“Con occhi nuovi nell’antica sera” - comune.segni.rm.it · una giostra di personaggi...
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Valeriano Valenzi
Mons. Lorenzo Valenzi
e la cappella di San Giovanni
nella chiesa di Santa Maria Assunta a Segni
3
Agli ospiti dell’Istituto Mons. Sagnori,
Ente che, ancora oggi, è prova della generosità e
lungimiranza di concittadini degni del nostro ricordo
4
Un pensiero riconoscente al Dott. Valente Spigone,
Assessore alla Cultura del Comune di Segni, per aver
permesso la pubblicazione di questo mio lavoro.
Un sentito ringraziamento al Dott. Piero Cascioli,
Presidente dell‟Associazione Artisti Lepini, e al Dott.
Franco Caporossi, Direttore della collana “Documenti di
Storia Lepina”, per avermi incoraggiato a proseguire le
mie ricerche storiche e al Dott. Alfredo Serangeli e ai
suoi collaboratori, per la loro disponibilità a fornirmi i
documenti da consultare.
Un grazie di cuore alla Dott.ssa Annalisa Ciccotti,
responsabile della biblioteca comunale di Segni, e alla
Prof. Fernanda Spigone, per la disponibilità e la
preziosa collaborazione.
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Lo scrittore e ricercatore storico, autentica “memoria”
vivente della complessa ed avvincente storia della nostra
Segni, l'ormai amico Valeriano Valenzi, ha voluto
donarci questa pubblicazione.
Nello scrivere un saluto ed esprimere l'apprezzamento
dell’Amministrazione Comunale e nel congratularmi con
l’autore per l’ottimo lavoro svolto, auspico ancora
maggiori successi nel campo della sua ricerca storica.
Analizzando lo studio accurato del Valenzi e
pregiandone l’ottima qualità e serietà professionale,
incentro il mio interesse sull’importanza della cultura
come traino per un turismo sostenibile e qualificato ed è
Valeriano che elogia le numerose bellezze storico-
architettoniche ed ambientali e culturali dell’intero
territorio segnino, mostrandosi e continuando negli anni a
qualificarsi come un autore a cui Segni deve esprimere il
suo grazie più convinto.
L'assessore alle politiche culturali
Valente Spigone
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Prefazione
L’inesauribile vena di Valeriano Valenzi conferma le sue
qualità di storico e di paziente e scrupoloso ricercatore.
Egli fa parlare la storia riesumando, dall’Archivio
“Innocenzo III” della Diocesi di Velletri-Segni,
personaggi di spicco del suo casato che sono stati al
centro di una realtà a noi già tanto lontana. Tra questi
soprattutto l’eccelsa figura di Monsignor Lorenzo Valenzi
la cui carriera ecclesiastica, nell’allora Stato Pontificio, lo
portò ad essere familiare con Pio IX (Giovanni Mastai
Ferretti di Senigallia: 1846-1878) e a ricoprire le alte
cariche di Giudice Supremo della “Sacra Consulta” e,
successivamente, della “Segnatura di Grazia e
Giustizia”, quindi elemento di spicco nella Curia
Romana. Con le sue credenziali di Delegato Apostolico in
Colombia, dette anche il suo contributo diplomatico nella
trattativa e nella stesura del “Concordato” tra la Santa
Sede e l’impero Austro-Ungarico di Francesco Giuseppe
(1885), venendo insignito della Croce di Ferro dalla Corte
di Vienna. Solo la morte lo privò dell’elevazione a
Principe della Chiesa come “in pectore” il Sommo
Pontefice Pio IX lo destinava.
La pregevole ricerca che raccoglie le notizie essenziali
guardando più alle vicende famigliari del casato segnino,
di cui l’Autore si fa oggi portabandiera, è un piccolo
tassello, ma apre spiragli di memoria su Benedetto –
Bruno – Ferdinando – Gino – Raffaele, tutti personaggi
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del ceppo dei Valenzi più o meno legati dai vincoli di
“giuspatronato” (di cui in effetti si parla essenzialmente)
sulla Cappella di San Giovanni della Cattedrale di Segni,
più comunemente citata “Cappella Valenzi”. E a
corredare questo prezioso richiamo che marca una
presenza secolare dei Valenzi nella vita locale, ma anche
internazionale, il passato ripropone, solo come citazioni
di riferimento, personaggi ai quali l’Autore concede una
presenza nella sua pubblicazione. Ed è quanto basta per
avallare il suo meritorio impegno.
Franco Caporossi
Direttore Collana documenti Storia Lepina
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Presentazione
Come nelle precedenti opere anche nell’attuale lavoro
Valeriano Valenzi ripropone dei tasselli di storia che Egli,
con analisi puntuale e paziente, restituisce ai lettori ed
agli appassionati di ricerca storica. Tasselli che non a
caso rasentano argomenti, di certo non dottrinali, molto
vicini alle vicende delle nostre chiese, tanto che si è
tentati di definirli tasselli di “storia sacra”.
E’ un sacro, questo di Valeriano Valenzi, prettamente
calato nel sociale poiché, nella quotidianità storica, ruota
una giostra di personaggi proiettati nelle più disparate
attività ma sempre intrisi di un forte senso di religiosità.
La sua prima opera è stata “La chiesa di Santa Lucia
prima del tragico bombardamento aereo del 7 marzo
1944” seguita da “La sofferta ricostruzione della chiesa
di Santa Lucia”, ora l’interesse dello storico si sposta
dall’antico tempio alla basilica di Santa Maria Assunta ,
in particolare alla cappella di San Giovanni Battista ed al
rapporto che con essa ebbe Mons. Lorenzo Valenzi e la
sua illustre famiglia.
Nello scenario di fondo di questo lavoro si muovono
le famiglie più in vista della Segni dell’800: le famiglie
Valenzi, Lauri, Cleti-Meni e le personalità più insigni del
clero, dal Pontefice Pio IX al vescovo di Segni Luigi
Ricci, a F.C.Santopadre Camerario del Vescovo, fra di
essi si gioca l’assegnazione delle Cappellanie e del
9
Patronato o anche l’alienazione di esso e la cessione di
quest’ultimo ad altra famiglia.
Ottenere il patronato su una cappella non significava
soltanto stilare un testamento per devolverlo ai propri
successori ma significava ancor più impegnarsi ad
abbellire la cappella, tale impegno infine esprimeva la
generosità delle famiglie più abbienti che si prodigavano
per continue migliorie non solo nei riguardi delle
cappelle stesse ma dell’intera chiesa.
Il patronato sulla cappella di San Giovanni Battista venne
alienato nel 1852 da Pietro Lauri e ceduto a Mons.
Lorenzo Valenzi che, oltre a dichiarare di voler
conservare ogni diritto di proprietà ed onorificenza per sé
e i suoi successori, immediatamente s’impegnò ad
abbellire la cappella e soddisfece questa sua promessa
con munificenza, gusto e raffinatezza.
Soffermiamoci ora a considerare come procede lo
storico nella stesura del breve documento. Parte da un
sentimento, da un rapido “motus animi”che dà non solo
l’abbrivio al percorso indagatore ma connota
immediatamente l’Autore come uno storico di stampo
vichiano: il grande Giambattista Vico era co-involto, era
partecipe sentimentalmente degli eventi che narrava, non
metteva fra se stesso e l’ argomento trattato quella
asettica distanza che invece troviamo in altri e che non
sempre è garante di ricerca e di critica obiettive.
Qual è questo “motus animi”? E’ lo strano sentimento di
interesse e di riverenza che la lapide in onore di Mons.
10
Lorenzo Valenzi, nell’omonima cappella, suscita da
sempre nell’autore fin da giovane, vuole allora scoprirne
la causa. Ecco allora che lo storico approfondisce la
conoscenza dell’illustre antenato e va in cerca di tutto ciò
che possa, a lui “sentinella”, fare da “spia”: inizia
dall’iscrizione sulla lapide nella cappella di famiglia,
dove legge della fulgida vita di mons.Valenzi, passa poi
ad analizzare i documenti che comprovano l’alienazione
del patronato sulla cappella di San Giovanni Battista dalla
famiglia Lauri ai signori Valenzi.
Anche gli oggetti sono spie, emettono segnali,
raccontano, dicono, sono latori di messaggi: la
tabacchiera d’oro con il monogramma tempestato di
brillanti, offerta in occasione del Concordato, ci dice
dell’alta stima che intercorreva fra l’imperatore Francesco
Giuseppe e Mons. Lorenzo Valenzi, i quadri, i finestroni,
gli arredi e le suppellettili varie, le decorazioni realizzate
da esperti artisti ci dicono dell’assidua cura, del
mantenimento delle cappelle da parte di chi ne deteneva il
patronato, ci dicono che tutto doveva contribuire a
“rendere più splendido il culto divino”.
E sono ancora gli oggetti, paradossalmente è la loro
assenza, che, in una sorta di controcanto, denunciano la
decadenza della cappella.
Nel corso degli anni, i cambiamenti apportati, anche
secondo il Piano di ristrutturazione del 1962, hanno
inquinato l’eleganza dello stile: lontani i raffinati arredi di
un tempo, scomparse le decorazioni o traslate in altre
cappelle.
11
Dell’ammirevole trittico ligneo che troneggiava di fronte
al monumento di Mons. Valenzi c’è ora la copia,
demolito il pavimento marmoreo dal quale più non svetta
l’antico e pregevole altare di marmo.
Sì, gli oggetti raccontano ma dietro di essi
intravvediamo, non senza sconforto, le menti e le mani
degli uomini che non hanno rispettato l’originaria
raffinatezza della Cappella di San Giovanni Battista,
simbolo della munificenza e del gusto di Laurentius.
E di ciò, con spirito vichiano, si duole il nostro Autore.
Fernanda Spigone
12
Busto di Mons. Lorenzo Valenzi, collocato presso il
salotto della casa di riposo “Mons. Sagnori”, Ente al
quale Gino Valenzi ha donato la maggior parte dei suoi
averi.
14
Mons. Lorenzo Valenzi e la Cappella di
S. Giovanni
La Cappella di San Giovanni, citata comunemente
come “Cappella Valenzi” aveva esercitato una certa
suggestione su di me, fin da ragazzo, forse per quella
omonimia di cui, peraltro, ignoravo del tutto le origini e
le eventuali connessioni parentali.
Anche negli anni successivi, quando, la domenica, mi
capitava di assistere alla celebrazione della Messa di
mezzogiorno in cattedrale, istintivamente mi fermavo
davanti alla balaustra della cappella e talvolta volgevo lo
sguardo alla tomba di quel Mons. Lorenzo Valenzi che,
forse, ne era stato l’eponimo.
Dopo la conclusione della mia attività professionale,
ritornato a Segni, con maggiore disponibilità di tempo
libero, consapevole dei molteplici rami in cui si era
articolata nel tempo la mia famiglia, ho cominciato a
frequentare l’Archivio Storico “Innocenzo III”, unica
fonte fruibile oggi nella nostra città (dal momento che
l’anagrafe del Comune andò distrutta nel 1912). Mi
incuriosiva il ricordo di quanto mia madre raccontava di
sua nonna Barbara, settima di ventiquattro figli: tale
prolificità dei miei antenati mi faceva supporre una
notevole ampiezza di connessioni tra i rami della
famiglia. Da questa considerazione è partito lo stimolo a
ricercare le radici attraverso un lavoro paziente che mi ha
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coinvolto sempre di più portandomi ad alcune importanti
scoperte.
Attraverso una laboriosa ricostruzione dei vari rami in cui
aveva proliferato la famiglia a partire da Benedetto
Valenzi, autore della facciata della Cattedrale, è emerso
che Barbara, sposata a Tommaso Falasca, era figlia di
Ferdinando, notaio, fratello di Lorenzo Carlo Antonio,
che aveva intrapreso la vita ecclesiastica: finalmente
avevo trovato una motivazione a quello strano sentimento
d’interesse e di riverenza che la lapide in onore di Mons.
Lorenzo Valenzi, nella omonima cappella, aveva
suscitato in me fin da ragazzo!
Di qui il proposito di approfondire la conoscenza di
questo illustre antenato che ha lasciato nella Cattedrale
della nostra città segni apprezzabili della sua munificenza
riservando particolari cure alla cappella di San Giovanni,
il cui patronato aveva acquisito il 29 agosto 1850.1
La figura dell’illustre prelato nei tratti essenziali di
dotto conoscitore del diritto civile e del diritto
ecclesiastico, di delegato apostolico, di membro del Sacro
Collegio per i giudizi in grado d’appello, emerge
dall’iscrizione dedicatagli dal fratello Ferdinando, sulla
lapide che ne onora la sepoltura nella cappella della
famiglia:
1 AIS – Inventari catastali n.1
16
A P Ω
QUIETI ET MEMORIAE
LAURENTII VALENZI
QUI OB MIRAM MENTIS SOLLERTIAM
XXIII ANN NONDUM NATUS IN SACR.
CONSILIUM
TRIDENT DECRETIS INTERPRET ADLCTUS.
MOX NEOGRANATEN LEGATIONE FUNCTUS
GRAVIORIBUS CAUSIS IN URBE AGENDIS
SACRIS CIVILISQUE IURIS SCIENTIA
INSIGNIS HABITUS EST
QUAM POLITIORIS LITTERATURAE LAUDE
AC PLURIUM LINGUARUM PERITIA CUMULAVIT
DEMUM A. PIO IX P.M. IN SACR. CONSIL.
ADSCITUS
AD CAUSAS RERUM IUDICATURUM
COGNOSCENDAS
CORONAE FERREAE EQUES TORQUATUS
QUUM AD MAIORA PROPERARET
ROMAE ABSUMPTUS XIV KAL. SEPT. MDCCCLVI
AGENS ANN. XLVIMVIIIDXXI
FERNANDUS FRATRI UNICO OPTATISSIMO
MONUMENTUM CUM LACRIMIS P.C.
17
(Per il riposo eterno e per memoria di Lorenzo Valenzi
che per le eccezionali doti intellettuali, non ancora
ventitreenne fu nominato nel Sacro Collegio interprete
delle norme tridentine.
Dopo aver assolto l‟incarico di legato pontificio nella
Nuova Granata, fu ritenuto insigne “in utroque
iure”(diritto ecclesiastico e civile) e aggiunse alla
profondità della dottrina il merito di uno stile limpido ed
elegante oltre alla conoscenza di parecchie lingue: per
questo a Roma gli furono affidate le cause più
impegnative.
Infine fu assunto dal Sommo Pontefice Pio IX nella Sacra
Consulta per i giudizi di secondo grado. Dopo aver
ricevuto l‟onorificenza di cavaliere della corona ferrea e
in procinto di essere chiamato a ruoli più impegnativi, ad
appena 46 anni, morì in Roma il 19 agosto 1856.
Al fratello amato sopra ogni altro, Ferdinando in lacrime
ha dedicato il sepolcro).
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Mons. Lorenzo Valenzi era nato a Segni l’8 novembre
1809 da Bruno, fratello minore di Benedetto (esecutore
della facciata della Cattedrale di Segni) e da Clementina
Iannucci.
La vocazione religiosa, manifestatasi fin dalla prima
adolescenza, e le notevoli doti intellettive fecero di lui un
personaggio di spicco nella Curia romana.
Dopo aver superato brillantemente le tappe della
formazione filosofica e giuridica (aveva conseguito,
appena ventenne la laurea in filosofia e negli anni
immediatamente successivi gli erano state conferite “ad
honorem” quella in teologia e “in utroque iure”) fu
nominato Uditore nella Sacra Congregazione del Concilio
e, nel 1835, professore di Diritto Canonico e di Diritto
pubblico nell’Archiginnasio romano. Per un quinquennio
fu Delegato Apostolico in Colombia (citata nell’iscrizione
funebre come “Nuova Granata”, secondo la definizione
data a questa terra da Gonzalo Ximenes, lo spagnolo che
ne era stato scopritore nel 1540). Tornato a Roma, fu
nominato da Sua Santità Pio IX dapprima Giudice
Supremo nel Tribunale della Sacra Consulta, quindi
Giudice della Segnatura di Grazia e Giustizia, che
rappresentava, nello Stato pontificio, il Tribunale
supremo, con giurisdizione di Corte di Cassazione.
La sua conoscenza di varie lingue e l’eleganza del suo
periodare in lingua latina gli valsero un ruolo di primo
piano nell’elaborazione e nella stesura del Concordato,
sancito nel 1885 tra la Santa Sede e l’Austria. Per
20
riconoscimento di questo prezioso contributo fu insignito
dell’Ordine Equestre della Corona di Ferro, fondato nel
1805 da Napoleone e ripristinato nel 1816 da Francesco I
nell’ambito della Restaurazione. L’imperatore Francesco
Giuseppe, insieme a tale titolo onorifico, aveva fatto dono
a Mons. Valenzi di una preziosa tabacchiera d’oro con il
monogramma formato da brillanti.2
Dopo una serie di successi e di meritati riconoscimenti la
morte prematura gli impedì di assumere la veste
cardinalizia, a cui il Sommo Pontefice lo aveva già
destinato “in pectore”.
Tra i molti meriti del nostro illustre Concittadino ritengo
di dover segnalare, come non ultimo, quello di aver
concesso, nel suo ruolo di censore teologico, il nullaosta
per la prima edizione romana dell’opera del Manzoni,
presso il tipografo-editore Costantino Mezzana nel 1836.3
Stemma di Mons. Valenzi sul
cancello della Cappella omonima
2 Alessandro Colaiacomo “Signis memoranda fastis” pag.323 3 Documento custodito da Francesco Valenzi
21
Nullaosta per la prima edizione romana dell’opera del Manzoni
Documento di proprietà di Francesco Valenzi
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Il patronato della famiglia Valenzi
Alla figura di mons. Lorenzo Valenzi è legata la
storia della Cappella di San Giovanni Battista, protettore
di Segni prima di San Bruno vescovo. Nelle mie ricerche
presso l’Archivio “Innocenzo III” ho trovato una
risoluzione capitolare del febbraio 1850,4 da cui si evince
la cessione della Cappellania da parte della famiglia
Lauri, che ne deteneva il patronato, ai signori Valenzi in
cambio della proprietà di un castagneto. Bruno Valenzi il
27 ottobre 1810 aveva già riscattato da Ottavio Lauri il
patronato che esso esercitava sulla Cappella di San
Giuseppe.
Da una lettera, datata 5 dicembre 1848,5 rivolta dal
Vescovo Luigi Ricci al Pontefice Pio IX risulta che Pietro
Lauri aveva chiesto il beneplacito apostolico per la
cessione di benefici semplici o Cappellanie esistenti nella
Cattedrale di Segni sotto l’invocazione di S. Giuseppe, S.
Giovanni Battista, S. Girolamo e Madonna degli Angeli,
tutte riunite mediante risoluzione della sacra
Congregazione nel Concilio del 27 maggio 1809, la cui
fondazione “credesi dipartita dall’incendio dell’Archivio
di Segni (eccidio del 1557) per cui, non conoscendosi la
pertinenza dei fondi tassativamente assegnati a ciascuna
delle Cappellanie, si diè luogo alla enunciata
riunione…..”
4 AIS- risoluzioni capitolari, busta 5, pag. 59
5 Manoscritto proveniente dalla biblioteca di Gino Valenzi
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L’alienazione del Patronato e la cessione di tale
diritto a don Lorenzo Valenzi è documentata dal
Cancelliere della Curia Episcopale della Diocesi di Segni:
DIE 4 OCTOBRIS ANNI REPARATAE SALUTIS
1852
COMPARUIT CORAM INFRASCRIPTO
CANCELLARIO CURIAE EPISC. SIGN. DIOC.
ILL.MUS ET EV.MUS D. LAURENTIUS SS.MI
DOM.NOS PII PAPAE IX PRAELATUS
DOMESTICUS MIHIQUE QUAEDAM EXIBUIT
FOLIA IN QUIBUS CONTINERE ASSERUIT
ACTUM FUNDATIONIS CUISDAM BENEFICII
SEU CAPPELLANIAE ECCLESISTICAE PRAEVIA
SUPPRESSIONE QUATUOR
BENEFICIORUM SEU CAPPELLANIARUM,
QUORUM JUS PATRONATUS SPECTABAT AD
AGNATIONEM ET FAMILIAM PETRI LAURI, QUI
TAMEN IUS ILLUD PRAEVIUM APOSTOLICIS
FACULTATIBUS ALIENAVIT ET CESSIT FAVORE
DICTI ILL.MI ET REV.MI D.NI LAURENTII
VALENZI IN VIM ISTRUMENTI.
DIE 29 AUGUSTI 1850 ECC. ECC.
LAURENTIUS VALENZI
FACTA PER ME INFRASCRIPTUM
CANCELLARIUM
DE PRAEMISSIS RELATIONE AD ILL.MUM ET
REV.MUM D.EPISCOPUM
24
SIGNAE DIE ET ANNO UT SUPRA
F.C. SANTOPADRE CAMERARIUS E.PALIS
(giorno 4 ottobre della riconquistata salvezza.
Davanti a me, sottoscritto Cancelliere della Curia
Episcopale della Diocesi di Segni è comparso
l‟Illustrissimo e Reverendissimo don Lorenzo Valenzi,
prelato familiare di Sua Santità il nostro papa Pio IX
e mi ha esibito alcuni fogli, nei quali ha dichiarato
essere contenuto l‟atto di fondazione di un beneficio o
Cappellania ecclesiastica, previa soppressione di 4
benefici o cappellanie, il cui diritto di patronato
spettava alla famiglia e alla discendenza maschile di
Pietro Lauri, il quale tuttavia con il beneplacito
apostolico ha alienato e ha ceduto il suddetto diritto a
favore del citato illustrissimo e reverendissimo don
Lorenzo Valenzi in forza del documento del giorno 29
agosto 1850).
Testimonianza redatta dal sottoscritto cancelliere per
l‟Ill.mo e Rev.mo Monsignor Vescovo di Segni. Giorno
ed anno come sopra.
F.C. Santopadre, camerario del Vescovo.
Segue il Decreto del Vescovo.
***** ILL.MUS AC REV.MUS D. ALOYSIUS RICCI....
APOSTOLICAE SAEDIS GRATIA EPISCOPUS ET
IN HAC PARTE EXECUTOR APOSTOLICUS...
APOSTOLICIS FACULTATIBUS SUPPRESSA
HABERI VOLUMUS AC MAMNDAMUS QUATUOR
BENEFICIA SEU CAPPELLANIAS ERECTA IN
25
CATHEDRALI NOSTRA ECCLESIA SUB
INVOCATIONE S. JOSEPHI, S. IOANNI
BAPTISTAE, S. HIERONYMI ET S. BERNARDINI
ET MARIAE VIRGINIS ANGELORUM DE JURE
PATRONATUS FAMILIAE LAURI…ET DE NOVO
FUNDAMUS UNUM BENEFICIUM SIVE
CAPPELLANIAM ECCLESIASTICAM IN
PRAEDICTA NOSTRA CATHEDDRALI ECCLESIA
IN ARA DIVO IOANNI BAPTISTAE SACRA SUB
TITULO AC INVOCATIONE EIUSDEM
PAECURSORIS…
DATUM SIGNIAE EX NOSTRO EPISCOPALI
PALATIO DIE 4 OCTOBRIS 1852.
ALOYSIUS EPISCOPUS SIGNINUS
(Ill.mo e Rev.mo Monsignor Luigi Ricci…Vescovo di
Segni per grazia della Sede Apostolica e in questo onere
esecutore apostolico in virtù delle facoltà apostoliche
decretiamo e dichiariamo che siano considerati
soppressi i 4 benefici o Cappellanie erette nella nostra
Chiesa Cattedrale in nome di S. Giuseppe, di S.
Giovanni Battista, di S. Girolamo e di San Bernardino e
di Maria Vergine degli Angeli per diritto di patronato
della famiglia Lauri…ed ex novo istituiamo un beneficio
o cappellania ecclesiastica nella suddetta nostra Chiesa
Cattedrale sull‟altare consacrato a San Giovanni
Battista sotto il titolo ed il nome del medesimo…
Segni. Palazzo Vescovile- 4 ottobre 1852.)
26
Foto della Cappella S. Giovanni prima del 1962.
Il quadro ovale si trova oggi, momentaneamente, esposto
all’ingresso del vescovado.
27
Due giorni prima, il 2 ottobre 1852 Mons. Valenzi in
una lettera al Vescovo,6 oltre ad una serie di disposizioni
legali, confermava il suo impegno ad abbellire la cappella
di S. Giovanni: “Essendo due le cappelle a me trasferite,
quella di S. Giuseppe,7 di cui è compatrona la famiglia
Cleti-Meni e l’altra di S. Giovanni Battista, entrambe
l’una di fronte all’altra (come era riportato in una lapide
situata in alto a sinistra e ora rimossa) di questa Chiesa
Cattedrale, dichiaro di voler conservare ogni mio diritto
di proprietà ed onorificenza… Il diritto di patronato di
nominare e presentare lo riservo a me stesso vita natural
durante. A seguito della mia morte intendo che sia
devoluto al mio carissimo fratello Ferdinando ed ai suoi
successori in infinito della linea principale mascolina,
sostituendo, nell’estinzione totale di questa prima linea, la
seconda, e così di linea in linea, per modo di singolare
estinzione. Mancando del tutto le discendenze mascoline
vi sostituisco il maschio proveniente dalla primogenita
femmina più prossima allo stipite di mio fratello, con lo
stesso ordine di successione….
…Se il Signore mi darà vita, come è mio fermo proposito
di proseguire a decorare la Cappella di S. Giovanni
Battista, nel modo che renda più splendido il culto divino,
oltre il nuovo quadro, finestrone e suppellettili di cui ora
l’ho fornita, così in questo limine di fondazione mi
6 AIS – AC 5
7 AIS – Inventari e catasti n. 1
28
riservo ogni diritto e facoltà di rimpinguare non solo la
dote, ma quello altresì di accrescere i pesi nel modo che
stimerò più conveniente, e ciò mi riservo di fare sia con
atto di ultima volontà, sia con fogli separati: i quali voglio
che siano in appendice alla presente fondazione…”8
Della generosità del Prelato si ha riscontro già nel
verbale9 dell’adunanza capitolare del febbraio 1850,
10 nel
quale sono segnalati i meriti di Mons. Valenzi per aver
promosso e finanziato le decorazioni della Cappella di S.
Giovanni, realizzate da marmorai francesi su disegno
dell’Arch. Augusto Lanciani, al cui progetto si deve
anche la sacrestia della Cattedrale.
Le ricerche presso l’archivio della nostra città mi
hanno consentito di ricostruire, attraverso i verbali delle
adunanze succedutesi negli anni, l’assidua cura della
famiglia Valenzi per continue migliorie alla Cappella
stessa. Nell’adunanza del 28 aprile 185411
i canonici
Manni, Boccardelli, Amadio, Binaco, Ciminelli, Milani,
Centi, Colaianni, Ramacci, Falasca, Petriconi e
Capobianchi davano facoltà a Ferdinando Valenzi di
rimuovere dalla collocazione precedente la statua di S.
Antonio e di collocarla a proprie spese nella nicchia della
Compagnia del Gonfalone, cui l’aveva donata. In
sostituzione della statua rimossa fu commissionato un
quadro all’artista Tirinelli, raffigurante San Giovanni
Battista nel deserto tra i suoi discepoli, poiché,
8 AIS – AC 104 9 AIS – AC busta 3 pag. 49
10 AIS – AC busta 5 pag. 19
11 AIS – AC busta 5 pag. 19
29
precedentemente ne esisteva uno del Pomarancio, di cui
si erano perdute le tracce.
San Giovanni Battista del pittore Ignazio Tirinelli
30
Successivamente, su proposta di Mons. Valenzi di
abbellire ancora la chiesa con una pala d’altare, il
Tirinelli dipinse l’Assunzione di Maria Vergine per
l’altare maggiore della Cattedrale.12
Per la realizzazione
di quest’opera la famiglia Valenzi aveva offerto la somma
di 50 scudi come si evince dal verbale dell’adunanza del
Capitolo in data 18 ottobre 185413
in cui vengono
ricordate alcune celebrazioni per anniversari della
famiglia stessa e si rende merito, in particolare, alla
generosità di Monsignor Lorenzo “che molto aveva fatto
per il decoro della Chiesa”.
Il verbale del 4 giugno 1855,14
a firma del Segretario del
Capitolo canonico Domenico Petriconi (zio di mio nonno
materno) riporta la discussione che aveva fatto seguito
alla proposta di affidare al Tirinelli la realizzazione del
quadro dell’Assunta. Si era giunti a stabilire l’offerta da
50 scudi da parte dei Reverendi Canonici alle seguenti
condizioni:
1. che con tale contribuzione non si intendesse
assunta dal Capitolo nessuna responsabilità sia in
ordine alla commissione sia al pagamento del
residuo;
2. che i detti 50 scudi venissero pagati in tre rate;
3. che il suddetto quadro venisse sottoposto al
giudizio dell’Accademia di S. Luca prima
dell’acquisto.
12
AIS – AC busta 5 pag. 49 13 AIS- Atti diversi busta 139 14 AIS – busta 5 pag. 53
31
La proposta era stata approvata con unanimità di
voti.15
Verbale dell’Adunanza capitolare del 4 giugno 1855
15 AIS – AC 5 pag. 55
32
Il Tirinelli, con lettera del 17 ottobre 1856 annuncia che il
quadro è terminato.
Pala dell’Altare Maggiore di Ignazio Tirinelli
AIS Archivio fotografico
33
Il 18 agosto 1856 Mons. Lorenzo Valenzi moriva in
Roma; la sua salma, trasferita a Segni, ebbe degna
sepoltura nella Cappella di S. Giovanni. La morte lo
aveva colpito all’età di 47 anni, quando, come dice il
Pace “si apprestava a maggior dignità” in quanto il
Pontefice Pio IX stava per conferirgli il cappello
cardinalizio.
Gli eredi fecero realizzare in suo onore il busto marmoreo
con la lapide sulla parete sinistra della Cappella, che fu
arricchita con una pregevole cancellata, in ferro fuso
(ghisa) con motivi floreali, posta dietro la balaustra.
Anche se non è stato possibile datarne con certezza
l’esecuzione, si ritiene che l’iniziativa debba, comunque,
attribuirsi al fratello Ferdinando, notaio, che aveva
provveduto alla realizzazione del monumento funebre.
Un termine di riferimento “ante quem” è il 12 febbraio
1875, data della lettera indirizzata al canonico Falasca,
vicario dei canonici della Cattedrale, dall’Arch. Andrea
Busiri, impegnato in progetti di restauro della Chiesa.
Il professionista informava il canonico sui progetti cui
stava lavorando: i disegni per il restauro dell’altare
maggiore, del presbiterio, del ciborio, per il rifacimento
della pavimentazione, per la realizzazione della nuova
macchina processionale di S. Bruno, che gli era stata
commissionata per la festa del Patrono.16
16
1903 una nuova macchina processionale sostituì quella disegnata dall’Arch.
Busiri; le colonne dorate furono utilizzate per l’altare della Cappella di S.
Giuseppe.
35
Essendo, peraltro, impegnato al progetto del cancello
della Cappella di S. Bruno17
nella stessa missiva del 12
febbraio 1875 lo pregava di fornirgli le misure precise
relativamente a quello della Cappella Valenzi.
Anche dopo la scomparsa del Fondatore del giuspatronato
sulla Cappella di S. Giovanni i verbali delle adunanze
capitolari nel corso degli anni successivi segnalano un
costante interessamento da parte della famiglia
all’esercizio della Cappellania:
- nell’adunanza del 12 luglio 1858 i canonici
prendono in esame un’istanza avanzata dal Sig.
Ferdinando Valenzi circa l’affissione, nella
Sacrestia, di una tabella degli oneri che devono
essere da lui soddisfatti annualmente per la
Cappella di S. Giovanni Battista; l’istanza,
sottoposta a votazione, viene accolta con 7 voti
favorevoli e 2 contrari.
- Il 19 agosto 186218
il verbale, a firma del segretario
capitolare Falasca, segnala che è stata accolta con
11 voti favorevoli e 3 contrari l’istanza presentata
dal Sig. Ferdinando Valenzi perché vengano
condonati scudi 24 e baiocchi 60 da lui versati per
il quadro di Maria Vergine Assunta. Lo stesso
inoltre dichiara di versare altri scudi 10 a favore
della “venerabile sacrestia di questa cattedrale”
perché tutti i venerdì di marzo, dopo la Via Crucis
17
L’opera fu realizzata successivamente dai fratelli Carlini per la somma di £
500, come risulta dal documento datato 26 agosto 1879. 18 AIS – Atti diversi busta 125
36
nella Cappella di S. Giovanni Battista si celebri una
funzione sacra in onore del S. Cuore di Gesù e si
concluda con la benedizione e la recitazione di un
Pater e Ave per il benefattore e i suoi defunti.
L’ultimo reperimento interessante, nelle mie ricerche
presso l’Archivio Storico Innocenzo III, è una lettera del
Vescovo Mons. Luigi Carli, inviata al Sig. Bruno
Valenzi, titolare del giuspatronato, il 3 novembre 196219
:
tale documento prelude, infatti, ad una definitiva
trasformazione della Cappella.
Nella missiva in oggetto il Vescovo segnalava che, nel
quadro degli ormai improcrastinabili interventi di restauro
della Basilica, era emersa l’opportunità di iniziare dalla
Cappella di San Giovanni Battista, in quanto un esperto di
arte sacra di fama nazionale aveva proposto di
valorizzarla con la collocazione del Battistero, realizzato
da scalpellini napoletani su progettto dell’Arch. Andrea
Busiri, nel 1875, risultava poco funzionale in quanto
situato in una nicchia prospiciente l’ingresso laterale
destro della Cattedrale.
19 AIS- AC 16 pag. 27
38
Il piccolo antico dipinto di autore ignoto e rappresentante
Giovanni Battista che battezza Gesù, che sovrastava il
fonte battesimale, oggi si trova nel salone capitolare,
antistante lo studio del parroco Mons. Franco Fagiolo.
Ignoto – Battesimo di Gesù
Il Sig. Gino Valenzi, che si era impegnato a finanziare
tale opera di restauro, aveva suggerito di interpellare
anche il suo congiunto Bruno, parimenti interessato al
giuspatronato, per ottenere il benestare alle innovazioni
prospettate. La lettera del Vescovo si concludeva,
39
peraltro, con la dichiarazione che sarebbe stata gradita
una eventuale libera offerta per i lavori di restauro della
Cattedrale.
Nella risposta, Bruno Valenzi si dichiarava favorevole
al progetto a condizione che negli anni a venire la Chiesa
non accampasse diritti di proprietà sulla cappella di
famiglia; quanto all’invito per un contributo volontario
aggiungeva che avrebbe consegnato personalmente
l’offerta in occasione di una visita a Segni entro la fine
dell’anno.
Lapide della tomba Valenzi
40
La Cappella di San Giovanni Battista
La Cappella ha subito, nel corso degli anni, vari
rimaneggiamenti che ne hanno alterato notevolmente
l’aspetto deteriorando l’iniziale eleganza dello stile.
Nell’attuale struttura ben poco è rimasto di quanto era
testimonianza della munificenza di Mons. Lorenzo
Valenzi e della finezza che ne avevano caratterizzato il
gusto nella scelta degli arredi.
Cappella di San Giovanni Battista dopo il restauro
41
Delle decorazioni realizzate, su disegno dell’Arch.
Augusto Lanciani, da marmorari francesi non c’è più
traccia (se non lo stemma Valenzi, situato nell’arco della
cappella) e alcuni tratti, nelle pareti laterali, riaffiorati da
successivi (e assai precari) tinteggiamenti. E’ rimasto il
quadro che sovrastava l’altare, rappresentante San
Giovanni Battista nel deserto, ma una grande vetrata
semicircolare e la parete con lesene di stile corinzio sono
state sostituite, rispettivamente, da un’opera di dubbio
gusto, realizzata dalla ditta Caron di Vicenza, che
rappresenta una chiesetta sullo sfondo di un improbabile
sole dai colori accesi e da una sconfortante parete liscia.
Cappella di San Vitaliano – Balaustra proveniente dalla Cappella
Valenzi
42
Alcuni arredi, peraltro, hanno trovato una diversa
sistemazione nell’interno della Cattedrale: la balaustra di
marmo, che era situata davanti alla cancellata e l’altare,
riportante sul lato destro uno stemma vescovile, sono stati
utilizzati nella cappella di San Vitaliano.
Cappella di San Vitaliano – Altare proveniente dalla Cappella
Valenzi
Di fronte al monumento funebre di Mons. Valenzi c’era,
fino al 1975, chiuso in bacheca, un pregevole trittico
ligneo, di epoca tardo-medievale, dipinto su entrambi i
lati, perché potesse essere portato in processione. Tale
opera è stata sostituita nel 1992 da una copia realizzata da
43
un pittore polacco, M. Grzegorek. L’originale, infatti, a
suo tempo inutilmente richiesto dal comm. Pericle Roseo
come onorario dell’opera prestata nella direzione dei
lavori di restauro della Cappella di S. Bruno, nel 1923, in
occasione dell’ottavo centenario della morte del Santo (a
questo proposito i miei zii Paolino e Giuseppe
ricordavano l’intervento di mio nonno Raffaele presso i
canonici a difesa di un patrimonio della collettività,
perché rifiutassero la proposta), era stato oggetto di un
clamoroso furto: trafugato nella notte dal 13 al 14 agosto
1975, era stato ritrovato dal Comando Carabinieri Nucleo
“Tutela dei beni culturali” e restituito in momenti
successivi: le tavole laterali il 4 ottobre 1985, mentre la
parte centrale, il 26 dicembre 1999.
Di qui la decisione di custodire la preziosa opera in
luogo sicuro; nella Cappella è sistemata la copia che
riproduce l’originale raffigurante, al centro, il Salvatore
seduto e, sui pannelli laterali, rispettivamente, la
Madonna, San Bruno Vescovo; nella parte posteriore
delle tavole San Pietro con lo stemma della famiglia
Conti e San Paolo con lo stemma della città di Segni.
44
Trittico ligneo di epoca tardo medioevale dipinto da autore ignoto.
A.I.S. Archivio fotografico SK 1570(Vergine), 1569 (Il Redentore),
1568 (S. Bruno).
45
Determinante nello stravolgere la fisionomia della
Cappella è stato l’intervento del 1962: nel piano di
ristrutturazione della Basilica ha trovato posto il fonte
battesimale.
Dopo la demolizione del pavimento di marmo, del
pregevole altare di marmo e dei tre gradini di accesso che
davano slancio e visibilità allo stesso altare, è stata
sistemata al centro una vasca battesimale di marmo; il
coperchio di rame sbalzato, con figure smaltate era stato
eseguito a Padova su progetto dell’artista triestino Baroli,
cui si devono anche gli affreschi delle pareti, delle lunette
e della cupola con figure e simboli battesimali.
A sinistra, una colonna di pietra sormontata da un
capitello tufaceo di stile corinzio, sostiene il cero
battesimale.
Purtroppo, tale ristrutturazione, anche se è risultata più
funzionale all’economia della Cattedrale, tuttavia ha
completamente cambiato lo stile e alterato la bellezza di
quella che Pericle Roseo aveva definito “una finissima,
delicata cappella eseguita da operai francesi…destinata
alla famiglia Valenzi”, ma che, dopo tali mutamenti, gli
appariva “orribile”.
Pertanto, oltre all’opposizione di qualche erede della
famiglia stessa, non sono mancate, anche negli anni
successivi, le critiche ad interventi che non hanno
rispettato la struttura originaria della Cappella.
47
COLLANA
DOCUMENTI DI CULTURA LEPINA
La Collana Documenti di Cultura Lepina, diretta da Franco Caporossi
e Luigi Roberti, è istituita dall‟Associazione Artisti Lepini per valorizzare le
espressioni di poeti e narratori lepini, stimolandoli ad accrescere il loro
impegno letterario. Ha lo scopo di promuovere una corrente di pensiero che abbia il supporto e i contenuti della nostra Comunità Montana e di essa
interpreti le espressioni genuine di una cultura dalle millenarie e gloriose
tradizioni.
Sono prese in considerazione opere di poeti e narratori non lepini se del
loro contenuto è oggetto la cultura, l‟ambiente, la società e le tradizioni del
territorio delle Comunità Montane dei Monti Lepini. Le opinioni espresse dagli
autori, così pure le fonti bibliografiche o il contenuto dei testi, non
responsabilizzano l‟Associazione Artisti Lepiní.
Della Collana sono editi pro-manoscritto e con distribuzione gratuita le
seguenti pubblicazioni:
1. AA.VV., Poesie e racconti premiati nelle prime quattro edizioni del Premio Biennale Letterario dei Monti Lepini. Pro Loco di Sgurgola e
Autori. Sgurgola, 1991.
2. CAPOROSSI Franco, Nell'arco del sole. Immagini e pensieri dal mondo
(1984-1989). Segni, 1991.
3. ZANGRILLI Aldo, Viva er Duce. Teatro in dialetto segnino. Segni, 1991.
4. FAGIOLO Vincenzo, Remo Fagiolo e Aldo Zangrilli: due poeti nella
memoria segnina e lepina. Segni, 1992.
5. ROBERTI Luigi, La Duchessa di Montelanico. Teatro storico in dialetto
montelanichese. Montelanico, 1992.
6. Premio Biennale Letterario dei Monti Lepini. V Edizione. Cerimonia di
Premiazione. Segni, 1992. 7. BROUSSARD P., CAPOROSSI F., TESSA F., Primo incontro europeo della
poesia. Colleferro, 24 novembre 1992.
8. CAPOROSSI Franco (a cura di), ‟Gidiade o la festa di ‟Gidia. Sgurgola,
19 e 25 dicembre 1993.
9. Pergamena e Trofeo dei Lepini 1993. Motivazioni dei Premiati. Segni,
1993.
10. AA.VV., Poesie inedite finaliste alla V Edizione del Premio Biennale
Letterario dei Monti Lepini. Antologia edita in collaborazione con gli
Autori. Sgurgola, 1993.
48
11. CAPOROSSI Franco, Il migliore di quelli che sanno: Alessandro
Marchetti. Cori, 1993.
12. MORONI Francesco, Cori. Gli Sbandieratori e il Leone Rampante. Cori,
1994.
13. RICCIONI Giuseppe, Cose che ‟nte po‟ scordà. Poesie in dialetto
montelanichese. Montelanico, 1994.
14. Premio Biennale Letterario dei Monti Lepini. VI Edizione. Cerimonia
di Premiazione. 1994, Segni.
15. MORONI Francesco, Cori bianco, Cori rosso: storia di una
denominazione di origine controllata; e Per non dimenticare gli anni della guerra a Cori. 1995.
16. AA.VV., Oltre il paese. Raccolta di poesie e poeti gavignanesi.
Gavignano, 1995.
17. CAPOROSSI Franco, Il colore del cielo. Dove passano le rondini. Poesie
1987-1991. Gavignano, 1995.
18. Pergamena e Trofeo dei Lepini 1995. Motivazionne Premiati.
Gavignano, 1995.
19. LEPRE Cesare, La fiamma dei sentimenti. Poesie. Carpineto, 1995.
20. GESSI Giovandomenico, Jo Formale. Poemetto profetico su Leone XIII
Pontefice (a cura di Italo Campagna). Comune di Carpineto Romano,
1996. 21. CAPOROSSI Franco, Il marchio d‟origine. Romanzo breve. Carpineto,
1996.
22. SCOGNAMIGLIO Giuseppina, La poesia di Franco Caporossi. Dalla
fenomenologia filosofica della coscienza alla dialettica cristiana della
vita. Napoli, 1996.
23. CASTRUCCI Anello, Voci che tornano. Ricordo dei Monti Lepini.
Ottawa (Canada), 1996.
24. Autore dell‟Anno. Cerimonia di Premiazione III Edizione. Carpineto
Romano, 1996.
25. Premio Biennale Letterario dei Monti Lepini. VII Edizione. Cerimonia
di Premiazione. Segni, 1996. 26. CANALI Francesco, Il concerto Musicale di Gavignano. Gavignano,
1996.
27. GALIANO Angelo, Fatti ed opinioni. Ed. Schena, Fasano (Brindisi).
28. VANVOLSEM Serge, Lingua e dialetto in Italia oggi. Conferenza del
titolare della Cattedra di Linguistica Italiana presso la Facoltà di Lettere
dell’Università Cattolica di Lovanio (Belgio). Colleferro, 1996.
29. Atti di una collaborazione con il Centro Studi Italiani della Facoltà di
Lettere dell‟Università Cattolica di Lovanio (a cura di S. Vanvolsem e
F. Caporossi), Fondo Lepini al 1996.
49
30. AA.VV. Un ventennio di fermenti culturali nei Monti Lepini.
Monografia delle attività dell’Associazione Artisti Lepini, 1977-1997.
Segni, 1997.
31. PROPERI PORTA Giulio, Juvenilia. Poesie giovanili (a cura di Italo
Campagna). Carpineto, 1997.
32. LORENZI Emanuele, Vocabolario del dialetto di Segni. Segni, 1997.
33. AA.VV., 4a Giornata del dialetto ciociaro-lepino. Segni, 1997.
34. LIBERATI Laura, Soste e migrazioni nella nuova raccolta “Il colore del cielo – Dove passano le rondini”, di Franco Caporossi, 1997.
35. AMICI Nicolino, Poesie dialettali. Gorga, 1997.
36. VITTORI Luciano, La ragazza di vicolo della torre ed altre poesie.
Segni, 1997.
37. CAPOROSSI Franco, D‟amore per te, mamma. Poesie. Roma, 1997.
38. MANCINI Fabio, Presunzioni poetiche de‟ Il Principe dei Pazzi. Poesie.
Montelanico, 1997.
39. CAPPUCCI Ettore Mario (a cura di), Poeti sgurgolani di ieri e di oggi.
Antologia edita in collaborazione con la Pro Loco di Sgurgola e degli
Autori, Sgurgola, 1997.
40. ANTICO Roberto (a cura di), Un bacio all‟alba. Raccolta di poesie di alunni di scuola elementare. Montelanico, 1997.
41. SPIGONE Fernanda, L‟urlo della ginestra. Raccolta di poesie. Segni,
1997.
42. AA.VV., Antologia Musica e Poesia. XI Edizione: Poesie e poeti
lepino-ciociari. Supino, 1998.
43. SPIGONE Fernanda, L‟Angelo e il cardo. Dramma in dialetto segnino.
Atto Unico per il 54° anniversario del bombardamento di Segni. Segni,
1998.
44. CAPOROSSI Franco, Spagna „82, la dodicesima guerra mondiale del
pallone. Colleferro, 1998.
45. Pergamena e Trofeo dei Lepini. VI Edizione. Morolo, 1998. 46. CAMPAGNA Italo (a cura di), Il Capreo, monte di poesia e di fede
(cronache di epoca). Amministrazione Comunale di Carpineto Romano,
1998.
47. PROIETTI-CORSI Antonietta, Pensieri e ricordi. Sgurgola, 1998.
48. Premio Biennale Letterario Internazionale dei Monti Lepini. Cerimonia
di Premiazione. VIII Edizione. Segni, 1998.
49. Autore dell‟Anno. Cerimonia di Premiazione. IV Edizione, Carpineto
Romano, 1998.
50. VITTORI Luciano, Per i Segni d‟Antichi e Nuovi Sentieri. Segni, 1998. –
CIPRIANI Piero, Novelle gorgane. Gorga, 1998.
50
51. AA.VV., Poeti contemporanei Lepini. Antologia di poesie in lingua
curata da Ettore Mario Cappucci; Ass. Artisti Lepini e Musica e Poesia
di Supino. Supino, 1999.
52. CARAVITA Lina, Sulle ali della fantasia. Montelanico, 1999.
53. AA.VV., Atti della 5a Giornata del Dialetto Lepino - Ciociaro.
Carpineto Romano, 1999.
54. GALEOTTI Filiberto, Noie. Versi in dialetto ciociaro. Ristampa a cura
del Comune di Carpineto e Associazione Artisti Lepini. Carpineto
Romano, 2000.
55. Autore dell‟Anno. Cerimonia di Premiazione. V Edizione. Carpineto Romano, 2000.
56. Premio Attilio Taggi. Raccolta delle migliori poesie della 1a Edizione.
Pro Loco, Comune di Sgurgola, Associazione Artisti Lepini. Sgurgola,
2000.
57. RONZOLANI Vincenzo, ’Na óta e ‟mmó. Poesie in dialetto
montelanichese. Montelanico, 2000.
58. ONORATI Giuseppe, La parlata normiciana: frasi idiomatiche, modi di
dire, similitudini, allegorie e metafore, proverbi, parte I: I proverbi.
Norma, 2000.
59. Pergamena e Trofeo dei Lepini 2000. VII Edizione. Motivazione
conferimento a Don Goffredo Gavillucci, prevosto di Carpineto Romano, nel sessantesimo di sacerdozio. Carpineto Romano, 2000.
60. Premio Biennale Letterario Internazionale dei Monti Lepini. Cerimonia
di Premiazione. IX Edizione. Segni, 2000.
61. BROUSSARD Paolo (a cura), Convegno Aniliano A. Anile scienziato
poeta mistico nell‟anno giubilare. Pizzo Calabro, ottobre 2000. Segni,
maggio 2001.
62. CAPOROSSI Franco, Il linguaggio del tempo. Tracce poetiche dal 1955 al
2000 in omaggio al Ventennale del Centro Sociale Italiano di Rocourt
(Liegi - Belgio), 2001.
63. ANTICO Roberto (a cura), La nona crociata. Poesie di Giustino
Cacciotti. Carpineto, 2001. 64. ANTICO Roberto e BUSINARO Noris, Inno a Carpineto e Montelanico.
Montelanico, 2001.
65. Biennale d‟Arte Lepina. Catalogo 4a edizione curato da Franco
CAPOROSSI, Carpineto Romano, 2001.
66. GIROLAMI Nicola, Jo Burgo. Racconti autobiografici di un recente
passato. Montelanico, 2002.
67. PANETTI FASANI Gigina, Ad una grande madre da una piccola madre.
Vita di Anna Prosperi Buzzi. Cori, 2002.
68. BROUSSARD Paolo (a cura), Visualità näif e simbolo. Segni 2002.
51
69. Trittico Culturale Lepino. Cerimonia premiazione: Editore dell’Anno
(prima edizione), Autore dell’Anno (sesta edizione) e Trofeo dei Lepini
(ottava edizione). Carpineto Romano, 2002.
70. BELLARINI Gino, Sgurgola così m‟appari, omaggio al padre Loreto.
Sgurgola, 2002.
71. Premio Biennale Letterario Internazionale dei Monti Lepini. Cerimonia
di Premiazione X Edizione. Segni, 2002. 72. CAPOROSSI Franco, Partirono le rondini: Vite di emigranti Lepini in
Canada. Toronto, 2003 (edito da Legas a Ottawa nel 2005)
73. TAGGI Attilio, Rosselle de Fratta, poesie in dialetto ciociaro, ristampa a
cura dell’Ass. Culturale Teatrale Tempo Variabile, Comune e Pro Loco
di Sgurgola, 2003.
74. CAPOROSSI Franco, Ormai si può dimenticare?. Supino, 2004.
75. AA.VV., Rassegna di Poesia AA.VV., curata dall’Ass. Culturale
“Poesia Tra le Note” di Supino, in collaborazione con l’Ass. Artisti
Lepini. Supino, 2004.
76. CAMPAGNA Isidoro, Cuori Infranti, Autobiografia di un emigrato, Ass. Artisti Lepini e Club Carpineto Romano. Ottawa, 2004.
77. Premio TAGGI Attilio: Raccolta poesie dialettali della 3° edizione, a
cura dell’Amministrazione Comunale e Pro Loco di Sgurgola e
dell’Ass. Artisti Lepini. Sgurgola 2004.
78. GALIANO Angelo, Fatti e opinioni n. 2, Da uno spioncino, a cura
dell’Ass. Sacriporto di Colleferro e dall’Ass. Artisti Lepini. Colleferro,
2004
79. CIASCHI Antonio, Il sogno di Marco Aurelio (con la benedizione di S.
Domenico), racconto illustrato da F. Sassoli. Gorga, 2004.
80. CAPOROSSI Franco, Racconti d‟estate. Associazione Artisti Lepini.
Fano, 2004. 81. Premio Biennale Letterario Internazionale dei Monti Lepini, cerimonia
di Premiazione. XI Edizione. Segni 2004.
82. AA. VV., Terza Rassegna di Poesia Autori Vari, curata
dall’Associazione Culturale Poesia tra le Note di Supino, in
collaborazione con l’Associazione Artisti Lepini. Supino, 2005.
83. CAMPAGNA Italo, Il dialetto di Leone XIII – Vocabolario Carpinetano,
Istituto Culturale Leone XIII, Carpineto Romano, 2006.
84. DE PORZI Silvano, Un sogno divenuto realtà, con flash di cronaca dalla
competizione da Spagna ‟82 di Franco Caporossi. Associazione Artisti
Lepini. Segni, 2006.
52
85. ONORATI Giuseppe, La parlata normiciana. Parte II: La grammatica,
corredata da 5 Appendici per familiarizzare meglio con il dialetto.
Norma, 2006.
86. AA. VV., Quarta Rassegna di Poesia Autori Vari, curata
dall’Associazione Culturale Poesia tra le Note di Supino, in
collaborazione con l’Associazione Artisti Lepini. Supino, 2006.
87. TUMMOLO Silvano, Segni del tempo. Segni 2006.
88. FIORE Giampaolo, Vita, questo eterno cammino… - poesie. Montelanico, 2006.
89. USPI Dora, I miei versi – poesie. Roccagorga, 2006.
90. Premio Biennale Letterario Internazionale dei Monti Lepini, cerimonia
di Premiazione. XII Edizione. Segni 2006.
91. AA.VV, Quinta rassegna di poesia Autori Vari, curata
dall’Associazione Culturale Poesia tra le Note di Supino, in
collaborazione con l’Associazione Artisti Lepini. Supino, 2007
92. CAPOROSSI Franco, Il resto di me, 17 volumi contenenti documenti di
iniziative – manifestazioni – articoli – recensioni - corrispondenze-
riconoscimenti, dal 1970 al 2006. Fregene, 2007.
93. CAMAGLIA Elpidio, Segni nei ricordi, altri ricordi. Segni 2007 94. CAPOROSSI Franco, Per l‟Italia (Carme lirico del 1952). Colleferro,
2007.
95. CAPOROSSI Franco, Prove d‟autore: poesie in cerca del dialetto
(vignette e lamentazioni). Carpineto Romano, 2007.
96. DE MEI Fernando, Latina nel dramma della Bella Ninfa, poema edito a
cura dell’Associazione l’Alba di Norma. Norma, 2007.
97. CASTRUCCI Anello, La famiglia Gabriele: riflessioni di ieri e di oggi di
un italo-canadese. Ottawa, 2008.
98. AA.VV., Sesta Rassegna Autori Vari, curata dall’Associazione Culturale
Poesia tra le Note di Supino, in collaborazione con l’Associazione
Artisti Lepini. Supino, 2008. 99. CAPOROSSI Franco, Le parole che restano, articoli pubblicati in
periodici e riviste culturali dal 1956 al 2007. Colleferro, 2008.
100. USPI Dora, I miei versi – seconda raccolta. Roccagorga, 2008.
101. CAPOROSSI Franco, Tibesti, poesie dalla Libia (1994-1996). Roma,
2008.
102. FERRANDO Francesco, Je me recordo, poema in dialetto giulianese edito
dall’Associazione Onlus Oasi Lago Giulianello, in collaborazione con
l’Associazione Artisti Lepini – Libera Accademia di Roma e del Lazio.
Giulianello di Cori, 2008.
103. DE SANTIS Franco, Ancora non è sera, poesie. Hamilton, 2008.
53
104. ONORATI Giuseppe, (a cura di), Annibale Gabriele Saggi, poesie
normesi. Pubblicazione realizzata dalla Domusculta di Norma, in
collaborazione con l’Associazione Artisti Lepini – Libera Accademia
di Roma e del Lazio. Norma, 2008.
105. LIBERATI Romualdo, Cathy Taylor, mia madre americana. Racconto.
Giulianello di Cori, 2008.
106. LIBERATI Romualdo, Pianeta Agape (Amore). Racconto. Giulianello di
Cori, 2008.
107. LIBERATI Romualdo, A Manaus per amore. Racconto. Giulianello di
Cori, 2008. 108. CAPOROSSI Franco, Piccola tenera Madre. Silloge, Segni, 2008.
109. Premio Biennale Letterario Internazionale dei Monti Lepini, cerimonia
di Premiazione. XIII Edizione. Segni 2008.
110. CAPOROSSI Franco, Mezzo secolo insieme. Silloge. Fregene, 2009.
111. CAPOROSSI Franco, Il resto di me. Volume unico contenente documenti
di iniziative – manifestazioni – articoli – recensioni - corrispondenze-
riconoscimenti. Anno 2008. Fregene, 2009.
112. AA. VV., Settima Rassegna Autori Vari, curata dall’Associazione
culturale Poesia tra le Note di Supino, in collaborazione con
l’Associazione Artisti Lepini. Supino, 2009.
113. FIORE Giampaolo, Le radici dell‟immenso. Poesie. Montelanico, 2009. 114. CAPOROSSI Franco, Frammenti, racconti sotto tanti cieli. Roma, 2009.
115. CAPOROSSI Franco, Il resto di me. Diciannovesimo volume unico
contenente documenti di iniziative – manifestazioni – articoli –
recensioni – corrispondenze - riconoscimenti. Anno 2009. Fregene,
2010.
116. BIANCONE Stefano, Chiacchiàre i castégni. Silloge. Segni, 2010.
117. Premio Biennale Letterario Internazionale dei Monti Lepini, cerimonia
di Premiazione. XIV Edizione. Segni 2010.
L‟Associazione Artisti dei Lepini non è una casa editrice, si mette
soltanto a disposizione di ricercatori e storici lepini offrendo gratuitamente la sua assistenza sia nella valutazione dei lavori che nella fase di stampa e di
presentazione.
L‟Associazione non si occupa di vendita.
54
COLLANA
DOCUMENTI DI STORIA LEPINA
La collana Documenti di Storia Lepina, diretta da Italo Campagna e
Franco Capirossi, è istituita dalla Associazione Artisti Lepini per valorizzare i
contributi di studiosi lepini, stimolandoli ad accrescere il loro impegno
letterario e di ricerca alla riscoperta delle millenarie vicende che hanno
generato la crescita della nostra Gente.
Sono presi in considerazione lavori di studiosi non lepini se del loro
contenuto fa oggetto la storia del territorio delle Comunità montane dei Monti Lepini.
Della Collana sono editi pro-manoscritto e con distribuzione gratuita le seguenti
pubblicazioni:
1. CAMPAGNA Italo, Chiesa di San Leone Magno in Carpineto, i suoi beni
ed i suoi parrocchiani nell‟Ottocento. Colleferro, 1982.
2. CAMPAGNA Italo, Il registro carpinetano delle relazioni contro i
contumaci (1811-1841). Teccchiena, 1982.
3. CAMPAGNA Italo, Una ricerca documentaria: i Caporossi di Carpineto
dal XVI al XX secolo. Roma, 1985.
4. CAMPAGNA Italo, Il convento di Sant‟Agostino in Carpineto. Roma,
1984. 5. CAMPAGNA Italo, Il santuario rurale della SS. Annunziata in Carpineto.
Roma, 1988.
6. CAMPAGNA Italo, Carpineto dal Rinascimento al Risorgimento. Roma,
1988.
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11. RONZOLANI Iginio, Vocabolario del dialetto di Montelanico. In Appendice: proverbi, modi di dire, filastrocche, indovinelli. Roma,
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12. CAPOROSSI Franco (a cura di), Monografia. Manifestazioni e discorsi
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Romano, 1992.
13. ROBERTI Luigi, San Michele Arcangelo, Protettore e Patrono di
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14. ROBERTI Luigi (a cura di ), Atti processuali per l‟uxoricidio della
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15. SCHIETROMA Fausto, 30 anni, un dialogo con il mio popolo. Supino,
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18. ROBERTI Luigi, Maria Soccorso Nostro. Nel 50° dell‟incoronazione. Montelanico, 1996.
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22. NAVARRA Bruno, Storia di Segni II. Segni, 1998
23. CAPPUCCI Ettore Mario, L‟anima storica, religiosa e civile della “perla
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austriaca 1915-1916. Ricordi. Ristampa a cura di Italo Campagna,
Consorzio Biblioteche Comunali dei Monti Lepini; Carpineto Romano,
1999.
25. GORI Tito, Il mio paese. Cenni storici di Sgurgola con brevi note sulla
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27. NAVARRA Bruno, I vescovi di Segni. Segni, 2000.
28. CAPOROSSI Franco, Leone XIII e l‟Europa. Appunti di Storia Leonina.
Carpineto Romano, 2001. 29. ROBERTI Luigi, Evviva Montelanico redento! Dal potere feudale alla
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30. MAZZOCCHI Epifanio, Statuti agrari della terra di Gorga. Gorga, 2002.
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raccolte nei luoghi della sua venerazione. Cori, 2004.
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39. CAPOROSSI Franco, I nomi della memoria, enciclopedia di personaggi
lepini - Parte I: Provincia di Roma. Segni, 2005. 2° ed agg. 2006.
40. CAPOROSSI Franco, Le radici cristiane negli scrigni della cultura
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43. MORONI Francesco, Cori, sant‟Oliva, gli Agostiniani e il Coriolano.
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46. CAPOROSSI Franco, Il grido di dolore di Pietro Stermini e di altri
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guerra mondiale – militari e civili. Roccagorga, 2007.
48. CAPOROSSI Franco e CAMAGLIA Elpidio, Un vescovo di Segni in un
intrigo internazionale. Segni, 2008.
49. VALENZI Valeriano, La chiesa di Santa Lucia prima della sua
distruzione provocata dal bombardamento del 7 marzo 1944. Segni, 2008.
50. ROBERTI Luigi, Luigi Petriconi, un patriota di Montelanico per
l‟indipendenza del Perù. Montelanico, 2008.
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52. CAPOROSSI Franco, Saudade. Roma, 2009.
53. MORONI Francesco, Nel museo della memoria, Cori … com‟era. Cori,
2009.
54. VALENZI Valeriano, La sofferta ricostruzione della chiesa di Santa
Lucia. Segni, 2009.
57
55. MORONI Francesco, Compendio della vita, delle opere e della santità di
Fra‟ Tommaso da Cori tratto dalle pubblicazioni dei suoi biografi.
Cori, 2010.
56. CAPOROSSI Franco, I figli del Cielo, contributo all‟impegno sociale
della Chiesa nel secolo di Leone XIII. Carpineto Romano, 2010.
57. CAPOROSSI Franco, L‟audacia che anticipò il futuro, in occasione della
visita apostolica di Papa Benedetto XVI a Carpineto Romano nel
Bicentenario della nascita di Leone XIII. Appunti di Storia Leoniana n.
6. Carpineto Romano, 2010.
58. VALENZI Valeriano, Mons. Lorenzo Valenzi e la cappella di San Giovanni nella chiesa di Santa Maria Assunta a Segni. Segni 2010.
L‟Associazione Artisti Lepini non è una casa editrice, si mette soltanto a
disposizione dei ricercatori e storici lepini offrendo gratuitamente la sua
assistenza sia nella valutazione dei lavori che nella fase di stampa e di
presentazione. L‟Associazione non si occupa di vendita.
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VALENZI Valeriano è nato a Segni il 12.07.1927.
Diplomato nel 1949 nell’istituto magistrale G. Carducci
di Roma e successivamente, nel 1950, presso il liceo
artistico di Roma. Dopo aver insegnato per un anno
educazione artistica, frequentando contemporaneamente
la facoltà di Architettura, nel 1952 è stato assunto dalla
società B.P.D. di Colleferro dove ha svolto la sua attività
per trent’anni come funzionario.
Presidente diocesano dell’Azione Cattolica e del C.T.G.
e presidente della Pro-Loco di Segni dal 1956 al 1960. Ha
iniziato la raccolta di numerosi reperti archeologici per un
futuro museo: tra i tanti di epoca etrusca e romana si
ricorda una metope di tempio classico (vedi foto data al
Museo di Segni per le opportune ricerche). Ha
partecipato a numerose manifestazioni socio - culturali
riscuotendo per la sua sintesi artistica e per la spiccata
sensibilità del colore, lusinghieri successi sia nel campo
pittorico che scultoreo, aggiudicandosi numerosi primi
premi. Le sue opere figurano in numerose collezioni
pubbliche e private. Ha collaborato con articoli a riviste e
60
giornali (Auditorium, Terra nostra, Sponda, Ecclesia) e
libri di testo. I suoi saggi figurano nei numeri 49 e 54
della collana “Documenti di storia lepina”. Lasciata
l’attività professionale nel 1982, ha intensificato la sua
attività artistica e si è dedicato, presso l’Archivio Storico
Innocenzo III di Segni, alla ricerca della storia dei suoi
antenati.
Alcune opere letterarie sono consultabili sul sito
www.comune.segni.rm.it e nelle biblioteche: Apostolica
Vaticana, Vallicelliana, Archivio Storico Innocenzo III di
Segni, di Montecassino, del Comune di Segni e dei paesi
limitrofi.
Recentemente è stato premiato in occasione della XIV
edizione del Premio Biennale Letterario Internazionale
dei Monti Lepini