.

Il re non poteva credere che proprio Aman, di cui si

fidava senza riserve, avesse tramato contro la

Regina. Si adirò moltissimo e ordinò ai servi di mette-

re un velo sul viso ad Aman. Questa richiesta aveva il

significato di una condanna a morte.

Infatti, secondo la legge dei Persiani, il re non poteva

vedere la faccia dei condannati a morte.

Uno sei servi fece presente al re che Aman aveva fatto

innalzare una forca per Mardocheo e il re decise che

Aman doveva essere punito proprio con ciò che le sue

mani avevano preparato per altri.

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TUTTI IN FESTA

l re, perso il suo vice, doveva trovarne un altro.ISaputo che Mardocheo era parente della regina, lo fece chiamare, gli infilò al dito l'anello col sigillo

reale e gli affidò il governo del paese. Ester supplicò di nuovo Assuero per il suo popolo. Al re fu

chiaro che la sua amata regina non sarebbe sopravissuta al dolore di veder morire tanta gente a lei

molto cara. Autorizzò quindi Mardocheo a scrivere un nuovo decreto in cui i Giudei erano auto-

rizzati a difendersi dai loro assalitori.

Mardocheo, si affrettò a scrivere il decreto. I corrieri con i cavalli reali corsero a portare il decre-

to del re in ogni provincia.

In ogni luogo dove arrivava la notizia, tra i Giudei, c'erano gioia, entusiasmo, banchetti e feste. Molti Persiani colpiti, da

come Dio aveva agito in favore del suo popolo, cominciarono a riconoscerLo e a adorarLo.

Il re Assuero autoriz Giude difende