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1 Comune di Treviglio Consiglio Comunale del 31 marzo 2015 RESOCONTO DELLA SEDUTA Adunanza ordinaria di 1^ Convocazione – seduta pubblica con inizio alle ore 18:00 Presiede la seduta il Presidente Avv. Gianluca PIGNATELLI Partecipa il Segretario Generale Dr. Antonio Sebastiano PURCARO All’appello risultano: PEZZONI Giuseppe – Sindaco Presente COLOGNO Andrea – Consigliere Presente FUMAGALLI Giancarlo – Consigliere Presente MELLI Paolo – Consigliere Presente PIGNATELLI Gianluca – Consigliere Presente RISI Oreste - Consigliere Presente SGHIRLANZONI Giuseppe – Consigliere Presente CIOCCA Alessandro – Consigliere Presente FERRI Giulio – Consigliere Presente GIUSSANI Francesco – Consigliere Presente PREMOLI Maurizio . Consigliere Presente BORGHI Ariella – Consigliere Presente BUSSINI Simona – Consigliere Presente LINGIARDI Francesco – Consigliere Presente CIOCCA Daniela – Consigliere Presente MERISI Federico – Consigliere Presente MINUTI Luigi – Consigliere Presente e con la partecipazione degli Assessori: IMERI Juri Fabio – ViceSindaco Presente VAILATI Sabrina – Assessore Presente MANGANO Basilio Antonino - Assessore Presente ZOCCOLI in PRANDINA Giuseppina – Assessore Presente NISOLI Alessandro – Assessore Presente Constatata la presenza del numero legale, il Presidente dichiara aperta la seduta per la trattazione dell’ordine del giorno.

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Comune di Treviglio

Consiglio Comunale del 31 marzo 2015

RESOCONTO DELLA SEDUTA Adunanza ordinaria di 1^ Convocazione – seduta pubblica con inizio alle ore 18:00 Presiede la seduta il Presidente Avv. Gianluca PIGNATELLI Partecipa il Segretario Generale Dr. Antonio Sebastiano PURCARO All’appello risultano: PEZZONI Giuseppe – Sindaco Presente COLOGNO Andrea – Consigliere Presente FUMAGALLI Giancarlo – Consigliere Presente MELLI Paolo – Consigliere Presente PIGNATELLI Gianluca – Consigliere Presente RISI Oreste - Consigliere Presente SGHIRLANZONI Giuseppe – Consigliere Presente CIOCCA Alessandro – Consigliere Presente FERRI Giulio – Consigliere Presente GIUSSANI Francesco – Consigliere Presente PREMOLI Maurizio . Consigliere Presente BORGHI Ariella – Consigliere Presente BUSSINI Simona – Consigliere Presente LINGIARDI Francesco – Consigliere Presente CIOCCA Daniela – Consigliere Presente MERISI Federico – Consigliere Presente MINUTI Luigi – Consigliere Presente e con la partecipazione degli Assessori: IMERI Juri Fabio – ViceSindaco Presente VAILATI Sabrina – Assessore Presente MANGANO Basilio Antonino - Assessore Presente ZOCCOLI in PRANDINA Giuseppina – Assessore Presente NISOLI Alessandro – Assessore Presente Constatata la presenza del numero legale, il Presidente dichiara aperta la seduta per la trattazione dell’ordine del giorno.

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PRESIDENTE PIGNATELLI: Buonasera. Iniziamo i lavori del Consiglio comunale di oggi 31 marzo. Benvenuti a tutti. Diamo la parola al Segretario comunale per l’appello. Prego. SEGRETARIO GENERALE: Pezzoni; Pignatelli, presente; Risi; Cologno; Fumagalli; Sghirlanzoni; Ciocca Alessandro, non c’è; Melli; Ferri; Giussani; Premoli; Borghi; Lingiardi; Ciocca Daniela; Bussini Simona; Minuti; Merisi. Per la Giunta è presente: il Vicesindaco, l’assessore Nisoli, Prandina, Mangano, Vailati. Consiglieri presenti 16, assenti 1. La seduta è legale. PRESIDENTE PIGNATELLI: Ringraziamo il Segretario. La seduta, quindi, è legale alle 18.25. Procediamo col punto numero 1 all’ordine del giorno avente oggetto: Interpellanza presentata dalle Consigliere comunali Bussini e Ciocca Daniela in merito all’introduzione del nuovo Regolamento di modifica calcolo delle rette dei centri diurni”. Le interpellanti hanno depositato, in data 16 febbraio 2015, il seguente atto ispettivo: “Premesso che: 1) l’ambito di Treviglio ha introdotto un nuovo Regolamento che cambia le modalità di calcolo delle rette dei centri diurni disabili (CDD), in funzione delle fasce ISEE e in particolare le quote di compartecipazione delle famiglie; 2) l’applicazione del nuovo Regolamento comporta per le famiglie che hanno parenti nei CDD del Distretto AT di Treviglio un aumento significativo della retta per il prossimo anno retroattivamente dal 1° luglio 2014; 3) un comunicato firmato da diverse associazioni, sindacati e fondazioni chiede di sospendere l’applicazione del nuovo Regolamento per evitare aumenti medi stimati di circa il 90%, circa 2.200 euro all’anno di incremento; 4) in data 31 luglio 2014, durante un incontro organizzato da Risorsa Sociale per illustrare le modalità di erogazione dei voucher per la copertura di parte del costo della retta sociale, erano emerse diverse criticità in merito soprattutto al mancato pagamento da parte della Regione Lombardia della quota regionale sanitaria del fondo regionale per la non autosufficienza, che la Regione non sbloccava; 5) i ritardi della Regione Lombardia nel pagamento della quota sanitaria e il continuo decremento del fondo regionale impedisce una programmazione del servizio e del relativo costo a carico delle famiglie, di Risorsa sociale e dei Comuni, che si vedono costretti ad attuare variazioni di bilancio e applicare in modo retroattivo applicazioni dirette; si interpellano Sindaco e Giunta: 1) sulle ragioni per le quali l’Ambito ha deciso di approvare uno specifico Regolamento, invece di partecipare e sostenere un percorso provinciale che definisca linee guida di riferimento e un’omogeneità territoriale; 2) quale sarà l’impegno di spesa che il Comune di Treviglio e l’Azienda Speciale Risorsa Sociale impegnerà nel 2015 per l’integrazione delle rette dei CDD 2014/2015; 3) come si comporterà l’Amministrazione di Treviglio e la Presidente di Risorsa Sociale nel caso in cui le famiglie si muoveranno attraverso vie legali; 4) come intende la stessa rapportarsi con le Istituzioni superiori, quali Regione e Provincia, affinché venga garantita uniformità di servizio in relazione alla qualità di servizio che ai costi”. Risponde l’Assessore ai Servizi sociali. Prego. ASSESSORE ZOCCOLI in PRANDINA: Grazie, Presidente. In risposta all’interpellanza delle consigliere Bussini e Ciocca per quanto riguarda i Centri diurni disabili vado a leggere con voi. La retta di frequenza dei Centri diurni disabili (CDD) è composta da una quota sanitaria finanziata dal Servizio sanitario nazionale direttamente ai soggetti gestori dei servizi ed è una quota sociale che comprende i servizi base erogati dal centro e il servizio di trasporto. Fino al 2010 era in vigore un protocollo provinciale che prevedeva la ripartizione della quota sociale della retta di frequenza dei CDD in tre quote fisse a carico di tre soggetti differenti: una quota fissa a carico degli utenti; una quota fissa a carico dei Comuni di residenza dei disabili; una quota fissa a carico degli Ambiti territoriali.

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Tale protocollo di intesa provinciale, seppur non sottoscritto dal nostro Ambito territoriale, è sempre stato applicato, anche oltre la sua scadenza, ovvero dal 2010 al 2014, ma soprattutto è stato applicato, anche se invalidato dal TAR nel 2009. Nello specifico – non ve l’ho messo ma integro – la quota fissa – parlo mese non giornata – la quota fissa a carico degli utenti delle famiglie era di 200 euro, la quota fissa a carico dei Comuni di residenza dei disabili 480 euro, la quota fissa a carico degli Ambiti 380 euro. Il costo giornaliero per disabile era (perché adesso è aumentato) 103 euro al giorno, dei quali quasi il 50%, vale a dire 50 euro, era coperto dall’ASL, per cui dal Servizio nazionale sanitario. Da qui l’urgenza, quello di quando è stato invalidato, da qui l’urgenza di definire nuove regole in quanto si stava comunque continuando ad applicare il protocollo provinciale in attesa di una ridefinizione dello stesso. Ciò che ha determinato l’invalidazione dal protocollo provinciale e la difficoltà della ridefinizione di un nuovo protocollo è il vuoto normativo in materia di disabilità, lasciato dalla precedente normativa ISEE (legge 109/1198), laddove prevedeva che il disabile compartecipasse al costo dei servizi avuto riguardo prevalentemente alla situazione economica del solo assistito. La mancata declinazione operativa di tale principio, attraverso l’annunciato D.P.C.M. (decreto Presidente Consiglio dei Ministri), che non è mai stato adottato, ha alimentato il contenzioso e il susseguirsi di sentenze che hanno comportato la creazione di diversi e talvolta opposti orientamenti giurisprudenziali, ora a favore delle famiglie dei disabili, ora a favore degli Enti pubblici, incapaci di sostenere totalmente le rette a fronte di un ISEE di valore zero, pur in presenza di redditi non tassati ai fini IRPEF, come l’invalidità o l’indennità di accompagnamento, oppure di famiglie con disponibilità economiche escluse a priori. Inoltre la presenza di quote fisse di compartecipazione alla spesa a carico degli Enti, indipendentemente dalla condizione economica degli interessati, è una modalità illegittima a cui non è più possibile ricorrere. Capite che così non c’era equità sociale perché c’era una retta fissa sia per l’abbiente che per la famiglia svantaggiata. Così come il canale privilegiato dedicato all’unità d’offerta dei Centri diurni disabili mediante la definizione, nell’ambito di un protocollo provinciale, di quote fisse a carico degli Enti. Non è più percorribile ma semplice conseguenza trascinatasi nel tempo a causa del fatto che tali unità d’offerta sono state gestiti sempre in passato da Enti pubblici, dalle ASL a cui sono subentrati invece ora soggetti gestori privati operanti sul mercato, solitamente cooperative. La nuova normativa ISEE, introdotta del D.P.C.M. numero 159 del 5.12.2013, colma il vuoto esistente sopra citato e riscrive completamente le regole da cui non è possibile esimersi. L’accesso al centro diurno integrato deve fondarsi su un contratto tecnico ed economico tra l’Ente gestore e l’Ente o i suoi familiari, come avviene da sempre per le altre unità d’offerta, anche nell’ambito della disabilità, come ad esempio i centri socio-educativi (CSE), o i servizi di formazione all’autonomia (gli SFA), nonostante a maggior ragione questi due ultimi non abbiano nemmeno la quota di compartecipazione sanitaria – quel 50% che vi dicevo per il CDD – trattandosi di servizi esclusivamente socio-assistenziali e non socio-sanitari. Nella logica di equiparazione delle unità d’offerta, anche per i Centri diurni disabili, il Comune può intervenire economicamente a sostegno dei costi sociali del servizio a carico dell’utente o familiare, a cui questi ultimi si sono obbligati nell’ambito del contratto con il gestore, solo su richiesta degli interessati e valutato ovviamente la loro condizione e la loro situazione economica. Lo strumento del voucher per l’accesso al servizio parametrato alla capacità economica del richiedente risulta lo strumento più confacente, funzionale e legittimo. In tale logica l’Ambito territoriale di Treviglio ha predisposto delle linee guida per la compartecipazione ai costi del CDD. Nell’Assemblea dei Sindaci 24.10.2013 è stata presentata una bozza di linee guida di ambito ed è stato avviato un percorso di studio e consultazione, che ha coinvolto i soggetti gestori dei CDD. L’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito di Treviglio, nella seduta del 21 maggio 2014, ha approvato le nuove linee guida, frutto della consultazione ed approfondimento (quella del 2013), entrate in vigore dal secondo semestre 2014 con l’introduzione dei voucher sociali parametrati alla capacità economica del disabile e solo in caso di superamento di un ISEE minimo anche dei familiari conviventi con lo stesso. L’importo del voucher sociale è stato stabilito in un valore massimo di 44 euro al giorno, composto di una cifra fissa, sempre a carico del Comune, riferita alla retta base del servizio (in questo caso sono 16 euro fissi), da

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una quota variabile, sempre a carico del Comune, riferita ai servizi accessori (fino a 20 euro secondo il reddito, da 0 a 20 euro secondo il reddito familiare o dell’estratto) e da una quota per il trasporto (che equivale a 8 euro, sempre a carico del Comune). Nel 2014 il costo a carico del Comune di Treviglio per la compartecipazione alla retta di frequenza dei CDD è stato pertanto regolamentato sino al 30.06.2014 dal protocollo provinciale previgente, anche perché in quei sei mesi c’era per l’Ambito l’euro di solidarietà deciso all’Assemblea dei Sindaci; euro di solidarietà che, diciamo, è esaurito a giugno perché l’euro di solidarietà per i diciotto Comuni dell’Ambito equivale a 110.000 euro: 110.000 abitanti - 110.000 euro. Questi sono serviti per coprire, diciamo, il costo giornaliero. Sì, è una risposta lunga, scusate. PRESIDENTE PIGNATELLI: Avrebbe cinque minuti per la risposta, Assessore. ASSESSORE ZOCCOLI in PRANDINA: Sì, però la risposta lunga, Presidente, le chiedo di sforare come ha sforato anche per altri. ...Delle nuove linee guida d’Ambito, comportando... (Intervento fuori microfono)

Comportando... ci sono i precedenti. Comportando la seguente spesa suddivisa come segue. E lì vedete la tabella, non la leggiamo insieme, però dico che la spesa di compartecipazione del Comune è stata di 105.000 euro, rotondo, per la compartecipazione per il pagamento dei CDD. La spesa sostenuta dall’Ambito invece territoriale, mediante Risorsa Sociale, per gli utenti trevigliesi – e giro così facciamo una cosa più veloce altrimenti vengo ripresa – dell’Ambito è stato solo per gli utenti trevigliesi circa 40.000 euro in tutto l’anno. E vedete però che nella seconda casella: spesa secondo trimestre uguale a zero perché era terminato l’euro. Per l’anno 2015 lo strumento dei voucher sociali proseguirà con i necessari adattamenti dettati dalla nuova normativa in materia di ISEE, introdotta sempre dal D.P.C.M. 159. A tal fine Comune e Ambito sono impegnati nella revisione dei regolamenti in materia e in ossequio alla nuova normativa e come previsto dalla stessa. Ulteriormente, come richiesto dalla sottoscritta, sia in qualità di Assessore comunale che di Presidente dell’Azienda Speciale Risorsa Sociale, e ribadito in diverse sedi, quali l’Assemblea dei Sindaci e il Consiglio di rappresentanza dei Sindaci, è stato costituito a livello provinciale un gruppo di lavoro in materia di CDD, che sta tuttora operando dedicando a tale unità d’offerta un’attenzione di riguardo, pur nell’ambito della sopravvenuta normativa citata prima. Ho allegato alla lettera firmata dalla sottoscritta e dal Vicepresidente Bugini alla Conferenza dei Sindaci... al Consiglio di rappresentanza dei Sindaci. Auspichiamo che il percorso sin qui intrapreso e tuttora in corso di definizione possa essere compreso e accompagnato dalle famiglie dei disabili e degli Enti gestori in una logica di chiarezza e trasparenza, che parta soprattutto da un’analisi e definizione dei costi standard di questi servizi, perché in questo modo la famiglia, se sa cosa costa, può scegliere anche la struttura con il voucher, la struttura che vuole. È previsto, entro la fine del corrente mese di aprile, un incontro tra i rappresentanti delle famiglie, l’ANFFAS e Risorsa Sociale per approfondire nuovamente la situazione. E questa è la risposta al penultimo vostro quesito: qualora il percorso di dialogo ed ascolto intrapreso e tuttora in corso dovesse interrompersi da parte degli interessati, ci comporteremo conseguentemente con gli strumenti che la normativa pone a disposizione. Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Grazie, Assessore. Gli interroganti possono intervenire. Consigliera Bussini, prego, può dichiararsi soddisfatta o meno. Si ricordi che ha cinque minuti. CONSIGLIERE BUSSINI: Allora, l’argomento è abbastanza complesso come la risposta è molto articolata. Io ho letto adesso la risposta dell’Assessore insieme alla descrizione, però purtroppo non ho visto nella risposta – e quindi per questo non mi ritengo soddisfatta – nessuna citazione alla competenza regionale. A me sembra che la sanità sia di competenza regionale, quindi per far chiarezza è

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da anni che purtroppo le famiglie dei centri diurni, degli utenti dei centri diurni, vivono in questa incertezza, legata a che cosa? Legata al fatto che il bilancio regionale ogni anno deve decidere la quota da stanziare per il fondo sociale regionale, che fino a luglio non si sa mai quanto sarà, nel luglio 2014 era 58.000 euro, poi grazie ad alcuni Consiglieri regionali... 58 milioni, scusate, è passato a 70 milioni, come l’anno precedente. Però poi questi fondi non vengono sbloccati. Io ho partecipato alla riunione di luglio con le famiglie in cui si cominciava a far chiarezza un po’ su questi argomenti, però quando non li vedo per far chiarezza in toto. Il problema qual è? È che a luglio questo era successo: che mancava la parte dalla Regione Lombardia che ancora non era stata bloccata e quindi si chiedeva la compartecipazione delle famiglie alla quota della retta dei centri diurni. Oppure – era stato anche ventilato in quella sede –: tagliare i servizi aggiuntivi delle cooperative, cioè ridurre al minimo i servizi di una cooperativa, togliendo corsi, togliendo servizi tipo parrucchiera o roba del genere, quindi riducendo all’osso quello che è la prestazione di una cooperativa per diminuire il costo in modo che si riuscisse a coprire. Ecco, questa non credo che sia la strada ottimale. Nella stessa sede le cooperative si lamentavano perché continuare ad andare al ribasso significa anche incidere poi magari sul personale delle cooperative, e quindi sui loro stipendi. Quindi il tema è molto complesso: da una parte, questo fondo regionale che è sempre incerto e non è mai ben definito, i bilanci dei Comuni che mi rendo conto sono sempre più all’osso; ma, dall’altra parte, anche la crisi che le famiglie stanno vivendo. E chiedere una compartecipazione in base a rette, a fasce ISEE, sempre in quella sede si prevedevano degli aumenti molto consistenti. Io speravo che anche in questa risposta ci fosse anche un minimo di incidenza, quanto può incidere poi la compartecipazione della famiglia effettivamente alla retta, quanto è l’aumento o quanto non è, ecco, però più o meno una fascia. Magari farò una interpellanza di tipo diverso. Comunque le famiglie erano molto preoccupate. D’altro canto, mi fa piacere che ci sia una un’intenzione di andare ad un tavolo provinciale in modo che ci sia un’uniformità di intenti per favorire appunto l’accesso a cooperative e a centri diurni con almeno uno standard di servizi uguali per tutti. Però io credo che la battaglia più forte debba essere a livello regionale perché si stabilizzi in modo definitivo il fondo sociale, non che ogni anno ci sia questa altalena, a volte fino a luglio non si sa, sia per le famiglie ma anche per i Comuni stessi. Quindi chiedo, da parte del PD, e quindi che nei tavoli opportuni, quindi anche a livello provinciale, si spinga in questo senso perché ci sia un fondo strutturato che sia sempre quando, al limite si aumenta ma non che fino a luglio non si sa e poi solo perché c’è la protesta e famiglie scendono in piazza o consiglieri regionali prendono parola, allora si integra perché si va a togliere da un’altra parte. Questo fondo deve essere un fondo assolutamente sempre definito e strutturale in modo che anche le cooperative facciano la loro programmazione e idem le famiglie. Invece oggi ci troviamo con le famiglie nella completa incertezza, non sanno quanto devono pagare, c’è questa nuova incombenza ISEE, le cooperative idem. Insomma, è ancora una situazione molto nebulosa e dal punto di vista anche degli utenti incerta. Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Grazie, Consigliera. Assessore, può replicare, prego. ASSESSORE ZOCCOLI in PRANDINA: Sì, grazie, Presidente. Mi spiace che sia insoddisfatta, però, guardi, quello che riguarda i trasferimenti dell’FSR, il fondo sociale regionale, sono stati sbloccati proprio a luglio. Ma, diciamo, le linee guida e la compartecipazione della famiglia secondo il reddito non è dipeso dalla diminuzione dei contributi regionali, perché i contributi regionali erano ancora uguali all’anno scorso, a due anni fa, a tre anni fa. Guardi, nel 2006, la compartecipazione della Regione, e dell’ASL, di conseguenza, era di 49,50, esattamente come ora, per cui non è stata tagliata. Il problema delle linee guida è che è venuto a mancare l’euro, cioè i 110.000 euro, che sollevavano sicuramente le famiglie di un esborso anche pesante. Per cui noi ce la stiamo mettendo tutta. Lei è insoddisfatta, va bene, prenda la sua insoddisfazione e poi, non lo so, la inviterò al tavolo così vediamo quanto cuore, mente e soldi ci mettiamo, e anche amore.

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Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Passiamo al punto numero 2 all’ordine del giorno avente oggetto: “Interpellanza presentata dalle Consigliere comunali Borghi e Ciocca Daniela in merito al presidio dell’azienda ‘AZ Fiber’”. Le interpellanti, in data 23 marzo 2015, hanno depositato il seguente atto ispettivo: “Premesso che da mesi la AZ Fiber, azienda del nostro territorio, si trova in una situazione di grave difficoltà, dei suoi 80 lavoratori 20 sono in cassa integrazione straordinaria, e il gruppo tedesco proprietario dell’impresa ha già annunciato un esubero di 40 dipendenti con la successiva e possibile chiusura dell’attività o la vendita di un ramo d’azienda; considerato che da mesi i lavoratori e i sindacati presidiano la fabbrica, diventando spesso bersagli di aggressioni, come il lancio di biglie al camper che utilizzano come presidio notturno o telefonate di minacce anonime, che fa salire la tensione e certamente non giova alla causa dei lavoratori interessati; evidenziato che già altri lavoratori del territorio, per esempio, di Treviglio e Castel Rozzone, e l’Amministrazione di Arcene stanno sostenendo le legittime richieste dei lavoratori della AZ Fiber; si interpella il Sindaco per sapere: se ha già avuto un’interlocuzione con l’azienda per avere informazioni o per valutare con lei le opportunità che il territorio può offrire in merito alle difficoltà del momento; se ha intenzione di incontrare la proprietà con il sindaco Giuseppe Foresti, che si è impegnato già in tal senso con i lavoratori e i rappresentanti sindacali, che hanno raggiunto in corteo il municipio di Arcene; quali atti questa Amministrazione ha in animo di realizzare coinvolgendo anche il Consiglio comunale per testimoniare solidarietà e sostegno ai lavoratori Fiber sfibrati dalla lunga lotta per la tutela del loro lavoro, lotta che li riguarda in primis ma che dovrebbe riguardare tutti coloro che si stanno prodigando per il mantenimento e la ripresa dell’occupazione nel nostro territorio”. Risponde il Sindaco. Prego. SINDACO PEZZONI: Era il 30 gennaio 2012 quando avevamo approvato in Consiglio comunale una mozione, che era stata presentata dai consiglieri Giussani e Cologno a sostegno dei lavoratori della Fiber e per la difesa del tessuto produttivo della Bassa Bergamasca. Sembrava che andasse a risolversi la situazione con l’acquisizione da parte di una società tedesca dell’azienda, che insisteva e produceva temporizzatori e aveva commesse, ma sembrava avere una proprietà non favorevole o non propensa agli investimenti. Nel corso, se vi ricordate, di quegli anni, poi, quando la situazione si era sbloccata, avevamo riferito in Consiglio comunale e avevamo partecipato agli incontri a cui ci era stato chiesto di partecipare. Un po’ diversa la situazione di quest’anno in cui, in pratica, l’interlocuzione da parte delle rappresentanze sindacali è iniziata da subito con il Sindaco di Arcene. La volta scorsa avevano chiamato me e io chiamavo Foresti, visto che era Sindaco anche nel precedente mandato, lì c’è stato rinnovo elettorale. Io, questa volta, sono stato chiamato da Giuseppe Foresti e abbiamo sentito, ci siamo sentiti più volte durante il corso di queste settimane, in maniera tale da concordare insieme le azioni. Ho sempre dato la disponibilità da parte di questa Amministrazione, come era successo due anni, tre anni fa oramai, a partecipare ai tavoli. Al momento la contrattazione ha visto un irrigidimento forte da parte della proprietà. Sui 64 lavoratori, dipendenti, mi dicono, impiegati che prestano servizio nell’azienda si chiede una riduzione di circa 30 unità lavorative. Questo pure a fronte del fatto che esistano commesse, ma d’altro canto con la necessità per l’azienda di dimostrare una... come si dice? Una sofferenza generata dalla cattiva impostazione di fabbrica. Io ho garantito anche a Giuseppe Foresti, quando ci siamo sentiti due settimane fa e anche la settimana scorsa, almeno una volta a settimana ci sentiamo, la disponibilità e la solidarietà a dare una mano anche alle altre questioni che si stanno ponendo. Anche lui non è direttamente interessato, ad esempio, dalla crisi di Mercatone Uno, che sta per chiudere, però mi diceva che in pratica si stanno muovendo solidalmente e anche lì abbiamo detto saremmo stati disponibili a dare il nostro aiuto. Per cui, per quanto mi riguarda, mantengo la disponibilità che avevamo già dimostrato ai

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tempi. Nel momento in cui ci fosse un incontro con la proprietà, però dobbiamo esserci anche invitati, al momento hanno invitato solo il Sindaco di Arcene, unico rappresentante istituzionale di un Ente locale ad essere coinvolto, saremo sicuramente con loro, dico, e mi pare che la collaborazione che è stata dimostrata la volta scorsa debba essere dimostrata anche in questa circostanza. PRESIDENTE PIGNATELLI: Grazie. Ha chiesto la parola la consigliera Borghi. Può dichiararsi soddisfatta o meno, ha cinque minuti, prego. CONSIGLIERE BORGHI: Sì, sono temi che ci coinvolgono e anche questo della Fiber AZ ormai da tempo è un problema a cui bisogna guardare, ma non bisogna guardare, credo, come singola realtà (il Sindaco ha accennato al Mercatone Uno, 350 perdenti posto). Bisogna cercare di avvicinare questi lavoratori, che subiscono questa mancanza di diritto al lavoro, e tutte le loro famiglie conseguentemente ne risentono, per verificare anche insieme a loro e insieme ai Sindaci della zona quali possibilità di reimpiego questa zona può offrire. Io mi auguravo anche una presa di posizione tipo che il Comune faccia sentire, attraverso il suo Sindaco e attraverso un invito del Consiglio comunale, la propria solidarietà a questo punto sia ai lavoratori della Fiber AZ sia ai lavoratori del Mercatone Uno, anche con uno scritto, una comunicazione, cioè che almeno si faccia sentire questa solidarietà. È vero che non si risolvono i problemi, ma è vero che è gente che sta facendo una lotta per la tutela del proprio lavoro e per la tutela delle proprie famiglie, a cui la sensibilità di chi vive nel territorio non può che fare piacere. Mi auguro che con la proprietà vada a trattare anche il nostro Sindaco. So che Foresti, recentemente, ha visto la proprietà. Non so che tipo di esito ci sia stato. Ringrazio il sindaco per la disponibilità che ha sempre dato e gli chiedo di pretendere di essere presente. Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Grazie. Passiamo al punto numero 3 all’ordine del giorno avente oggetto: “Interpellanza presentata dalle Consigliere comunali Borghi e Ciocca Daniela in merito al parere del Ministero per i beni e le attività culturali per la vendita dell’area ex Foro Boario”. Le Consigliere interpellanti hanno protocollato, in data 23 marzo 2015, il seguente atto ispettivo: “I sottoscritti consiglieri Borghi Ariella (PD) e Daniela Ciocca (ABS) chiedono che il Sindaco espliciti al Consiglio comunale come la garanzia richiesta dall’immobiliare Ossidiana S.r.l., al punto h) della sua proposta di acquisto di Foro Boario, disponibilità dell’intero comparto senza alcun vincolo di conservazione e/o ristrutturazione e/o manutenzione di immobili allo stato esistenti, possa essere assicurata, visto che con nota protocollata dal Comune di Treviglio numero 14848 il Ministero per i beni e le attività culturali auspica che le norme del Piano attuativo previsto per l’area Piano delle Regole articolo 24.10 siano volte a favorire interventi conservativi dei caratteri metrici e tipologici, obbliga al preventivo ottenimento dell’autorizzazione della Soprintendenza dei Beni archeologici e paesaggistici ogni intervento edilizio che prevede il distacco di tutti gli elementi decorativi dell’edificio, tra cui anche le cornici intorno alle aperture e i parapetti della terrazza; autorizzazione che può essere ottenuta dietro la presentazione di specifici progetti in tempi che con quasi certezza non possono rispettare il cronoprogramma concordato tra il Comune e l’immobiliare. Non esclude che, per la presenza nei pressi dell’area di una centuriazione romana, possano rinvenire reperti archeologici che necessitano di scavi di durata imprevedibile e che vanno sottoposti alla valutazione della Soprintendenza già citata. La garanzia richiesta dall’immobiliare Ossidiana al punto h) della proposta non può essere assicurata al momento, stante il vincolo a una preventiva autorizzazione della Soprintendenza, che potrebbe escludere la demolizione dell’edificio denominato “Casa del Custode”, ovvero prescriverne la conservazione, anche solo di alcuni elementi. L’accettazione dell’attuale proposta dell’immobiliare Ossidiana sull’area di Foro Boario appare in questo contesto un azzardo e può divenire elemento di contenzioso, addirittura di decadenza

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della proposta di acquisto da parte dell’immobiliare. Infatti non sembra realisticamente possibile allo stato attuale assicurare il conseguimento di una favorevole autorizzazione della Soprintendenza entro i termini indicati dalla proposta per l’approvazione del piano attuativo”. Risponde l’assessore Nisoli. Prego, Assessore. ASSESSORE NISOLI: Sì, grazie, Presidente. Il bando dell’asta pubblica per la vendita a pubblico incanto dell’area ex Foro Boario in data 22.10.2012, al punto 4 dall’articolo 2, dichiarava già che sull’area insisteva un fabbricato ex portineria per il quale era allora in corso la verifica dell’interesse culturale. Il pubblico incanto andò deserto. Successivamente il Ministero per i beni e le attività culturali della Lombardia, con comunicazione del 19.03.2013, dichiarò l’esclusione dalle disposizioni di tutela. La Sovrintendenza auspicava che le norme urbanistiche del piano attuativo previsto sull’area favorissero interventi conservativi materici e tipologici. Con riferimento all’interpellanza il piano attuativo sarà presentato dalla società acquirente dopo la vendita e aggiudicazione e definirà le modalità di intervento in conformità alle norme del PGT. Il piano attuativo dovrà contenere i caratteri normativi dell’intervento ed essere coerente con le indicazioni della Sovrintendenza, tenendo conto del fatto che la società Ossidiana S.r.l. è informata del parere espresso dalla Sovrintendenza perché riportato anche nell’avviso della gara ufficiosa, pubblicata in data 2 marzo 2015. I tempi di decadenza della proposta sono dipendenti dall’approvazione del P.A. piano attuativo, la cui presentazione è a carico della società immobiliare Ossidiana. Parimenti, eventuali progetti per interventi di scavo a carico dell’immobiliare dovranno essere sottoposti alla valutazione della Sovrintendenza per i beni archeologici della Lombardia. PRESIDENTE PIGNATELLI: Grazie. Consigliera Borghi, è iscritta a parlare. Ne ha facoltà. Può dichiararsi soddisfatta, ricordo il tempo di cinque minuti. CONSIGLIERE BORGHI: Prendiamo atto che una delle condizioni poste dalla società Ossidiana, la disponibilità dell’intero comparto senza alcun vincolo di conservazione, ristrutturazione, manutenzione di immobili allo stato esistenti, una condizione importante, non può essere rispettata e quindi vedremo cosa farà Ossidiana all’atto della vendita aggiudicazione. Ossidiana ha dichiarato nella sua proposta di acquisizione che bastava che un solo vincolo non fosse rispettato, una sola condizione non fosse rispettata e si riteneva libera di ritirare la proposta. Vedremo cosa fa Ossidiana. Questa è una condizione che di fatto anche l’Assessore adesso ha detto che non può essere rispettata. Questa garanzia non può essere oggi data. Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Si dichiara, Consigliera, soddisfatta o insoddisfatta? CONSIGLIERE BORGHI: Né soddisfatta né insoddisfatta. L’Assessore ha ripetuto quello che la Sovrintendenza ha detto. Noi abbiamo chiesto se riteneva che ci fosse o no l’impossibilità di questa garanzia. Ha ripetuto le parole della Sovrintendenza. PRESIDENTE PIGNATELLI: Una formalità per il verbale. Passiamo al punto numero 4 avente oggetto: “Recepimento protocollo di intesa sull’adozione del Codice etico per la prevenzione all’abuso di alcol e relativo codice e protocollo di intesa sull’adozione del Codice etico per la prevenzione alla ludopatia e relativo codice”. La parola al Sindaco. Prego. SINDACO PEZZONI: Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito dei contenuti del protocollo, informo di un incontro che si è avuto la settimana scorsa con i rappresentanti del Dipartimento sulle

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dipendenze dell’ASL in sede di Assemblea dei Sindaci di Distretto. Il protocollo d’intesa per l’adozione del Codice etico è stato un processo che ha visto l’Ambito di Treviglio particolarmente attivo e, grazie all’attività dell’Ambito trevigliese, in alcuni Comuni è stato adottato anche negli anni scorsi in questo testo. L’importanza del testo è stata condivisa anche da ASL e ASL ha chiesto la possibilità di avere un protocollo che, superando i confini dei singoli ambiti, avesse la possibilità di estendere la sua validità nell’intero territorio provinciale. Quindi voleva dire che l’azione iniziale, che è stata svolta sia nell’Ambito di Treviglio, che in quello di Romano di Lombardia, che in quello di Grumello, che in quello della valle Brembana, che però non sono l’intero territorio bergamasco, potesse essere o potesse arrivare anche poi a una dimensione, diciamo, unitaria in maniera tale da avere un documento unico. Qual è la situazione oggi? L’ASL ha fatto partire i suoi lavori e i tavoli di confronto con i cosiddetti “tavoli di comunità”, che hanno recepito le istanze delle singole zone. È in fase di redazione definitiva di un Codice etico unitario. Noi, questa sera, abbiamo portato, anche su sollecitazione di alcune minoranze, il testo che era stato deliberato anche in precedenza da alcuni Comuni del nostro Ambito. Ci sono due strade davanti a noi possibili: o questa sera adottiamo questo testo nella consapevolezza comunque che ha una dimensione, diciamo, limitata all’Ambito e quando ci viene reso definitivamente il testo predisposto da ASL, che mi pare abbiano trasmesso e stiano trasmettendo in questi giorni, facciamo poi una sorta di integrazione o, meglio, sostituiamo il testo adottato questa sera con il testo di ASL, che può essere organico e unitario su tutto il territorio provinciale; oppure questa sera sospendiamo temporaneamente il punto all’ordine del giorno, chiediamo fortemente all’ASL di mandarci il testo definitivo in maniera tale che il Consiglio comunale possa adottarlo da subito e nella forma comune a tutti gli altri Comuni della Provincia di Bergamo che intendono adottarlo (alcuni Comuni hanno già detto che non intendono adottarlo) e nel momento in cui questo viene approvato il prossimo Consiglio comunale è il testo unitario condiviso da tutti coloro che fanno parte del Tavolo provinciale per la prevenzione, in cui sono presenti anche i referenti di Ascom, Atena, Associazione dei giocatori anonimi, Libera, Associazione provinciale della Polizia locale, Caritas Bergamo, Comune di Bergamo, Confcooperative, Federsolidarietà, Confesercenti, Consiglio di rappresentanza dei Sindaci, Eco, Prefettura, Questura, Sindacato CGIL-CISL, Tavolo Enti accreditati e il Tavolo del terzo settore. È ovvio che con questa condivisione, a cui poi chiederemo anche di essere partecipi direttamente, avremo la possibilità di avere unitarietà di comportamento, altrimenti avremo qualche scostamento in questo mese e poi l’adozione del testo definitivo. Resta comunque da parte nostra l’impegno, nel momento in cui viene reso disponibile il testo definitivo del Codice etico, a portarlo in Consiglio comunale e ad approvarlo quanto prima. PRESIDENTE PIGNATELLI: Quindi la proposta è quella di rinviare...? SINDACO PEZZONI: No, se c’è dibattito sulle proposte vostre, per me, io personalmente preferirei un’adozione unica. Se lo ritenete fondamentale farlo adesso, dico, si fa adesso ma con le limitazioni che ho detto prima. Però deve essere anche chiaro da parte nostra che, se si tira ancora in lungo gli aggiustamenti che vengono richiesti da parte di qualcuno non consentono di approvarlo, in aprile approviamo ancora questo testo qua, cioè non credo che si possa lasciare aperto ancora uno spiraglio temporale in considerazione del tempo che è passato e del fatto che vada capitalizzato il lavoro che è stato fatto. Quindi per me o rinviamo il punto con l’intesa che entro aprile, o arriva il testo di ASL o usiamo questo; oppure approviamo questo con l’intesa che se il testo di ASL arriva entro aprile comunque approviamo che quello. Ci sono due possibilità. Per me sono indifferenti. Io preferirei la prima per avere anche una deliberazione unica del Consiglio comunale e non fatta in queste... questa è la proposta mia. PRESIDENTE PIGNATELLI:

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Grazie, signor Sindaco. È aperta la discussione, soprattutto sulla proposta del Sindaco di posticipare l’adozione. Vi sono interventi? È iscritto a parlare il consigliere Lingiardi; ne ha facoltà. CONSIGLIERE LINGIARDI: Sì, grazie, Presidente. Abbiamo appena concluso la terza Commissione consiliare e con qualche distinguo comunque accettiamo di rinviare di un mese appunto questa deliberazione, previo, però, diciamo, un piccolo vincolo che è un vincolo di spiegazione: vogliamo una terza Commissione consiliare dove si apra un po’ alla discussione ma anche a queste tematiche. Abbiamo avuto il documento dell’ASL e su questo vogliamo assolutamente entrare nel merito perché appunto noi riteniamo che comunque questo sia il percorso da fare e da implementare. Abbiamo chiesto all’Assessore di invitare anche una rappresentante dell’ASL a spiegarci questi dati. Io personalmente l’ho letto e ho avuto qualche dubbio, ho delle domande da fare, e l’Assessore si è resa disponibile, quindi faremo una terza Commissione consiliare, rinviamo il punto in modo da consolidare la questione appunto del Codice etico eccetera. Ecco, è chiaro, non vorremo andare oltre però il mese, l’importante poi comunque è arrivare a conclusione. Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Signor Sindaco, prego. SINDACO PEZZONI: Chiedo scusa, una precisazione. Condivido e ringrazio per la disponibilità. Trattandosi però poi alla fine di un documento provinciale, i margini di manovra sono da anticipare perché nel momento in cui al solito parte l’approvazione poi diventano documenti blindati che non si toccano più. Quindi benissimo, dico, spero che ci sia di corsa la convocazione del dottor... non mi ricordo il cognome, Biffi, che abbiamo incontrato giovedì sera, in maniera tale che possa essere chiuso. Condivido, grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Nessuno si oppone alla proposta del Sindaco. Ci sono altri interventi? Consigliera Borghi, prego. CONSIGLIERE BORGHI: La Commissione terza, a cui ho partecipato pur non essendone membro per sostituire la consigliera Simona Bussini, ha davvero stabilito che deve essere portato all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale, perché nel giugno 2014 già noi avevamo chiesto di deliberarlo questo Codice etico, sia dell’alcol, sia per l’abuso dell’alcol, sia per il gioco d’azzardo patologico, e avevamo accettato che si aspettasse perché più Comuni aderissero. Adesso ci si chiede di aspettare l’ASL, ecco, non andiamo oltre il prossimo Consiglio comunale perché sono temi di una gravità notevole, ecco. È vero che un Codice etico non fa cambiare le cose dall’oggi al domani, però dà strumenti e se lo si vuol fare camminare può camminare avere e dare qualche beneficio. Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Grazie. Non vi sono altri interventi, quindi diamo atto che il punto all’ordine giorno è rinviato ad aprile. Passiamo al punto numero 5 all’ordine del giorno avente oggetto: “Adozione Carta dei servizi farmacie comunali”. La parola al Sindaco. SINDACO PEZZONI: Grazie, Presidente. Ci eravamo posti come obiettivo di Ygea anche questo passaggio, e cioè l’adozione di una Carta dei servizi che rendesse la nostra società conforme ai criteri che la normativa prevede, anche una pubblicizzazione al pubblico dei servizi che vengono svolti. La Carta dei servizi è stata elaborata dall’Amministratore unico e dai dipendenti della società,

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che ringrazio. Elenca, da una parte, come è strutturata la società, e quindi quali sono le sedi delle farmacie e, dopo una breve premessa sul senso dall’attività farmaceutica, elenca puntualmente, da pagina 3 e seguenti, quali sono i servizi che le farmacie svolgono, entrando nello specifico delle caratteristiche di Ygea, e quindi anche dei materiali che vengono messi a disposizione e che vengono forniti ai cittadini clienti, delle offerte e delle campagne promozionali; e poi elenca chiaramente, come in tutte le carte dei servizi, quali sono i principi, da una parte, cui si ispira l’azione di gestione della società nei confronti del pubblico e nei confronti dell’organizzazione interna, elencando anche una sorta di tabella all’interno della quale è possibile recuperare i criteri dei singoli servizi, i fattori di qualità che caratterizzano ciascuno dei servizi, gli indicatori che possono servire per misurare il singolo servizio e la qualità del servizio e gli standard, che devono essere rispettati da parte del personale delle farmacie per essere all’interno della qualità che viene richiesta alla azienda stessa. Un passaggio ulteriore è quello relativo al fatto che ci sia una disponibilità ad aprirsi al confronto con i cittadini per il tramite delle segnalazioni, che sono operabili anche in forma diretta con il modulo delle osservazioni per gli utenti, che è uno degli allegati a questa carta dei servizi, e alla fine c’è invece una sorta di – come la premessa iniziale sul sistema “farmaceutico” – una scheda di approfondimento relativa a farmaci e armadietto dei medicinali. Vorrei far presente che stiamo facendo questo percorso della Carta dei servizi, così come lo stiamo chiedendo anche nei confronti di tutte le altre società partecipate direttamente dall’Amministrazione comunale, o indirettamente dall’Amministrazione comunale, nel momento in cui erogano servizi ai cittadini, dopo aver sottoscritto un protocollo d’intesa con le Organizzazioni sindacali, che chiedono una preventiva valutazione anche da parte loro in maniera tale da uniformare gli standard di queste carte dei servizi e da renderle omogenee, per quanto possibile, e soprattutto misurabili in termini di performance. Con l’approvazione di oggi, in pratica, Ygea si dota di uno strumento ulteriore di trasparenza per fare in modo tale che ci siano sempre meno clienti/utenti e sempre più cittadini. PRESIDENTE PIGNATELLI: Grazie. Dichiaro aperta la discussione. Invito i Consiglieri a iscriversi, se vi sono interventi, sennò procediamo al voto. È iscritta a parlare la consigliera Borghi; ne ha facoltà. CONSIGLIERE BORGHI: Una domanda velocissima. A pagina 11 si parla dei modi della partecipazione e si dice “indagini periodiche sulla soddisfazione degli utenti (customer satisfaction) e ricerche sul gradimento in senso più specifico dei servizi erogati dalla farmacia e del rapporto farmacista-utente”. È già stata fatta almeno una indagine in questa direzione o è nelle intenzioni? SINDACO PEZZONI: Ne abbiamo tentata una poco scientificamente l’anno scorso, diventa uno standard, come è diventata standard per l’Amministrazione comunale. Per la valutazione complessiva, se si usano le faccine che si usavano per la valutazione della qualità dei servizi pubblici, al momento è verde, quindi non c’erano segni di criticità. Però era un giudizio sostanzialmente positivo. PRESIDENTE PIGNATELLI: È iscritto a parlare il consigliere Merisi; ne ha facoltà. CONSIGLIERE MERISI: Grazie, Presidente. Solo una raccomandazione che va oltre il testo: se, come dice giustamente il Sindaco, ci deve essere – e ben venga – la trasparenza nei confronti dell’utente, che ci sia anche un percorso di un certo tipo sulla location ex post, as built, tutte quelle robe lì, e cioè prima di spostare le postazioni di lavoro magari un minimo di confronto con gli Enti cui spetta, ma anche con gli uffici stessi del Comune, credo che sia necessario, caldamente necessario. Grazie.

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PRESIDENTE PIGNATELLI: Vi sono altri interventi? È iscritto a parlare il consigliere Giussani; ne ha facoltà. CONSIGLIERE GIUSSANI: A me non interessa molto il fatto che parliamo di adozione carta perché tanto la votiamo, è fuori discussione. La cosa bella intelligente, la cosa veramente che ha un certo peso è che questa sera noi stiamo parlando delle farmacie, signori, quella realtà che qualcuno voleva dismettere. E poi la consigliera Borghi, l’ex Sindaco, Sindaca, scusi, perché sennò mi richiamano, la Sindaca interviene anche che voleva dismettere le farmacie. Una grande opportunità, un grande futuro per i nostri anziani, una grande risorsa. Mi fa piacere che questa sera siamo qua a parlare di un Regolamento delle farmacie, che ci sono ancora, perché se era per la consigliera Borghi, o la consigliera Ciocca, che mi sta veramente mi sta infastidendo perché io sto parlando e lei mi parla sopra... io, Ciocca, sono un po’ sordo, se lei parla, faccio fatica poi a connettere. Detto questo, detto questo... ognuno ha i suoi equilibri, ognuno ha i suoi equilibri. Per cui io vorrei ringraziare veramente l’aspetto che questa sera stiamo parlando di farmacie, stiamo parlando di quei nove o dieci milioni di euro che voleva dismettere per fare, per sistemare l’ex UPIM. L’ex UPIM, signori... Borghi, quello che vale per la Ciocca vale anche per lei. Guardi che io non l’ho interrotta, senza sbuffare, dai, ti dico solo, cioè abbiamo sistemato l’ex UPIM anche senza vendere le farmacie, un gioiello di famiglia che diventerà sempre più un gioiello perché... e ve lo anticipo... ma non perché è Pasqua, la settimana prossima farò accesso agli atti per vedere le perizie fatte durante l’Amministrazione Borghi sulla valutazione per poterle vendere, perché poi mi si è acceso come un lume e mi si è aperto un orizzonte, per capire perché certe valutazioni, certe perizie dovremo essere di undici milioni di euro, certe perizie qualcuno le voleva portare a nove milioni di euro. Io sono un po’ tardo, faccio fatica, ma la settimana prossima partiamo da lì e da questo momento cominceremo a parlare di farmacie, cominceremo parlare di Mezzaluna, delle macchie di leopardo. Perché la campagna elettorale qualcuno l’ha iniziata e noi non è che ci tiriamo indietro, per l’amor di Dio, ma andiamo a nozze! Tranquilli che andiamo a nozze! Per cui primo aspetto le farmacie e, ripeto, non la faccio lunga perché le parole lasciamole ai parolai. Le farmacie sono una grande risorsa. È stata una scelta intelligente non venderle, e secondo me sarà una grande risorsa in futuro per quanto riguarda gli anziani. Perché tutte quelle spese che oggi vengono inglobate nelle farmacie qualcuna l’avremmo monetizzata e il giorno dopo per dare i servizi ai cittadini, signori, bisognava pagare, pagare, pagare, bisognava aumentare le tasse, bisognava che nel bilancio i servizi sociali avessero avuto delle risorse diverse. Per fortuna abbiamo avuto una Giunta preparata, un Sindaco più preparato, anche se viene da fuori paese, e veramente i risultati si stanno vedendo. Grazie, ho finito. PRESIDENTE PIGNATELLI: È iscritto a parlare il consigliere Lingiardi; ne ha facoltà. CONSIGLIERE LINGIARDI: Grazie, Presidente. Volevo fare delle domande ma a questo punto non le farò più, evidentemente, perché si parla di tutt’altro rispetto alla Carta dei servizi. Allora, il consigliere Giussani ritorna con la solita questione vendita farmacie e confonde sempre le farmacie, la parte commerciale dalla parte sociale, cosa che noi non volevamo assolutamente vendere: volevamo vendere la parte commerciale delle farmacie portando a casa tanti soldi e con gli stessi servizi che sarebbero andati a privati. Ora, ognuno si vende i gioielli di famiglia che vuole vendere. Lei ha parlato di gioielli di famiglia per quanto riguarda le farmacie e noi parliamo di gioielli di famiglia, dei 4,2 milioni alienati fino ad oggi, compreso il Bollone, e poi se non si ricorda il valore iniziale rispetto al valore finale della vendita del Bollone, e i 4,3 milioni che stanno aggiungendosi al discorso di Foro Boario. Ognuno si vende le alienazioni che pensa di vendere, di fare, cioè questa tutta questa storia è ora di piantarla! Siete arrivati a 8,5 milioni anche voi di alienazioni. (Intervento fuori microfono)

8,5 milioni di alienazioni e ce ne sono delle altre ancora da fare, e vedremo a fine mandato quanto saranno tutte queste alienazioni. Sono gioielli di famiglia i terreni? È il gioiello di

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famiglia il Foro Boario? Secondo me sì. Quindi smettiamola di andare in questo senso, parliamo delle cose che ci sono effettivamente sul tavolo. Poi potremmo anche parlare di altre questioni fatte dall’Amministrazione Zordan: Sai-Triade, Baslini... andiamo avanti? (Intervento fuori microfono)

E vado a fare tutti gli accessi agli atti che vuole, vada a fare! Io non ero in maggioranza, era lei in maggioranza con Zordan, se si ricorda bene! (Intervento fuori microfono)

PRESIDENTE PIGNATELLI: Consigliere Giussani, poi chiede la parola e interverrà... no, consigliere Giussani, lei si lamenta perché la interrompono quando parla, e sta facendo esattamente la stessa cosa. Se c’è un fatto personale, poi chiede la parola. Se invece è una discussione politica, si svilupperà. Consigliere Lingiardi, prego. CONSIGLIERE LINGIARDI: Il sottoscritto Sai-Triade non l’ha votato e non ha votato neppure la Baslini, e altra gente qui all’interno non l’ha votata, altri hanno votate e si sono presi le loro responsabilità. Quindi su quelle questioni qua veramente ognuno fa delle scelte nel bene e nel male, ha i risultati di queste scelte nel bene e nel male. Ma questo continuare a demonizzare, a fare di un mantra la vendita delle farmacie. Io ero per la vendita delle farmacie e lo sono ancora per la vendita delle farmacie. Lo sta facendo adesso anche il Comune di Roma e, guarda caso, il discorso della vendita rientrerà in una razionalizzazione delle partecipate, guarda caso, potrebbe anche diventare un oggetto, poi ognuno decide ‘non lo faccio’, ‘lo faccio’, un piano, poi ne parleremo dopo, e adesso finisco. Comunque la mia domanda era specifica su un punto. Io non c’ero, purtroppo per un problema familiare grave, alla Commissione e quando a pagina 11 si dice, rispetto alla tutela del cittadino e al diritto di accesso ai reclami, si dice di rivolgersi direttamente al Direttore della farmacia, anche in forma riservata, e qualora il Direttore non fosse presente o disponibile chiedere di essere contattato direttamente entro un tempo massimo di cinque giorni. Mi sembra veramente un po’ tanto cinque giorni per poter dare una risposta così. Ed è una delle cose che ho letto, ma d’altronde la Carta dei servizi ormai è diventata uno strumento che deve essere un po’ adottato da tutte le società che erogano servizi. Di per sé mi sembra anche fatto bene, è chiaro che i contenuti poi dipendono dei servizi che uno dà. Niente, era una domanda di questo genere. Mi dispiace di dover sempre tornare su discorsi per ormai una modalità costante da parte di qualche Consigliere, che non vuole far altro che parlare di cose ormai trascorse e che comunque hanno una valenza politica, però rispetteremo, rispetto la valenza politica, se proprio sarà sempre così. Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Grazie. È iscritto a parlare il consigliere Giussani. Chiede la parola per fatto personale, cinque minuti, però mi illustri il fatto personale. CONSIGLIERE GIUSSANI: Io ero in maggioranza con Zordan, una cosa e l’altra, e ha negato il fatto che ci fosse anche lui in un certo periodo in maggioranza con Zordan. Era solo per chiarire questo passaggio, questo aspetto. Per cui, voglio dire, nessuno si deve vergognare di essere stato in maggioranza con Zordan, perché il consigliere Minuti ha fatto l’Assessore, la consigliera Borghi era Assessore. Poi che Zordan abbia cambiato durante, anzi, subito all’inizio, dopo aver vinto le elezioni, ha deciso per pochi voti, per quattro voti, o cinque voti, di cambiare la Giunta è un dato di fatto, signori, non è una cosa che mi sto inventando io. Per cui qualcuno se n’è andato subito, anzi, a calci nel culo Zordan li ha messi fuori, qualcun altro invece ha preferito, ha preferito... (Intervento fuori microfono)

No, no, lei, Ciocca, lei è arrivata dopo. Quando dico, era la Borghi. Comunque non la faccio lunga perché poi il Presidente mi richiama. Voglio dire, è stato un momento, è stato un passaggio, è stata una cosa secondo me da dimenticare perché io al segretario del partito il

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giorno dopo ho detto ‘andiamo a casa’, invece qualcuno, l’ex Sindaco, ha detto ‘no, non se ne parla, trovate gli equilibri’ e ho detto ‘ma tutto sommato io...’ va beh! Per cui che cosa ci venite a raccontare? Consigliere Lingiardi, per l’amor di Dio, torniamo invece sul discorso farmacie perché io non è che io la voglia far lunga, lunga, lunga, lunga, ma le farmacie l’abbiamo detto che era una risorsa, riteniamo sia risorsa. Subito dopo questo punto arriverà quello delle partecipate. Il discorso lì è diverso, secondo me, perché un discorso sono le partecipate che non rendono, un discorso invece sono le farmacie che rendono, rendono, rendono. Forse lei non lo ha capito, però vedrà che col passare degli anni il buonsenso... Ho finito, Presidente. PRESIDENTE PIGNATELLI: Bene, consigliera Ciocca, è iscritta a parlare, prego. CONSIGLIERE CIOCCA D.: Sono un po’ confusa perché quando si viene precipitati a Gardaland è difficile uscirne tra i leopardi che hanno le macchie, l’andare a nozze coi fichi secchi, ero in maggioranza, tu c’eri, in un certo periodo sì, ma lui no, va beh! Io pensavo che si dovesse parlare delle farmacie, comunque alcune precisazioni, stante la mia caparbietà, non dimentico mai il mio mestiere antico e rimpianto per cui quando uno dice una cosa che non sta né in cielo né in terra io ribadisco un concetto, sperando che la pervicacia dell’insegnamento corrisponda a una interruzione nella non volontà di apprendere alcuni dati che ci sono, e sono questi. È difficile parlare della maggioranza dei tempi di Zordan perché credo che siano entrati e usciti qualcosa come diciotto assessori, una volta li avevo contati, ecco, perché è stata un’esperienza così, lo sappiamo tutti, è una roba da manuale. Le famose quattro schede hanno determinato una Giunta, quella di cui faceva parte la consigliera Borghi che è stata assessore da Natale a Santo Stefano, tanto quanto è durato il ricorso al TAR, quindi praticamente il tempo di uscire dal Consiglio comunale. Il problema non è la carica che uno ha, che uno ce l’ha, uno non ce l’ha; il problema è quali atti vengono compiuti rivestendo questa carica. Allora, quando si parla anche del passato, si parla di atti, di atti. E allora parliamo di, come giustamente ha fatto notare il consigliere Lingiardi, di che cosa ancora oggi un problema che è stato votato da questa Amministrazione con alcune persone in maggioranza e altre in minoranza, maggioranza e minoranza che erano variabile perché è stata, credo, una fantasmagoria di collocazioni anche personali. Ecco, la seconda precisazione riguardava le farmacie. È vero che ogni tanto sul valore delle farmacie variavano le cifre, ma semplicemente per il fatto che, una volta stabilita una base d’asta, per un bene allora molto, ma molto, ma molto appetibile, si presumeva anche un rialzo in sede di asta, come succede normalmente quando si va alle aste e il prodotto che viene, l’oggetto, la società, quel che è che viene messo in vendita ha un certo fascino nei confronti di chi compera. Quindi la variazione era questa roba qui. Uno può fare tutti gli accessi agli atti che vuole, basta che poi li legga perché questo è importante, uno li legga e prenda atto di quello che c’è scritto. Allora vorrei che però noi tornassimo a discutere quello di cui stiamo discutendo, e cioè quello che è qui e ora in questa Amministrazione. Avranno tempo tutti i futuri pensionati della politica di scrivere nella loro memoria, come sta già accadendo, una rivisitazione. Hanno rivisitato di tutto, il fascismo, l’essere partigiano la situazione a... tutto, di tutto e di più, ognuno scriverà le sue memorie sulle sue interpretazioni sulle vicende politiche dal passato. Adesso siamo nel presente e allora nel presente parliamo delle cose che abbiamo sotto il naso oggi. Oggi non abbiamo sotto il naso la vendita delle farmacie. Secondo me non è una cosa che non succederà perché, se i Comuni avranno questo bisogno di denaro sonante per fare i loro investimenti, dovranno procedere alle alienazioni. Certo, purtroppo, per una scelta che noi non abbiamo mai condiviso, la vendita della parte commerciale delle farmacie, i vecchietti avrebbero avuto i loro pannoloni anche con le farmacie vendute perché il servizio farmacie sarebbe continuato o gestito non dalla società pubblica ma da privati. Quindi avrebbero avuto tutti, dall’analisi del glucosio al pannolone, ai prezzi – che poi sono quelli di tutti perché tutti praticano gli stessi prezzi – dei farmaci e il servizio a domicilio eccetera eccetera.

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Tutto ciò premesso, tutto ciò premesso, voglio solo far rilevare che, diciamo, cedere una, chiamiamola, ‘licenza commerciale’ non voleva dire far sparire le farmacie, ma cedere un’area come Foro Boario vuol dire non averla più. Questa è la differenza ed è una differenza importante. Lecite le scelte di qualsiasi Amministrazione, però siamo in questa Amministrazione e parliamo di quello che è oggi e, presumibilmente, in base alle proposte, sarà domani, ecco. Io non intervengo sul contenuto della delibera in atto. Credo che non ci siano problemi per quello che mi compete e mi riguarda dare un voto favorevole, cosa che dirò in sede di dichiarazione di voto, grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Consigliera Borghi, chiede la parola? È già intervenuta – è vero? – sul punto su cui il Sindaco... CONSIGLIERE BORGHI: No, ho fatto una domanda. PRESIDENTE PIGNATELLI: Sì, è vero. CONSIGLIERE BORGHI: Ho fatto una domanda. PRESIDENTE PIGNATELLI: Prego. CONSIGLIERE BORGHI: No, ma non ho nessuna intenzione di intervenire per riaccendere la discussione col mio amico che c’è dietro la Ciocca. Voglio solo ricordare che questi profitti che ci si aspetta, che si auspicano, non so se arriveranno perché nessuno più si ricorda che le farmacie aumenteranno e quindi il fatturato delle farmacie, anche delle farmacie comunali, diminuirà. Volevo solo ricordare questa cosa, che dal 2011 ad oggi una certa svalorizzazione di questo bene dei cittadini comunque c’è. Nient’altro. PRESIDENTE PIGNATELLI: Nessun altro è iscritto? La parola al consigliere Minuti, prego. CONSIGLIERE MINUTI: Riguardo al Regolamento credo sia stato fatto un buon lavoro, è stato fatto anche di concerto, oltre che del personale dalla farmacia, anche delle associazioni dei consumatori, che hanno fornito un prezioso apporto anche comparativo rispetto alle normative che già ci sono sul territorio. Ci sono alcuni elementi di perfettibilità, ma queste non inficiano la bontà del testo e la possibilità che venga implementato in futuro, magari riducendo sulla base dell’esperienza, in corso d’opera riducendo i tempi, i termini di risposta che devono essere riservati ai cittadini che formulano osservazioni verbali oppure cose più impegnative, come le contestazioni o i reclami, secondo le procedure che lì sono fissate. Solo invece un piccolissimo accenno alla storia delle farmacie, ma è per dire che fu una felice intuizione dell’Amministrazione comunale di Treviglio quella di istituire parecchi decenni fa questa azienda farmaceutica, che fu non solo un gioiello di famiglia ma fu tra l’altro sempre bene amministrato, storicamente sempre da chiunque si sia avvicendato bene amministrato come ente e con il controllo diretto del Comune. Prima era un’unica cosa rispetto al Comune, poi un’azienda comunale, poi alla fine è diventata una società per azioni, ma essendo a capitale totalmente comunale strettamente vigilata dal Comune con buoni risultati. Tanto è che quando io feci l’amministratore effettivamente lo consideravo il ‘tesoretto’, quando il tesoriere lamentava che non aveva danari, il ragioniere capo staccava una reversale di incasso di parecchie centinaia di milioni di allora (erano le lire) e un mandato di pagamento a carico dell’azienda provinciale, essendo ragioniere di entrambe, da un lato ragioniere dell’azienda e

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dall’altro ragioniere del Comune. L’azienda quietanzava il mandato e il Comune riscuoteva. E quante opere sono state fatte grazie ai dividendi di questa azienda. Certo erano altri tempi, certo ora ci sono altre problematicità, ma a me piace considerare come nell’evoluzione delle cose le amministrazioni siano state sempre, soprattutto le ultime, le ultimissime, siano state tanto intelligenti da anticipare i termini della involuzione della normativa comunale, che ne impedisce quasi il funzionamento in termini di bilancio (Patto di stabilità, difficoltà ad assicurare costanza di servizi) e abbia potuto agire garantendo continuità dei servizi decentrandoli alla propria azienda. Mi domando: guai se non ci fosse stata questa azienda! E anche quando si è pensato di vendere le farmacie, certo non di vendere i servizi, però con una contraddizione nei termini. Perché se, da un lato, non ho la parte commerciale che rende come faccio ad assicurare i servizi, tanto valeva anche lì svolgesse direttamente... ma al di là dei pareri e delle discussioni sul passato, nel presente mi piace considerare che c’è un’azienda, funziona e ora ha della normativa in più che garantisce i suoi cittadini/utenti. Certo, in futuro ci potranno essere altre farmacie e potranno anche essere pubbliche, però, non necessariamente solo private e quindi si potrà anche incrementare la presenza delle aziende comunali. Certo che le normative dello Stato così frequenti e contraddittorie, poi inattuate, poi rinviate, potranno prevedere anche per questa tipologia di azienda la monetizzazione, e cioè la cessione al mercato dei privati. Io sono per non attuare le normative obbligatorie di questo tipo, ne parleremo tra poco con una delibera similare che fa la panoramica di tutte le nostre partecipazioni, dei comportamenti che il Comune di Treviglio deve, vuole tenere riguardo a ognuna di esse. Nel frattempo il mio voto è positivo su questo Regolamento. PRESIDENTE PIGNATELLI: Grazie, Consigliere. Non vi sono altri interventi. La replica del Sindaco, prego. SINDACO PEZZONI: Grazie, Presidente. Sì, io volevo precisare che stiamo parlando davvero della Carta dei servizi delle farmacie e quindi della parte commerciale che è stata mantenuta. Sulla sollecitazione del consigliere Lingiardi in relazione al discorso dei giorni possiamo magari, se volete, accogliere un emendamento di riduzione dai cinque ai tre giorni in maniera tale che si sposi la richiesta con una disponibilità anche da parte del personale, poi se non riescono al massimo, diciamo, c’è una sorta di sanzione, però insomma il meccanismo è quello... i tre giorni garantiscono il fatto, visto che cinque sembravano tanti, di una, come si dice, una risposta più immediata, visto che poi lì si parla di accesso informale. Sulla questione delle aree eccetera eccetera io non vorrei entrare nel merito, quando poi facciamo la delibera relativa alla ricognizione delle partecipazioni possiamo vedere che per ora Ygea è trattata come un unicum, stiamo regolamentando la parte relativa al servizio commerciale, Ygea dentro di sé adesso invece ha anche la parte dei servizi sociali, che sarà quella che a seguito anche del cambio di cui parla, scusate, ha parlato il consigliere Minuti, del cambio, scusate, delle normative sul lavoro di cui ha parlato il consigliere Minuti, è quella che ci sta per dare più problemi in relazione anche al personale dipendente, all’assunzione, al problema dei tre anni, alla reiterazione dei contratti eccetera eccetera eccetera, che diventa problematico perché mette il Comune anche in contraddizione con se stesso nel momento in cui c’è un blocco complessivo nella pubblica amministrazione e nelle società partecipate, e d’altro canto c’è una normativa che dovrebbe portare a una stabilizzazione che non è possibile neanche attuare. Quindi i paradossi, diciamo, sono anche dentro in normative che vanno l’una contro l’altra e che nel corso di questi anni stanno rendendo quasi impossibile la programmazione. Io ho chiesto all’Amministratore unico di Ygea di presentare appena possibile il bilancio al Consiglio comunale. Vedremo che gli utili cominciano ad arrivare anche dopo questi anni, diciamo, di risistemazione dell’attività gestionale. Nel merito della Carta dei servizi penso che però sia interessante sottolineare il fatto che l’approviamo perché le farmacie sono pubbliche e questo negli standard di qualità praticamente l’imponiamo in quanto siamo i soci e i proprietari e abbiamo questo diritto, nel momento in cui abbiamo anche la facoltà, diciamo, di gestire il servizio, con i vincoli, con i limiti che ci sono

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presenti oggi, ma anche con la possibilità che dicevamo prima. Un’ultima annotazione. Sembrava che la liberalizzazione promossa e promessa da Monti fosse, come si dice, attuabile nel giro di qualche mese. Se andate sul portale di Regione Lombardia, nella sezione delle farmacie vedete che, come al solito, – lo diceva bene ‘l’uomo navigato’ di normative – tutto quello che era stato promesso è completamente fermo. Noi abbiamo disegnato le piante organiche, le piante... come si chiamano? Le zone nuove, abbiamo messo a disposizione il lavoro al Consiglio comunale, abbiamo rispettato i tempi e adesso è lì tutto arenato, e onestamente dico è diventato forse più difficile oggi aprire una nuova farmacia a Treviglio con la normativa sulle liberalizzazioni rispetto a com’era prima, quando c’era la vecchia normativa che stabiliva zone ed aree. Io torno ancora a ringraziare per il lavoro che è stato fatto. Prendo il suggerimento del dottor Merisi in relazione al discorso dell’organizzazione del turni del personale all’interno e lo giro all’Amministratore unico in maniera tale da avere anche questo riscontro. E... come? (Intervento fuori microfono)

Okay, sì perché si sentono le voci. E sul fatto che, come si dice, dicevo, in maniera tale che possa essere anche questo ritenuto come sollecitazione. Proposta da cinque a tre giorni, tre giorni lavorativi: a me non crea problemi, se mi accogliete l’emendamento, quindi scendiamo da cinque a tre, e in questo modo rispondiamo anche alla richiesta che è stata fatta dal consigliere Lingiardi prima. È la 11. PRESIDENTE PIGNATELLI: Grazie. Non vi sono altri interventi? Nessun altro chiede la parola, dichiaro quindi chiusa la discussione. Il testo è quello come emendato in base all’intervento del Sindaco. Invito i Consiglieri a iscriversi per dichiarazione di voto. Consigliera Borghi, per dichiarazione di voto, prego. CONSIGLIERE BORGHI: Credo, già abbiamo fatto capire, il nostro voto sarà favorevole. Vorrei chiarire – e vorrei che qualche volta anche il Sindaco chiarisse questa cosa – che gli utili di Ygea non possono coprire le spese sociali, cioè non vanno a pagare gli assistenti educatori o eventuali debiti... non debiti, eventuali costi, spese del centro diurno per gli anziani. Questa cosa è da... che poi entrino ed escano, però il Comune paga il sociale e non è Ygea che paga i servizi sociali. Questa cosa mi sembra importante. Ecco, vorrei anche ribadire che la vendita delle farmacie avrebbe consentito ed era in programma di ampliare il centro diurno, e quindi dare maggiore possibilità agli anziani di questo servizio diurno, e quindi ampliare anche il tipo di servizi e migliorare la qualità dei servizi per gli anziani. Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Per dichiarazione di voto il consigliere Giussani, prego. CONSIGLIERE GIUSSANI: Ma io condivido pienamente l’intervento che ha fatto il consigliere Minuti al novanta per cento. C’è l’ultimo aspetto. Allora, storicamente sono d’accordo che è stata una scelta intelligente, tutto positivo, c’è un piccolo neo: quello che si può migliorare. Oggi Minuti dice: stanno funzionando bene. Io dico: non stanno funzionando male, ma sicuramente devono essere migliorate perché più si migliorano, e non parliamo di utili, non parliamo di utili, parliamo di servirsi, consigliera Borghi. Lei ha fatto il Sindaco, ma possibile che ancora non abbia capito, dopo cinque anni di Sindaco, che comunque, certo, le farmacie, Ygea, contribuiscono a dare un servizio, che vuol dire abbassare il costo dell’attività nel confronto di certe realtà sociali che hanno dei problemi. È questo che forse non ha capito. Certo che non si fa gratis, ma sicuramente si abbassano i costi perché pensare che le farmacie debbano dare un utile e noi amministratori – passatemi il termine, Presidente, mi passi il termine – se noi dovessimo pensare di fare utili sulle farmacie, saremmo dei ‘cojoni’ amministrativi perché non è una cosa che vanno fatti i servizi, non bisogna fare utile con le farmacie. La farmacia è uno strumento. È questo che qualcuno ha dimenticato la grande opportunità che

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aveva in mano e cercare di svenderla, o svenderla, o di incassare, per l’amor di Dio, poi come ho detto prima lì andremo a metterci il naso. Detto questo, non la faccio lunga. Le farmacie sono un’opportunità. Noi pensiamo che in futuro debbano essere sviluppate, che in futuro debbano dare più utile, ma non in termini di utile su cui pagare le tasse alla fine perché veramente saremmo degli incapaci. Le farmacie devono andare alla pari, ma devono ogni anno aumentare il servizio al cittadino. Questa è la nostra posizione. Pertanto, poi fra un anno deciderà la popolazione, i cittadini trevigliesi decideranno se mandarci a casa o meno in funzione del progetto ‘farmacie sì - farmacie no’, ‘Foro Boario sì – Foro Boario no’, tutta una serie di scelte. Ma questo non ce ne frega un bel niente, ribadisco il concetto, e chi se ne frega! Noi ci mettiamo la faccia, abbiamo fatto le scelte, cari signori. Andiamo fino in fondo. Se poi abbiamo sbagliato, qualcuno ci manderà a casa. Grazie. Ho finito. PRESIDENTE PIGNATELLI: Per dichiarazione di voto il consigliere Minuti, prego. CONSIGLIERE MINUTI: mi verrebbe da dire che in realtà è un’anticipazione dell’intervento successivo sul bilancio, ancorché gli interventi vengano slittati a una seduta successiva, e c’è la presentazione. Perché volevo richiamare i colleghi, se mi consentono, su una visione di insieme della farmacia e del suo padrone che è il Comune di Treviglio, per considerare il fatto che anche attualmente, collega Giussani, la nostra azienda farmaceutica garantisce al Comune una discreta redditività, non in termini di utili prelevati ma in termini di patrimonio che si incrementa. Se anche recentemente ha potuto acquistare un immobile, sia pure passato solo di intestazione e di mano, il risultato è che oggi noi abbiamo un patrimonio corrispettivo, la nostra azienda, che ha un valore maggiore rispetto all’anno prima, rispetto a qualche anno prima, ed evidentemente anche questo è un utile implicito. E nemmeno l’utile implicito è il corrispettivo dei servizi di carattere sociale che fa la farmacia perché i servizi, come diceva bene la consigliera Borghi, devono avere la loro quadratura nell’ambito della convenzione e quindi il loro costo è a carico dell’amministrazione comunale. Ma io mi domando: se il Comune non avesse la redditività, non avesse la solidità di avere un patrimonio anche composto dall’azienda farmaceutica comunale, nella prospettiva, come farebbe a continuare ad assicurare non solo i servizi di carattere sociale ma anche di carattere culturale e i servizi in generale ai cittadini che oggi ancora discretamente assicura? Credo che la bontà di questa azienda sia poliedrica e il riversamento che essa fa sul bilancio dal Comune sia fatto di molti aspetti, dove certamente il più importante è il servizio che essa svolge, dove i caratteri invece di natura reddituale e patrimoniale sono secondari, ma non più di tanto. Il voto è sicuramente favorevole, come avevo anticipato. PRESIDENTE PIGNATELLI: Nessun altro per dichiarazione di voto? Consigliere Merisi, prego. CONSIGLIERE MERISI: Grazie, Presidente. Credo che per ricordare, rivangare e ripetere tante situazioni che si sono succedute negli ultimi cinque anni a proposito delle farmacie, probabilmente un convegno non basta, neanche con la proposta, con la promessa di un aperitivo, di un apericena dopo, perché qui se ne sentono di... si sentono le campane suonare sia da una parte che dall’altra. Io c’ero, come si dice, sono stato parte in causa, lo sapete, sono contento e sono convinto di aver fatto quella scelta. La dimostrazione è che... (Intervento fuori microfono)

Scusi, consigliera Borghi, non sono il Giussani di turno, però le chiedo cortesemente di fare finire il mio discorso. Umilmente. Allora, dicevo, la prova ne è che dal luglio 2013 siamo ancora ingessati in Regione Lombardia per tutta... luglio 2013 per tutte le procedure che sembrava, come dice giustamente il Sindaco, nel giro di due mesi, nel giro di sei mesi in Regione Lombardia, decidere nel giro di due mesi fa e poi dopo si ricomincia. C’è stato anche un ricorso al TAR qui a Treviglio, giusto per ricordarle

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tutte. Però, come diceva giustamente il consigliere Minuti, non siamo qui per parlare di questo. Ripeto, facciamoci un convegno, ne riparliamo tranquillamente a bocce ferme, come si dice, ognuno sosterrà le proprie idee ma correttamente le cose vanno ricordate tutte. E questo è il primo discorso. La seconda cosa è il mio accenno non era tanto ai locali sotto, c’è stato un piccolo problemino ma è risolto, i locali sotto sono sicuramente magari da rivedere, ma non tanto come organizzazione interna, probabilmente da un punto di vista pratico, magari le due file un po’ diverse, soprattutto in certi orari. Il discorso era, visto che prima c’è stata un’interpellanza per l’azienda AZ Fiber, mi dispiace di non essere stato presente fino in fondo, ma ho avuto un problema come sempre di famiglia; dicevo, “difendiamo” anche gli interessi degli altri lavoratori, che non sono solo quelli sotto ma anche quelli sopra. Quindi la richiesta è: prima di fare qualche movimento, prima di tirare su due pareti, prima di spostare le persone magari un ragionamento più concreto va fatto perché magari nei locali dove si va a finire non ci sono le caratteristiche di tipo ergonomico, ma soprattutto di tipo microclima e quant’altro, di tipo lavorativo, quindi difendiamo anche quelle. Detto questo, evidentemente mi associo anch’io: voto favorevole. Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Grazie, Consigliere. Non vi sono altri interventi per dichiarazione di voto? Nessuno. Pongo, quindi, in votazione il punto numero 5 all’ordine del giorno avente oggetto: “Adozione Carta dei servizi farmacie comunali”. Procediamo con votazione in forma palese con l’ausilio del sistema elettronico di votazione. Dichiaro aperta la votazione. Dichiaro chiusa la votazione. 17 voti a favore, nessun contrario, nessun astenuto. Il Consiglio approva all’unanimità. Passiamo al punto numero 6 all’ordine del giorno, avente oggetto: “Piano operativo per la razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute dall’Ente (art. 1, comma 312, legge 190/2014) – Indirizzi”. Introduce il Segretario comunale. Prego. SEGRETARIO GENERALE: Allora, nell’affrontare l’argomento all’ordine del giorno occorre avere in mente qual è il quadro normativo di riferimento in questo momento e qual è quello in divenire, dunque il riferimento è la legge di stabilità del 2014, che chiedeva ai Comuni, entro il 31 dicembre dello scorso anno, di pronunciarsi circa il mantenimento delle partecipazioni detenute a quella data e quindi verificando il mantenimento circa il fatto che la finalità svolta fosse necessaria a perseguire gli obiettivi dell’Amministrazione. La legge di stabilità del 2015, che dice quello che illustriamo poc’anzi, occorre anche considerare che in discussione al Senato domani inizia l’Aula a trattare la riforma della pubblica amministrazione, il disegno di legge 1557, che contiene al suo interno un articolo che riscrive le norme in materia di società partecipate. Quindi abbiamo norma 2014, legge di stabilità 2014, legge di stabilità 2015, in itinere la riforma della pubblica amministrazione che ha all’interno un articolo dedicato alle società partecipate. Nel trattare questo argomento dovete anche considerare la normativa che interseca in materia di servizi pubblici locali: la normativa in materia di acqua, il servizio idrico integrato che prevede ad oggi una gestione a livello di ambito, che in Lombardia è attuata; una normativa in materia di distribuzione del gas metano che prevede che la gestione diventerà di ambito, le gare si svolgeranno l’anno prossimo, nel 2016; la normativa in materia di rifiuti che prevede la gestione di ambito, che in Lombardia non è ancora attuata perché le gestioni non sono ancora di ambito, ma dovranno diventarlo; poi la normativa in materia di farmacie, di cui abbiamo parlato poc’anzi; la normativa in materia di servizi strumentali e di società di trasformazione urbana, che è una normativa speciale di settore. Occorre poi considerare il diritto comunitario. La Commissione ha licenziato una nuova direttiva in materia di affidamenti, anche di concessioni, che prevede al suo interno le norme in materia di affidamenti in house providing e le caratteristiche che devono avere questi affidamenti

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perché siano legittimi dal punto di vista del diritto comunitario, quindi di quello interno. Il recepimento è in corso, la direttiva comunque entra in vigore nel 2016. Questo è il quadro di riferimento. All’interno di questo quadro la legge di stabilità per il 2015 chiede ai Comuni, alle Province e alle Regioni, entro il 31 marzo, con un termine che non può che essere inteso come ordinatorio, si sollecita, a pronunciarsi circa un piano operativo che disciplina che cosa? L’obiettivo che dà la legge è quello di razionalizzare le società partecipate, tanto quelle dirette quanto quelle indirette. Se la domanda che la legge imponeva fino a dicembre era quella di passare in rassegna e decidere cosa è necessario per perseguire le finalità dell’Ente e cosa no; oggi le domande a cui bisogna rispondere sono più di una. Ora, il quadro di partenza è questo: ad oggi il Comune di Treviglio detiene l’intero capitale di sole due società, Ygea S.r.l. e Treviglio Futura S.p.A. Di tutte quante le altre ha partecipazioni tutte inferiori al 20%, che non consentono neanche di esercitare un’influenza dominante, che, come sapete meglio di me, scatta con il superamento o quantomeno col possesso di almeno il 20% del capitale. E quindi abbiamo tutte quote inferiori al 20% in SABB S.p.A., Cogeide S.p.A., Anita S.r.l., UniAcque S.p.A., Autostrade Bergamasche, Autostrade Lombarde S.p.A. E poi abbiamo partecipazioni indirette, l’abbiamo in Unigas S.r.l. per il tramite di Anita, in G.Eco S.r.l. per il tramite di SABB, in Ecolegno S.r.l. per il tramite di SABB, in Eco Inerti S.r.l. per il tramite di SABB, in TEAM S.p.A. per il tramite di SABB S.p.A. Allora quello che si è deliberato a dicembre era di mantenere tutte queste partecipazioni ad esclusione delle indirette di SABB, per le quali già si era svolta una procedura di gara andata deserta che aveva l’oggetto di alienare le partecipazioni che SABB detiene in TEAM e in Ecolegno. Per le altre il Consiglio si era espresso circa il mantenimento. Adesso la legge pone una serie di domande e chiede cosa? Chiede al Sindaco, al Presidente di Provincia e al Presidente di Regione, entro il 31 marzo, di approvare un piano di razionalizzazione da trasmettere alla Corte dei Conti, e poi nel marzo successivo 2016 di dare una relazione di quello che è stato fatto e di quello che non è stato fatto e delle ragioni di come si sono svolti i fatti circa l’attuazione del piano. È evidente che la scadenza del 31 marzo non può essere rispettata, perché non può essere rispettata? Allora, primo, perché la Corte dei Conti si aspettava una uniformità di questi modelli e solo venerdì il Ministero Affari... pardon, il Dipartimento per gli affari regionali ha sviluppato una modulistica comune, che è quella che poi si andrà a utilizzare per sviluppare questo piano. E poi la cosa che più conta è che a parte per Ygea S.r.l. e Treviglio Futura per la quale il Consiglio può anche esprimersi questa sera, tutte quante le altre società, essendo società (per gli enti) occorre concordare il percorso con gli altri enti soci perché evidentemente la sorte di queste società deve necessariamente decisa in maniera condivisa, perché è evidente che lo spezzatino non è tale da consentire il raggiungimento degli obiettivi che la legge pone. Allora, la legge, per la verità, dice che il compito di approvazione e trasmissione ricade in capo per i Comuni al Sindaco. È evidente che la competenza in materia di società ricade invece nel Consiglio comunale e quindi la lettura che si dà è che il Consiglio comunale adotta questo piano, il Sindaco lo fa proprio e lo trasmette alla Corte dei Conti perché farà poi... e poi l’anno successivo rendiconta su come questo piano è stato attuato. Allora, con riferimento alle nostre partecipazioni, cosa chiede la legge? Chiede quattro domande. La prima: vuole che vengano eliminate le società che svolgono attività non indispensabili al perseguimento delle finalità dell’Ente. Questa era una domanda che presuppone una votazione politica in quanto una valutazione di merito dal punto di vista della legittimità, se la motivazione per il mantenimento non è illogica o irragionevole, la legittimità è garantita e quindi la votazione è essenzialmente di merito, a meno che la società venda i ghiaccioli, quindi evidentemente non regge neanche sul piano del diritto. Poi l’altra domanda: il legislatore pone l’obbligo – quindi c’è poco da scegliere – di sopprimere le società che sono composte da soli amministratori, quindi che non hanno dipendenti, o che hanno un numero di amministratori inferiore... pardon, un numero di dipendenti inferiore a quello degli amministratori, o se vogliamo girare la frase, un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti. Su queste quindi non c’è possibilità di scelta, se il risultato è riscontrato all’atto di approvazione del piano, che evidentemente non è oggi, la società ricade in quelle che debbono essere eliminate. Poi chiede di eliminare le partecipazioni detenute in

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società che hanno attività analoghe, quindi non posso essere socio di due società che hanno il medesimo oggetto, che svolgono la medesima attività. Poi qua si può discutere sul tema in oggetto attività in essere, ma comunque che svolgono attività analoghe. E poi chiede di fare anche un passo avanti e quindi aggregare società che svolgono servizi pubblici locali di rilevanza economica. E quindi qui bisogna tenere a mente la distinzione, e qui sono servizi pubblici locali di rilevanza economica: acqua, gas, rifiuti, TPL che non abbiamo, le farmacie non sono servizi a rilevanza economica, secondo buona parte della giurisprudenza. E quindi il focus è su acqua, gas, rifiuti, noi il trasporto non ce l’abbiamo. Poi chiede comunque, al di là di queste operazioni e quand’anche all’esito la società debba, possa, debba essere mantenuta, di contenere i costi di funzionamento mediante cosa? Con operazioni di riorganizzazione degli organi e quindi passando da un’amministrazione collegiale a un organo amministrativo monocratico, per esempio, o il contenimento delle strutture aziendali, e anche attraverso la riduzione delle remunerazioni. Pensiamo a dei collegi sindacali piuttosto degli organi amministrativi della società stessa e anche della sua struttura organizzativa. A valle di questo meccanismo, di questo piano, il Consiglio deciderà circa il mantenimento o meno della partecipazione. Nei casi in cui il mantenimento non è possibile si aprono due strade: la liquidazione della società oppure la cessione della società. E poi si pone il problema, in diversi casi, per centrare l’obiettivo di aggregazione, di fare operazioni di fusione delle società esistenti. Allora, visto che comunque la scadenza è il 31, si prospettava la soluzione proposta questa sera è quella di esprimersi circa il mantenimento o meno delle controllate, di confermare che l’indirizzo già espresso circa la cessione di Eco Inerti Treviglio e TEAM (che ricordiamo gara esperita, ma purtroppo con esito infruttuoso) e poi una serie di indirizzi che servano per sviluppare l’attività di interlocuzione con gli altri Enti soci con il Comune di Treviglio in diverse di queste società. Poi va anche detto che viene anche in rilievo il tema delle Province, alle quali il legislatore in maniera inopinata ha ridotto le funzioni e, di conseguenza, si trovano a detenere partecipazioni in società per le quali non hanno più una funzione corrispondente e quindi non sono strumentali ad alcunché. Quindi il deliberato, nel punto 3, quindi esprime i seguenti indirizzi, che poi dovranno essere trasfusi in un piano che dovrebbe essere a questo punto portato in Consiglio nel giro di qualche mese, per poter poi essere trasmesso alla Corte dei Conti e soprattutto per poter essere poi attuato nei termini in cui andrà attuato. E quindi dare indicazioni, dirottare tutte quelle misure che consentono, attraverso modifiche di Statuto per esempio, di riorganizzare gli organi amministrativi e di controllo, si può trasformare la S.p.A. in S.r.l., si può ridurre l’organo di amministrazione da collegiale in monocratico, si può ridurre i costi delle strutture aziendali, si può ridurre – in alcuni casi si deve perché è obbligatoria la riduzione in alcuni casi – dei compensi di amministratori e sindaci, e poi di fare una verifica che consenta anche con operazioni di straordinaria diffusione di eliminare le partecipazioni in società che svolgono attività analoghe, di sviluppare attività di aggregazione di società che operano nel settore dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Anche arrivando, per esempio nel caso dei servizi a rete, a sviluppare sinergie con altre società in processi di relazione più complesse, favorendo quindi la nascita di relazioni di più ampio respiro. E poi in tutti i casi in cui si procede a queste operazioni di organizzazione, si mette mano a statuti e contratti di servizio, aver cura, avendo in mente quello che dice la direttiva dell’Unione Europea che diventerà a tutti gli effetti vincolante nel 2016, di introdurre meccanismi che assicurano comunque, quand’anche la partecipazione fosse mantenuta, il controllo analogo, cioè il controllo diretto del Comune sull’attività della società, che deve sviluppare e portare avanti gli obiettivi che l’Amministrazione gli pone. Quindi, per chiudere, questa delibera non reca in sé l’approvazione del piano operativo, ma è una delibera di indirizzi. Nei prossimi Consigli, quindi comunque a breve, andrà, sempre che qui non intervenga l’approvazione definitiva della legge di riforma della pubblica amministrazione, che reca al suo interno la riforma delle società partecipate, l’approvazione del piano per consentire poi la trasmissione alla Corte dei Conti e soprattutto l’attuazione delle misure che in quel piano saranno contenute. È evidente che questo piano dovrà essere condiviso con gli altri soci in modo tale che sia il

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medesimo piano che viene portato nei diversi consigli comunali. La parte tecnica è finita. PRESIDENTE PIGNATELLI: Ringraziamo il Segretario. SINDACO PEZZONI: Aveva chiesto due parole, allora... PRESIDENTE PIGNATELLI: Sindaco. SINDACO PEZZONI: Grazie. Io vorrei entrare nel merito della questione politica sulla delibera che stiamo facendo. Mi sono confrontato nei giorni scorsi con altri Comuni, con cui condividiamo partecipazioni societarie, in maniera tale da vedere se era possibile avviare un ragionamento che comunque non poteva chiudersi nell’ambito del 31 marzo, termine che stiamo rispettando, almeno per l’approvazione delle linee guida per adempiere agli obblighi di legge. Come al solito, però, anche qui continuiamo a rincorrere un legislatore che ci dice di fare una cosa e nel frattempo sappiamo già a priori che questa cosa che stiamo per fare sarà superata di qui probabilmente a un mese, un mese e mezzo. Quindi inseguiremo magari un tentativo di riassestamento delle società, inventeremo, come abbiamo fatto ad esempio con SABB, il passaggio all’amministratore unico o il cambio del consiglio d’amministrazione con i due dipendenti e il terzo esterno, e poi nel momento in cui andiamo ad approvare nell’Assemblea straordinaria il cambio dello statuto tre giorni prima abbiamo visto la norma ricambiata e riportata alla normativa precedente. Non è particolarmente serio nei confronti del sistema delle società partecipate e nei confronti del sistema degli Enti locali, che comunque questa attività programmatoria sono chiamati a farla, ma in cui le regole del gioco cambiano nel momento in cui la partita in corso e la definizione della possibilità o meno di fuorigioco viene definita di volta in volta a seconda della comodità e anche in alcuni casi dello strabismo del legislatore. Allora, dicevo, ho incontrato nei giorni scorsi alcuni sindaci per avere un’indicazione in merito a quello che stanno per fare su questa delibera e anche sul merito della delibera ho sentito che il federalismo consente in pratica di avere: a) il Consiglio comunale di Treviglio che entro il termine stabilito dalla normativa almeno avvia il piano adottando le linee di indirizzo; b) in altri Comuni hanno deciso di approvare una delibera di Giunta perché la normativa parla di Sindaco, però forse è più opportuno che in termini di partecipazione almeno ci sia un organo collegiale. Non c’è in giro da nessuna parte, come si può dire, quest’indicazione. In altri Comuni ancora c’è chi fa la “declaratoria” del Sindaco e praticamente si siede e il Sindaco dice: farò questo, questo, questo, questo e poi vado avanti, come se fosse una sorta di impegno; il che vi dà anche l’idea, in effetti, come sottolineava prima il Segretario, del fatto che sembra una normativa piuttosto rabberciata e se i moduli per presentare la domanda arrivano tre giorni prima della scadenza è come quando è successo che il Governo ha previsto la possibilità di chiedere l’otto per mille per la realizzazione degli edifici, ristrutturazione di edifici scolastici, e pur avendolo previsto il Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri sul coordinamento amministrativo, e per l’otto per mille non ha preparato le schede per cui scadeva il termine prima della presentazione, prima della possibilità di utilizzare le schede ad hoc modificate per la richiesta di contributo. È successo anche quello. Nello specifico noi ci troviamo in alcune situazioni problematiche, una delle quali è Cogeide e (Baroni Acque), quindi lo stesso servizio su due società partecipate. L’altra, che è quella relativa a SABB/G.Eco, quindi una società in cui il contratto di servizio è stato poi passato alla società che ha già iniziato un processo aggregativo e SABB è diventata una patrimoniale, ma – ne avevamo già parlato a dicembre dello scorso anno – ha comunque in pancia partecipazioni che rendono necessario il meccanismo del controllo. E poi l’altra grande questione che è quella relativa alla società del gas e soprattutto alla gara d’ambito, che doveva essere svolta nel corso di quest’anno ma che è stata posticipata, se non sbaglio, a marzo 2016... agosto 2016. Io credo che, così come le società sono nate da una grande intesa superiore al singolo Ente

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locale e molto spesso partite da consorzi sono poi state trasformate nel corso degli anni: parlo della normativa, della 142/90, per chi ha fatto questa strada e quindi ha visto la trasformazione in società con tutti poi i difetti che sono saltati fuori in relazione, ad esempio, alla moratoria, alla facilitazione sulla trasformazione societaria sugli aiuti fiscali, che poi sono diventati illegittimi, che poi invece sono stati recuperati, quindi anche qui con un legislatore piuttosto strabico. Io ho la necessità di fare in modo tale che – era questo che abbiamo intenzione di realizzare – che ci sia intorno al sistema delle partecipazioni del Comune di Treviglio almeno una condivisione d’ambito, una condivisione d’area: da una parte, dal punto di vista tecnico intendiamo organizzare velocemente un incontro di approfondimento aperto agli amministratori locali per entrare nello specifico di quelle che sono le previsioni oggi della normativa; però, d’altro canto, credo che in questo momento la visione di insieme, soprattutto sui servizi che hanno una competenza, un livello di ambito e molto spesso l’ambito è provinciale, tranne che per il gas, l’ambito di Treviglio, e gli altri servizi invece hanno almeno un ambito provinciale, ci si sieda. Anche perché – lo avevamo già sottolineato nel momento in cui abbiamo riflettuto ad esempio su G.Eco e SABB – sarebbe opportuno fare in modo tale che il processo potesse da una parte migliorare ma dall’altra anche garantire quelle forme di controllo che la legge prevede. Con l’approvazione di questa delibera noi, da una parte, rispettiamo il termine che è previsto dalla normativa; dall’altro, ci riserviamo però anche la possibilità di fare quegli aggiustamenti che non dicono oggi ‘questa si apre, questa si chiude, questa si taglia’, ma ci consentono di andare insieme agli altri Comuni – io penso ad esempio alle partecipazioni più significative – a vedere qual è la visione di insieme, se c’è una visione strategica da parte di tutto il sistema dei Comuni per fare in modo tale che ci sia il superamento delle criticità esistenti. Treviglio ha le proprie ma ciascuno dei Comuni poi ha al suo interno partecipazioni diverse che si intersecano. Qual è il problema? Ovviamente, non abbiamo un tavolo unico in cui i dodici o i diciotto soci di una società, i venticinque soci dell’altra, i cinquanta o i settanta soci di un’altra ancora riescono a lavorare, quindi si tratta di una lavoro che va fatto prendendosi il tempo necessario. Sono nella convinzione anch’io che – non so se poi il consigliere Minuti sarà d’accordo però seguo in questo caso le sue indicazioni come punto di riferimento – se stiamo iniziando un lavoro che poi alla fine ci porterà al ‘non fate assolutamente niente’ perché nel giro di sei mesi, sette mesi, dieci mesi la normativa tornerà a cambiare. Ovvio che poi però ci sono anche responsabilità patrimoniali nel momento in cui non si approvano almeno gli indirizzi ed è questo il motivo per cui abbiamo fatto questa scelta: di arrivare in Consiglio comunale con i termini rispettati, benché soltanto ordinatori, in maniera tale che almeno la volontà esplicita del Comune di Treviglio ci sia. Ovviamente non abbiamo la possibilità di determinare, tranne che per la società a partecipazione totalitaria, i destini, ma vogliamo stabilirli insieme. Sedersi al tavolo con gli altri per dialogare è una necessità, il fatto che gli altri ci stiano non è detto che sia così. Quindi noi abbiamo questo percorso, tecnico da una parte e politico dall’altra, ma credo davvero che sia necessario che si faccia una riflessione di sistema, che oggi ho cercato di anticipare anche ad alcuni referenti politici provinciali, in maniera tale che possa trovarsi una soluzione condivisa per l’intera Provincia e non soltanto per le partecipazioni del Comune di Treviglio. Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Grazie. Dichiaro aperta la discussione sul punto in esame. È iscritto a parlare il consigliere Minuti; ne ha facoltà. CONSIGLIERE MINUTI: Anch’io leggo nella problematica che stiamo affrontando una certa presa in giro da parte del legislatore, che periodicamente muta opinione e nel frattempo, lasciando le cose nella precarietà, fa sì che si realizzino situazioni totalmente confliggenti, contraddittorie rispetto alle sue “grida”, alle sue enunciazioni. Mi ricordo – ma non lo farò più tanto spesso perché qui incomincio a sentirmi vecchio a furia di ricordare le cose – mi ricordo che quando il legislatore, con la citata legge 142/90, fissò un limite per costituire le nuove Province, perché erano troppe quelle che c’erano ed erano 82, in qualche anno le ha portate a 130 derogando il limite che si

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era posto dei 200.000 abitanti minimi (Lodi fa caso eclatante qui da noi, no?). Adesso poi invece sono abolite, ma soltanto fittiziamente per quanto riguarda gli organi, ma non in realtà per quanto riguarda le competenze, essendo noi tutti nella incertezza di che cosa debba fare questo Ente. Mi ricordo – perché ho vissuto direttamente la questione – del riordino dei servizi di carattere industriale affinché raggiungessero la dimensione ottimale al fine di essere economici produttivi. Noi, nel nostro territorio, che già intuimmo che bisognava fare delle società per gestire questi servizi a garanzia dei cittadini che fossero economici, che fossero efficienti perché a dimensione locale, li abbiamo fatti evolvere prima trasformandoli in società e poi favorendo delle aggregazioni. Ricordo che la Blue Meta è nata dall’aggregazione tra Cogeide Energia, Treviglio Gas, e poi di queste con le società di gestione della Valle Seriana e con altre società minori e con gestione di carattere ancora municipale che furono devolute. E mi ricordo che in quella fase lì il legislatore diceva: bisogna fare gli ambiti ottimali, ma vi diciamo noi quali sono gli ambiti ottimali. E diceva: l’ambito ottimale è ogni Provincia. Nel frattempo ne aveva fatte quaranta in più, cinquanta in più, quindi gli ambiti ottimali già li aveva stirati. Però le singole Province, c’è Provincia e Provincia, per cui quella di Cremona è lecito che abbia l’ambito di Crema e poi quello di Cremona, Brescia è giusto che abbia l’ambito delle valli e l’ambito della città di pianura, Milano è giusto che abbia più di una gestione. Chissà perché la Bergamasca ne deve avere una sola e quindi bisogna sopprimere Cogeide, togliendo al Comune di Treviglio la titolarità di 9 milioni di euro di patrimonio. È una bella storia! E atteso che Cogeide è nella graduatoria il secondo gestore a più bassa tariffa in tutta la Lombardia: 1,20 euro a metro cubo l’acqua. Quindi sopprimiamo un’azienda efficiente, che dà un servizio economico, devo dire per amore della verità che il quarto bacino gestionale a più bassa tariffa è UniAcque, che è 1,40, perché ci sono bacini 1,82, 2,50, 2,80 e così via, ma la prospettiva è che le tariffe aumentino per fare gli investimenti ed è giusto così. Ed è giusto così. Ma nel frattempo però, nel frattempo però, dimenticando che il bacino ottimale non si può fare per legge, se lo vogliamo fare conforme a natura, allora era un bacino idrografico. Perché se la gestione unitaria doveva riguardare il bene Acqua – per fare l’esempio dell’acqua possiamo parlare poi dei rifiuti – dalla captazione fino alla sua restituzione, e l’acqua viene dalla montagna, fino alla restituzione nel Po, allora il bacino non può essere Bergamo, ma Bergamo e Cremona perché è il bacino del fiume Adda e del fiume Oglio e di là il bacino di Milano deve essere il bacino di Milano, Pavia e Lodi, no?, e dall’altra parte anche un unico bacino con Mantova, Cremona, Mantova e Brescia. Se invece non è per natura, è per efficienza di carattere industriale, beh, allora ognuno lo stabilisce secondo le proprie efficienze e tutelando l’interesse della propria comunità. Perché il nostro statuto ci comanda non solo di rappresentare i nostri cittadini ma di curare i loro interessi e di promuovere il loro sviluppo. E noi lo facciamo fornendo loro dei servizi di carattere industriale, economici efficienti per tempestività e così via. Questa è la risposta che ha dato il Comune di Bergamo. Il Comune di Bergamo, nella imminenza del riordino forzoso degli ambiti ottimali, ha preso la sua società di gestione e l’ha venduta e ha incamerato 50 milioni di euro, si è arricchito, l’ha venduta alla società di Brescia, e poi dopo la società di Brescia l’ha incorporata dentro nella UniAcque. Ma nel frattempo, con giochini di carattere di finanza industriale, anche pubblica, il Comune di Treviglio ne ha tratto beneficio... il Comune di Bergamo. Non che il Comune di Treviglio non abbia mai fatto queste cose perché ricordo che diverse opere pubbliche il Comune di Treviglio le ha potute finanziare vendendo una quota, due quote di partecipazione di Cogeide, incamerando qualche miliardo di vecchie lire, e potendo realizzare così tronchi di fognatura, palestre, scuole e così via, beni alternativi. Quando privatizzò il 20% di Cogeide, questo avvenne con le cessioni di quote patrimoniali di Treviglio e di Caravaggio. Quindi anche noi abbiamo le nostre... però, dico, il bacino ottimale, a mio avviso, è quella su misura, è quello che serve a rendere efficiente sul territorio la presenza di una società di servizi. Adesso però, al di là di come avrebbe dovuto essere e non è stato, come è stata gestita la provvisorietà con qualche furbizia da parte nostra, con l’occhio rivolto a valorizzare il nostro patrimonio nelle nostre società, ora però il legislatore ci chiede di fare un piccolo sforzo di ricognizione e io apprezzo il senso di responsabilità del Sindaco di sottoporre questo argomento al vaglio del Consiglio. Lo fa per la responsabilità dell’importanza della nostra quota

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perché capisco che il Comune di Arzago d’Adda, che ha soltanto il 2,4% di una società o l’1.2, può anche il Sindaco fare una relazione, o la Giunta a fare una relazione. Quando un Comune come il nostro ha partecipazioni così rilevanti, è giusto che sia l’organo collegiale del Consiglio. E le valutazioni quali devono essere? Abbiamo partecipazioni in società inutili che non servono? Si dice di no, tranne una, che è la SABB. Ci sono delle società che svolgono la medesima attività, però una gestisce il servizio e l’altra no? Sì perché abbiamo la medesima ragione sociale UniAcque e Cogeide, ergo: ne dobbiamo dismettere una, dovremmo dismettere UniAcque. Però il Sindaco, nella proposta di delibera, dice: però siccome l’obiettivo, reiterato da molto tempo, verrà reiterato ancora di più, poi c’è una causa in corso e così via per il corrispettivo di questa unitarietà di gestione tra Cogeide e UniAcque, insomma, è lì, è in sospeso, lasciamo in sospeso la cosa e stiamo dentro in tutte e due. Va beh, può essere una soluzione, però lei, Sindaco, ha fatto un passo indietro, anzi, un passo indietro e uno improvvido avanti. Un passo indietro è quello per il quale non introduce più quelle raccomandazioni che il Consiglio le diede la volta scorsa, che il processo di aggregazione doveva avvenire salvaguardando gli interessi patrimoniali del Comune di Treviglio. Questa frase che a me piaceva è stata tolta. In secondo luogo, in secondo luogo, addirittura dice questa aggregazione deve avvenire in fretta. Ma chi la stabilisce la fretta? Ma chi ci corre dietro? Che il legislatore continua a legiferare, legiferare, legiferare e non ne fa mai nulla, non ne fa mai nulla. E lei stesso dubita che questa sia la volta buona, ammesso che sia buona, magari è la volta cattiva. Ma c’è un’altra... quindi io non posso essere d’accordo sulla formulazione che lei fa in questa delibera, c’è poi un’altra valutazione che è fatta, dice: ‘ma quelle società dove voi partecipate noi siamo più amministratori che dipendenti’, ce n’è una, andrebbe sciolta, però è così strategica, le abbiamo affidato compiti di tale rilevanza che anche è ridicolo osservare alla lettera la norma e pensare di sciogliere Anita, no? Si fa un amministratore unico di Anita, voglio dire, può essere, l’abbiamo fatto nella farmacia, lo facciamo anche per Anita, soprassediamo a questa questione. Ma c’è un limbo che non mi convince e che invece, secondo noi, a un organo rilevante come il Consiglio comunale del Comune capoluogo di questo territorio, ad indirizzo anche degli altri Comuni, che qualcuno decide, qualcuno non decide, o qualcuno decide in un modo, o in un altro, noi dobbiamo fornire ed è che se è vero che è giusto in linea di principio che si gestisca il servizio idrico in un bacino ottimale perché è industrialmente più efficiente; lo è di sicuro più efficiente, ma se c’è un altro servizio, prima ancora di quello idrico, che richiede un bacino ottimale molto allargato è quello del segmento dei rifiuti. Ma se vogliamo che il segmento dei rifiuti possa essere, da un lato, integrato, e cioè raccogliere tutte le componenti, dalla spazzatura alla raccolta, allo smaltimento, magari anche la produzione di energia a seguito dello smaltimento, non lo so, conforme alle modalità che alcuni Paesi adottano e che noi invece a volte siamo restii per complicazioni ambientaliste o non so di che altro tipo. Però è fuor di dubbio che solo se hai un bacino minimo provinciale (ma a mio avviso regionale sarebbe l’ottimale), noi potremmo come pubblico finanziare quegli impianti che ora invece soltanto i privati, spesso dietro protezione e garanzia pubblica, dove gli amministratori pubblici propendevano di più per il privato piuttosto che per il pubblico, ci ha costretto le singole società locali ad essere tributarie dello smaltimento a Dalmine, ma in passato anche dello smaltimento in Svizzera, in Germania, nell’universo mondo. Ma non in impianti, come avvenne in passato, che il nostro bacino si fece la discarica a Pontirolo, reiteratamente ne fece un’altra, era autonomo. Io non dico di fare un’altra discarica sul territorio, un piano regionale delle discariche fissa dove si fanno, ma la grande azienda pubblica deve avere il capitale e la capacità organizzativa di realizzare il ciclo dei rifiuti a trecentosessanta gradi. E allora io dico: l’indirizzo che venga dal Comune di Treviglio, che la nostra società partecipata indirettamente, che è la nuova, la società di Carvico, la società di Treviglio che però ha il Presidente di Carvico, perché l’era più bravo, perché [ndt, espressione dialettale] perché bisogna dire le cose come stanno. La società di Carvico, ebbene, si fonda con un’altra società di là dell’Adda o di là dell’Oglio, cambia poco, ma per raggiungere la dimensione ottimale che ci consenta di avere stabilità nella qualità del servizio e un futuro che ci garantisca: perché se ritornano i consumi ad essere un po’ più... adesso c’è stata una riduzione delle quantità.

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PRESIDENTE PIGNATELLI: Consigliere, concluda, per cortesia. CONSIGLIERE MINUTI: Concludo per dire che, insomma, vedo delle criticità in questa questione qui. La formulazione letterale non mi convince. E quindi chiedo al Sindaco se fa quelle modifiche che la rendono accettabile, oppure che accetti che io perlomeno voti contro, riservandomi poi di vedere nell’evoluzione delle cose come andranno le varie situazioni, che io auspico, mi auguro che siano nell’interesse del patrimonio della città di Treviglio in queste società. PRESIDENTE PIGNATELLI: Nessun altro è iscritto nel dibattito? Ha chiesto la parola il consigliere Lingiardi. Prego. CONSIGLIERE LINGIARDI: Grazie, Presidente. Parlare di partecipate, di società partecipate, ora, e di piano rispetto alle società partecipate mi fa pensare un po’ all’evoluzione della legge, la prima legge, diciamo, che comincia a ragionare in termine di tutela di concorrenza del mercato, e c’è anche nella delibera: la 24 dicembre 2007. Quindi già da allora si davano dei limiti rispetto alla questione, appunto alle partecipate. Si dice: non si possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali e via discorrendo. E già lì le questioni cominciavano ad avere rilevanza, come dire, nazionale e riguardavano in buona sostanza il bilancio pubblico e tutte le questioni più ampie nazionali, quindi razionalizzazione delle società e cominciare a non pensare a costituire le società solamente per l’idea di poterlo fare, magari di mettere anche qualche politico a capo, qualche amministratore amico di qualcuno. In generale, succede in tutta Italia questa roba qua, è successo in tutta Italia. (Intervento fuori microfono)

Esatto, anche lì. Poi arriviamo al 2013, in virtù del quale appunto con la legge gli Enti locali avrebbero appunto dovuto, previa analisi delle proprie partecipazioni in società, dismettere quelle non strettamente necessarie al perseguimento dei propri fini istituzionali. Arriviamo poi a quest’ultima proposta di, diciamo, di un piano, che qui è stato giustificato come non esserci per le motivazioni che diceva il Segretario, per le leggi che arrivano ogni momento e vanno modificare eccetera. Ma questo c’è da sempre, non è che ci sia solo da oggi. Poi voglio vedere quando ci saranno le normative, magari ci sarà la normativa sui servizi pubblici locali, non ci sarà quella della normativa sui rifiuti, non ci sarà quella delle farmacie, ci sarà quella delle gare d’ambito. E si sposta in avanti, si sposta in avanti. È un po’ una manovella che si tira avanti sempre e non si fa un punto della situazione. Il punto della situazione, invece, io lo vedevo bene in questa norma. Faceva quattro domande, che sono state spiegate dal Segretario, precise. Si diceva di fare un piano, nessuno l’ha fatto, non lo so. Cioè mi dispiace che si prenda la legge in questo modo. Poi si scrive anche nella delibera per cui io sono veramente molto perplesso in questo senso: “atteso che il processo di razionalizzazione delle società e partecipazioni societarie, trattandosi in diversi casi di società partecipate da più enti, non può prescindere da un’intesa tra tutti gli Enti locali – chiaro che questo deve esserci – processo che richiede i necessari provvedimenti istruttori e momenti di confronto” – si poteva già iniziare, magari il piano poteva prevedere questi momenti di confronto, almeno come cronistoria dei momenti di confronto, e poteva farlo il Comune di Treviglio come capofila di tante o quello a compartecipazione maggiore rispetto alle società partecipate, non a quelle proprie. E si scrive: “tale per cui il termine al 31.03 posto dal legislatore non può che essere qui inteso come sollecitatorio”. Boh! Io su quella cosa qui veramente la ritengo improponibile. Perché parlo di piano? Perché se l’avessimo avuto, poi il legislatore non lo imponeva, è chiaro, però se l’avessimo avuto anche in tempi passati tutte le questioni che sono sorte, anche su proposte arrivate in questo Consiglio – e vedi la questione ad esempio di Anita e di Abm Ict – quindi la proposta fatta qui sarebbe potuta essere discussa in un piano più ampio, naturalmente. Poi abbiamo avuto la STU, Treviglio Futura. All’inizio era Società di trasformazione urbana, adesso sembra società per fare i lavori pubblici. Insomma, il piano, secondo me, è essenziale e io su un piano avrei

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almeno messo delle questioni. Ad esempio – ne parlava prima anche il consigliere Minuti – la questione delle due volte holding patrimoniali, Anita e SABB, poi si è parlato di SABA, è il caso di tenerla, di non tenerla, ma come si può ragionare, ad esempio, eliminando SABA, ma parlando magari anche di patti parasociali oppure no? Cioè, voglio dire, si può discutere di queste cose? Si possono mettere in un piano che non sia solamente, come è scritto su questa delibera – perché questa delibera non è un piano, è una delibera – alla fine, al punto 3, dove si enunciano princìpi? Io non vedo la visione qui dentro. Prima ancora magari di un piano operativo, la visione del Comune di Treviglio. In questi anni abbiamo visto un tentativo di fusione con Abm Ict, abbiamo visto una STU. Si diceva a tempo debito che non dovevano esserci tante società partecipate e si fa la STU, va bene, ok. Però arriva così, senza un piano di fondo. Sulla SABB ritorno: si può pensare a fare una fusione con Anita? Non lo so, una holding unica? Ma possono essere ragionamenti che si fanno? Oppure su Cogeide abbiamo visto che sta svolgendo un percorso rispetto a una situazione transitoria, tra ufficio d’ambito, UniAcque e Cogeide stessa: ci sono due società, una che c’è, una che ci sarà, ma noi difendiamo, come diceva giustamente il consigliere Minuti, la patrimonializzazione di Cogeide? Ma perché non mettiamo appunto quel concetto qui in un piano? Bastava metterlo in un piano, ma non solo principi generali, ma effettivamente un punto sul quale non tornare indietro, non tornare indietro. Insomma, io sinceramente faccio fatica a votare questa delibera. Primo, perché secondo me la legge non è stata rispettata; poi il concetto appunto di rendere il tutto come sollecitatorio ai non... ma sarà sempre sollecitatorio perché la prova si farà fra sei mesi, sarà sollecitatorio ancora, se andiamo avanti così, piani non ci saranno. Insomma, sono veramente, veramente perplesso. Il ruolo poi del Comune capofila: ma sarebbe stato interessante mettere almeno un cronoprogramma di incontri fatti rispetto alle partecipate. E poi magari gli stessi amministratori unici delle società, secondo me, personalmente, dovevano essere coloro che potevano riunire appunto le assemblee dei Sindaci e cominciare a discutere sulla razionalizzazione. D’altronde la legge stessa parla di alcune cose ben specifiche e si arriva a parlare anche di coordinamento, di contenimento dei costi di funzionamento mediante riorganizzazione degli organismi amministrativi e di controllo delle strutture aziendali. Perché se adesso ogni Comune perché dovrà fare il controllo delle partecipate, ma perché ogni Comune lo deve fare? Cioè anche questo aspetto qui: perché non coordinarsi tra tutti i Comuni in modo che ci sia un controllo generale? È vero, Segretario? Ogni Comune lo deve fare rispetto alla sua partecipata interamente, ma penso anche sulle partecipate non al cento per cento, ecco. L’ho fatta un po’ lunga ma sinceramente voglio difendere un po’ la questione di piano. Non c’è stato fino adesso, approfittiamone. Secondo me andava fatto il piano. Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Nessun altro chiede la parola nel dibattito? Se nessuno chiede la parola, diamo la voce al Sindaco per la replica, prego. SINDACO PEZZONI: Grazie. È stata depositata il 24 di febbraio 2015, in Regione Lombardia, il progetto di legge dal titolo “Norme in materia di riorganizzazione del servizio idrico integrato regionale”. Questa, che è la proposta di legge della maggioranza consiliare, prevede lo scioglimento dell’Autorità d’ambito, la costituzione di un’Autorità unica regionale, quindi non c’è più neanche il governo del sistema degli investimenti provincia per provincia, com’è andato avanti finora, ma c’è un’Autorità unica che poi ha dei subambiti provinciali al massimo. E auspica la riduzione dei gestori dai 94 oggi esistenti – e mette tre punti esclamativi – a in pratica al gestore non dico unico ma quasi regionale. L’orientamento del legislatore è questo. Che poi anche qui si va avanti a fisarmonica sono d’accordo. Io capisco la perplessità del consigliere Lingiardi, però d’altro canto nel momento in cui uno si siede a fare un piano dovrebbe almeno sapere che la cornice all’interno di cui si muove è stabilita, e noi oggi la cornice stabilita non ce l’abbiamo. E nel momento in cui affrontiamo una discussione con gli altri Comuni soci, proprio perché ci sono in gioco rilevanti situazioni patrimoniali per il Comune di Treviglio, non possiamo neanche secondo me esporci nel momento in cui non sappiamo se di qui a due mesi quello che abbiamo deliberato funziona.

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Vi faccio presente una cosa: abbiamo portato in quest’Aula – sollecitati perché era necessario costituirlo – il Consiglio tributario, tre mesi dopo hanno abolito il Consiglio tributario. Facile l’ironia sul ‘l’abbiamo portato, l’abbiamo deliberato e poi qualcuno ce lo fa demolire’. Qual è il problema di fondo? E lo ribadisco: la visione strategica di ambito, che può essere quella relativa alle società partecipate, e condivido la preoccupazione del consigliere Minuti, ma d’altro canto faccio anche il Sindaco e tengo conto della legislazione vigente ad oggi, deve essere quella di trovare un accordo anche con gli altri Comuni. Il dialogo non lo possiamo fare da soli imponendo una scelta nostra, anche se in alcuni casi, ad esempio con SABB, mi pare che l’imposizione da parte del Comune di Treviglio, minoritario in Assemblea, ha consentito, ad esempio, di non realizzare la palazzina eccetera eccetera. Quindi c’è una visione che si esplica però nell’ambito in questo momento di una definizione poco chiara di tutto il perimetro dell’azione. Io vorrei potermi sedere con gli altri 242 Comuni della Provincia di Bergamo perché questo è il bacino con cui abbiamo a che fare, da una parte, perché UniAcque li coinvolge tutti o quasi, dall’altra, perché noi abbiamo la partecipazione in G.Eco che ci porta a dover dialogare anche con la zona di Clusone, con cui generalmente non abbiamo mai avuto relazioni, e d’altro canto con invece i Comuni con cui storicamente abbiamo costruito aggregazioni. Però – lo ribadisco – anche loro chiedono, nel momento in cui noi ci dovessimo esporre, disegnando una visione che però non può essere una visione soltanto di ambito per come richiede la legge, una certezza che io oggi non me la sento di dare. Per questo motivo ho controllato le attività dei Consigli comunali intorno, quanti Comuni stanno deliberando questa cosa, quanti stanno facendo questi passi, come si stanno muovendo. A parte il Comune di Bergamo che l’ha fatto ieri, di altri Comuni che sono andati nell’ordine di questo tipo di provvedimento e che hanno approvato definitivamente un piano non ce ne sono, ma proprio perché nessuno oggi se la sente alla luce dei chiari di luna che la normativa impone. Io sono convinto di questa cosa, e cioè del fatto che non stiamo cambiando i contenuti della delibera, che imponeva la salvaguardia patrimoniale e non stiamo spingendo verso l’aggregazione in UniAcque forzatamente, per la questione di Cogeide che mi pare quella più a cuore del Sindaco, del Sindaco già Presidente Minuti; ma stiamo rispondendo alle sollecitazioni che arrivano dalla normativa e che in alcuni casi ci si ritorcono anche contro. Stavo leggendo prima il progetto di riordino del servizio idrico integrato in Regione Lombardia e dice: “la natura geografica della rappresentazione degli ambiti idrografici di Regione Lombardia è poco compatibile con una suddivisione amministrativa dei territori, atteso che gli ambiti coincidono in massima parte con i grandi affluenti che attraversano ortogonalmente il territorio, di fatto confermando la necessità di una funzione pianificatoria più ampia ed organica”. I bacini lì vengono visti come unici se non unitari. Con il consigliere Minuti mi ricordo le discussioni su unitarietà o unicità del gestore d’ambito per quanto riguarda il discorso del servizio idrico integrato. Io posso impegnarmi a fare un’operazione di questo genere: una volta approvati gli indirizzi, che sono quelli conformi alla normativa, far partire la convocazione di un tavolo tecnico all’interno del quale convocare e riunire gli amministratori, come vi dicevo prima, e le parti politiche interessate a partecipazioni societarie che vedono presente anche il Comune di Treviglio. Con loro noi possiamo permetterci di disegnare una parte, però secondo me poi un’altra parte, proprio per la dimensione di ambito provinciale – non sto parlando del servizio idrico, parlo ad esempio dei servizi di rete, parlo anche delle altre prospettive che si aprono –, va fatta con una interlocuzione che, diciamo, supera soltanto la nostra zona. Non per adeguarvicisi supinamente ma per portare il contributo anche di un’area che ha saputo rispondere operativamente: penso a SABB prima e a Cogeide dopo e alle altre società che hanno gestito servizi, ma anche i servizi, penso ai servizi sociali e alla possibile integrazione tra l’azienda del nostro ambito e quello di Romano di Lombardia, processo che si sta pensando per fare in modo tale che ci sia un’aggregazione sempre più funzionale e sempre più economica. Io, però, non ho nessuna difficoltà a chiedere al consigliere Lingiardi di sedersi a fianco me e di parlare di queste cose, ma di proporre autorevolmente, con la consapevolezza d’altro canto di non avere le spalle coperte dietro nel momento in cui si fa una proposta. E mi domando quanto senso abbia investire – è per quello che sto diventando anch’io attendista – quanto senso

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abbia investire e quando mai ci sarà invece la possibilità di dire sui servizi pubblici locali per due anni, tre anni, nessuno metti più delle norme nuove e, alla luce del fatto che la normativa adesso è chiusa, abbiamo la possibilità di disegnarlo, non soltanto lo scenario ma le azioni da compiere all’interno dello scenario. Oggi noi continuiamo a correre e a inseguire un punto che si sposta nella mappa e questo, secondo me, è il vincolo che rende impossibile arrivare qui oggi con una proposta di piano definito, perché nessuno di coloro che si dovrebbero sedere al tavolo con noi è disposto sedersi in questo contesto. La delibera, invece, consente – e mi pare che siamo tra i pochi Comuni ad averne approvata una – di avviare il percorso e di sollecitare anche agli altri, gli altri a farlo. PRESIDENTE PIGNATELLI: Vi sono altri interventi? Nessuno. Dichiaro chiusa la discussione. Invito i Consiglieri a iscriversi per dichiarazione di voto. Nessuno per dichiarazione di voto. No, ha chiesto la parola il consigliere Lingiardi. Prego, Consigliere. CONSIGLIERE LINGIARDI: Questa delibera, ripeto, è una delibera che è imposta dalla legge, però, come ho detto prima, non ha una visione e non è un piano, non ha un piano e quindi è, come dire, lo status quo. Se partiamo dallo status quo per quello che è successo in questi anni rispetto alle società partecipate, non posso che dire che se ho votato contro la fusione ABM-Anita, se ho votato contro la nascita della STU, così come appunto ce la siamo trovata non riusciamo, non riesco a interpretare questo come un piano ma lo vedo proprio come lo status quo, come quello che è successo. E rispetto a questa questione, appunto, io mi posso anche, se vuole, Sindaco, vengo anch’io alle riunioni, però se lei comincia a mettere in un piano le raccomandazioni che ad esempio questo Consiglio le ha indicato: una, le raccomandazioni e la questione di Cogeide, un’altra raccomandazione derivante da un voto e la questione della non fusione tra ABM e Anita ad esempio. Se lei mi dice che in un piano mette queste due raccomandazioni, una votata che mi sembrava molto, molto importanti, poi ho sentito invece altre situazioni sulla questione di ABM-Anita, le ho lette solo sui giornali, che magari si vuole riportarla eccetera, c’era stata quella questione su Rossi eccetera, però io non voglio entrare in merito di queste cose. Ma se lei mi assicura che queste raccomandazioni possono entrare, io partecipo e vengo con lei dove posso, quando posso, avendo anche un lavoro, a partecipare alla trattativa con gli altri Comuni. Ma in questo momento, vedendola come lo status quo, vedendo come la situazione che si è venuta a creare, non possiamo, non posso votarla. Io personalmente non la voto. Il nostro Gruppo non la voterà per le due questioni che ho detto prima. Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Per dichiarazione di voto il consigliere Giussani, prego. CONSIGLIERE GIUSSANI: Abbiamo assistito all’ennesima arrampicata sui vetri da parte dell’opposizione, però mi fa piacere che finalmente il consigliere Lingiardi prenda atto che esiste una città che ha un peso: una realtà, una grande realtà nella Bassa Bergamasca, secondo Comune. Lingiardi ha iniziato dicendo: Treviglio dovrebbe diventare capofila di. Ma dov’era Lingiardi quand’era Vicesindaco di Treviglio con la Borghi, quando son passate cose reali sul territorio? Perché non ha fatto il capofila? Oggi perché è all’opposizione ci viene a spiegare che ci starebbe essere al tavolo di, sempre quando ha tempo, perché il lavoro c’è l’ha solo lui perché gli altri non lavorano mica. Cioè, voglio dire, il discorso è: quando si è in maggioranza si ha un ruolo, quando si è all’opposizione si fa un altro ruolo, però non è che non bisogna essere intellettualmente onesti quando sei da una parte o dall’altra. Mi spiego meglio: perché oggi rivendicare il ruolo di capofila su una cosa che è ancora fumosa, non è ancora chiara, è diverso da non aver saputo gestire una grande opportunità che è passata su questo territorio. Cari signori, dividiamo l’aspetto teorico da quello pratico. Allora un discorso è pensare, un discorso è un fare. Questa missione sta facendo, ci ha pensato prima, in campagna elettorale

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ha messo su un programma e quell’altro, lo sta attuando per cui, voglio dire, questo qua è veramente un passaggio che lascia il tempo che trovo e secondo me abbiamo perso troppo tempo su questo argomento. Pertanto il nostro voto sarà favorevole. Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Per dichiarazione di voto il consigliere Minuti, prego. CONSIGLIERE MINUTI: Io vorrei che si riflettesse non su quello che non è stato fatto e nemmeno su quello che facciamo ora, ma su quello che avverrà in futuro, qualora si attuasse, a prescindere dalla nostra capacità di prospettare e di convincere gli altri, si realizzasse qualche cosa a danno del Comune di Treviglio. In questi giorni ho ricevuto l’ennesimo bollettino “Trasparenti come l’acqua” e altre volte ho espresso il compiacimento per l’attività dell’Assessorato che divulga queste informazioni che, da un lato, tranquillizzano i cittadini sulla bontà della nostra acqua e non li inducono a delle spese inutili per comprare acque alternative. Se questo risultato è stato ottenuto, è grazie non alla programmazione, al programma elettorale della maggioranza, questa e della precedente, ma all’attività quotidiana silenziosa di Cogeide che sta rifacendo il pozzo di via Acquedotto, prima ha fatto quello di via Bellini, prima ancora fatto quello di via Terni, silenziosamente. E noi abbiamo – lascio alle spalle il passato e parlo del futuro – esigenze che voi stessi in parte prospettate. L’urbanizzazione della zona Fiera son tre miliardi di urbanizzazioni di carattere fognario, tre milioni di euro, che pensate che le farete voi? Che le farà il Comune di Treviglio? Che lei farà UniAcque che ha emergenze straordinarie sul territorio? Le farà Cogeide se sopravvive alla vostra barbarie. C’è la necessità, c’è la necessità assoluta di compiere l’ultima porzione di urbanizzazione tecnologica, che è la porzione nord di Treviglio, dalla Mauri alla Farchemia, arrivare fino alla Cascina Rampina, poiché dalla cascina Rampina alla zona ospedaliera è stato fatto, così come tutto il resto del territorio è stato fognato, essendo un esempio sul territorio di buon rapporto tra superficie urbanizzata e superficie veramente servita dai servizi idrici, che è essenziale ai fini della salvaguardia della qualità dell’acqua. Ma cosa costa un depuratore dalla Mauri alla Farchemia, alla Bianchi, che sarà da urbanizzare, anche la Bianchi sarà da urbanizzare, ma chi la fa? UniAcque? Che deve garantire l’acqua pulita che esca dai suoi depuratori, dai suoi venti depuratori per essere immessa in corsi d’acqua superficiali, secondo le caratteristiche volute dall’Unione Europea, che ha lì come spada di Damocle una sanzione di milioni e milioni di euro. Guardiamo al futuro, difendiamo la nostra società. Mi sembrava che la formulazione di compromesso che avevamo deliberato la volta scorsa era quella che ci salvaguardava, e cioè il Comune di Treviglio punta alla razionalizzazione perché ce lo dice un legislatore, che ancorché ballerino che un giorno dice una cosa e un giorno ne dice un’altra, e tuttavia lo dice e noi non possiamo dire che siamo contrari alla razionalizzazione; però diciamo che l’attueremo salvaguardando gli interessi patrimoniali ed economici del Comune di Treviglio, ergo, dei suoi cittadini. Perché il Comune di Treviglio da solo non sarà in grado in futuro di realizzare, ne ho citate due di queste opere strategiche: l’urbanizzazione all’estremo nord della città e li urbanizzazioni fognarie dell’estremo sud. Le potrà fare una sua società efficiente, lo è efficiente perché i bilanci che, nonostante la legge e a seguito poi di un referendum, prescrive che questa società non debba avere utili, però ce li ha lo stesso, sono utili fisiologici dovuti al fatto che è efficiente nella sua gestione. Allora salvaguardiamola, no? Così com’è, la delibera io non posso accettarla, anzi, sono un po’ contrariato per questo passo indietro. Apprezzo che si manifesti la volontà di gestire coralmente, chiamare anche i Consiglieri a ragionare a un tavolo comune, a prospettarci nei rapporti con le altre amministrazioni. Ma se questo è il dato di base, questo dato di base è carente e il mio voto non potrà che essere contrario. PRESIDENTE PIGNATELLI: Nessun altro per dichiarazione di voto? Pongo, quindi, in votazione il punto numero 6 all’ordine del giorno, avente oggetto: “Piano operativo per la razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute dall’Ente (art. 1, comma

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612, legge 190/2014) – Indirizzi”. Procediamo con votazione in forma palese con l’ausilio del sistema elettronico. Dichiaro aperta la votazione. Dichiaro chiusa la votazione. 9 voti a favore, 5 contrari, 2 astenuti. Il Consiglio approva. Hanno votato no i Consiglieri: Borghi, Lingiardi, Bussini, Ciocca Daniela, Minuti; astenuti i consiglieri Melli e Pignatelli; a favore gli altri Consiglieri presenti in aula. Passiamo al punto numero 7 all’ordine del giorno, avente oggetto: “Presentazione Bilancio di previsione 2015”. Introduce? Il Sindaco, prego. Consigliere Lingiardi, prego? Riguarda il voto? CONSIGLIERE LINGIARDI: Riguarda la presentazione del bilancio. (Intervento fuori microfono)

No, ho capito, però sono entrato nel sito e non ho trovato niente, e poi mi sono scaricato le delibere di Giunta evidentemente, però... va beh, ok, grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Grazie, Consigliere. Signor Sindaco, prego. SINDACO PEZZONI: Grazie. Abbiamo avviato la discussione in Consiglio comunale questa sera con una “battaglia” politica sul fatto che ci fosse una carenza di Regione Lombardia nella gestione del fondo per le politiche sanitarie regionali e la consigliera Bussini ha evidenziato che mancava un “attacco” nella risposta dell’assessora Prandina in relazione a questo. Si diceva che non è possibile che non si faccia programmazione; si diceva che sarebbe opportuno che ci fossero dei fondi certi che se lo sono; si diceva che non è possibile continuamente andare al ribasso; si diceva che alla fine si incide sul personale e che in pratica una sorta di stabilità sarebbe opportuna. Mi riesce facile partire da queste premesse che la consigliera Bussini rivolgeva contro Regione Lombardia per utilizzarle contro il Governo nazionale, per quale motivo? Perché se oggi ci mettiamo a tracciare il bilancio del Comune di Treviglio sappiamo già a priori che stiamo facendo un’operazione più o meno vicina a quella che riguarda il perimetro delle società partecipate. Oggi noi abbiamo dei dati, che non sono dei dati certi, che costruiscono, che fanno costruire una prospettiva di bilancio, che è molto aleatorio, e che durante il corso dell’anno 2015 potrà vedere ulteriori tagli, come è già successo nel corso del 2014, come è già successo nel corso del 2013, come è già successo anche negli anni precedenti. Un accorato appello da parte di tutti i Sindaci e di tutti i Presidenti di Provincia recente ha chiesto al Governo di piantarla di fare il gioco delle tre carte, di garantire fondi e di fare in modo tale che ci siano almeno certezze di stanziamenti durante il corso dell’esercizio. Non lo dice il Sindaco di Treviglio, lo dice magari anche il Sindaco di Bergamo, che non è dello stesso colore stesso, che è magari anche vicino alla parte politica che sta reggendo questa nazione e che si trova ad avere a che fare con la necessità – dice lui – di fare “scelte impopolari”, quali sono gli incrementi delle tasse e delle tariffe. Per il Comune di Treviglio l’anno scorso 280.000 euro sono volati via – e abbiamo fatto un’apposita variazione di bilancio – nel momento in cui è partito il bonus degli 80 euro. Soldi che non ci sono più, soldi che all’inizio dell’anno c’erano, soldi che erano stati promessi, soldi che abbiamo dovuto trovare da un’altra parte. Sul bilancio di quest’anno mancano, oltre ai 280.000 euro, che mancheranno per quattro anni (l’anno scorso, quest’anno e per i prossimi due), mancheranno circa 500.000 euro per la diversa classazione delle entrate dell’IMU sui fabbricati merce, mancheranno altri 200.000 euro circa per la riduzione di quello che viene chiamato “Fondo di solidarietà”, perché la legge di stabilità ha ridotto ulteriormente i contributi e quindi... i trasferimenti, chiedo scusa, e quindi il Comune di Treviglio, vuoto per pieno, quest’anno ragiona con un bilancio che ha circa 1 milione di euro di trasferimenti in meno rispetto all’anno scorso. Faccio presente – ed è questo il motivo per cui come per il Piano sulla razionalizzazione delle società io mi prendo l’impegno politico nel momento in cui approvo questo bilancio, ma so già anche che dovremmo fare una variazione di bilancio perché il Governo ha già evidenziato la

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necessità di un ulteriore taglio di trasferimenti per circa 10 miliardi per evitare l’incremento dell’Iva e a essere colpiti saranno ancora i Comuni, che già adesso ricevono pochissimo e molto probabilmente di qui a poco dovranno versare allo Stato, quindi i cittadini di Treviglio verseranno allo Stato, che allora sì, consigliere Minuti, secondo me diventa barbaro perché non garantisce più neanche la certezza di quello che promette durante il corso dell’anno – allora, dicevo, noi ci troviamo di fronte, ci siamo trovati di fronte a questa necessità: da una parte, garantire uno strumento operativo che consenta agli uffici di andare avanti con la realizzazione dei progetti e dei programmi di questa Amministrazione; dall’altra, la ragionevolissima certezza che la prima cosa che si farà, una volta approvato il bilancio e una volta approvato il conto consuntivo, sarà di fare una variazione di bilancio di corsa, come è successo, ad esempio, anche l’anno scorso perché il Governo, approvata la legge di stabilità, ha approvato subito dopo le modifiche alla legge di stabilità. Oramai siamo in una sorta di esercizio provvisorio perenne per cui gli strumenti di approvazione del bilancio diventano elementi, diciamo, più tecnici che tecnico-politici e rispondono alla necessità di dare evidenza soprattutto dei tagli e non di altro. “Stiamo cercando di fare sviluppo senza avere le risorse”. Non è una frase mia, è una frase del Sindaco di Bergamo. Stiamo cercando di fare in modo tale che si realizzino comunque le opere – e il Piano delle opere pubbliche è completamente finanziato – pur avendo il blocco della spesa corrente. Avremo investimenti ciononostante in crescita e avremo – questa è stata la scelta che abbiamo fatto – la necessità di approvare, anche perché la legge lo prevede, il conto consuntivo all’interno della finestra del 30 aprile per recuperare parte dell’avanzo di amministrazione e utilizzarlo poi per finanziare da subito le spese non ripetitive, quali possono essere i contributi. Questa la scelta “politica” che sta dietro il bilancio. Quindi una riduzione temporanea degli stanziamenti sui contributi, il rifinanziamento dei contributi con l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione libero, che dovrebbe girare intorno al milione di euro secondo le stime che sono state fatte dagli uffici, e d’altro canto il mantenimento di tutta l’offerta dei servizi che noi abbiamo proposto nel corso di questi anni per quanto riguarda la proposta di tipo culturale e la proposta di tipo sociale, per sottolineare le due più evidenti. A fronte di questa cosa, che cosa possiamo permetterci di fare? Io credo una cosa fondamentale per i cittadini: non toccare per niente l’imposizione fiscale. A Treviglio nel 2015 le tasse non aumentano, rimangono uguali, e rimangono uguali secondo me sottolineando anche il fatto che probabilmente questa Amministrazione, in alcuni casi, non è in grado di “vendersi” bene pubblico, anche perché magari ogni tanto la stampa marcia sulle, come si dice, sulle stupidate più che non sulle cose importanti. Perché dico non è in grado di “vendersi” bene? Perché un’operazione di marketing territoriale si potrebbe fare anche tenendo conto del fatto che a Treviglio l’IMU non è al 10,6, che è l’aliquota massima e che è diventata per quasi tutti i Comuni l’aliquota ordinaria, a Treviglio l’IMU è all’8 per mille, anche per i fabbricati di categoria D. E così com’è all’8 per mille, a me fa particolarmente piacere vedere che altri Comuni, su alcune tipologie di fabbricati innovativi, scendano con l’IMU al 7,6, che è la quota che si deve pagare per forza allo Stato. Però su tutto il resto, su tutto il restante degli immobili l’aliquota rimane al 10,6, a Treviglio l’IMU è all’8, ma per tutti. E questo, secondo me, è uno sforzo significativo, così come l’addizionale IRPEF non è stata spinta al massimo, così come nel corso di questi anni abbiamo visto anche ridursi progressivamente, grazie agli sforzi fatti dall’Assessorato all’ambiente e dalla società di gestione dei rifiuti la tariffa per lo smaltimento, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Vorrei sottolineare appunto questa cosa: non ci saranno nuove tasse, non ci sarà nessuna scelta impopolare, ci sarà, in pratica, il recupero dall’avanzo di amministrazione con l’applicazione anticipa dello stesso. E vorrei sottolineare anche: siamo nell’ultimo anno del bilancio, che con il consigliere Minuti abbiamo conosciuto in questi trenta, venti anni di amministrazione pubblica. Abbiamo, e stiamo arrivando alla nuova contabilità, una nuova classificazione del bilancio quello che poi vedrete che va a regime a partire dall’anno prossimo, completamente diverso, più vicino – io qui poi mi fermo perché non so parlarne più dettagliatamente – alla contabilità aziendale, superando la contabilità finanziaria che caratterizza l’impianto della contabilità degli Enti locali fin dalla loro costituzione, da dopo le leggi sull’Unità d’Italia.

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Io, ecco, non entro adesso nei numeri, lascio la parola all’assessore Vailati per la presentazione e ringrazio da subito gli uffici per il lavoro che hanno fatto. Due parole soltanto brevi per quanto riguarda gli assessorati che sono di mia competenza. Nello specifico vedrete che sono sostanzialmente confermate le proposte che hanno caratterizzato l’attività di questi anni: da una parte, il processo di digitalizzazione che stiamo compiendo anche attraverso una riduzione significativa dei costi di infrastruttura e il miglioramento e l’ottenimento di significativi risparmi di spesa, anche perché la tecnologia evolve e, ringraziando il Signore, costa sempre meno. Per quanto riguarda il discorso dell’Assessorato alla commercio, vorrei evidenziare come sia rafforzata nel corso di questi anni la collaborazione con il sistema commerciale e delle imprese di Treviglio, e con una proposta sempre più dinamica e anche con la possibilità di avere offerto elementi e momenti di ritrovo significativi. All’interno della Area relativa alla cultura vedrete che il punto fondamentale è l’avvio della nuova sala del TNT e quindi le iniziative che poi sono collaterali allo sviluppo dell’attività di piazza Garibaldi e la rivitalizzazione del centro storico. E d’altro canto, sul versante delle biblioteche, vorrei sottolineare che siamo stati il primo sistema bibliotecario ad aver approvato un bilancio – qui abbiamo più prospettiva perché il quattro era più semplice – biennale in maniera tale da garantire tutti i Comuni della nostra area, a garantire a tutti i Comuni della nostra area, il sistema dei servizi che stiamo operando, oltretutto con una prospettiva di sviluppo – la troverete nella relazione – in prospettiva, dicevo, di un’integrazione all’interno del sistema bibliotecario provinciale, che viene chiamato “Rete Bibliotecaria Bergamasca”, da una parte, del Comune di Bergamo (per la prima volta entra col suo sistema bibliotecario urbano) e, dall’altra, con l’allargamento verso le Province o di Milano o di Brescia, io spero nei confronti di entrambi così da allargare l’offerta. Sulla questione dell’Assessorato all’istruzione vorrei evidenziarvi come per la prima volta abbiamo approvato anche un Piano per l’offerta formativa che ha uno sviluppo pluriennale. L’abbiamo fatto di concerto con i dirigenti, fondamentalmente i dirigenti scolastici pubblici delle scuole dell’obbligo di Treviglio, intendo per l’obbligo basso, quindi non con le scuole secondarie di secondo grado, ma fino alla scuola secondaria di primo grado, quindi con i due dirigenti degli istituti comprensivi e l’abbiamo fatto, realizzato con una struttura non soltanto di erogazione ma anche di controllo e di monitoraggio sulle risorse garantite dall’esterno. Questi sono i punti fondamentali degli Assessorati che competono alla mia persona. Per quanto riguarda invece poi la questione della sicurezza e della Polizia locale, vedrete che ci sono in atto interventi di potenziamento degli impianti per la vigilanza e la videosorveglianza. Una sola parola sui numeri all’assessore Vailati e poi eventualmente intervengo se ci fossero delle aggiunte da fare. PRESIDENTE PIGNATELLI: Assessore, prego. Consigliere Lingiardi, ha chiesto, mi ha fatto un segno? CONSIGLIERE LINGIARDI: So che non è norma, no, volevo solo ringraziare l’Assessore perché ci ha dato il dischetto. Giustamente prima facevo delle richieste, è arrivato. Se fosse arrivato magari due o tre giorni prima, avrei portato il computer e forse un po’ di carta in meno, dato che anche l’Amministrazione pubblica deve risparmiare sulla carta, che mi ha prestato, per la verità, il consigliere Minuti. L’ultimissima cosa. Una battuta: c’è dentro anche il Piano esecutivo di gestione?! (Intervento fuori microfono)

PRESIDENTE PIGNATELLI: Assessore, prego. ASSESSORE VAILATI: Allora, sì, quest’anno abbiamo pensato di risparmiare sulla carta, dando quindi una copia solo ai Capigruppo del cartaceo e fornendo però a tutti un dischetto, perché so che c’è qualcuno che ama leggere i dati utilizzando il computer e altri invece che amano ancora il cartaceo, anche a

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me piace ancora comunque molto il cartaceo. Allora, per quanto riguarda la presentazione del bilancio di questa sera, sapete, non c’è dibattito, verrà, il dibattito verrà poi fatto nella fase di approvazione, quindi a fine aprile. Ricordo ai Consiglieri che verrà fissata anche la prima Commissione il 13 di aprile, dove peraltro poi daremo corso a tutte le domande di tipo tecnico. Quindi da lì tutta... avete modo quindi di visionare un po’ la documentazione. Allora, prima di passare alla proiezione delle slides, volevo fare una breve premessa in aggiunta a quanto è già stato detto dal Sindaco, peraltro dando comunque delle informazioni già molto dettagliate ed esaustive. Allora, il lavoro di predisposizione dei documenti programmatori quest’anno è risultato più complesso in quanto nel 2015, quindi il decreto legislativo 118 in materia appunto di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio prevede che vengano approvati contemporaneamente dal Consiglio comunale il bilancio, con la consueta forma con valenza autorizzatoria, ed un nuovo schema armonizzato, che ha solo però una funzione dimostrativa, quindi questa documentazione è già nel CD che vi ho consegnato. Questo adempimento, questo nuovo adempimento ha reso necessario la riclassificazione dei capitoli di bilancio per adeguare la forma del nuovo piano, del nuovo Piano dei Conti armonizzato. Dal 1° gennaio 2015, quindi, già questo bilancio, che andrete ad approvare, si applica il principio contabile generale della competenza finanziaria, cosiddetta “potenziata”, per l’accertamento delle entrate e l’impegno delle spese. Vedremo, infatti, nei bilanci armonizzati i fondi pluriennali vincolati, che serviranno a modificare il concetto dei residui verso un contenuto più vicino a quello che si vede nei bilanci aziendali, e cioè il rapporto di debito e di credito commerciale. Altra attività che è stata effettuata è stata quella del riaccertamento straordinario dei residui, i cui esiti, dopo l’approvazione in Giunta, successiva quindi all’approvazione del rendiconto 2014, avranno influenza su questo bilancio, andando a modificarlo per effetto delle entrate e delle spese, che saranno reimputate al nuovo bilancio secondo il criterio dell’esigibilità. Quest’anno la legge di stabilità non ha introdotto novità sul fronte dei tributi locali. Le sorprese negative sono arrivate, invece, come già accennato in premessa dal Sindaco, sotto forma di ulteriori tagli, tagli ovviamente dei trasferimenti. Lo Stato anche quest’anno non ci aiuta, visto che il trend storico dei trasferimenti è sempre più negativo. Ritengo degno di nota l’andamento decrescente dei trasferimenti. Prendo in esame i periodi in ragione d’anno che vanno dall’anno 2010 al 2015. Nel 2010 i trasferimenti erano 5,7 milioni di euro, nel 2011 sono passati a 4,7, nel 2012 a 2,7, nel 2013 a 2, 2014 1,8 milioni per prevederne poco più di 1 milione nel bilancio di previsione 2015. Allora, a peggiorare la situazione poi è stato introdotto l’obbligo di un fondo per le entrate di non certa esigibilità, previsto dal nuovo sistema di contabilità armonizzata e in vigore già dal 1° gennaio 2015. Quindi questo accantonamento previsto è già stato inserito in bilancio ed è stato stimato per un valore di 400.000 euro. Una nota – e poi passo alla proiezione delle slides – per quanto riguarda il Patto di stabilità: rispetto allo scorso anno non vi sono novità, rimane sostanzialmente analogo il metodo di calcolo dei saldi finanziari e l’obiettivo è sempre calcolato come saldo di competenza mista. Il comma 489 della legge 190/2014 ha fissato già anche le percentuali che sono: per quanto riguarda il 2015, l’8,5 per cento, e dal 2016 al 2018 sarà 9,1. Ovviamente le percentuali, le percentuali di calcolo, per le percentuali verranno calcolate utilizzando come base la spesa media del triennio 2010-2012. Le percentuali più basse, però, rispetto al passato, non sono in realtà un beneficio per i Comuni in quanto nel calcolarle il Ministero ha già valutato l’impatto nella riduzione della spesa corrente, che abbiamo visto appunto registrarsi anche nel nostro caso dovute ai tagli che si sono susseguiti nell’arco del tempo. Quindi il conseguimento degli obiettivi rimanere ancora una volta difficile. Allora passo alla proiezione delle slides. Ok, allora, come introduzione un riepilogo dalle novità legislative. La legge 190, legge di stabilità, ha introdotto ulteriori tagli per 1,2 miliardi di euro ai trasferimenti Fondo di solidarietà. Tali riduzioni si aggiungono a quelle derivate dalle precedenti norme. Complessivamente il Comune di Treviglio avrà, rispetto al 2014, una minor disponibilità di risorse per effetto dei tagli stimati in circa 700.000 euro, parliamo solo del

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fondo di solidarietà. L’impostazione complessiva dei tributi locali, in attesa della futura introduzione di un’imposta unica, viene mantenuta invariata; quindi si baserà ancora, come per il 2014, su imposte IMU, TARI, TASI quali principali fonti di entrate correnti. Come vi dicevo prima, poi, l’introduzione dei nuovi principi di contabilità armonizzati prevede l’inserimento in bilancio di un fondo crediti di dubbia esigibilità, che porta ad un’ulteriore contrazione della spesa corrente perché è un fondo che va inserito nella parte corrente della spesa. Tra l’altro viene calcolato utilizzando i periodi che vanno dal 2009 al 2013, calcolando la media dei mancati incassi, riferendoci poi per ogni categoria di entrata, considerando sia gli incassi di competenza più i residui, cioè sia gli incassi di competenza che i residui, applicando poi questa percentuale sulle entrate previsto nel bilancio di previsione. Per il primo esercizio, quindi per il 2015, è possibile stanziare in bilancio una quota almeno pari al 36%. Questa percentuale poi aumenterà nell’arco degli anni fino ad arrivare al 55% nel 2016, 70% nel 2017, 100% nel 2019. Allora, nonostante le riduzioni dei trasferimenti statali, non sono stati decisi aumenti di aliquote dalla tassazione locale. L’aliquota IMU rimane 0,8, l’aliquota TASI 0,2 con detrazione di 50 euro per le prime abitazioni e 100 euro per le famiglie con disabili. Aliquota dell’addizionale comunale rimane 0,65% con fascia di esenzione per redditi entro 10.000 euro e il mantenimento di tutte le altre tariffe dei servizi, che non subiscono, come già nel 2014, aumenti di spesa. Allora, andiamo ora ad analizzare il bilancio nei numeri, quindi nella parte entrate e nella parte spese. Le entrate tributarie, che si riferiscono appunto alle imposte principali, quali TASI, IMU, TARI, addizionali IRPEF eccetera, ammontano a 17 milioni di euro. I trasferimenti intesi come contributi regionali e contributi statali sono pari a 995.000 euro. Le entrate extratributarie, che si riferiscono a sanzioni di Polizia Municipale, proventi dei servizi pubblici, gli utili delle società partecipate, ammontano a 8 milioni di euro. Le entrate straordinarie, che servono poi per finanziare la spesa in conto capitale, è data da alienazione, da proventi di concessioni edilizie e da monetizzazione, pari a circa 8 milioni di euro. Accensione prestiti. Non deve spaventare il numero perché qui abbiamo anche un’anticipazione di cassa pari a 3,1 milioni di euro, che troviamo poi anche nella parte dei rimborsi prestiti, e abbiamo come nuovo tipo di finanziamento 50.000 euro per un finanziamento Credito Sportivo e 140.000 euro per un FRISL Regione Lombardia, quindi abbiamo un valore di 3 milioni di euro. Le entrate per conto terzi e le spese conto terzi sono conti che si pareggiano perché riguardano partite di giro per le spesi relative alle ritenute erariali e ritenute previdenziali, che quindi non trovano rilevanza, cioè trovano rilevanza sia in entrata che in spesa. La spesa corrente ammonta a 24 milioni di euro, che sono tutte le spese necessarie per il funzionamento, per il funzionamento del nostro Comune e per lo svolgimento di tutte le attività. La spesa in conto capitale prevista è pari a 8 milioni di euro. Abbiamo un totale complessivo di bilancio, sia nella parte entrata che nella parte di spesa, di 42 milioni di euro, quindi questo è il complessivo. Potete ora vedere con un grafico a torta tutte le entrate rappresentate in appunto entrate tributarie, entrate extratributarie e trasferimenti. Potete notare dal grafico quanto più ormai l’Ente locale abbia bisogno e viva di risorse proprie, visto che i trasferimenti riguardano veramente ormai una minima parte: qui 955.000 euro e 1 milione di euro nelle entrate tributarie per il fondo di solidarietà. Allora, qui abbiamo la spesa corrente divisa per tipologia di costo, sempre rappresentata dai numeri e da grafico. Come potete vedere, le spese principali, quindi quelle che hanno un’incidenza maggiore, sono: le spese legate al personale per 6 milioni di euro, che rappresentano un 28,2%; l’acquisto di beni in minima parte 408.000 euro, 1,7%; le prestazioni di servizi 12 milioni di euro rappresentano il 50,5% della spesa; l’utilizzo beni di terzi 322.000 euro, l’1,3; i trasferimenti 1.561.000 euro, il 6,5; gli interessi passivi per 1,7 milioni di euro, il 7,2; le imposte e tasse 912.000 euro, il 3,8; gli oneri straordinari lo 0,3, così come il fondo di riserva di 80.000 euro, lo 0,3%; il famoso fondo svalutazione crediti, di cui vi parlavo prima, 400.000 euro, che rappresenta il 3,8% della spesa.

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Allora, qui abbiamo un grafico che rappresenta la spesa corrente per funzione, quindi sull’assestato e sul previsionale. In alcuni casi la diminuzione rappresenta veramente una maggiore attenzione alla spesa, in altri casi invece sono tutte quelle spese, quindi quei costi, che trovano la loro manifestazione nella seconda metà dell’esercizio. Pertanto, come diceva in premessa il Sindaco, verranno ripristinati con gli equilibri e l’assestamento, che peraltro è stato anticipato a luglio dalle regole sull’armonizzazione, applicheremo quindi l’avanzo libero. Non si tratta di tagli – questo lo voglio specificare – ma si tratta solo di uno spostamento temporale dell’inserimento della spesa. Come vedete, l’unico aumento è dato dalle spese sulla giustizia per l’incremento dei costi per la gestione del giudice di pace. Questo grafico rappresenta la spesa per il personale, quindi la spesa annua. Nel 2015 si assesta ad un valore di 6,8 milioni di euro. Come vedete, l’andamento della spesa deve essere sempre decrescente proprio per il rispetto della norma e infatti rispetto all’anno 2014 c’è un decremento previsto per la spesa. Equilibrio di parte corrente. Come potete vedere, il bilancio è in equilibrio, senza l’applicazione di oneri urbanizzativi, che peraltro da quest’anno è consentito nuovamente. Il totale delle entrate correnti sono 26 milioni di euro, la spesa corrente 24, il rimborso dei mutui 2, per un totale di 26.893.000 euro. Allora, entrate in conto capitale finanziamenti. In questo prospetto si evidenzia come verrà finanziata la spesa in conto capitale. Le entrate sono qui rappresentate da alienazioni di beni patrimoniali per 5 milioni di euro, trasferimenti di capitali dallo Stato 370.000, trasferimenti di capitali da altri enti 10.000, trasferimenti di capitale da altri soggetti 2.456.000 euro, per un totale di 7,9 milioni di euro. Come vi spiegavo prima, ci sono anche 190.000 euro per l’assunzione di mutui e di prestiti. Arriviamo così a pareggiare il totale degli investimenti, che è previsto per 8.132.000 euro. Andamento storico degli incassi degli oneri urbanizzativi. Abbiamo preso in esame gli anni che vanno dal 2010 al 2015. Secondo le previsioni dell’ufficio dei lavori pubblici, si prevede un leggero incremento rispetto all’anno 2014 delle entrate da alienazioni perché sembra che ci sia comunque un... (intervento fuori microfono) Oneri sì, cosa ho detto? Alienazione? Oneri di urbanizzazione, okay. Per quanto riguarda invece il parere dell’organo di revisione, troverete allegato anche il parere nella documentazione che vi è stata fornita. Dopo aver analizzato tutti i criteri e il rispetto delle norme, ha espresso parere favorevole al bilancio. Lo troverete comunque poi in visione. Per quanto riguarda le mie relazioni, tributi e patrimonio, allora, per i tributi si continuerà l’assistenza ai contribuenti per la predisposizione dei modelli F24 per l’applicazione dell’IMU. Per la TARI, in collaborazione con l’Ufficio Ambiente, si predisporrà il piano finanziario, cioè è stato predisposto già il piano finanziario. Si continua la riscossione diretta per quanto riguarda la TARI. E per quanto riguarda la TASI, è stato introdotto un nuovo programma di gestione della TASI, che permetterà una più veloce evasione delle richieste di modelli F24 da parte dei contribuenti. Ci sarà, come sempre, anche una particolare attenzione alla lotta all’evasione dei tributi locali per un discorso comunque di correttezza e di equità. Per quanto riguarda invece il patrimonio, direi che si è cercato e si sta continuando a cercare di ottimizzare la gestione del patrimonio ERP. Non ultima la nomina per ogni condominio, o comunque per ogni scala, di capiscala o di capicasa, in modo tale che ci sia un referente nominato dai condomini stessi che faccia da portavoce con l’istituto, con il patrimonio per rilevare eventuali necessità. (Intervento fuori microfono)

Gratis, gratis, è stata... anzi, devo dire che molti si sono offerti e non c’è stato nessun problema proprio nel cercare di individuare queste persone, che, come ripeto, sono stati scelti dai condomini stessi. Alcuni sono ancora in fase di nomina, poi verrà formalizzata anche la nomina. E questo è stato una cosa accolta veramente favorevolmente. Inoltre i contatti comunque mantenuti anche con l’amministratore unico, che fino ad oggi sta dando veramente dei buoni risultati. Per migliorare le risorse del nostro bilancio, quindi per cercare anche di ridurre un po’, come si dice, l’effetto dei tagli che ci vengono imposti, si è sempre più alla ricerca di contributi o comunque di cercare di aumentare le entrate.

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In data 20 gennaio 2015 è stata presentata a Regione Lombardia, dopo essere stati inseriti, dopo che il Comune di Treviglio è stato inserito nella categoria dei Comuni ad alta tensione abitativa, da fabbisogno abitativo elevato, è stata fatta una richiesta con un lavoro veramente prezioso, fatto sia, cioè fatto dall’Ufficio Patrimonio in collaborazione anche con i Servizi sociali è stata fatta una richiesta di contributo per morosità incolpevoli. Notizia di settimana scorsa l’erogazione di 216.000 euro al Comune di Treviglio quale contributo in virtù di un progetto innovativo al quale appunto abbiamo... cioè che abbiamo predisposto e quindi abbiamo potuto poi partecipare alla richiesta del contributo. Particolare attenzione anche alla gestione dei contratti di locazione rinnovando quelli in scadenza. E va beh, i dati sono comunque indicati poi nella relazione. Vi ho fatto un riassunto schematico. Io avrei finito e ci vediamo poi in Commissione per le domande di tipo tecnico come primo appuntamento successivo alla presentazione. Adesso gli altri Assessori comunque vi relazioneranno su quanto poi potete comunque leggere anche nella Relazione previsionale programmatica. Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Grazie, Assessore. Ho visto che l’assessore Nisoli si è presentato. Prima il Segretario voleva dire due parole, ma prima ancora il consigliere Giussani aveva attirato la mia attenzione, mentre l’assessore Vailati stava parlando. CONSIGLIERE GIUSSANI: Grazie, Presidente, per la parola perché era solo un discorso di par condicio, visto che aveva parlato anche Lingiardi. L’argomento non interessa il bilancio, per cui penso di approfondirlo nel prossimo Consiglio comunale, che riguarda comunque, ripeto, un appiglio che ha dato il Sindico Pezzoni su certe notizie non vere o comunque false che vengono date dalla stampa sulla situazione politica a Treviglio. Detto questo, arrivo tranquillamente trentacinque secondi Lingiardi per dire che nessun problema sulla sua posizione. Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Signor Segretario, prego. SEGRETARIO GENERALE: Una breve nota. Dunque, come l’Assessore ha anticipato, poi in sede di Commissione verrà ulteriormente chiarito, da quest’anno cambia in maniera significativa il timing relativamente al bilancio. Dunque il Consiglio comunale è calendarizzato per il 29, fine mese, l’approvazione del bilancio e il giorno successivo il rendiconto. Approvato il rendiconto dal Consiglio comunale, chiusa la seduta, un attimo dopo la Giunta si riunisce per far cosa? Per approvare, per riaccertare i residui sulla base delle nuove regole e rideterminare l’avanzo di amministrazione... (Interventi fuori microfono)

Non si sente? Dunque stavamo dicendo, come si diceva prima, da quest’anno con la nuova norma cambia il timing delle competenze del Consiglio, dell’esercizio delle competenze con riferimento alla contabilità. Quindi come avviene il passaggio in maniera graduale? Dunque, il 29 aprile è calendarizzato in Consiglio l’approvazione del bilancio, il giorno dopo, il 30, si approva il rendiconto, ultimo giorno utile. Sempre il 30, appena finita la riunione per approvare il rendiconto, il Consiglio termina la riunione e la seduta di Giunta inizia per approvare cosa? Per approvare il riaccertamento dei residui con la base delle nuove regole e quindi rideterminare l’avanzo di amministrazione. Quindi la voce che conta dell’avanzo di amministrazione non è tanto quella che approveremo il 30 ma quella che viene determinata a seguito della Giunta sempre del 30 di aprile, un attimo dopo. E quindi solo allora potremo disporre l’avanzo di amministrazione, e quindi applicarlo al bilancio. Il bilancio che approviamo quest’anno è doppio: avete il bilancio, quello fatto sulla modulistica, quella vecchia e a fini meramente conoscitivi il bilancio redatto sulla nuova, sui nuovi modelli

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che sono tra di loro profondamente diversi. Perché? Sono diversi perché da quest’anno entra in vigore questo nuovo sistema per il quale tutti i bilanci pubblici, Stato, Regioni, Comuni, Province eccetera, hanno il medesimo modello per rendere facile l’operazione di consolidamento dei conti pubblici. Quindi il bilancio del Comune è lo stesso della Regione. Lo vedremo ancora di più nel 2016. Ovviamente non tutte le voci ci saranno in quello del Comune, saranno zero, non ci occupiamo di agricoltura, ma le voci sono le medesime. Perché poi si è fatta la riforma della contabilità: primo, per armonizzare, poter quindi consolidare i conti e leggerli tutti quanti insieme; secondo, per chiarire qual è effettivamente, calcolare il debito degli Enti locali. Oggi il concetto di residuo passivo non coincide con quello di debito. Non tutti i residui passivi erano debiti in senso tecnico. Non a tutti questi residui corrispondeva un creditore. Con la nuova contabilità a ogni residuo corrisponde un creditore, hanno nome e cognome, questo quindi ridetermina in maniera profonda il risultato di amministrazione. L’altra necessità che la legge ha posto è quella di cautelare l’Ente da possibili residui attivi farlocchi, a cui non corrispondeva un’effettiva entrata, e quindi si cautela ponendo una posta di fondo crediti inesigibili, che poi di fatto non è che abbiamo un livello così alto di crediti inesigibili, ma è un’esigenza che viene posta dalla norma. L’altra cosa: cambia la modalità di registrazione degli impegni di spesa. Allora, è vero che ragioniamo ancora sui modelli vecchi, però i principi contabili nuovi si applicano già subito quest’anno, e quindi già li stiamo applicando, e quindi vedrete comparire all’interno del bilancio e nelle variazioni successive la voce “fondo pluriennale vincolato”, che è una voce che compare già nei modelli attuali e non c’era in quelli vecchi. E poi sappiate che adesso dove poi gli impegni di spesa si registra l’impegno quando... si imputa l’esercizio quando l’obbligazione giuridicamente scade. Fino all’anno scorso l’impegno era con la nascita dell’obbligazione, adesso l’impegno è con la scadenza dell’obbligazione. Di conseguenza, tutti quegli impegni che non corrispondono a questo criterio devono essere nel corso dell’anno reimputati. L’ultima cosa: la modifica della contabilità impone al Consiglio comunale di approvare un nuovo Regolamento di contabilità, che entro l’anno, entro fine anno dovrà essere approvato dal Consiglio comunale. Nel frattempo comunque si impone il nuovo timing, per il quale l’assestamento di bilancio e gli equilibri di bilancio, la verifica viene fatta insieme, in un unico momento, e viene fatto a luglio. Prima avevamo a settembre equilibri e a novembre assestamento. Adesso si fa entro il 31 luglio assestamento ed equilibri. Rispetto a prima, nonostante abbia fatto l’assestamento, ho ancora la possibilità dopo di fare le variazioni di bilancio. Mentre prima l’assestamento chiudeva le variazioni di bilancio, fatto il 30 novembre, adesso l’assestamento fa il punto a metà anno sul presupposto che il preventivo sia approvato a dicembre, metà anno, il 31 luglio, che è passato il primo semestre, allora io assesto il bilancio e dico a che punto sono con gli equilibri di bilancio e quanto le azioni e i programmi. E mentre io guardo l’esercizio già iniziato, entro il 31 luglio, la Giunta presenta al Consiglio il Documento unico di programmazione, che dice che cosa farà nel triennio che segue. Così come lo Stato approva, prima, in questi giorni, aprile, il Documento di economia e finanza (il DEF, l’ex DPF) e separato dai numeri perché quelli li approva a dicembre, c’è uno spazio temporale tra obiettivi e numeri. Nei Comuni non succedeva perché avevo il Bilancio e la RPP insieme. Non sarà più così. Io quello che farò nel triennio, quindi la vecchia RPP la presente in Consiglio a luglio e poi presento il Bilancio a novembre e l’approvo entro dicembre, quindi cambia. Questa è l’ultima RPP che vedete. A luglio invece vedrete il DUP, la nuova versione che raggruppa la RPP, la programmazione delle assunzioni e la programmazione dei lavori pubblici, quindi un documento unico che dice quello che si farà nel triennio. Quindi anche il PGS, quello che si approverà il 29 luglio, è l’ultimo, non ci sarà più perché è tutto contenuto nel DUP, il Documento di programmazione che guarda il triennio che deve entrare. a novembre si presenta una eventuale nota di aggiornamento al DUP e si presenta il bilancio per l’esercizio successivo, che poi deve essere portato entro dicembre. Il bilancio non sarà più annuale ma sarà un documento unico triennale, quindi adesso avete il bilancio annuale... adesso avete tre documenti: RPP, Bilancio annuale e Bilancio triennale. Avrete la prossima volta il DUP a luglio e il bilancio unico triennale insieme, tutto insieme, nel

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mese di dicembre, sul presupposto che la legge di stabilità non cambi sempre le carte in tavola. L’altra cosa: nei prossimi giorni verrà approvato il decreto che modifica il Patto di stabilità e quindi il criterio che facciamo oggi, che oggi l’Assessore ha illustrato poi sarà rideterminato e quindi, come diceva il Sindaco, e chiudo, nel mese di luglio si farà una revisione complessiva di questa documentazione e quindi si rivedrà il bilancio per appunto adeguarlo a tutti questi aspetti. La scadenza comunque imponeva di uscire con il bilancio perché i tempi sono quelli: il rendiconto per legge è 30 aprile, il bilancio è comunque il 31 maggio, ma a questo punto comunque anche quelli che l’approveranno a maggio saranno costretti a giugno a introdurre i correttivi a seguito di questa riforma. quindi quest’anno... poi l’ultima cosa, mentre adesso le variazioni di bilancio le fa il Consiglio comunale, o la Giunta con i poteri del Consiglio, salvo ratifica del Consiglio, dal prossimo esercizio ci sono variazioni che fa il Consiglio variazioni che fa la Giunta ma sottopone al Consiglio per l’approvazione, variazioni che fa la Giunta appunto e il Consiglio non vede, e variazioni che fa il Ragioniere e che non vede né la Giunta né il Consiglio. Ci sono quattro casistiche rispetto ad adesso. Il PEG cambia anche lui perché il PEG non sarà più annuale ma il PEG sarà triennale, e il bilancio sarà ancora più aggregato rispetto ad oggi. Ad oggi, per fare un esempio, il bilancio arriva fino al livello dell’intervento, mentre – per usare la terminologia vecchia così ci capiamo meglio – il nuovo bilancio arriverà fino al servizio, non vede l’intervento, l’intervento sta nel PEG, insieme ai capitoli, quindi la discussione si sposta a livello ancora più alto e quindi si crea più spazio per la Giunta e anche più spazio per il Dirigente Servizi finanziari, che ha margini di manovra senza passare attraverso il Consiglio. Se deve spostare i capitoli, se io sposto un dipendente dal settore della biblioteca al settore tecnico, adesso di fatto è una variazione di bilancio che addirittura va in Consiglio. Questo spostamento qua se lo fa il Ragioniere, punto e basta, per fare un esempio in estrema sintesi. Poi, ovviamente in fase di... nei prossimi mesi, poi con l’ausilio del Ragioniere vedrete meglio questi aspetti. L’ultima cosa: oggi il bilancio si presenta e poi c’è il termine per gli emendamenti, che se non ricordo male scade il 15 di aprile, emendamenti a questo bilancio, proposta di bilancio. PRESIDENTE PIGNATELLI: Ringraziamo il Segretario. Proseguiamo nell’illustrazione. Assessore Nisoli, prego. ASSESSORE NISOLI: Sì. Funzione 9: gestione del territorio e dell’ambiente per quanto riguarda il mio Assessorato. L’Ufficio di Piano, oltre all’attività ordinaria per l’anno 2015, come progetti abbiamo l’aggiornamento del PGT, per cui procediamo con la variante al Piano delle regole e al Piano dei servizi avviata nel 2013, adottata la variante nel mese di dicembre 2014, sono scadute le osservazioni il 18 di marzo e nei prossimi mesi provvederemo a esaminare le osservazioni e a procedere con l’approvazione definitiva. Abbiamo anche inserito il rifacimento e la formazione della nuova aerofotogrammetria della città. L’ultima risale a marzo 2006, però nel corso di questi ultimi anni sono state fatte parecchie opere e grandi infrastrutture, anche nuove costruzioni, e quindi abbiamo deciso di aggiornarla e fare proprio un nuovo volo per restituire quello che è lo stato di fatto della nostra città. Entro quest’estate sarà presentata la bozza del Piano colore del centro storico, lavoro iniziato nell’estate del 2014 e giunto quasi a termine da parte degli estensori, lo presenteremo appunto a giugno di quest’anno, giugno-luglio. L’Ufficio di Piano collabora con il Servizio Edilizia privata e urbanistica per i piani conformi al PGT, con il Servizio Sviluppo e tutela della città, Ufficio Patrimonio e demanio per le valutazioni degli interessi culturali e stime degli immobili comunali, Servizio Gare e contratti per l’acquisizione delle aree destinate a standard e a strade dei piani attuativi, e per il Geo-Portale. Il Servizio di Edilizia privata ed urbanistica: per quanto riguarda l’attività edilizia, non sono previsti grandi incrementi per quanto riguarda le nuove costruzioni e quindi anche per quanto riguarda l’entrata degli oneri, come avete visto prima. Si prevede comunque una maggiore entrata rispetto allo scorso anno per il convenzionamento del piano attuativo AT 1 B, che è il

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piano attuativo della porta nord su via Bergamo. Durante l’anno attiveremo la trasmissione digitale delle istanze edilizie per cui prosegue l’attività del nostro Comune di dematerializzare e di presentare le pratiche on line per cui anche questo, i procedimenti, pratiche edilizie e istanze di piani attuativi diventeranno tutti con presentazione on line, e prosegue anche l’attività di esame dei piani attuativi. Ho già detto piano attuativo AT 1 B di via Bergamo, che è stato adottato anche questo dicembre del 2014. Sono in corso la presentazione delle osservazioni e dei pareri da parte degli Enti e si provvederà poi con l’esame, l’approvazione finale e la stipula della convenzione. Piano attuativo di riqualificazione numero 5 via Vespucci che è un piano del Piano dei servizi, è stata presentato il progetto e sarà fatta l’istruttoria quest’anno; e per quanto riguarda il piano attuativo numero 10 ex Foro Boario in caso di assegnazione dell’area alla società che ha inoltrato la proposta di acquisto è prevista l’istruttoria e la conseguente adozione. PRESIDENTE PIGNATELLI: Assessore Mangano, prego. ASSESSORE MANGANO: Grazie, Presidente. Sarò veloce. Allora, com’è notorio e come sanno i Consiglieri, le opere pubbliche non tutte iniziano e finiscono in una annualità. Noi abbiamo nel 2015 opere che abbiamo impegnato o appaltato nel 2014 e sono attualmente in corso. Ne abbiamo in corso per 2.650.000 euro. Ve li elenco così abbiamo anche una contezza di ciò. Sulla sicurezza stradale sono iniziate opere per 700.000 euro: la ciclopedonale Buonarroti è in corso per 380.000 euro; la bici-stazione è in corso per 100.000 euro; il Parco del Maglio lo stiamo riqualificando per 40.000 euro; la ciclopedonale del Bollone lato nord di 550.000 euro è stata appaltata e consegnati i lavori; ed è stato stipulato il contratto per la realizzazione di due campi di calcio in erba sintetica. Inoltre sono in essere e in corso i lavori dell’accordo tra RFI e Comune di Treviglio per 11 milioni di euro. Alcuni lavori sono quasi ultimati. La ciclopedonale Baslini è quasi ultimata: dobbiamo fare l’ultimo tratto che lo fa il Comune e l’illuminazione. Il sottopasso Bosco 3 è quasi ultimato, via Canonica è quasi ultimato, il sottopasso di via Redipuglia devono dare la cosiddetta “spinta scatolare”, sono al 50% dei lavori, il sottopasso Bosco 1 sono appena iniziati i lavori, e devono iniziare i lavori a breve per il sottopassaggio pedonale dal Turro ai binari della stazione ferroviaria centrale. Quindi questi sono i lavori che noi abbiamo attualmente in corso, mentre per il 2015 abbiamo redatto un programma di lavori pubblici per circa 6 milioni di euro. Ve li elenco velocemente. Un primo intervento riguarda la manutenzione straordinaria delle strade, 250.000 euro, e abbiamo per quest’anno previsto 100.000 euro in più rispetto allo scorso anno. Abbiamo anche in previsione la riqualificazione di largo I Maggio per 260.000 euro, la riqualificazione del piazzale Turro, che è in uno stato di degrado per 120.000 euro, realizzazione opere di urbanizzazione e piano di lottizzazione Drola al Cerreto per 190.000 euro, continuiamo nella riqualificazione delle strade del centro storico con il porfido in particolare via Sant’Agostino e vie collaterali, cioè da piazza Setti venendo verso il Comune, per 350.000 euro. Prevediamo la realizzazione di una rotatoria in via Bergamo con via da Verrazzano, questi fanno parte, mi pare, di quell’accordo che è stato porta nord per 300.000 euro. Questo per quanto riguarda la viabilità. Per quanto riguarda l’edilizia pubblica, è prevista la manutenzione straordinaria del PalaFacchetti per 100.000 euro, copertura e tribune, e poi un intervento importante per circa 1 milione di euro riguarda l’edilizia e gli alloggi popolari, sono 160.000 euro per circa 15-20 alloggi, e 850.000 euro per il reinvestimento dovuto alla vendita degli alloggi popolari. Poi abbiamo in previsione l’adeguamento statico delle scuole elementari Cesare Battisti e qui abbiamo chiesto dei contributi e partecipato a dei bandi. La stessa cosa vale per la scuola media Cameroni. Il primo è 320.000 euro, il secondo intervento 370.000 euro. Tra le altre opere c’è la manutenzione straordinaria del Palazzetto Grossi, che è la sede del SERT, cioè questa era una richiesta pressante che era venuta dall’ASL per 100.000 euro. Per quanto riguarda il verde, continuiamo in quello che sono le potature di circa novecento alberature, la piantumazione delle fallanze e tutta una serie di attenzioni per quanto riguarda i

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parchi giochi della città. Per quanto riguarda invece altre opere, per quanto riguarda la realizzazione del nuovo polo fieristico, a giorni dovrebbe essere presentato il progetto esecutivo e nell’arco di almeno di un mese faremo il bando di gara per la realizzazione del primo step, cioè i primi 2 milioni di intervento. L’importo complessivo è 3.850.000 euro più 500.000 euro per quanto riguarda il pagamento delle aree. Un’altra opera importante e prioritaria è la realizzazione della nuova strada di collegamento con il Quartiere Ovest: sono 830.000 mila euro, quindi dobbiamo dare esecuzione a quello che è l’intervento del sottopasso Bosco 3, quindi collegamento via Del Bosco con il Quartiere Ovest. Un altro intervento è la realizzazione di un percorso ciclopedonale lungo la via del Maglio per 260.000 euro. Inoltre è previsto, per quanto riguarda l’agricoltura, la formazione di due nuovi pozzi per 180.000 euro e la valorizzazione della Valle del Lupo, collegamento ciclopedonale con il Bosco del Castagno, per 230.000 euro. Quindi l’ho detto molto velocemente. Queste sono le opere che abbiamo inserito per un importo complessivo di 6 milioni di euro. PRESIDENTE PIGNATELLI: Assessore Imeri, prego. (Interventi fuori microfono)

Silenzio, prego. Prego, Consiglieri, mantenete ordine in Aula. Assessore Imeri, prego. ASSESSORE IMERI: Tocca a me. Allora parto dall’Assessorato allo sport, anche perché alcune cose le ha già citate l’assessore Mangano e ovviamente sono trasversali. Faccio riferimento alla manutenzione straordinaria del palazzetto, che richiede un intervento importante sulla copertura, e una revisione generale di quella che è la sicurezza delle tribune, in particolare, ovviamente, non quelle fisse, quindi quelle sulle curve, ma ovviamente le tribune che si aprono e si chiudono, quindi con una revisione di tutti questi meccanismi. Abbiamo previsto una spesa di circa 100.000 euro che andremo poi a realizzare nel corso del 2015. Altri interventi sono quelli presentati oggi e stipulato ieri il contratto, quindi la riqualificazione del centro sportivo Ambrogio Mazza con i due campi in erba sintetica, uno a undici, calcio e rugby, uno a sette per il calcio, e un intervento in manutenzione anche della pista di atletica che prevede in questa fase il ripristino delle zone più ammalorate e la fornitura di attrezzature per lo svolgimento delle attività. Il prossimo passaggio: abbiamo ottenuto dal Credito Sportivo un finanziamento agevolato partecipando a un progetto importante, prevede poi finalmente la riqualificazione anche della palestra di via Bellini, quindi abbiamo questo finanziamento di 150.000 euro da parte del Credito Sportivo in quindici anni a tasso zero, e quindi abbiamo partecipato a questa proposta che è stata poi formalizzata e una volta approvato il bilancio potremo poi anche dare il via a tutto l’iter. Per quanto riguarda invece la gestione degli impianti, continua il difficile compito di rivedere tutte le convenzioni e tutta la gestione. Due anni fa avevamo messo mano a quella con il tennis, portando a casa un importante introito annuale. L’anno scorso abbiamo rivisto anche quella del palazzetto con un risparmio di 10.000 euro nella gestione totale tra la convenzione col basket che prevede un’entrata minore di circa 5.000 euro, ma riducendo anche le spese di 15.000 euro, mettendo a carico della società di basket le attività di custodia e pulizia del campo da gioco durante la loro attività, quindi evitando di pagare poi la cooperativa per un doppione di ruoli. Contestualmente, una delle attività che era importante fare e che l’anno scorso ha dato un importante riscontro è stata quella di chiudere le situazioni in relazione al recupero dei crediti, soprattutto quelli più grossi, compresa un’attività appunto col basket, piuttosto che quelle dei centri dei campi da calcio, piuttosto che le piccole fatture o notule non pagate relativamente alle palestre, perché quando siamo arrivati c’era un sistema che prevedeva una notula per l’affitto della palestra, una notula per la gestione delle pulizie, e noi abbiamo ribaltato il sistema. Quindi oggi viene subito fatturato l’importo che è unico e non è doppio, quindi c’è una difficoltà anche a ricostruire la situazione, però negli ultimi due anni stiamo andando ormai

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quasi a regime. Per quanto riguarda invece l’ambiente, anche qui abbiamo messo mano, come diceva l’assessore Vailati, in modo significativo ai costi. L’anno scorso abbiamo avviato una sperimentazione con la cooperativa sociale Il Gabbiano che gestisce i centri di raccolta, affidando a lei direttamente la gestione di alcuni rifiuti, quindi non passando poi tramite G.Eco e quindi abbiamo ridotto i costi dei noleggi degli smaltimenti di circa 30.000 euro solo sui centri di raccolta, quindi abbiamo ridotto queste spese, e quest’anno reinvestiremo questi 30.000 euro nell’automazione degli accessi, ovvero finalmente anche a Treviglio – penso sia rimasto uno dei pochi centri di raccolta – si potrà accedere solo con la tessera e questo permetterà quasi sicuramente di ridurre anche i costi di smaltimento perché i nostri centri di raccolta, seppur presidiati, sono quasi gli unici aperti anche la domenica ed effettivamente c’è la sensazione che vada messo un freno anche allo smaltimento presso i nostri centri di raccolta, soprattutto di quei materiali che poi comportano un costo e che non sono un guadagno. Quindi faremo questo investimento. Come con G.Eco abbiamo definito un’ulteriore serie di riduzione di costi, soprattutto in merito anche ai viaggi e ai trasporti che dovrebbe darci la possibilità anche quest’anno di sicuramente mantenere invariata la TARI ed effettuare anche qualche ritocco verso il basso, o comunque di implementare alcuni servizi che già abbiamo implementato nel 2014 come l’aumento del numero di passaggi per lo svuotamento dei cestini, che sono aumentati tutti di un turno su tutta la città, l’aumento delle zone in cui sono stati posizionati i cestini. E poi quest’anno ci sarà una quota destinata anche al decoro urbano, con particolare riferimento ai graffiti, quindi nel capitolo di G.Eco ci sarà una quota di circa 30.000 euro destinata al ripristino di facciate, sottopassi eccetera oggetto di attività di vandalismo. Sono stati inseriti a bilancio e l’iter è avviato in modo significativo, abbiamo già anche, stiamo aspettando che la Provincia fissi il sopralluogo per la realizzazione di due pozzi irrigui a supporto delle attività dei pozzi delle rogge e del Consorzio di Bonifica, quindi in casi di emergenza o comunque di necessità di potenziare il sistema irriguo, soprattutto nelle zone più periferiche e a sud della città un potenziamento dato da due pozzi irrigui che realizzerà il Comune di Treviglio. Un’attività importante anche per quanto riguarda la gestione dell’efficientamento energetico con il rispetto del PAES, che viene monitorato dagli uffici e dalla società di consulenza. Alcuni degli interventi, come citava l’assessore Mangano, strutturali sulle scuole e sugli edifici residenziali, ma anche, ad esempio, sul Palazzetto dello Sport l’anno scorso abbiamo installato un’apparecchiatura che ha permesso un certificato risparmio in termini di energia elettrica del 28%; quindi, a fronte di un investimento di 15.000 euro, abbiamo ottenuto un risparmio significativo in termini di chilowattora. Credo che anche alcune situazioni critiche dal punto di vista ambientale, come Flydeco, abbiano trovato, a seguito dei tavoli tecnici convocati, una procedura in cui siamo stati abbastanza capofila e pilota con ARPA, Provincia e ASL, una buona risoluzione di problemi. Ho chiesto al dottor Costa di venire a relazionare anche in seguito all’ultimo incontro che abbiamo avuto con la Provincia nella prossima Commissione, visto che era stato poi un intervento dalla seconda Commissione a generare anche una serie di proposte e attività, e quindi alcuni interventi strutturali anche impegnativi da parte dell’azienda sono stati effettuati, e quindi verrà poi fatto questo passaggio in Commissione, dando l’aggiornamento, anche a seguito delle ultime comunicazioni con la Provincia. TEAM: il 22 aprile c’è la discussione al TAR e quindi si segnerà un passaggio comunque importante nella discussione. Per il resto, ovviamente, rimane poi la questione di Habita, che oggi, secondo me, è quella che necessita di maggiore attenzione. Proprio nei giorni scorsi abbiamo sollecitato ad Habita un riscontro all’ultimo verbale, che era stato fatto all’ultimo incontro, dove si diceva che entro marzo avrebbero dato poi un riscontro a quelle che erano le risposte degli istituti di credito eccetera. E quindi su quello poi, appena riceveremo riscontro, anche lì daremo seguito. Per il resto, direi che le attività sono queste principalmente. Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Grazie. Assessore Prandina, prego.

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ASSESSORE ZOCCOLI in PRANDINA: Grazie, Presidente. Riassumere otto pagine non è facile per una persona prolissa come la sottoscritta, però qualche punto più significativo, insomma, lo devo fare. La situazione attuale di perdurante crisi acuisce molto il fenomeno degli sfratti. Vi dico che c’è molta preoccupazione: il numero degli sfratti è in notevole aumento e Treviglio ha numeri importanti, poi analiticamente ne parleremo. Proprio per queste ragioni c’è in essere uno studio dove si andrà, con un convenzionamento si andrà ad affittare degli alloggi, chiamati “alloggi di transito”, perché serviranno proprio alla famiglia sfrattata, servirà proprio l’ospitalità temporanea in attesa di una definitiva soluzione. Questo, ripeto, è una necessità. Non tutti, fra l’altro, non tutte le famiglie sfrattate sono in graduatoria per gli alloggi di ERP per cui bisogna pensare altrimenti. E proprio sul piano degli aiuti economici, nel 2015, le risorse saranno indirizzate prevalentemente o prioritariamente ai nuclei familiari sfrattati, e anche all’aiuto del costo dell’affitto per non arrivare allo sfratto e soprattutto alle utenze domestiche. Abbiamo numeri importanti anche sul distacco delle utenze domestiche. Anche la nuova programmazione del Piano di Zona 2015-2017 sarà orientata sicuramente a favore della famiglia fragile, ma per un welfare che non sia solo di tutela e riparativo, ma anche preventivo e un po’ promozionale. Sulla nuova ISEE – ne abbiamo parlato prima in merito ai CDD – c’è in essere questo tavolo d’ambito di tutte le assistenti sociali, è un grossissimo lavoro che stanno facendo, anche con delle simulazioni attraverso uno strumento che il Consiglio di rappresentanza dei Sindaci ha dato agli ambiti. E già il Consiglio di rappresentanza dei Sindaci ha già prodotto anche una bozza, sulla quale si sta lavorando per vedere di mettere insieme dei regolamenti che siano almeno d’ambito, speriamo invece di tutti i quattordici ambiti, sarebbe veramente una grande vittoria. Ma andando veloce, volevo sottolineare una nota proprio di attenzione va fatta sulle politiche di genere. Sapete che il Comune di Treviglio ha ricevuto 50.000 euro dalla Regione Lombardia e si sta mettendo in atto il progetto “Non sei sola”, un progetto che non è solo di sensibilizzazione ma di azioni concrete, soprattutto per quanto riguarda le case rifugio per le donne maltrattate. C’è grande continuità negli interventi di contrasto alla crisi economica per cui progetti e interventi consolidati, come il fondo sociale utenze domestiche, il fondo crisi per chi ha perso il lavoro e i buoni spesa. Sui buoni spesa c’è anche un ampliamento delle convenzioni. La Coop si è dimostrata interessata, però non con il buono come si fa ora, ma probabilmente – adesso c’è un’intesa – probabilmente con una carta prepagata che si darà alla famiglia svantaggiata, che si recherà alla Coop proprio per garantire un’integrazione al minimo vitale. Due parole sul Piano di Zona. Il Piano di Zona, i Servizi sociali d’ambito costituiscono sicuramente un’esperienza fondamentale e il nuovo Piano di Zona sintetizzo in tre canali: quelli di intervento che è la gestione associata, soprattutto per la tutela minori, per il nucleo inserimenti lavorativi e per tutte le unità d’offerta socio-assistenziali di accreditamento, ma soprattutto per quei paesi piccoli dove mai hanno avuto la figura professionale dell’assistente sociale e adesso, per merito davvero di una pensata del 2008, perché non è la mia ma c’è continuità, hanno anche questa figura molto importante. I servizi delegati dal Comune di Treviglio sono per l’ADH, (assistenza domiciliare disabili) e l’ADM (assistenza domiciliare minori), che continua, e invece sono previsti ancora progetti sullo Sportello Immigrazione, anche se – ne ho già parlato con il consigliere Lingiardi – va pensato più a livello ormai non di pratiche amministrative ma di anche integrazione. Questo mi sento di dirlo perché magari poi con Lingiardi e l’associazione che presiede magari si possono fare dei ragionamenti. L’obiettivo di molti Comuni dell’ambito è però di ripensare, di fare veramente un ripensamento su alcuni servizi. Stiamo lavorando, il Piano di Zona va presentato entro la fine di aprile, forse anche entro il 20. In Regione Lombardia, insomma, c’è in essere un grande lavoro di idee, di proposte e di coordinamento. Ecco, nuove... mi sembrava bello valorizzare maggiormente quello che è il terzo settore. Quest’anno si promuoveranno nuove convenzioni. La prima è quella con l’Associazione “La

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Quercia di Mamre”. Abbiamo qui il Segretario presente e mi fa molto piacere che la politica – la politica – abbia dato delle risposte, delle risposte laddove ci sono dei servizi davvero di grande solidarietà per chi non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena. Per cui una convenzione nuova con la Quercia di Mamre è la risposta politica, una risposta concreta, e mi sembra giusto. L’altra convenzione con la cooperativa La Famiglia, che ha un progetto su soggetti disabili. È un progetto residenziale importantissimo, ritengo che vada posta molta attenzione perché so che per far quadrare i bilanci ci sono un po’ di difficoltà. E niente, l’ultima cosa, desideravo così parlare del progetto Omnibus 70. Allora, la città si sta espandendo sempre più nei quartieri, però non ha né la dimensione, direi nemmeno le risorse, per promuovere un percorso di trasporto urbano, come ce l’ha Bergamo e ce l’hanno insomma tutti i capoluoghi. Noi non abbiamo ancora questa dimensione, figuriamoci le risorse. Però l’attenzione di quest’anno è andata all’anziano. Ho pensato di promuovere questo trasporto: l’ho chiamato “Omnibus 70”, perché l’omnibus era la carrozza che trasportava tutti e 70 perché insomma si è pensato all’anziano. Non ho pensato ai sessantacinque anni perché ritengo che con l’allungamento della vita si sia ancora a sessantacinque anni giovanotti e signorine! Ho fatto... parlo per me e anche per alcuni dall’altra parte! Questo sarà un servizio a chiamata immediata. Grosso modo, dalle otto, nella relazione ho scritto dalle otto, probabilmente dalle otto e trenta alle dodici e trenta, che porterà l’anziano in centro, porterà l’anziano nei servizi, all’anagrafe piuttosto che in ospedale, piuttosto che al cimitero, ma anche, perché no?, dal parrucchiere perché penso che per l’anziano vedersi bene è anche sentirsi bene. Faremo un bando, parteciperanno cooperative, società civili, insomma, imprenditori, coloro che verranno, però penso che la risposta alla città, all’anziano, alla periferia vada data. Concludo qui, volevo concludere con le pari opportunità, dove, va beh, analiticamente poi leggerete, dove mi piaceva molto dare spazio a chi ha portato alto il nome di Treviglio, alle donne che hanno portato alto il nome di Treviglio in Lombardia e in Italia. Abbiamo cominciato ieri con la senatrice Fedeli, che ci ha fatto davvero una bella testimonianza. Spero che nel campo dell’economia, dell’arte, della scienza ci siano altre donne che potranno fare un’audizione al Consiglio delle Donne o la Commissione Pari Opportunità, va bene tutto. Una richiesta che ho scritto e mi piace sottolineare invece è una sorta di relazione delle Consigliere di parità provinciali e della Regione Lombardia per capire che cosa hanno fatto in merito alle politiche sul lavoro femminile, perché questo è il loro ruolo e la loro funzione. Sentiremo prossimamente. Grazie. PRESIDENTE PIGNATELLI: Abbiamo esaurito la presentazione del bilancio. Non vi sono altri interventi. Esaurita la trattazione dell’ordine del giorno, il Consiglio non ha altro da deliberare. Dichiaro la seduta conclusa. Vi auguro buona serata. Senza suono della campanella!

* * * ALLE ORE 22.20 TERMINA LA SEDUTA IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO GENERALE F.to Gianluca PIGNATELLI F.to Antonio Sebastiano PURCARO)