COMUNITÀ piano sociale ALTO GARDA E LEDRO 2011-2013 · il Servizio Statistica della PAT e...

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COMUNE DI ARCO COMUNE DI DRO COMUNE DI DRENA COMUNE DI LEDRO COMUNE DI NAGO-TORBOLE COMUNE DI RIVA DEL GARDA COMUNE DI TENNO COMUNITÀ ALTO GARDA E LEDRO 2011-2013 piano sociale

Transcript of COMUNITÀ piano sociale ALTO GARDA E LEDRO 2011-2013 · il Servizio Statistica della PAT e...

COMUNE DI ARCO

COMUNE DI DRO

COMUNE DI DRENA

COMUNE DI LEDRO

COMUNE DI NAGO-TORBOLE

COMUNE DI RIVA DEL GARDA

COMUNE DI TENNO

COMUNITÀ ALTO GARDA E LEDRO 2011-2013

piano sociale

C O M U N I TÀ A LTO G A R D A E L E D R O2

Prefazione - Presidente 3

Introduzione 4

Cos’è il Piano Sociale di Comunità 5

Com’è stato costruito il Piano 6

La comunità 9

Il quadro d’insieme 16

AREA MINORI E FAMIGLIE 19

AREA ADULTI 22

AREA ANZIANI 25

AREA DIVERSE ABILITÀ 29

Elenco degli enti coinvolti 32

+ INSERTO STACCABILE INFO E NUMERI UTILI

INDICE

STAMPA: GRAFICA5, ARCO 6 MARZO 2012

C O M U N I TÀ A LTO G A R D A E L E D R O3

Il Piano Sociale della Comunità Alto Garda e Ledro è stato formulato attraverso una metodo-logia partecipativa che ha visto coinvolti sia la maggior parte dei soggetti pubblici e privati che operano nella nostra Comunità nei vari settori strategici, sia il Servizio Sociale dell’Ente, in un processo di condivisione e di confronto, finalizzato a “leggere il territorio” nelle sue neces-sità specifiche a livello sociale e ad individuare proposte di soluzione ai vari bisogni flessibili, coerenti ed integrabili con quanto già attivo.È proprio in un momento storico oltremodo complesso e critico caratterizzato da non facili sfide che diventa imprescindibile l’adozione di strumenti condivisi, che permettano di orien-tare le decisioni verso un uso oculato ed attento delle risorse al fine di confermare in campo socio assistenziale, e non solo, l’alto livello di servizi e, conseguentemente, di risposte alla cittadinanza.In virtù di ciò, la Comunità, sulla scorta del mandato istituzionale che ne caratterizza e qua-lifica l’agire, quale Ente che in forma sussidiaria dev’essere al servizio della cittadinanza in-tercettandone i bisogni e le istanze, in un’armonica sinergia con le realtà comunali, intende adottare lo strumento della pianificazione partecipata quale metodologia elettiva rispetto a tutti gli ambiti di pianificazione e di programmazione che la vedono coinvolta. Il Piano Sociale di Comunità concorrerà alla formulazione dello strumento programmatorio provinciale che si concretizzerà nella stesura del Piano Sociale Provinciale.

IL PRESIDENTE DELLA COMUNITÀ ALTO GARDA E LEDRO

Salvador Valandro

PREFAZIONE

LA COMUNITÀ NASCE…LA COMUNITÀ LAVORA…

C O M U N I TÀ A LTO G A R D A E L E D R O4

Questa pubblicazione presenta in forma sintetica il primo documento di programmazione

della Comunità: IL PIANO SOCIALE DI COMUNITÀ 2011-13.

Il Piano è l’esito del lavoro di pianificazione partecipata che ha impegnato la Comunità Alto Gar-

da e Ledro, il Servizio Sociale dell’Ente, i Comuni, la Sanità nelle sue varie Unità Operative, l’Agen-

zia del Lavoro, le A.P.S.P., le scuole, la Cassa Rurale Alto Garda, i sindacati, le cooperative sociali, le

organizzazioni di volontariato, le comunità di stranieri ed altri soggetti del privato sociale.

Riguardante i 48.409 cittadini residenti nei sette Comuni della Comunità, il Piano Sociale è

strutturato in funzione dei seguenti obiettivi:

1| costruire un osservatorio in costante aggiornamento sulla situazione socio-demografica

ed economico-occupazionale locale;

2| riorganizzare il Servizio Sociale dell’Ente sulla base dei bisogni emergenti dei cittadini rimo-

dulandone l’assetto;

3| individuare delle linee guida per l’adeguamento dei servizi sociali esistenti, nel rispetto

dei livelli essenziali di assistenza, ai bisogni presenti e alle principali necessità cui si dovrà

rispondere nei prossimi decenni;

4| programmare azioni ad ampio raggio rivolte a tutta la popolazione allo scopo di promuo-

vere il benessere e la coesione di tutto il tessuto sociale;

5| porre le basi per una governance allargata, composta dai vari attori territoriali operanti a

vario titolo nel sociale, che sia in grado di “leggere” le necessità del territorio, individuare le

prossime sfide e, mettendo insieme le energie, farsi parte attiva, sia in senso programmato-

rio sia operativo, delle future Politiche Sociali della Comunità.

INTRODUZIONE

IL PIANO È CONSULTABILE E SCARICABILE DAL SITO www.altogardaeledro.tn.it

C O M U N I TÀ A LTO G A R D A E L E D R O5

La legge provinciale n. 13/2007 “Politiche sociali in Provincia di Trento” è la struttura portante

per le politiche sociali e dà molto risalto agli strumenti che possono aiutare a leggere i bisogni

sociali e a programmare adeguate forme di risposta.

Il Piano Sociale di Comunità è lo strumento principale per la programmazione locale, e con-

corre alla formazione del Piano Sociale Provinciale individuando:

- i bisogni riscontrati e le risorse del territorio;

- l’analisi dello stato dei servizi e degli interventi esistenti;

- gli obiettivi fondamentali e le priorità di intervento;

- gli interventi da erogare comprese le prestazioni aggiuntive rispetto a quelle essenziali

specificate nel piano sociale provinciale;

- forme e strumenti comunicativi per una conoscenza dei servizi disponibili e delle oppor-

tunità di partecipazione dei cittadini al sistema delle politiche sociali;

- le modalità di adozione degli accordi di collaborazione di competenza della Comunità.

La Legge provinciale di riforma istituzionale n. 03/2006 “Norme in materia di governo dell’au-

tonomia del Trentino” contiene i principi base dal quale nasce l’Ente Comunità.

Si è cominciato a lavorare per costruire il Piano a partire dal 18 marzo 2011 attraverso il docu-

mento dell’Assemblea della Comunità che ha dato avvio ai lavori .

La pianificazione dei servizi sociali dovrà essere collegata alla programmazione dei ser-vizi sanitari ed educativi, e alle politiche urbanistiche, abitative e del lavoro.

COS’È IL PIANO SOCIALE DI COMUNITÀ

C O M U N I TÀ A LTO G A R D A E L E D R O6

COME È STATO COSTRUITO IL PIANO

1. ANALISI DEI DATI DI CONTESTO

Come per costruire una casa si inizia analizzando il luogo in cui si intende edificare, allo stesso modo - per realizzare un piano di servizi in favore dei cittadini - è necessario acquisire e ana-lizzare molte informazioni. Di primaria importanza sono le informazioni sulla popolazione, sulla società e sull’economia loca-le, anche perché ci aiuteranno a prevedere come sarà la nostra comunità fra 10-20 anni. È stato fondamentale l’apporto dato dalle Anagrafi Comunali, dalle Agenzie educative, dai servizi APSS, e dal Servizio Politiche Sociali ed Abitative PAT, oltre che dalle fonti statistiche ufficiali quali il Servizio Statistica della PAT e l’Osservatorio del Mercato del Lavoro dell’Agenzia del Lavoro.

2. COINVOLGIMENTO DEGLI ATTORI CHE SI OCCUPANO DEL “MONDO DEL SOCIALE”

Per comprendere i bisogni sociali che il territorio esprime sono stati coinvolti, oltre ai tecnici del servizio sociale della Comunità, anche tutti gli attori che si occupano dei disagi dei cittadini. Il lavoro di confronto è avvenuto attraverso la partecipazione a molti incontri a tema che han-no permesso di costruire una proposta organica rispetto ai bisogni della comunità.Gli incontri sono stati n. 37, hanno impegnato un totale di circa 80 ore di discussione e con-fronto, e hanno coinvolto una cinquantina di Enti e quasi un centinaio di persone. Il lavoro dei Tavoli sociali, suddiviso per le quattro aree:- minori e famiglie; - adulti a rischio emarginazione; - anziani e non autosufficienza;- diverse abilità.

C O M U N I TÀ A LTO G A R D A E L E D R O7

è stato sintetizzato in forma di obiettivi e misure d’intervento volte a dare risposte ai bisogni e alle problematiche, presenti e prossime future, che caratterizzano e caratterizzeranno la vita delle persone nella Comunità Alto Garda e Ledro.

TAVOLO TERRITORIALEN. PARTECIPANTI: 21

N. INCONTRI: 8

INCONTRO SU INTERCULTURALITÀN. ENTI PARTECIPANTI: 15

N. INCONTRI: 1

TAVOLO TEMATICO DIVERSE ABILITÀN. PARTECIPANTI: 22

N. INCONTRI: 7

TAVOLO TEMATICO MINORI E FAMIGLIE

N. PARTECIPANTI: 24N. INCONTRI: 7

TAVOLO TEMATICO ANZIANI E NON

AUTOSUFFICIENZAN. PARTECIPANTI: 24

N. INCONTRI: 7

TAVOLO TEMATICO ADULTI A RISCHIO EMARGINAZIONEN. PARTECIPANTI: 24

N. INCONTRI: 8

C O M U N I TÀ A LTO G A R D A E L E D R O8

CHI DOVRÀ RENDERE OPERATIVO IL PIANO?

LA REGIA La Comunità Alto Garda e Ledro ha per mandato la regia, in coerenza con la programmazio-ne provinciale, rispetto alle scelte in campo sociale locale e di conseguenza anche in merito alla realizzazione degli interventi ritenuti necessari e utili per il benessere dei cittadini.

I SERVIZI SOCIALI

I SERVIZI IN INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA

I Servizi Sociali dovranno tradurre gli obiettivi individuati dagli organismi politici della co-munità (Presidente - Giunta - Conferenza Sindaci e Assemblea della Comunità) in servizi per i cittadini. Di conseguenza anche il Servizio Sociale dovrà mutare la sua organizzazione affinché il cittadino che ne fa richiesta, in modo semplice, veloce e sicuro, possa ottenere una risposta alla propria situazione di bisogno, anche in forma integrata con altri servizi.La semplificazione di tutti gli aspetti burocratici - benché necessari - è uno dei risultati che il Servizio dovrà prioritariamente raggiungere. Lo Sportello per il Cittadino con il Segretariato Sociale - che sarà attivo a breve - avrà proprio la funzione di avvicinare il servizio sociale alle esigenze anche solamente informative delle persone che abitano nella Comunità.

Oltremodo importante è l’approccio integrato tra servizi sociali e servizi sanitari per la valu-tazione e la presa in carico delle persone che hanno compresenti bisogni sociali e sanitari attraverso i Punti Unici di Accesso (P.U.A.) e le Unità di Valutazione Multidimensionale (U.V.M.). Questo per facilitare risposte unitarie a problemi complessi e fornire al cittadino utente la possibilità di aver garantiti una serie di servizi e di sostegni senza frammentarietà.

C O M U N I TÀ A LTO G A R D A E L E D R O9

LA COMUNITÀ

Una delle Comunità più popolate e attrattive

Densità della popolazione nella provincia di Trento

Nella Comunità Alto Garda e Ledro risiedono 48.409 persone. È una delle zone maggiormente popolate del Trentino con una densità demografica pari a 133 abitanti per chilometro quadrato (vedi figura).L’attuale tasso di crescita della popolazione della Comunità Alto Garda e Ledro è superiore a quello della provincia di Trento.

< 33.78

54.21 - 109.51

33.78 - 54.21

> 109.51

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La popolazione, al pari di quella italiana, e come evidenziato dalla forma della cd. piramide delle età, sta invecchiando.Le cause di ciò sono l’aumento dell’aspettativa di vita e l’avvicinarsi alla terza età dei nati du-rante il baby boom avvenuto negli anni ’60 e ’70 (la parte più larga della piramide). Sembra tuttavia che la base della piramide stia ricominciando ad allargarsi, giacché nell’ulti-mo decennio si è registrato un aumento del numero assoluto delle nascite.Va altresì rilevato che per quanto riguarda la popolazione superiore a 74 anni, la componente femminile è nettamente superiore rispetto a quella maschile costituendo il 63% del totale.

La piramide delle età

95 e oltre

0-4

10-14

30-34

50-54

75-7970-74

20-24

40-44

60-64

85-89

5-9

15-19

35-39

55-59

80-84

25-29

45-49

65-69

90-95

2.500 1.500 1.000500 2.0002.000 5001.000 1.5000 2.500

maschi femmine

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La distribuzione della popolazione nelle varie fasce d’età ricalca in modo abbastanza fedele l’andamento provinciale.

FASCIA D’ETÀ VALORE ASSOLUTO

0-17 8.866

18-64 30.124

65 e oltre 9.419

Totale 48.409

FASCIA D’ETÀ VALORE ASSOLUTO

0-17 1.021

18-64 3.551

65 e oltre 217

Totale 4.789

Fonte: Servizio Statistica PAT

Fonte: Servizio Statistica PAT

Tab. 1 Popolazione suddivisa per fasce d’età in data 31.12.2010

Tab. 2Popolazione straniera suddivisa per fasce d’età in data 31.12.2010

0-17 ANNI 18,3%

0-17 ANNI 21,3%

65 ANNI E OLTRE 19,5%

65 ANNI E OLTRE 4,5%

18-64 ANNI 62,2%

18-64 ANNI 74,1%

I RESIDENTI STRANIERI

La popolazione straniera con n. 4.789 individui residenti costituisce il 9,9% della popola-zione totale (9,2% dato provinciale). I più provengono dall’Europea Centro-Orientale (1.802 persone), dall’Unione Europea (1.357 persone) e dal Maghreb (765 persone). Da notare che ben il 21,3% del totale degli stranieri - ovvero 1.021 individui - sono minori.

C O M U N I TÀ A LTO G A R D A E L E D R O12

7.483

5.245

31.291

11.102

2.648

7.437

5.185

29.715

9.075

2.095

7.431

4.606

26.953

7.993

1.426

Poiché la programmazione dev’essere efficace rispetto ai bisogni attuali ma anche lungi-mirante rispetto alle problematiche future, è necessario accostare ai dati sulla situazione presente le proiezioni sull’evoluzione della popolazione nei prossimi decenni.Nel 2020 e nel 2030 si prevede un aumento costante della popolazione anziana, la quale se oggi rappresenta il 19,5% della popolazione totale, nel 2020 costituirà il 20,9% e nel 2030 il 23,8%. In particolare, si prevede che il numero delle persone con più di 84 anni passerà dai 1.426 individui attuali ai 2.648 nel 2030 con un aumento di quasi il 90%.

Fonte: nostra elaborazioni su dati Servizio Statistica PAT

Proiezione della struttura della

popolazione nel 2020 e 2030

2010

0.000

10.000

30.000

50.000

20.000

40.000

60.000

2020 2030

85 anni e oltre

25-64 anni

65-84 anni

15-24 anni

0-14 anni

-10%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

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Arco e Riva del Garda costituiscono i centri di maggior dimensione con una popolazione tra i 16 e i 17 mila abitanti e con densità demografica di tipo urbano (variabile a seconda delle zone/quartieri). È tuttavia in rapida crescita la popolazione dei Comuni tra i 2.000 ed i 5.000 abitanti, come Dro, Nago-Torbole e Tenno.

Incremento % della popolazione per comune con 1981 come anno base

Comune di Arco

Comune di Drena

Comune di Dro

Comune di Ledro

Comune di Nago-Torbole

Comune di Riva del Garda

Comune di Tenno

I COMUNI DELLA COMUNITÀ

1981 1991 2001 2010

-10%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

La popolazione della Valle di Ledro, ora Comune di Ledro, rispecchia i caratteri tipici delle comunità montane, composte da pochi centri con 1.000-2.000 abitanti (Molina di Ledro e Tiarno di Sopra), da alcune grosse frazioni con 500-1.000 abitanti (Bezzecca, Concei, Pieve di Ledro, Tiarno di Sotto) più altre frazioni di dimensioni molto contenute. Anche Tenno e Drena hanno caratteristiche simili alla Valle di Ledro pur evidenziando un maggiore tasso di crescita.

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La popolazione residente straniera è distribuita in maniera non omogenea nel territorio: costituisce il 12,6% del totale della popolazione residente a Nago-Torbole e l’11,1 a Riva del Garda, mentre a Drena e Ledro non supera l’ 8% .

Tab. 3 Struttura della

popolazione per comune al

31.12.2010

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

ARCO

DRENA

DRO

LEDRO

NAGO-TORBOLE

RIVA DEL GARDA

TENNO

Minori

Minori

Minori

Minori

Minori

Minori

Minori

Adulti

Adulti

Adulti

Adulti

Adulti

Adulti

Adulti

Anziani

Anziani

Anziani

Anziani

Anziani

Anziani

Anziani

Fonte: Servizio Statistica PAT

I Comuni che in percentuale hanno più bambini sono Dro e Ledro, mentre il Comune che in percentuale ha più anziani è Riva del Garda seguito da Ledro. I Comuni con la maggior percentuale di popolazione adulta sono Drena, Tenno e Dro.Pare importante evidenziare che, eccetto Dro e Drena, in cui ad ogni bambino corrisponde più o meno un anziano, in generale nella Comunità Alto Garda e Ledro il numero degli an-

C O M U N I TÀ A LTO G A R D A E L E D R O15

ziani supera del 20% quello dei bambini (addirittura del 30% nel Comune di Riva del Garda - vedi Indice di vecchiaia).

Tab. 4 Indici di vecchiaia, di carico sociale e di ricambio per comune al 31.12.2010

INDICE DI

CARICO SOCIALE

INDICE DI RICAMBIO

INDICE DI VECCHIAIA

ARCO 51,9 106,1 124,1

DRENA 46,8 134,6 107,0

DRO 47,9 111,5 93,0

LEDRO 57,8 104,9 124,5

NAGO-TORBOLE 50,9 144,4 124,8

RIVA DEL GARDA 56,7 131,9 143,1

TENNO 46,6 152,3 117,2

COMUNITÀ 53,4 118,6 126,8

PROVINCIA DI TRENTO 53,0 123,5 125,8

INDICE DI CARICO SOCIALE: è il rapporto tra gli over 65enni e i minori di 14 anni rispetto alle persone che si ritiene debbano sostenerle, cioè gli individui tra i 15 ed i 64 anni d’età.INDICE DI RICAMBIO: è il rapporto tra gli individui tra i 60 e i 64 anni di età e gli individui tra i 15 e i 19 anni di età.INDICE DI VECCHIAIA: è il rapporto tra la popolazione di età superiore ai 64 anni e la po-polazione di età minore di 14 anni.

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Nella Comunità vi sono 20.910 famiglie composte in media da 2,3 membri. Si osserva un generale assottigliamento ed indebolimento delle reti famigliari - aumentano le famiglie con un solo genitore e diminuiscono le famiglie numerose -, si verificano sempre più casi di famiglie multicomposte ed in generale si osserva il sorgere di modelli di famiglia diversi rispetto a quello tradizionale.Proprio in tale situazione si evidenzia e si evidenzierà un sensibile aumento dell’impegno di cura-accudimento, rispetto ai membri più deboli del nucleo famigliare (minori e anziani) che inevitabilmente graverà sempre più sulle generazioni adulte.È importante rilevare che la crisi economica ha aumentato le difficoltà di numerose famiglie, soprattutto quelle monoreddito: non pochi lavoratori con famiglia a carico hanno perso il posto di lavoro e gli ammortizzatori sociali non sempre sono sufficienti.Le difficoltà quotidiane derivanti dalla precarietà economica rendono in taluni casi più gravi e difficili da superare problemi che fino al giorno prima le famiglie riuscivano a gestire.Nel contempo aumentano le fragilità nei minori sia a livello scolastico sia a livello relazionale e sociale, talvolta anche legate a rapporti conflittuali con i genitori. Tra le principali criticità si rilevano l’abuso di sostanze che causano dipendenza, i disturbi alimentari, l’abbandono scolastico precoce e le condotte antisociali. È necessario agire su più fronti attivando, in particolare in sinergia con le scuole e le altre agenzie educative, tutti gli strumenti disponibili per sostenere le famiglie, supportare la genitorialità, prevenire il disagio minorile, promuovere il protagonismo giovanile.

MINORI E FAMIGLIE

IL QUADRO D’INSIEME

C O M U N I TÀ A LTO G A R D A E L E D R O17

ADULTI

ANZIANI

Molti adulti si trovano a dover far fronte a problematiche, spesso compresenti, di tipo econo-mico, abitativo, lavorativo, famigliare, sociale e sanitario.Soprattutto nelle persone maggiormente sotto pressione, ciò provoca un generale indebo-limento delle risorse personali, una maggiore difficoltà a far fronte ai problemi legati alla quotidianità, una moltiplicazione di nuove fragilità che se trascurate si acutizzano.Ciò accade in un contesto in cui si stanno riducendo e ridimensionando (soprattutto nei con-testi urbani) le reti sociali di supporto che costituiscono le risorse primarie per evitare che una debolezza “normale” porti ad una situazione a rischio fino ad evolvere in disagio cronico.Rispetto al disagio delle persone adulte è utile promuovere forme di presa in carico e di aiuto che abbiano un approccio integrato tra servizi, cioè che coinvolgano più ambiti della sfera di vita di una persona.

Si registra un notevole incremento della popolazione anziana, soprattutto quella superiore agli 80 anni tendente alla non autosufficienza. A tale situazione si accompagna la richiesta sempre più frequente di interventi socio-sanitari differenziati, complessi e costosi.Poiché tale incremento sarà progressivo per i prossimi 20-30 anni, è necessario attuare una programmazione dei servizi lungimirante che vada ad investire in modo equilibra-to su prevenzione, assistenza domiciliare e residenzialità.

C O M U N I TÀ A LTO G A R D A E L E D R O18

La disabilità può riguardare tutte le fasce di età e questo rende opportuna una organizzazio-ne dei servizi, che dovranno operare in maniera sempre più integrata per supportare l’intero ciclo di vita del disabile. È quindi necessario favorire e facilitare per tutte le fasce di età il raccordo tra i vari ser-vizi (sanitario, sociale, agenzie educative…) incaricati di supportare la crescita e l’auto-nomia personale. Particolare attenzione dovrà essere data al tema del “dopo di noi”, accompagnando e so-stenendo il passaggio di persone con grave disabilità dalla famiglia “anziana” a strutture residenziali adatte ai loro bisogni.

DIVERSAMENTE ABILI

1986 1990 1994 1998 2002 2006 2010 2020 2030

0

5

10

15

20

25

Andamento storico della % di popolazione

anziana residente con proiezione al

2020 e 2030

65-84 anni

85 anni e oltre

A R E A M I N O R I E FA M I G L I E19

L A S C H E D A

AREA MINORI E FAMIGLIEFOTOGRAFIA SI PROPONE DI

CRISI ECONOMICA

La crisi economica ha messo in difficoltà numerose famiglie so-prattutto quelle monoreddito: non pochi lavoratori con famiglia a carico hanno perso il posto di lavoro e gli ammortizzatori sociali non sempre sono sufficienti. La ristrettezza economica solleva pro-blematiche oggettive come il pagamento dell'affitto e l'acquisto di beni di prima necessità, e scatena eventuali fragilità e debolezze latenti. L’assottigliamento e l’indebolimento delle reti famigliari fa aumentare l’impegno di cura degli adulti rispetto ai membri più deboli del nucleo famigliare (minori e anziani).

- Potenziare l’informazione sui sostegni al reddito; - Supportare le reti informali di solidarietà.

DIFFICOLTÀ CRESCENTI NEI COMPITI GENITORIALI

Emergono crescenti difficoltà nei compiti genitoriali e nel dialo-go con i figli, situazioni che alcune famiglie faticano ad affrontare anche per la compresenza di disagi di diversa natura (relazionali di coppia, abitativi, economici, occupazionali, conciliazione tempi lavoro-tempi famiglia).

- Potenziare i progetti che supportano la conciliazione famiglia-lavoro garantendo una maggiore flessibilità; - Potenziare i progetti estivi per i minori;- Sostenere il benessere famigliare e la genitorialità, attraverso proposte in collaborazione con altre istitutzioni (comuni - scuole ecc).

A R E A M I N O R I E FA M I G L I E20

L A S C H E D A

DISAGIO MINORILE

Nel contempo si evidenziano fragilità nei minori sia a livello sco-lastico sia a livello relazionale e sociale. Tra le principali criticità si rilevano l’abuso di sostanze che causano dipendenza, i disturbi ali-mentari, le condotte antisociali e l'abbandono scolastico precoce.Sono in crescita le richieste di inserimento di minori dai 15 ai 17 anni con problematiche complesse.

- Sviluppare progetti di prevenzione e sostegno delle difficoltà scolastiche, relazionali e sociali dei minori e di supporto alla genitorialità; - Diversificare l’offerta di risorse semiresidenziali e residenziali per minori, sulla base delle principali criticità emergenti;- Sostenere forme di accoglienza, affido e vicinato in favore del minore e della famiglia.

GIOVANI E AUTONOMIA

Tra i giovani la situazione di crisi attuale è spesso percepita non solo a livello economico ed occupazionale, ma anche culturale e valoriale. Sembrano essere attenuati quei punti di riferimento fon-damentali e quelle garanzie grazie a cui un giovane, fino ad oggi, poteva rendersi indipendente, realizzarsi, e costruire una propria famiglia.

- Promuovere progetti che favoriscano percorsi di autonomia, responsabilizzazione e protagonismo dei giovani e che focalizzino il rema della legalità e della partecipazione verso la cosa pubblica.

VIOLENZE DOMESTICHE

Si rilevano casi di violenze e maltrattamenti subiti all’interno del-la famiglia, soprattutto dalle donne e talvolta dai figli. Spesso vi è difficoltà da parte di chi ha subito la violenza a chiedere aiuto e ad avviare un progetto.

- Potenziare le modalità di ascolto e di sostegno;- Promuovere l’ accoglienza sia su urgenza sia su progetto per donne vittime di violenza (e figli).

A R E A M I N O R I E FA M I G L I E21

L A S C H E D A

SFRATTI ESECUTIVI DI FAMIGLIE CON FIGLI A CARICO

In relazione alla carenza di alloggi, (anche di edilizia pubblica) e alla situazione economica precaria si evidenziano nella Comuni-tà sfratti esecutivi di famiglie con figli a carico. All’origine di certe tipologie di sfratti si scoprono spesso disagi profondi che si riper-cuotono sulla gestione poco oculata del denaro.

- Attrezzare struttura di pronta accoglienza e accoglienza temporanea in funzione delle esigenze lavorative della donna ed educative dei figli.

Ampliamento sistema Centri Aperti per minori anche ai Comuni di Nago-Torbole e Tenno;

Per favorire le politiche di conciliazione tempo lavoro - tempo famiglia: ampliamento progetti estivi dei Centri Aperti per minori con particolar attenzione e riferimento ai minori disabili;

Attività di counselling familiare legata ai centri aperti;

Possibilità di attivare un progetto di pronta accoglienza madre-bimbo.

LINEE D’INTERVENTO

A R E A ADULTI22

L A S C H E D A

AREA ADULTIFOTOGRAFIA SI PROPONE DI

OCCUPAZIONE E LAVORI SOCIALMENTE UTILI

Si rileva una diminuzione delle opportunità/occasioni lavorative, una minore richiesta di manodopera poco qualificata e, conse-guentemente, un aumento di disoccupati (soprattutto ultracin-quantenni a bassa qualificazione, donne, extracomunitari). A fronte della perdita del lavoro, si osserva una crescente difficol-tà a ricercare autonomamente una soluzione e difficoltà ad intra-prendere percorsi di riqualificazione.Le persone con problematiche penali, difficilmente possono usu-fruire di misure alternative alla detenzione (le più efficaci per con-trastare le recidive) per assenza di soluzioni occupazionali.Relativamente ai progetti nell’ambito dei lavori socialmente utili si rileva un forte incremento di domande. In rapporto a tali progetti si segnala la necessità di individuare anche attività lavorative che coprano i mesi invernali. Sarebbe utile assicurare il ricambio all’in-terno delle squadre di lavoro, diversificare i progetti anche in base alla tipologia di soggetti, potenziare la capacità di trovare soluzio-ni occupazionali mirate per disabili.

- Potenziare e diversificare gli attuali interventi di sostegno all’occupazione con i lavori socialmente utili attraverso una maggiore collaborazione tra gli enti pubblici e privati interessati.

A R E A ADULTI23

L A S C H E D A

GESTIONE DEL DENARO

Si evidenziano fenomeni di gestione poco prudente del denaro, acquisti al di sopra delle proprie possibilità di beni costosi e super-flui a discapito di beni di prima necessità.Il sostegno alle situazioni di disagio tramite interventi economici (erogazioni di denaro, cibo, etc.) corre il rischio, a volte, di diven-tare diseducativo se non promuove nel contempo supporti alla persona finalizzati all’autonomia.

- Realizzare modalità educative rispetto all’educazione al consumo per un utilizzo oculato e programmato del denaro; - Istituire forme di monitoraggio del fenomeno delle povertà.

INTERCULTURA Molto spesso le famiglie straniere, soprattutto se appena giun-te nel territorio, sono isolate e hanno bisogno di aiuto per poter utilizzare i servizi, per comprendere la lingua italiana, la mentalità locale ed inserirsi nel tessuto sociale. I minori fanno fatica ad indi-viduare/costruire la propria identità culturale.

- Attivare sostegni per l’accoglienza, di informazione e sostegno per le persone straniere, con particolare attenzione alle famiglie con minori.

AUTONOMIA PERSONALE

Si rileva un indebolimento delle risorse personali ed una moltipli-cazione di nuove fragilità, soprattutto nei soggetti con debolezze latenti o situazioni famigliari instabili. Tra i fenomeni più frequenti di disagio si possono annoverare l’abuso di sostanze (alcol, fumo, stupefacenti), il gioco d’azzardo, stili di vita poco sani (cattiva ali-mentazione, attività fisica assente…).

- Realizzare tramite sinergie con i vari servizi progetti di promozione dell’autonomia della persona con disagio (come aiutare ad aiutarsi); - Attuare programmi di prevenzione delle dipendenze.

AGGREGAZIONE Molti adulti che si trovano in condizioni di isolamento, marginali-tà, dipendenza, disagio psichico, terminata la giornata lavorativa non hanno dove andare (o ricercano rifugio in luoghi poco adatti) mentre trarrebbero vantaggio dalla frequentazione di luoghi ag-gregativi e di socializzazione.

- Offrire dei luoghi e dei momenti di aggregazione e socializzazione attraverso l'ampliamento delle funzioni dei centri di servizi esistenti sul territorio.

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L A S C H E D A

LINEE D’INTERVENTO

INSERIMENTI RESIDENZIALI E SEMIRESID. DI ADULTI

Si rileva la necessità di alloggi protetti per accoglienze di lungo periodo per adulti con disagio cronico, di un centro diurno per utenza psichiatrica, di strutture di accoglienza per donne.

- Rivedere l’offerta residenziale e semiresidenziale per adulti sulla base delle caratteristiche dell'utenza.

EMERGENZE ABITATIVE DI ADULTI

Si registrano situazioni di persone senza casa (non solo senza fissa dimora e stranieri, ma anche genitori separati con nuove dipen-denze, disoccupati) che sono costretti a ricorrere alle strutture di Trento e di Rovereto pur dimorando e lavorando nell’Alto Garda e Ledro.

- Realizzare uno studio di fattibilità per un centro di pronta accoglienza diurna e notturna.

Attivazione intervento 19 / 20.2 Piano di Politiche del Lavoro “lavori socialmente utili”, con possibilità di sperimentare tale tipologia progettuale a supporto dei servizi alla persona e in campo ecologico anche

con offerta di lavoro biennale;

Piano Giovani di Zona - attivazione progetti che significativamente si occupino di aggregare il più possibile i giovani;

Possibilità di riorganizzazione della casa alloggio di Arco, qual’ora si confermi la possibilità di acquisire altra struttura, anche per l’attivazione della pronta accoglienza diurna e notturna per adulti senza dimora.

A R E A ANZIANI25

L A S C H E D A

AREA ANZIANIFOTOGRAFIA SI PROPONE DI

INFORMAZIONE Vi è anzitutto la necessità di migliorare il grado di informazione degli anziani e delle loro famiglie sui servizi sociali e sanitari pre-senti sul territorio. Si rileva altresì una scarsa conoscenza dei sin-tomi di determinate malattie senili (es. demenza), quando invece una informazione corretta consentirebbe alla famiglia di sapere da subito cosa sia meglio fare. Va inoltre segnalata la necessità di sviluppare in giovani ed adulti una cultura che li porti ad investire maggiormente in campo pre-videnziale.

- Potenziare l’informazione sui servizi, interventi economici, opportunità di aggregazione rivolti agli anziani;- Comunicare in modo efficace e capillare le opportunità di promozione della salute e al benessere attraverso il coordinamento degli operatori sanitari, sociali, del privato sociale e del volontariato;- Informare e sensibilizzare la popolazione e le giovani generazioni sul tema dell'invecchiamento.

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L A S C H E D A

STILI DI VITA E RUOLO SOCIALE

Si osserva una generale perdita di ruolo sociale dell'anziano, lega-ta principalmente all’inattività, all’isolamento, alla poca progettua-lità del quotidiano, alla rarità di momenti di incontro e di "collabo-razione" con le generazioni più giovani.Attraverso corretti stili di vita si possono prevenire l’insorgere di molte delle patologie tipiche dell’età anziana, contenendo nume-rosi disturbi.

- Rafforzare il ruolo sociale dell’anziano promuovemendo forme di agregazione e momenti di incontro con le generazioni più giovani; - Promuovere l’attività motoria (corsi di ginnastica, ballo, acquagym), le attività artistiche e culturali (corsi di pittura, letteratura e computer) e le altre opportunità di socializzazione.

POSTI LETTO IN CASA DI RIPOSO

Si registrano difficoltà per l’inserimento di persone anziane auto-sufficenti nelle R.S.A. per mancanza di posti letto disponibili. Anche i posti di sollievo e di pronta accoglienza in situazioni di grave difficoltà risultano sotto dimensionati rispetto al bisogno.

- Aumentare forme di ricettività delle R.S.A. e nel contempo sostenere progetti diversi a supporto della domiciliarità;- Potenziare i posti in casa di soggiorno;- Valutare la possibilità di attivare forme di inserimento in Casa di Riposo attraverso specifici progetti e l’aumento di appartamenti protetti.

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L A S C H E D A

ASSISTENZA DOMICILIARE

Si osserva un aumento, una diversificazione ed un generale aggra-vamento delle situazioni seguite dal Servizio di Assistenza Domi-ciliare. Sempre più si richiede una gestione di bisogni complessi a livello assistenziale e sanitario. L’assistenza privata prestata dalle cd. “badanti” è una risorsa che è necessario valorizzare. È noto infatti quanto rappresentino spesso per molti anziani (e per loro famiglie) una delle possibili soluzioni. Si ritiene che attraverso idonee modalità di monitoraggio e di for-mazione, sia possibile offrire maggiori tutele sia agli anziani sia alle lavoratrici che prestano loro assistenza.

- Progredire nell’integrazione dei servizi sociali con i servizi sanitari per rispondere in modo completo e mirato ai bisogni complessi degli anziani;- Aggiornare l'impostazione del servizio di assistenza domiciliare sulla base dei nuovi bisogni valutando con regolarità, zona per zona, il bisogno di assistenza degli anziani residenti;- Valorizzare e sostenere l’assistenza privata attraverso la formazione e la tutela delle cd. “Badanti”.

ANZIANI SOLI E PARZIALMENTE NON AUTO SUFFICIENTI

La fascia di anziani soli e/o parzialmente autosufficiente è poco monitorata e necessiterebbe di essere maggiormente supportata attraverso i servizi domiciliari e punti di aggregazione che favo-riscano la socializzazione e supportino l’autonomia dell’anziano stesso.

- Individuare modalità leggere di sostegno e di relazione per anziani parzialmente autosufficienti;- Promuovere e diversificare luoghi e momenti d’incontro e di socializzazione come i centri di servizi;- Migliorare l’agio abitativo degli anziani presso il loro domicilio (domotica), sostenere le forme di buon vicinato, ampliare l'offerta di alloggi protetti.

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L A S C H E D A

LAVORO DI CURA DELLE FAMIGLIE

L’impegno richiesto alle famiglie per la cura dei propri anziani (care givers) sta aumentando proprio in un momento in cui le stesse possono far conto su energie minori: crescono dunque le difficoltà legate all’assistenza a domicilio, soprattutto nel lungo periodo.Si segnala inoltre la scarsità di posti per inserimenti temporanei dell’anziano in casa di riposo finalizzati a dare sollievo alle famiglie.

- Promuovere momenti e strumenti informativi, formativi e di sostegno per le famiglie ed i care givers;- Attivare presso le risorse esistenti posti dedicati agli inserimenti tem-poranei con finalità di sollievo per le famiglie;- Promuovere la conoscienza degli strumenti ed interventi attivi per fa-vorire la domiciliarità (ad esempio le varie forme di assegno di cura).

LINEE D’INTERVENTOProgetto di ampliamento degli attuali due Centri Servizi per Anziani ed adulti a rischio di emarginazione:

Arco - Via Caduti di Cefalonia e Ledro - Molina anche in collaborazione con i vari circoli anziani;

Centro polifunzionale Cà del Nemoler - a Dro - facilitazioni rapporti intergenerazionali;

Progetto a sostegno dei famigliari di persone non autosufficenti (care givers) finalizzato ad informare relativamente ai servizi esistenti sul territorio sia in campo sociale che sanitario;

Attivazione di progetti sperimentali di controllo e sostegno a distanza delle persone anziane, attraverso sistemi domotici;

Sinergia con le Aziende per i Servizi alla Persona relativamente a forme di accoglienza e per l’erogazione dei servizi di pasti a domicilio ecc.

A R E A D I V E R S E A B I L I TÀ29

L A S C H E D A

AREA DIVERSE ABILITÀFOTOGRAFIA SI PROPONE DI

INFORMAZIONE E SOSTEGNO PER LE FAMIGLIE

Si rileva maggiore difficoltà in funzione dell’indebolimento delle reti parentali, nella gestione di situazioni di disabilità grave che ri-chiederebbero supporto e sollievo.

- Promuovere occasioni di sostegno, informazione e accompagnamento delle famiglie con figli o familiari diversamente abili.

ATTIVITÀ DI SOCIALIZZAZIO-NE, LUDICHE E SPORTIVE

Le famiglie di minori disabili si trovano in particolare difficoltà nel-le ore extrascolastiche o nel periodo estivo, incontrando problemi nel concilizione tempo del lavoro con il tempo per l’accudimento. Questo riguarda maggiormente le donne da sempre dedite al la-voro di cura. Va potenziata l'offerta di occasioni ludiche, di socializzazione e di inclusione sociale per i minori diversamente abili.

- Progettare attività strutturate per l’accoglienza di minori diversamente abili e al contempo di sollievo per la famiglie; - Favorire l’inserimento di minori disabili nelle attività estive per minori; - Facilitare la mobilità delle persone diversamente abili all’interno del territorio.

A R E A D I V E R S E A B I L I TÀ30

L A S C H E D A

INTERVENTI IN AMBITO SCOLASTICO/FORMATIVO E INSERIMENTO LAVORATIVO

È necessario verificare che non vi sia soluzione di continuità rispet-to alla presa in carico delle persone diversamente abili in relazione alla loro età. Vanno evitate le criticità nei momenti di passaggio tra scuola dell’obbligo e scuola superiore o inserimento in strut-ture per l’acquisizione delle preabilità lavorative o nel mondo del lavoro.

- Dare continuità e gradualità al passaggio dal canale scolastico al mondo formativo e del lavoro della persona diversamente abile anche in sinergia con APSS;- Riproporre sistemi di valutazione integrata per inserimenti lavorativi o acquisizione prerequisiti lavorativi.

INSERIMENTI RESIDENZIALI

Si registrano numerose richieste di inserimenti in strutture resi-denziali per persone diversamente abili che versano in condizioni di non autosufficienza o i cui genitori sono divenuti troppo anziani per poterle assistere in modo continuativo.

- Promuovere modalità sostenibili di residenzialità per disabili anziani.

INSERIMENTI TEMPORANEI

A fronte di un crescente bisogno di sollievo da parte delle famiglie o di risposta a situazioni di emergenza, nelle strutture residenziali non vi sono sufficienti posti per effettuare inserimenti temporanei, soprattutto di disabili tra i 30 e i 40 anni.

- Attivare presso le risorse esistenti posti dedicati agli inserimenti temporanei con finalità di sollievo per le famiglie.

INSERIMENTI IN APPARTAMENTI SEMIPROTETTI

Si rileva scarsità di strutture residenziali in cui le persone diversa-mente abili dotate di una buona autonomia possano per quanto possibile autogestirsi.

- Effettuare uno studio di fattibilità per la realizzazione di appartamenti volti alla valorizzazione delle autonomie del disabile.

A R E A D I V E R S E A B I L I TÀ31

L A S C H E D A

INSERIMENTI NEI CENTRI SOCIO- EDUCATIVI O OCCUPAZIO-NALI

Si registrano situazioni di giovani utenti con bisogni complessi che richiedono interventi integrati sia a livello assistenziale, che sani-tario e riabilitativo.

- Attivare valutazione integrata sociale e sanitaria attraverso P.U.A. e costruzione percorsi individualizzati per le disabilità complesse.

MINORI CON DISABILITÀ GRAVE

Si evidenzino grosse criticità legate alla fascia di diversamente abi-li sotto i 14 anni con disabilità grave.

- Attivazione S.A.D. ed educativa a domicilio per sostenere le famiglie con figli con disabilità grave con valutazione integrata APSS e Servizio Sociale.

Progetto estivo handicap presso centri aperti per minori;

Progetti di informazione rispetto alle risorse attivabili in relazione a situazioni di disabilità;

Proposta di attivazione di un progetto di accoglienza di disabili anziani che spesso presentano bisogni misti socio-sanitari, presso APSP con la collaborazione delle risorse che si occupano di disabili, al fine di dare attuazione al progetto

“Dopo di Noi” per situazioni di persone disabili adulte con genitori ormai non in grado di accudirle;

Necessità di promuovere e aumentare i posti di sollievo temporaneo presso le risorse già presenti sul territorio che potrebbero in modo duttile attivare anche questa forma di servizio;

Ampliamento se possibile di progetti legati all’acquisizione di preabilità lavorative, presso le risorse attive sul territorio;

Ricercare con le cooperative sociali modi di sperimentare inserimenti di lavoro per persone disabili.

LINEE D’INTERVENTO

C O M U N I TÀ A LTO G A R D A E L E D R O32

AREA MINORI E FAMIGLIEENTI PUBBLICI: Comunità Alto Garda e LedroServizio Socio Assistenziale Comunità Alto Garda e LedroA.P.S.P. Casa MiaA.P.S.S. ConsultorioU.O. PsicologiaU.O. NeuropsichiatriaAgenzia del Lavoro - Centro per l’Impiego Riva d/GComuni - Assessorati alle Attività SocialiRete degli Istituti Comprensivi

ENTI PRIVATI:Associazione OplàCassa Rurale Alto GardaCedAS - CaritasComunità MurialdoCooperativa Sociale ArcobalenoCooperativa Sociale EphedraCooperativa Sociale Progetto 92Fondazione Famiglia MaternaGruppo Famiglie Valle di Ledro

Hanno concorso a costruire il Piano Sociale di Comunità attraverso il lavoro svolto nei Tavoli Tematici e Territoriale, e saranno impegnati nel prossimo biennio per la sua realizzazione:

C O M U N I TÀ A LTO G A R D A E L E D R O33

AREA ADULTIENTI PUBBLICI: Comunità Alto Garda e LedroServizio Socio Assistenziale Comunità Alto Garda e LedroAgenzia del Lavoro - Centro per l’Impiego Riva d/GA.P.S.P. Città di RivaA.P.S.P. Fondazione Comunità di ArcoA.P.S.P. Giacomo Cis LedroA.P.S.P. Residenza Molino DroA.P.S.S. U.O. 5 PsichiatriaU.O. PsicologiaCentro di AlcologiaComuni - Assessorati alle Attività SocialiUEPE - Ministero di Grazia e Giustizia

ENTI PRIVATI:Associazione Aquila AlbaneseAss. AVULSS Alto Garda e Ledro OnlusAssociazione Casa per la PaceAss. Club La Speranza DroAssociazione La SavanaCassa Rurale Alto GardaCedAS - CaritasCinformiComunità Islamica Riva del GardaConsolato Onorario RomaniaCooperativa sociale ArcobalenoCooperativa sociale Città ApertaCooperativa sociale Fenice

C O M U N I TÀ A LTO G A R D A E L E D R O34

Cooperativa sociale Progetto 92Cooperativa sociale TandemFrati Cappuccini di San Martino

AREA ANZIANIENTI PUBBLICI:Comunità Alto Garda e LedroServizio Socio Assistenziale Comunità Alto Garda e LedroA.P.S.P. Città di RivaA.P.S.P. Fondazione Comunità di ArcoA.P.S.P. Giacomo Cis LedroA.P.S.P. Residenza Molino DroA.P.S.S. U.O. Assistenza primariaMedici di Medicina GeneraleComuni - Assessorati alle Attività Sociali

ENTI PRIVATI:Ass. AVULSS Alto Garda e Ledro ONLUSAss. Coordinamento Attività AnzianiAss. Italiana Malati di Alzheimer Cassa Rurale Alto GardaCooperativa sociale ArcobalenoCooperativa sociale Fenice

C O M U N I TÀ A LTO G A R D A E L E D R O35

AREA DIVERSE ABILITÀENTI PUBBLICI:Comunità Alto Garda e LedroServizio Socio Assistenziale Comunità Alto Garda e LedroAgenzia del Lavoro - Centro per l’Impiego Riva d/GA.P.S.P. Casa MiaA.P.S.S. - U.O. Neuropsichiatria infantileComuni - Assessorati alle Attività SocialiRete degli Istituti Comprensivi

ENTI PRIVATI:ANFFAS Trentino ONLUSAss. Prisma ONLUSCassa Rurale Alto GardaCooperativa sociale EliodoroCooperativa sociale FeniceCooperativa sociale Laboratorio SocialeCooperativa sociale Tandem

I lavori dei Tavoli Tematici e del Tavolo Territoriale per il confronto, la condivisione ed il coordinamento rispetto alle azioni da effettuare sul territorio proseguiranno anche nel 2012 e 2013 e potranno vedere coinvolti molti altri soggetti che operano nel territorio della comunità per il benessere dei cittadini.

www.altogardaeledro.tn.it

NE/TN0129/2012