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Gandolfa Il femminile negato A mia Madre Carilla si uccise a Delfi A Tebe Giocasta rifiutò la verità Fedra accusava il suo amore impossibile Tu non avevi un re Non c’era la peste nel tuo paese Nessun uomo aveva deriso il tuo amore Rifiutasti la contaminazione dell’amata terra Gli alberi antichi non dovevano raccogliere il tuo ultimo respiro Non volevi morire dove era cresciuto il tuo stesso nutrimento Non cercherò mai di giustificarti Ti amavo troppo per perdonarti Nella lampada accesa per anni inutilmente cercavo di attraversare quel tunnel senza luce …….…………

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Gandolfa Il femminile negato

A mia Madre

Carilla si uccise a Delfi

A Tebe Giocasta rifiutò la verità

Fedra accusava il suo amore impossibile

Tu non avevi un re

Non c’era la peste nel tuo paese

Nessun uomo aveva deriso il tuo amore

Rifiutasti la contaminazione dell’amata terra

Gli alberi antichi non dovevano raccogliere il tuo ultimo respiro

Non volevi morire dove era cresciuto il tuo stesso nutrimento

Non cercherò mai di giustificarti

Ti amavo troppo per perdonarti

Nella lampada accesa per anni inutilmente cercavo

di attraversare quel tunnel senza luce …….…………

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I N D I C EINTRODUZIONE

l’aggredire del futurismo

ITALIANOUsare il verbo all’infinito

STORIALa guerra sola igiene del mondo 

STORIA DELL’ARTELe vette più eccelse e radiose: Signori della luce

 ORNATORosso multiplo: scenografia futurista

ARCHITETTURAVerticalismo, caducità e transitorietà

MODELLATOPonte tra l'infinito plastico esteriore e l'infinito plastico interiore

ANATOMIA...milioni di animali metallici, per la più grande guerra

FIGURAIl fuoco: forme che cambiano verso altre forme

Frammenti fotografici

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IntroduzioneL’ aggredire del futurismo

" L'uomo non odia davvero il sesso femminile,

eccettuato il caso in cui debba lottare con esso"

da ' l'inferiorità mentale della donna‘

di P. J. Mobius del 1900.

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In uno dei tanti testi " contro l'amore e il parlamentismo " Marinetti conclude " .........è indiscutibile che se la donna sogna oggi di conquistare dei diritti politici, e perché, senza saperlo, essa è intimamente convinta di essere, come madre, come sposa e come amante un cerchio ristretto …………………..Abbiamo finanche sognato di poter creare, un giorno un nostro figlio meccanico, frutto di una pura volontà, sintesi di tutte le leggi in cui la scienza sta per precipitare la scoperta.

L’inventore del movimento futurista andava oltre le teorie della ‘naturale inferiorità della donna ’ che si erano ampiamente diffuse in quegli anni. Nell'introduzione ad un mio precedente lavoro " la normale, la prostituta e la delinquente nei lombrosismi " scrivevo:

 

Esiste già a priori un termine di paragone fisso dato dalla " normalità materna della donna " e dalla " superiorità fisico-psichica dell'uomo ", soprattutto di quello bianco, che con " le sue capacità intellettive e le sue scoperte scientifiche "si pone come l'ultimo gradino della scala evolutiva……………………………

 

Oggi mi chiedo se nella nostra cultura, insieme all’inevitabile ricerca delle scienze non sia anche indispensabile recuperare la conoscenza dei miti antichi, senza distinzioni di ‘superiorità e inferiorità , di ‘passatismo e di futurismo’. Tempo fa mi capitò tra le mani un libro di J. S. Bolen " le dee dentro una donna " ………………

si traduce nella capacità di essere attive e ricettive a un tempo, autonome e intime, lavoratrici e amanti. Si tratta di parti di noi che possiamo arrivare a conoscere attraverso l'esperienza della vita, parti che sono innate in tutte noi. Questo è il potenziale umano con cui partiamo ………." e le parole in " Quattro Quartetti" di T. S. Eliot me lo convalidano:

Non desisteremo mai dall'esplorare

E la fine di ogni nostro esplorare

sarà giungere là donde siamo partiti

e conoscere quel luogo per la prima volta.

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ItalianoUsare il verbo all’infinito

“Stringere in pochi minuti,

in poche parole

e in pochi gesti innumerevoli situazioni,

sensibilità, idee, sensazioni, fatti e simboli.”

Marinetti ………. 1915

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Leggendo libri, riviste e ascoltando i mass media si incontra spessissimo il suffisso “post” e allora perché scegliere proprio il futurismo? Tra i tanti " ismi " della avanguardia del secolo scorso scoprivo che era quello da me meno considerato, meno conosciuto, in un certo qual modo quasi rimosso.

 

……………Il lirismo essenziale e sintetico, l'immaginazione senza fili delle parole in libertà specificando che però riguardava esclusivamente l'ispirazione poetica e riconosce che “la filosofia, le scienze esatte, la politica, il giornalismo, l'insegnamento, gli affari, pur cercando forme sintetiche di espressione dovranno ancora valersi della sintassi e della punteggiatura. Sono costretto infatti a servirmi di tutto ciò per potervi esporre la mia concezione. Il futurismo si fonda sul completo rinnovamento della sensibilità umana avvenuto per effetto delle grandi scoperte scientifiche” …………….ed elenca i 17 punti riferiti a fenomeni significativi:

1.              acceleramento della vita, che ha oggi, un ritmo rapido.................

2.              orrore di ciò che è vecchio e conosciuto. Amore del nuovo, dell'imprevisto

3.              orrore del quieto vivere, amore del pericolo e attitudine all'eroismo quotidiano

4.              ecc. ecc.

 

E tra me e me concludevo, con le stesse parole della docente di italiano “ma non hanno avuto un gran successo in letteratura”

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FIGURA IN ROSSO N. 01:

Nell’incamminarsi sottile della leggerezza/torna l’enigma continuo della scelta/incancellabili realtà si dirigono verso l’ignoto/sogni antichi e nuove speranze /percorrono strade già conosciute/accettare per rievocare, /esporsi per capire/e nel gioco del conoscersi

la disponibilità riscoprire …...

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FIGURA IN ROSSO N. 18:

Nel rapido atteggiamento /la sintesi del movimento/scusarsi per liberarsi/eccitarsi per creare/e nel tempo ritrovato

le sconfitte rielaborare…….

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Storia La guerra sola igiene del mondo

“Pochissimi sono i casi

in cui la gente sa realmente ciò che vuole,

anche quando dice di saperlo.”

Da “Adevertising Age”

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Mentre sfogliavo il libro di Vance Packard "persuasori occulti " restavo colpita da una mia comparazione con la propaganda d'inizio secolo sopratutto con le serate futurista, :

"……….. E i persuasori di professione non hanno esitato a servirsene, avidi come sono di tutto ciò che possa aiutarli a propagandare con maggiore efficacia le loro merce, siano esse manufatti, idee, ideali, atteggiamenti, candidati, o stati d'animo."

 

Andavo a cercarne i riferimenti altrove , in un testo monografico " La grande guerra degli italiani " veniva confermato che inizialmente la guerra fu definita 'la grande occasione” ……….. Recuperavo stralci di quelle serate, ritrovavo il solito linguaggio, i soliti aggettivi, lo stesso stile dei manifesti, la stessa provocazione nel proporsi e nel tentativo di imporsi e sottolineavo ripetutamente quel “ La Guerra non può morire, poiché è una legge della vita = aggressione. Pace universale = decrepitezza e agonia delle razze. Guerra = collaudo sanguinoso e necessario della forza di un popolo …………………………

E si vantano persino che:

………….. aspettando la gioia di batterci alla frontiera orientale, organizzammo le due prime violentissime dimostrazioni anti-neutrale a Milano ………………… Fummo parecchie volte arrestati, fummo i soli a subire cinque giorni di carcere cellulare per aver domandato violentemente la grande e igienica nostra guerra.

E bisognerà concludere, amaramente, che comunque nonostante la continua richiesta della loro grande guerra non avevano conquistato l’immortalità e molti di loro morirono in guerra.

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Storia dell’Arte Le vette più eccelse e radiose: Signori della luce

“Il futurismo è, a mio avviso,

una imitazione di due scuole francesi

che si sono succedute negli ultimi anni: i fauves e i cubisti”

Apollaine 1912

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Lo scorso anno visitavo all’archeologico di Napoli “Storie da un’eruzione” e mentre tornavo in treno, mi chiedevo perché mai i futurismi ce l’avessero anche con Pompei ed Ercolano, intanto trascrivevo le impressioni che mi erano rimaste:

…………….. Qualche decennio dopo l’anno zero: tradizioni che si cristallizzano, corpi che si pietrificano, abitazioni che crollano e nel fuggire generalizzato tutto si lasciava lentamente ricoprire dalle cenere implacabili, un velo di immortalità sulla fugacità………………………

…………………………………….. pochi metri più in là, sopra sul mezzanino a sinistra il gabinetto segreto attende di essere visitato, prenotazione obbligatoria, per secoli proibito alle donne e ai bambini………………

figure ittifalliche, le statue totemiche, le sculture posizionali: corpi plastici sembrano muoversi nella loro malleabilità, riflettono la naturalezza sensuale del paganesimo, il mito del sesso come ancestrale e primordiale

sentimento della vita, la rappresentazione rigorosa e forte della propria energia, del proprio imporre, dell’ altrettanto subire.

Cosa avranno mai provato i copisti romani, gli artigiani degli affreschi, gli scultori del sacro nel rappresentare quelle nudità robuste, quella sensualità appariscente, quella fisicità imponente?

Rivedo le stanze adattate del mio liceo artistico, ripenso a tutto ciò che chiamano laboratori : locali trasandati, fatiscenti e abbandonati …… mi lascio sostenere da qualche consolante considerazione: “forse ricordare il passato è una delle tante forme che aiuta a sopportare il presente”

E comunque trovavo che nonostante l’odio per il passato molti dei colori esposti nel museo erano stati ripresi e riutilizzati dai pittori che aderirono ai manifesti futuristi: il rosso, il nero, il bianco, colori quasi puri ad esprimere la forza, la vitalità ………………………………………………………………………………………..

 

E non bastano certo poche pagine a riprova di quanto grande sia stato il loro influsso nell’arte pittorica attuale, ma se le donne vennero spesso utilizzate per essere rappresentate e per magnificare i titoli dei quadri, poche furono quelle che parteciparono attivamente al movimento.

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Ornato ROSSO MULTIPLO: SCENOGRAFIA

FUTURISTA

“Il dio Murkart, passeggiando lungo la spiaggia in compagnia del suo cane, si accorse che il muso dell’animale s’era colorato di rosso. Spinto dalla curiosità il dio poté accertarsi che quel colore poteva provenire da

certi molluschi abbandonati sulla spiaggia, che il cane aveva annusato, il dio Merkart per fare cosa gradita all’amante , la ninfa Tyros, penso allora

di donarle una tunica tinta da lui stesso con il vivace colore dei murici, trasformandosi nel primo tintore della porpora”

S. Moscati “I fenici”

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realizzazione di 5 bozzetti per una regia futurista

supporto: cartoncino colorato; soggetto: figure femminili; tecniche: miste

dimensioni: A4 ; 29,5 x 21, rielaborati con photoshop

titoli: "la nascita " " la crescita " " la lotta " "il potere " " la morte "

 

Il protagonista del breve racconto " rosso multiplo " non rientra nei canoni maschili descritti dal movimento futurista, ………………………………….

Fare l'artista per lui rappresenta una consolazione e non un'esibizione, avere del potere non significa necessariamente organizzarsi ed espandersi, sa di essere cresciuto convivendo con il suo analizzarsi, con il suo sentirsi in conflittualità con la civiltà della macchina, nonostante abbia sviluppato la capacità di accettare mediazioni non sempre riesce a raggiungere compromessi, non cerca il gruppo, il rumore, l’ostentazione.

Si hanno poche similitudine con il mondo proposto dal futurismo, la più importante riguarda la libertà, ma se gli uomini futuristi dovevano abbattere la tradizione per trovare, definire e sostenere nuove forme espressive il protagonista, volutamente senza nome, si muove in uno spazio difficilmente contestualizzabile , il suo garage trasformato in abitazione potrebbe essere ovunque, oggi come ieri, nel sud o nel nord del mondo, in qualsiasi luogo in cui ci sono gli uomini e le macchine organizzati nello sfruttamento reciproco per la produzione di beni e servizi che appagano bisogni creando profitto.

A differenza delle " serate futuriste " non si ha la compartecipazione del pubblico, non c'è discussione, né provocazione. Gli spazi del comunicare sono rappresentati dalle immagini ricordate, tutto accade dentro i propri pensieri nel tentativo di trovare un percorso …………………………………………..

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La nascita

……………….sua madre lo aveva sentito crescere dentro dopo l’assenza mestruale e sicuramente il suo cordone ombelicale prima di essere annodato aveva lasciato cadere l’ultima goccia di sangue della sua dipendenza.

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La crescita

Si sentiva così solo ed indifeso…………….Nella sazietà leggera della frutta mischiata all’ebbrezza del vino ritrovava il buon umore, con la fantasia si rimpossessava del desiderio…………….

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La lotta

Non era abituato a lottare, il solo pensiero del dolore lo spaventava …….

Si allontanava da tutto e da tutti: costruiva mondi immaginari, labirinti tortuosi dove eroi dal grande coraggio sfidavano la morte………….

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Il potereSapeva di usare il colore del potere, delle rivoluzioni, degli abbigliamenti sacerdotali, del vino eucaristico, del furore dionisiaco delle baccanti, della forza demoniaca delle streghe, dell’erotismo volgarizzato delle prostitute, del fuoco che brucia, del sangue che scorre ma era sempre più affascinato dall’energia che ne prendeva……..

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La morte…………….era come una danza che rigenerava, un lungo viaggio verso la rinascita, un ritrovare la catarsi ………in un rituale di imbalsamazione egizia “Horus ha fortificato le tue carni con il vermiglio, perché tu viva, perché tu viva per sempre, perché tu ringiovanisca, perché tu ringiovanisca per sempre”.

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Architettura VERTICALISMO CADUCITÀ E

TRANSITORIETÀ

“Le automobili sbucavano da vie anguste e profonde nelle secche delle piazze luminose. Il nereggiare dei pedoni disegnava cordoni sfioccati. nei punti dove più intense linee di velocità intersecavano la loro corsa

sparpagliata i cordoni si ingrossavano poi scorrevano più in fretta e dopo qualche oscillazione riprendevano il ritmo regolare…………chiunque si

fosse trovato lì ad occhi chiusi dopo una lunghissima assenza avrebbe capito di essere nella città di Vienna…..le città si riconoscono al passo

come gli uomini”

Musil ‘l’uomo senza qualità”

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Dopo il super affollato manifesto sulla pittura si passa a quello solitario, che alcuni studi comparati, una trentina di anni, sostennero, non fosse scritto da Sant’Elia, sembrava che aveva si, certamente, scritto il messaggio di suo pugno sulle sue tavole ‘Città nuove ’ per il catalogo della mostra ‘nuove tendenze ’ ma non il manifesto, che ipoteticamente era stato scritto dal Boccioni, Successivamente si accetta e si riconosce negli studi di Sant’ Elia l’impostazione unitaria dello spazio urbano tipica del Futurismo, citando Caramel “nelle tavole della città nuova, eseguite tra la fine del 1913 ed i primi mesi del 1914, in parte riprodotte sul volantino del manifesto, gli edifici non sono pensati come elementi a sè stanti ma sono innestati nel tessuto urbanistico, che coinvolgono con la loro presenza e dal quale sono coinvolti, con una globalità di ideazione che indubbiamente si collega all’Art Nouveau, e in particolare alla secessione viennese di Otto Wagner e alla sua scuola che ebbero un peso determinante sull’architetto che però non si arresto a quelle esperienze…..” quello che mi colpisce, come sempre e la forza distruttiva “……….Buttiamo all'area monumenti, marciapiedi, porticato, gradinate, sprofondiamo le strade e le piazze innalziamo il livello delle città.” che viene poi motivata con “……..noi-materialmente spiritualmente artificiali - dobbiamo trovare quella ispirazione negli elementi del nuovissimo mondo meccanico che abbiamo creato, di cui l'architettura deve essere la più bella espressione, la sintesi più completa, l'integrazione artistica più efficace” e trova la risposta in “……..Ogni generazione dovrà fabbricarsi la sua città. Questo costante rinnovamento dell'ambiente architettonico contribuirà alla vittoria del Futurismo”

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Sant’Elia: Schizzo per la nuova Stazione di Milano 1913-14 matita nera ed arancione su carta

Sant’Elia: Schizzo per la nuova Stazione di Milano 1913-14 matita nera ed arancione su carta

Sant’Elia: Stazione per treni ed aeroplani 1914 matita nera e inchiostro su carta

Sant’Elia: edificio monumentale 1914 matita colorata su carta

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Sant’Elia: Studi per un Edificio ( Stazione?) 1913 matita su carta

Sant’Elia: Centrale elettrica 1914 matita nera e inchiostro su carta

Sant’Elia: Elementi di architettura 1913 inchiostro e matita colorata

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Modellato Ponte tra l'infinito plastico esteriore e l'infinito

plastico interiore

“…Il signore plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffio nelle sue narici un alito di vita

e l’uomo divenne un essere vivente”

Genesi

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Nel manifesto sulla scultura futurista dell' 11 aprile 1912 firmò solo Boccioni, era stato il primo a sentire il bisogno di creare continuità soprattutto con la pittura, di rappresentare il movimento cercando nella sperimentazione del dinamismo, nella parte conclusiva si trova scritto "quindi gli oggetti non finiscono mai e si intersecano come infinite combinazioni di simpatia e urti di avversione" promessi da "un insieme scultoreo, come un quadro, non può assomigliare che a se stesso, perché la figura e le cose devono vivere in arte al di fuori della logica fisionomica " e comunque pur essendo meno aggressivo degli altri risente di un certo linguaggio:

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..

Per realizzare i lavori di modellato con la creta prendevo spunto da qualsiasi cosa: un quadro, una foto, un’astrazione, più immagini ricostruite e non riuscivo ad attenermi alle tecniche classiche, al lavorare pulito, un quadro di Boccioni “ il discorso interventista ’ diventava dorato, quasi irriconoscibile, l’immagine del tempio egiziano di Hathor veniva astratta e si evolveva nel “sole egiziano”, lo spunto da una scultura africana trasformato quasi in uno specchio “la famiglia archetipica ”, un volto dentro un altro volto era l’espressioni di “vita interiore”, una pubblicità si evolveva verso il peccato e si lasciava intitolare “Eva serpentosa” i dipinti tombali con le ragazze e i fiori di loto grezze e semirotte divenivano “le tre grazie musulmane”, le piccole pietre azzurre abbandonate e riutilizzate, che incorniciavano un volto erano l’occasione per “profilo rinascimentale” e una mia vecchia immagine non poteva non essere che un “autoritratto”.

Scoprivo il piacere di plasmare e trovavo la capacità di trasformare.

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“Il sole egiziano”

“le tre grazie musulmane”

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“famigli aarchetipa”

“Vita interiore”

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“autoritratto”

“Eva serpentosa”

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“Profilo rinascimentale”

“Il discorso interventista” (particolare)

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“Immagine riflessa”

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Anatomia......milioni di animali metallici, per la più grande

guerra

“Il declamatore futurista dovrà avere una gesticolazione disegnante e topografica che sinteticamente crei nell’aria dei cubi, dei coni, delle spirali, delle elissi ecc.”

‘la declinazione dinamica e sinottica’ Martinetti 1916

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Una delle tante le proprietà del muscolo l’essere "paragonabili a macchina in grado di trasformare la statica e inattiva energia chimica in attivo dinamico lavoro meccanico ", mi chiedevo se 'la ricostruzione futurista dell'universo' di Balla e Depero dell'11 marzo del 1915 in cui si parla dei mezzi necessari, della scoperta-invenzione sistematica infinita, del paesaggio artificiale, dell'animale metallico e anche del giocattolo futurista poteva essere inserita come elemento di formazione fisica alla distruttività, all’esclusione del passato: Mi esercitavo davanti ad un monitor a veder trasformare forme e movimenti in pochi attimi, digitando solo dei tasti, grazie al progresso che non deve necessariamente essere utilizzato per la lotta, per la guerra, per costruire giocattoli pericolosi e aggressivi e soprattutto per non essere pronti a tutto…………………………

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U. Boccioni: forme uniche della continuità nello spazio (allungato e colorato con photoshop)

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Balla: il pugno di Boccioni (negativizzato con photoshop)

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FiguraIl fuoco:forme che cambiano verso altre forme

“ La mitologia greca è ricca di riferimenti al magma infuocato: si narrava ad esempio che la Madre Terra per vendicarsi dell’eccidio dei Titani, giacque con il Tartaro generando Tifone,

un mostro orrendo …… dagli occhi uscivano fiamme e dalla bocca precipitavano pietre infuocate.”

Luzzatto-Pompas ‘Il significato dei colori’

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In quelle tarde nottate invernali e primaverili riflettendo sui miei tanti lustri, sul decidere di scegliere ancora di fare degli esami, di continuare la rincorsa al formarsi, all’approfondire, al tentare di esporsi, di misurarsi con l’esterno…………….Tra un obbligo di docenza ed uno scettico impegno di discente, tra elaborati da correggere, interrogazioni da preparare, quadri da finire, mostre da allestire trovavo anche il tempo di abbinare parole immediate, incontrollate, spontanee che dal fantasticare all’infinito sembravano espandersi verso le “figure in rosso” che nella prima sezione “I colori del vulcano” reclamavano una vicinanza, l’incandescenza della lava si lasciava avvolgere dal nero della stessa cenere di provenienza etnica che mischiato ai colori ramati, dorati e bronzati mi permetteva di trovare il piacere materico della pastosità, le pennellate divenivano più faticose ma gli effetti ne uscivano esaltati, come disse il mio amico Mario Battiato, che ne curava la presentazione: “i colori del vulcano” è un titolo concreto, è un titolo reale, è un titolo che richiama qualcosa di naturalistico per cui potremo ad una prima impressione, da una lettura un po’ superficiale pensare che questo rosso e questo nero siano i colori del fuoco, i colori della lava, c’è sicuramente questo, c’è anche questo……………………………………………… Non so quanti di voi hanno avuto la fortuna, l’emozione di vedere dal vivo la lava etnea, ha esattamente questi colori, questo rosso violentissimo, fortissimo ed intorno è tutto nero ed appena la lava comincia a raffreddarsi ridiventa nera ed appena si apre un po’ torna a ridivenire rossa. La suggestione che ne ricaviamo è una suggestione naturalistica da riportare a quella dimensione onnipresente che solo i colori riescono a produrre……………………………………. Un’altra cosa credo che sia interessante, la presenza di molte figure doppie, gemellari, speculari, binarie, credo che questa presenza di figure doppie vada anche letta insieme alle piccole note che Gandolfa ha aggiunto ad ognuno di questi quadri, apparentemente per facilitarci il percorso, ma in realtà ce lo complica……………………………………………………………………………….. l’uso continuo dell’infinito, non c’è un verbo coniugato, sono tutti all’infinito per cui una grande apertura; l ‘infinito è per definizione il primo modo in cui gli stranieri parlano, perché non è coniugato, perché non ha persona, perché è aperto, credo che questo frequente e forte uso degli infiniti ci dia il segno di questa apertura verso altre cose ……………….Credo che possiamo permetterci di vedere nella mostra che ci circonda stasera un punto di partenza sulla dimensione materiale ed insisto su questa dimensione materiale del lavoro di pittura di Gandolfa…………….E nell’ultima mostra da lui presentata, con l’ aggiunta di altre due sezioni sulla cenere e sul ricordo, sempre lo stesso amico precisava altri elementi: ……………………………………..

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Un altro aspetto su cui vorrei rilevare la vostra attenzione è quello dei contenuti rappresentati, la stragrande maggioranza di queste opere è centrata sulla figura umana femminile, sono rare le opere con figure maschili, anche questo credo sia un' elemento importante per leggere la produzione di Gandolfa; ………………………………… La riflessione sulla figura femminile, attraversa la nostra cultura da circa 2500 anni o forse poco più, le prime figure femminili del bacino mediterraneo sono ben precedente alla cultura greca; questa riflessione sulla figura femminile, sulla valenza della figura femminile è una riflessione che interessa tutta la cultura, io credo che Gandolfa si inserisca in questo filone, in questo aspetto della nostra cultura: la presenza della figura femminile ma il suo è un femminile laico…………………………………… Mi piace vedere tutte queste opere come una preparazione, un approfondimento e una riflessione per la produzione futura su questo elemento culturale: la presenza del femminile, di questo femminile sganciato dalla sacralità, di un femminile autonomo che sta in piedi da solo, di un femminile che non chiede né giustificazione nè legittimazione, di un femminile che si mostra a noi nella sua pienezza, credo che questa sia la parte più emotiva del lavoro di Gandolfa……………… L’ultima mia personale era proprio a Milano in quella città che i futuristi usarono come primo ed immediato referente, s’intitolava “Se le mie mani potessero sfogliare” (riflessioni poetiche e pittoriche su G. Lorca), ad una persona che tanta influenza ha avuto sul mio cercare pittorico e poetico, inviando un e-mail, dicevo: ………………………………………………………………………………………………………..So che non puoi venire a Milano, come al solito mi farà piacere immaginare che mi penserai e mi sarai vicino in un momento così importante per le mie parole e per i miei colori. Stavolta sono davvero da sola: l'amico che mi presenta, ha il collegio all'università, e l'amica che recita le poesie, ha un seminario teatrale, insomma i miei quadri si lasceranno guardare senza ‘suggerimenti ‘ , senza referenti, e le mie parole avranno la voce silenziosa dei visitatori.Speriamo che non si spaventino e che mi sappiano rappresentare…………………..Prima che io partissi per l’inaugurazione mi rispose dando voce a ciò che da sola non sarei mai riuscita a svelare: ……………………… Ora sei passata dalle donne vulcaniche della prima alla donna-fantasma di questa mostra. Più "Gradiva" che mai, se non fosse che l'una e l'altra, la donna di fuoco e quella d'aria, la figura di ieri e quella di oggi, sono ambedue senza piedi, sospese e inquietanti.   Se dovessi definire la tua pittura, ti direi pittrice di sirene: sirene di fuoco e d'aria, anziché d'acqua.    Cimentarsi col "perturbante" (ché questo sono sia la Gradiva di Freud che le sirene di Jung) non dev'essere stato facile: non solo artisticamente, ma anche emotivamente. …………… ……….forse tutte queste sirene trasferite su carta e su tela sono - aldilà della creazione artistica, che rimane tale - anche l'occasione per una rinnovata presa di coscienza; l'occasione per riconciliare l'operosità creativa delle tue mani col realismo dei "piedi per terra ………………… La tua personale milanese - un anno per pensarla, nove mesi per farla - è come un figlio che sta per nascere: una parte di te, eppure indipendente da te. Come sono ed è giusto che siano le opere dagli autori, una volta fatte e affidate al mondo. C'è niente di più reale?     Un caro affettuoso saluto, Sergio“ …………conoscere quel luogo per la prima volta.” Sono le parole di Eliot, tradotte da un altro poeta, che chiudevano la mia introduzione ed ora vorrei poter adottare le parole di quell ’ altro poeta e concludere:……..Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”.

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Frammenti fotografici

Chiedersi è sempre stata una mia prerogativa e spesso attraverso il dividere e il riunire della fotografia, soprattutto durante i viaggi, trovo ancora oggi la possibilità di esprimermi e di tornare sul dubbio dell’esserci.

Ai tempi della mia prima maturità, quando ancora le commissioni erano esterne, per neutralizzare la paura di essere valutata, scrivevo sul mio sentire in terza persona:

………………………. Sapeva che solo accettando questa dualità i momenti del vivere avrebbero potuto segnare le linee del percorrere. …………………………………

In quella strana serata andando tra i vicoli e le strade si era momentaneamente fermata, non si era smarrita, con un atto di estrema volontà fissò il suo pensiero in un momento di immediato presagire: “accettare di non progredire accorgendosi di non regredire” divenne la scoperta che le dava coscienza di sentirsi quella che era, poteva guardarsi attorno e far parte del mondo. Darsi tempi e tonalità , scegliersi ritmi propri avrebbe coinciso, ancora una volta e per l’ennesima volta con il

riappropriarsi di se stessa. Poteva, forse doveva continuare a chiedersi: cosa le stava succedendo?Quando mia madre leggeva tra le mie cose sosteneva che scrivevo come se dipingessi ed io le sorridevo dicendole che avevo

già scelto il mondo delle parole e non quello del colore e comunque lei, forse per appagare un suo desiderio, mi regalò la macchina fotografica………….. scatto decine e decine di foto prima di sceglierne una; dopo tante riluttanze ho accettato di

non essere solo colei che fotografa ma mi lascio anche fotografare, senza essere io decidere come e perché. La mia vicina di casa, mi chiese se accettavo di essere il suo soggetto fotografico; le foto che mi ritraggono ne sono il

risultato, le altre le ho scattate io, un po’ per memoria, un po’ per divertirmi e un po’ per non lasciare che la realtà si lasci trasfigurare troppo dal mio ‘continuo cercare’.

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Enoteca De’ Giraldi ottobre 2002 Firenze

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Istituto Vasari Figline Vald’Arno

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Castello Medievale di Sperlinga Agosto 2003

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Museo d’arte Sacra Incisa Vald’Arno settembre 2003

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Associazione ACSIT Firenze

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I pensieri cercano effetti cromatici mentre colla, carta e pennelli attendono

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Tagliare, provare, girare e rigirare prima di iniziare a stratificare

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Mescolanza di libri e di materiali: sollecitudine ed immediatezza

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Cercare le forme: primi tentativi, aspettare l’ispirazione

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Provare i colori: cercare le possibilità di sfumare, accettare di cambiare, rischiando di sbagliare