Comuni di confine: Voglia di secessione? Federalismo fiscale · welfare funziona bene. Anche se...

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Anno XXIII - N° 1 Gennaio - Marzo 2011 Periodico Trimestrale Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27-02-2004 n. 46) Art. 1, Comma 1, CB - NO/GE n. 0880/2009 Comuni di confine: Voglia di secessione? Un problema da risolvere Federalismo fiscale: l’Italia unita passa anche da questa riforma?

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FEDERBIM

Anno XXIII - N° 1Gennaio - Marzo 2011Periodico Trimestrale

Poste Italiane S.p.A.Spedizione in abbonamento postaleD.L. 353/2003 (Conv. in L. 27-02-2004 n. 46)Art. 1, Comma 1, CB - NO/GEn. 0880/2009

organo ufficiale dellaFederazione Nazionale dei Consorzi di Bacino Imbrifero Montano

e della Federforeste

www.federbim.it www.federforeste.org

Comuni di confine: Voglia di secessione?Un problema da risolvere

Federalismo fiscale:l’Italia unita passa anche da questa riforma?

Copertina 23-03-2011 23:24 Pagina 1

FederbimFederbim è la Federazione Nazionale dei Consorzi di Bacino Imbrifero Montano.

Costituita in ente morale con D.P.R. n° 194 del 31/01/1964 si pone l’obiettivo di ridistribuire sui territorimontani le risorse provenienti dai sovracanoni annui degli impianti idroelettrici,

risorse finalizzate alla crescita culturale ed economicadelle popolazioni montane.

DIRIGENTI FEDERBIM ANNO 2008 - 2013Presidente: Personeni Carlo

Vice Presidenti: Petriccioli Enrico - Vicenzi RenatoPresidente dell’Assemblea: Barocco Giovanni

Giunta Esecutiva: Boitano Giovanni - Iachetti Franco - Pederzolli GianfrancoPlangger Albrecht - Rancan Franco - Romano Domenico - Egildo Spada - Svaluto Ferro Pier Luigi

ORGANO DI CONTROLLOPresidente: Gentile Mario; Membri effettivi: Baccino Ilario - Zardet Battista

Membri Supplenti: Cosaro Virgilio - Donalisio Gabriele

FederforesteFederforeste, è nata come “Federazione Nazionale delle Forestali e delle Collettività Locali”, è sortanel 1981 con lo scopo di coordinare, tutelare e valorizzare l’opera dei Consorzi Forestalie delle Aziende Speciali – consorziali e/o singole –nella gestione razionale degliartt. 139-155 del R.D.L. n° 3267/1923 e successive norme legislative.

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE ANNO 2010-2013Presidente: Gabriele Calliari - Past President: Pier Luigi Ferrari Componenti Direttivo: Rocco De Marco, Aniello Ascolese, Marino Zani, Danilo Merz, Rizzo Claudio, Raimondo Balicco,Andrea Montresor, Pier Paolo Camporesi, Massimo Albano

ORGANO DI CONTROLLOEnrico Petriccioli, Fausto Bianchi, Antonio BisoCoordinatori Regionali: Giovanni Maiandi, Lodovico Molinari, Leonardo Nocentini, Remo Tomasetti, Paolo Di Fonzo,Vincenzo Fatica, Mario Bersani

Copertina 23-03-2011 23:25 Pagina 2

SSoommmmaarriiooSommario

Editoriale p. 2

Comuni di confine: Voglia di secessione?Un problema da risolvere p. 3

Federalismo fiscale:l’Italia unita passa anche da questa riforma? p. 4

Montagna, una legge “per cominciare” p. 6

Università della Montagna, a Edolo un avamposto culturale p. 9

Quella volta che Indro Montanelli scrisse sul Corriere della Seraun articolo sul Consorzio BIM di Sondrio p. 14

Comuni, nuove tecnologieper ridurre la bolletta energetica p. 18

I vantaggi che piovono dal cielo p. 20

“Chiare fresche dolci acque” p. 21

Premio Federbim Valsecchi 2010:graduatoria finale p. 26

Nuove nomine p. 27

Federforeste p. 29

www.federbim.it

Rivista Trimestrale della FEDERAZIONE NAZIONALEDEI CONSORZI DI BACINO

IMBRIFERO MONTANO

Anno XXIII - N. 1GENNAIO - MARZO 2011

Presidente FederazioneCarlo Personeni

DirettoreEnrico Petriccioli

Direttore ResponsabileGiampiero Guadagni

Comitato di RedazioneRenato Vicenzi

Enrico PetriccioliGiovanni Barocco

Egildo SpadaGiovanni Boitano

Segreteria di RedazioneFederbim

Gianfranco De Pasquale00185 - Roma

Viale Castro Pretorio, 116tel. 06 4941617

FederforesteVincenzo Fatica

Via Giovanni XXIII, 361040 - Frontone (PS)

Redazione EditorialeCTP Service s.a.s.

17047 - Vado Ligure (SV)tel. 019 2076809 - [email protected]

IllustrazioniArchivio Federbim

Archivio Federforeste

Autorizzazione del Tribunale di Roman. 476 del 29.7.1989

Associato all’USPIUnione Stampa Periodica Italiana

StampaBrigati Glauco

16164 - Genova Pontedecimotel. 010 714535

sommario 24-03-2011 14:56 Pagina 1

EEddiittoorriiaalleeEditoriale

2 Federbim

Alla fine, dunque, il 17 marzo – anniversa-rio dei 150 anni dell’Unità d’Italia - èstato un giorno di Festa nazionale a tutti

gli effetti civili. Una decisione giusta e condivi-sibile; così come non mancavano di qualche ra-gione le perplessità del mondo industriale, chetemeva un pesante stop della produttività inquesto periodo di crisi, con nuovi e maggiorioneri a carico della finanza pubblica e delle im-prese private. Il Governo, anche andando in-contro alle attese del Presidente della Repub-blica Giorgio Napolitano, ha trovato una for-mula che ha soddisfatto tutti, o quasi. Meglio così. L’Italia ha bisogno di serenità ecertamente non di continui motivi di conflitto.Ha bisogno di chiare scelte politiche ed econo-miche e non di alibi per rimanere fermi, aspet-tando il Godot della ripresa. I territori e la gente di Montagna hanno sem-pre dato un esempio in questo senso: rimboc-candosi le mani per difendere i loro diritti e leloro specificità. Lo hanno fatto nelle diversefasi storiche della storia unitaria; avendo negliultimi 50 anni uno strumento prezioso in più:la Federazione Nazionale dei Consorzi di Ba-cino Imbrifero Montano, nata (scherzi del de-stino, un altro 17 marzo, quello del 1962) perpromuovere lo sviluppo economico delle TerreAlte, risarcendo almeno in parte gli abitanti deidanni dovuti alla presenza di bacini, impianti ereti di distribuzione idrolettrica, attraverso lagestione delle entrate dovute dal sovracanoneversato dai concessionari di derivazioni d’ac-qua pubblica.Con il passare degli anni Federbim ha as-sunto sempre più un ruolo propositivo perdeterminare la normativa in materia, diven-

tando interlocutore fisso delle forze politichee istituzionali. E in una stagione di trasformazione degli as-setti dello Stato in senso federalista, Federbimpuò con ragione e orgoglio presentarsi comeun esempio di federalismo ante litteram. Un fe-deralismo capace di unire e di alimentare sensodi responsabilità.Per tutto questo, la bandiera di Federbimsventola in questi giorni insieme alla bandieraTricolore.

Carlo Personeni

I 50 anni di Federbim “dentro”i 150 anni dell’Unità d’Italia

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Esiste una realtà di “confine” per circa 450 de-gli oltre 2.500 Comuni che fanno parte dellaFederbim. Situati tra le Regioni ordinarie Pie-

monte, Lombardia e Veneto e le Regioni a StatutoSpeciale (Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige,Friuli-Venezia Giulia), le Province Autonome e laricca Svizzera, sono quasi tutti Comuni montani,con una consistenza di circa 250 mila abitanti, interritori disagiati, con poche risorse e a stretto con-tatto con Comuni “ricchi”, che fanno investimentie che, soprattutto, non sono costretti a tassare i cit-tadini per far quadrare i bilanci comunali.Da parecchio tempo, ormai, si registra uno stillici-dio continuo: cittadini di queste zone, in partico-lare giovani coppie, emigrano verso i Comuni deiterritori a Statuto Speciale allettati da contributivari a fondo perduto: personali, per la prima casa,per le aziende commerciali e artigiane, per il dirittoallo studio, e cosi via di seguito.Ai loro Amministratori, come osserva il Presi-dente di Federbim Carlo Personeni, non resta al-tro che constatare questa continua perdita senzapotervi porre rimedio, nonostante tutti gli sforzicompiuti per chiudere la normale gestione ammi-nistrativa del proprio ente e tutti i sacrifici postiin essere per non rinunciare ai necessari investi-menti strutturali.Molti, tra i Comuni interessati, si stanno ora orga-nizzando - con un grande spirito di solidarietà in-dipendentemente dall’appartenenza politica - edhanno deciso di costituire l’Associazione dei Co-muni di Confine (Ass.Com.Conf.), con l’obiettivodi realizzare un unico e consistente fronte comuneche consenta di ottenere un riconoscimento con-creto per i disagi derivanti dalla “confinanza”.Una potente accelerazione a questo processo èstata prodotta dalla riduzione del Fondo di Soli-darietà per le aree disagiate e depresse a cui quasitutti questi Comuni attingono. Nel prossimo fu-

turo sarà quindi ancora meno facile fermare il fe-nomeno migratorio a favore dei Comuni dove ilwelfare funziona bene. Anche se sarà necessariospostare la propria residenza in una Regione di-versa (Piemontesi in Valle d’Aosta, Lombardi inAlto Adige o Trentino, Veneti in Trentino oFriuli Venezia Giulia) i vantaggi sono così rile-vanti che il fenomeno assumerà presto dimen-sioni importanti e preoccupanti per le Ammini-strazioni di origine.Ai Sindaci interessati rimane oggi una sola solu-zione: spostare i Confini del proprio territorio. Sitratta di un processo di “secessione” vero e pro-prio e ne è conferma la notizia di questi giorniche la Provincia di Belluno ha espresso il deside-rio di trasferirsi in toto dal Veneto al TrentinoAlto Adige e in merito indirà un Referendum (divalore puramente consultivo, poiché il tutto ri-mane vincolato da norme costituzionali non de-rogabili).Anche per conto di tutti i Comuni che ci ono-riamo di rappresentare, auspichiamo che la “poli-tica” prenda atto di queste situazioni. Il processodi federalismo fiscale in corso di realizzazione -se saprà tenere conto anche di queste problema-tiche, con un occhio di riguardo per i territorimontani e di confine - potrà contribuire in ma-niera consistente al “raffreddamento” di questifenomeni di migrazione, garantendo a questa no-stra gente (che già sopporta grandi ed importantisacrifici con lo sfruttamento dei suoi territori edelle sue risorse) indennizzi equi e proporzionalialle specifiche realtà territoriali.Un invito speciale da tutta la nostra Federazioneai parlamentari di ogni schieramento perché ten-gano nelle dovute considerazioni queste impor-tanti istanze dei “Comuni di Confine”.

Giampiero Guadagni

Comuni di confine: Voglia di secessione?Un problema da risolvere

PPrriimmoo PPiiaannooPrimo PianoLivigno (SO)

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Autonomia e responsabilità. Meno tasse,meno sprechi, più efficienza. Con questeparole d’ordine il Ministero dell’Economia

ha spiegato il federalismo fiscale in una serie dischede che sono state illustrate nelle settimanescorse a Palazzo Chigi.“Una riforma che unisce l’Italia”, l’ha definitail Ministro leghista della Semplificazione Ro-berto Calderoli. Ecco di seguito gli otto decreti legislativi, di cuisi compone la riforma del Federalismo fiscale,alcuni già approvati e altri ancora in itinere.Fisco municipale. Da una partel’arrivo della cedolare seccasugli immobili, che rap-presenterà un risparmiod’imposta per i proprie-tari sopra un certo red-dito; dall’altra lo sbloccodell’addizionale comunale, chepotrebbe rappresentare un aggravio per i cit-tadini. E poi la tassa sul soggiorno che, per icomuni che l’applicheranno, potrebbe rap-presentare un contributo fino a 5 euro algiorno da parte dei turisti per la gestionedella città che stanno visitando.Certamente, una volta concluso l’iter legislativoe calate nelle realtà, le norme contenute nel re-lativo decreto legislativo potrebbero non avereun impatto neutro nelle tasche dei cittadini. Ilsaldo complessivo – ha certificato la Ragioneriadello Stato – fatti tutti i conti, sarà uguale azero. Ma, come sempre accade quando si sce-glie in campo fiscale, sui singoli contribuentisaranno possibili risparmi e aggravi. Federalismo demaniale. Sviluppa la valorizza-zione del patrimonio pubblico, attribuendo ibeni ai territori dove si trovano. Un modo per

recuperare risorse dalla valorizzazione di beniprima improduttivi.Fabbisogni standard enti locali. I “fabbisognistandard” sono il costo efficiente di un servizioe sostituiscono la “spesa storica” (più spendevi,più eri premiato). Saranno pubblicati sul sitoweb di ogni ente locale, tra il 2011 e il 2013. Icittadini potranno controllarne il rispetto.Roma Capitale. Il decreto configura l’ordina-mento provvisorio di Roma Capitale, in attesadell’attuazione della disciplina delle città me-tropolitane. Nasce dunque, in luogo del co-

mune di Roma, l’ente territoriale“Roma Capitale” e il consi-

glio diventa una sorta diparlamentino.Autonomia fiscale e altrienti territoriali. Vantaggi

fiscali per i contribuenti:l’Irap potrà essere azzerata.

L’addizionale Irpef regionale potrà tenereconto dei figli a carico. La compartecipazioneIva sarà legata al riscosso sul territorio e nonpiù, come oggi, ai consumi Istat che premianochi evade. Costi standard della sanità. Vienescritta la parola “fine” sui ripiani statali delpassato.Perequazione infrastrutture. Finanzia gradiprogetti infrastrutturali. Si effettua una ricogni-zione completa dei deficit infrastrutturali. Indi-vidua gli interventi necessari a evitare la disper-sione di risorse.Armonizzazione dei bilanci. Permetterà di di-sporre di bilanci pubblici omogenei, elaboraticon le stesse metodologie contabili. I bilanci sa-ranno pubblicati in modo comprensibile a tuttisu Internet.Premi e sanzioni. Il decreto legislativo intro-

AAttttuuaalliittààAttualità

Federalismo fiscale: l’Italia unitapassa anche da questa riforma?

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Il punto sui decretilegislativi, alcuni già appro-

vati altri in itinere

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duce premi per i virtuosi e sanzioni per gli inef-ficienti. Tra queste il “fallimento politico” perchi dissesta un ente locale. Riguarda anche ilPresidente di Regione che viola piani di rientrosulla sanità e porta per due anni al massimol’addizionale Irpef (3%). Il suo partito subisceil taglio del 30% del finanziamento pubblico.Ecco un mini-vademecum per valutare chi ciguadagna e chi ci potrebbe perdere con il fede-ralismo municipale.CEDOLARE SECCA - Nessuno ci rimette,molti potrebbero risparmiare. È questo l’im-patto dell’arrivo di una tassazione che, l’ultimaversione del decreto, prevede al 21% sulla pi-gione pagata per tutti i contratti e del 19% suquelli “agevolati”. Ora, invece, i guadagnivanno tassati con la progressività dell’Irpef econ l’imposta annuale di registro del 2%. Se-condo i calcoli di Confedilizia il guadagno c’èsopra i 15 mila euro di reddito per tutti i con-tratti e sopra i 28 mila euro per quelli agevolati.Nessuno comunque ci potrà perdere, perché ri-mane la possibilità di applicare la vecchia nor-mativa. Gli inquilini, poi, se il proprietario sce-glie la cedolare, non avranno rincari d’affitto,nemmeno gli adeguamenti annuali all’Istat.SBLOCCO ADDIZIONALE IRPEF - È que-sta la voce che può comportare un aggravio peri cittadini. La scelta - e la responsabilità - saràdei singoli comuni e comunque dovrà rispet-tare dei paletti di crescita annuale. Il testo pre-vede ora la possibilità anche di un rincaro re-troattivo sul 2010. Certo, dopo le strette ai bi-lanci delle ultime due legislature, non è difficileimmaginare che lo sblocco di questa leva fi-

scale sarà utilizzato realmente dagli enti locali.COMPRAVENDITE - Sconto fiscale dell’1%in arrivo sui trasferimenti immobiliari dal 2014.È prevista una profonda riforma che semplificale attuali imposte di registro, catastali e ipote-carie. Arriva una sola imposta del 9% sui beniin genere, del 2% sulle prime case. Il tributominimo da pagare è di 1.000 euro. Oltre allosconto, rispetto al cumulo delle tasse attuali, ècerto una semplificazione.IMU SOSTITUISCE ICI - L’Imu arriva nel2014, si applicherà sulle seconde case e assor-birà sia l’Ici sia l’Irpef che si paga sulle se-conde case. Previsto il dimezzamento per lecase in affitto. Il Pd ne ha evidenziato le ca-ratteristiche di tassazione patrimoniale (nonsi applica sul reddito ma sui beni posseduti,come l’Ici). I calcoli del governo hanno sti-mato un impatto neutro: l’Imu avrà un’ali-quota del 7,6% che sarà di “equilibrio” persostituire il gettito attuale dell’Ici e dell’Irpefseconda casa.TASSA TURISMO E DI SCOPO - Le prevedel’ultimo testo ma non sono novità assolute. Latassa di soggiorno - introdotta dalla riforma co-stituzionale del titolo V - la pagheranno i turistiper il pernottamento nelle città turistiche ed’arte: sarà al massimo di 5 euro e viene conte-stata dagli albergatori. C’è poi l’imposta discopo per realizzare infrastrutture e servizi: lapagheranno solo i cittadini che ne benefice-ranno; era già stata introdotta con la finanziarianel 2007 ma mai attuata.

Giampiero Guadagni

5Federbim

Morterone (LC)

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Nelle settimane scorse l’Aula della Cameraha approvato pressoché all’unanimità le“Disposizioni in favore dei territori di

montagna”, il testo unificato delle proposte dilegge Brugger e Zeller, Quartiani edaltri, Caparini ed altri, Bar-bieri, d’iniziativa del Con-siglio regionale dellaValle d’Aosta. Il provvedimento biparti-san, ora all’esame del Se-nato, prevede che lo Statopossa destinare risorse ag-giuntive ed effettuare interventispeciali in favore di determinati comuni,province, città metropolitane e regioni dei territoridi montagna, al fine di promuovere lo sviluppoeconomico, la coesione e la solidarietà sociale e ri-muovere gli squilibri economici e sociali.Per Federbim la nuova legge “non può essereconsiderata come una vera proposta di riformadella L 97/94, che i territori di Montagna atten-dono ancora con speranza”.Certamente, “questo nuovo testo contiene qualcheindicazione positiva, a riguardo ad esempio degliusi civici e della forestazione, ma è carente dalpunto di vista Istituzionale federalista, sul pianodelle energie rinnovabili, e su quello delle risorsepreviste nel Fondo Integrativo. Inoltre i servizipubblici vanno garantiti davvero e non solo difesicon le buone intenzioni”.Insomma, “la Montagna ha bisogno di politicheorganiche e strutturali e non d’interventi-spot,per quanto utili”. Federbim comunque ringraziail GAM per quanto fatto “ma la partita per il fu-

turo della Montagna, in questa situazione di crisi,è solo iniziata”.Si punta soprattutto su un fondo integrativo di 6milioni di euro distribuiti per oltre 4 mila Comuni.

Sostanzialmente con poco più di 1.000euro all’anno in media, con i

quali ogni Comune do-vrebbe potenziare i servizipubblici locali di compe-tenza: scuola, risorse idri-che, turismo, lavoro, pre-

sidio del territorio.Obiettivo della legge è di sal-

vaguardare e valorizzare le specifi-cità culturali, economiche, sociali e am-

bientali dei comuni montani, così da evitare lo spo-polamento dei territori e contenere la tendenza al-l’innalzamento dell’età media delle popolazioni.Il testo ridefinisce il quadro normativo relativo ai

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Montagna,una legge “per cominciare”

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La Camera haapprovato quasi all’unani-

mità un provvedimento biparti-san. Ma la partita è ancora

tutta da giocare

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criteri di individuazione dei comuni da conside-rare montani. In particolare viene richiesto, oltreal requisito dell’altitudine, la presenza di partico-lari situazioni di svantaggio sociale ed economicodovute alla fragilità del territorio, alla marginalitàdelle aree ed alla limitata accessibilità dei territorimontani.Viene istituito il Fondo nazionale integrativo peri comuni montani, destinato al finanziamento diprogetti di sviluppo socio-economico, anche a ca-rattere pluriennale per il potenziamento e la valo-rizzazione dei servizi pubblici e della presenzadelle pubbliche amministrazioni, del sistema sco-lastico, delle risorse energetiche ed idriche. Sono previsti poi incentivi per l’utilizzo dei ter-ritori incolti di montagna e per l’accesso dei gio-vani alle attività agricole e per l’agricoltura dimontagna, per lo sviluppo del turismo montanoe degli sport di montagna e per le politiche diforestazione.Arriva anche un certificato di ecocompatibilitàche potrà accompagnare il legno e tutti i suoi de-rivati che provengano da boschi gestiti con criteridi ecocompatibilità. I boschi possono essere giàesistenti, ma possono anche essere di nuova for-mazione purché siano utilizzate specie indigenedi pregio e a lungo ciclo di maturazione.I rifugi di montagna vengono ridefiniti comestrutture ricettive custodite, presso zone disagiateo isolate di montagne, idonee a ricovero, ristoro esoccorso a sportivi ed escursionisti. I requisiti deirifugi di montagna sono stabiliti dalle regioni edalle province autonome. Viene inoltre dispostoche gli immobili del demanio statale, di proprietàdel Ministero dell’economia e delle finanze o delMinistero della difesa, in uso come rifugi di mon-tagna, non possono costituire oggetto delle ope-

razioni di dismissione e di cartolarizzazione. Il sì del Parlamento è naturalmente molto ap-prezzato dalle forze politiche che hanno soste-nuto il provvedimento. Nella sua dichiarazione divoto, l’onorevole Erminio Angelo Quartiani, de-putato del Pd e Presidente del Gruppo parla-mentare Amici della Montagna, ha rivendicato imeriti del suo partito “che ha chiesto di inserirlanel calendario dell’aula nella quota di leggi riser-vate all’opposizione”. Queste norme, ha aggiuntoQuartiani, “sono un primo passo in avanti perpromuovere la montagna e lo sviluppo equili-brato di quei territori. La montagna in Italia - haproseguito Quartiani - a causa delle caratteristi-che territoriali del nostro Paese ha una impor-tanza enorme. Quei territori necessitano perciòdella presenza dell’uomo così da impedire il dis-sesto idrogeologico che avrebbe ripercussioni an-che in pianura. Per questo la Costituzione all’art.44 chiede al legislatore di intervenire a favore deiterritori montani. È molto positivo, poi, che lalegge approvata sia di iniziativa parlamentare, enon del governo, e che contenga alcuni interventia favore dei territori montani, essenziali per de-terminare la coesione sociale, economica e terri-toriale; e proprio per questo è fondamentale lapresenza dell’uomo in quelle zone in modo che ilterritorio sia vigilato, monitorato e lavorato. Lamontagna - ha concluso Quartiani - è un valorenon un problema”.Sulla stessa lunghezza d’onda, dal fronte dellamaggioranza, il leghista Davide Caparini, Presi-dente della commissione bicamerale per le que-stioni regionali. Anche secondo Caparini “lamontagna è una risorsa da valorizzare e non unproblema da affrontare come purtroppo troppospesso è stato fatto con una logica meramente as-

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Val di Fassa - Trentino-AltoAdige

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sistenzialista: il testo approvato segna la svoltacompiuta dal legislatore e consentirà, finalmente,di esaltare le specificità ambientali, culturali edeconomiche della montagna”. Alla montagna, hasottolineato ancora Caparini, “serve la sburocra-tizzazione per sollevarla da tanti oneri incom-prensibili, servono agevolazioni senza l’interme-diazione politica. Per questo siamo soddisfattiche, tra le misure contenute nella legge – ha pro-seguito il deputato della Lega Nord - c’è la con-ferma dell’apprezzatissima agevolazione sul ri-scaldamento, Gpl e gasolio estesa allo sfrutta-mento delle biomasse, in una visione ecocompati-bile dell’energia in montagna. Ricordo anche lavalorizzazione delle risorse energetiche con lacompartecipazione degli enti locali agli utili dellosfruttamento idroelettrico”.

Forte delusione è stata espressa da Anci e Un-cem. “Questo testo non sembra collocarsi dentroil processo federalista in atto”, afferma MauroGuerra, Coordinatore Nazionale Anci PiccoliComuni. Per Guerra “in questo disegno di leggenon viene fornito ai territori montani nessunreale strumento di autonomia e di incentivo coe-rente con un processo di riforma federalista”. Critico anche il Presidente dell’Uncem, EnricoBorghi: “La proposta normativa accolta dall’auladella Camera dei Deputati risulta ancora più ar-retrata rispetto alla vecchia legge per la montagna97/94, non tenendo conto della complessità edell’ evoluzione del sistema territoriale montanosotto i profili culturali, ambientali ed economici”.

Giampiero Guadagni

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Ayas (AO) - bosco Verra

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Le montagne coprono circa il 40% del terri-torio dell’Unione Europea, sono abitate dal20% della popolazione complessiva ma of-

frono direttamente o indirettamente risorse e ser-vizi alla collettività. In Italia le aree montane co-stituiscono il 54% del territorio nazionale e sonoabitate da 11 milioni di persone, il 18% della po-polazione nazionale (dati Istat). La tendenza allospopolamento che ha caratterizzato queste zonenegli ultimi decenni trova motivazioni di carat-tere economico, sociale e culturale. L’elevata na-turalità e biodiversità, i paesaggi, beni stra-tegici come l’acqua, il suolo, leproduzioni tradizionali, i luo-ghi per lo svago e il tempolibero sono le ricchezzeche le montagne offronoche, se ben gestite, nerappresentano le oppor-tunità di sviluppo.La gestione per la con-servazione e lo sviluppodurevole delle aree montanepassa attraverso la prevenzionedel dissesto idrogeologico, la cura e la ge-stione della risorsa idrica, la conservazionedella diversità biologica e socio-culturale, laproduzione di tipicità e qualità, la salvaguardiadi paesaggi attraenti per lo sviluppo del turi-smo sostenibile. La competitività della montagna si esprimesolo attraverso la qualità di tutto ciò che è ingrado di offrire, in ogni ambito. Un modello disviluppo basato su questi presupposti richiedel’intervento dell’uomo. La complessità delloscenario però richiede un elevato grado di con-sapevolezza delle opportunità del sistema e unapreparazione adeguata, in grado di fornire glistrumenti teorico-pratici necessari per pro-grammare, guidare e attuare il processo di svi-

luppo, utilizzando tecnologia e innovazione perrendere competitivi e vincenti territorio, tradi-zione e qualità.La necessità di figure professionali preparate dicui le aree montane hanno bisogno spesso siscontra con una realtà caratterizzata dalla pro-gressiva riduzione di servizi e opportunità, chedisincentiva la permanenza soprattutto dei gio-vani, incoraggiando la ricerca di condizioni piùfavorevoli al di fuori del contesto valligiano. Chilascia le montagne per affrontare esperienze pro-

fessionali e/o formative difficilmente vi faritorno, impoverendole di ciò che è

essenziale per lo sviluppo: unagenerazione consapevole e

preparata, dotata deglistrumenti culturali e tec-nico-operativi adeguati.Per contro, negli ultimianni si osserva un cre-

scente, interesse nei con-fronti delle aree montane da

parte dei giovani provenientianche da contesti urbani, manife-

stato sia nelle scelte formative che professio-nali. Tra le iniziative volte a favorire tale ten-denza vi è sicuramente l’”Università della Mon-tagna”, sede decentrata a Edolo (BS) dell’Uni-versità degli Studi di Milano, che testimoniacome il sistema universitario possa avere unruolo significativo nella sfida mirata a frenare edinvertire i processi che portano alla marginalizza-zione crescente del territorio montano.

L’attività formativa: il Corso di Laurea inValorizzazione e Tutela dell’Ambiente edel Territorio Montano

Il Corso di Laurea, istituito a Edolo nel 1996dalla Facoltà di Agraria dell’Università degli

Università della Montagna, a Edolo un avamposto culturale

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Nella sede decen-trata dell’ateneo milanese ilcorso di laurea in Valorizza-

zione e tutela dell’ambiente e delterritorio montano e il centro di

studi applicati per la ge-stione sostenibile

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Studi di Milano, rappresenta una positiva espe-rienza di decentramento di un’attività forma-tiva universitaria per la montagna. È un esem-pio di fruttuosa collaborazione tra il mondo ac-cademico e gli Enti locali (Comune di Edolo, laCciia di Brescia, il Consorzio BIM di Valle Ca-monica, la Provincia di Brescia, la ComunitàMontana di Valle Camonica) che ne hanno for-temente voluto la realizzazione.Le modalità didattiche, il gradimento da partedegli studenti, attualmente 165 nei tre anni dicorso, e le ricadute territoriali determinatedalle numerose professionalità formate pressola sede edolese, rendono unica questa espe-rienza a livello nazionale. L’obiettivo è quello di formare professionalitàche, sia nella progettazione di interventi chenella gestione del territorio sappiano dare cen-tralità alle peculiarità montane, introducendoinnovazione metodologica e operativa in aree ilcui futuro sviluppo dipenderà in gran partedalla capacità di adottare nuovi approcci. Oltre al corso di laurea istituzionale e alle ricer-

che condotte in un centro interdipartimentalededicato ai temi della montagna, la sede diEdolo organizza sistematicamente giornate distudio e seminari rivolti non solo agli studenti,ma anche agli operatori su tutte le tematichechiave che riguardano il territorio montano.Per queste attività extracurriculari vengonochiamati esperti qualificati che contribuisconoa fare della sede universitaria di Edolo un polodi riferimento per tutto il territorio, un avam-posto culturale fruibile dagli studenti ma anchedai tanti interessati e appassionati di montagna. L’opportunità di diventare professionisti ca-paci di svolgere attività connesse con l’am-biente montano, la tutela del territorio, lo svi-luppo di attività agricole e turistiche attraversoun modello formativo innovativo e dinamico,dove la didattica specifica si svolge nella realtàmontana, è stata colta da numerosi giovani, an-che di provenienza urbana. L’analisi dei dati disponibili relativamente al nu-mero degli studenti iscritti a partire dall’anno ac-cademico ‘96/’97 indica una netta tendenza alla

Università di Edolo

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crescita, con il raggiungimento di una media di45 matricole all’anno dal 2001 ad oggi, frequen-tanti presso l’unica sede localizzata ad Edolo,piccolo comune delle Alpi centrali che distacirca 150 Km da Milano. L’analisi delle prove-nienze degli iscritti mostra che dal 2002 ad oggila percentuale degli studenti provenienti dellaProvincia di Brescia si è ridotta dal 62 al 38%con un considerevole e costante aumento dellapercentuale degli studenti provenienti dalle altreprovince lombarde (dal 36 al 49%) e da altre re-gioni (dal 2 al 13%) quali Valle d’Aosta, Pie-monte, Veneto, Trentino Alto Adige, e negli ul-timi anni anche da Emilia Romagna, Lazio eMarche. Questo risultato indica che la scelta de-gli studenti di iscriversi al Corso di laurea decen-trato a Edolo è sempre più determinata da unvero interesse per le tematiche montane, che ri-guarda un numero crescente e non trascurabiledi giovani, che per intraprendere lo specificopercorso formativo proposto, sono disposti a tra-sferirsi anche dai centri urbani e dalla pianuraverso un piccolo comune di montagna. La prove-nienza, ormai per lo più extra-provincia di Bre-scia, indica che il rischio di un “localismo” dicorta prospettiva è superato e, la situazione nel-l’insieme attesta che almeno in questo caso, la lo-calizzazione decentrata ha un senso ed è un va-lore aggiunto. Infatti essere a Edolo si è rivelatoun ulteriore elemento di “selezione” dei giovanidavvero motivati poiché, avendo la possibilità dimisurarsi immediatamente con le specificità delcontesto montano, possono consolidare l’inte-

resse per la montagna, intesa come luogo in cuivivere ed esprimersi professionalmente. Inoltre,l’attuazione del decentramento ha evidenziatocome, a fronte di un notevole impegno delle isti-tuzioni territoriali e accademiche coinvolte sulpiano economico, gestionale e operativo, sia con-sentito a molti giovani residenti in loco e in areelimitrofe di affrontare studi universitari altri-menti inattuabili a causa di difficoltà di ordinelogistico e/o economico, restituendo successiva-mente al territorio un capitale in termini di pro-fessionalità permanenti e operanti nelle zone diprovenienza. In generale, studiare a Edolo ha un“rapporto qualità/prezzo” decisamente vantag-gioso sia per il singolo, perché risiedere a Edoloè molto meno oneroso che vivere nei principalicentri urbani del Nord Italia, sia per la colletti-vità perché è un’ iniziativa che tende a contra-stare la tendenza all’abbandono delle zone mon-tane in modo attivo, investendo sui giovani chemediante la propria attività generano opportu-nità di sviluppo durevole delle montagne. I laureati in Valorizzazione del Territorio Mon-tano sono attualmente 170 di cui il 76% ha tro-vato occupazione e il 13% prosegue nella for-mazione universitaria di secondo livello. Tra glioccupati, il 64% opera in ambito montano neisettori della gestione dell’ambiente e del terri-torio sia presso enti pubblici sia in imprese pri-vate proprie o di terzi. Particolarmente interes-sante la tendenza dei neolaureati che operanoin ambito montano, ad intraprendere attivitàimprenditoriali che propongono modelli azien-

Università di Edolo

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dali innovativi dove si perseguono i principidella multifunzionalità delle attività che si svol-gono in aree montane, esperienze professionaliqueste ultime di cui la montagna particolar-mente necessita. Questi dati indicano che laproposta fatta dal polo decentrato di Edolo in-tercetta l’interesse di giovani disposti ad inve-stire il proprio futuro per operare in montagnae dall’altro risponde alla effettiva necessità diprofessionisti che creino e conquistino spazioccupazionali sia tradizionali sia nuovi, avva-lendosi di adeguate metodologie operative. Latematica montana e il decentramento delCorso di Laurea si sono rivelati strategici e ri-spondenti a reali esigenze ed opportunità.

L’attività di ricerca e sperimentazione: ilCentro di Studi Applicati per la GestioneSostenibile e la Difesa della Montagna Ge-SDiMont

La valorizzazione e lo sviluppo delle aree mon-tane passano attraverso l’individuazione dinuovi approcci operativi e gestionali che de-vono essere elaborati e sperimentati. L’innova-zione e la tecnologia sono alleati strategici per lacompetitività e la sostenibilità dei modelli disviluppo, ancor più in contesti complessi comequelli montani. Per questa ragione nel 2006 èstato istituito il “Centro di Studi Applicati perla Gestione Sostenibile e la Difesa della Mon-tagna” denominato GeSDiMont, cui parteci-pano tutti i dipartimenti presenti nella Facoltàdi Agraria con le proprie competenze specifichefunzionali a questa sede universitaria, che ha loscopo di promuovere, coordinare e sviluppareattività formative e di ricerca scientifica di basee applicata, inerenti il territorio montano nelsuo insieme. Il centro, con sede operativa aEdolo, dotato di un moderno laboratorio infor-matico e chimico-biologico, è attualmente im-pegnato in alcuni progetti di ricerca e sperimen-tazione; svolge un’intesa attività di progetta-zione e di attuazione di numerose iniziative didivulgazione e diffusione della cultura e del-

l’approccio esperto come strumenti basilari perlo sviluppo delle aree montane.

Le prospettive

L’esperienza della sede universitaria di Edolo in-dica l’opportunità di lavorare per costituire uncentro universitario di riferimento per la monta-gna inserito in un network esteso, in grado dipromuovere e sperimentare innovazione meto-dologica e operativa specifica per le caratteristi-che e le esigenze delle aree montane, connesso alivello nazionale ed europeo con istituzioni ope-ranti negli stessi ambiti. Vi sono varie funzionistrategiche da svolgere, oltre alla formazione,come la promozione, coordinamento e monito-raggio di attività di ricerca e sperimentazionesulle tematiche prioritarie per lo sviluppo dellearee montane, la partecipazione attiva a tavoli dilavoro europei per l’individuazione e promo-zione di azioni incisive e durature per lo sviluppoe la valorizzazione delle aree alpine, funzionestrategica per l’Italia, unica nazione europea acontenere l’intera catena alpina, nel versante me-ridionale. Ad oggi non esiste un focal pointsulle tematiche della montagna che sia in gradodi intercettare e convogliare fondi europei versoazioni e attività di ricerca specifiche per la mon-tagna, un interlocutore di riferimento rappresen-tativo per i partner transalpini e, più in generale,europei e internazionali. Nondimeno, il raccordo tra le diverse attivitàdi ricerca e sperimentazione finalizzato alla ra-zionalizzazione delle attività e al monitoraggiodelle reali ricadute in termini di sviluppo terri-

AAttttuuaalliittààAttualità

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Lezione pratica

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toriale, ma anche all’attuazione di un adeguataazione di supporto tecnico alle politiche per lamontagna sarebbe di particolare efficacia. La realizzazione di un progetto di così grandepotenziale per le aree montane, in un momentodi crisi e di profondo cambiamento comequello che stiamo vivendo, richiede una coali-zione di forze, risorse e intenti sia a livello lo-cale sia a livello nazionale, pena il rischio del-l’involuzione e della scomparsa di attività stra-tegiche come questa, che rappresentano unagrande opportunità per invertire la tendenzaall’abbandono delle aree montane in atto intutto il paese, con gravi danni economici, am-bientali e culturali. L’unicità e la potenzialità dell’esperienza uni-versitaria di Edolo hanno trovato riconosci-mento e opportunità di rafforzamento con l’ap-provazione di ben tre ordini del giorno in trediversi provvedimenti legislativi approvati allaCamera dei Deputati a Roma. Il primo (9/3638/342), presentato dagli Onore-voli Caparini, Molgora, Volpi e il secondo(9/3778-A39), presentato dagli Onorevoli Ca-parini, Stucchi, Molgora, Consiglio, Volpi eGidoni e approvati rispettivamente nel De-creto-legge del 31 maggio 2010, n.78 convertitoin legge il 30 luglio 2010 n.122 recante misureurgenti in materia di stabilizzazione finanziariae di competitività economica e nella legge distabilità, impegnano il governo nell’ambito del-l’attuazione della soppressione dell’Ente Ita-liano della Montagna “alla stipula di una con-

venzione con il polo dell’Università degli Studidi Milano dedicato alla montagna decentrato aEdolo (Bs) al fine di mantenere le competenzedel personale del servizio per l’informazionegeografica e territoriale oltre che della relativadotazione hardware e software (Gis - Geogra-phic Information System) dell’Eim; alla collo-cazione al Dipartimento per gli Affari Regionalidella competenza economico-legislativa del-l’Ente Italiano della Montagna e all’individua-zione di un coordinatore generale di raccordotra sede decentrata e il Dipartimento per gliAffari Regionali”.Il terzo ordine del giorno (9/3687-A/11) pre-sentato su iniziativa del gruppo parlamentariamici della montagna, a firma On. Quartiani,Froner, Brandolini, Bobba, Codurelli e Vac-caro è stato approvato nell’ambito della ri-forma dell’Università e impegna il governo “afavorire per quanto di sua competenza, nel-l’emanazione delle disposizioni attuative delprovvedimento in oggetto, il potenziamentodella ricerca culturale e scientifica delle temati-che della montagna attraverso gli istituti chesvolgono tale importante funzione”. Gli impegni assunti dal governo possono contri-buire significativamente al consolidamento e allacrescita di un’esperienza virtuosa che punta suigiovani, sulla loro preparazione culturale e pro-fessionale quale via prioritaria per la valorizza-zione e lo sviluppo dei territori montani.

Anna Giorgi

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Università di Edolo - il laboratorio

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LL’’iinntteerrvviissttaaL’intervista

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“Appunti per un Dossier Bim”: è il titolodel preziosissimo lavoro di AlbertoFrizziero, attualmente direttore ed edi-

tore del giornale on-line “La Gazzetta diSondrio”, un passato in politica,sempre attento alle que-stioni della montagnaanche come Presidentedel Consorzio BIM del-l’Adda dal 1987 al 1993.Lo abbiamo intervistato

D) Frizziero, periodicamente, soprattuttoquando si affronta il tema dei costi della poli-tica e della pubblica amministrazione, l’esi-stenza dei Consorzi BIM viene messa in discus-sione, salvo poi verificare che i Consorzi BIMnon costano nulla e anzi sono una risorsa pertutto il Paese. Cosa emerge in proposito dalsuo dossier?

R) Le proposte di soppressione dei ConsorziBIM sono cicliche, sia in sede nazionale cheperiferica. Velleitarismi.Uso questo termine perché spesso e volentieri èemersa la superficialità, in genere figlia o diquella fretta che è cattiva consigliera o, in qual-che caso, di una sorta di partito preso, quelloche fa perdere lucidità, o talora di luoghi co-muni assunti come verbo. Ogni volta, o perruolo istituzionale o anche a titolo personale,mi sono sentito in dovere di intervenire, a variolivello per far capire, almeno alla gente di mon-

tagna, il micidiale errore che sarebbe stato mu-tare il regime dei sovracanoni, sottraendo la ti-tolarità ai Comuni. Molti, certamente in buona

fede, erano, e qualcuno lo è tuttora, con-vinti che sarebbe stato e sa-

rebbe più razionale sop-primere i Consorzi eattribuirne o alle Co-munità Montane o

alle Province risorse ecompetenze. Sarebbe in-

debolire il diritto che oggi èinattaccabile. Non solo la Magistratura ordina-ria ma addirittura la Corte Costituzionale è ilbaluardo retto a difesa di questo diritto mentreil legislatore potrebbe intervenire, in questocaso con scarse possibilità di difesa, su Comu-nità Montane e Province.Inattaccabile, e perché? Non è possibile inquesta sede riportare le argomentazioni a soste-gno della tesi per cui citerò le fonti in modo daconsentire, a chi volesse, l’approfondimento.Mi riferisco alla sentenza 533 del 2002 che, de-finendo la natura del sovracanone, lo attribui-sce alla finanza locale. Non solo, ma viene pre-cisato dalla giurisprudenza di legittimità, ‘allafinanza comunale’. Nessuna competenzaquindi delle Regioni. E ancora alla sua sentenza38/1965 secondo la quale “la legge ha conferitoai comuni montani un diritto….” Revocare oledere questo diritto apre le porte a un conten-zioso per me vincente. Altro si può dire per ilcondizionarlo come è stato per l’utilizzo se-

Quella volta che Indro Montanelli scrissesul Corriere della Sera un articolosul Consorzio BIM di Sondrio

Intervista ad AlbertoFrizziero, giornalista autore di “Appunti per un dossier BIM”

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condo piani e programmi della ComunitàMontane. Breve cenno al riguardo ad altra sen-tenza della Consulta, la 22/1976, abbastanzadisapplicata. secondo la quale “Invero, il previ-sto riparto annuale in bilancio del fondo co-mune - riparto che, secondo il ricorrente, lasce-rebbe ai Consorzi la mera funzione esattorialedel sovracanone - non comporta alcun trasferi-mento di somme dall’uno all’altro ente, ma siconcreta in una preordinazione, mediante unasorta di articolazione contabile, dell’attività ge-stionale degli stessi Consorzi, tenuti dalla leggedello Stato ad adeguare i loro interventi aipiani zonali di sviluppo ed ai programmi an-nuali delle Comunità”. Viene precisato inoltreche i soldi li devono amministrare i Consorzi,“mediante programmi operativi da essi predi-sposti distintamente per ciascuna Comunità”.Per concludere: diritto inattaccabile, sua modi-fica possibile soltanto ove ed in quanto i titolarisiano d’accordo.

D) I Consorzi BIM sono chiamati ad affrontare,nell’interesse della gente di montagna, vecchie enuove sfide. Tra le “vecchie” c’è la questione delsovracanone; tra le “nuove” quella delle energierinnovabili. A che punto siamo?

R) Vecchie e nuove sfide. Sono passati 57 annie due mesi da quel 31.12.1953, giorno in cui laG.U. segnava un momento storico per la mon-tagna con la legge 27.12.1953 n. 959 promul-gata da Einaudi, firmata da Pella, Merlin, Fan-fani, Salomone, Gava, Vanoni e controfirmatadal Guardasigilli Azara. Gli ‘oneri’ del T.U. diacque e impianti elettrici venivano sostituiti dalsovracanone annuo, allora – quando lo stipen-dio di un professore era di 60.000 £/mese! - di1300 lire per kW di potenza – media - nomi-nale concessa. Non basta. C’era anche la possi-bilità di sostituire i contanti con kWh, 400 o300 secondo che l’energia fosse consegnata incentrale o in cabina di trasformazione. Il guaiofu la nazionalizzazione perché ai 4000 ed oltreComuni che chiedevano l’adeguamento del so-vra canone fermo al 1953 si opponeva costante-mente l’Enel, potentissimo a Roma.Le conseguenze? Il mancato adeguamento deisovracanoni (anche i rivieraschi). Il 24 giugno1988 alla Conferenza delle acque presentavo ilconto. Al 1986, anno in cui il BIM Adda incas-sava circa 5,5 miliardi, la perdita nominale per ilmancato adeguamento era di 55,5 miliardi che,attualizzati a valore della moneta 1986 volevanodire 159,1 miliardi non incassati. Attualizzati al2001 oltre 440 miliaqrdi… Ci sono voluti de-cenni per ottenere per il sovracanone il valoredel 1953 (oggi siamo, sia pur di poco, al di sopra)Oggi si pone il problema della compartecipa-zione secondo formule da terzo millennio. LaRegione Lombardia si è messa su questa stradafavorendola. Il Governo ha impugnato la normaspecifica avanti alla Consulta. Tema aperto masia consentito di dire che su questa materia nonhanno da esserci figli e figliastri. Differenze cioèfra Regioni a Statuto Speciale e Regioni a Statuto

Alberto Frizziero, direttore ed editorede “La Gazzetta di Sondrio”

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ordinario. In ogni caso, al di là del dibattito sullerinnovabili resta la specificità dell’energia idroe-lettrica, impianti ad accumulo, con il suo pregioper le esigenze delle richieste di punta.

D) Qual’è la caratteristica principale dell’espe-rienza del Consorzio BIM di Sondrio, che leiha presieduto a lungo?

R) Occorre rifarsi a quel periodo. Le Regioni aStatuto ordinario non c’erano. I Comuni – fe-deralismo ante litteram? – non erano dipen-denti dalla finanza derivata. Avevano due leve:l’imposta di famiglia (massima aliquota 14%sul reddito stimato dal Comune) e l’imposta diconsumo, il cosiddetto dazio. Per interventicorposi come scuole, acquedotti, fognature sidipendeva da Roma. Ricordo una interroga-zione dell’on. Valsecchi, Presidente del Con-sorzio BIM e poi della Federbim, che iniziava“…interroga l’altrove troppo occupato Ministrodei LL.PP.” chiedendo quando avrebbe datoqualche soldo anche alla Valtellina.Il Consorzio BIM era l’unica risorsa di unaprovincia interamente montana, 3.212 kmqmetà dei quali oltre i 2.000 metri e sino agli ol-tre 4.000, 78 Comuni, 175.000 abitanti. Circa,allora, 600.000 kW di potenza concessa, unacinquantina di centrali, una trentina di baciniartificiali per una capacità tale da poter soppe-rire ai bisogni idrici di Milano per qualcheanno, 1.600 km di corsi d’acqua. Dai sovraca-noni risorse preziose da gestire oculatamente.Il Presidente Valsecchi non derogava: nientesoldi per spesa corrente. Lo sosteneva la DC,maggioranza assoluta, ma anche la principaleforza di opposizione, il PSI e il suo leader on.Della Briotta che poi fu Vicepresidente del-l’Uncem. Interventi solo per investimenti masoprattutto in conto interessi su una parte delcapitale impiegato e con gestione delle duebanche locali, oggi al top in Italia. Fu decisivol’intervento per l’occupazione. Fu infatti possi-bile far fronte al calo di occupati nella costru-

zione degli impianti idroelettrici saliti allora ol-tre le 10.000 unità. Ma grazie al ConsorzioBIM la provincia di Sondrio, con i suoi 300 al-peggi, fu la prima ad ottenere il riconoscimentoufficiale “indenne da tubercolosi bovina e bru-cellosi”, un riconoscimento che nel mercato sitradusse subito positivamente per gli allevatori.Lo Stato dava 50.000 £ per ogni capo abbat-tuto. Non bastavano. Il Consorzio BIM ci misel’integrazione, il risanamento funzionò co-gliendo tutti, pure il Ministero, di sorpresa, Ecosì per l’impianto pluvirriguo più granded’Europa finanziato dal FEOGA cui in queglianni l’Italia attingeva per il 10% circa inquanto i tempi di pagamento erano lentissimi,fra Roma e Bruxelles. Non a Sondrio perché ilBIM funzionava da Finanziaria.Potrei andare avanti. Non posso non citare, an-che se si tratta di cosa avvenuta sotto la miaPresidenza, l’intervento del BIM dopo la terri-bile calamità del 1987 quando si trattò di ge-stire i 1800 miliardi (600 erano per le provincecontermini) della “Legge Valtellina”. C’era unpunto cruciale, là dove la montagna franataseppellì il paese di S.Antonio Morignone. Erapronto un progetto da mille miliardi. Lo con-trastammo. Duramente. Non a parole ma no-minando una eccezionale commissione scienti-fica guidata dal Vicepresidente dell’ENEA ing.Noé – la cui parcella fu con merito inversa-mente proporzionale alla qualità tecnica. Quasida solo – con noi l’on. Tarabini a Roma e l’avv.Muffatti a Milano – il BIM impose la propriasoluzione tecnica. Il costo: 120 miliardi al posto di mille. La cosa,ovviamente, non fece notizia e nessuno si con-gratulò, specchio a parte. Ma non fece neppurenotizia il fatto che a Natale dello stesso anno1987 consegnavamo le case costruite dall’IACPin tre mesi, di alta qualità visibile a 23 anni didistanza e spendendo 550.000 £ al mq., menodei costi correnti. Silenzio assoluto…Mi sono dilungato non per mettere distintivima perché ritengo emblematico il caso del no-

LL’’iinntteerrvviissttaaL’intervista

16 Federbim

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stro Consorzio BIM così come di altri Consorziche alla gestione oculata, da montanari, hannounito la fantasia (come quando risolsi l’osticoproblema del riparto per 4 delle ComunitàMontane, con un totale delle percentuali chenon dava 100 ma 102, e il sistema funzionò peranni…)

D) Nel suo dossier ricorda un articolo di IndroMontanelli, inviato a Sondrio dal Corriere dellaSera per scrivere del “potentissimo” BIM. Ciracconta come andò la vicenda?

R) Montanelli venne a Sondrio diretto al ‘poten-tissimo’ BIM, convinto di trovare uno stuolo didipendenti. Il Palazzo era dell’insigne architettoMuzio ma c’erano Prefettura e Provincia. Solo indue modesti locali a piano terra il ConsorzioBIM con un solo dipendente, tutto fare, e, comescrisse “un segretario lungo lungo, con aspetto efare da gentiluomo dell’800” (lo era), il dr. Ga-vazzi. Da altra parte, scrisse, avrei trovato sedilussuose, personale negli uffici… Scrisse unaterza pagina memorabile nei giorni della calamitàdel 1987 ricordando quell’incontro, e altri simili.

D) I Consorzi BIM sono un esempio ante litte-ram di federalismo: cosa pensa della riforma at-tualmente all’esame del Parlamento?

R) Io penso sempre all’Amministrazione fran-cese. Quando a Roma – ero Sindaco di Sondrio

- in sede di esecutivo Anci qualcuno proponevala riduzione dei Comuni sostenevo, come so-stengo, che qualcosa ci può insegnare la Fran-cia che nei 96 Dipartimenti di Comuni ne hapiù di 36.000. Il problema non è di numero madi funzioni, queste da svolgere in forma asso-ciata e con uso intensivo della telematica. Al-lora l’Anci chiedeva a gran voce l’autonomiaimpositiva ma un conto è chiederla quando sisa che non arriva e un conto è praticarla. Signi-fica responsabilizzazione. L’ultima volta che aSondrio si applicò l’imposta di famiglia, nono-stante un numero elevato di partite esenti, ilgettito pro-capite era di 11.000 lire. Una città-capoluogo di dimensione medio-alta registrava2.000 lire pro-capite. Ci vorrà, quindi, deltempo. Nel medio periodo ho l’impressioneche si darà ragione al mio concittadino Tre-monti come gli si sta dando ragione (indipen-dentemente dalle posizioni politiche) perquanto scritto negli ultimi suoi due libri.I Comuni dei Consorzi BIM comunque, com-plessivamente e con le solite inevitabili ecce-zioni, sapranno cavarsela. Non sono abituati aipiagnistei, non soffrono di quella che era statadefinita “la cultura metropolitana”, sanno chesignifica l’espressione ‘olio di gomito’, il passosecondo la gamba è la regola nell’amministrarela res publica e per loro solidarietà non è unaespressione letterale.

Giampiero Guadagni

Veduta di Sondrio

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Come si può risparmiare energia? È la do-manda che si è posto il Consorzio BIMdell’Adige che il 25 febbraio ha organiz-

zato un convegno dal titolo “Piani energe-tici, opportunità di risparmio e fi-nanziamento per le pubblicheamministrazioni” presso lacantina storica della Citta-della del vino a Mezzoco-rona. Occasione per fareil punto su tecnologie edopportunità a livello localeed europeo perché il risparmiodi energia è il primo guadagno per lecasse comunali. Non “illumino di meno” ma“illumino meglio” dove e come serve, ancheperché al buio non si fa turismo. Nel corso del-l’incontro il Presidente del Consorzio dei Co-muni Marino Simoni ha anche annunciato che iConsorzi BIM saranno accanto ai Comuni nelConsiglio delle autonomie. Al centro della giornata – affollata da oltreduecento partecipanti tra sindaci, tecnici co-munali, progettisti, delegati e rappresentantidi soggetti elettrici – sono state le tecnologiepiù avanzate in tema di consumi di energiaelettrica. “In una fase in cui le risorse si assot-tigliano e cresce il bisogno di energia ad uncosto accessibile dobbiamo interrogarci suquali risposte gli enti territoriali possono e de-vono dare”, ha detto introducendo i lavori ilpresidente del Bim dell’Adige, Renato Vicenzianche ai nome dei colleghi degli altri tre Con-

sorzi BIM (Brenta, Chiese e Sarca MincioGarda) che hanno concorso all’organizzazionedel convegno.

Nel mirino soprattutto i consumi dienergia per far funzionare le reti

di illuminazione pubblica,una voce di spesa su cui icomuni possono incidereattingendo alla nuovetecniche che la ricerca

sforna quasi a getto conti-nuo nel campo dei corpi il-

luminanti e nel controllo, an-che a distanza, di consumi e, quando

ci sono, gli sprechi. La risposta a questi interrogativi non è sem-plice, si intrecciano bisogni di efficienza (c’èuna precisa normativa che impone limiti di si-curezza sulle strade urbane in termini di illumi-nazione, e in caso di incidenti possono sorgerecontenziosi non semplici per i sindaci …) edesigenze di tagliare sui consumi che incidonosulle spese correnti. È evidente che tecnicheempiriche di risparmio (un lampione sì e unono dopo una certa ora, per contenere i con-sumi, ma che non garantisce un minimo di illu-minazione a terra, con rischi di responsabilitàin caso di problemi ) oggi devono essere supe-rate e corrette con la tecnologia che garantiscerisposte. Su questo interrogativo al convegnodi Mezzocorona si sono confrontati funzionaripubblici e società pubbliche e private di pro-gettazione e di controllo, nelle fasi progettuali e

IInniizziiaattiivveeIniziative

Comuni, nuove tecnologieper ridurre la bolletta energetica

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A MezzocoronaConvegno dei Consorzi BIM

dell’Adige. Vicenzi: gli enti territo-riali devono trovare risposte alla

riduzione di risorse

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nel telecontrollo dei consumi, che fanno dosarel’energia consumata in base alle necessità delcampo da illuminare, garantendo così un signi-ficativo risparmio. “L’illuminazione pubblica ètema scontato ma non banale. Servono rispostee un salto di qualità perché in Europa si corre equi si cammina” – ha spiegato il direttore gene-rale di Dolomiti Energia Stefano Qualigno. Larisposta della Provincia, come ha ricordatol’arch. Giacomo Carlino, c’è e sono i finanzia-menti per i piani comunali e sovracomunalicontro l’inquinamento luminoso attraverso icosiddetti progetti illuminotecnici che dannogaranzia di efficienza e nello stesso tempodanno un controllo preventivo sui consumi.Ma la risposte più vere arrivano dalla tecnolo-gia come ha sostenuto Mirko Gremes (Algo-rab, azienda trentina d’avanguardia) presen-tando ‘picinque’ una piattaforma per la pub-blica illuminazione che coniuga risparmio ener-getico con applicazione smart city (città nuova)attraverso una catasto digitale dei lampioni(uno per uno) telediagnosi e regolazione inbase alle necessità del flusso luminoso di ognisingolo punto luce. Per quanto riguarda i pianienergetici comunali e sovracomunali, è statapresentata l’esperienza dell’Esco BIM Chiese,società per azioni pubblica costituita dal localeConsorzio BIM sull’onda, nel 1997, della diret-tiva Kioto sulla riduzione del gas con soci i 14comuni della valle (c.a 10.000 abitanti). La ge-stione unitaria degli impianti di illuminazioneconsente un risparmio annuo di 70.000 euro e

la possibilità di investimenti di innovazione chedal 2005 hanno comportato sette interventi diqualificazione energetica, 28 interventi nellefonti rinnovabili con 18 milioni di kwh annui,15 milioni di investimenti e 3,2 milioni di euroannui di benefici. La Esco – ha ricordato il Di-rettore del Consorzio BIM Chiese Mario Eccli– era stato voluta dall’allora Presidente VirgilioNicolini, che – ha affermato – aveva visto giu-sto in tempi in cui l’energia non era una prio-rità come succede oggi. La conclusioni del con-vegno sono state del Presidente del Consorziodei Comuni Trentini, Marino Simoni che dopoaver annunciato l’inserimento di un rappresen-tante dei Consorzi BIM di diritto nel direttivo,ha ricordato la capacità del Trentino di fare si-stema con piani di rete e sovracomunali. “Nel-l’energia si può affermare anche oggi lo spiritodi sviluppo dei territori ma non possiamo illu-minare di meno, perché al buio non si fa turi-smo. Ciò che serve è illuminare meglio” - haconcluso Simoni. “L’entrata dei Consorzi BIM nel Consorzio deiComuni e nel Consiglio delle autonomie com-pleta un cammino iniziato da tempo e rinforzail sistema trentino nel fare rete per dare rispo-ste alle valli” , ha commentato il Presidente Vi-cenzi ringraziando partecipanti e relatori delConvegno.

Giampiero Guadagni

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Mezzocorona (TN)

il Presidente Renato Vicenzi

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Recuperare l’acqua piovana è un atto di re-sponsabilità nei confronti dell’ambiente ed èanche consigliabile per numerose ragioni

economiche, considerando che può essereimpiegata per la pulizia, lo scaricodei wc, l’alimentazione di la-vatrici e l’irrigazione. Su questo presupposto,il Consorzio BIMSarca Mincio Gardadi Tione di Trentoha dato il via allacampagna promozio-nale per l’installazionedi impianti per il recu-pero dell’acqua piovana. Sottolinea Gianfranco Peder-zolli, Presidente del ConsorzioBIM: “Ogni giorno di più, l’acqua chiarisceil suo ruolo di elemento indispensabile all’esistenzadell’uomo. Crescono interessi forti che devono es-sere ben governati per garantire la soddisfazionedei diversi bisogni di utilizzo. Ad ogni cittadino siimpone una consapevolezza crescente dell’impor-

tanza dell’acqua ed un atteggiamento diverso neiconfronti di un bene che, ormai è chiaro, non èinesauribile. Quando non c’è un risparmio c’è uno

spreco”.Per questo nasce l’iniziativa del

Consorzio BIM del SarcaMincio Garda “tesa a far

crescere la coscienza diquanto sia importanterisparmiare l’acqua efar nascere una emu-lazione virtuosa. Al-lora potremo a buon

diritto tornare a con-siderare l’acqua se-

condo quella visione ro-mantica che la nostra tradi-

zione ed i nostri padri ci hannotramandato”.

Piano e Regolamento sono disponibili sul sito webwww.bimsarca.tn.it

Giampiero Guadagni

IInniizziiaattiivveeIniziative

I vantaggi che piovono dal cielo

Federbim20

La campagna promossadal Consorzio BIM Sarca Min-

cio Garda di Tione di Trento (TN)per l’installazione di impianti per il recu-

pero dell’acqua piovana.Pederzolli: un’iniziativa per far crescere

la coscienza del risparmio di unbene così prezioso e non ine-

sauribile

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Le giornate internazionali rischiano, quasisempre, di essere delle celebrazioni un po’demagogiche e di facciata, un po’ di sensi-

bilizzazione tra l’opinione pubblica, tanto persalvarsi l’anima.Dunque anche la Giornata internazionale dedi-cata all’acqua, rischia di finire in questo modo.Eppure in questo caso la posta ingioco è molto ma molto impor-tante ed anche pericolosa: lastessa sopravvivenza del pia-neta terra e conseguentementedella nostra vita.Senza acqua non c’è vita ci hanno sem-pre insegnato fin da bambini e dunque…Dunque, va bene la libertà ma se ci vogliamosalvare diamoci, almeno, il rispetto dei dirittiumani.E guardate che il diritto all’acqua non è cosìscontato come sembra, purtroppo.Ogni giorno in Italia, ci dicono le statistiche uf-ficiali, ciascuno di noi utilizza in media più dicento litri d’acqua, non proprio poco, vero?Eppure facciamo fatica ad averne una giustapercezione e, di conseguenza, ad essere mag-giormente responsabili nel consumo. Ma l’ac-qua non è infinita.Partiamo dall’inizio. La Giornata internazio-nale dell’acqua è stata istituita dall’Onu nel1992 come “un momento per sensibilizzarel’attenzione del pubblico sulla critica que-stione dell’acqua nella nostra era, con un oc-chio di riguardo all’accesso all’acqua dolce e

alla sostenibilità degli habitat acquatici”.Noi del mondo occidentale diamo per scontatemolte cose e per conclamati tanti diritti, che,purtroppo, nel resto del pianeta non sono al-trettanto certi ed ovvii. La questione acqua è proprio una di queste.Nel ‘900 il consumo d’acqua è cresciuto del

doppio rispetto al tasso di crescitadella popolazione e pensiamo

che, ancora, il nord Africa , ilmedio Oriente e l’Asia meri-dionale soffrono di una crisi

idrica con carenze croniche estrutturali.

Così, più di un miliardo di persone (quasi 1,5 mi-liardi destinate ad arrivare a 4 miliardi nel 2025),più o meno un sesto della popolazione mondiale,non hanno accesso ad acqua sicura; inoltre quasi2 miliardi e mezzo, ossia ben il 40 per cento dellapopolazione del pianeta, non dispongono di im-pianti igienici adeguati. Nei Paesi in via di sviluppo dobbiamo constatareche le perdite di acqua causate da dispersioni, al-lacci illegali e sprechi ammontano a circa il 50per cento dell’acqua da bere e al 60 per centodell’acqua irrigua, mentre quasi il 90% delle ac-que reflue viene scaricato in natura senza alcunpreventivo genere di trattamento.In questo senso il tema dell’acqua deve esseremesso al centro di politiche territoriali ed am-bientali che riguardino l’intera società, dal si-stema produttivo al consumo quotidiano per-sonale.

“Chiare freschedolci acque”

H2Oovvero una risorsa

abusata

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L’acqua come risorsaL’acqua è sicuramente la sostanza chimica piùabbondante ed importante fra tutte quelle chefanno parte della biosfera, è il principale costi-tuente di tutti gli esseri viventi ed è il più im-portante fluido che entra a far parte dei pro-cessi metabolici. La quantità di acqua presentesul nostro pianeta è contenuta al 97% neglioceani, mentre di quello che resta, tolta l’acquanon potabile (utilizzabile per industria ed irri-gazione) solo una piccolissima frazione è frui-bile per gli scopi umani. Da una stima fatta econsiderando che il ciclo dell’acqua ha una du-rata pari a circa un anno, la percentuale di ac-qua che ricade sotto forma di precipitazionisulle superfici emerse risulta essere, in via diprincipio, pari a 61.500 litri, di disponibilitàpro capite di acqua. Ma considerando che l’acqua disponibile neipressi delle città è spesso contaminata, la di-sponibilità media mondiale si riduce a 35 litripro capite al giorno. L’importanza dell’acqua per lo sviluppo socialeed economico è nota fin dai tempi più remoti:il bisogno di acqua per usi potabili ed irrigui hacondizionato l’insediamento delle grandi cittàche si sono sviluppate soprattutto in prossimitàdei grandi fiumi.Il fabbisogno minimo biologico per la soprav-vivenza è infatti di 5 litri in 24 ore, ma perparlare di condizioni accettabili c’è bisognodi un minimo giornaliero di circa 50 litri d’ac-qua pro capite. L’esplosione demografica ha reso sempre piùproblematico l’approvvigionamento di acqua. I quantitativi prelevati per usi umani proven-gono per l’81% dalle acque superficiali e per il19% da quelle sotterranee. I consumi a livellomondiale sono mediamente così ripartiti:

Usi civili 7%Usi industriali 13%Usi termoelettrici 45%Usi agricoli 35%

L’acqua proveniente da questi consumi è su-scettibile di riuso per una frazione pari a circal’80%, mentre il rimanente 20% a causa del-l’eccessivo inquinamento o dell’evaporazionenon è riciclabile se non dopo adeguati e one-rosi trattamenti. L’irrigazione, grazie alla quale è possibile rica-vare raccolti da zone che altrimenti sarebberoimproduttive, rappresenta il termine più im-portante per il prelievo.

Il problemaL’acqua deve, anzitutto, essere considerata undiritto e proprio per questo motivo occorreparlare della “questione acqua” così da com-prenderne ed approfondirne le problematiche.Gli usi antropici delle risorse naturali di acquasono ancora oggi molto pesanti ed invasivi; eproprio per questo motivo è molto improbabileche il trend di consumi subisca un’inversionedi tendenza vista la continua crescita demogra-fica e l’utilizzo sempre più diffuso e variegatodell’acqua. Per essere utilizzabile, però, l’acqua deve esseredisponibile in una determinata zona nel mo-mento giusto, ma considerato che il ciclo del-l’acqua (come già detto) ha una durata pari adun anno non sempre la quantità d’acqua neces-saria può essere disponibile e dunque bisognapoter ricorrere alle riserve; ma si tenga ancheconto che in alcune zone del mondo questoarco temporale può essere estremamente piùdilatato. Per questo il deflusso minimo vitalenei corsi d’acqua oggetto di utilizzo idroelet-trico va rispettato.La quantità di acqua disponibile non è comun-que l’unico problema. Un uso smisurato dell’acqua ha portato, di-fatti, anche ad un progressivo deterioramentodella qualità delle acque. L’impiego semprepiù diffuso di fertilizzanti, pesticidi ed erbi-cidi che per filtrazione finiscono nelle acquesuperficiali hanno compromesso la qualitàdell’acqua non solo per il consumo umano

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ma anche per ogni forma di vita acquatica(Eutrofizzazione, Ecotossicità). Fiumi e laghi sono stati contaminati da acquedi scarico non opportunamente trattate, dal ri-lascio di rifiuti industriali e di calore. Ciò detto nasce un ulteriore problema.Anche se la quantità globale di acqua nellabiosfera non viene assolutamente intaccatodalle attività umane, può comunque determi-narsi (come abbiamo visto) un problematicoinquinamento. Ormai troviamo troppo spesso l’acqua incombinazione con altre sostanze chimiche,per cui è necessario sottoporla a trattamentidepurativi che comportano un costo sia intermini economici sia in termini ambientalidal momento che qualsiasi tipo di processorichiede consumo di energia. Consumare energia vuol dire: ridurre le risorseenergetiche, contribuire all’ effetto serra, allosmog fotochimico e all’acidificazione ed inoltreutilizzare le risorse naturali per poter produrreenergia da consumare, come ad esempio utiliz-zare l‘acqua per fare energia idroelettrica. Per ultimo, poi, non vanno affatto sottovalu-tati gli effetti sulla salute dell’uomo che di-pende in gran parte dall’ambiente in cui vive,dal tipo di alimentazione e dalla disponibilitàdi acqua potabile.

Cosa fare?Il sistema più frequentemente adottato persoddisfare la richiesta di acqua è quello di tra-sferirla da dove è più abbondante a dove scar-

seggia attraverso la costruzione di dighe, la de-viazione di corsi d’acqua, l’emungimento di ac-que sotterranee. Tutti questi sistemi comportano comunque unimpatto: le dighe interferiscono con i normaliprocessi di sedimentazione e modificano lastruttura degli ecosistemi fluviali, la deviazionedi corsi d’acqua verso zone aride ad elevatotasso di evaporazione crea terreni ad alto con-tenuto di sali che diventano non idonei per uneventuale utilizzo agricolo, l’emungimento diacque sotterranee produce subsidenza. Recentemente sono stati messi a punto nuovimetodi per accrescere la disponibilità di acquadolce: la desalinizzazione, scioglimento dell’ac-qua dei ghiacciai, il bombardamento di nubi.Queste tecniche non sono ancora largamente dif-fuse e soprattutto non si conoscono fino in fondoquali effetti possano produrre sull’ambiente. Va comunque sottolineato che tutte queste tec-niche non devono comunque essere considerateun’alternativa al principio della, necessaria, ge-stione oculata della principale fonte di vita.Due sono, in questo senso le parole che dob-biamo tenere in assoluta considerazione:Risparmio, nell’uso personale, che rimane ilmodo migliore per mantenere integra la ri-sorsa acqua;Riutilizzo, nelle attività umane, che rimane ilmodo più opportuno per preservare la risorsaacqua.In questo senso occorre dimostrare semprepiù responsabilità e mettere in campo azioniconcrete.

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Lago di Zugo in Svizzera

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Ecco alcune, semplici, “best pratics” da adot-tare nella vita quotidiana di ciascuno di noi:- Riparare rubinetti e impianti;- Applicare frangiflutto ai rubinetti;- Preferire la doccia al bagno vuol dire rispar-miare circa 1.200 litri di acqua;- Raccogliere l’acqua piovana per innaffiareorti e giardini;- Utilizzare sempre lavatrice e lavastoviglie apieno carico;- Lavare la frutta e la verdura lasciandola abagno in una bacinella invece di usare acquacorrente;- Aprire il rubinetto solo quando è necessarioevitando di lasciarlo scorrere inutilmente. ConsiderazioniL’acqua è una risorsa rinnovabile, che, atten-zione, rischia però di esaurirsi nella sua formaadatta agli usi umani: l’acqua potabile!La crescita demografica della popolazionemondiale, l’aumento del consumo di acqua neiPaesi più ricchi e l’inquinamento delle risorseidriche stanno infatti creando uno squilibrio

tra le risorse e la richiesta di acqua potabile cherende per molte persone impossibile l’accesso aquesto bene indispensabile.Il grande bisogno d’acqua della società, ilgrande valore dell’acqua per la vita e la dispo-nibilità limitata d’acqua per gli usi essenzialidelle persone, fanno della risorsa acqua unbene pubblico comune e, di conseguenza, undiritto umano.Questo dato incontrovertibile ed irrinunciabile ciporta a prendere le distanze da tutti coloro chevogliono considerare l’acqua come un bene com-merciale, cioè oggetto di “mercato” o fonte diservizio; i cittadini rispetto all’acqua non sono néconsumatori, né utenti ma portatori di un diritto.L’affermazione in sé non è ideologica, certopolitica, ma assolutamente oggettiva, in quantoscaturisce da una logica riflessione che porta ariconoscere il valore dell’acqua, come bene pri-mario, indispensabile alla nostra vita ed aquella di tutta la terra.Detto questo, però, non credo che l’acquadebba essere intangibile ed indisponibile, in

Fiume Latte - il fiume più breve d’Italia - Varenna (LC)

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quanto un utilizzo sostenibile di questo ele-mento naturale, di questa risorsa ambientalepuò essere conveniente per i sistemi socio/eco-nomici locali ed anche utile per un’economiapiù giusta. Lo sviluppo economico della società globalesarà, difatti, chiamato a fare i conti conl’emergenza acqua che si sta profilando (nel2030 ci saranno 8 miliardi di persone, di cuiben un terzo vivranno con meno di 100 metricubi d’acqua all’anno) ed a questa situazioneoccorre rispondere con una adeguata politica,su scala mondiale e non di ogni singolo

Paese, che tenga conto della necessaria tuteladelle risorse idriche esistenti e ne favoriscauna più equa distribuzione, ne colpisca gliabusi, favorendo l’eliminazione di sprechi edingiustizie.L’aumento del benessere nella nostra società ciha portato infatti non solo ad avere a disposi-zione abbondanti quantità di acqua ma ci haanche abituato a trattare, sbagliando, questa ri-sorsa con assoluta disinvoltura e poca lungimi-ranza. Valga come esempio l’attuale gestione degli ac-quedotti nel nostro Paese; si tratta, purtroppo,d’una gestione che non si dimostra ancora ocu-lata e consapevole, in quanto non prevede, no-nostante tutto, limitazioni di sorta, anzi tendeal contrario ad inseguire la crescita dei consumied infine non ha ancora eliminato i gravi spre-chi che ci danneggiano, a causa d’impianti ob-soleti e mal funzionanti.In questo contesto mondiale, a conclusione delmio articolo, penso che sia, più che mai oppor-tuno, affermare che l’acqua è una ricchezza cheappartiene all’economia dei beni comuni piut-tosto che all’economia privata ed all’accumula-zione individuale o di gruppo.L’acqua è patrimonio dell’umanità; la salute in-dividuale e collettiva dipende da essa, l’agricol-tura non si può fare senza acqua, l’industria el’energia nonché la vita domestica sono profon-damente legate ad essa, dunque il suo carattere“insostituibile” sta a dimostrare che ogni co-munità umana - ed ogni suo membro - , non-ché l’insieme di tutte le comunità devono averegarantito il diritto di accesso all’acqua.L’utilizzo e la gestione sostenibile, solidale edefficiente dell’acqua diventa dunque la sfida diquesto secolo e sono convinto che da una ge-stione appropriata dell’acqua potranno scatu-rire linee guida per progetti condivisi e pianid’azione concreti che potranno essere le basi diuna nuova e migliore convivenza civile tra lepersone e gli Stati.

Enrico Petriccioli

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AAppppuunnttaammeennttiiAppuntamenti

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Sono stati resi noti i nomi dei vincitori del Premio Federbim – Valsecchi 2010, intitolato“Le energie rinnovabili e la Green economy attraverso la finanza di progetto”.

Come ogni anno il Premio ricorda l’impegno dei Parlamentari e degli Amministratori che hannopromosso e sostenuto i Consorzi BIM, ed in particolare l’opera del Senatore Athos Valsecchi

(1919-1985) per oltre venti anni Presidente della Federazione.

La premiazione avverrà a Chiavenna (SO) il 29 aprile 2011.

Graduatoria Premio Federbim - Valsecchi 2010

Premio Federbim Valsecchi 2010:graduatoria finale

Partecipante Premio IndirizzoconsorzioBIM di

appartenenzaTitolo del lavoro

1 Emilio Mosca € 4.000,00 Via San Giuliano, 8CADERZONE TERME (TN) Sarca (TN)

Progetto impiantomicroidroelettrico a ser-

vizio rifugio SanGiuliano

2 MultiPhysics Lab € 2.500,00 Via Noai, 10VALLESELLA DI CADORE (BL) Piave (BL)

Micro-impianti per lamontagna per lo sfrutta-mento delle biomasse e

dell’acqua

3R&C

Engineering S.r.l.Roberto Sesenna

€ 1.500,00 Corso Principe Oddone, 5ATORINO – Uso plurimo dell’acque-

dotto Valle Maira

4 Simone Proh € 1.000,00 Via Bona, 6POSTALESIO (SO) Adda (SO)

Utilizzo a fini energeticidi legno cippato da

fustaia in un Comunedella Provincia di

Sondrio

5 Irene Librino € 1.000,00 Via Colle di Cadibona, 15BRESCIA

Chiese - Nozzadi Vestone (BS)

Valutazione tecnico-eco-nomica della filiera di

valorizzazione energeticadella biomassa legnosa

6 Giovanni Abate € 1.000,00 Via Fausto Gullo, 57SERRA PEDACE (CS)

Comuneassociato

Le opportunità dellaproduzione di energia

elettrica da turbine eoli-che di piccola taglia allaluce del nuovo DecretoMinisteriale 18 dicem-

bre 2008

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VViittaa IInntteerrnnaaVita Interna

Nuove nomine

1) Consorzio BIM Adige – Cortina d’Ampezzo(BL)

Con delibera dell’Assemblea Consorziale del 6dicembre 2010, è stato nominato il nuovoPresidente del Bacino Imbrifero Montanodell’Adige di Cortina d’Ampezzo nella personadel Dott. Luca Alfonsi. Alfonsi, nato a Vicenzail 12/7/1959 e residente a Cortina d’Ampezzo,ricopre la carica di Assessore ai Lavori Pubblicie Mobilità del Comune di Cortina d’Ampezzoed in tale veste è stato delegato dal SindacoDott. Andrea Franceschi alla rappresentanzadel Comune di Cortina d’Ampezzo in seno alleassemblee e incontri del Consorzio BIM Adige.

2) Consorzio BIM Brenta – Borgo Valsugana(TN)

Sandro Beber è il nuovo Presidente delConsorzio BIM Brenta di Borgo Valsugana. Èstato eletto il 15 dicembre al termine dell’as-semblea generale. Consigliere comunale aPergine, Beber succede a Mariano Tomasini.Nominato a voto palese il Consiglio direttivo.Vice Presidenti sono Mariuccia Cemin eStefano Pecoraio. Del Consiglio fanno parte:Paolo Andreatta, Giuliana Dalla Rosa, WalterKaswalder, Lido Nervo, Mirko Orsingher,Peltro Pradel, Vittorio Segat, MarianoTomasini, Claudio Turri.Il nuovo Consiglio Direttivo, da poco insediatoe per la maggior parte rinnovato, ha iniziato

l’attività in questo nuovo incarico con entusia-smo, promettendo assoluto impegno nell’inter-pretare nel modo più adeguato il proprio ruoloe nel dare risposte pronte e quanto più possibi-le vicine alle aspettative dei cittadini.Sarà impegnato nell’intraprendere nuovi pro-getti e iniziative per sostenere e promuovere ilprogresso sociale ed economico delle comunità,in questo difficile momento economico, attra-verso le amministrazioni locali, gli operatori, leimprese e le numerose associazioni di volonta-riato sociale, culturale e sportivo, preziosopatrimonio del territorio. Per perseguire quest’obiettivo sarà un precisoimpegno raccogliere e prendere in attenta con-siderazione tutte le richieste, segnalazioni e ideeche perverranno soprattutto attraverso il con-tatto diretto con amministratori e cittadini.Si proseguirà nelle iniziative di promozionedella cultura del risparmio energetico, dellaproduzione di energia pulita attraverso fontirinnovabili e nella sensibilizzazione per il rispet-to dell’ambiente e del territorio. Si rinnoverà l’impegno nelle attività coordinatecon gli altri Consorzi BIM, più o meno vicini,per perseguire gli obiettivi e affrontare le pro-blematiche comuni.

Direttivo del Consorzio BIM Brenta

Al centro: il Presidente del Consorzio BIM AdigeCortina d’Ampezzo, Dott. Luca Alfonsi

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EEvveennttiiEventi

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Esperienze in campo

Si è svolto martedì 15 marzo a Borgo Val diTaro (PR) presso la sala conferenze della Co-munità Montana delle Valli Taro e Ceno unimportante seminario volto a illustrare signifi-cative esperienze riguardo alle energie rinnova-bili: idriche e forestali.Al convegno organizzato da Federforeste, Con-sorzio Comunalie Parmensi e Provincia di Parmasi sono affrontante le opportunità rappresentatedalle misure del PSR, che in alcuni casi, costitui-scono forme incentivanti per la fruizione sosteni-bile delle risorse naturali dei territori montani.L’esperienza del Consorzio Comunalie Parmensirelativa al progetto della centralina idroelettricache è stata inaugurata a fine convegno ed i pro-getti in cantiere, cippato forestale, testimonianola volontà degli Enti locali e delle Proprietà col-lettive di accettare la sfida delle fonti rinnovabili.Federforeste, rappresentata da Andrea Montre-sor, vice presidente, e da Lodovico Molinari, se-gretario generale, hanno evidenziato l’impegnodi quanti hanno responsabilità nella gestione deipatrimoni forestali è di concorrere ad attivaremodalità di filiera in grado di produrre energia. I lavori sono stati coordinati dal Vice presidentedella Provincia di Parma, Pier Luigi Ferrari, cheha tratto anche le conclusioni.Vittorio Romanini e Nicola Dall’Olio, funzio-nari del Servizio Agricoltura e Risorse NaturaliProvincia di Parma, hanno illustrato le variepossibilità offerte dalle misure dell’Asse III so-

prattutto quelle rivolte a impianti di produ-zione di energia da fonti rinnovabili. Dopo unaesauriente illustrazione dei funzionari dellaprovincia sulle opportunità che possono scatu-rire dall’investire nel campo delle rinnovabili esulla stima del potenziale energetico delle bio-masse forestali, della provincia di Parma, ritrai-bili con gestioni sostenibili si è passati a dueimportanti testimonianze concrete di produ-zione di energia da fonti rinnovabili.Michele Dellapina e Antonio Mortali, tecnici delConsorzio Comunalie Parmensi, hanno incen-trato la loro relazione sul funzionamento dellecentraline idroelettriche e produzione di cippatonei boschi delle Comunalie, e analizzato comequesta nuova strada intrapresa possa dare bene-fici economici, sociali e ambientali a tutto il si-stema. I due tecnici hanno rivolto un accoratoappello agli amministratori pubblici nel cercaredi snellire la burocrazia che si deve ottemperare

SeminarioProgramma di sviluppo ruraleFonti rinnovabili: risorse idriche, risorse forestali

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per ottenere il nulla osta per la produzione dienergie da fonti rinnovabili il che può a voltepregiudicare l’esito di finanziamenti. Claudio Moretti, sindaco di Monchio delleCorti, ha presentato il progetto delle rinnova-bili portato avanti dall’amministrazione comu-nale che ha deciso di investire in questo settoreper creare nuova occupazione e generareun’entrata finanziaria elementi indispensabiliper un piccolo comune di montagna in ag-giunta al rispetto dell’ambiente in cui si vive. Ilprogetto ha visto la realizzazione di un parcofotovoltaico e la realizzazione di una centraletermica a biomasse forestali locali che serve perriscaldare il municipio, le scuole, la casa pro-tetta e la sede del parco dei Cento Laghi. Lodovico Molinari e Andrea Montresor hannoportato a conoscenza dei presenti l’attività svoltafino ad ora da Federforeste che rappresenta nellesedi istituzionali la volontà dei Consorzi Forestalicome vere e proprie imprese agro-forestali parte-cipate dai proprietari e l’idea di filiera energeticache deve essere inclusiva di chi gestisce il patri-monio forestale e partecipata da attori locali e di-mensionata al territorio. Alessandro Cardinali, presidente Soprip spa,

ha relazionato sulla catena del valore territo-rio/energia rinnovabile che rappresenta unaopportunità per tutti gli operatori legati albosco.Pier Luigi Ferrari nelle conclusioni ha sottoli-neato il ruolo importante dell’amministrazioneprovinciale nel favorire le misure illustrate e iprogetti presentati e ha evidenziato come laProvincia di Parma sia vicina a chi con notevolisacrifici gestisce il patrimonio forestale perchésolo con iniziative che vanno dalla programma-zione forestale alla gestione razionale si po-tranno ottenere risultati significativi nel campodelle energie rinnovabili da risorse locali e nellamanutenzione forestale importante per contra-stare il fenomeno degli incendi boschivi e deldissesto idrogeologico.A fine convegno è stata inaugurata la centralinaidroelettrica della Comunalia di Liveglia, nelcomune di Bedonia (PR), progettata dal Con-sorzio Comunalie Parmensi con il contributodel Piano di Sviluppo Rurale e con l’impegnofinanziario della Comunalia di Liveglia.

Dott. Ludovico MolinariSegretario Generale Federforeste

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Una storia millenariaL’origine delle Comunalie risale all’epoca pre-romana allorquando le popolazioni liguri sistanziarono in alta Valtaro (Parma); era infattiusanza (o forse necessità) del popolo semi-no-made godere in comune delle terre che veni-vano quindi fruite e sfruttate collettivamente. Con non poca difficoltà i Liguri vennero scon-fitti dai Romani nel 179 a.C.: questi ultimi, no-nostante fossero fautori della proprietà indivi-duale, mantennero l’utilizzo in comune delleterre più distanti dai villaggi, ovvero quelle si-tuate sulla cresta appenninica. L’istituzione venne consolidata anche duranteil dominio dei Longobardi, popolo che soste-neva con convinzione che il suolo fosse unaproprietà della tribù e che agli individui nespettasse solo il godimento ma non il possesso. Sopravvissute a Carlo Magno e al feudalesimo,all’Impero di Federico II, ai Fieschi, ai Farnesee a Napoleone, le Comunalie trovano il ricono-scimento ufficiale nazionale del proprio statusgiuridico con il Regno d’Italia e traghettano in-denni per tutto il Novecento.Quanto radicata e resistente sia questa istitu-zione lo si può osservare nel constatare come leComunalie siano uscite integre da occupazionie conquiste, dalle guerre mondiali, dalla ditta-tura fascista, dalle epidemie, dalle carestie,dalle migrazioni, dall’industrializzazione, dallecrisi economiche …e come oggi stiano fronteg-giando positivamente anche la globalizzazione. Quello appena trascorso è stato probabilmente

il secolo più rischioso per la sopravvivenzadelle Comunalie; eppure, nonostante i mo-menti critici, l’istituzione si è intensamente raf-forzata grazie alla nascita del Consorzio Comu-nalie Parmensi. La nascita del Consorzio Le esigenze belliche avevano intensificato il di-sbosco mettendo a rischio il patrimonio fore-stale. Per arginare questo pericolo nella prima-vera del 1957 nasce il Consorzio ComunalieParmensi (CCP).Sorto come strumento di competenza tecnica,il CCP riesce ad attingere ai finanziamenti indotazione al Ministero dell’Agricoltura e delleForeste e a realizzare importanti opere per losviluppo delle frazioni su cui insistono le Co-munalie: viabilità forestale, acquedottistica, mi-glioramento boschivo e dei pascoli, rimboschi-menti. Attualmente le Comunalie associate al CCPsono più di trenta per una superficie boscata diottomila ettari. Questa straordinaria estensioneforestale gestita in modo organico e costante daun solo ente rappresenta un unicum per l’Ap-pennino, una vasta area da sviluppare con com-petenza e regolarità a favore degli utenti delleComunalie e dei loro posteri.

Il Fungo IGPNegli primi anni Sessanta il CCP rallenta l’uti-lizzazione boschiva sottraendo finanze impor-tanti alle casse delle Comunalie che, tuttavia,dovevano continuare ad elargire ingenti quan-

Comunalia: proprietà collettivea vocazione fungina

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tità di denari per gestire le infrastrutture co-struite negli anni precedenti (strade, acque-dotti, linee elettriche…). Nel 1964 il CCP ha un’intuizione storica: per laprima volta in Italia viene istituita una riservaper la raccolta dei funghi. Da quel momento iboschi delle proprietà collettive vengono deli-mitati con delle tabelle e per andare alla ricercadi miceti si deve pagare un tesserino.Fin dall’Ottocento il porcino di Borgotaro ènoto per le proprie caratteristiche organoletti-che, soprattutto per il gusto, il profumo e laconsistenza che lo hanno reso celebre anche ol-treoceano. Forte di questa antica notorietà, ne-gli anni Ottanta del Novecento il CCP ha ini-ziato il difficoltoso iter burocratico per il rico-noscimento dell’Indicazione Geografica Pro-tetta (1993 in Italia e 1996 in Europa).La soluzione individuata è diventata il punto disvolta dell’intero sistema di gestione delle pro-prietà collettive parmensi; infatti oggi la rac-colta dei funghi è la principale fonte di sosten-

tamento delle Comunalie e il patrimonio fore-stale viene gestito proprio per migliorare laproduzione di porcini.Inoltre con il riconoscimento dell’IndicazioneGeografica Protetta e con la conseguente pro-mozione il porcino è diventato la principale at-trazione turistica dell’intera vallata e quindi ilfulcro dell’economia di questo settore: nel2009 sono arrivati in Valtaro oltre cinquanta-mila cercatori di funghi. Se da un lato questiincredibili numeri sono un fattore positivo perle entrate delle Comunalie, dall’altro rappre-sentano un rischio per il patrimonio forestale:migliaia di piedi che calpestano il suolo met-tono a repentaglio la produttività del sottobo-sco …e poiché i beni boschivi appartengonoanche alle generazioni future, sono attualmentein discussione progetti per limitare il carico an-tropico e preservarne la fecondità.

D.ssa Francesca Corsi Consorzio Comunalie Parmensi

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FederbimFederbim è la Federazione Nazionale dei Consorzi di Bacino Imbrifero Montano.

Costituita in ente morale con D.P.R. n° 194 del 31/01/1964 si pone l’obiettivo di ridistribuire sui territorimontani le risorse provenienti dai sovracanoni annui degli impianti idroelettrici,

risorse finalizzate alla crescita culturale ed economicadelle popolazioni montane.

DIRIGENTI FEDERBIM ANNO 2008 - 2013Presidente: Personeni Carlo

Vice Presidenti: Petriccioli Enrico - Vicenzi RenatoPresidente dell’Assemblea: Barocco Giovanni

Giunta Esecutiva: Boitano Giovanni - Gelfi Francesco - Iachetti Franco - Lipari Basilio - Pederzolli GianfrancoPlangger Albrecht - Rancan Franco - Romano Domenico - Egildo Spada - Svaluto Ferro Pier Luigi

ORGANO DI CONTROLLOPresidente: Gentile Mario; Membri effettivi: Baccino Ilario - Zardet Battista

Membri Supplenti: Cosaro Virgilio - Donalisio Gabriele

FederforesteFederforeste, è nata come “Federazione Nazionale delle Forestali e delle Collettività Locali”, è sortanel 1981 con lo scopo di coordinare, tutelare e valorizzare l’opera dei Consorzi Forestalie delle Aziende Speciali – consorziali e/o singole –nella gestione razionale degliartt. 139-155 del R.D.L. n° 3267/1923 e successive norme legislative.

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE ANNO 2010-2013Presidente: Gabriele Calliari - Past President: Pier Luigi Ferrari Componenti Direttivo: Rocco De Marco, Aniello Ascolese, Marino Zani, Danilo Merz, Rizzo Claudio, Raimondo Balicco,Andrea Montresor, Pier Paolo Camporesi, Massimo Albano

ORGANO DI CONTROLLOEnrico Petriccioli, Fausto Bianchi, Antonio BisoCoordinatori Regionali: Giovanni Maiandi, Lodovico Molinari, Leonardo Nocentini, Remo Tomasetti, Paolo Di Fonzo,Vincenzo Fatica, Mario Bersani

Copertina 20-03-2011 11:45 Pagina 2

FEDERBIM

Anno XXIII - N° 1Gennaio - Marzo 2011Periodico Trimestrale

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Copertina 20-03-2011 11:45 Pagina 1