COMUNE DI QUALIANO - Benvenuti nel Portale Istituzionale · ... Popolazione Attiva e Non Attiva...

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emilio ciccarelli – dottore agronomo

COMUNE DI QUALIANO Provincia di Napoli

PIANO URBANISTICO COMUNALE (P.U.C.)

CARTA DELL’USO AGRICOLO

DEL SUOLO

Giugliano, li 3 novembre 2016 Il Tecnico Emilio Ciccarelli dottore agronomo

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INDICE GENERALE

Parte Prima

Carta Uso del Suolo

1) Premessa …..….....................……………........................................... pag. 5 2) Note Storiche ………………………….........................................….. pag. 6 3) Note Geografiche ….………..............................……………………… pag. 7 4) Note Climatiche ………………………………..............................….. pag. 8 4.1) Caratteristiche Climatiche …..………………………................... pag. 8 4.2) Caratteristiche Fitoclimatiche ………………………................... pag. 9 5) Cenni Podologici e Idrogeologici …….…………………….............. pag. 13 6) Demografia ed Occupazione Agricola …….………………………… pag. 15 7) Struttura Produttiva Agricola ….................................………….… pag. 17 8) Utilizzazione del Territorio .........................................…………… pag. 19 9) Metodologia Applicativa per la Individuazione delle Destinazioni Colturali in Atto ed Indirizzi di Salvaguardia ….......................... pag. 28 10) Produzione Lorda Vendibile ….........................……................... pag. 29 11) Funzione e Ruolo dell’Agricoltura …......................………......... pag. 30 12) Ruolo Pubblico del Verde Privato ...........................................… pag. 32 13) Conclusioni ……........................................................………........ pag. 34

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Parte Seconda

ALLEGATI

A) Andamento delle Temperature: A.1 – Stazione di Lago Patria - Meteo 1 Giugliano (NA) .....……... pag. 36 A.2 – Stazione di Lago Patria Meteo 2 (NA) ….……………………. pag. 39 B) Andamento delle Precipitazioni: B.1 – Stazione di Lago Patria Meteo 1 (NA) ...….……………..…… pag. 42 B.2 – Stazione di Lago Patria Meteo 2 (NA) …...………………..…. pag. 45 C) Superficie Territoriale e Popolazione Residente (2011) .................. pag. 48 D) Popolazione Attiva e Non Attiva (2011 ……….............……………. pag. 51 E) Popolazione Residente Attiva per Settore di Attività 2011 ….…… pag. 52 F) Popolazione Attiva in Agricoltura (1981-1991-2001-2011) ……...... pag. 53 G) Struttura Produttiva Agricola …..………………………..………..….. pag. 54 H) Variazioni Assolute e Percentuali …..…………………………….….. pag. 55 I) Ripartizione del Territorio: I.1 – Anno 2010 …………………….....………………………………….. I.2 – Anno 2016 ………………………..………………………………….. pag. 57 L) Superficie Agricola per Forma di Utilizzazione dei Terreni .……………………………..………..….... pag. 58 M) Produzione Lorda Vendibile (P.L.V.) .……………………………..… pag. 59

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emilio ciccarelli – dottore agronomo 1) - PREMESSA Il Comune di Qualiano, in virtù di convenzione stipulata in data 19 aprile 2012 e successive integrazioni, ha conferito al sottoscritto dottore agronomo Emilio CICCARELLI, con studio professionale in Giugliano (NA), l’incarico di stilare la carta dell’uso agricolo del suolo e delle attività colturali in atto, ai sensi della Legge Regionale del 20.3.1982 n° 14 e successive integrazioni e modificazioni, ai fini della redazione de Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) La citata legge regionale recita gli indirizzi programmatici e le direttive fondamentali per l’esercizio delle funzioni in materia urbanistica e prevede, tra gli altri elaborati tecnici, la carta dell’utilizzazione del suolo ai fini agricoli e forestali, con specificazione delle colture in atto (titolo II°,1,2, n. 3/d). Sempre nella stessa legge é contemplato che le eventuali aree da destinare ad insediamenti extragricoli, vadano localizzate su terreni improduttivi o scarsamente produttivi tutelando, in tal modo, le aree particolarmente produttive (titolo II°, 1.6, 1° Comma). La carta dell’uso del suolo costituisce un prezioso strumento per la conoscenza del territorio ai fini della pianificazione e della gestione. L’informatizzazione dei dati consentirà valutazioni qualitative e quantitative, comparazioni con edizioni tematiche precedenti ed altre banche dati, nonché un prodotto utile per l’aggiornamento ed il monitoraggio del territorio. La stesura del presente documento da parte del dottore agronomo Emilio Ciccarelli è passato attraverso le seguenti fasi operative: acquisizione di documentazione preliminare, con particolare analisi dei dati strutturali

dell’agricoltura del comune di Qualiano (ISTAT - Censimento Generale dell’Agricoltura 1990 – 2000 – 2010);

rilevamento sistematico del territorio, con particolare attenzione non solo per quelle aree destinate alla produzione di beni (edibili e non), ma anche di quelle potenzialmente utilizzabili per la produzione di servizi (vendibili e non);

verifica dei dati, anche attraverso la fotointerpretazione del territorio comunale (Ortofoto aprile 2015);

revisione ed editing della carta;

stesura della relazione tecnica finale.

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emilio ciccarelli – dottore agronomo 2) NOTE STORICHE

Il territorio di Qualiano trova memoria in diversi scritti che vanno dalla romana Caloianum alle testimonianze angioine, dalle modificazioni borboniche sorrette da un ampio e organico disegno di politica territoriale alla attuale crescita che ha segnato la rottura di equilibri secolari che pone in maniera pressante il problema del nuovo assetto dell’area metropolitana di Napoli.

Il nome di Coloianum o Coliana fa supporre che nel

territorio dovesse essere presente un tempietto, dedicato a Giano; lo confermerebbe il ritrovamento in zona di una grossa testa di divinità bifronte e barbuta. Vari ritrovamenti archeologici nel territorio, fanno propendere a ipotizzare che Qualiano fosse un centro di stazionamento per le legioni di soldati romani che scendevano da Roma per proseguire verso Cuma: una «statio romana».

Nel Medio Evo si fa menzione di Coloianum in un atto di donazione del 1130 ed in altri

due del 1137; in esso si riportava l’esistenza di un’antica chiesa dedicata a S. Magno. Nel 1340, re Roberto d’Angiò e sua moglie, la regina Sancia, donarono il feudo di Qualiano al monastero di S. Chiara in Napoli, il quale lo fece amministrare, per procura, da un suo governatore. Aboliti i feudi, nel 1806, Qualiano venne incorporato al Comune di Panicocoli (l’odierna Villaricca); successivamente, il 5 settembre 1836 Ferdinando II, con proprio decreto, le conferì l'autonomia amministrativa. La parte più vecchia di Qualiano si sviluppa sulla Strada Consolare Campana che consentiva in epoca romana di raggiungere Cuma da Capua e da Roma. Inoltre, il territorio comunale è interessato anche da altri importanti assi viari come la Circumvallazione Esterna di Napoli (S.P.1) e Via Santa Maria a Cubito. Quest’ultima, nota anche come l’antica circumvallazione borbonica, è una strada provinciale lunga circa 30 km con quaranta ponti.

Fu progettata ed ultimata per interessamento dei sovrani Borbonici ma inaugurata solo dopo il 1861. La strada inizia nella zona di Capodimonte (Napoli) all'incrocio con "Via Miano", prosegue attraversando i territori di Marano di Napoli, Qualiano, Giugliano in Campania, Villa Literno, fino ad arrivare alla zona di Sessa Aurunca. La denominazione della strada sarebbe stata ispirata dal nome di una chiesetta edificata nel XIV secolo situata in territorio giuglianese-aversano. Il nome di Santa Maria a Cubito è strettamente correlato ad un episodio che sarebbe accaduto durante una battuta reale di caccia che si svolgeva in quella zona. Il sovrano di Napoli, Carlo II d'Angiò, appena apprese la notizia dell'avvenuta canonizzazione di suo zio, Ludovico d'Angiò, scese da cavallo, si inginocchiò e baciò la terra, quindi il significato del termine a cubito (Cubavit Se) significherebbe inginocchiato o prostrato a terra.

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emilio ciccarelli – dottore agronomo 3) – NOTE GEOGRAFICHE Il territorio comunale di Qualiano (NA), che si sviluppa sulla fascia di raccordo tra le falde settentrionali della collina dei Camaldoli e la Piana Campana, ha una forma pressoché rettangolare con disposizione est-ovest e si estende su una superficie di circa 7,43 kmq. Rientra nell’Ambito Territoriale Ottimale n° 2 (ATO 2), denominato “Napoli – Volturno” che è costituito dall’ampia fascia nord occidentale della regione Campania che, partendo dalle catene montagnose al confine con le Regioni Lazio e Molise, si estende verso sud sino alle falde del Vesuvio, che ne costituiscono il limite meridionale. Qualiano fa parte (oltre all’intera provincia di caserta) dei 32 Comuni della provincia di Napoli che ricadono nell’area suburbana nord occidentale del capoluogo campano. Sull’ ATO si esercita la competenza di due autorità di Bacino: l’Autorità di Bacino “Liri - Garigliano, Volturno”; l’Autorità di Bacino “Nord Occidentale”, che interessa il triangolo avente per vertici la città di

Napoli, la foce del Volturno e la città di Nola. Dal 1 giugno 2012, l'Autorità di bacino regionale Nord Occidentale della Campania è stata incorporata nell'Autorità di bacino regionale del Sarno che viene denominata Autorità di bacino regionale della Campania Centrale (DPGR n. 143 del 15/05/2012, in attuazione della L.R. 1/2012 art. 52 c.3 lett.e).

Il territorio è completamente pianeggiante, con una escursione altimetrica di 65 ml., decrescente dai 113 (zona sud-ovest) ai 48 (zona nord-est) m.s.l.m. La casa comunale è ubicata a 101 m.s.lm.

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emilio ciccarelli – dottore agronomo 4) – NOTE CLIMATICHE

Il clima mediterraneo, secondo la classificazione climatica, è il meno esteso dei climi temperati. Esso risulta caratterizzato da lunghi periodi di siccità estiva, da inverni piovosi e temperature miti. L'associazione di estati secche con inverni piovosi rappresenta un carattere peculiare del clima mediterraneo. Esso ha determinato vari ecosistemi, tra cui il più famoso è la macchia mediterranea. In California prevale un simile tipo chiamato chaparral mentre nella zona del capo si chiama fynbos ed è particolarmente ricco in biodiversità.

Il mare contribuisce alla determinazione del clima, il quale è temperato caldo, con escursioni termiche giornaliere ed annue modeste (inferiori a 20 °C). Il mare infatti trattiene il calore estivo e lo rilascia durante l'inverno. La condizione climatica appena descritta è alquanto favorevole alle coltivazioni. Le zone climatiche, presentando teoricamente lo stesso clima sono aree del territorio italiano per le quali è possibile immaginare condizioni di clima uguali o simili tra loro.

In generale le zone climatiche sono classificate secondo diversi metodi, in particolare faremo riferimento per il territorio di Qualiano alla classificazione climatica di Köppen-Geiger e alla classificazione fitoclimatica del Pavari. 4.1) Le caratteristiche climatiche La classificazione di Köppen-Geiger fu creata nel 1900 dallo scienziato russo di origine tedesca Wladimir Peter Köppen e successivamente modificata nel 1918 e nel 1936. Consiste in una classificazione climatica mondiale che identifica ogni tipo di clima con una serie di lettere che indicano l’andamento delle temperature e delle precipitazioni di ogni specifico tipo di clima; fa riferimento alla media annua della temperatura, a quella del mese più freddo ed all’escursione annua.

La Campania ricade secondo la classificazione climatica di Köppen (1936) nelle zone temperate ed in particolare nelle aree mediterranee, caratterizzate da estati asciutte e molto calde, con piovosità invernale uguale o superiore al triplo delle piogge estive (Ri≥3Re) sui valori climatici; questa definizione è valida per l’intero bacino del Mediterraneo. Tipiche temperature medie mensili sono di solito tra 25 e 30 °C d'estate e tra 11 e 17 °C d'inverno. La piovosità annua, da leggera a moderata, varia tra 400 e 1000 mm. ed ha luogo soprattutto d'inverno. Le piogge sono di breve durata, di sovente il tempo è sereno e assolato e persino d'inverno sono piuttosto rari i giorni completamente privi di sole. Le gelate occasionali che avvengono d'inverno sono per lo più il risultato del raffreddamento radiativo notturno, che segue l'arrivo d'aria fredda polare. Un certo numero di venti caratteristici sono collegati con i climi mediterranei quali: scirocco, mistral o maestrale, tramontana.

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Sulla base dei dati della temperatura, seguendo la classificazione climatica di Köppen, il Comune di Qualiano è ascrivibile tra le aree della fascia costiera della Campania (temperato-caldo), con un clima temperato marittimo mediterraneo caratterizzato da una temperatura media annua compresa tra i 14.5 °C e 16,9 °C, con la media del mese più freddo fra i 4-6 °C e 9-9,9 °C, con almeno 4 mesi con temperatura media mensile superiore ai 20 °C ed una escursione annua fra i 15 °C e 17 °C.

Il Comune di Qualiano (NA), unitamente ad altri comuni del napoletano (Arzano, Calvizzano, Casandrino, Frattamaggiore, Giugliano in Campania, Grumo Nevano, Marano di Napoli, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli, Napoli-Chiaiano, Pozzuoli, Qualiano, Quarto, Sant’Antimo e Villaricca) hanno le temperature massime annue più alte (>30 °C) della provincia, che non di rado, durante l’estate, possono superare i 40 °C, anche per più giorni consecutivi.

La precipitazione cumulata annua varia in Campania tra gli 900 e i 1100 mm di pioggia. La distribuzione annua delle piogge non è uniforme sul territorio regionale e varia anche nell’arco dell’anno; infatti le precipitazioni autunno-vernine sono particolarmente abbondanti, mentre si presentano scarse nel periodo primaverile estivo. Nel territorio del Comune di Qualiano, alla stregua delle pianure costiere e le loro inserzioni vallive, si hanno delle precipitazioni medie per lo più inferiori a 1.000 mm annui, di cui solo 1/3 in estate. Il tratto comune del clima del territorio regionale riguarda la distribuzione irregolare delle piogge, che mostrano infatti un massimo autunno-invernale e un minimo estivo, quest’ultimo mitigato dal fattore altitudinale. Si tratta di una distribuzione delle piogge peculiare del clima mediterraneo. 4.2) Le caratteristiche fitoclimatiche

Dalla elaborazione dei dati termo-pluviometrici è risultato possibile fare un inquadramento della zona secondo la classificazione fitoclimatica di Pavari. Questo metodo, che è quello più usato per l’Italia, è il modello elaborato dall’ecologo forestale Aldo Pavari nel 1916. Questo modello è un adattamento al contesto italiano dello schema proposto da Heinrich Mayr (botanico tedesco 1906) e successivamente fu integrato dal già presidente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali, Alessandro De Philippis nel 1937. La classificazione compara il clima al tipo di alberi che allignano spontaneamente. Si parla in questo caso di “zone fitoclimatiche” associate a “zone geografiche”.

Per zona fitoclimatica s’intende la distribuzione geografica, associata a parametri

climatici, di un’associazione vegetale rappresentativa composta da specie omogenee per quanto riguarda le esigenze climatiche. In altri termini il presupposto su cui si basa la suddivisione del territorio in zone fitoclimatiche è l’analogia fra associazioni vegetali simili nel regime termico e pluviometrico, ma dislocate in aree geografiche differenti per altitudine e latitudine.

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Quindi la classificazione fitoclimatica di Pavari suddivide il territorio italiano in 5 zone,

ciascuna associata al nome di una specie vegetale rappresentativa (lauretum, castanetum, fagetum, picetum e alpinetum). La classificazione usa come parametri climatici di riferimento le temperature medie dell'anno, del mese più caldo, del mese più freddo e le medie di minimi. Ogni zona in base alla temperatura e, per alcune zone, alla piovosità si suddivide in più tipi e sottozone.

Il territorio del Comune di Qualiano rientra nella zona del Lauretum che prende il nome dall'alloro (laurus nobilis). In base al regime pluviometrico, questa zona è suddivisa in tre tipi: lauretum del 1º tipo con piogge uniformi; lauretum del 2º tipo con siccità estiva; lauretum del 3º tipo senza siccità estiva.

In base al regime termico si suddivide in tre sottozone:

• Sottozona Calda

Temperature medie di riferimento

media dell'anno media del mese più freddo media del mese più caldo media dei minimi

15-23 °C > di 7 °C > di -4 °C

• Sottozona Media

Temperature medie di riferimento

media dell'anno media del mese più freddo media del mese più caldo media dei minimi

14-18 °C > di 5 °C > di -7 °C

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• Sottozona Fredda

Temperature medie di riferimento

media dell'anno media del mese più freddo media del mese più caldo media dei minimi

12-17 °C > di 3 °C > di -9 °C Da quanto sopra, abbiamo: Tab. 1 – Zone climatica di appartenenza del territorio di Qualiano secondo il Pavari

zona

fitoclimatica

zona

geografica

altitudine (m.s.l.m.)

specie più

rappresentative (nelle zone geografiche

classificate con il metodo Pavari)

foto limite

inferiore

limite

superiore

LAURETUM CALDO

Italia centromeridionale

Zone costiere

0

600-800

alloro, olivo, vigneto leccio, pino

domestico, pino marittimo, cipresso

Fig. 1 – Leccio (quercus ilex)

La vegetazione originaria di questa sottozona è stata massicciamente sostituita da

coltivazioni di frutteti, agrumi, ortaggi, etc. L'agricoltura nel territorio è praticata da secoli e in relazione all’aridità estiva gli agricoltori usano per le loro coltivazioni sistemi d'irrigazione capaci di sfruttare in prevalenza le falde acquifere.

Per il rilevamento dei dati del territorio si è fatto riferimento alla rete agrometeorologica della Protezione Civile della Regione Campania ed in particolare alle stazioni di rilevamento automatiche “centraline microclimatiche” site a: Giugliano: LAGO PATRIA METEO - 1

LAGO PATRIA METEO - 2

N 40° 56’ 28,4” E 14° 1’ 16,8” altitudine 1 m.s.l.m

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emilio ciccarelli – dottore agronomo Le grandezze meteorologiche rilevate nel sessennio 2010 – 2015 (tabella A.1 e A.2, B.1 e B.2) fanno osservare: Temperatura massima media annua: Giugliano, Lago Patria – Meteo 1: 21.95 °C Giugliano, Lago Patria – Meteo 2: 22,48 °C

Temperatura minima media annua: Giugliano, Lago Patria – Meteo 1: 10,85 °C Giugliano, Lago Patria – Meteo 2: 11,22 °C

Precipitazioni medie annue Giugliano, Lago Patria – Meteo 1: 913,80 mm. Giugliano, Lago Patria – Meteo 2: 930,46 mm.

In generale, i fenomeni eolici non risultano mai particolarmente dannosi, mentre il grado di umidità, in special modo nel periodo estivo, raggiunge valori notevoli, data la limitata altimetria e modesta ventosità.

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emilio ciccarelli – dottore agronomo 5) - CENNI PEDOLOGICI E IDROGEOLOGICI

In Campania la zona pianeggiante (con altitudine inferiore ai 100 metri), costituita prevalentemente da depositi di materiali alluvionali e vulcanici, occupa più del di un quarto del territorio della Regione Campania; ben coltivata e fertile, sede di insediamenti fin da tempi antichissimi, costituisce la Campania Felix degli Autori classici.

Dal punto di vista geologico i terreni del comprensorio, come quelli della maggior parte della pianura “Campania Felix”, hanno avuto origine dall’attività vulcanica dell’area flegrea. Essi sono profondi, su facies incoerenti del tufo giallo ricoperto da pozzolana e terreno di medio impasto, per una altezza di 14 - 20 metri; quindi, il substrato pedogenetico è costituito da depositi piroclastici da caduta e da depositi vulcanoclastici.

Il terreno, particolarmente fertile, unitamente alle peculiari e gradevoli condizioni climatiche di tipo spiccatamente mediterraneo, ha conferito nel passato al territorio caratteristiche vocazionali agricole per eccellenza, idoneo a ricevere colture di qualsiasi tipo, il tutto ancor più valorizzato dalla continua ed assidua opera dell’uomo nel corso dei secoli. La reazione è generalmente neutra, mantenendosi nella maggior parte dei casi tra un pH pari a 6,7 e 7,8 con ritenzione dei fosfati moderata, tessitura franca o franca sabbiosa. Alcuni terreni possono presentare valori del pH al di sotto del 6,0 e sono logicamente dovuti a particolari condizioni della sostanza organica. Le caratteristiche ambientali e morfogenetiche dei suoli del territorio di Qualiano sono identificati, secondo la classificazione World Reference Base (FAO, 1998) come D3.1. Questi terreni (gruppo D) sono suoli delle colline vulcaniche flegree generati dalle eruzioni risalenti all’età preistorica. Poggiano su depositi di ceneri e pomici di caduta, nonchè da flusso piroclastico e tufi. Il gruppo comprende suoli a profilo moderatamente differenziato, con proprietà anche moderatamente espresse nella parte superiore del profilo, legate all’attività dei materiali vetrosi vulcanici primari. e storica.

Il sottogruppo D3 comprende suoli molto profondi, da dolcemente inclinati a moderatamente ripidi, dei versanti esterni dell’Archicaldera flegrea, con ampi ciglionamenti antropici, su depositi piroclastici, ricoprenti in profondità il tufo giallo (vitric andosols, molli-vitric andosols.) Altresì, essi rientrano nei Typic Ustivitrands ashy, glassy, thermic secondo la Tassonomia del Suolo (Soil Taxonomy).

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emilio ciccarelli – dottore agronomo Tale unità morfologica e pedologica si estende, senza soluzioni di continuità, salvo eccezioni di depositi alluvionali, fino ai Regi Lagni ed è caratterizzata dalla presenza cospicua e bilanciata di tutti gli elementi chimici della fertilità, da un potere di imbibizione ottimale e dalla capacità di restare a lungo in tempera per le lavorazioni manuali e meccaniche. La presenza dei Regi Lagni a nord, a pochi chilometri di distanza, primo esempio italiano di bonifica del territorio risalente all’epoca borbonica, peraltro, recentemente oggetto di lavori di sistemazione ed ammodernamento, costituisce uno dei perni fondamentali della idrografia dell’intero comprensorio. Le acque di irrigazione vengono prelevate da numerosi pozzi aziendali che hanno caratteristiche artesiane o semiartesiane, dovute proprio alla risalita della falda, peraltro molto ricca e relativamente superficiale: a seconda delle zone la profondità varia tra i 50 e i 70 m.. La falda acquifera fa parte del grande flusso idrico sotterraneo che, proveniente dalle propaggini dell’Appennino, muove verso il mare interessando l’intera pianura campana. La stessa ha una cadente piezometrica, ovviamente inclinata verso il mare, la cui pendenza media è inferiore all’1%, con portata globale piuttosto cospicua (qualche decina di lt./sec.) . La sua captazione avviene principalmente attraverso pompe sommerse ad asse verticale e/o elettriche. Il Comune di Qualiano è compreso nella regione Agraria V - Piano Campano sud-occidentale ed è praticamente attraversato da profonde scanalature che si sviluppano in direzione est-ovest: alveolo Camaldoli e Cavone Croccone; quest’ultimo, attualmente, risulta per lunghi tratti ripianato. Numerosi sono i quartieri di recente edificazione che hanno sottratto gran parte della superficie agricola coltivata fino a pochi decenni orsono; la elevata urbanizzazione del territorio comunale sta producendo variazioni microclimatiche nell’ambiente agricolo, con innalzamento delle minime invernali. La viabilità rurale, anche come strade comunali, non sempre è adeguata alle necessità del territorio; in alcuni casi è caratterizzata da carreggiate strette, al limite dei tre metri di larghezza, prive di pavimentazione ed in precarie condizioni di manutenzione. In questi casi, la realizzazione di sedi più adeguate (bastano carreggiate di cinque metri ad unico senso di circolazione, affiancate da corsie pedonali e/o ciclabili) avrebbe il duplice scopo di: a) facilitare l’accesso ai fondi e la collocazione delle produzioni agricole b) consentire la fruizione degli spazi agricoli per la loro funzione igienica, paesaggistica e so- ciale per un territorio così intensamente urbanizzato.

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emilio ciccarelli – dottore agronomo 6) - DEMOGRAFIA ED OCCUPAZIONE AGRICOLA L’area dell’intero territorio si estende per ettari 743 circa, pari allo 0,63 % circa di quella provinciale e registra una popolazione al 2010 di 25.313 abitanti , pari al 0,80 % di quella provinciale, con una di densità di 3.406,86 abitanti per Kmq. (dati ISTAT) che può considerarsi una delle più elevate d’Europa . I dati relativi ai diversi censimenti generali della popolazione del comune di Qualiano sono riportati nella tabella “C”.

Di seguito riportiamo l’andamento demografico della popolazione residente al 31 dicembre di ogni anno dal 2001 al 2015 (dati Ufficio Statistica Comunale): Anno Popolazione Variazione Variazione Residente Assoluta Percentuale 2001 24.505 ======= ====== 2005 25.414 + 909 3,71 % 2010 25.313 - 101 - 0,40 % 2011 (8 ottobre) 25.274 - 39 2011 (9 ottobre) 24.744 - 505 2011 (31 dicembre) 24.712 - 601 (rispetto al dato - 2,37 % del 31.12.2010) 2015 25.702 + 990 + 3,85 %

Variazione assoluta anno 2001 \ 2015 = + 1.197

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Come si evince dal suddetto prospetto, la popolazione residente a Qualiano al Censimento 2011, rilevata in data 9 ottobre 2011, è risultata composta da 24.744 individui, mentre alle anagrafi comunali ne risultavano registrati 25.274. Si è dunque palesata una differenza negativa, pari a 530 unità (- 2,10 %) fra la popolazione censita e la popolazione anagrafica. Per quanto riguarda l’attività, la popolazione del Comune di Qualiano al 2011 era costituita da 17.367 unità attive (tra i 15 e 64 anni, cioè in grado di svolgere legalmente un’attività lavorativa) pari al 70,20 % del totale comunale e da 7.377 unità non attive (0-14 e maggiore di 64 anni) pari al 29,80 % del totale comunale (tabella “D”). In particolare, come si evince dalla tabella “E”, la forza lavoro totale censita ammonta a 9.380 unità, con 5.893 occupati e 3.487 disoccupati e/o in cerca di prima occupazione. A quest’ultimo dato vanno apportate le dovute correzioni, sia per notizie poco veritiere fornite durante le operazioni censuarie, sia per la grande mole di lavoro “sommerso” riscontrabile in diversi settori. Ad ogni buon conto, la maggiore concentrazione la si riscontra nel settore riportato per “altre attività” (terziario principalmente). Tali dati pongono in evidenza il grave fenomeno della disoccupazione, con accentuazione particolare negli ultimi anni. Suddetta tendenza d’altro canto è riscontrabile nell’intero meridione. Per quanto riguarda la popolazione agricola (Ramo 0), essa è risultata costituita da 831 unità maschili e femminili, pari al 8,86 % della forza lavoro ed al 2,11 % della totale agricola provinciale. Dai dati ufficiali ISTAT relativi agli addetti in agricoltura nei quattro periodi censuari 1981, 1991, 2001 e 2011, si rileva che il settore agricolo in trenta anni (tabella “F)” ha in assoluto perso 839 unità (1.670 nel 1981, 594 nel 1991, 876 nel 2001 e 831nel 2011). In ogni caso, le cause della modestissima quota rappresentata dagli addetti in agricoltura (3,36 %) rispetto al totale della popolazione comunale, stando ai dati ufficiali ISTAT, sono senza dubbio da ricercarsi (negli anni) in un significativo spostamento della forza lavoro verso altri settori certamente più remunerativi e meno rischiosi, quali le attività manifatturiere e commerciali. Anche la esasperata frammentazione e polverizzazione della proprietà fondiaria non garantisce una redditività competitiva, accentuando, in generale, la migrazione di manodopera giovanile verso le attività extragricole. E’ da porre in evidenza che sul territorio comunale non esiste una vera agricoltura imprenditoriale. Altro aspetto di grande importanza è rappresentato dall’evoluzione dell’attività agricola che ai giorni nostri viene recepita non più come attività preponderante e prevalente, ma come fonte di reddito integrativo a livello familiare perseguibile come lavoro part-time. Ciò spiegherebbe in parte anche la maggiore superficie agricola censita rispetto a quela rilevata nell’ultimo censimento dell’agricoltura In conclusione, in assenza di una forte correzione della politica del territorio, l’agricoltura di Qualiano, nonostante la millenaria tradizione e la spiccata vocazione del territorio, è destinata ad un ruolo del tutto marginale a livello economico.

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emilio ciccarelli – dottore agronomo 7) - STRUTTURA PRODUTTIVA AGRICOLA I dati ufficiali relativi ai censimenti generali dell’agricoltura ISTAT 1991, 2000 e 2010 mostrano una struttura produttiva agricola (tabella “G”) profondamente mutata nell’arco degli ultimi 25 anni, con una forte urbanizzazione del territorio comunale. Riportiamo sinteticamente i dati ufficiali degli ultimi tre Censimenti Generali dell’agricoltura. Censimento ISTAT del 1991: la superficie agricola totale era di ettari 729,83 pari allo 1.26 % di quella provinciale; la superficie agricola utilizzata (S.A.U.) era di ettari 697,93 pari allo 1,5 % di quella

provinciale; il numero di aziende era 235 pari allo 0,45 % del totale provinciale.

Censimento ISTAT del 2000: la superficie agricola totale era di ettari 675,81 pari allo 1.48 % di quella provinciale; la superficie agricola utilizzata (S.A.U.) era di ettari 646,63 pari allo 1,83 % di quella

provinciale; il numero di aziende era 216 pari allo 0,50 % del totale provinciale.

Censimento ISTAT del 2010: la superficie agricola totale era di ettari 258,51 pari allo 0.98 % di quella provinciale; la superficie agricola utilizzata (S.A.U.) era di ettari 243,87 pari allo 1,03 % di quella

provinciale; il numero di aziende era 59 pari allo 0,4 % del totale provinciale

Viceversa, dai sopralluoghi esperiti nel corso del presente lavoro (rilievo 2016), la superficie agricola rilevata sul territorio comunale (tabella I.2), assomma a complessivi ettari 459,62 circa, cioè un’area di gran lunga superiore a quella ufficialmente censita nel 2010 (6° Censimento Generale dell’Agricoltura), che si ricorda è pari ad ettari 258,51 circa.

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La notevole differenza, con molta probabilità, è da attribuire al fatto che per molti terreni i proprietari hanno aspettative al di fuori del mondo agricolo e nel mentre vengono coltivati non come attività primaria. A ciò si può anche aggiungere che durante le fasi del Censimento ISTAT degli agricoltori non siano stati intervistati o non abbiano fornito, in taluni casi, dati veritieri. Allo stato, in base ai dati ufficiali (tabella “H”) il decremento di superficie totale e di S.A.U. avutasi tra i due ultimi censimenti è stato rispettivamente del 7,36 % e 4,90 % (tra il 1991 e 2000) e 61,76 % e 62,29 % (tra il 2000 e 2010).

Anche il numero di aziende presenti sul territorio nel 1991, pari a 235 unità, sono passate nel 2000 a 217 unità, fino ad arrivare nel 2010 ad appena 59 aziende, con un decremento pari al 72,81 %.

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emilio ciccarelli – dottore agronomo 8) - UTILIZZAZIONE DEL TERRITORIO In base ai risultati del 5° censimento generale dell’agricoltura (anno 2000), detratta dalla superficie territoriale (Ha 743) la superficie agricola totale (Ha 676,09), si desume che il territorio di Qualiano “non agricolo” (tabella G) ammontava ad Ha 66,91 circa, pari al 9,00 % del territorio comunale. I dati ufficiali ISTAT 2000 indicavano che il territorio agricolo del Comune di Qualiano era come di seguito coltivato. a) seminativi Ha 55,70 di cui: b) coltivazioni permanenti Ha 590,86 di cui: - frutteti Ha 587,91 - superficie ad agrumi Ha 0,65

- vite Ha 1,40 c) boschi Ha 3,33 d) altra superficie Ha 21,43 Mentre in virtù dei risultati del 6° censimento generale dell’agricoltura (anno 2010), detratta dalla superficie territoriale la superficie agricola totale (Ha 258,51), si evince che la superficie “non agricola” (tabelle “G” e “I.1”) ammontav ad Ha 484,49 circa, pari al 65,21 % del territorio comunale, con un incremento rispetto al dato del 2000 di 56,21 punti percentuali.. I dati ufficiali ISTAT ripartiscono il territorio agricolo del Comune di Qualiano tra le colture in appresso indicate. a) seminativi Ha 36.45 b) vite Ha 1,10 c) coltivazioni legnose Ha 205,30 d) orti familiari Ha 0,40 agrarie e) prati permanenti Ha 0,70 f) arboricoltura da legno Ha 3,30 e pascoli annessa ad aziende agricole g) altra superficie Ha 11,40

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Nel corso delle indagini (2016), per la redazione del presente studio, è stato viceversa rilevato quanto in appresso riportato (tabella “L”). a) seminativi – orticole Ha 76,68 b) coltivazioni legnose Ha 242,56 di cui:

superfice a drupacee: • albicocco Ha 43,53 • pesco Ha 91,83 • susino Ha 19,08 • ciliegio Ha 3,09

coltura specializzata Ha 42,79 frutteto promiscuo Ha 21,08 superfice a melo Ha 4,79 superficie a kaki Ha 3,24 superficie a kiwi Ha 1,44 superficie a pioppeto Ha 0,78 superficie a vite Ha 10,91

d) coltivazioni di alto reddito Ha 2,68 (colture protette) e) incolti - pascoli Ha 103,81 f) tare e manufatti Ha 33,88 per una superficie complessiva agricola di Ha 321,92, oltre ad ettari 103,81 di incolti e ettari 33,88 di tare e manufatti, per una superficie totale (S.A.T.) di ettari 459,76. Da quanto innanzi scaturirebbe che lo spazio non agricolo o comunque non recuperabile ad attività agricola ammonterebbe ad ettari 283,24 circa. Pertanto, il presente studio farà riferimento esclusivamente ai dati rilevati direttamente dallo scrivente e riassunti nell’allegata tabella “I.2”. Si si precisa che l’intera superficie agricola riscontrata viene considerata irrigua o comunque irrigabile.

Di seguito vengono riportati gli elementi fondamentali delle suddette categorie rilevate durante i sopralluoghi. Alla verifica del territorio è seguita l’acquisizione degli elementi strutturali e produttivi, quindi, degli aspetti economici, al fine di fornire il quadro più reale della situazione agricola attuale del Comune, anche al di là degli aspetti più squisitamente “produttivi”.

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emilio ciccarelli – dottore agronomo - ORTICOLE IN PIENO CAMPO E SEMINATIVI IRRIGUI Trattasi per lo più di suoli che nel recente passato erano anche destinati a frutteti ed attualmente, con molta probabilità, in fase di transizione tra l’espianto e l’impianto di nuove essenze arboree o verso utilizzazioni extra-agricole.

Foto n. 01 Località Oleandro

Da un punto di vista di superficie investita, sono, dopo la famiglia delle drupacee, le colture più rappresentative presenti sul territorio (18,00 %). Sono presenti a macchia di leopardo nell’intera area comunale. - FRUTTETI SPECIALIZZATI DI DRUPACEE Sono riscontrabili su tutto il territorio comunale (56,97 %), anche se i maggiori impianti sono presenti nell’area centro – occidentale del territorio. Si tratta principalmente di pescheti (21,56) e di albicoccheti (10,22 %) in coltura specializzata. In misura minore di susini (4,48 %) e ciliegi (0,73 %).

Foto n. 02 Via Giovanni Falcone: ciliegeto

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emilio ciccarelli – dottore agronomo Foto n. 03 Località Masseria Maiori: pescheto All’attualità è auspicabile una significativa conversione verso cultivars per il consumo fresco a maturazione tardiva o medio - tardiva, in modo da entrare sul mercato in periodi di minore affollamento varietale e spuntare di conseguenza prezzi più remunerativi.

Costituiscono aree di frutteti coetanei in cui le essenze arboree sono generalmente allevate “a vaso tradizionale” e le varietà sono per lo più medio – precoci.

Foto n. 04 Località Masseria Maiori: albicoccheto

Complessivamente, possiamo affermare che specialmente per le dimensioni aziendali,

per la tecnologia di conduzione e per le scelte varietali praticate, la peschicoltura del territorio non è certamente all’avanguardia.

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emilio ciccarelli – dottore agronomo - VIGNETO Durante i sopralluoghi, lo scrivente ha potuto riscontrare che la viticoltura sul territorio comunale è presente in particolar modo sul foglio catastale n° 4 (ettari 5,23 dei 10,91 totali). L’intera coltura esprime il 2,56 % dell’intera produzione agricola del territorio.

Foto n. 05 vigneto

La coltura rispetto all’ultimo censimento del 2000 (1,40 ettari), ha evidenziato un incremento sensibile.

Il territorio di Qualiano rientra nelle aree di Indicazione Geografica Tipica (I.G.T.) “Pompeiano” (approvato con D.M. 22.11.1995 e s.m.i.) e “Campania” (approvato con D.M. 19.10.2004 e s.m.i.). Le forme di allevamento osservate sono riconducibili al “vigneto basso”: questa metodologia viene generalmente adottata per la produzione di vini quali il piedirosso e la falanghina . La produzione descritta ha una certa valenza sul territorio e per tale motivo non deve essere trascurata. - PIOPPETO Coltura a bassa intensità di manodopera. Da un punto di vista agricolo, i pioppeti sono considerati colture industriali per la produzione di legname con un ciclo economico (turnazione) di 10 -12 anni. Nel nostro ambiente (suoli ad elevata potenzialità), questi impianti in genere sono realizzati da persone che abbandonano l’agricoltura per altri settori (scarse necessità colturali). Resta apprezzabile l’impatto paesaggistico.

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emilio ciccarelli – dottore agronomo - MELETO Sono riscontrabili i pochi impianti nell’area occidentale del territorio comunale (1,12 %). E’ l’unica pomacea censita e rappresenta una testimonianza di ben più vaste coltivazioni presenti in un recente passato sull’intero agro giuglianese (mela annurca).

Foto n. 06 Località Oleandro meleto

.

Le forme di allevamento osservate sono riconducibili a “forme verticali”: questa metodologia viene generalmente adottata, rispetto al vecchi vaso, per favorire la raccolta senza l’uso di scale. - COLTURE PROTETTE Si tratta principalmente di produzioni sotto tunnel di fragole ed orticole stagionali quali pomodoro, fagiolini, zucchini, etc., anche se non mancano esempi di produzioni floricole in coltura protetta. Sono coltivazioni di pregio a grande intensità di manodopera che utilizzano il favorevole ambiente pedoclimatico del territorio comunale.

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Foto n. 07 Località Vignitella: tunnel / serre E’ un tipo di coltivazione delle zone ortive più tradizionalmente vocate, a testimonianza del fatto che gli agricoltori, spinti dalla crisi del settore frutticolo (eccezion fatta per la vite di pregio) cercano nuovi sbocchi per soddisfare le loro legittime aspettative.

Detti sistemi di coltivazione sono in grado di esaltare la produttività e l’impiego di manodopera di zone ad elevata frammentazione. Consentono inoltre di anticipare le offerte sul mercato rispetto alle coltivazioni di pieno campo, realizzando in questo modo maggiori ricavi e di conseguenza utili che tengono in debita considerazione i maggiori costi di produzione. - KAKI e KIWI (actinidia)

Foto n. 08 Località Vignitella: Kaki

Sono delle coltivazioni scarsamente presenti sul territorio.

Complessivamente assommano a circa 4,68 ettari e perla precisione ettari 3,24 di kaki ed ettari 1,44 di kiwi, per una percentuale complessiva dello 1,10 %.

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emilio ciccarelli – dottore agronomo - COLTURE ARBOREE SPECIALIZZATE Alcune aree del territorio comunale sono sfuggite ad un controllo visivo in quanto non è stato possibile accedere alle relative aree per presenza di sbarre, recinzioni, muri ed altro. La loro classificazione si è basata esclusivamente sulla fotointerpretazione dal sistema SIAN. L’omogeneità della vegetazione ha permesso di considerare tale produzioni coeve e della stessa specie. La superficie complessiva di questi lotti ammonta a 42,78 ettari, per una percentuale complessiva del 10,05 delle produzioni agricole presenti sul territorio. - COLTURE ARBOREE PROMISCUE Una piccola percentuale del territorio agricolo, pari ad 4,71 ettari (1,11 %), è caratterizzata dalla presenza di frutteti misti (varie specie), testimonianza di una agricoltura obsoleta, che ha una destinazione di tipo prevalentemente familiare. - INCOLTO In tale gruppo si sono intese le aree non lavorate da più di un anno, ma che potrebbero essere riacquisite all’agricoltura con ordinarie operazioni agricole. La significativa estensione di tali aree (98,98 ettari), pari al 13,32 % dell’intera superficie comunale, dimostra la propensione dei proprietari ad impieghi speculativi extra agricoli. Sicuramente uno spreco di risorse insostenibili per la collettività.

Foto n. 09 Via Giuseppe Di Vittorio

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emilio ciccarelli – dottore agronomo 9) - METODOLOGIA APPLICATIVA PER LA INDIVIDUAZIONE DELLE DESTINAZIONI COLTURALI IN ATTO ED INDIRIZZI DI SALVAGUARDIA Il territorio oggetto dell’indagine è quello potenzialmente utilizzabile ai fini agricoli e forestali, con esclusione, quindi, delle aree attualmente destinate a scopi diversi (area urbana, insediamenti industriali e/o artigianali, infrastrutture ed opere pubbliche, etc.) . La raccolta dei dati è stata effettuata sulla base di mappe catastali e aerofotogrammetriche (SIAN), con accertamenti diretti e capillari in loco. La classificazione colturale dei suoli con relativa trasposizione cartografica è stata effettuata con riferimento all’attuale realtà agricola. Si è provveduto, quindi, al raggruppamento delle superfici delle varie particelle nelle categorie di seguito riportate: CATEGORIA “A”: raggruppa tutte quelle superfici destinate alla coltivazione di colture

protette e vigneti, ossia aree ritenute di particolare pregio e, quindi, da proteggere ed incentivare.

CATEGORIA “B”: vi sono incluse tutte quelle superfici destinate alla coltivazione ordinaria

di frutteti, seminativi e pioppeti. CATEGORIA “C”: in questa categoria sono state inserite tutte quelle superfici aventi

carattere del tutto accessorio e/o marginale all’attività agricola e/o forestale e che danno, pertanto, una redditività nulla o risibile (incolti).

A tale riguardo va sottolineato che all’attualità questi terreni sono sottratti del tutto o quasi alla normale coltivazione per i motivi già precedentemente illustrati (n.d.r. lottizzazioni a fini edificatori o comunque con aspettative diverse da quelle produttive), ma presentono tuttora potenzialità di messa a coltura con i comuni mezzi meccanici di un ordinario imprenditore agricolo, in quanto il territorio agricolo esaminato presenta una omogenea e naturale spiccata fertilità. Per avere una visione rapida e concreta di tutte le aree del territorio di Qualiano, le diverse destinazioni sono state individuate con differenti simbologie e colorazioni, come dalle legende allegate ai grafici aerofotogrammetrici e catastali. In sintesi, da una visione dell’insieme, si rileva che le zone a maggiore concentrazione di colture di pregio o che mostrano un più spiccato orientamento alla conservazione dell’attività agricola sono le aree a vigneto e le colture protette.

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emilio ciccarelli – dottore agronomo 10) - PRODUZIONE LORDA VENDIBILE Da quanto sopra, al fine di analizzare la potenzialità agricola del territorio in esame, è stato approntato il calcolo della produzione lorda vendibile (P.L.V.) .

Questo parametro, rapportato alla superficie, consente di ottenere un fondamentale elemento di valutazione socio-economica che risulta essere determinante, vista la limitata ampiezza aziendale e l’eccessiva frammentazione e polverizzazione della proprietà fondiaria, nel favorire il distacco dalla terra. In rapporto alla superficie produttiva, pari ad Ha 321,93 circa, esprime un reddito per ettaro, per le diverse colture, così distinto:

a) Seminativi: ettari 76,68 (23,82 %) - orticole da reddito € 14.326,49

b) Coltivazioni legnose: ettari 242,57 (75,35 %) - frutteti (drupacee, pomacee e ebenacee ) € 9.785,91 - kiwi € 12.047,36 - vigneti € 6.517,00 - pioppeti € 994,00 c) Coltivazioni di alto reddito: ettari 2,68 (0,83 %) - colture protette € 41.452,00

Si precisa, che nel presente elaborato, per favorire l’analisi delle caratteristiche strutturali

delle aziende agricole presenti sul territorio e dei loro potenziali risultati economici, si è fatto riferimento ad una tipologia di classificazione comunitaria delle aziende agricole nell’ambito della Comunità Europea, fondata sulla dimensione economica e sull’orientamento tecnico-economico determinato dall’I.N.E.A. (oggi Crea): Prodotto Standard (P.S.) .

Tale criterio è stato adottato dallo Stato italiano nell’ambito del P.S.R. 2014-2020

(Programma di Sviluppo Rurale), con riferimento ai parametri economici del P.S. 2010 scaturenti dall’indagine RICA (rete d’informazione contabile della comunità)

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emilio ciccarelli – dottore agronomo 11) - FUNZIONE E RUOLO DELL’AGRICOLTURA I dati esposti nei paragrafi precedenti evidenziano una tendenza alla marginalità, sia in termini di reddito che in termini di occupazione, dell’attività agricola rispetto al complesso delle attività presenti sul territorio comunale. Il paesaggio urbano di molte città italiane ed europee negli ultimi anni si è caratterizzato per evidenti elementi di degrado: da un lato centri storici che hanno perso la loro vivibilità, dall’altro periferie prive di identità, dove spesso molte aree diventano: discariche di rifiuti, aree di rottamazione, zone di pubblicità stradali, ecc.

Questa premessa ci consente fin da subito di differenziare la problematica relativa alla presenza di queste aree agricole o comunque “a verde” negli agglomerati urbani come aree: agricole produttive: produzione di beni edibili e non.

Oggi queste aree sono ridotte a modeste superfici e l’agricoltura vive un ruolo di marginalità, caratterizzata da una elevata polverizzazione e frammentazione aziendale. Spesso queste aree, ormai anche inglobate nel tessuto urbano, sono le vestigia di una importante realtà agricola produzione di servizi:

a) vendibili (es. agriturismo, bioenergie, ecc.) b) non vendibili, “non da reddito”, ma di valore inestimabile per le aree ad

elevata urbanizzazione.

E’ Su queste aree che si gioca la sfida del futuro delle nostre città e soprattutto delle nostre periferie. Sono proprio gli spazi aperti che devono essere considerati punti focali per affrontare una sfida che è insieme tecnica e politica, culturale ed amministrativa. Se prestiamo la giusta attenzione alle aree a verde, produttive (aree agricole) e non, possiamo certamente puntare a restituire ai cittadini una migliore qualità della vita. Il ruolo del verde “non da reddito” deve far perno su quattro aspetti:

ecologico come strumento per rendere più vivibili i nostri agglomerati urbani; sistemico come piano, come connettivo verde; qualitativo, sia esso parco o giardino, viale alberato o area attrezzata, deve possedere

un’alta valenza; produttivo, deve garantire, in caso di area agricola, un reddito familiare

Per il momento, vorrei soffermarmi sul primo aspetto citato in premessa relativo alle aree “agricole produttive”.

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emilio ciccarelli – dottore agronomo E’ acclarato che l’agricoltura nei centri urbani, o a ridosso della città, non svolge solo una funzione economica per l’imprenditore, ma assolve anche un compito fondamentale per la fruizione sociale del verde agricolo. Il paesaggio agricolo arricchisce le periferie delle nostre città, ecco perché esso va per certi aspetti protetto e quasi incentivato e sostenuto dal pubblico. A parte le eccezioni dei comuni vesuviani, questa agricoltura caratterizzata per piccole dimensioni e conseguentemente per processi produttivi obsoleti, non assicura un reddito da lavoro compatibile, ma molto spesso “l’aspettativa di un valore economico” del fondo per diversa destinazione urbanistica. E’ emersa, nel corso del presente studio, la possibilità di considerare utilizzi alternativi di quelle aree inglobate nel tessuto urbano che se per dimensioni non possono essere considerate delle vere unità produttive, potrebbero però svolgere altri ruoli, come quello di conservazione del paesaggio. La letteratura economica agraria ha definito questo sistema come “agricoltura interstiziale” ma aggiungerei come “frammenti di agricoltura”. Essa, d’altro canto, svolge un ruolo veramente importante di presidio del territorio. Queste aree, se vengono abbandonate, diventano ricettacoli di rifiuto, aree di rottamazione, in definitiva il segno di un degrado sul territorio. Sotto questo aspetto, possiamo essere d’accordo ad attribuirgli un “ruolo sociale” per la sua “esternalità positiva” sulla collettività. Esternalità positive pari a quelle che, dall’ultima riforma della P.A.C., viene attribuita al ruolo degli agricoltori nelle aree rurali o a rischio idrogeologico. Sotto questo aspetto la tutela di questi sistemi dovrebbe essere prioritario per le politiche territoriali delle Amministrazioni, ma le modalità sono complesse e subiscono limiti dalla vicinanza della grande città. Sotto l’aspetto economico, sarebbe necessario riconoscere il ruolo di questa agricoltura anche in termini di integrazione al reddito. Già oggi esistono strumenti come il D.Lgs del 18 maggio 2001, n. 228, altrimenti conosciuta come “legge di orientamento del settore agricolo”, che potrebbero essere di grande aiuto. L’art. 15 consente alla Pubblica Amministrazione di stipulare convenzioni con gli imprenditori agricoli per finanziare la salvaguardia del paesaggio agrario. I dati esposti precedentemente evidenziano una tendenza alla marginalità, sia in termini di reddito che in termini di occupazione, dell’attività agricola rispetto al complesso delle attività territoriali. L’opposto accade per la funzione ambientale che il contesto agricolo ricopre sul territorio: la riduzione delle aree coltivate e la crescente domanda da parte della collettività di “spazi verdi” fa ritenere indispensabile la salvaguardia o quanto meno la programmazione territoriale di quanto ancora esistente. Ciò è tanto più vero se si guarda al rilievo assunto dall’agricoltura come produttore di servizi, come il fenomeno dell’agriturismo ha evidenziato negli ultimi anni.

E’ emersa, nel corso del presente studio, la possibilità di considerare utilizzi alternativi di quelle aree inglobate nel tessuto urbano che se per dimensioni non possono essere considerate delle vere unità produttive, potrebbero però svolgere altri ruoli, come quello di conservazione del paesaggio. Si potrebbe paventare la possibilità, a titolo esemplificativo, l’opportunità su suolo privato di favorire la manutenzione di spazi verdi con finalità di ricreazione pubblica.

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emilio ciccarelli – dottore agronomo 12) - RUOLO PUBBLICO DEL VERDE PRIVATO La tutela delle aree a verde, per le sue numerose funzioni, oltre che essere salvaguardia ambientale è anche tutela di un patrimonio culturale stratificatosi nei secoli. Soffermandoci alle caratteristiche della città di Qualiano e della intera provincia napoletana, vediamo che essa è caratterizzata da una elevata urbanizzazione, spesso senza soluzione di continuità da un centro abitato ad un altro. Dobbiamo, perciò, prendere atto che l’attività di programmazione e di pianificazione della Pubblica Amministrazione negli ultimi 30 anni non è stata efficace. Spesso, anzi, la pianificazione si è evidenziata solo come capacità al negativo, se è vero che ogni napoletano ha a disposizione 1,4 mq. di verde pubblico. Pur esulando dallo specifico mandato del presente studio, si ritiene opportuno proporre alcune riflessioni sul ruolo pubblico del verde privato. Nella realizzazione o restauro di spazi a verde spesso vengono disattese alcune elementari norme progettuali, come: mancata valutazione delle dimensioni a maturità della specie da allocare, considerando

esclusivamente quelle della pianta al momento della messa a dimora con la conseguenza di avere, dopo qualche anno, giardini con piante troppo vicine tra loro, rami addossati ai fabbricati, etc. .

insufficiente valutazione delle condizioni pedoclimatiche dell’area di intervento in

relazione alle specie da piantumare. mancanza di un tema botanico

La progettazione e la realizzazione degli spazi verdi privati, che non può essere casuale,

alla stregua degli altri interventi sul territorio, deve essere codificata da precise norme di regolamentazione urbanistica per un complessivo controllo delle trasformazioni del territorio comunale. Tali norme potrebbero costituire una utilissima strategia per un disegno complessivo della città. L’introduzione nel regolamento edilizio del “progetto del verde” con precisi elaborati tecnici, consentirebbe alla competente Commissione una valutazione globale dell’impatto dell’opera da realizzare. Ciò consentirebbe: a) un’utile integrazione del reddito agricolo; b) una riduzione delle aree incolte c) una minimizzazione degli esborsi per le casse comunali.

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emilio ciccarelli – dottore agronomo Anche se il concetto del sostegno pubblico può destare, ad una prima disamina, delle perplessità, una più attenta valutazione dei “costi di realizzazione” (quando è possibile) e dei “costi di manutenzione” del verde pubblico potrebbe far cambiare opinione. Tali aree, da realizzarsi mediante convenzioni pluriennali con produttori agricoli o loro società, vedrebbero ben definite nelle intese da sottoscrivere: a) orario di fruizione pubblica; b) specie vegetali consentite o da introdurre, incluso la calpestabilità del prato e l’area ad esso destinato; c) arredi e comodi, incluso servizi igienici e giochi per l’infanzia; d) elenco delle cure colturali, incluso interventi con prodotti fitosanitari e concimi; e) guardianeria; f) eventuale somministrazione di bevande ed alimenti preconfezionati a prezzi convenzionati; g) eventuali strutture secondarie o di supporto in prefabbricato leggero con materiali e stili che si integrino con l’ambiente circostante e con una superficie massima di sedime non eccedente il 5 % dell’intera area. Il tutto secondo un bando di concorso che preveda la presentazione di un progetto esecutivo, in ottemperanza dei parametri summenzionati. La realizzabilità di tale progetto, pur essendo possibile su tutta le aree agricole del nuovo P.R.G., potrà determinare priorità per alcune zone più prossime ad aree intensamente urbanizzate o con coltivazioni di particolare pregio ambientale (vivai con essenze di alto fusto).

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emilio ciccarelli – dottore agronomo 13) - CONCLUSIONI L’intensa urbanizzazione degli ultimi decenni ha privato il Comune di Qualiano di gran parte del territorio agricolo, non solo per la sua destinazione ad impieghi diversi, ma anche per le aspettative di speculazione su ampie spazi coltivabili che hanno indotto la proprietà al disinteresse , fino al completo abbandono dell’attività agricola. Ciò nonostante una forte vocazionalità del territorio a produzioni di pregio, individuate col presente lavoro nelle coltivazioni protette e vigneti. L’indirizzo verso tali produzioni, potrebbe assicurare una maggiore redditività al comparto agricolo ed il mantenimento o l’incremento dei livelli occupazionali, nonché la salvaguardia dei valori paesaggistici del territorio. Il ruolo dell’agricoltura nella produzione dei servizi per la collettività viene proposto come modello di sviluppo territoriale al fine di evitare nuove emorragie di aree agricole verso altre destinazioni. Una maggiore attenzione dell’Amministrazione comunale verso il settore primario, come ad esempio le infrastrutture ad esso occorrente, potrebbe essere un elemento fondamentale per la sopravvivenza di un ambiente non più riproducibile e socialmente eco-sostenibile. Il Tecnico Emilio Ciccarelli dottore agronomo

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A L L E G A T I

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TABELLA “A.1”

STAZIONE DI LAGO PATRIA (Meteo 1)

coordinate: N. 40°56’28,4’’ E. 14°1’16,8’’

altitudine: 1 m.s.l.m.

Andamento delle Temperature Mensili in °C (medie giornaliere, massime e minime)

mese

2009

2010

2011

max. med. min. max. med. min. max. med. min.

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

n.r. n.r. n.r. n.r. n.r.

27,88 30,45 32,82 28,38 21,69 18,50 14,89

n.r. n.r. n.r. n.r. n.r.

22,76 25,03 26,21 22,29 15,93 12,82 10,70

n.r. n.r. n.r. n.r. n.r.

16,62 18,37 19,53 16,60 10,96 8,23 6,67

12,55 13,64 16,37 20,39 23,16 28,04 31,62 30,43 27,14 22,48 18,71 13,67

8,28 9,24 11,21 14,65 18,08 22,14 25,84 25,06 21,13 16,55 14,37 9,03

4,34 5,20 6,26 8,96 12,54 15,60 19,41 18,91 15,28 11,65 10,25 4,67

14,01 14,64 16,07 20,06 24,82 27,97 29,27 30,08 29,41 23,32 19,49 15,43

8,43 8,71 10,92 13,93 18,47 22,56 24,18 24,62 22,98 17,02 12,07 10,32

4,59 3,55 6,13 7,50 11,66 16,63 18,15 18,25 16,68 11,32 7,17 5,65

valori medi annui

21,52

16,30

11,09

22,05

16,18

10,61

Legenda: n.r.: temperatura non rilevata max.: valore medio mensile della temperatura massima giornaliera med.: valore medio mensile della temperatura media nell’arco della giornata min.: valore minimo mensile della temperatura minima giornaliera

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mese

2012

2013

2014

max. med. min. max. med. min. max. med. min.

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

13,75 11,70 18,73 19,19 22,73 29,02 30,71 32,73 27,89 24,74 20,33 14,29

7,12 6,61 12,07 14,49 17,57 23,28 25,38 25,98 21,67 18,17 14,75 8,37

1,61 1,89 5,71 9,65 11,34 16,71 18,97 19,27 15,93 12,56 10,46 3,37

13,99 13,56 16,36 22,05 23,98 26,38 31,15 32,09 27,90 24,61 18,37 15,32

8,54 7,85 11,94 16,00 18,58 21,21 24,72 25,37 21,81 18,40 13,62 8,56

4,05 2,73 7,82 10,30 13,07 15,01 17,99 18,58 15,63 13,45 9,68 4,03

14,88 16,62 17,36 19,90 22,88 28,22 28,65 30,01 27,57 25,66 21,47 15,40

10,73 11,97 11,39 14,68 17,49 22,30 23,38 24,31 21,46 18,40 14,79 9,49

6,03 7,41 5,89 9,07 11,99 15,92 17,31 17,88 15,85 12,56 9,93 5,44

valori medi annui

22,15

16,29

10,62

22,15

16,38

11,03

21,00

15,67

10,66

Legenda: n.r.: temperatura non rilevata max.: valore medio mensile della temperatura massima giornaliera med.: valore medio mensile della temperatura media nell’arco della giornata min.: valore minimo mensile della temperatura minima giornaliera

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mese

2015

2016

max. med. min. max. med. min.

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

14,45 14,50 17,10 19,89 23,25 29,26 33,08 32,57 28,86 22,58 19,98 16,66

8,52 9,09 11,69 14,11 19,33 23,00 27,26 25,87 22,08 17,43 13,15 8,51

3,36 4,63 6,89 8,30 12,80 16,00 20,80 19,77 15,80 12,86 8,42 3,53

15,04 17,05 17,63 22,82 24,07 28,32 30,68 31,08 28,26

- - -

10,17 12,62 11,91 15,86 18,14 22,69 24,94 24,84 21,18

- - -

5,62 7,76 6,46 9,44 12,50 16,63 18,58 18,41 15,55

- - -

valori medi annui

22,83

16,67

11,12

Legenda: n.r.: temperatura non rilevata max.: valore medio mensile della temperatura massima giornaliera med.: valore medio mensile della temperatura media nell’arco della giornata min.: valore minimo mensile della temperatura minima giornaliera

************

STAZIONE DI LAGO PATRIA (Meteo 1)

Andamento delle Temperature Mensili nel periodo 2010-2015 in °C

valore medio delle temperature massime: 21,95°C. valore medio delle temperature minime: 10,85°C.

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TABELLA “A.2”

STAZIONE DI LAGO PATRIA (Meteo 2)

coordinate: N. 40°56’28,4’’ E. 14°1’16,8’’

altitudine: 1 m.s.l.m.

Andamento delle Temperature Mensili in °C (medie giornaliere, massime e minime)

mese

2009

2010

2011

max. med. min. max. med. min. max. med. min.

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

n.r. n.r. n.r. n.r. n.r.

29,18 31,70 34,16 29,63 22,87 19,72 16,09

n.r. n.r. n.r. n.r. n.r.

24,04 26,26 27,43 23,48 17,04 13,88 11,82

n.r. n.r. n.r. n.r. n.r.

17,88 19,58 20,70 17,75 12,03 9,28 7,75

13,86 13,88 16,51 20,50 23,24 28,05 31,66 30,51 27,09 22,90 19,23 13,98

09,54 09,46 11,27 14,71 18,14 22,21 25,88 25,18 21,43 16,96 14,84 09,31

5,57 5,41 6,32 9,00 12,57 15,63 19,45 19,02 15,96 12,01 10,67 4,88

14,32 14,89 16,32 22,57 24,65 28,45 29,58 30,33 29,68 23,53 19,67 15,59

8,72 8,92 11,16 15,81 18,39 22,83 24,34 24,76 23,13 17,15 12,18 10,45

4,82 3,71 6,33 9,42 11,93 16,80 18,19 18,34 16,78 11,39 7,27 5,71

valori medi annui

21,78

16,58

11,37

22,46

16,49

10,89

Legenda: n.r.: temperatura non rilevata max.: valore medio mensile della temperatura massima giornaliera med.: valore medio mensile della temperatura media nell’arco della giornata min.: valore minimo mensile della temperatura minima giornaliera

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mese

2012

2013

2014

max. med. min. max. med. min. max. med. min.

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

13,90 11,87 19,01 19,48 23,04 29,36 31,14 33,16 28,30 25,06 20,59 14,49

07,23 06,74 12,23 14,67 17,78 23,55 25,69 26,30 21,95 18,42 14,96 08,55

01,69 01,96 05,79 09,79 11,49 16,93 19,23 19,56 16,16 12,79 10,62 03,49

14,22 13,85 16,62 21,71 24,31 26,73 31,61 32,55 28,28 24,91 18,71 15,61

08,73 08,03 12,13 15,71 18,80 21,45 25,01 25,66 22,06 18,60 13,89 8,80

04,20 02,89 07,98 10,14 13,25 15,20 18,18 18,78 15,79 13,62 9,89 4,24

15,26 16,87 17,62 20,12 23,97 28,53 29,03 30,52 28,07 26,14 21,78 15,71

10,66 12,20 11,58 14,85 18,24 22,51 23,63 24,77 21,84 18,72 15,15 9,72

6,29 7,62 6,02 9,21 12,52 16,09 17,55 18,61 16,32 12,99 10,36 5,66

valori medi annui

22,45

16,51

10,79

22,43

16,57

11,18

22,79

16,98

11,60

Legenda: n.r.: temperatura non rilevata max.: valore medio mensile della temperatura massima giornaliera med.: valore medio mensile della temperatura media nell’arco della giornata min.: valore minimo mensile della temperatura minima giornaliera

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mese

2015

2016

max. med. min. max. med. min.

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

14,67 14,78 17,33 20,14 25,16 30,12 32,97 32,51 28,77 22,38 20,60 16,42

8,88 9,39 11,90 14,38 19,81 23,48 27,45 25,72 21,93 17,22 15,16 8,34

3,95 4,92 7,07 8,62 13,59 16,96 21,32 19,72 15,70 12,67 10,53 3,37

14,79 16,80 17,41 22,51 23,72 27,91 30,23 30,69 28,00

- - -

10,00 12,44 11,72 15,62 17,88 22,41 24,65 24,53 20,92

- - -

5,48 7,58 6,28 9,26 12,27 16,42 18,33 18,13 15,27

- - -

valori medi

23,02

16,97

11,53

23,56

17,80

12,11

Legenda: n.r.: temperatura non rilevata max.: valore medio mensile della temperatura massima giornaliera med.: valore medio mensile della temperatura media nell’arco della giornata min.: valore minimo mensile della temperatura minima giornaliera

************

STAZIONE DI LAGO PATRIA (Meteo 2)

Andamento delle Temperature Mensili nel periodo 2010-2015 in °C

valore medio delle temperature massime: 22,48 °C. valore medio delle temperature minime: 11,22 °C.

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TABELLA “B.1”

STAZIONE DI LAGO PATRIA (Meteo 1)

coordinate: N. 40° 56’ 28,4’’ E. 14° 1’ 16,8’’

altitudine: 1 m.s.l.m.

Andamento delle Precipitazioni Mensili in mm. di pioggia (valori totali e medi mensili)

mese

2009

2010

2011

P.T.M. (mm.)

G.T.P.

(n°)

P.T.M. (mm.)

G.T.P.

(n°)

P.T.M. (mm.)

G.T.P.

(n°)

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. 8,80 0,20 0,20

127,20 73,80

207,00 179,60

n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. 7 1 1 10 17 26 25

154,20 134,00 70,80 40,80 24,00 50,80 21,00 6,80 68,20

160,20 204,00 64,80

21 21 16 9 8 7 2 2 9 12 27 19

90,20 68,80

153,80 57,20 33,60 27,40 49,80 0,60 9,80 57,60 89,40

122,00

20 14 16 10 13 5 3 2 7 9 7 18

valori

totali

999,60

153

760,20

124

medi mensili

83,30

12,75

63,35

10,33

Legenda: P.T.M.: pioggia totale mese G.T.P.: giorni totali pioggia n.r.: non rilevata

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mese

2012

2013

2014

P.T.M. (mm.)

G.T.P.

(n°)

P.T.M. (mm.)

G.T.P.

(n°)

P.T.M. (mm.)

G.T.P.

(n°)

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

37,60

128,80 3,40

122,60 22,00 0,00 32,20 0,40

101,60 155,20 98,40

151,00

8

14 8

16 8 0 3 2 8

16 17 19

169,40 93,80

111,00 32,00 45,60 2,00 5,40 28,40 47,60

184,20 146,60 95,40

22 19 20 9

14 5 2 3 9

19 17 17

158,00 97,20 96,20 84,20 40,60 58,80

111,80 1,60

107,00 4,20

118,80 136,00

21 19 13 15 11 6 13 6 11 11 21 17

valori

totali

853,20

119

961,40

156

1.014,40

164

medi mensili

71,10

9,92

78,45

13,00

84,53

13,66

Legenda: P.T.M.: pioggia totale mese G.T.P.: giorni totali pioggia n.r.: non rilevata

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mese

2015

2016

P.T.M. (mm.)

G.T.P.

(n°)

P.T.M. (mm.)

G.T.P.

(n°)

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

192,20 193,20 55,60 44,00 17,80 10,00 11,40 69,60 57,40

190,00 50,40 2,40

18 17 12 6 9 5 2 6 8

22 17 10

29,20 68,80 86,80 28,80 73,60 10,40 74,00 6,20

101,40 - - -

12 14 19 12 12 9 7 3

14 - - -

valori

totali

894,00

132

medi mensili

74,50

11,00

Legenda: (P.T.M.): pioggia totale mese (G.T.P.): giorni totali pioggia (n.r.): non rilevata

************

STAZIONE DI LAGO PATRIA (Meteo 1)

Andamento delle Precipitazioni Mensili in mm. di pioggia nel periodo 2010-2015

valore medio delle precipitazioni: 913,80 mm

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TABELLA “B.2”

STAZIONE DI LAGO PATRIA (Meteo 2)

coordinate: N. 40° 56’ 28,4’’ E. 14° 1’ 16,8’’

altitudine: 1 m.s.l.m.

Andamento delle Precipitazioni Mensili in mm. di pioggia

(valori totali e medi mensili)

mese

2009

2010

2011

P.T.M. (mm.)

G.T.P.

(n°)

P.T.M. (mm.)

G.T.P.

(n°)

P.T.M. (mm.)

G.T.P.

(n°)

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. 9,20 0,40 0,00

122,40 69,20

201,60 176,20

n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. 8 1 0 7 9

21 20

150,20 132,00 70,00 41,60 25,00 51,00 20,80 6,80 67,20

158,40 204,60 64,20

19 21 18 11 12 9 2 2 9

12 26 16

88,60 69,00

155,80 56,20 33,80 27,20 50,00 0,40 9,20

56,60 89,80

121,60

18 12 14 7

11 7 4 1 7

10 8

19

valori

totali

991,80

157

758,20

118

medi mensili

82,65

13,08

63,18

9,83

Legenda: (P.T.M.): pioggia totale mese (G.T.P.): giorni totali pioggia (n.r.): non rilevata

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mese

2012

2013

2014

P.T.M. (mm.)

G.T.P.

(n°)

P.T.M. (mm.)

G.T.P.

(n°)

P.T.M. (mm.)

G.T.P.

(n°)

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

38,40

130,60 2,80

123,80 21,40 0,00 31,80 0,00

102,00 156,40 99,80

152,40

8 12 5 15 7 0 3 0 9 14 17 20

170,60 96,00

114,20 31,00 45,40 1,60 5,20 28,20 47,40

187,20 149,60 98,20

20 19 19 7 13 3 2 2 8 21 19 19

162,20 99,40 99,20 87,60 40,80 59,40

112,80 0,40

106,80 2,80

119,60 193,60

23 21 15 17 11 7 13 1 9 5 17 18

valori

totali

859,40

110

974,60

152

1084,20

156

medi mensili

71.61

9,16

81,22

12,66

90,35

13,00

Legenda: (P.T.M.): pioggia totale mese (G.T.P.): giorni totali pioggia (n.r.): non rilevata

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mese

2015

2016

P.T.M. (mm.)

G.T.P.

(n°)

P.T.M. (mm.)

G.T.P.

(n°)

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

196,60 197,40 57,20 46,20 19,00 10,40 11,20 69,80 57,40

193,40 51,60 4,40

18 18 14 11 9 7 2 7 9

23 18 19

29,60 69,60 88,60 29,00 73,00 10,80 73,20 6,20

100,40 - - -

13 13 22 13 6 9 6 3 14 - - -

valori

totali

914,60

155

medi

mensili

76,21

77,50

Legenda: (P.T.M.): pioggia totale mese (G.T.P.): giorni totali pioggia (n.r.): non rilevata

************

STAZIONE DI LAGO PATRIA (Meteo 2)

Andamento delle Precipitazioni Mensili in mm. di pioggia nel periodo 2010-2015

valore medio delle precipitazioni: 930,46 mm

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TABELLA “C”

Superficie Territoriale e Popolazione Residente al 2011

superficie

(Kmq.)

% rispetto alla

superficie provinciale

totale

popolazione (n°)

densità

popolazione (kmq.)

COMUNE

7,43

0,6344

24.744

3.330,28

PROVINCIA

1.171,13

===

3.054.956

2.608,55

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Dati popolazione ai censimenti dal 1861 al 2011

Censimento Popolazione residenti

Var % Note

num. anno data rilevamento

1° 1861 31 dicembre 1.948 - Il primo censimento della popolazione viene effettuato nell'anno dell'unità d'Italia.

2° 1871 31 dicembre 2.130 +9,3% Come nel precedente censimento, l'unità di rilevazione basata sul concetto di "famiglia" non prevede la distinzione tra famiglie e convivenze.

3° 1881 31 dicembre 2.419 +13,6% Viene adottato il metodo di rilevazione della popolazione residente, ne fanno parte i presenti con dimora abituale e gli assenti temporanei.

4° 1901 10 febbraio 2.933 +21,2% La data di riferimento del censimento viene spostata a febbraio. Vengono introdotte schede individuali per ogni componente della famiglia.

5° 1911 10 giugno 3.120 +6,4% Per la prima volta viene previsto il limite di età di 10 anni per rispondere alle domande sul lavoro.

6° 1921 1 dicembre 3.181 +2,0% L'ultimo censimento gestito dai comuni gravati anche delle spese di rilevazione. In seguito le indagini statistiche verranno affidate all'Istat.

7° 1931 21 aprile 3.829 +20,4% Per la prima volta i dati raccolti vengono elaborati con macchine perforatrici utilizzando due tabulatori Hollerith a schede.

8° 1936 21 aprile 4.418 +15,4% Il primo ed unico censimento effettuato con periodicità quinquennale.

9° 1951 4 novembre 5.757 +30,3% Il primo censimento della popolazione a cui è stato abbinato anche quello delle abitazioni.

10° 1961 15 ottobre 7.528 +30,8% Il questionario viene diviso in sezioni. Per la raccolta dei dati si utilizzano elaboratori di seconda generazione con l'applicazione del transistor e l'introduzione dei nastri magnetici.

11° 1971 24 ottobre 9.597 +27,5% Il primo censimento di rilevazione dei gruppi linguistici di Trieste e Bolzano con questionario tradotto anche in lingua tedesca.

12° 1981 25 ottobre 14.092 +46,8% Viene migliorata l'informazione statistica attraverso indagini pilota che testano l'affidabilità del questionario e l'attendibilità dei risultati.

13° 1991 20 ottobre 20.054 +42,3% Il questionario viene tradotto in sei lingue oltre all'italiano ed è corredato di un "foglio individuale per straniero non residente in Italia".

14° 2001 21 ottobre 24.542 +22,4% Lo sviluppo della telematica consente l'attivazione del primo sito web dedicato al Censimento e la diffusione dei risultati online.

15° 2011 9 ottobre 24.744 +0,8% Il Censimento 2011 è il primo censimento online con i questionari compilati anche via web.

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emilio ciccarelli – dottore agronomo Struttura della popolazione dal 2002 al 2016

L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce di età: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana.

Lo studio di tali rapporti è importante per valutare alcuni impatti sul sistema sociale, ad esempio sul sistema lavorativo o su quello sanitario.

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TABELLA “D”

Popolazione Attiva e Non Attiva al 2011

COMUNE

PROVINCIA

totale popolazione totale “popolazione attiva” % rispetto al totale comunale % rispetto totale popolazione attiva provinciale totale “popolazione non attiva” % rispetto al totale comunale % rispetto al totale non attiva provinciale

24.744

17.367

70,20

0,841

7.377

29,80

0,745

3.054.956

2.065.385

===

===

989.571

===

===

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TABELLA “E”

Popolazione residente attiva, in condizione professionale disoccupati ed in cerca di prima occupazione, per settore di attività al 2011 (ISTAT)

COMUNE

%

PROVINCIA

%

forza lavoro totale:

9.380

100,00

1.120.748

100,00

a) occupati

1) settore agricolo 2) altre attività

5.893

831

5.062

62,83

8,86

53,97

827.175

39.327

787.848

73,81

3,51

70,30

b) disoccupati ed in cerca di prima occupazione

3.487

37,17

293.573

26,19

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TABELLA “F”

Popolazione attiva addetta in Agricoltura (Ramo 0) al 1981, 1991, 2001 e 2011 (ISTAT)

Comune

Provincia

Comune

Provincia

Comune

Provincia

Comune

Provincia

1981

1991

2001

2011

Totale

% rispetto al totale

provinciale

1.670

2,28

73.209

=

594

2,90

20.496

=

876

2,68

32.630

=

831

2,11

39.327

=

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TABELLA “G”

Struttura Produttiva Agricola (ISTAT)

COMUNE

PROVINCIA

1991

(4° Censimento Generale dell’Agricoltura)

a) aziende agricole: n° b) superficie totale (S.A.T.): Ha

c) superficie agricola utilizzata (S.A.U.): Ha

235

729,83

697,93

51.744

57.541,58

46.515,77

2000

(5° Censimento Generale dell’Agricoltura)

a) aziende agricole (n°) b) superficie totale (S.A.T.)

c) superficie agricola utilizzata (S.A.U.)

217

676,09

646,63

43.022

45.390,97

35.081,88

2010

(6° Censimento Generale dell’Agricoltura)

a) aziende agricole (n°) b) superficie totale (S.A.T.)

c) superficie agricola utilizzata (S.A.U.)

59

258,51

243,87

14.311

26.194,07

23.505,24

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TABELLA “H”

Variazioni Assolute e Percentuali

1991 / 2000

Comune

%

Provincia

%

a) aziende agricole: n°

b) superficie totale (S.A.T.): Ha

c) superficie agricola utilizzata (S.A.U.): Ha

- 18

- 53,74

- 51,30

- 7,66

- 7,36

- 4,90

- 8.722

- 12.150,61

- 11.433,89

- 16,86

- 21,12

- 24,58

2000 / 2010

Comune

%

Provincia

%

a) aziende agricole: n° b) superficie totale (S.A.T.): Ha c) superficie agricola utilizzata (S.A.U.): Ha

- 158

- 417,58

- 402,76

- 72,81

- 61,76

- 62,29

- 28.711

- 19.196,90

- 11.576,64

- 66,74

- 42,29

- 33,00

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TABELLA “I.1”

Ripartizione del Territorio al 2010 (ISTAT)

SUPERFICIE

(Ha)

%

Superficie Territoriale:

b) superficie aziendale (S.A.T.): Ha

b1) tare aziendali b2) S.A.U.

a) altra superficie

743

258,51

14,64

243,87

484,49

100,00

34,79

1,97

32,82

65,21

via a.m. pirozzi I trav., n. 3 – 80014 giugliano (na)

tel. / fax 081.8944007 - cell. 335.5733196 CCCMLE55P05E054H - 00074251216

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TABELLA “I.2”

Ripartizione del Territorio al 2016 (Dati stimati a seguito di rilevamento diretto)

SUPERFICIE

(Ha)

%

Superficie Territoriale:

a) superficie agricola (S.A.T.)

b) area non agricola (strutture sportive, verde pubblico e privato, cave, etc.)

743

459,62

283,38

100,00

61,86

38,14

via a.m. pirozzi I trav., n. 3 – 80014 giugliano (na)

tel. / fax 081.8944007 - cell. 335.5733196 CCCMLE55P05E054H - 00074251216

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TABELLA “L”

Superficie Agricola per Forma di Utilizzazione dei Terreni

Superficie Agricola Totale (S.A.T.) Ha: 459,62

SUPERFICIE

(Ha)

%

a) Seminativi - orticole

b) Coltivazioni legnose:

- drupacee - coltura specializzata - frutteto promiscuo - melo - kaki - kiwi - pioppeto - vite

c) Coltivazioni di alto reddito:

- colture protette b) Incolto – Pascolo

c) Tara -Manufatti

76,68

157,54 42,79 21,08 4,79 3,24 1,44 0,78

10,91

2,68

103,81

33,88

16,68

34,28 9,31 4,59 1,04 0,70 0,31 0,17 2,37

0,58

22,59

7,37

via a.m. pirozzi I trav., n. 3 – 80014 giugliano (na)

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TABELLA “M”

Produzione Lorda Vendibile (P.L.V.)

Destinazioni Colturali

Superficie

(Ha)

(%)

P.L.V. / Ha

(€)

P.L.V. totale

(€)

a) Seminativi:

- orticole b) Coltivazioni legnose:

- drupacee - coltura specializzata - frutteto promiscuo - melo - kaki - kiwi - pioppeto - vite

c) Coltivazioni di alto reddito: - colture protette

76,68

157,54 42,79 21,08 4,79 3,24 1,44 0,78 10,91

2,68

23,82

48,94 13,29 6,55 1,49 1,01 0,45 0,24 3,39

0,83

14.326,49

9.785,91 9.785,91 9.785,91 9.785,36 9.785,36

12.047,36 994,00

6.517,00

4.1452

1.098.555,25

1.541.672,26 418.739,09 206.286,98 46.871,87 31.704,57 17.348,20

775,32 71.100,47

111.091,36

TOTALE

321,93

100,00

3.544.145,37

P.L.V. media / Ha = € 11.009,05

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