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COMUNE DI TEMPIO PAUSANIA PROVINCIA DI OLBIATEMPIO ORTO BOTANICO (PRIMO LOTTO) PROGETTO DEFINITIVO-ESECUTIVO Per l'Amministrazione: IL SINDACO Geom. Romeo Frediani Il R.U.P. Geom. Salvatore Bicchiri Redatto da: Arch. PEPPINO MECONI All. A – RELAZIONE GENERALE E QUADRO ECONOMICO APRILE 2014

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COMUNE DI TEMPIO PAUSANIA

PROVINCIA DI OLBIATEMPIO

ORTO BOTANICO (PRIMO LOTTO)

PROGETTO DEFINITIVO-ESECUTIVO

Per l'Amministrazione:

IL SINDACO Geom. Romeo Frediani

Il R.U.P. Geom. Salvatore Bicchiri Redatto da: Arch. PEPPINO MECONI

All. A – RELAZIONE GENERALE E QUADRO ECONOMICO

APRILE 2014

RELAZIONE

Indice Breve storia degli orti botanici L’orto botanico oggi, funzioni,obiettivi e scopo L’orto botanico di Tempio Pausania Descrizione del progetto -primo lotto

Breve storia degli orti botanici.

I Giardini Botanici hanno una storia molto lunga, tanto che si anno notizie di Giardini

Botanici nel II millennio a.C. in Cina ed India dove vengono create le prime strutture

per la coltivazione delle specie vegetali utilizzate nella medicina popolare. Nel XIX

secolo a.C., il re assiro Assurnasipal “signore delle quattro parti del mondo” per

sottolineare la vastità del suo impero raccoglie nella sede del suo regno le piante di tutti

i territori conquistati. Nel XV secolo a.C. in Egitto viene creato da Tutmosi III un

Giardino Botanico destinato principalmente alla coltivazione delle piante per uso

alimentare. L’idea di un Giardino Botanico finalizzato allo studio delle piante risale al

IV secolo a.C. e viene attribuita ad Aristotele. I giardini di cui si ha notizia in questo

periodo sono tanti ed in particolare meritano di essere ricordati quello istituito ad Atene,

intorno al 340 a.C., a scopo di studio e per volontà di Aristotele, che ne affidò la

gestione a Teofrasto, uno dei suoi dispepoli ed autore della prima opera botanica

pervenutaci, quello di Alessandro il Grande realizzato ad Alessandria nel 331 a.C., il

quale aveva un vero programma scientifico di descrizione della storia naturale dei paesi

conquistati, i suoi governatori erano istruiti per raccogliere informazioni e campioni da

mandargli. Inoltre si ricordano il Giardino Botanico voluto da Attalo re di Pergamo nel

III secolo a.C. e quello del medico naturalista di Rodi, Antonio Filomeno Castore. Nel

medioevo viene perpetuata specialmente nei monasteri la tradizione di coltivare piante a

scopo soprattutto medicinale, queste venivano coltivate all’interno di strutture

chiamate”orti dei semplici” la parola semplici deriva dal latino medioevale

medicamentum o medicina simplex usata per definire le erbe medicinali. Un esempio

emblematico è il Viridarium novum realizzato in Vaticano da Nicolò III intorno al 1280,

un reparto del quale era dedicato alla coltura di piante medicinali ad uso degli archiatri

pontifici. Si tratta della prima vera e propria scuola botanica che serve all’archiatra

pontificio ed ai docenti di medicina per ricavare i semplici e mostrarli ai discepoli

durante le lezioni. Nel 1317 sorge a Salerno, città cosmopolita, crocevia della cultura

greca, latina, araba, ebraica la famosa Scuola Medica Salernitana e il Giardino della

Minerva, il giardino voluto dal medico Matteo Silvatico, è l’antesignano degli Orto

botanici intesi nell’accezione moderna del termine, viene aperto al pubblico e serve ai

medici, ai farmacisti, ai docenti di medicina e agli studenti dell’Università campana,

fondata quasi un secolo prima, nel 1231. Nel XIV secolo esistevano giardini universitari

per farmacisti a Praga e a Colonia, ad Amburgo e a Tubingen.

Anche l’osservazione naturalistica conobbe nel XVI secolo, influenzata da quello

straordinario clima culturale noto come “rinascita della scienza” una crescita

straordinaria testimoniata dal fiorire di numerose opere scientifiche in primis quella

dell’Aldrovandi, inoltre l’interesse per osservazione naturalistica e per la classificazione

delle piante viene accentuata dalle nuove specie vegetali che venivano importate in

Europa dalle nuove scoperte geografiche, nel 1550 si conosceva il contorno del mondo

ad eccezione dell’Australia.

Numerose sono le collezioni naturali e gli orti botanici legati all’attività scientifico-

didattica delle più prestigiose università europee, a Roma nel 1514 Giuliano da Foligno

istituì presso i giardini vaticani un orto botanico curato da Michele Mercati, medico di

Gregorio XIII, anticipando di qualche anno la lettura dei semplici fatta a Pavia nel 1520

da Leonardo Lereggi, a Bologna nel 1527 da Luca Ghini e a Padova nel 1533 da

Francesco Buonafede, in Italia, a Montpellier e a Parigi in Francia, a Leida nei paesi

Bassi, a Oxford in Inghilterra, a Heidelberg in Germania solo per citare i più famosi. La

nascita degli orti botanici coincide dunque con l’affermarsi nelle università europee

della” lettura dei semplici”.

Bologna mappa dell'orto dei semplici 1568 Padova mappa dell'orto dei semplici

Questi primi Orti Botanici accademici, raccolgono la tradizione monastica degli orti dei

semplici e diventano nel tempo degli importanti centri di ricerca che fanno della

conservazione una delle loro principali funzioni. In questo senso il Ghini può essere

considerato come l'antesignano dello studio e dell'insegnamento della botanica

moderna; a lui si deve la prima raccolta di piante dissecate a scopo medicinale, essicate

e catalogate in quegli erbari specificamente definiti Horti Sicci. Gli orti botanici

diventano centri di cultura, propositori di una rivoluzionaria visione del mondo, di un

nuovo approccio alla realtà naturale basata sulla osservazione scientifica, e per la prima

volta si consolida la convenzione di ordinare le piante secondo un ordinamento

sistematico e non solo morfologico.

Gli orti botanici, fin dal loro primo apparire hanno sempre aggiunto nuove finalità e si

sono evoluti: dalla primitiva raccolta di "semplici", piante officinali da uso dei medici e

dei cerusici, alla collezione di piante rare e preziose che hanno arricchito la nostra flora.

Con il Rinascimento molte varietà di piante furono portate in Europa da una serie di

avventurosi scienziati-esploratori, che durante i loro viaggi, si misero a raccogliere fiori,

piante ed alberi diversi e sconosciuti. A volte queste piante potevano avere un reale

valore economico ed interessare addirittura i governi, come accadde per il thè, altre

volte erano specie rare ed introvabili ad esercitare un fascino irresistibile sui loro

possessori, come avvenne per il tulipano. Era il momento del meraviglioso, dello strano

e dell'esotico. La terra fu battuta palmo a palmo e, attualmente, tutti i nostri giardini, dal

più piccolo balcone al più grande parco, sono figli di quelle ardite spedizioni.Le nuove

piante introdotte a seguito di tali esplorazioni, avevano bisogno di essere acclimatate per

potersi riprodurre ed essere classificate, sono state così riscoperte (perché già usate dagli

antichi romani) le serre riscaldate e umidificate e gli esperimenti per selezionare le

varietà più resistenti e più belle. L’importanza degli Orti Botanici si accentua fra il 18° e

il 19° secolo, quando questi diventano non più solo centri di ricerca e di didattica

universitaria, ma anche aperti al pubblico. Si deve però aspettare la metà del 20°

secolo per arrivare alla ulteriore specializzazione degli orti botanici, ossia la

coltivazione di specie rare o soggette a caratteri di rischio (conservazione ex situ) e la

ricerca nei settori delle scienze botaniche, associata alla didattica e alla divulgazione.

L’orto botanico oggi, funzioni,obiettivi e scopo

Gli orti botanici sono istituzioni pubbliche o private, per lo più accademiche,create a

sostegno di attività didattiche e/o di ricerca, educative ed in qualche caso ricreative. Nei

secoli la funzione degli orti botanici è cambiata più volte aggiungendo sempre nuove

finalità e si sono evoluti passando dalla primitiva raccolta dei semplici alle collezioni di

piante rare e preziose ai giardini di acclimatazione delle specie tropicali ed allo studio

degli aspetti sistematici evolutivi consentendo agli studenti di esercitarsi agevolmente

tra le aiuole. Le finalità ed i compiti dei giardini botanici sono stati definiti a seguito

di un approfondito dibattito, con attenti riferimenti a quanto previsto dal programma

delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. In particolare, quelli per gli Orti

Botanici Europei, sono stati delineati nel documento “Piano d’Azione per i Giardini

Botanici nell’Unione Europea” (“Action Plan for Botanic Gardens in the European

Union“). Questo documento sottolinea l’importanza della didattica e della divulgazione,

evidenziando il ruolo fondamentale della comunicazione, strumento indispensabile sia

per far conoscere ed apprezzare il patrimonio botanico e le collezioni scientifiche, sia

per far conoscere ed avvicinare la società alle diverse attività scientifiche che si

svolgono nei Giardini Botanici e, soprattutto, all’importante tema della conservazione.

Un Giardino botanico secondo la BGCI (Botanic Gardens Conservation International)

è un’istituzione aperta al pubblico che mantiene una collezione ben documentata di

piante vive per promuovere la ricerca scientifica, la conservazione della biodiversità

vegetale, la sua esposizione al pubblico e l’educazione ambientale ad essa connessa. Gli

orti botanici sono di supporto alla didattica a tutti i livelli: in particolare a quella

universitaria cui sono deputati istituzionalmente, ma da qualche anno a questa parte si

trovano a svolgere importanti funzioni nella didattica pre-universitaria a tutti i livelli

con iniziative volte a dare agli alunni di ogni ordine e grado almeno una conoscenza

basilare del mondo vegetale e soprattutto destinate a creare una coscienza naturalistica.

Gli orti botanici universitari svolgono ovviamente una notevole attività scientifica

soprattutto nel campo degli studi biosistematici e in alcuni casi, soprattutto ove vi siano

collegamenti con facoltà di agraria o di Scienze forestali, nel campo dell’acclimatazione

e del miglioramento genetico di vegetali, ma soprattutto visto che sono collegati a

istituti o dipartimenti, diventano il laboratorio all’aperto ed il luogo di coltura e

conservazione dei materiali viventi usati per la sperimentazione nel campo della

biologia vegetale. Un'altra fondamentale attività che gli orti botanici universitari

svolgono tradizionalmente ed istituzionalmente è rappresentata dalla conservazione ex

situ che si attua sia attraverso la “conservazione statica” delle collezioni, sia attraverso

lo scambio di semi e propaguli con istituzioni consorelle sia attraverso la costituzione di

vere e proprie banche del germoplasma. Infatti, a causa delle attività antropiche e dei

cambiamenti climatici che ne sono derivati, negli ultimi decenni abbiamo assistito ad

una vertiginosa riduzione di molti ecosistemi naturali; le conseguenze principali sono

state la riduzione della diversità biologica e la riduzione della variabilità genetica. Il

patrimonio vegetale è stato, di conseguenza, seriamente compromesso ed è diventato

impossibile garantire la conservazione in natura (in-situ) di diverse specie. Ne deriva

che gli orti botanici diventano una sorta di sacrario un campo di ricerca per la

conservazione della specie e della biodiversità. Così quando, dopo attenti studi, si

sceglie di ripopolare delle aeree con le specie che erano endemiche e ora sono

localmente estinte, si ricorre al serbatoio degli orti botanici, alle loro banche di semi, per

recuperare e mantenere la diversità originaria. Ormai la ricerca sugli ecosistemi, le

simulazioni per individuare quelli fragili o instabili, l’ampliamento della scelta delle

specie tra di loro biocompatibili, ci porta ad affermare che l’orto botanico è un luogo

insostituibile di ricerca e un vasto ed enorme laboratorio all’aperto, offerto alla

sperimentazione del nuovo ed alla conservazione dell’antico. Un attività che in questa

epoca di generalizzato dissesto ambientale gli orti botanici sono chiamati a svolgere è la

conservazione in situ, vale a dire il mantenimento delle specie, degli habitat, in parole

povere della biodiversità, non tanto nelle proprie collezioni, quanto direttamente

nell’ambiente naturale. E'anche importante, specie per quanto riguarda gli Orti Botanici

"storici", la loro funzione di attrattiva turistica di tipo culturale, dovuta, oltre che alle

collezioni botaniche, alla bellezza degli allestimenti ed alla presenza di beni artistici ed

archeologici. Non è trascurabile, infine, la funzione ricreativa che viene svolta da molti

Orti Botanici. Gran parte degli Orti Botanici considerati storici, infatti, a causa della

loro antica istituzione si trova oggi inglobata nel tessuto urbano e rappresenta per la

cittadinanza un apprezzato spazio verde, questa non è la tipica destinazione dell'orto

botanico, ma anche questa, serve a sviluppare l'interesse del pubblico per il mondo

verde mirando a diffondere sempre di più il rispetto per le piante ed il loro ambiente.

L' Orto Botanico di Tempio Pausania

Progetto generale

Il futuro orto botanico è previsto in un area residuale, adiacente all’ex convento dei frati

minori osservanti e alla chiesa di San Francesco costruita tra il 1543 e il 1548,

denominata “l’oltu di li frati”. L'area è completamente permeabile, incolta, ricoperta di

rovi e di specie erbacee infestanti, inoltre sono presenti ampi canneti, mentre risulta

essere spoglia di specie arbustive ed arboree ad eccezione di alcuni alberi da frutto (

fico, noce, melo) e di un gruppo di alberi tipici dei boschi sempreverdi dell'area

mediterranea (leccio, sughera, ulivo). L'area ha una morfologia articolata e si sviluppa

prevalentemente in senso longitudinale seguendo il fondo di una piccola valle ed è

caratterizzata da una orografia accidentata, inoltre su una piccola parte dell'area sono

presenti degli affioramenti rocciosi che arrichiscono e qualificano l'area dal punto di

vista paesaggistico. Il contesto con cui si confronta e si relazione spazialmente l'area

sono i retri urbani di un edilizia disomogenea e frammentata ed in parte da un tratto

inedificato del fianco della collina, ne risulta un spazio quasi chiuso privo di scorci

panoramici ad eccezione dello sfondo sul paesaggio che si apre a valle dell'area ed in

parte coperto da una

palazzina.

Panoramica dell'area dal ponte ferroviario

Le uniche emergenze architettoniche di pregio sono il ponte ferroviario, in muratura a

faccia vista con cantonetti in granito ed arcate a tutto sesto in cemento armato, arricchito

da mensoline e copertine a coronamento dei muri andatori, che divide in due parti lo

spazio destinato ad orto botanico e la chiesa di San Francesco con l'ex convento,

dell'area fa parte la struttura di servizio edificata negli anni 80, costituita da due livelli

seminterrati con copertura a terrazza, rimasta incompiuta oggi è in uno stato di forte

degrado, situata in continuità con la piazza San Francesco consente l'accesso all'area

attraverso una scalinata che conduce ad una ampia terrazza panoramica.

Panoramica dell'area da via Rosa di Limbara

Il progetto generale nasce dalla volontà di creare una nuova polarità all'interno della

città dove l'orto botanico si apre al pubblico e da luogo dedicato agli "specialisti"

diventa centro pluri-funzionale in cui trovano riscontro esigenze diverse di carattere

didattico e divulgativo tendenti a promuovere la cultura del verde, a luogo d'incontro

per manifestazioni culturali,come concerti, esposizioni tematiche, presentazione di libri,

mostre, attività ricreative. L'orto è stato progettato senza trascurare il ruolo che ha come

area verde nel migliorare la qualità ambientale e paesaggistica dell'area oggetto

d'intervento e della città in generale. L'idea è quella di creare un orto botanico inteso

come parco urbano, cosi come accade tra specie botaniche anche tipologie differenti di

spazi aperti si possono ibridare dando origine ad entità con caratteristiche diverse e dai

confini sempre più labili, fino quasi a dissolversi, la proposta è quella di uno spazio

verde polifunzionale curato anche sotto il profilo estetico, come ha affermato Cristopher

D.K. Cook, curatore del bellissimo Orto botanico di Zurigo, (Folia di Acer, 2,1990):

«Un giardino botanico può essere utile agli scienziati e al tempo stesso essere bello».

La composizione planimetrica del orto è il risultato di una attenta analisi morfologica

ed orografica dell'area, dei suoi confini e del conseguente rapporto con il paesaggio

esterno, del contesto che ha portato ad identificare gli elementi di valore o di disvalore

che sono al contorno dell'orto facendo in modo che il contesto che entra nella scena

percepibile dell'orto, sia di buona qualità, inoltre anche il recupero e la valorizzazione

delle emergenze architettoniche (pozzi,vasche) presenti all'interno dell'area hanno

contribuito a strutturare percorsi e spazi dell'orto botanico. La linea guida che ne è

risultata alla fine delle varie analisi sopracitate ha suggerito di creare una fascia al

centro dell'area dall'andamento irregolare dedicata al giardino ornamentale che si

sviluppa in senso longitudinale per tutta la lunghezza dell'orto botanico priva di

alberature per non ostacolare la vista delle arcate del ponte ferroviario e dello stesso

orto, la suddetta funziona come elemento ordinatore del progetto attorno al quale

trovano collocazione gli altri settori del parco, la piazza con i giochi d'acqua, l'area

gioco bambini ed il teatro verde. Per ciò che concerne l’accessibilità dell’area è stato

previsto il doppio ingresso uno a monte che consente esclusivamente un accesso

pedonale dalla piazzetta S. Francesco ed uno a valle dove è stato previsto un piccolo

parcheggio per automobili, motocicli ed uno stallo per autobus turistici. Per garantire la

massima fruibilità dell'orto botanico anche ai diversamente abili è stata posta la

massima attenzione nella progettazione dei percorsi di collegamento dei vari settori che

compongono l'orto e nella disposizione ed organizzazione delle attrezzature e servizi,

inoltre è stato previsto un ascensore panoramico in mezzo al verde affiancato ad un

muro di contenimento dell'orto botanico per rendere accessibile il centro servizi a tutti

i fruitori. Gli uffici amministrativi il punto accoglienza per i visitatori con materiali

informativi il bookshop la caffetteria e i servizi igienici al pubblico sono stati ricavati

all'interno della esistente struttura, mentre per il deposito attrezzi è stato prevista una

nuova costruzione. L'orto botanico ha una superficie di 18.000,00 mq circa ed il

progetto prevede la suddivisione dell'area in settori:

- il giardino formale è costituito da due parterre realizzati con bosso, erba, ghiaie

colorate e fiori, non sono una fedele ricostruzione storica dei parterre ma sono una

reinterpretazione in chiave moderna con l'obbiettivo oggi come in passato di creare uno

composizione da ammirare e uno spazio di ordine e di pace.

- il giardino ornamentale è costituito da un enorme prato al cui interno grosse masse

informali colorate di erbacee perenni e piccoli arbusti disegnano il prato come le

pennellate colorate in un quadro astratto;

- il giardino mediterraneo si sviluppa lungo tutto l'orto e sono previste piantumazioni di

essenze arbustive, arboree, floreali e tappezzanti delle essenze più rappresentative che

popolano l’areale mediterraneo; in particolare nella parte bassa è stato previsto di

integrare le piante arboree esistenti con piante di leccio, quercia da sughero, olivo,

corbezzolo, alloro, mentre la parte a monte del ponte dove lo spazio si restringe è

prevista la piantumazione di piante arbustive come ginepro, ibisco,mirto, lentisco, erica,

lavanda,oleandro,rosmarino, pyracantha. ecc.;

- il frutteto è costituito oltre che dalle varietà odierne di melo, pero, mandorlo,nocciolo,

melograno, castagno, ciliegio, pesco, arancio, mandarino ecc,da varietà da frutto antiche

locali, al suo interno è stata prevista una piccola piazzola attrezzata per il pic-nic.

- il giardino delle piante officinali è stato concepito per ospitare le piante officinali (i

semplici) più utilizzate nella tradizione popolare e quelle che la moderna scienza

erboristica considera più efficaci, valeriana, liquirizia, rabarbaro, menta, assenzio,

lavanda ecc.

- il roseto occupa una posizione centrale dell'orto e circonda con i suoi brillanti colori

una vasca circolare a pavimento con zampillo, la varietà delle rose è la polianta in

quanto molto resistente al freddo e al gelo invernale.

- il vigneto è costituito da vecchie varietà di vitigni autoctoni.

Descrizione del progetto - primo lotto

L'amministrazione comunale al fine di valorizzare il proprio territorio ha manifestato la

propria volontà nell'affidare un incarico di progettazione per redigere un progetto

generale da attuare in lotti per la realizzazione di un orto botanico in località San

Francesco .

Vasca principale Vasca a valle del ponte ferroviario

Gli interventi previsti nel primo lotto a causa delle ridottissime disponibilità finanziarie

sono minimi rispetto al progetto generale. I lavori prevedono una pulizia generale

dell'area dai rovi, arbusti ed erbe infestanti, la pulizia delle vasche in muratura e del

pozzo, la chiusura con pannellature delle bucature della struttura di servizio per

impedirne l'accesso, la canalizzazione delle acque bianche che oggi hanno lo sbocco

vicino al pozzo che si trova sul terrazzamento a quota 540.00 s.l.m. con tubi in

polietilene ad alta densità a doppia parete fi500 per uno sviluppo di 35.00 m e del

relativo pozzetto di salto, realizzazione di impianto di adduzione idrica dalla vasca

principale, ubicata a monte dell'orto a ridosso del muro di contenimento del

terrazzamento a quota 537.00 s.l.m., alle due vasche ubicate nella parte bassa dell'area, a

valle del ponte ferroviario, con tubazione di polietilene ad alta densità diametro fi 75 per

il tratto principale e fi 63 per il tratto secondario, n°2 pozzetti in polipropilene per

alloggiamento saracinesche in ottone da 2"1/2, impianto fognario acque bianche

provenienti dal troppo pieno delle vasche con tubazione in polietilene fi 110 e n°2

pozzetti con griglia e sifone a campana da posizionare in aderenza delle due vasche,

riduzione altezza pozzetto di ispezione di cm 60 in quanto l'estradosso del coperchio è

30 cm più alto dell'estradosso dell'adiacente vasca semicircolare, ricostruzione paretina

pozzetto e coperchio dei pozzetti ubicati a quota 510.00 s.l.m., sistemazione dell'area in

corrispondenza degli orti urbani a valle del ponte ferroviario in particolare profilatura

della scarpata e formazione di rilevato per la costruzione del percorso pedonale,

realizzazione di pista di cantiere tratto via Rosa di Limbara pianoro a quota 510.00

s.l.m..

QUADRO ECONOMICO GENERALE

FINANZIAMENTO COMUNALE euroIMPORTO COMPLESSIVO DELL'OPERA 100 000,00

A IMPORTO DEI LAVORI A BASE D'ASTA (come da Computo) 64 929,92 A1 Importo oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso 1 146,28

Totale importo lavori + sicurezza 66 076,20 A3 Per I.V.A. sui lavori 10% 6 607,62

Sub-totale A 72 683,82

B SOMME A DISPOSIZIONE DELL'AMMNISTRAZIONE 27 316,18 B1 Spese tecniche rilievi cassa e iva compresi - Geom Capece 11 049 B2 Per spese generali - punto "A"

Progettazione preliminare, definitiva e esecutiva e direzione, contabilità e collaudo dei lavori 9 222,93

B3 Per CNPAIALP 4% - punto "B1" 368,92 B4 Per I.V.A. sulle spese generali 22% - punti "B1+B2" 2 110,21 B5 Spese tecniche interne art.92 del D.Lgs163/2006 330,38 B6 Intervento di pulizia straordinaria area Coop. Silvo Agricola -compreso iva 4 235,00

Sub-totale B 27 316,18

TOTALE COMPLESSIVO (Sub-tot A + Sub-tot B) 100000,00