ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE - iccortemaggiore.gov.it da pubblicare.pdf · Popolazione attiva :...
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ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE Via XX settembre, n° 40 – 29016 – CORTEMAGGIORE (PC)
Tel: 0523-836569 / Fax: 0523-836469 / e-mail: [email protected] e-mail: [email protected] - Pec: [email protected]
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1. IL NOSTRO ISTITUTO COMPRENSIVO L’Istituto Comprensivo di Cortemaggiore nasce il 1 settembre 1999: il piano provinciale di riorganizzazione, conseguente all’introduzione dell’autonomia scolastica, porta a fondere la direzione didattica e le scuole medie di Cortemaggiore, ad esse si aggiungono la scuola materna e la scuola elementare di Castelvetro, provenienti da un’altra direzione didattica.
COMUNE DI CORTEMAGGIORE
COMUNE DI VILLANOVA S/ARDA
COMUNE DI CASTELVETRO
P.NO
COMUNE DI BESENZONE
COMUNE DI SAN PIETRO
SCUOLA DELL’INFANZIA
Via Torricella n. 2 Tel. 0.523 836503
SCUOLA DELL’INFANZIA
Piazza G. Verdi Tel. 0523 836799
SCUOLA DELL’INFANZIA
Piazza Villa Tel. 0523 257666
SCUOLA PRIMARIA
Via Torricella n.2 Tel. 0523 836503
SCUOLA PRIMARIA
Via Vismara n. 7 Tel. 0523 837136
SCUOLA PRIMARIA Via San Luigi
Tel. 0523 836695
SCUOLA PRIMARIA
Via M. Gioia Tel. 0523 836998
SCUOLA PRIMARIA
Via Kennedy n. 29 Tel. 0523 823122
SCUOLA SECONDARIA DI I
GRADO Via XX settembre n. 40
Tel. 0523 836569
SCUOLA SECONDARIA DI I
GRADO Via Vismara n. 7
Tel. 0523 1885251
SCUOLA SECONDARIA DI I
GRADO Via Kennedy
Tel. 0523 823282
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IL NOSTRO TERRITORIO E LE COMUNITÀ DI APPARTENENZA
CARATTERISTICHE FISICHE E DI CONTESTO
CARATTERISTICHE ECONOMICHE
CARATTERISTICHE CULTURALI
COMUNE CORTEMAGGIORE [sede centrale dell’Istituto Comprensivo]
Il nome deriva da curtis maior, ossia corte maggiore, con evidente significato. Borgo rinascimentale, ha un ricco patrimonio artistico, nel centro storico, che conserva la struttura urbanistica rinascimentale, sorgono i più importanti monumenti civili e religiosi. Possiede 2 frazioni: Chiavenna Landi, San Martino in Olza. Classificato, come gli altri 4 comuni dell’istituto, come Regione Agraria n. 6 - Basso Arda
Residenti: 4.552 (dati ISTAT al 2010)
Densità per Kmq: 123,6
Superficie: 36,82 Kmq Paese della Bassa Piacentina, con gli altri 4 che costituiscono l’Istituto Comprensivo fa parte del Distretto di Levante, comune capofila Fiorenzuola sull’Arda. Vicino e ben collegato all’asse della via Emilia, cuore economico della provincia, al casello autostradale (A1/A21 ), ai centri nevralgici del territorio limitrofo Principali statistiche sul Comune (elaborazione su dati ISTAT: Indice di Vecchiaia (2011): 195,7% Reddito Medio al 2010 (dati del
Ministero dell'Economia e delle Finanze): 12.813
% Trend Popolazione 2001-2010
Distribuzione per Età
Visse un periodo di sviluppo economico e prosperità nel dopoguerra, quando fu trovato nelle campagne del paese un piccolo giacimento di petrolio, per impulso di Enrico Mattei (produzione benzina Supercortemaggiore). La chiusura della locale sede dell'Agip/ENI ha ridotto la prosperità economica del paese, che subisce contestualmente un importante decremento abitativo, negli ultimi anni migliora sensibilmente il trend di sviluppo, per la felice collocazione geografica, le infrastrutture, l’espansione del quartiere artigianale, che comprende aziende leader nella produzione di manufatti. Agricoltura e allevamento bovino hanno grande rilevanza. Sono presenti 3 banche. Popolazione attiva (dati al 2007) agricoltura: 282 industria: 677 altri settori: 1016
Da tempo è in atto un forte processo immigratorio. Nel 2010 gli stranieri residenti sono 672, pari al 14,8% della popolazione totale. Tra gli stranieri maggiormente presenti nel comune di Cortemaggiore ci sono: indiani, albanesi, marocchini, filippini, romeni, ecuadoregni, ucraini, nigeriani, tunisini, burkinabi, cinesi, macedoni, ghanesi, brasiliani, moldavi, egiziani,
Paese con forte senso di identità. Mensilmente si svolge una qualificata e assai frequentata Mostra mercato dell'antiquariato. Interessante biblioteca comunale. Molto ricco e articolato è il mondo associativo del paese: cito le più significative per le stabili relazioni intessute con l’istituto comprensivo: Pubblica Assistenza/AIDO/AVIS, Corale, Banda, Gruppo
Alpini, Associazione
Combattenti e Reduci. Tra le numerose e attive associazioni polisportive, spicca l’assai qualificata (per importanti risultati raggiunti in ambito nazionale e internazionale) associazione tennis tavolo. Nel capoluogo funzionano l’Asilo Infantile "Giuseppe Verdi" (lascito del Maestro), Scuola dell'infanzia paritaria e la sezione staccata “G. Marcora” dell’Istituto Agrario di Piacenza. Con quest’ultima, sita nell’edificio in cui ha sede la scuola media e gli uffici dell’istituto comprensivo, sono in atto importanti intese di collaborazione
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0-14 anni (al 2011) = 12,2%
cubani, giapponesi, cingalesi, bielorussi
CARATTERISTICHE FISICHE E DI CONTESTO
CARATTERISTICHE ECONOMICHE
CARATTERISTICHE CULTURALI
COMUNE CASTELVETRO PIACENTINO [dista 15 km da Cortemaggiore]
Chiamato in passato Castel Vetere, deriva dal latino castrum (castello) e vetus, veteris (vecchio). Situato sulla sponda destra del fiume Po, Castelvetro ebbe origine da un avamposto sorto sui resti di fortificazioni altomedioevali, il "castrum vetus". Possiede 3 frazioni: Croce Santo Spirito, Mezzano Chitantolo, San Giuliano Principali statistiche sul Comune (elaborazione su dati ISTAT):
Popolazione Residente (dati ISTAT al 2010): 5.581 Densità per Kmq: 159,0 (dati ISTAT 31.12.2010) Indice di Vecchiaia (2011)162,5 Reddito Medio al 2010 (dati del
Ministero dell'Economia e delle Finanze): 13.804
% Trend Popolazione 2001-2010:
Distribuzione per Età
Il paese gravita sostanzialmente sulla città di Cremona. Delle frazioni, una, unita a Castelvetro, ha la popolazione più numerosa del comune; un’altra è nei fatti sobborgo artigianale/commerciale di Cremona. La zona ha i caratteri tipici della campagna lombarda, e l'agricoltura, insieme al commercio ed all'industria, costituisce il fondamento dell'economia. Fattori di sviluppo del territorio: numerosi
insediamenti produttivi e commerciali,
costi più contenuti rispetto alla vicina città,
collocazione strategica e ottima rete viaria (casello A21).
Sono presenti 4 banche. Popolazione attiva (dati al 2007) agricoltura: 282 industria: 677 altri settori: 1016 Negli ultimissimi anni si è avviato un significativo processo immigratorio Nel 2010 gli stranieri residenti sono 511, pari al 9,2% della popolazione totale Tra gli stranieri maggiormente presenti nel comune di
Il tessuto socio/culturale è
frammentato e
caratterizzato da scarsa identità territoriale. Delle frazioni, solo una, quella, più decentrata, ha una forte identità; È significativo che il numero dei ristoranti superi quello delle associazioni. È assai rilevante, per qualità e quantità di interventi, la presenza della biblioteca comunale, con la quale l’istituto ha in essere una molteplicità di progetti. Nell’edificio di scuola dell’infanzia è ospitato l’asilo nido comunale. Nella frazione più popolosa, dove è collocato il polo scolastico, funziona una scuola dell’infanzia paritaria.
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0-14 anni (al 2011) = 13%
Castelvetro Piacentino ci sono: romeni, indiani, albanesi, marocchini, ivoriani, tunisini, senegalesi, cinesi, peruviani, turchi, ungheresi, ucraini, polacchi, nigeriani, ghanesi, bulgari, francesi, egiziani, slovacchi, brasiliani
CARATTERISTICHE FISICHE E DI CONTESTO
CARATTERISTICHE ECONOMICHE
CARATTERISTICHE CULTURALI
COMUNE VILLANOVA SULL’ARDA [dista 8 km da Cortemaggiore]
Il Comune di Villanova sull’Arda, al limite nord-orientale della provincia di Piacenza, ha per confini naturali il fiume Po e il torrente Ongina ed è attraversato dal corso del torrente Arda. Possiede 3 frazioni: Cignano, Sant'Agata, Soarza
Principali statistiche sul Comune (elaborazione su dati ISTAT:
Popolazione Residente: 1969 (dati ISTAT al 31.12.2010) Densità per Kmq: 54,0 Indice di Vecchiaia (2011): 180,02 Reddito Medio al 2010 (dati del
Ministero dell'Economia e delle Finanze): 12.706
% Trend Popolazione 2001-2010:
Distribuzione per Età
La campagna, suddivisa in ampi appezzamenti e costellata di grandi cascine è coltivata ad alberi da frutto, soprattutto meli e ciliegi, per i quali Villanova è famosa. Il paese è piuttosto periferico rispetto alle più importanti vie di comunicazione, anche se vi è una stazione ferroviaria sull’asse Fidenza/Cremona; il territorio di questo comune è conosciuto soprattutto per comprendere la piccola frazione di Sant'Agata, dove si trova la Villa Verdi. Sono presenti 3 banche. Popolazione attiva (dati al 2007): agricoltura: 199 industria: 297 altri settori: 356 Nel 2005 lo 0,7% dichiara redditi fino a 3000 euro, il 2,6% oltre 50000 euro, il 26% tra i 15 e 20000 euro Da anni è in atto un imponente processo immigratorio, che ha compensato la forte riduzione della popolazione storicamente residente. Nel 2010 gli stranieri residenti sono 316, pari al 16% della popolazione totale.
È presente nel capoluogo l'ospedale
Giuseppe Verdi, struttura sanitaria costruita grazie all'impegno finanziario del Maestro. Venne inaugurata nel 1888, oggi è affiancata da un moderno complesso sede di un centro di recupero e rieducazione funzionale tra i migliori in Italia. È sorta un'associazione sportiva composta dagli ex pazienti del centro, che, nonostante i tentativi di creare connessioni con le scuole del territorio, mantiene un profilo separato dal contesto della comunità locale. In un’ansa abbandonata dal Po si trova l’Isola di Giarola, ambiente naturale costituito a riserva di specie vegetali ed animali, vero laboratorio didattico all’aperto, molto utilizzato dalle scuole, e dalle nostre in particolare nel capoluogo funziona l’unica scuola dell’infanzia, paritaria.
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0-14 anni (al 2011) = 13,04%
Tra gli stranieri maggiormente presenti nel comune di Villanova sull'Arda ci sono: indiani, marocchini, romeni, albanesi, nigeriani, turchi, algerini, bulgari, ucraini, moldavi, croati, senegalesi, cingalesi
CARATTERISTICHE
FISICHE E DI CONTESTO CARATTERISTICHE ECONOMICHE
CARATTERISTICHE CULTURALI
COMUNE SAN PIETRO IN CERRO [dista 3,5 km da Cortemaggiore]
Piccolo borgo agricolo, in posizione mediana rispetto ai quattro costituenti l’istituto comprensivo, già avamposto militare dello Stato Pallavicino e feudo dei Barattieri, mostra un massiccio Castello della fine del XV secolo. Chiamato in passato Polignano Piacentino, il nome deriva dal santo patrono e dal riferimento all'area boscosa, un tempo circostante, di una specifica varietà di quercia, il cerro. Possiede una frazione: Polignano Popolazione Residente: 932 (dati ISTAT 31.12.2010) Statistiche sul Comune: Indice di Vecchiaia (2011): 194,0 Reddito Medio al 2010 (dati del
Ministero dell'Economia e delle Finanze): 11.901
% Trend Popolazione 2001-2010:
Distribuzione per Età:
Il territorio è prevalentemente agricolo. È presente 1 banca Popolazione attiva (dati al 2007): agricoltura: 143 industria: 119 altri settori: 155
Nel 2005 il 2% dichiara redditi fino a 3000 euro, lo 0,9% oltre 50000 euro, il 28,8% tra i 10 e 15000 euro Da tempo è in un processo immigratorio meno marcato rispetto agli altri comuni dell’istituto, ma significativo rispetto alla popolazione. Nel 2010 gli stranieri residenti sono 67, pari al 7,2 della popolazione totale. Tra gli stranieri maggiormente presenti nel comune di San Pietro in Cerro ci sono: indiani, marocchini, svizzeri, nigeriani, romeni, albanesi, ecuadoregni, moldavi, tunisini, macedoni, bosniaci, serbi, statunitensi
Patrimonio culturale del comune è il castello, residenza privata, ma inserita nel circuito culturale dei Castelli di Parma e Piacenza. Il castello contiene anche una visitabile e interessante collezione d’arte contemporanea. Il proprietario offre gratuitamente la struttura per iniziative che coinvolgono le nostre scuole. Molto attiva – anche con la scuola - è la locale sede della Pro Loco. La scuola primaria è a rischio di chiusura per essere al di sotto dei parametri riconosciuti per il funzionamento. La comunità locale, amministrazione comunale in testa, è mobilitata per allontanare l’occorrenza.
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0/14 anni (al 2011): 12,6%
CARATTERISTICHE FISICHE E DI CONTESTO
CARATTERISTICHE ECONOMICHE
CARATTERISTICHE CULTURALI
COMUNE BESENZONE [dista 2,5 km da Cortemaggiore]
Il nome pare risalga al nome del figlio di Mesenzio, antico re di Toscana, che qui edificò un castello, di cui oggi, però, non vi è traccia. Sono sicure le origini preistoriche dei primi insediamenti in questa zona. Possiede 2 frazioni: Bersano e Mercore
Popolazione Residente: 989 (dati ISTAT 31.12.2010)
Statistiche sul Comune: Indice di Vecchiaia (2011): 195,9 Reddito Medio al 2010 (dati del
Ministero dell'Economia e delle Finanze): 11.428
% Trend Popolazione 2001-2010
Distribuzione per Età:
È un paese in espansione per la presenza di nuovi insediamenti produttivi e abitativi; al fenomeno ha sicuramente contribuito la politica dei prezzi più competitivi rispetto a quelli praticati nei territori limitrofi. L’agricoltura rimane la caratteristica peculiare del territorio, caratterizzato dalla presenza di grandi latifondi. Nel 2005 l’1,6% dichiara redditi fino a 3000 euro, il 2% oltre 50000 euro, il 26,4% tra i 10 e 15000 euro È presente 1 banca Popolazione attiva (dati al 2007): agricoltura: 193 industria: 133 altri settori: 145 Da tempo è in atto un forte processo immigratorio Nel 2010 gli stranieri residenti sono 114, pari all’11,5% della popolazione totale. Tra gli stranieri maggiormente presenti nel comune di Besenzone ci sono: indiani, marocchini, romeni, serbi, moldavi, albanesi, burkinabi, ucraini, argentini, tedeschi, tunisini, polacchi
È molto attiva la sezione della Pro Loco. È da segnalare la forte identità di paese e l’alta percentuale di abitanti giovani che partecipano attivamente alla vita della scuola. La scuola primaria è a rischio di chiusura per essere al di sotto dei parametri riconosciuti per il funzionamento. La comunità locale, amministrazione comunale in testa, è mobilitata per allontanare l’occorrenza.
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0/14 anni = 12,4%
2. PRINCIPI GENERALI DEL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA
Gli obiettivi educativi e didattici contenuti nel Piano dell’Offerta Formativa e le scelte organizzative per il loro perseguimento, vanno declinati dopo aver ri-significato la scuola come servizio alla
persona per la formazione dell’uomo e del cittadino e dopo aver definito la politica di fondo che vogliamo perseguire nel nostro Istituto
- Servizio educativo idoneo ai bisogni formativi degli alunni e del territorio - Gestione del servizio secondo i criteri di imparzialità, equità, continuità, diritto di scelta,
partecipazione, efficienza ed efficacia - Equivalente livello di qualità nelle diverse classi - Sviluppo della capacità di lavorare per obiettivi misurabili - Garanzia di azioni orientate alla prevenzione dei problemi e al miglioramento continuo - Utilizzo ottimale delle risorse - Cura del clima interno: impegno a facilitare i rapporti, la collaborazione, il rispetto reciproco, lo
spirito di tolleranza - Garanzia di un curricolo standard minimo di qualità - Garanzia di progettualità intesa come patrimonio comune volto alla compensazione e alla
ricerca dell’eccellenza - Garanzia di assenza di discriminazioni per motivi riguardanti il sesso, l’etnia, la lingua, la
religione, le condizioni psicologiche, fisiche e socioeconomiche - Attuazione in tutte le classi di percorsi formativi che rappresentano la concretizzazione degli
obiettivi nazionali dei tre ordini di scuola, con l’esplicita funzione di realizzare il diritto all’apprendimento e al successo formativo di ciascun alunno secondo le sue potenzialità.
Pertanto, la nostra Scuola intende compiere scelte educative e didattiche e lavorare per favorire la crescita e lo sviluppo della persona nella relazione con gli altri in un contesto sociale e ambientale.
IO
GLI ALTRI IL MONDO
INTEGRAZIONE
INTERCULTURALITÀ ESPRESSIVITÀ
RICERCA
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3. QUALITÀ L’Istituto Comprensivo svolge regolarmente attività mirate alla ricostruzione e conoscenza dei processi di erogazione del servizio, attività di autovalutazione dell’ambito didattico e organizzativo. Ci si impegna a migliorare il livello di efficienza e di efficacia, individuando i livelli di partenza e lo “stato dell’arte”, ragionando sui punti di forza e di debolezza, progettando le azioni volte al miglioramento e alla standardizzazione dei livelli di eccellenza.
Il Piano dell’Offerta Formativa contiene riferimenti espliciti a parametri e descrittori che consentono di operare in un contesto di chiarezza degli obiettivi, di verificabilità delle azioni educative poste in essere, di sviluppo e autoregolamentazione delle pratiche formative. Particolare attenzione, pertanto, è posta sui seguenti indicatori:
la condivisione delle scelte il lavoro collegiale degli insegnanti l’attenzione al tema della continuità, verticale e orizzontale l’attenzione alle diversità l’attivazione di percorsi interculturali il raccordo interdisciplinare come strumento per garantire l’unitarietà dell’insegnamento l’individualizzazione delle procedure di insegnamento la ricerca di traguardi irrinunciabili comuni e definiti collegialmente il ricorso alla valutazione formativa la flessibilità organizzativa e didattica l’utilizzazione razionale degli spazi educativi l’attenzione alla sicurezza il rapporto costante fra insegnanti e famiglie la disponibilità degli insegnanti alla sperimentazione, all’innovazione didattica e
all’aggiornamento professionale l’apertura alla collettività, ai bisogni e alle opportunità offerte dal territorio.
4. TEMPO SCUOLA Il tempo scolastico, variabile sostanziale e di fondamentale importanza per tutti i percorsi di formazione attivati, è determinato tenendo conto sia delle esigenze degli alunni e della collettività, sia delle capacità di offerta formativa dell’Istituto. Tempo scuola come durata: in ogni ordine scolastico ed in ciascun plesso sono in atto diverse organizzazioni della giornata e della settimana, ponendo l’attenzione alla ricerca e alla definizione dei giusti equilibri, delle coerenze, delle pari opportunità rispetto alla garanzia del servizio e alla tutela del diritto degli alunni a prestazioni qualificate. Tempo scuola come ritmo: l’Istituto si impegna a perseguire obiettivi di miglioramento in ordine al bilanciamento curricolare, attraverso un’adeguata distribuzione dei carichi cognitivi richiesti agli studenti nei vari segmenti temporali della giornata, della settimana, dell’anno scolastico. Questa impostazione permette un’attenzione ai ritmi di apprendimento individuali e la possibilità di attuare curricoli individualizzati. In particolare, le ore di compresenza/contemporaneità sono prioritariamente destinate al recupero delle situazioni di debolezza cognitiva, e allo sviluppo dell’eccellenza e delle potenzialità positive; consentono altresì la pratica del laboratorio, sollecitando il saper fare e il protagonismo degli alunni, mirando ad aumentarne la motivazione, la gratificazione, il piacere di venire a scuola.
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5. FLESSIBILITÀ La flessibilità didattica e organizzativa – intesa come adattabilità, apertura al cambiamento, capacità di orientamento, cultura reticolare – è il paradigma ricorrente dell’impianto formativo praticato nell’istituto, e si collega alle iniziative di cooperazione, nonché di ideazione e messa a punto di modelli di intervento funzionali sia alla valorizzazione delle competenze culturali specifiche della scuola, sia alla soluzione dei problemi connessi al miglioramento delle pratiche didattiche. In particolare:
l’organizzazione flessibile della didattica coinvolge docenti, alunni, curricoli, orari, spazi e risorse con modalità diversificate, a seconda delle singole realtà dei plessi e degli ordini scolastici, ma comunque coerenti con l’esigenza di produrre miglioramenti dei processi d’insegnamento/apprendimento, nell’ambito degli standard di prestazione individuati;
l’Istituto propone percorsi che rispondano in parte alle motivazioni e alle libere scelte dell’utenza, in parte all’autonoma progettualità della scuola. Nell’Istituto viene adottata la soluzione organizzativa del tempo flessibile potenziato, garantendo il rispetto dell’orario settimanale di base valido per tutti, come previsto dagli ordinamenti vigenti, aumentato da un orario facoltativo elettivo (dedicato prioritariamente al recupero e al potenziamento), stabilito sulla base delle richieste delle famiglie e della disponibilità delle risorse umane e finanziarie assegnate. Tale modello organizzativo traduce nella didattica le potenze pedagogiche della pluralità delle forme di apprendimento e delle attività multidisciplinari, ed è teso a migliorare l’attenzione sulle dinamiche relazionali.
In particolare: nella scuola primaria le attività opzionali che integrano l’orario annuale delle lezioni di cui all’art. 7, commi 1-2, D.L. n. 59/2004, sono finalizzate a realizzare la personalizzazione del piano di studi previsto per le varie classi e sono parte integrante dell’offerta formativa programmata; nella scuola secondaria di I grado le classi funzionanti con tempo prolungato realizzano le attività didattiche aggiuntive all’orario curricolare per potenziare e consolidare le capacità autonome di studio, per accrescere conoscenze e abilità, anche in relazione alla tradizione culturale del territorio e della civiltà contemporanea, attraverso la pratica sistematica della didattica laboratoriale.
6. VALUTAZIONE La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate, promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine. Assume una preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo. Agli insegnanti compete la responsabilità della valutazione e la cura della documentazione didattica, nonché la scelta dei relativi strumenti nel quadro dei criteri deliberati dai competenti organi collegiali. Nel nostro istituto la valutazione ha cadenza quadrimestrale, tuttavia, per favorire il diritto al successo formativo, ai fini dell’applicazione del principio della costante informazione agli alunni e alle famiglie viene formulato un giudizio intermedio (di norma consegnato nei mesi di dicembre e aprile) che contiene le notizie relative alla partecipazione alla vita della scuola, nonché osservazioni sull’andamento del processo di apprendimento e sul livello di maturazione raggiunto. La valutazione è un processo continuo che si incardina nel progetto formativo dell’Istituto, tiene conto dell’evoluzione delle competenze, delle conoscenze e delle abilità del discente rispetto alla situazione di partenza, valorizza l’impegno e la partecipazione attiva dell’alunno nel processo di apprendimento-insegnamento, considera le reali capacità individuali e conduce ad una verifica periodica e annuale degli apprendimenti e del comportamento degli allievi. La valutazione degli apprendimenti scolastici e del comportamento degli allievi, pertanto, assume una preminente funzione formativa di accompagnamento dei percorsi educativo-didattici, di stimolo al miglioramento continuo degli allievi ed è anche azione finalizzata all’orientamento scolastico e formativo.
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Essa stimola l’autovalutazione da parte dell’alunno. Assolve pertanto ai seguenti compiti: aiuta a riconoscere le capacità e a scoprire i punti deboli; abitua a considerare l’errore come opportunità di apprendimento e non come motivo di
frustrazione; fornisce strumenti per comprendere quali aspetti possono condizionare positivamente o
negativamente il percorso. aiuta a trovare strategie utili al miglioramento e al superamento delle difficoltà.
L’insegnante opera secondo i principi di imparzialità, omogeneità, equità e trasparenza ed è responsabile della verifica e della valutazione delle conoscenze dichiarative, delle abilità procedurali e del comportamento degli alunni; cura altresì la documentazione ed opera la scelta degli strumenti ritenuti più idonei per esercitare tali pratiche sulla base dei criteri generali dettati dagli organi collegiali.
L’osservazione costante del processo di apprendimento degli alunni, consente di avere un quadro chiaro ed obiettivo del raggiungimento o meno delle competenze di base, anche in un’ottica trasversale, e mira alla definizione quantitativa e qualitativa di che cosa ciascun allievo ha acquisito in ordine:
- ai percorsi disciplinari e interdisciplinari attuati - al comportamento agito - alle competenze personali maturate e testimoniate in precise situazioni di compito.
La valutazione è un attento lavoro di confronto e di analisi da parte degli insegnanti dei risultati ricavati:
• dalle osservazioni (sistematiche e non) • dalle rilevazioni periodiche, ovvero dalle attività svolte per accertare il possesso di una specifica padronanza • da altre strategie o tecniche di verifica che tengono conto della complessità del soggetto.
L’azione di verifica è precedente e funzionale alla valutazione ma non si identifica con essa. Le valutazioni delle diverse prove di verifica andranno a confluire nella valutazione quadrimestrale e finale espressa in decimi che sarà riportata sul documento di valutazione.
L’Istituto, al fine di garantire la tempestiva informazione sui livelli di apprendimento raggiunti, assicura alle famiglie anche la comunicazione bimestrale, per regolare le conoscenze acquisite e coinvolgere l’alunno e la sua famiglia in un percorso di riflessione sul lavoro svolto, ai fini dell’esercizio della corresponsabilità educativa .
VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO
Particolare attenzione viene posta alla valutazione del comportamento, che dà particolare risalto alla dimensione collegiale nell’attenzione educativa della valutazione.
Criteri per l’attribuzione del giudizio in comportamento nella scuola primaria e nella scuola secondaria di I grado
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FREQUENZA INTERESSE E
PARTECIPAZIONE
SOCIALIZZAZIONE RISPETTO delle
REGOLE
GIUDIZIO
(per le
Primarie)
VOTO
(per le
sec. I
grado)
Regolare Interesse costante e
curioso.
Partecipazione
propositiva alle
lezioni.
Responsabile ed
autodisciplinato nel
lavoro scolastico
Eccellente
socializzazione;
interazione attiva e
costruttiva. Pieno
rispetto di sé e degli
altri; consapevole
accettazione delle
diversità.
Pieno rispetto
dell’ambiente
scolastico e del
Regolamento
d’Istituto.
ESEMPLARE
10
Regolare Vivo interesse ed
attiva
partecipazione alle
lezioni. Costante
adempimento dei
lavori scolastici.
Ottima
socializzazione,
ruolo
collaborativo nel
gruppo classe.
Pieno rispetto di sé e
degli altri;
consapevole
accettazione delle
diversità.
Buono rispetto
dell’ambiente
scolastico e del
Regolamento
d’Istituto.
OTTIMO
9
Abbastanza
regolare;
qualche ritardo
nelle
giustificazioni
Essenziale
attenzione e
sufficiente
partecipazione alle
attività scolastiche.
Abbastanza
regolare nello
svolgimento del
lavoro.
Buona
socializzazione,
partecipazione alle
dinamiche del
gruppo classe.
Discreto rispetto di
sé e degli altri.
Discreto rispetto
dell’ambiente
scolastico e del
Regolamento
d’Istituto.
DISTINTO
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Non sempre
regolare;
ritardi ed
assenze non
sempre
giustificati con
regolarità.
Interesse e
partecipazione
discontinui.
Irregolare
svolgimento del
lavoro scolastico.
Comportamento non
sempre corretto e
poco collaborativo.
Frequente
disturbo delle
lezioni.
Frequente
inosservanza del
Regolamento
d’Istituto, con
eventuali
provvedimenti
disciplinari.
BUONO
7
12
Molto
irregolare;
ripetute
omissioni e
mancanze
nelle
giustificazioni
.
Scarso interesse e
poca partecipazione
alle attività
scolastiche.
Irregolare
svolgimento del
lavoro scolastico.
Comportamento
scorretto e non
collaborativo.
Frequente
disturbo delle
lezioni.
Frequente
inosservanza del
Regolamento,
sanzionata da
provvedimenti
disciplinari.
SUFFICIENTE
6
Assenze
frequenti, tali
da limitare in
modo
rilevante il
rendimento
scolastico
Disinteresse e
scarsa
partecipazione alle
attività scolastiche.
Negligenza
abituale.
Comportamento
scorretto verso gli
altri. Funzione
negativa nel gruppo
classe.
Frequente
violazione dei
regolamenti con
ammonizioni
verbali e/o
scritte e sanzioni
che prevedano
l’allontanamento
dalla scuola per
un periodo
superiore ai 15
gg. o che,
successivamente
all’irrogazione
delle sanzioni
disciplinari con
allontanamento
dalla scuola per
un periodo
inferiore ai 15
gg., non abbia
dimostrato
apprezzabili e
concreti
cambiamenti nel
comportamento
tali da
evidenziare un
sufficiente livello
di miglioramento
nel percorso di
crescita.
NON
SUFFICIENTE
5
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7. ABILI…… DIVERSAMENTE L’Istituto, nell’ambito degli interventi istituzionali previsti dalla Legge 104/’92 per il sostegno alle diverse abilità, e delle risorse assegnate, ricerca le strategie adeguate per affrontare le fragilità che i disturbi nell’apprendimento e nella relazionalità riverberano prioritariamente sullo sviluppo delle competenze. Tale impegno viene concretizzato attraverso la formalizzazione dei Piani Educativi Individualizzati e, più in generale, nell’applicazione dell’Accordo di Programma provinciale per l’integrazione scolastica degli alunni in situazione di handicap. L’Istituto pone altresì attenzione alla personalizzazione dell’insegnamento anche per gli allievi con segnalazione specialistica di Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA): dislessia, disgrazia, disortografia, discalculia. A tali fini, partecipano a diverse azioni poste in essere da reti di scuole e dalle agenzie competenti del territorio per rendere gli interventi più efficaci e per la formazione dei docenti.
8. DALLA MULTICULTURALITÀ ALL’INTERCULTURALITÀ La Società globalizzata e multiculturale unitamente alla massiccia presenza di alunni stranieri nelle scuole del nostro Istituto comportano un’attenzione particolare sui temi della multiculturalità e dell’interculturalità per rendere tutti gli alunni più consapevoli dei diritti e dei doveri di cittadinanza attiva. Facilitare un percorso di integrazione e di formazione scolastica ai minori stranieri in grado di far loro vivere in modo costruttivo l’esperienza di una neocittadinanza consente anche di disinnescare elementi di tensione inter-etnica nel territorio, di trasformare la loro presenza non come problema, ma come arricchimento culturale per la scuola e il territorio locale.
9. TECNOLOGIA E INFORMATICA
Il nostro Istituto rivolge grande attenzione all’introduzione delle tecnologie informatiche sia nella gestione dell’amministrazione scolastica che nell’utilizzo nella didattica. Tale attenzione si manifesta nella ricerca di un efficace impiego della dotazione delle apparecchiature informatiche, nell’investimento nella formazione del personale e nell’attivazione, per gli alunni di tutti i plessi, di percorsi di apprendimento delle tecnologie informatiche. Tutti i plessi dispongono di accesso ad internet. L’introduzione delle LIM in ambiente scolastico permette a docenti e studenti una partecipazione interattiva alle attività didattiche ed al processo di insegnamento ed apprendimento; esse sono infatti utilizzabili a prescindere dalla disciplina insegnata. Gli strumenti informatici sono considerati risorse per lo sviluppo delle competenze digitali degli allievi: in tal senso devono consentire agli allievi l’uso critico e consapevole delle tecnologie della comunicazione; costituiscono inoltre opportunità e, in alcuni casi, indispensabile supporto al percorso formativo per gli allievi con bisogni educativi speciali e con disturbi specifici dell’apprendimento. L’Istituto partecipa a progetti che prevedono il potenziamento delle dotazioni informatiche in uso, l'ammodernamento dei laboratori e l'ampliamento delle dotazioni LIM nelle classi nella scuola primaria e secondaria.
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10. LABORATORI E PROGETTI DIDATTICI: STRUMENTI PER SVILUPPARE LE COMPETENZE
I progetti attuati nel nostro Istituto Comprensivo: possono essere di classe, di plesso, di istituto o in rete con altri istituti; di breve durata, annuali o
pluriennali sono finalizzati al consolidamento e allo sviluppo delle competenze hanno lo scopo di far emergere le potenzialità di ciascun alunno, di favorire l’integrazione e
l’accoglienza nell’ambiente scolastico trovano il loro fondamento e la loro elaborazione all’interno delle attività curricolari, si radicano in
esse la progettazione stessa, la durata, i contenuti e gli obiettivi sono calibrati sull’età, sui livelli e sulle
caratteristiche delle classi coinvolte i progetti pluriennali caratterizzano l’Istituto, danno continuità nel territorio e nel tempo.11.
ORIENTAMENTO L’Istituto Comprensivo, secondo le scelte operate dagli insegnanti e degli ordinamenti propri di ogni segmento scolastico, progetta e realizza moduli didattici per l’orientamento, inteso come attività formativa il cui fine è essenzialmente quello di aiutare l’alunno a prendere consapevolezza:
dei propri bisogni, della necessità, cioè, di acquisire o rinforzare la motivazione allo studio e/o di colmare determinate lacune nella preparazione pregressa,
delle proprie potenzialità, cioè delle capacità latenti e ancora non espresse,
delle proprie attitudini, cioè delle capacità manifeste.
Secondo le modalità proprie della Life Skills Education, strategia educativa che si applica in coerenza con i contenuti della sperimentazione di cui al progetto autorizzato dal MIUR nel triennio 2000/01, 2001/02, 2002/03, le attività formative finalizzate all’orientamento sono raggruppate attorno a tre macroobiettivi, trasversali alle discipline, che investono l’alunno negli aspetti fondamentali della sua identità personale:
conoscenze e capacità tecniche,
volontà e responsabilità,
accettazione degli altri e capacità sociocollaborativa. La Scuola assicura, pertanto, l’attenzione allo stretto legame che deve intercorrere tra l’orientamento e la formazione. La nostra società, complessa e ad alto sviluppo, è soggetta a un continuo cambiamento, sia nel campo delle conoscenze e delle tecniche, che nel campo delle norme e dei valori, e necessita pertanto di una ridefinizione della finalità orientativa e formativa della scuola. Occorre quindi orientare e formare l’alunno durante tutte le tappe del percorso scolastico, affinché:
acquisisca un corredo cognitivo di base, che gli permetta un ulteriore e continuo sviluppo culturale e professionale,
sappia assumere decisioni il più possibile autonome e responsabili circa le scelte da compiere per quanto riguarda l’assolvimento dell’obbligo formativo, in ordine sia agli studi ulteriori che all’ingresso nel mondo del lavoro,
acquisisca atteggiamenti e comportamenti positivi circa i valori della società democratica e gli impegni che dovrà assolvere come cittadino e come lavoratore.
11. ORIENTAMENTO L’Istituto Comprensivo, secondo le scelte operate dagli insegnanti e degli ordinamenti propri di ogni segmento scolastico, progetta e realizza moduli didattici per l’orientamento, inteso come attività formativa il cui fine è essenzialmente quello di aiutare l’alunno a prendere consapevolezza:
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dei propri bisogni, della necessità, cioè, di acquisire o rinforzare la motivazione allo studio e/o di colmare determinate lacune nella preparazione pregressa,
delle proprie potenzialità, cioè delle capacità latenti e ancora non espresse,
delle proprie attitudini, cioè delle capacità manifeste.
Secondo le modalità proprie della Life Skills Education, strategia educativa che si applica in coerenza con i contenuti della sperimentazione di cui al progetto autorizzato dal MIUR nel triennio 2000/01, 2001/02, 2002/03, le attività formative finalizzate all’orientamento sono raggruppate attorno a tre macroobiettivi, trasversali alle discipline, che investono l’alunno negli aspetti fondamentali della sua identità personale:
conoscenze e capacità tecniche,
volontà e responsabilità,
accettazione degli altri e capacità sociocollaborativa. La Scuola assicura, pertanto, l’attenzione allo stretto legame che deve intercorrere tra l’orientamento e la formazione. La nostra società, complessa e ad alto sviluppo, è soggetta a un continuo cambiamento, sia nel campo delle conoscenze e delle tecniche, che nel campo delle norme e dei valori, e necessita pertanto di una ridefinizione della finalità orientativa e formativa della scuola. Occorre quindi orientare e formare l’alunno durante tutte le tappe del percorso scolastico, affinché:
acquisisca un corredo cognitivo di base, che gli permetta un ulteriore e continuo sviluppo culturale e professionale,
sappia assumere decisioni il più possibile autonome e responsabili circa le scelte da compiere per quanto riguarda l’assolvimento dell’obbligo formativo, in ordine sia agli studi ulteriori che all’ingresso nel mondo del lavoro,
acquisisca atteggiamenti e comportamenti positivi circa i valori della società democratica e gli impegni che dovrà assolvere come cittadino e come lavoratore.
12. RISORSE UMANE Nel piano annuale si definisce la formazione delle classi, tenendo conto degli organici per le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado e dell’assegnazione dei docenti di sostegno in deroga. L’assegnazione dei docenti alle classi e agli ambiti è effettuata dal dirigente scolastico secondo quanto previsto dal comma 2 dell’art. 396 del T.U. n. 297 del 16.4.1994 e dell’art. 25 del D.Lgs n. 165 del 30.3.2001. L’assegnazione delle risorse destinate all’integrazione e all’inserimento degli alunni con handicap nei tre ordini di scuola viene effettuata sulla base delle proposte del gruppo Handicap d’istituto.
13. CRITERI E MODALITÀ PER L’ATTRIBUZIONE DEGLI INCARICHI RETRIBUIBILI CON IL FONDO D’ISTITUTO
Il fondo d’Istituto e comunque ogni altro stanziamento destinato alla retribuzione di prestazioni straordinarie del personale sono finalizzati a :
valorizzare e sviluppare le molteplici risorse umane esistenti nelle scuole
migliorare l’organizzazione complessiva dell’Istituto
sviluppare le attività delle commissioni, dei gruppi di lavoro, dei dipartimenti disciplinari
riconoscere i maggiori impegni individuali di docenti referenti e/o responsabili di specifiche attività e iniziative di interesse generale
promuovere e sostenere la crescita professionale del personale
riconoscere il maggiore impegno dei docenti che, a qualunque titolo, prestano servizio in modo comunque articolato e flessibile
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riconoscere il maggior impegno (quantitativo e qualitativo) del personale amministrativo e ausiliario in relazione all’articolazione delle diverse attività didattiche promosse dalla scuola.
Funzionano inoltre alcune commissioni con il compito di affrontare i problemi di particolare rilevanza per la nostra scuola. I risultati e le proposte delle Commissioni, che sono rinnovate all’inizio di ogni anno scolastico, sono di volta in volta presentate al Collegio dei Docenti.
14. STAFF E INCARICHI
La complessità che caratterizza l’istituto, dovuta al numero di plessi e alla loro distanza dalla sede centrale, ai rapporti con cinque amministrazioni comunali e alla composizione dell’utenza, impone un’articolata distribuzione delle funzioni e delle competenze, al fine di assicurare funzionalità e qualità dell’offerta e dei servizi, attraverso un controllo costante dei processi e dei risultati. Pertanto, nella designazione e nell’assegnazione degli incarichi da parte del Dirigente Scolastico e del Collegio dei Docenti prevale il criterio di utilizzare competenze acquisite, disponibilità ed energie reali veramente spendibili all’interno dell’istituzione e sul territorio. Incarichi e funzioni sono affidati ad insegnanti riconosciuti come esperti conoscitori dei problemi scolastici, delle istanze degli alunni, delle famiglie e del territorio con le sue istituzioni.
15. IL CONSIGLIO DI PLESSO Il Consiglio di Plesso è un’articolazione del Collegio Docenti, è composto da tutti i docenti in servizio nel plesso ed è luogo di confronto e di ricerca che si avvale della professionalità dei suoi componenti e la valorizza per l’arricchimento e il sostegno reciproco. I docenti del consiglio, che si riuniscono di norma all’inizio dell’anno scolastico, in settembre (fase di programmazione), a metà anno scolastico (verifica in itinere), in giugno, al termine dell’anno scolastico, per la verifica finale. Individuano i segmenti educativi irrinunciabili ed i collegamenti interdisciplinari. Scelgono le metodologie e gli strumenti più efficaci. Concordano le modalità di misurazione degli apprendimenti e definiscono le soglie di
sufficienza. Suggeriscono strategie per incrementare la motivazione, favorire l’apprendimento e prevenire
l’abbandono. Suggeriscono modalità di sostegno disciplinare e/o trasversale ai diversamente abili. Si fanno promotori di iniziative per la valorizzazione delle eccellenze. Creano momenti di confronto e autoaggiornamento. Suggeriscono iniziative di formazione. Verificano l’andamento delle attività programmate e la validità delle decisioni assunte.
Il Consiglio di Plesso indica al Dirigente Scolastico il Coordinatore di plesso, elabora il piano progettuale in modo conforme alla direttiva del Dirigente Scolastico e alle prescrizioni del POF. Di anno in anno, può decidere di concentrare l’attenzione su singole tematiche. Tiene memoria documentale delle proprie riunioni. Limitatamente alla scuola primaria, il Consiglio di Plesso integra, nelle funzioni, il Consiglio di Interclasse.
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16. IL COORDINATORE DI PLESSO
Il Coordinatore di plesso viene nominato dal Dirigente scolastico su indicazione del Consiglio di plesso. Sviluppa la sua funzione nei seguenti ambiti:
1. Azioni di routine: comunicazioni telefoniche di servizio ritiro e consegna della posta in Presidenza e viceversa (anche delegando una/un
collega) ritiro di materiale fornito dagli uffici di Presidenza e di Segreteria diffondere le circolari/comunicazioni/informazioni al personale in servizio nel plesso e
controllare le firme di presa visione, organizzando un sistema di comunicazione interna funzionale e rapido
redigere, entro il mese di maggio, l’elenco degli interventi sulle strutture edilizie di competenza delle amministrazioni comunali da realizzare nel plesso in tempo utile per l’avvio regolare del successivo anno scolastico. Gli elenchi saranno raccolti a cura del RSPP e tempestivamente inoltrati – per il tramite dell’Ufficio - alle Amministrazioni comunali per gli interventi di competenza
comunicare sistematicamente al Dirigente Scolastico l’andamento ed i problemi del plesso
controllare le scadenze per la presentazione di relazioni, domande, ecc. 2. Relazioni
a. Con i colleghi Essere un punto di riferimento organizzativo, raccogliere e prendere nota degli argomenti
da affrontare nelle riunioni di organi collegiali Sapersi porre, in alcune situazioni, come gestore di relazioni funzionali al servizio di
qualità Riferire comunicazioni, informazioni e/o chiarimenti avuti dalla Presidenza o da altri
referenti Raccogliere e farsi portavoce di proposte, stimoli, criticità, ecc… Nella scuola dell’infanzia: coordinare la programmazione di plesso
b. Con gli alunni, in veste di responsabile di norme e regole ufficiali di funzionamento della scuola (autorità delegata)
Organizzare l’entrata e l’uscita delle classi all’inizio e al termine delle lezioni Raccogliere, vagliare adesioni ad iniziative didattico-educative promosse da enti
significativi del territorio Intervenire, nel caso di inadempienze, coordinando le azioni previste dai Regolamenti
interni 3. Organizzazione di:
a. Spazi: Predisporre l’organizzazione di spazi comuni (palestra, laboratori…)
b. Funzionalità: Disporre l’orario settimanale delle lezioni e il piano delle sostituzioni per la copertura di
supplenze brevi nel plesso, organizzando le presenze dei docenti, sulla base dei criteri fissati, al fine di assicurare la copertura delle classi
Far fronte ai “piccoli problemi” del plesso che esulano dall’intervento della Presidenza o, nelle situazioni di emergenza, in attesa del soggetto preposto
Mediare, se necessario, i rapporti tra colleghi ed altro personale della scuola, 4. Assunzione di vigilanza rispetto a:
Curare l’adempimento delle disposizioni impartite dalla dirigenza e l’applicazione dei Regolamenti
vigilare sull’osservanza rigorosa del divieto di fumo in tutti gli ambienti scolastici e segnalare i casi di inadempienza alla dirigenza
segnalare eventuali rischi, con tempestività, alla Presidenza
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I docenti collaboratori di plesso, oltre ai compiti sopra indicati, partecipano alle riunioni di staff per individuare linee strategiche di gestione del servizio.
17. IL COORDINATORE DEL CONSIGLIO DI INTERSEZIONE, INTERCLASSE, CLASSE
Il Coordinatore del Consiglio di Intersezione, Interclasse, Classe è un docente, nominato dal Dirigente scolastico e delegato a sostituirlo, in caso di assenza, a
presiedere gli incontri dell’organo collegiale, è leader istituzionale, con compiti molteplici, finalizzati alla programmazione, al controllo dei
processi, alla gestione degli incontri, all’espletamento delle procedure dovute, nel modo migliore e nel rispetto della legalità e della legittimità.
In particolare, i suoi ruoli si definiscono in tre ambiti: 1. istituzionale vero e proprio 2. di coordinamento 3. di controllo
1. Ambito istituzionale: Come delegato del Dirigente scolastico, in sua assenza:
presiede ai lavori del Consiglio, sia nella fase di programmazione che in quella di valutazione del profitto degli studenti secondo quanto previsto dal D.Lgs. 297/94
è garante della legalità e della legittimità degli atti è responsabile della conduzione efficace degli incontri.
Pertanto: cura le linee generali della programmazione educativa della classe prepara l’eventuale materiale informativo necessario per condurre nel modo migliore gli
incontri gestisce gli interventi, curando che tutti i colleghi siano attivamente partecipi tiene i colleghi sul compito e vigila sull’uso del tempo, affinché l’ordine del giorno della seduta
sia rispettato cura che la verbalizzazione sia precisa nelle delibere, chiara nella comunicazione, completa
nelle informazioni e documentata. riferisce e spiega al Dirigente Scolastico i problemi emersi nel corso della discussione, per
individuare le soluzioni migliori. 2. Ambito di coordinamento:
promuove il coordinamento didattico tiene contatti continui con i colleghi per avere un’immagine “in tempo reale”, aggiornata del
trend della classe, dei progressi, dei problemi relativi all’apprendimento e/o alla socializzazione, per tenere aggiornato un quadro dinamico dei risultati, ma anche dei bisogni dei singoli e/o di un gruppo di allievi
di fronte a situazioni di difficoltà, si attiva e collabora per individuare con i colleghi gli interventi di recupero o sostegno più efficaci tra le modalità previste
sensibilizza i colleghi sull’opportunità di attivare delle innovazioni, tiene i rapporti con le famiglie degli alunni soprattutto nei casi di persistente negligenza è il rappresentante del Consiglio nelle attività collegiali a livello di istituto.
3. Ambito di controllo: Il Coordinatore del Consiglio di Intersezione, interclasse, classe, proprio perché investito di un ruolo istituzionale e professionale specifico, ha il diritto-dovere del monitoraggio dei processi educativi, delle attività integrative programmate, dei progetti interdisciplinari curricolari previsti dal POF e fatti propri dal consiglio.
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18. FORMAZIONE IN SERVIZIO/AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE La formazione in servizio, intesa come occasione di sviluppo professionale continuo degli operatori, è finalizzata alla soluzione di specifici problemi di carattere didattico, organizzativo e relazionale, in quello specifico contesto operativo e professionale che è la scuola. Si privilegia:
l’adozione di metodologie attive, come la ricerca/azione, la valorizzazione dell’autoformazione (compresa la partecipazione individuale ad attività di
formazione, a seminari, corsi, ecc., tesi all’approfondimento di tematiche funzionali a migliorare la professionalità),
la consulenza e l’assistenza tecnica, il miglioramento delle pratiche didattiche, organizzative, relazionali.
19. CRITERI PER L’UTILIZZO DELLE RISORSE FINANZIARIE ASSEGNATE ALLA
SCUOLA DALLO STATO E PER IL REPERIMENTO DI ULTERIORI RISORSE I fondi che il Ministero dell’Istruzione assegna all’Istituzione scolastica vengono utilizzati con la massima tempestività possibile per:
realizzare i progetti specifici ai quali sono destinati, secondo quanto indicato nei piani di previsione allegati ai progetti stessi
garantire il normale funzionamento amministrativo generale
assicurare il funzionamento didattico ordinario di tutte le scuole dell’Istituto. I fondi vengono distribuiti fra le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1° grado dell’Istituto con criteri proporzionali che tengono conto sia della tipologia sia del numero degli alunni, avendo particolare riguardo alla presenza di alunni stranieri e di alunni con handicap. L’istituzione scolastica si impegna a reperire ulteriori risorse mediante la presentazione di specifici progetti a:
Enti Locali afferenti, allo scopo di integrare le dotazioni di sussidi delle scuole o per iniziative e progetti che coinvolgono scuole, classi o gruppi di alunni
Enti Locali sovracomunali (Provincia e Regione) per iniziative specifiche indirizzate a un più vasto ambito territoriale
Associazioni e soggetti privati, anche sotto forma di sponsorizzazione, interessati e/o disponibili a collaborare con la scuola per la promozione di attività culturali rivolte agli alunni, alle famiglie e ai docenti.
Le famiglie degli alunni possono contribuire alla copertura finanziaria delle spese connesse alla realizzazione del Piano dell’Offerta Formativa, in particolare per quanto attiene:
gite scolastiche e visite didattiche
trasporti
attività sportive e corsi di nuoto
attività teatrali
altre attività di arricchimento del curricolo (laboratori, ecc….)
attività progettuali che richiedono un consistente impiego di risorse finanziarie. In ogni caso le quote a carico delle famiglie devono essere di importo modesto e non devono costituire motivo di esclusione dalle attività programmate. Per situazioni di grave disagio economico, le quote dovute dalle famiglie sono a carico del bilancio della scuola.
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20. CRITERI PER IL RACCORDO FRA L’ISTITUZIONE SCOLASTICA E GLI ENTI LOCALI TERRITORIALI
I rapporti tra l’Istituzione Scolastica e gli Enti locali territoriali sono improntati alla massima collaborazione, allo scopo di dar vita ad un partnerariato istituzionale, secondo i principi costituzionali della responsabilità, della solidarietà, della sussidiarietà, dell’autonomia. Sono favorite le azioni, sviluppate in una rete di costante collaborazione e condivisione, tese al miglioramento qualitativo e allo sviluppo incrementale della funzionalità e dei servizi delle scuole dell’Istituto, sia in relazione ai compiti da svolgere, sia con riferimento ai problemi da affrontare, nell’ambito delle rispettive competenze.
21. CRITERI E MODALITÀ DI RACCORDO/COLLABORAZIONE CON ORGANISMI ASSOCIATIVI (PUBBLICI E PRIVATI), UNIVERSITÀ E TEATRI CHE SUL TERRITORIO OPERANO NEL SETTORE EDUCATIVO E CULTURALE
L’Istituzione Scolastica promuove in ogni forma possibile il raccordo e la collaborazione con le Associazioni culturali e sportive, con le Università e Teatri del territorio allo scopo di:
mettere a disposizione degli alunni proposte didattiche ed educative ampie e al tempo stesso integrate e congruenti con le linee-guida indicate nel presente Piano
valorizzare le competenze professionali di quanti operano all’interno delle Associazioni
valorizzare l’opera di volontariato dell’associazionismo.
22. CRITERI E MODALITÀ PER LA STIPULA DI ACCORDI E/O INTESE CON ALTRE ISTITUZIONI SCOLASTICHE DEL TERRITORIO
Per migliorare il raggiungimento delle proprie finalità istituzionali e degli obiettivi del Piano dell’offerta formativa l’Istituto può stipulare accordi di collaborazione, intese e convenzioni con altre scuole del territorio. Gli accordi di rete, redatti ai sensi dell’articolo 7 del D.P.R. 275/1999 e privi di alterità soggettiva autonoma rispetto alle scuole che vi aderiscono, si configurano come forma di azione collaborativa, finalizzati in particolar modo a:
promuovere attività didattiche, di formazione e/o di ricerca ovvero attività a queste strumentali
promuovere un pieno utilizzo delle risorse umane e strumentali a disposizione di ogni istituzione scolastica
promuovere scambi e incontri fra le scolaresche
Gli accordi sono aperti all’adesione di tutte le istituzioni scolastiche che intendano parteciparvi, riconoscendosi negli obiettivi fissati dai contraenti, possono prevedere forme integrate di partecipazione finanziaria alle spese inerenti la realizzazione dei progetti, individuano gli organi responsabili della gestione delle risorse e del raggiungimento delle finalità del progetto.
23. ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA L’Attività Amministrativa dell’Istituto persegue i fini determinati dalla legge n. 241 del 1990 e si basa su criteri di trasparenza, efficienza ed efficacia. Sono assicurati i servizi rivolti al personale, i servizi rivolti agli utenti, i servizi rivolti alla didattica. L’attività amministrativa che si avvale dell’apporto di 6 assistenti amministrativi, è coordinata dal Direttore dei servizi generali e amministrativi, il quale all’inizio dell’anno scolastico sulla base della Direttiva del Dirigente Scolastico, predispone il piano di lavoro e l’organizzazione dei servizi generali e dei collaboratori scolastici.
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24. FUNZIONE DEI SERVIZI AMMINISTRATIVI ED AUSILIARI Il personale ATA assume un ruolo non marginale nel raggiungimento degli obiettivi previsti nel piano dell’offerta formativa. In particolare il Direttore dei servizi generali e amministrativi, gli assistenti amministrativi, i collaboratori scolastici coadiuvano, con le proprie doti e capacità personali e relazionali, il raggiungimento degli obiettivi quali:
un rapporto più significativo con le famiglie e con gli organismi, agenzie del territorio, coinvolti nella realizzazione del Piano (enti locali, associazioni, ecc..);
un supporto concreto, ove possibile, alle stesse attività educative, nel rispetto del profilo previsto dai rispettivi mansionari;
una formazione permanente, da attuarsi con risorse interne o esterne, sull’utilizzo degli strumenti informatici, sull’uso di reti tecnologiche, sulle capacità relazionali e sull’autonomia operativa, sulle procedure di tutela della sicurezza sul luogo di lavoro, sulle procedure di primo soccorso.
Il rilascio della documentazione (certificati di servizio, copie, atti, ecc..) avviene secondo le modalità previste dalla L. 241/90 e comunque cercando di soddisfare le singole esigenze dell’utenza. L’ufficio di segreteria, di regola, è aperto all’utenza dal lunedì al venerdì dalle ore 8,00 alle ore 9,00 e dalle ore 16,00 alle ore 17,00; l’U.R.P. è aperto tutti i giorni dalle ore 12,00 alle ore 13,00, la richiesta telefonica di appuntamento è garanzia di una migliore qualità del servizio. Il Dirigente Scolastico riceve previo appuntamento
25. RECLAMI E RICORSI La scuola accetta e anzi sollecita ogni forma di segnalazione degli utenti relativa a disfunzioni o insufficienze dei servizi erogati. La scuola considera tali segnalazioni come utili indicazioni per migliorare la qualità del servizio. Reclami circa il servizio scolastico in forma orale, scritta o telefonica devono essere esposti. Le segnalazioni devono contenere generalità, indirizzo e reperibilità del proponente. La scuola avvierà tempestivamente il procedimento opportuno. Se la disfunzione segnalata attiene le competenze di altri Enti (per esempio il Comune), il Dirigente Scolastico ne richiede immediatamente l’intervento.
26. SERVIZIO PROTEZIONE E PREVENZIONE
È il servizio che nella persona dei propri addetti e consulenti esterni, applica la normativa di cui alla Legge 81/’08 al fine di:
✑ individuare i fattori di rischio, valutare i rischi, individuare le misure per la sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro
✑ elaborare le misure preventive e protettive, i relativi sistemi di controllo, le procedure di sicurezza
✑ predispone il programma di informazione e formazione
✑ fornisce l’informativa specifica ai lavoratori sui rischi potenziali, le misure di prevenzione adottate o da adottare
✑ mantiene i rapporti con gli Enti Locali per gli interventi di competenza.
27. DIRITTI E DOVERI NELLA SCUOLA La scuola deve dare risposte, incontrare gli specifici bisogni degli allievi e promuoverne in ogni caso la competenza e lo sviluppo personale. Parallelamente deve richiedere ad ogni allievo impegno, volontà, sacrificio e desiderio di riuscita. In ciò deve valere anche la collaborazione piena e leale delle famiglie, che hanno il diritto di essere ascoltate e accolte, nell’impegno comune di costruire efficaci coerenze educative.
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28.1. DIRITTI E DOVERI DEGLI ALUNNI
Si intende riconoscere i seguenti diritti e doveri degli alunni commisurati alle fasce d’età.
Ogni alunno ha diritto: ☺ ad avere un ambiente accogliente ☺ alla possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero, nel rispetto delle opinioni altrui
☺ al rispetto della propria dignità personale e a un rapporto sereno e pacato con l’insegnante ☺ alla fiducia in se stesso e alla valorizzazione del proprio lavoro scolastico ☺ ad essere ascoltato ☺ al piacere di apprendere e al recupero e potenziamento delle proprie capacità ☺ ad un insegnamento attento alle sue esigenze e rispettoso dei suoi tempi e modi di
apprendimento ☺ ad avere delle figure adulte significative di riferimento ☺ alla coerenza educativa nei diversi contesti: scuola, famiglia, tempo libero ☺ ad un’equa distribuzione dei carichi di lavoro e al riposo festivo ☺ alla pari opportunità senza discriminazioni dovute al sesso, all’etnia, alla religione, a situazioni
di disagio o di diversa abilità ☺ alla valorizzazione della diversità culturale e religiosa
Ogni alunno ha il dovere di: ☺ dare il proprio contributo per la costruzione di un ambiente accogliente ☺ conoscere e rispettare il Regolamento d’Istituto ☺ conoscere e rispettare le regole stabilite ed esplicitate dal Consiglio di classe ☺ tenere un comportamento corretto all’entrata e all’uscita della scuola ☺ tenere un comportamento corretto durante l’intervallo, il cambio degli insegnanti, gli
spostamenti nell’edificio, le uscite didattiche ☺ tenere un atteggiamento rispettoso e educato nei confronti del personale della scuola,
insegnanti e non insegnanti ☺ riconoscere il ruolo educativo e formativo degli insegnanti ☺ rispettare e curare l’edificio scolastico e il materiale proprio, altrui, della Scuola ☺ lavorare con continuità, impegno e precisione ☺ avere il materiale necessario ☺ prendere regolarmente nota dei compiti assegnati ed eseguirli ☺ collaborare attivamente con compagni e insegnanti ☺ rispettare l’orario di inizio e fine delle lezioni ☺ rispettare i compagni e le loro diversità ☺ rispettare le idee altrui ed essere disponibili al dialogo ☺ avere cura della propria persona (igiene personale) ☺ utilizzare un abbigliamento consono alle situazioni
28.2. DIRITTI E DOVERI DI GENITORI
Ogni genitore ha diritto:
☺ ad avere un ambiente accogliente ☺ ad avere riconosciuto il proprio ruolo genitoriale
☺ alla possibilità di confrontarsi liberamente con la Dirigenza, gli insegnanti, i collaboratori scolastici e il personale di segreteria, nel rispetto della dignità personale propria e altrui, per instaurare e mantenere un rapporto sereno, pacato e costruttivo con la scuola
☺ conoscere il Regolamento d’Istituto ☺ che al proprio figlio sia garantita la coerenza educativa nei diversi contesti: scuola, famiglia,
tempo libero
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☺ all’accoglienza e valorizzazione della diversità culturale senza discriminazioni dovute al sesso, all’etnia, alla religione, a situazioni di disagio
☺ ad avere colloqui con gli insegnanti, se necessario anche al di fuori dei momenti prestabiliti, facendone richiesta
Ogni genitore ha il dovere di:
☺ riconoscere il valore educativo e istituzionale della scuola e conseguentemente rispettare i soggetti preposti al suo funzionamento
☺ conoscere e rispettare il Regolamento d’Istituto ☺ conoscere e rispettare le regole stabilite ed esplicitate dal Consiglio di classe ☺ rispettare il diritto dei figli di frequentare regolarmente la scuola ☺ giustificare, motivandole adeguatamente, le assenze del figlio ☺ rispettare rigorosamente l’orario di inizio e fine delle lezioni ☺ verificare l’esecuzione dei compiti ☺ procurare il materiale scolastico ai figli ☺ aiutare i figli nell’utilizzo del materiale scolastico e gradualmente responsabilizzarli ☺ leggere e controllare il diario, strumento privilegiato di comunicazione tra scuola e famiglia ☺ essere presente agli incontri organizzati (udienze, consegna delle schede, assemblee…), fatti
salvi giustificati motivi ostativi ☺ essere disponibile al dialogo con il personale della scuola
28.3. DIRITTI E DOVERI DEGLI INSEGNANTI
Ogni insegnante ha diritto:
☺ ad avere un ambiente accogliente ☺ ad avere riconosciuto il ruolo educativo e formativo
☺ alla possibilità di confrontarsi liberamente con la Dirigenza, i colleghi, gli alunni, i genitori, i collaboratori scolastici e il personale di segreteria, nel rispetto della dignità personale propria e altrui, per instaurare e mantenere un rapporto sereno, pacato e costruttivo all’interno della scuola
☺ a ricevere una formazione efficace ☺ alla valorizzazione del proprio lavoro scolastico ☺ ad essere ascoltato ☺ alla coerenza educativa nei diversi contesti: scuola, famiglia, tempo libero ☺ a lavorare collegialmente come condizione qualificante della propria professionalità ☺ all’accoglienza e alla valorizzazione della diversità culturale senza discriminazioni dovute al
sesso, all’etnia, alla religione o a diversa abilità
Ogni insegnante ha il dovere di: ☺ creare un ambiente accogliente e positivo ☺ predisporre un ambiente d’apprendimento adeguato e stimolante ☺ favorire un clima relazionale sereno e costruttivo ☺ aggiornarsi ☺ essere professionalmente preparato ed avere competenze (metodologiche-didattiche e
relazionali) ☺ lavorare con continuità, impegno e precisione ☺ riconoscere e valorizzare le conoscenze, le competenze e le potenzialità di ciascun alunno ☺ gestire nel modo più opportuno il tempo (dell’insegnamento/apprendimento, del dialogo, della
crescita) ☺ avere rapporti professionali, rispettosi e corretti con i colleghi, i genitori, gli alunni e il
personale della scuola ☺ saper lavorare collegialmente ☺ conoscere e rispettare il Regolamento d’Istituto
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☺ conoscere e rispettare le regole stabilite ed esplicitate dal Consiglio di classe ☺ rispettare l’orario di inizio e di fine delle lezioni ☺ rispettare gli altri e le loro diversità
☺ rispettare le idee altrui ed essere disponibile al dialogo
INDICE 1. Il nostro Istituto comprensivo 2. Principi generali del Piano dell’Offerta Formativa 3. Qualità 4. Tempo scuola 5. Flessibilità 6. Valutazione 7. Abili…… diversamente 8. Dalla multiculturalità all’interculturalità 9. Tecnologia e Informatica 10. Laboratori e progetti didattici: strumenti per sviluppare le competenze 11. Orientamento 12. Risorse umane 13. Criteri e modalità per l’attribuzione degli incarichi retribuibili con il fondo d’istituto 14. Staff e incarichi 15. Il consiglio di plesso 16. Il coordinatore di plesso 17. Il coordinatore del consiglio di intersezione, interclasse, classe 18. Formazione in servizio/aggiornamento professionale 19. Criteri per l’utilizzo delle risorse finanziarie assegnate alla scuola dallo stato e per il reperimento
di ulteriori risorse 20. Criteri per il raccordo fra l’istituzione scolastica e gli enti locali territoriali 21. Criteri e modalità di raccordo/collaborazione con organismi associativi (pubblici e privati),
università e teatri che sul territorio operano nel settore educativo e culturale 22. Criteri e modalità per la stipula di accordi e/o intese con altre istituzioni scolastiche del territorio 23. Organizzazione amministrativa 24. Funzione dei servizi amministrativi ed ausiliari 25. Reclami e ricorsi 26. Servizio protezione e prevenzione 27. Diritti e doveri nella scuola Diritti e doveri degli alunni Diritti e doveri dei genitori Diritti e doveri degli insegnanti ALLEGATI
- Piano annuale delle attività - Regolamento di Istituto - Regolamenti dei plessi - Curricoli - Modelli per la valutazione quadrimestrale e periodica degli alunni