Comunità Aperta - Ottobre '14

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ANNO V NUMERO PRIMO OTTOBRE 2014 C O M UN I T A’ A P ER T A C O M UN I T A’ A P ER T A NEWS PERIODICO DELLA COMUNITA’ PARROCCHIALE DI S. BENEDETTO

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Periodico della comunità parrocchiale San Benedetto di Milano - Numero primo ottobre 2014

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ANNO VNUMERO PRIMO

OTTOBRE 2014

COMUNITA’APERTA

COMUNITA’APERTA

NEWS

PERIODICO DELLA COMUNITA’ PARROCCHIALE DI S. BENEDETTO

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COMUNITA’ APERTA NEWS

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Parrocchia S. Benedettovia Caterina da Forlì,19 20146 Milano

Segreteria: tel 02471554 fax 024223677

Orari S. Messe:

Feriali: ore 9.00 e 18.00

Festive: vigiliari ore 18.00

domenica ore 8.30/10.00/11.30/18.00

• Carissimi parrocchiani

• Obiettivosu!

• ALT

• VitadiComunità

• Flash

• Calciod’angolo

• Inbacheca

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Indice

Direttore:

Responsabile redazione:

Collaboratori

Coordinamento esecutivo:

Redazione:

Segreteria:

Stampa:

Distribuzione

Contatti

Don Ugo Dei Cas

Don Alessandro Digangi

Don Valeriano GiacomelliDon Paolo Clerici

Luciano AlippiDavide Cassinadri

Letizia AlippiLuca CeciCarla FerrariFederico LucreziSara SantusGiulia Soresini

Stefania De Mas

Simona MorrealeFederico Ratti

Luca Cartotto

[email protected]

Ri-IncontriDavide Vercellone

Un parroco nuovo a MilanoFederico Lucrezi

IN COPERTINA: Prima professione religiosa di Riccardo Vanoli, Tortona 8/9/14

LaRedazioneSiamo arrivati ad un passo dal cieloLetizia Alippi

Solo insiemedon Ale

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Carissimi parrocchiani...Carissimi parrocchiani...Cari parrocchiani …per tanti anni mi sono rivolto a tutti voi con queste parole “Cari parrocchiani … “, si! perché per dodici anni il Signore mi ha posto a guida della Comunità parrocchiale di San Benedetto.Vorrei ringraziare il Padre buono per questa esperienza che lascerà una traccia indelebile nel mio cuore.In questi giorni ripensando agli anni milanesi ne consideravo la ricchezza e la dinamicità, i vari gruppi, le commissioni, il tanto fare nell’ambito della carità, della catechesi, dell’oratorio e via dicendo …Ho sperimentato una crescita ed un rinnovamento significativo da parte di tutta la comunità: famiglie nuove che si sono affacciate con i loro bambini alla Messa domenicale delle ore 10, la bellissima esperienza dell’”Orione in Festa” nel mese di Maggio che vedeva il nostro oratorio come punto d’incontro per migliaia di giovani che attraverso l’incontro e lo sport facevano esperienza di “agape”.Vorrei ringraziare per nome tante persone ma per non dimenticare nessuno sapete che il mio grazie è per tutti, in particolare lo rivolgo a tutti i vicari parrocchiali che in questi anni hanno collaborato al mio fianco per il bene della comunità, a loro ho sempre detto che il primo piano pastorale è il volersi bene nonostante le difficoltà, la stessa cosa dico a tutti voi salutandovi e augurandovi con il nuovo prevosto don Valeriano di continuare in un cammino di autenticità e fedeltà alla Parola.

La Madonna Santissima, i nostri Santi patroni Benedetto di Norcia e Luigi Orione da Pontecurone ci aiutino in questa bellissima impresa, con affetto il vostro prevosto parroco emerito.

don Renzo Vanoi

MARCON ElsA 06/06/2014ROssARI CARlO 27/06/2014CARlETTI AgIdE 29/06/2014OggIONI VITTORIA 07/07/2014luzzI FEdORA 10/07/2014JOzzINO gIusEPPE 12/07/2014MAuRO PIERINA 14/07/2014lA NOCE MARIO 16/07/2014MEzzAsAlMA gIOVANNI 19/07/2014guAdAgNI CARlA VINCENzA 22/07/2014COglIATI BONAVENTuRA 24/07/2014sAVAzzI sERgIO 05/08/2014BERzI CEsARE 05/08/2014gIORdANO MARIA luIsA 09/08/2014gARINI ElsA 12/08/2014zERBINATI PAOlO 15/08/2014

OsAdOlOR MIRAClE OsAFuNAREBOMMARITO dANIElEMANCINI lEONARdO KONORMENTO MARghERITAsOzzANI NICOlòsTORTI FRANCEsCA

Sono entrati a far parte della nostra comunità

Hanno lasciato la nostra comunità

Si sono uniti in matrimonio

dAlMAzzIO FlAVIO - VINTI lORETTA FRANCA 7/6TENCONI ANdREA - CAsINI FRANCEsCA 21/6sOzzANI MAuRIzIO - PANsINI ElVIRA 13/07PIROTTA ANdREA gIOBBE - dE MAs sTEFANIA 19/7

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Obiettivo su!

Don Valeriano

l’estate 2014 sarà sicuramente una di quelle che ricorderemo per molto tempo.da una parte il clima quantomeno insolito che ci ha accompagnato in questi mesi risparmiandoci per una volta l’afa dell’estate meneghina, dall’altra il passaggio del testimone alla guida della nostra parrocchia, che esce dall’ormai dodecennale esperienza di don Renzo a Milano.l’annuncio dell’addio di don Renzo era nell’aria ormai da qualche anno; una volta concretizzato, l’attesa e la curiosità di conoscerne il successore erano davvero tante.l’avventura di don Valeriano giacomelli a Milano in realtà inizia in pieno agosto, quando arriva per qualche giorno in una parrocchia quasi completamente deserta, ma per conoscere i suoi nuovi parrocchiani deve aspettare fino al 29 agosto, festa della Madonna della Guardia al santuario di Tortona. È con un piccolo gruppo di giovani, arrivati in giornata a Tortona per salutare don Renzo, che nel frattempo sta ricevendo ufficialmente le chiavi del santuario, che don Valeriano arriva in serata a Milano. Questa volta per restarci.Andiamo a parlare con il nostro nuovo parroco per conoscere meglio questo sacerdote che arriva da così

lontano, reduce da ben diciassette anni di sacerdozio in Romania, ma allo stesso tempo da così vicino, essendo lombardo, Bresciano di nascita.

Ci puoi raccontare qualcosa della tua esperienza in Romania?

Certo. sono stato in Romania per diciassette anni, è stata la mia prima esperienza come sacerdote. È stato sicuramente molto stimolante e coinvolgente, anche perché erano tante le sfide che trovavo sulla mia strada, non ultima quella di imparare la lingua ed entrare nella mentalità di un popolo che non conoscevo. Ricordavo di aver visto in televisione solo pochi anni prima l’assassinio di Ceausescu e mi aspettavo di trovare un popolo ancora profondamente segnato da quegli eventi. Non ho trovato una società così diversa da quella totalitaria: c’era paura, sospetto verso la polizia e un gran disordine nell’amministrazione.una realtà di don Orione in questo contesto può davvero dare il meglio di sé, si può davvero lavorare per gli ultimi.solo il 6,5% in Romania è cattolico, era davvero

Un nuovo parroco a Milano

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Obiettivo su!

un’esperienza affascinante.Era il 1997 e la mia avventura stava per cominciare. ho trascorso il primo mese a Oradea, presso l’oratorio, seguendo dei giovani seminaristi. È stata l’occasione per dire le mie prime parole in romeno e per imparare anche la messa nella lingua del posto. I giovani erano davvero aperti, con tantissima voglia di conoscere e imparare. Poi, nei mesi successivi, è stata la volta di Bucarest, anche qui seguivo i seminaristi e i lavori per quello che sarebbe stato il nuovo Piccolo Cottolengo.dal 1998 al 2006 il mio percorso è proseguito a Iasi, pronto ad avviare un progetto impegnativo e affascinante. la metà della popolazione della Romania è di lingua ungherese, la nuova sfida era quella di dare ai giovani seminaristi di lingua romena una struttura per lo studio della filosofia nella loro lingua. Fino al 2003 abbiamo vissuto in due case provvisorie poi abbiamo avuto a disposizione una struttura nuova con spazi ricreativi interni ed esterni. l’idea era quella di creare un centro che coniugasse formazione spirituale dei seminaristi e attività

oratoriale; nel frattempo portavamo avanti anche attività caritatevoli per le famiglie povere della zona, anche grazie all’aiuto di numerosi volontari, soprattutto universitari.Avevamo modo di mirare il nostro intervento sulle categorie più in difficoltà, in primo luogo gli orfani. Essere orfano in Romania significa non avere un futuro; noi abbiamo ristrutturato una casa famiglia per 6 ragazzi che ci abitano per periodi di due anni imparando a vivere con altre persone e arrivando ad un proficuo inserimento in società. Altro problema molto serio era l’alcolismo. l’ambiente socio culturale romeno porta spesso ad un abuso di sostanze alcoliche, con il naturale rischio di vedere ripercussioni sul lavoro e sulla famiglia. Per loro abbiamo aperto un centro residenziale con diversi club sparsi sul territorio per poter organizzare delle attività di recupero. Tramite l’oratorio siamo venuti a contatto con la popolazione degli zingari, con cui fondamentalmente nessuno voleva avere a che fare. Abbiamo intrapreso un’attività di asilo per i bambini zingari in età prescolare. Provando a dare loro una prima educazione fin da molto

Bucarest 2008, don Valeriano in mezzo ai suoi futuri parrocchiani

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piccoli, abbiamo ottenuto risultati straordinari: non solo durante i primi anni di scuola risultavano svegli ed educati, a differenza di quello che solitamente ci si poteva aspettare, ma proseguivano la carriera scolastica con profitto, sottraendosi al destino per alcuni altrimenti inevitabile di finire nel giro della piccola criminalità di cui alcune famiglie vivevano.Era molto difficile riuscire a essere efficaci, molti addirittura non avevano alcun certificato di nascita e dove possibile cercavamo di provvedere, ma col tempo il progetto dell’asilo si è dimostrato molto più incisivo di tutti gli altri.A Iasi mi occupavo anche di cercare un collegamento tra tutti gli italiani presenti sul territorio, cercando dove possibile di far introdurre la celebrazione della Messa in italiano e avviando una rivista online, AdEsTE! VENITE!, che si prefiggeva proprio questo obiettivo, per essere un collegamento non solo sulle tematiche religiose ma anche amministrative e burocratiche.dal 2006 al 2009 sono tornato a Bucarest, presso il Piccolo Cottolengo in via di completamento. Con i confratelli siamo riusciti a terminarlo e ad attivarlo offrendo così, nel nome di don Orione, ad anziani e bambini con diverse tipologie di handicap fisico e psichico, molti dei quali abbandonati da tutti e da tutto, una vera e propria casa. Alla fine di questo triennio sono tornato a Iasi per l’ultimo atto della mia esperienza in Romania.sono stati davvero anni incredibili e ho avuto modo di lavorare con ragazzi straordinari, che cercano nel sacerdote una guida, un punto di riferimento nella crescita nel rapporto con dio. sai, ogni tanto trovi qualcuno che si chiede come noi preti possiamo rinunciare a tante cose, tra cui la paternità, ma non è affatto così. Essere una guida, un punto di riferimento per giovani e ragazzi. C’è tanto della paternità in questo.

E poi un giorno ti hanno comunicato che saresti venuto a Milano, a fare il parroco. Cosa hai pensato?

Conoscevo la realtà milanese, per tanti anni è stata una tappa nei miei viaggi avanti e indietro dalla Romania. sicuramente in un primo momento c’era tanta preoccupazione, dopo molti anni lontano dall’Italia mi si chiedeva di ritornare, e per di più come parroco in una parrocchia grande e importante come quella di Milano. di fronte a una prospettiva come questa non puoi fare a meno di chiederti se riuscirai a essere all’altezza. Allo stesso tempo però era tanta la curiosità e la voglia di

Federico Lucrezi

mettersi in gioco in una comunità così attiva e dinamica. E poi in fondo non sarei stato da solo, avrei trovato don Paolo e don Alessandro a darmi una mano, soprattutto nelle prima settimane di ambientamento.

È passata ormai qualche settimana dal tuo arrivo. Per fare un primissimo bilancio, come è stato il primo impatto?

Molto positivo. ho trovato subito molta apertura e disponibilità e un atteggiamento positivo e incoraggiante da parte di tutti. ho già avuto modo di conoscere qualcuno e spero nelle prossime settimane di incontrare tutti i parrocchiani; mi piacerebbe molto girare e essere presente fin da subito, ma sto passando le giornate in ufficio a fare riunioni su riunioni, c’è un sacco di lavoro da fare e molto da imparare per cercare di essere quello che si dice un buon parroco e spero proprio di diventarlo. la mia idea, su cui voglio iniziare a lavorare da subito, è però quella di accogliere e accompagnare personalmente tutte le realtà della nostra parrocchia, che vorrei vedere camminare insieme, all’unisono, creando una sinergia con diverse modalità e possibilità ma con un unico grande obiettivo. Vorrei che tutti, bambini, giovani, adulti e anziani, si sentissero parte della famiglia di dio, una famiglia vera che cammina insieme in Cristo.

l’entusiasmo e la voglia di fare di don Valeriano sono davvero contagiosi e le premesse perché possa instaurarsi un bellissimo rapporto tra la comunità e il suo nuovo pastore ci sono tutte.Per ora gli appuntamenti sono il 12 di ottobre, con la festa per il saluto a don Renzo, a cui vanno i migliori auguri di buon lavoro per la sua nuova esperienza tortonese, e il 26 ottobre per la cerimonia di insediamento ufficiale del parroco.

Buon lavoro don Valeriano!

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ALT Aziona La

Testa

“Per fare un bambino ci vogliono due persone, per educarlo serve tutto il villaggio”. Il proverbio africano vale anche per noi milanesi? Mi piacerebbe chiederlo ai genitori, agli insegnanti, ai catechisti, agli educatori e a tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno a che fare con l’educazione.Nel contesto frammentato in cui ognuno di noi, in particolare i nostri ragazzi vivono, questo proverbio potrebbe davvero diventare l’obiettivo di tutto un cammino pastorale, non a caso il Cardinale ha deciso di porre all’attenzione di tutta la chiesa milanese il compitoeducativo con la nota pastorale “la comunità educante” uscita a giugno.

Mi ha colpito una considerazione forte che scola scrive: “le comunità educanti sono in qualche modo già in atto nella diocesi. Vogliamo solo, con l’aiuto di dio, renderlo metodo educativo stabile”. (n° 33)Non si tratta dunque di far nascere niente di nuovo, organizzazioni, gruppi, riunioni, associazioni… no! Significa solamente cominciare a prendere sul serio quello che giàfacciamo, riconoscere che la proposta formativa dell’oratorio non è semplicemente un pallone che scivola sull’asfalto del cortile e nemmeno l’invitante profumo della salamella che cuoce su una griglia - tutto questo serve - ma il proprio che fa nascere educazione sono le relazioni. “la comunità educante è la fraternità in Cristo tra tutti gli educatori che hanno a che fare con i ragazzi - dice ancora scola - ciò crea una ambito di relazioni nuove nelle quali il ragazzo percepisce un insieme di legami, azioni e gesti che gli fanno intendere che appartenere a quella fraternità, basata sull’appartenenza a Cristo è bella e ha futuro”. Il nostro compito come educatori è trasmettere la bellezza dell’essere Chiesa, gruppo, comunità. lungi da me credere che questo già in qualche modo non si stia facendo o ingenuamente affermare che sia compito facile; ritengo però importante la sottolineatura che il Cardinale fa: compito dell’educare è far riconoscere il bello delle relazioni e dello stare insieme; un’appartenenza che profuma di futuro.detto questo mi accorgo anche che parlare di comunità educante significa parlare a tutti ma non per tutti: non sarebbe corretto affermare che un allenatore, per il semplice fatto che passa due ore la settimana con un ragazzo è un educatore, soprattutto se il suo modo di vivere dice tutt’altro al ragazzo che ha davanti. Qui non si parla di tempo speso ma di modo di vivere, esempio di vita. Quanto ancora abbiamo da lavorare nel nostro oratorio, nell’ambito della sportiva, del cortile e della catechesi! Rimango dell’idea che i nostri ragazzi incrociano quotidianamente molti educatori anche se questi si presentano di rado ome portatori di una proposta nitaria: il giorgino di turno che frequenta il catechismo una volta la settimana, che compie due allenamenti alla sportiva, che va al gruppo dopocresima e che la domenica partecipa alla messa, si accorge di entrare nella stessa comunità oppure pensa di essere in quattro posti diversi pur valicando lo stesso cancello?!

Solo insieme

don Ale

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Ri-incontri

domenica 7 agosto 2014. Mi trovo ancora a dublino, ho preso l’ultimo volo disponibile per arrivare in tempo alla celebrazione dei primi voti del mio grande amico Riccardo! la Ryanair mi fa tremare dato che sono stati cancellati 96 voli il giorno prima, ma non posso mancare...e infatti arrivo. L’impatto è molto forte, complice la coreografia di persone che si sono mosse per stare vicine a Riccardo in uno tra i momenti più importanti della sua vita: una cinquantina di ragazzi dell’oratorio, dai più “vecchi”, compagni di incontri e di viaggio cresciuti con lui, ai più “giovani”, quei ragazzi che Riccardo aveva iniziato ad accompagnare verso la propria crescita in veste di animatore post-cresima dei Kebabbi; sorprendente la loro partecipazione, segno evidente dell’impronta del suo lavoro. Poi tanti sono anche i parenti e le persone della parrocchia organizzatesi in modo autonomo rispetto al pullman don Ale-don Valeriano. Eravamo tutti lì per lui...o forse anche per noi stessi.la sua serenità inusuale per un pazzo scatenato come lui, il suo sorriso e i suoi occhi per una volta calmi e rilassati, il suo abbraccio caloroso facevano capire che Riccardo si trova nel posto giusto e nel momento giusto e credo che una parte di noi fosse lì (un po’ egoisticamente) per prendersi quell’abbraccio, che era diverso da tutti gli altri, perché quel giorno era più grande e più Forte.ho conosciuto Riccardo nel 2011 alla gMg di Madrid e l’ho frequentato per tutto l’anno seguente quando ci trovavamo alle 8 della mattina davanti a scuola per dire

le lodi prima di iniziare la giornata. dai suoi atteggiamenti, dal suo grande amore verso lui e verso gli altri, dalla gioia che mi trasmetteva ogni giorno semplicemente leggendo frasi noiose di vecchi profeti seduti su un calorifero in una scuola ancora deserta, capivo già a cosa Riccardo era chiamato, doveva solo scoprirlo da se stesso.dopo due anni di messaggi mancati e di vani tentativi di chiamate skype, rivederlo lì, su quell’altare, circondato da sacerdoti, con la camicia da prete e il suo collettino, mi ha fatto un po’ strano; ma poi bastava guardarlo in faccia per vedere che sotto quella tristissima camicia grigia viveva ancora lo stesso Riccardo; quello delle sue eterne tute sportive scompagnate, quel ragazzo che arrivava in ritardo la mattina, sempre col suo motorino anche sotto la pioggia e quel ragazzo che a ogni ora di ogni giorno dell’anno (santa la sua famiglia!) era sempre costantemente in oratorio a portare un po’ di gioia. E sono certo che quel ragazzo non morirà mai, si nasconderà sotto grigie camicie, ma ci sarà sempre, pronto ad avvicinarci a lui.

Davide Vercellone

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Vita di comunità

dopo un anno, anzi, dopo ormai parecchi anni di campiscuola eccoci qui…a Bolgheri, in aperta campagna toscana! sei estenuanti ore di viaggio in treno per arrivare e scoprire che il viaggio è appena iniziato, o meglio, deve ancora iniziare!Beh, ma per fare un viaggio di che cosa abbiamo bisogno? di un paio di scarpe, ovvio! le indossiamo ed ecco, queste ci parlano, indicandoci quelle che i nostri animatori hanno pensato siano le nostre qualità, ma ovviamente anche i nostri difetti. Cos’altro non può mancare? una valigia capiente, in cui infilare il tutto per avere sempre a disposizione quello che ci serve per intraprendere il cammino propostoci dai nostri educatori. Ma il viaggio non lo faremo da soli, e quindi le uniche cose di cui abbiamo bisogno dovranno essere indispensabili e utili anche per i nostri compagni di viaggio. A tutto il resto, e soprattutto a due oggetti che ognuno di noi aveva in valigia, avremmo dovuto rinunciare per l’intera settimana.Man mano che i giorni passavano, seguivamo, tappa

dopo tappa, i due scarponi nel loro cammino e intanto cercavamo di capire a che punto fossimo noi nel nostro. la storia di queste “scarpe parlanti”, la miriade di tabelle da compilare, le attività proposteci e i momenti di incontro e confronto, ci hanno permesso di riflettere molto su che tipo di scarp…ehm persone ci sentiamo e vorremmo essere, sulle persone e i momenti del nostro passato che

Siamo arrivati ad un passo dal cielo

ci hanno segnato, su come ci vediamo fra due anni e come ci piacerebbe essere fra dieci.di momenti duri ne abbiamo passati tutti: se gli scarponi hanno trovato svariati imprevisti nel corso del loro cammino, anche noi ci siamo trovati faccia a faccia con i nostri limiti e difetti e, rimboccandoci le maniche, bilanciandoli con i nostri pregi, ci siamo chiesti come accettarli o come migliorarli…Per fortuna ognuno di noi ha trovato qualcuno disposto a “lavarci i piedi.”. Che fatica però riflettere sulle ragioni dei propri fallimenti, e avere il coraggio (e l’umiltà) di affrontarli insieme, attraverso gli ormai immancabili face to face, che riempivano i momenti liberi e che hanno contribuito al consolidarsi di alcuni rapporti (e a farne nascere di altri).Ma si sa che una volta guadato il Fiume Tormento, si arriva sempre alla Valle dello stupore: e quale sorpresa può farci dio se non una parola del Vangelo personalizzata, dedicata a ognuno di noi?!?Insomma, in otto giorni ne abbiamo viste di ogni: aeroporti

che si trasformano in ‘scuole di vita’. Monasteri dove il duro lavoro nei campi (siamo proprio una generazione di sfaticati!!!) e la testimonianza di alcune suore ci hanno fatto riflettere sulle priorità che abbiamo, sullo spettacolo che può diventare la nostra vita se uniamo le nostre passioni e sogni al disegno che dio ha in mente per noi. un’intensa giornata nel paradiso terrestre dell’Isola d’Elba. Veri e propri show creati e messi in scena in poche ore da noi, per la gioia degli animatori e delle cuoche che hanno passato una serata con le lacrime agli occhi dal ridere. serate alternative tra gelati e

balera. Momenti di preghiera molto toccanti.Anche questa settimana è andata, e si porta dietro non soltanto bellissimi ricordi, nuove amicizie di cui prendersi cura, ma anche impegni concreti che ognuno di noi ha voluto prendersi, per iniziare a costruire, mattone su mattone, la vita che vorremmo per noi.

Kebabbi mosci e fusi

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Vita di comunità

Un campo magico...

Far parte di un gruppo del dopocresima non è un semplice trovarsi tra coetanei, parlare della vita di tutti i giorni e cercare di riflettere con l’aiuto della religione, ma è molto di più. già fosse solo questo non sarebbe né poco né tantomeno semplice. le persone che si incontrano all’interno del gruppo diventano in poco tempo più che amici, molto più che coetanei. diventano compagni di un lungo viaggio e non c’è niente che unisca di più di un percorso comune. Diventano le persone a cui confidare segreti, paure e pensieri. Premettiamo questo per cercare di spiegare tutte le emozioni e le esperienze che si nascondono in un camposcuola e per non rischiare di banalizzarlo, per quanto difficile sia questo compito. Il camposcuola è una settimana unica in cui non si ha paura di essere giudicati. durante la quale si condivide, si prega, si pensa e ci si diverte come singoli e come gruppo, lontani da Milano, dalla propria famiglia e dalla propria quotidianità. È una settimana intensa, da vivere fino all’ultimo minuto. I primi giorni sono sempre un po’ faticosi ma anche la fatica, vissuta insieme, può insegnare molto e rende più interessante quest’esperienza. Il nostro camposcuola si è tenuto al Meriz, una casa don Orione in Val Concei, dove non importa di che gestore tu sia, tanto il cellulare non

prende. la particolarità di questo camposcuola è stata che due gruppi si sono uniti: gli h2O e gli sCIAllI IN WI-FI. All’inizio eravamo tutti perplessi e dubbiosi all’idea di vivere una settimana con persone di un’età diversa dalla nostra e con le quali non eravamo tanto in confidenza, ma il camposcuola serve anche a questo: conoscere meglio noi stessi e altre persone. Il tema di quest’anno è stato harry Potter. Ispirandoci e prendendo spunto da episodi del primo film abbiamo trattato diversi temi, come ad esempio la solitudine, i nostri desideri, l’essere guida e il fare guida. Ogni giorno era completamente dedicato a uno di questi temi: dalla preghiera mattutina al gioco pomeridiano. In questo camposcuola abbiamo vissuto momenti di svago e di riflessione come per esempio una passeggiata in montagna in cui le nostre guide, gli animatori e don Ale, ci hanno spronato ad andare avanti e raggiungere la meta nonostante la fatica e la debolezza. Concludiamo come si conclude ogni camposcuola: quando si chiudono gli occhi e riaprendoli ci si rende conto che la magia è svanita ma possiamo rievocarla grazie alla bacchetta che i nostri animatori ci hanno regalato. In fondo dopo questa settimana siamo diventati un po’ tutti dei maghi come harry!

Paola Longo, Margherita Bonardo, Lorenzo Bonardo, Chiara Pifferi, Riccardo Dall’Oca, Fedra Favini,Marco Zanieri, Lucia Di Gallo, Giulia Lucaccioni, Marta Tonetti

senza campo!

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Vita di comunità

Questo è stato il mio primo campo scuola con l’oratorio…….è stato anche meglio di quanto mi aspettassi…..!!Arrivati lì ci hanno sequestrato tutti i cellulari, la cosa mi spaventava molto, ma sicuramente i giochi e le risate con gli amici hanno compensato le mie quotidiane ore di telefono.

Alla 8 di mattina partiva una canzone che era la nostra sveglia quotidiana…..mamma mia che rumore!Poi si faceva colazione tutti insieme e ancora mezzi addormentati. subito dopo c’era il momento di preghiera in cui si accennava il tema della giornata. Noi avevamo come traccia la storia di Nemo; sulla base del tema si facevano tutti i giochi a squadre della giornata e i format, quei momenti di “riflessione in compagnia”.Poi c’è stato il giorno della passeggiata, tutti con zaino e scarponi su per la montagna! Per me è stato il più faticoso, probabilmente perché io non sono una che ama camminare, però il tempo è passato velocemente tra chiacchierate e anche qualche canzone.Per me il giorno più bello è stato sicuramente quello in cui siamo andati a fare il bagno al lago di ledro. siamo andati a piedi, però il tempo fortunatamente

Elisabetta Vanoli

è stato dalla nostra parte, quasi fin troppo!Arrivati lì praticamente tutti abbiamo fatto il bagno….. l’acqua era un po’ fredda, ma è stato lo stesso divertentissimo.durante tutta la settimana eravamo divisi in due squadre:

i PEsCI PAllA e i PEsCI PAglIACCIO.l’ultima serata è stata la più bella perché la abbiamo organizzata noi ragazzi; c’è stato l’ORIO’s gOT TAlENT!! Ogni squadra doveva preparare una scenetta, una coreografia, una canzone, delle imitazioni e delle “varie”, dove ognuno poteva far vedere il suo talento. È stata bellissima quella serata!!Questo campo scuola è stata un delle esperienze più belle mai fatte ed è un’occasione da cui puoi imparare molto! I temi affrontati sono stati alcuni più facili e altri più impegnativi, però hanno insegnato a tutti qualcosa!grazie alle persone che hanno organizzato tutto questo e

ci hanno sopportato tutta una settimana e ci faranno divertire ancora nel dopocresima….E……. viva i maracañani!!

Meriz, una grande esperienza maracañana

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Vita di comunità

Il nuovo centro ascolto inaugurato il 17 di maggio rappresenta un’importante occasione di riorganizzazione delle varie realtà caritative attualmente operanti in Parrocchia.In particolare si realizzerà un’integrazione fra i vari servizi per consentire una maggior efficienza evitando duplicazioni e sprechi. le realtà esistenti sono:

il Centro di Ascolto Don Orionel’Associazione San Benedetto (Onlus)la “borsa della spesa”

Nel nuovo edificio troveranno posto:un magazzino alimentari, un guardaroba, un ufficio per l’ascolto, una zona ampia nella quale si terrà la cena del Mercoledì.

Nel seguito sono descritte le principali attività di cui ogni entità si occupa.

Accoglienza:È il punto di accesso alla Casa della Carità.

Centro di Ascolto:• Apertura 4 giorni per circa due ore.• Servizi di ascolto volti ad identificare il bisogno.• Supporto per i bisogni immediati, quali indirizzamento ad istituzioni o raccolta richieste di lavoro.

• Valutazione dell’inserimento del bisognoso in un percorso “strutturato: presentazione caso al Centro di Orientamento per verifica possibile integrazione in progetti.• Assistenza individuale: accompagnamento del bisognoso verso le istituzioni (Comune/Regione, Centro di Ascolto Caritas, ecc.). Centro di Orientamento:• Apertura ogni mercoledì per circa due ore.• Gestisce le relazione con gli Assistiti inseriti in progetti e già in carico all’Associazione.• Valuta la possibilità di inserire i bisognosi proposti dal Centro di Ascolto nei progetti di distribuzione Alimenti, Cena del Mercoledì, Pranzi e altri progetti che l’Associazione ha in carico.• Eroga sostegni finanziari su base progettuale o di emergenza (inclusi i bisogni del Centro di Ascolto).• Assistenza individuale: accompagnamento del bisognoso verso le istituzioni (Comune/Regione, Centro di Ascolto Caritas, ecc.).

SERVIZI

Guardaroba:• Apertura due gg. settimanali all’utenza, più uno per il riordino del magazzino.• Offre distribuzione di vestiario ai bisognosi che transitano sia dal centro di Ascolto, sia dal Centro di Orientamento.

Ricerca Lavoro:• Raccoglie le domande provenienti dall’Accoglienza.• Raccoglie l’offerta proveniente sia dai Parrocchiani sia da canali alternativi ed individuali.

Cena del Mercoledì e Pranzo Natale e Pasqua:• Settimanalmente eroga circa 25 pasti ad Assistiti inseriti in questo progetto dal Centro di Orientamento • Organizza i pranzi di Natale e Pasqua per circa 100 ospiti ciascuno.

Distribuzione alimenti:• Distribuzione del “Pacco settimanale”: ai

Il nuovo centro d’ascolto

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Vita di comunità

bisognosi identificati dall’Accoglienza o già in carico all’Associazione san Benedetto; è consegnata una spesa composta sia da risorse provenienti dal Banco Alimentare, sia dagli acquisti dell’Associazione san Benedetto.• Distribuzioni de “La Borsa della Spesa”, provenienti dai deperibili dei supermercati e da finanziamenti pubblici: l’utenza è sia su indicazione del Centro di Ascolto, sia della san Vincenzo.• Distribuzione “occasionale”: per selezionati casi particolari, il Centro di Ascolto propone la distribuzione di viveri senza continuità, prelevando il necessario da un magazzino definito allo scopo e derivato dalle attività precedenti.

Assistenza individuale:• L’Accoglienza sulla base delle proprie disponibilità di risorse e tempo, si fa carico di accompagnare, indirizzare, sostenere economicamente, ossia fa il possibile affinché sia evaso il bisogno degli assistiti.• Tra i servizi: indirizzamento o accompagnamento verso Istituzioni, Caritas Ambrosiana, diocesi di Milano, Enti, AlER, ecc.

APPARTAMENTI Assistenza agli ospiti:• Attività continuativa per tutta la durata dell’ospitalità.•Presidio delle gestione dell’appartamento da parte degli ospiti.• Supporto alla gestione delle attività di manutenzione straordinarie.• Supporto alla gestione dei rapporti tra ospite e datori di lavoro.• Sostentamento economico per le spese straordinarie o

in situazione di difficoltà impreviste.• Supporto alle cure mediche degli ospiti.

Rapporti con le istituzioni:• Gestione dei rapporti con la Fondazione San Carlo.• Gestione dei rapporti con l’ALER.• Gestione delle incombenze economiche.

la riorganizzazione delle attività e dei compiti richiede l’istituzione di attività di coordinamento tra i diversi servizi.Tra le attività di Coordinamento vi sono:

COORDINAMENTO

Consiglio Direttivo:• Formula il programma annuale delle attività da proporre ad approvazione.• Predispone le relazioni sulle attività svolte.• Predispone i bilanci consuntivi e preventivi annuali.• Predispone le relazioni e le attività per la gestione del 5 per mille.• Dirime controversie eventualmente emergenti e non risolte nei relativi ambiti.• Delibera su quanto non di competenza di organi specifici.• Si riunisce almeno tre volte all’anno.• Organizza le attività di raccolta fondi.• Tra gli invitati vi è il Parroco.

Coordinamento Centro di Ascolto e di Orientamento:• Si riunisce una volta al mese.• Propone la presa in carico in progetti di nuovi assistiti.• Coordina le attività tra Centro di Ascolto e Centro di Orientamento.• Discute dei casi più rilevanti per i quali è necessario il coinvolgimento di tutte le strutture (incluso il Consiglio).• Tra i partecipanti vi è il Parroco. Alla luce di quanto presentato appare evidente che la nuova struttura, ancor più di prima, necessità di supporto da parte della Parrocchia in termini di volontari ad esempio, ma altresì determinante è condividere gli impegni e le ambizioni della Carità Parrocchiale con tutti i membri della Comunità, coinvolgendo i giovani perché possano dare slancio vitale alle attività, gli adulti affinché forniscano competenza e risorse.

Fulvio Coppi

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COMUNITA’ APERTA NEWS

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Calcio d’ango

lo

Cari amici sportivi ben ritrovati! Neanche il tempo di finire una stagione ricca di calcio che all’Orione ad agosto si era già in campo (o quasi). Ebbene sì, quest’anno la stagione è iniziata molto presto, è iniziata durante le vacanze, per alcuni sulla spiaggia, per altri in montagna, per altri ancora sui balconi di Milano o nei giardini, insomma chi più ne ha più ne metta. Tutti gli allenatori, dirigenti, giocatori, collaboratori e soci sono scesi in campo per una partita molto più difficile di quelle che si giocano sul campo, la lotta contro la slA.ICE BuCKET ChAllENgE è il nome dell’iniziativa a cui tutti hanno aderito per combattere la sclerosi laterale amiotrofica che colpisce un sacco di persone.Per capire meglio come sono andate le cose facciamo un salto negli states: Ice Bucket Challenge (cioè riprendersi mentre ci si rovescia in testa un secchio di acqua gelata, sfidare alcune persone a fare lo stesso e poi caricare il tutto su YouTube o sui social) nasce come evento-viral tra i giovani, senza alcuna finalità particolare. È stato Pete Frates, ex giocatore di baseball professionista di Boston, a imprimere al fenomeno una svolta decisamente più importante: malato di slA, Pete anziché fare “la doccia” (per via della paralisi a cui l’ha costretto la malattia) ha girato un video in cui si muove sulle note di Ice Ice Baby, brano di Vanilla Ice e portando la Ice Bucket Challenge a essere fenomeno globale: dona per la ricerca contro la slA. O fatti una doccia gelata. O fai entrambi.Anche l’Orione ha dato il suo contributo. una volta

rientrati tutti alla base abbiamo raccolto le nostre donazioni facendo un unico bonifico a nome della società. Missione Compiuta per l’Orione che si è portata il lavoro in vacanza. (In Italia l’organo competente per la raccolta fondi è l’AIslA – Associazione Italiana sclerosi laterale Amiotrofica, sul sito www.aisla.it è possibile recuperare tutte le informazioni per poter dare il proprio contributo attraverso una donazione.)Per l’agonismo si inizia presto a fine agosto, tutti sui campi per allenarsi duramente e poi tutti a serina per il ritiro. Cinque giorni pieni di calcio, passione, amicizia, condivisione e tanto tanto divertimento. si lavora duro ma il tempo per scherzare si trova sempre, almeno chi si è

beccato qualche secchiata d’acqua dopo l’allenamento lo sa bene (cerca su facebook alla pagina us Orione i video e le foto del ritiro, oppure sul sito www.usorionemilano.it)Tante sono le novità, tante le iniziative che si stanno portando avanti per rendere ogni giorno la società più efficiente e competitiva. Tante sono le persone che danno il proprio contributo e che si impegnano per un obbiettivo comune, la crescita dei ragazzi sia sportiva che umana, sia singolarmente che di squadra sono le fondamenta della

Nuova stagione, nuova challenge!

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Calcio d’angolo

società. grazie al lavoro di tutti si sta facendo un ottimo lavoro, solo quest’anno sono arrivati più di 50 nuovi ragazzi. Auguriamo a tutti una stagione ricca di sport, divertimento ed emozioni.

STRUTTURA DELLA SOCIETA’Presidente e dir. sportivo Agonismo: giovanni uggeriVicepresidente: Aldo gardini Segretario: Camillo Farioli Direttore sportivo Pre-Agonismo: Nicola Bordino

ALLENATORITerza categoriaAllenatori: Tonino Russo – Paolo lanza - simone Crepaldidirigenti: stefano de MasJunioresAllenatori: Maurizio Battilani - gerardo Pugliesedirigenti: Francesco RoccoAllievi A 1998Allenatori: Massimo Puricelli - giulio Filisettidirigenti: Filippo lucrezi - Paolo Invernizzi Allievi B 1999Allenatori: Claudio sommaruga – Pierangelo deambrosi – Matteo deambrosidirigenti: Bruno Morabito – Massimo Contro – Alberto TremoladaGiovanissimi A 2000Allenatori: Beppe Cennamo - Franco Michielindirigenti: Fabio guerrini - Tommaso spinolaGiovanissimi B 2001Allenatori: Michele Ceci - Mauro Toso – Franco Marinonidirigenti: Roberto Vecchio - Massimo zanieri

Esordienti 2002Allenatori: luca Ceci - Valeriano Pedrabissi – Roberto Rossidirigenti: Carlo Pinaroli - Andrea gelatiEsordienti 2003 squadra AzzurraAllenatori: Beppe Vianello - Matteo Rivadirigenti: Alessandro Tempera - Michele Iogna - gianpaolo CesanaEsordienti 2003 squadra BiancaAllenatori: Bruno Benassi Pulcini 2004Allenatori: Riccardo Iannuzzi Dirigenti: Paolo Salamina – Taufik El DosoukiPulcini 2005Allenatore: gabriele uggeri - gabriele Vitali – Michele Pagliadirigenti: Antonio de FanisPulcini 2006Allenatore: Erik de gregorio - giacomo Castiglioni - Alberto Ardentidirigenti: Paolo InvernizziPiccoli amici 2007/2008Allenatori: Roberto Rossi (supervisore) – Michele dalla sega – Mattia lanzi - Riccardo Mazzola – Manuel Paladirigenti: Alberto dall’Arche PortieriMassimo Toriani – daniele Arrigo – Tommaso giulini - Alessandro Tracca ARBITRIMassimo Toriani – Alessandro Tempera - Beppe Cennamo - Filippo lucrezi - sergio Vianello - Ivano granata

Luca CeciTERZA CATEGORIA

1 Osl Corsico 62 Fatima 43 Atletic Rozzano 33 s.Rita Vedetta 33 Orione 3

JUNIORES1 Frog Milano 61 sp. Valleambrosia 61 Orione 64 Valentino Mazzola Pieve 35 Oratorio s.gaetano 3

ALLIEVI A1 Triestina 62 Baggio II 42 Barona 42 Iris 48 Orione 0

ALLIEVI B1 Accademia gaggiano 62 Cesano Boscone 42 Trezzano 42 Travaglia 47 Orione 0

GIOVANISSIMI B1 Muggiano 61 Alcione 61 Olmi Cesano 64 Barona 36 Orione 0

www.usorionemilano.itGIOVANISSIMI A

1 Basiglio Milano 3 61 Rogoredo 63 Forza e Coraggio 33 santa Rita Vedetta 35 Orione 0

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In

bacheca

Ottobre20141 M

2 G

3 V

4 S

5 D

6 L Incontro con il Cardinale O’Malley in Duomo h. 21.00

7 M

9 G

8 M

10 V “Chi ben comincia” festa di apertura

12 D Saluto a don Renzo, messa unificata h.10.30 a seguire pranzo (prenotarsi in segr.)

13 L

14 M

15 M

16 G

17 V

18 S

19 D Battesimi comunitari h.16.00

20 L Catechesi superiori h. 18.30

21 M

G23

22 M Catechesi educatori h. 21.00

V24

S25

D26 Ingresso don Valeriano e mandato operatori pastorali, messa unificata h.10.30

L27

M28

11 S “Chi ben comincia” festa di apertura

Venerdì 10, sabato 11 e domenica 12

ottobre

Chi ben comincia!

Domenica 12 ottobre

Saluto a don Renzo

messa unificata ore 10,30

pranzo a seguireprenotarsi in segreteria

29 M

G30

V31

festa di apertura delle attività dell’oratorio

Domenica 26 ottobre

Ingresso don Valerianoe mandato operatori pastorali

messa unificata ore 10.30

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Don Renzo Vanoi 2002-2014

Don Valeriano Giacomelli 2014-....