Competitività del sistema turistico italiano

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OSSERVATORIO NAZIONALE DEL TURISMO in collaborazione con Unioncamere “COMPETITIVITA DEL SISTEMA TURISTICO ITALIANO’” Aprile 2010 A cura di

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OSSERVATORIO NAZIONALE DEL TURISMO

in collaborazione con Unioncamere

“COMPETITIVITA DEL SISTEMA TURISTICO ITALIANO’”

Aprile 2010

A cura di

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Sommario

Premessa .................................................................................................................................................... 3

I punti di forza e di debolezza dell’ospitalità italiana .................................................................................... 4

1. La quantificazione dell’offerta delle imprese turistiche in Italia ............................................................. 4

2. I flussi turistici degli alberghi ............................................................................................................... 10

3. L’analisi dei fabbisogni formativi delle imprese turistiche italiane ....................................................... 16

4. Il ruolo e l’influenza dei nuovi canali di comunicazione nel settore turistico ........................................ 19

5. Effetti sull’economia e sul gettito derivanti da uno stimolo nel comparto ricettivo del turismo ............ 21

Alcuni fattori di competitività del sistema turistico italiano ......................................................................... 24

6. Il prodotto turistico balneare, un confronto tra Italia e Francia ............................................................ 24

6.1. La difficoltà competitiva delle destinazioni balneari italiane ................................................................ 24

6.2 Balneabilità e certificazione bandiere blu in Italia ............................................................................... 29

6.3 La normativa di settore: il demanio marittimo in Italia, Francia e Grecia ............................................. 33

6.4 Idee per lo sviluppo di prodotti turistici comuni tra Francia e Italia ...................................................... 37

7. Investimenti pubblici e privati nel settore: i capitali esteri in Italia ....................................................... 40

Nota metodologica .................................................................................................................................... 43

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Premessa

Alla luce dell’attuale assetto competitivo del sistema turistico nazionale e internazionale, obiettivo dello

studio è di mettere in luce i punti di forza e di debolezza del sistema turistico italiano in termini di

competitività, attraverso una fotografia dello stato dell’arte, sia a livello territoriale che rispetto ai principali

competitor di settore.

In particolare, l’analisi si concentra sull’assetto attuale dell’industria dell’ospitalità italiana e sui recenti

trend di mercato, attraverso:

• la quantificazione dell’offerta delle imprese turistiche in Italia e dei principali fabbisogni formativi

nel settore,

• la domanda turistica negli alberghi italiani, ed in particolare, negli alberghi non di lusso (strutture

di media e medio-alta categoria) e gli investimenti internazionali nel comparto;

• il ruolo e l’influenza dei nuovi canali di comunicazione nel settore turistico, sia dal lato dell’offerta,

nelle strategie di promo-commercializzazione delle imprese turistiche, che dal lato della

domanda, nella ricerca di informazioni e nell’organizzazione della vacanza;

• le problematiche e le potenzialità del turismo balneare, prodotto leader della destinazione Italia.

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I punti di forza e di debolezza dell’ospitalità italiana

1. La quantificazione dell’offerta delle imprese turistiche in Italia1

Il 2009 si è chiuso con un saldo complessivo di 17.385 imprese (pari ad un tasso di crescita dello 0,28%,

il più modesto dal 2003), come risultato della differenza tra le imprese attivate nei passati dodici mesi

(385.512 imprese) e quelle cessate nello stesso periodo (368.127 imprese). In crescita le società di

capitali (aumentate di 45 mila unità), mentre la crisi sembra acuire le difficoltà delle imprese più piccole,

soprattutto quelle di tipo individuale, che sono complessivamente diminuite di 30 mila unità.

Il risultato migliore è quello del cosiddetto settore dei servizi alle imprese che ha fatto registrare il saldo

più elevato in assoluto con 14.869 unità. Gli alberghi e ristoranti si collocano in seconda posizione e con

8.403 unità produttive in più superano anche il buon risultato del 2008 (7.738 unità).

Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese

1 Dati Unioncamere -Movimprese, la rilevazione trimestrale sulla natalità e mortalità delle imprese condotta da InfoCamere, la

società consortile di informatica delle Camere di Commercio italiane .

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Il turismo si distingue, pertanto, dal totale dei settori economici grazie ad un aumento del +1,9% di

imprese registrate e una crescita delle imprese attive pari al +1,8%, a fronte di un totale imprese dei vari

settori produttivi in calo rispettivamente del -0,3% per le registrate e -0,6% per le attive al 31 dicembre

2009.

Negli ultimi anni, è emersa nel Sistema Italia una crescita (o, comunque, un minor rallentamento) delle

imprese del Centro e del Nord-Ovest, mentre per il Mezzogiorno e ancor più per il Nord-Est si è verificata

una tendenziale diminuzione delle imprese.

A fine 2009, la classifica regionale per numero di imprese registrate nel complesso dei settori produttivi

conferma il primato della Lombardia che accoglie il 15,7% del totale Italia, seguita da Lazio e Campania

con poco più del 9% delle imprese registrate ciascuna.

Analoga la classifica del solo comparto turistico che vede primeggiare Lombardia e Lazio con la massima

concentrazione di imprese turistiche, pari rispettivamente al 14,4% e 10,8% delle imprese registrate a fine

2009. Seguono Campania (8,6%), Veneto (8,4%), Emilia Romagna (8,2%), Toscana (7,9%) e Piemonte

(7,3%).

Imprese in Italia 2007/2009

Registrate Attive Iscritte Cessate Variazioni

RAMO H: Alberghi e ristoranti anno 2007 304.430 263.499 16.528 23.321 11.286

RAMO H: Alberghi e ristoranti anno 2008 316.077 278.584 16.133 22.927 18.441

RAMO H: Alberghi e ristoranti anno 2009 322.190 283.658 17.227 22.338 11.224

Var% 2009/2008 1,9 1,8 6,8 -2,6

Totale imprese 2007 6.123.272 5.174.921 436.025 440.332 2065

Totale imprese 2008 6.104.067 5.316.104 410.666 432.086 2215

Totale imprese 2009 6.085.105 5.283.531 385.512 406.751 2277

Var% 2009/2008 -0,3 -0,6 -6,1 -5,9 Dati: Movimprese

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Imprese in Italia 2009

Registrate Attive Iscritte Cessate

Piemonte 468.406 420.505 31.109 32.339

Valle D'Aosta 14.102 12.448 885 1.145

Lombardia 954.314 823.268 62.089 66.009

Trentino Alto Adige 109.507 101.893 5.739 6.359

Veneto 506.006 458.352 30.225 33.815

Friuli V.G. 109.828 98.794 6.256 7.873

Liguria 166.464 142.511 10.514 10.603

Emilia Romagna 472.784 427.890 29.728 34.333

Toscana 414.421 365.373 28.718 29.738

Umbria 95.371 83.269 5.672 5.480

Marche 177.771 160.237 10.788 11.614

Lazio 591.347 459.334 40.360 34.035

Abruzzo 150.026 132.460 9.883 9.591

Molise 35.733 32.513 1.894 2.137

Campania 549.561 476.229 36.387 33.155

Puglia 385.566 338.598 24.556 29.419

Basilicata 62.257 55.287 3.221 3.376

Calabria 179.648 156.923 11.894 13.105

Sicilia 470.860 388.372 26.135 31.198

Sardegna 171.133 149.275 9.459 11.427

Totale 6.085.105 5.283.531 385.512 406.751

Fonte: Movimprese

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Imprese in Italia var% 2009/2008

Registrate Attive Iscritte Cessate

Piemonte -0,2 -0,3 -6,0 -0,4

Valle D'Aosta -1,7 -1,4 -0,9 -12,0

Lombardia -0,4 -0,8 -8,9 -6,5

Trentino Alto Adige -0,6 -0,5 -3,1 2,2

Veneto -0,7 -0,9 -6,8 -5,8

Friuli V.G. -1,4 -1,6 -8,1 -21,2

Liguria 0,0 -0,1 -7,3 -15,0

Emilia Romagna -0,9 -0,9 -8,1 -1,9

Toscana -0,2 -0,2 -5,6 -6,8

Umbria 0,2 -0,1 -4,9 -3,2

Marche -0,4 -0,9 -7,0 -0,5

Lazio 1,1 -0,5 -5,9 -7,0

Abruzzo 0,2 0,0 2,0 -1,9

Molise -0,6 -0,8 -6,0 -3,1

Campania 0,6 0,7 -1,1 -10,4

Puglia -1,2 -1,2 -7,9 -7,4

Basilicata -0,2 -0,7 6,3 1,7

Calabria -0,6 -0,2 -7,5 -8,1

Sicilia -1,0 -1,5 -3,4 -4,7

Sardegna -1,1 -1,1 -11,5 1,4

Totale -0,3 -0,6 -6,1 -5,9

Fonte: Movimprese

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Imprese del RAMO H: Alberghi e ristoranti 2009

Registrate Attive Iscritte Cessate

Piemonte 23.632 20.612 1.441 1.851

Valle D'Aosta 1.591 1.499 89 105

Lombardia 46.493 41.125 2.818 3.515

Trentino Alto Adige 11.668 10.849 481 667

Veneto 27.206 23.611 1.460 1.989

Friuli V.G. 7.813 6.794 486 661

Liguria 13.612 11.674 717 928

Emilia Romagna 26.288 22.322 1.331 2.057

Toscana 25.375 21.206 1.297 1.816

Umbria 4.884 4.269 221 280

Marche 8.135 7.234 358 587

Lazio 34.739 29.269 1.390 1.861

Abruzzo 8.194 7.457 431 518

Molise 1.803 1.682 112 130

Campania 27.785 25.645 1.738 1.442

Puglia 15.882 14.921 998 1.325

Basilicata 2.634 2.381 138 175

Calabria 8.807 8.377 649 694

Sicilia 15.828 14.157 600 1.072

Sardegna 9.821 8.574 472 665

Totale 322.190 283.658 17.227 22.338

Fonte: Movimprese

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Imprese del RAMO H: Alberghi e ristoranti VAR% 2009/2008

Registrate Attive Iscritte Cessate

Piemonte 1,8 1,2 7,4 5,0

Valle D'Aosta 1,5 1,9 11,3 -11,8

Lombardia 2,2 1,8 8,1 1,6

Trentino Alto Adige 0,5 0,4 2,6 -3,9

Veneto 1,4 0,9 14,2 -5,0

Friuli V.G. 0,0 0,0 5,2 -26,7

Liguria 0,8 0,6 3,5 -6,2

Emilia Romagna 0,5 0,7 -0,2 -2,5

Toscana 1,6 1,8 4,0 -7,1

Umbria 2,8 3,2 30,0 6,1

Marche 1,2 0,7 -3,2 -6,2

Lazio 0,5 0,3 3,0 1,5

Abruzzo 2,8 2,8 -2,3 -1,5

Molise 2,5 3,0 -16,4 9,2

Campania 7,5 7,2 45,1 -6,4

Puglia 2,1 2,3 -11,4 -1,7

Basilicata 0,9 0,9 -4,2 13,6

Calabria 1,8 1,9 8,7 -13,1

Sicilia 1,8 2,3 -10,2 4,8

Sardegna 1,7 1,7 11,3 9,2

Totale 1,9 1,8 6,8 -2,6

Fonte: Movimprese

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2. I flussi turistici degli alberghi

Il comparto dell’hôtellerie offre il 47% dei posti letto disponibili nel sistema dell’ospitalità italiano2 ed

accoglie la gran parte dei flussi turistici domestici ed internazionali: in media 8 turisti su 10 alloggiano in

strutture alberghiere, hotel di media categoria (3 e 4 stelle) in testa.

La permanenza media in hotel, sia degli italiani che degli stranieri, è circa la metà di quella dei turisti che

alloggiano in strutture complementari: rispettivamente 3,3 notti e 6,6 notti.

Gli italiani costituiscono il 56% delle presenze turistiche negli esercizi ricettivi (sia alberghieri che

extralberghieri) pari ad oltre 53,7 milioni di turisti ed un totale di 211,9 milioni di presenze nel corso del

2008, mentre i turisti internazionali sono il 44%, per 41,8 milioni di arrivi e 161,8 milioni di presenze

registrate.

Arrivi, presenze e permanenza media negli esercizi ricettivi per residenza dei clienti, categoria e tipo di esercizio - Anno 2008 (v.a.) ITALIANI STRANIERI TOTALE

Arrivi Presenze

P.M Arrivi Presenze

P.M

Arrivi Presenze P.M

Alberghi di 5 stelle e 5 stelle lusso 859.135 2.477.616 2,9 1.450.801 4.567.347 3,2 2.309.936 7.044.963 3,1

Alberghi di 4 stelle 15.482.560 40.244.148 2,6 14.815.652 43.676.767 3,0 30.298.212 83.920.915 2,8

Alberghi di 3 stelle 20.723.237 69.885.010 3,4 13.253.170 44.404.713 3,4 33.976.407 114.289.723 3,4

Alberghi di 2 stelle 3.793.191 13.422.614 3,5 2.410.693 8.546.848 3,6 6.203.884 21.969.462 3,5

Alberghi di 1 stella 1.221.190 4.577.940 3,8 856.852 2.998.906 3,5 2.078.042 7.576.846 3,7

Residenze turistico alberghiere 1.418.841 10.579.270 7,5 879.418 6.297.128 7,2 2.298.259 16.876.398 7,3

Esercizi alberghieri 43.498.154 141.186.598 3,3 33.666.586 110.491.709 3,3 77.164.740 251.678.307 3,3

Campeggi e villaggi turistici 4.662.136 37.544.839 8,1 3.969.417 27.678.297 7,0 8.631.553 65.223.136 7,6

Alloggi in affitto 2.219.432 18.361.114 8,3 2.234.333 15.062.000 6,7 4.453.765 33.423.114 7,5

Alloggi agro-turistici 1.169.451 4.349.710 3,7 709.041 4.436.383 6,3 1.878.492 8.786.093 4,7

Altri esercizi 2.200.189 10.427.017 4,7 1.217.347 4.129.045 3,4 3.417.536 14.556.062 4,3

Esercizi complementari 10.251.208 70.682.680 6,9 8.130.138 51.305.725 6,3 18.381.346 121.988.405 6,6

TOTALE ESERCIZI 53.749.362 211.869.278 3,9 41.796.724 161.797.434 3,9 95.546.086 373.666.712 3,9

Fonte: Istat

2 Fonte: Istat 2008, ultimi dati disponibili.

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Arrivi, presenze e permanenza media negli esercizi ricettivi per residenza dei clienti, categoria e tipo di esercizio - Anno 2008 (%) ITALIANI STRANIERI TOTALE

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Alberghi di 5 stelle e 5 stelle lusso 1,6 1,2

3,5 2,8

2,4 1,9

Alberghi di 4 stelle 28,8 19,0

35,4 27,0

31,7 22,5

Alberghi di 3 stelle 38,6 33,0

31,7 27,4

35,6 30,6

Alberghi di 2 stelle 7,1 6,3

5,8 5,3

6,5 5,9

Alberghi di 1 stella 2,3 2,2

2,1 1,9

2,2 2,0

Residenze turistico alberghiere 2,6 5,0

2,1 3,9

2,4 4,5

Esercizi alberghieri 80,9 66,6

80,5 68,3

80,8 67,4

Campeggi e villaggi turistici 8,7 17,7

9,5 17,1

9,0 17,5

Alloggi in affitto 4,1 8,7

5,3 9,3

4,7 8,9

Alloggi agro-turistici 2,2 2,1

1,7 2,7

2,0 2,4

Altri esercizi 4,1 4,9

2,9 2,6

3,6 3,9

Esercizi complementari 19,1 33,4

19,5 31,7

19,2 32,6

TOTALE ESERCIZI 100,0 100,0

100,0 100,0

100,0 100,0

Fonte: Istat

Nel 2009 sono state occupate il 39,6% delle camere disponibili nelle strutture ricettive italiane, con un

calo contenuto rispetto al 2008 (-3,1%), generalizzato ai due comparti ricettivi (-2,8% negli hotel e -3,5%

negli esercizi complementari).

L’andamento delle vendite nel corso dell’anno, comunque, è stato altalenante: il primo trimestre del 2009

chiude in pareggio rispetto al 2008 grazie alle strutture extralberghiere, mentre gli operatori del ricettivo

subiscono gli effetti della congiuntura negativa a partire dal secondo trimestre dell’anno, recuperano in

agosto grazie agli hotel (+1,7%), ma chiudono in calo in novembre e dicembre in entrambi i comparti

ricettivi.

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Occupazione camere negli esercizi ricettivi 2008

Alberghiero Extralberghiero Totale

Gennaio 44,3 24,5 37,3

Febbraio 45,4 24,0 37,9

Marzo 46,6 26,4 37,4

Aprile 41,9 30,5 37,0

Maggio 44,6 37,3 41,2

Giugno 51,0 46,4 48,9

Luglio 63,1 70,8 66,8

Agosto 71,4 81,2 76,2

Settembre 53,6 44,6 49,5

Ottobre 48,0 31,2 40,8

Novembre 39,3 28,5 34,8

Dicembre 42,5 28,9 37,1

2009

Alberghiero Extralberghiero Totale

Gennaio 41,4 28,2 36,6

Febbraio 42,6 27,9 37,3

Marzo 42,3 29,2 37,4

Aprile 39,3 30,6 35,6

Maggio 44,3 34,7 40,0

Giugno 49,4 42,6 46,2

Luglio 62,7 63,6 63,1

Agosto 73,1 77,2 75,0

Settembre 53,8 46,5 50,6

Ottobre 45,6 35,8 41,7

Novembre 36,1 20,8 30,3

Dicembre3 30,1 24,0 27,8

Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo –in collaborazione con Unioncamere

Il comparto alberghiero accoglie il 67% delle presenze turistiche italiane negli esercizi ricettivi del Bel

Paese: 141,2 milioni di presenze di turisti italiani nel corso del 2008, che escludendo gli hotel a 5 stelle e

5 stelle lusso arrivano a 138,9 milioni.

Una domanda che, nonostante la crisi, tiene almeno in termini di presenze, seppure con un andamento al

di sotto del trend extralberghiero: la variazione delle presenze dei turisti italiani nel complesso degli

esercizi alberghieri tra il 2005 ed il 2008 è pari a +2,2% (+1,9% escludendo gli hotel a 5 stelle e 5 stelle

lusso), mentre nel comparto complementare arriva al +3%.

3 Il dato relativo a dicembre 2009 è provvisorio.

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Presenze turistiche italiane negli esercizi ricettivi Andamento 2005-2008

2005 2006 2007 2008 VAR% 2008/2005

Alberghi esclusi i 5 stelle 136.086.446 137.898.446 138.924.000 138.708.982 1,9

Esercizi alberghieri 138.123.305 140.396.593 141.311.303 141.186.598 2,2

Esercizi complementari 68.630.815 69.506.844 71.864.768 70.682.680 3,0

Totale esercizi ricettivi in Italia 206.754.120 209.903.437 213.176.071 211.869.278 2,5

Fonte: Dati Istat

Un bilancio in positivo, frutto anche di strategie di settore centrate sulla leva prezzo, una politica dei prezzi

al ribasso iniziata timidamente a ridosso della crisi ma sposata in pieno fino a tutto il 2009, che ha

consentito agli operatori del comparto di contenere le perdite di mercato, seppur con riduzioni di fatturato.

Il costo medio a prezzi correnti di una camera doppia in hotel nel 2008, infatti, ammontava a circa 84 euro

(oscillava tra i 79 euro e gli 87 euro), per lo più in linea con gli 83 euro circa del 2007, ma nettamente più

alti dei prezzi applicati nel 2009: in media 77 euro (-9% rispetto al 2008), con un minimo di 71 euro nel

trimestre primaverile ad un massimo di 84 euro in estate.

Ad incidere su queste dinamiche sono soprattutto le imprese alberghiere di alta categoria, con una politica

promozionale più “aggressiva” nella prima metà dell’anno: i 4 e 5 stelle hanno ridotto i prezzi applicati per

la camera doppia dai 134 euro circa del 2008 ai 124 euro del 2009, applicando tariffe più basse del -

16,2% nel I trimestre e del -20,8% nel II semestre.

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Prezzo medio in albergo per camera doppia confronto 2008/2009

valori in Euro, prezzi correnti

I trimestre II trimestre III trimestre IV trimestre

2008

1 e 2 stelle 60,91 58,10 60,12 65,17

3 stelle 84,67 79,30 83,29 89,36

4 e 5 stelle 129,61 144,00 133,32 127,38

Hotel 85,89 79,30 83,80 87,03

2009

1 e 2 stelle 59,28 57,30 57,29 57,24

3 stelle 76,42 69,90 78,52 73,69

4 e 5 stelle 108,56 114,00 147,21 127,24

Hotel 76,04 71,09 83,92 75,16

Variazione % 2009/2008 1 e 2 stelle -2,7 -1,4 -4,7 -12,2

3 stelle -9,7 -11,9 -5,7 -17,5

4 e 5 stelle -16,2 -20,8 10,4 -0,1

Hotel -11,5 -10,4 0,1 -13,6

Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo –in collaborazione con Unioncamere

A questi costi vanno aggiunti, in termini di impatto sull’economia locale, quelli delle spese extra viaggio e

alloggio effettuate nel corso del soggiorno turistico: la spesa media che i turisti che alloggiano in hotel

effettuano sul territorio varia dagli 87 euro dei turisti italiani ai 75 euro di quelli stranieri. Più contenute le

spese se si escludono coloro che alloggiano negli hotel 5 stelle e Lusso, con una spesa media giornaliera

extra viaggio e alloggio pari a 84 euro per i turisti italiani e 68 per quelli stranieri.

Page 15: Competitività del sistema turistico italiano

Competitività del sistema turistico italiano Pagina 15 di 44

Quota di turisti per classe di spesa (escluso viaggio e alloggio) %

Italiani Stranieri Totale

Totale turisti degli alberghi Europei Extraeuropei Totale

da 0 a 30 40,5 41,9 53,6 43,5 41,9

da 31 a 60 29,7 22,9 15,0 21,8 25,8

da 61 a 90 11,2 11,9 7,0 11,2 11,2

da 91 a 120 7,0 7,8 9,9 8,1 7,6

da 121 a 150 3,3 6,4 4,1 6,1 4,7

oltre 150 8,2 9,2 10,4 9,3 8,8

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Spesa media (escluso viaggio e alloggio)

Spesa media giornaliera 86,87 75,03 75,62 75,11 81,08

Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo –in collaborazione con Unioncamere

Quota di turisti per classe di spesa (escluso viaggio e alloggio) %

Italiani Stranieri Totale

Turisti degli alberghi (esclusi 5 stelle) Europei Extraeuropei Totale

da 0 a 30 40,2 42,1 58,6 42,2 42,2

da 31 a 60 30,4 23,4 15,2 26,5 26,5

da 61 a 90 11,1 12,0 6,5 11,2 11,2

da 91 a 120 6,9 7,7 7,5 7,3 7,3

da 121 a 150 3,4 6,6 3,0 4,7 4,7

oltre 150 8,0 8,1 9,1 8,1 8,1

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Spesa media (escluso viaggio e alloggio)

Spesa media giornaliera (euro)

83,87

67,90 66,49

67,72

76,03

Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo –in collaborazione con Unioncamere

Page 16: Competitività del sistema turistico italiano

Competitività del sistema turistico italiano Pagina 16 di 44

3. L’analisi dei fabbisogni formativi delle imprese turistiche italiane

Un settore strategico per le economie di tutto il mondo, qual è oggi il turismo, la cui rilevanza e incidenza

si ritrovano nella sua capacità di sostenere, seppur soffrendo, la difficile situazione economica attuale,

non trova un’adeguata conferma nell’analisi delle risorse umane che, a vario titolo, vi sono coinvolte e che

si pongono come il motore propulsore delle varie attività.

La necessità di investire nella formazione di figure professionali, allocate lungo tutta la filiera produttiva,

oggi più che mai non si pone come una scelta strategica, ma come una vera e propria necessità non più

eludibile all’interno di un quadro che trova le sue coordinate in una domanda sempre più informata ed

esigente, in un mercato le cui dimensioni oltrepassano di gran lunga i confini locali e nazionali, in un

contesto che si muove alla stessa velocità con cui innumerevoli dati vengono trasmessi nei cavi rete,

coinvolgendo milioni di utenti, dunque potenziali turisti, in diverse parti del mondo.

Ed è proprio tale consapevolezza che evidenzia un confronto che, allo stato attuale, pare non potersi

giocare ad armi pari, ovvero quello tra turisti internazionali, formati ed informati, anche grazie alla

presenza di feed-back reperibili sempre più frequentemente sul web, da un lato, e un’offerta che rischia di

avvalersi di attori poco competenti e professionali, dall’altro. Ma questo è solo uno dei tanti punti di fuga

da cui analizzare i fabbisogni formativi dell’imprenditoria turistica italiana e che, pur partendo da posizioni

differenti, si spiegano all’interno di una ratio comune di assoluta necessità.

Lo sviluppo e il consolidamento del turismo italiano fanno i conti con un’imprenditorialità di matrice

nazionale caratterizzata da dimensioni medio-piccole, che deve confrontarsi con un’agguerrita

concorrenza internazionale in un mercato sempre più globale.

Quindi, lo scenario di crescita deve essere migliorato in termini qualitativi. Del resto il 31,3% degli

imprenditori turistici italiani giudica strategico per il proprio successo un’adeguata formazione - qualificata

e professionalizzante - del proprio personale (31,3%), scontrandosi, in fase di reclutamento, con una forza

lavoro che è ancora poco professionale (21,4%), e a volte poco specializzata (10,1%).

In prima istanza, una tale informazione parrebbe evidenziare un’adeguata consapevolezza

dell’importanza della formazione nel contesto competitivo attuale, tuttavia ad un’analisi più approfondita

emerge uno stato dell’arte che ancora risulta passibile di interventi e miglioramenti.

Page 17: Competitività del sistema turistico italiano

Competitività del sistema turistico italiano Pagina 17 di 44

Più della metà degli operatori del turismo, il 53%, quando ricerca personale utilizza come parametro di

valutazione il possesso di un bagaglio di esperienze pregresse nel settore, nel 12% dei casi il possesso di

un titolo professionale specifico e solo nell’8% è alla ricerca di figure specializzate di alto livello. A ciò si

aggiunge che solo il 5% degli imprenditori ritiene importante possedere in prima persona una formazione

qualificata.

Si tratta di segnali che confermano un’assoluta e diffusa esigenza di formare innanzitutto figure

manageriali ad hoc, ovvero una prima linea, con potere decisionale e gestionale, in grado di cogliere in

maniera più creativa e lungimirante le sfide che l’economia odierna lancia a tutti i settori, tra cui e, in

particolar modo, a quello turistico.

Tra queste, senza dubbio, quello dell’abbassamento della stagionalità, che non solo incide da un punto di

vista strettamente finanziario ed economico sulle sorti delle imprese, ma anche sul profilo dello specifico

capitale umano (13,6%).

Un settore che non offre stabili prospettive lavorative soffre di una sorta di arretratezza nella volontà di

acquisire formazione specifica e nei conseguenti investimenti, ma fa i conti con uno scenario competitivo

che non può essere giocato solo sul tavolo del savoir-faire, necessitando di know-how specifico e in grado

di fare la differenza.

Pertanto, auspicare la costituzione di centri di formazione specifica -come una scuola specialistica di Alta

Formazione- che sappia equipaggiare i protagonisti del turismo moderno (e post-moderno) con

conoscenze intersettoriali e multi-disciplinari è uno step quanto mai indispensabile.

Occorre un dialogo aperto e costruttivo tra l’imprenditoria turistica italiana e i responsabili che pianificano

e coordinano le diverse aree didattiche e di formazione (scuole medie superiori, università e master post-

laurea, corsi professionalizzanti), cosicché questi ultimi sappiano utilizzare e sviluppare il ricco potenziale

umano lungo quelle stesse direttrici che segnano le esigenze delle imprese, necessitando, queste ultime,

di votarsi alla costruzione di scenari competitivi sempre più appetibili e vincenti per l’intera economia del

nostro Paese.

Auspicare la costituzione di una siffatta rete, dove la formazione e la qualità permeino l’intero sistema e

incidano in maniera rilevante sulla domanda e sulla capacità nazionale di fronteggiare i vari competitors

europei ed extra-europei, non deve restare una sfida, ma porsi come un obiettivo realizzabile attraverso

l’adozione di logiche strategiche più innovative ed ampie, avviando momenti di comunicazione tra tutti gli

stake-holders a vario titolo coinvolti che abbiano come interesse comune un’adeguata qualificazione delle

Page 18: Competitività del sistema turistico italiano

Competitività del sistema turistico italiano Pagina 18 di 44

risorse umane impiegate nel settore e la ricerca di soluzioni di impiego che superino le ragioni degli

stagionalità.

Del resto, la conquista e la fidelizzazione dei propri clienti, che restano chiavi di volta per il successo sul

mercato, passano per una conoscenza approfondita dei loro paradigmi di scelta e di consumo, per

l’adozione dei loro stessi linguaggi e dei bisogni e delle motivazioni correlate all’attività turistica, che non

può essere intermittente e superficiale.

Conoscenze di web marketing e di marketing territoriale più diffuse, funzione strategica del front-office e

di quella cultura dell’ospitalità, che a livello nazionale potrebbe assumere una distintività ancora più

pregnante, trattandosi dell’Italia e degli italiani, accompagnata dalla ricerca di strumenti atti a valorizzare

le tante tipicità – territoriali, culturali e non solo – di cui la nostra penisola è ricca, andrebbero proprio a

soddisfare le esigenze delle imprese. Il 63,6% degli operatori ravvisa le maggiori necessità di formazione

nei settori dell’accoglienza/ Customer Relationship Management, il 21,9% in quello del Food&Beverage e

il 15,6% nell’innovazione che passa per l’adozione di nuove politiche e strumenti tecnologici (15,6%).

Dall’altro lato, la molteplicità delle attività e dei servizi che rientrano nei confini dell’offerta turistica

amplificano l’esigenza di formazione e qualificazione a varie e diverse figure, che, solo congiuntamente e

in maniera integrata, possono pensare di superare le aspettative di una domanda che appare sempre più

mutevole nelle tendenze, ma sempre più conscia dei suoi desideri e delle sue aspettative.

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Competitività del sistema turistico italiano Pagina 19 di 44

4. Il ruolo e l’influenza dei nuovi canali di comunicazione nel settore turistico

Tra i canali di comunicazione che influenzano la domanda di turismo verso l’Italia, attualmente il Web

incide sulle scelte del 18,7% dei turisti italiani e sul 33,9% di quelli stranieri, posizionandosi come primo

vero strumento di comunicazione dopo il passaparola e l’esperienza personale.

In un clima di generale incertezza economica, si modificano i comportamenti di consumo del turista, che

sceglie in modo più attento ed oculato la propria vacanza, con l’obiettivo di contenere i costi anticipando i

tempi di prenotazione ed approfittando delle promozioni di tour operator, imprese ricettive e vettori aerei

low cost.

Si ribalta, dunque, il rapporto tra acquisti last minute e in advanced booking e si è instaurata una

tendenza, legata alla ricerca del prezzo migliore per la vacanza migliore. Due le possibili direzioni di

comportamento per l’acquisto del viaggio:

• l’acquisto anticipato della vacanza tramite prenotazione anticipata su Internet del volo low cost,

• la ricerca attraverso esperti, rappresentati dagli agenti di viaggio, della migliore occasione

possibile in termini di qualità e di prezzi.

Nelle strategie di commercializzazione, le imprese consolidano il ricorso ai circuiti dell’organizzato

(comunque ancora esiguo), mentre rafforzano la presenza sul web.

Infatti, se nel 2009 i turisti organizzati rappresentano poco più del 9% (proprio come lo scorso anno), circa

8 strutture ricettive (alberghiere ed extralberghiere) su 10 offrono il servizio di prenotazione via Internet

(tramite e-mail, grandi portali e/o siti di proprietà delle strutture) e catturano sulla rete il 41,2% della loro

clientela (il 35,8% nel 2008).

La competizione globale ormai ha spostato online anche una quota significativa dell’intermediazione

tradizionale. Nel complesso, oltre la metà dei tour operator internazionali (55%) utilizza il web per

commercializzare i propri pacchetti nel mondo. Sul totale delle vendite, quelle online costituiscono il

38,9% dei pacchetti commercializzati per l’Italia.

Page 20: Competitività del sistema turistico italiano

Competitività del sistema turistico italiano Pagina 20 di 44

Strutture ricettive italiane dove è possibile prenotare tramite internet (%)

Anno 2008 78,6

Anno 2009 82,7

Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo –in collaborazione con Unioncamere

Turisti prenotati nelle strutture ricettive italiane tramite internet (%)

2008 I trimestre 36,3

II trimestre 37,3

III trimestre 39,3

IV trimestre 30,4

2009 I trimestre 40,6

II trimestre 41,4

III trimestre 42,1

IV trimestre 40,6

Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo –in collaborazione con Unioncamere

Canali di comunicazione che influenzano la scelta del soggiorno dei turisti in Italia

possibile più risposte, % calcolata sul totale turisti

italiani stranieri

2008 2009 2008 2009

Consiglio, racconti di amici, parenti, familiari 42,0 34,3 39,4 38,5

C'era già stato/esperienza personale 32,5 44,2 29,7 21,6

Internet 18,6 18,7 24,8 33,9

Non ha scelto, hanno deciso altri 5,7 3,7 6,5 3,0

Consiglio dell'agenzia di viaggi 3,7 3,7 4,0 8,9

Consiglio di enti/uffici turistici presso cui si è recato 3,5 2,4 6,5 5,1

Pubblicità 3,0 4,7 3,7 3,7

Guide turistiche 2,9 3,8 4,9 11,5

Richiesto dai figli fino a 14 anni 2,7 2,3 2,9 1,8

Articoli/ redazionali su periodici, quotidiani 1,9 0,9 2,2 1,0

Mostre, convegni, fiere 1,6 1,5 1,9 1,8

Attrazioni, eventi culturali 1,4 0,7 1,5 0,4

Cataloghi, depliant di agenzie di viaggi 1,4 2,8 1,9 1,9

Film/documentari 0,8 1,0 2,0 5,3

Attrazioni, eventi musicali 0,5 0,6 1,1 0,5

Libri, testi (non di turismo) 0,5 0,3 1,0 1,1

Eventi religiosi 0,4 0,5 0,6 0,1

Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo –in collaborazione con Unioncamere

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Competitività del sistema turistico italiano Pagina 21 di 44

5. Effetti sull’economia e sul gettito derivanti da uno stimolo nel comparto ricettivo del turismo

a cura di Sintesi centro studi

L’analisi che segue si pone come obiettivo la stima dei benefici al sistema economico derivanti dalla

deduzione di una parte della spesa turistica a vantaggio dei contribuenti. In particolare si osserva lo

stimolo indotto dalla manovra sul comparto del turismo e dunque i vantaggi che ne deriverebbero, nel

2009, per effetto del mantenimento di un determinato livello di:

• fatturato nei servizi ricettivi (maggiore gettito IVA, IRPEF/IRES e IRAP);

• occupazione nei servizi ricettivi (maggiore gettito IRPEF e risparmio per ammortizzatori sociali).

Dal momento che i vacanzieri sarebbero più inclini a richiedere la fattura si ipotizza anche un certo

ammontare di recupero di gettito per effetto della crescita del fatturato dichiarato.

Per le strutture ricettive, senza alcun intervento di stimolo, si prospetta una riduzione del 10% del fatturato

(e del 5% degli occupati) come annunciato nelle recenti previsioni di Federalberghi; questo impatto

negativo si tradurrebbe in un minor gettito complessivo di 670 milioni di euro.

Dal momento che uno stimolo al turismo consentirebbe al settore di contenere le perdite previste per il

2009 (in termini di fatturato e di occupazione), la nostra simulazione stima il recupero di gettito

complessivo a partire da tre ipotesi di fatturato 2009 (-5%, -2% e stesso livello rispetto al 2008).

Stima del recupero di gettito derivante dal comparto ricettivo (Importi in milioni di euro)

Variazioni rispetto all'anno 2008

Recupero gettito complessivo

Impatto nel 2009

Fatturato o pernottamenti

Occupati dipendenti Gettito IVA

Gettito IRPEF, IRES e IRAP

Gettito IRPEF lavoro dipendente

Ammortizzatori sociali lavoro dipendente

Senza interventi -10,00% -5,00% -176 -420 -23 51 -670

Con interventi

-5,00% -2,50% 88 210 12 -26 336

-2,00% -1,00% 141 336 18 -41 537

stesso livello del 2008 176 420 23 -51 670

Elaborazione Centro Studi Sintesi su dati Istat e altre fonti

Page 22: Competitività del sistema turistico italiano

Competitività del sistema turistico italiano Pagina 22 di 44

Ad esempio, se la campagna promozionale e di detassazione fosse in grado di contenere la riduzione del

fatturato 2009 di due soli punti percentuali (rispetto al 2008), la finanza pubblica beneficerebbe di

maggiori entrate per 537 milioni di euro.

Inoltre, si evidenzia il recupero di gettito aggiuntivo che potrebbe generarsi per effetto dell’emersione

dell’evasione. Se ad esempio, i provvedimenti assunti riuscissero a far emergere l’1% di evasione, il

maggior fatturato dichiarato contribuirebbe ad un gettito aggiuntivo di 14 milioni di euro. Sono state

considerate altre 3 ipotesi, con 3 diversi livelli di emersione del sommerso (5%, 10% e 15%); si ritiene che

percentuali più elevate siano azzardate in quanto le nostre stime sono costruite a partire dai dati sul

fatturato di contabilità nazionale (Istat) che includono già implicitamente l’economia sommersa.

Recupero di gettito ulteriore derivante da emersione evasione (Importi in milioni di euro)

Impatto nel 2009 Fatturato o

pernottamenti Occupati

dipendenti

Recupero gettito

complessivo

Gettito ulteriore recupero evasione

5% 10% 15%

Senza interventi -10,00% -5,00% -670

Con interventi

-5,00% -2,50% 336 70 140 210

-2,00% -1,00% 537 70 140 209

stesso livello del 2008 670 70 140 209

Elaborazione Centro Studi Sintesi su dati Istat e altre fonti

Recupero di fatturato da promozione di servizi turistici nazionali

Secondo i dati pubblicati dalla Banca d’Italia e Istat, i pernottamenti degli italiani all’estero superano i 240

milioni e la cifra complessiva di spesa si aggira sui 14,6 MLD di euro.

Ipotizzando che in seguito all’entrata in vigore del provvedimento, almeno una parte delle scelte turistiche

degli italiani possano indirizzarsi verso mete nazionali, gli effetti di gettito possono desumersi dalla tabella

che segue.

Page 23: Competitività del sistema turistico italiano

Competitività del sistema turistico italiano Pagina 23 di 44

Recupero gettito derivante da modifica comportamento di spesa turistica da parte dei contribuenti. (Importi in milioni di euro)

Variazioni rispetto all'anno 2008

Recupero

gettito complessivo

Impatto nel 2009 Fatturato o

pernottamenti Occupati

dipendenti Gettito IVA Gettito IRPEF, IRES e IRAP

Gettito IRPEF lavoro

dipendente

Ammortizzatori sociali lavoro dipendente

Senza interventi -10,00% -5,00% -176 -420 -23 51 -670

% recupero fatturato estero

ipotesi di mantenimento dei livelli di fatturato del

2008

Con interventi

senza recupero 0,00% 176 420 23 -51 670

10% 2,30% 256 612 32 -73 974

20% 4,60% 336 804 42 -94 1.276

30% 6,80% 417 996 51 -114 1.577

I calcoli presentanti all’interno della relazione illustrativa sono stati realizzati su base annua, quindi,

ipotizzando che il provvedimento entri in vigore a far data dal 25 aprile 2009, i costi e i benefici dovranno

essere parametrati sulla base di un arco temporale di riferimento differente.

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Competitività del sistema turistico italiano Pagina 24 di 44

Alcuni fattori di competitività del sistema turistico italiano

6. Il prodotto turistico balneare, un confronto tra Italia e Francia

6.1. La difficoltà competitiva delle destinazioni balneari italiane

Ad oggi il turismo balneare rappresenta per l’Italia il segmento più importante, in termini di:

• presenze nelle strutture ricettive, pari al 31,6% del totale contro il 24,4% delle città d’interesse

storico e artistico4;

• capacità ricettiva, dove il prodotto balneare è in assoluto quello che incide maggiormente

sull’offerta italiana, costituendo in valori percentuali il 36% delle imprese e dei posti letto, ed in

termini quantitativi 51 mila imprese per oltre 1.657.415 posti letto;

• ricavi provenienti dalla spesa turistica, dove il comparto balneare genera il 36,7%, contro il 26,3%

delle città d’arte.

La disponibilità dei posti letto è particolarmente sbilanciata sull’extralberghiero che accoglie il 58% dei

posti letto disponibili (oltre 968 mila), contro il 42% dell’hôtellerie. Oltre 591 mila posti letto in campeggi e

villaggi turistici e 310 mila negli alloggi in affitto, i quali costituiscono anche in termini di esercizi una

componente primaria: oltre 37 mila alloggi privati contro i 9.308 alberghi (per un totale di circa 689 mila

posti letto).

Soffre di una forte stagionalità grazie al fatto che le destinazioni costiere si vendono quasi esclusivamente

sul prodotto balneare tradizionale, infatti se da una parte questa stagionalità alza il picco di occupazione e

relative presenze durante i mesi estivi, dall’altra il sistema di offerta, attualmente, chiude piuttosto che

diversificare dimezzando i posti letto realmente disponibili tutto l’anno. Nonostante il dato positivo in valori

assoluti, quindi, il segmento ha bisogno d’interventi. Si sottolinea lo stato di fatica nel mantenere i ritmi di

crescita generali del mercato sul piano internazionale.

4 Fonte Istat 2008

Page 25: Competitività del sistema turistico italiano

Competitività del sistema turistico italiano Pagina 25 di 44

Esercizi ricettivi e capacità per tipo di località - anno 2008

Esercizi Posti letto

Numero % Numero %

Città/ Città d'arte 23.665 16,9 849.426 18,3

Località del turismo verde 8.526 6,1 185.901 4,0

Località lacuali 5.574 4,0 299.133 6,4

Località marine 51.063 36,4 1.657.415 35,7

Località montane 24.668 17,6 618.408 13,3

Località termali 3.773 2,7 148.918 3,2

Comuni n. a. c. 22.994 16,4 889.849 19,1

Totale 140.263 100,0 4.649.050 100,0

Fonte: Istat 2008

Esercizi ricettivi e capacità nelle località marine per tipologia di struttura - anno 2008

Esercizi Posti letto

Numero % Numero %

Alberghi 9.308 18,2 689.277 41,6

Campeggi e Villaggi turistici 847 1,7 591.084 35,7

Alloggi in affitto 37.037 72,5 310.122 18,7

Alloggi agro-turistici e Country-Houses 1.187 2,3 16.517 1,0

Ostelli per la Gioventù 47 0,1 5.044 0,3

Case per ferie 334 0,7 30.302 1,8

Bed & Breakfast 2.275 4,5 12.162 0,7

Altri esercizi ricettivi 28 0,1 2.907 0,2

Totale 51.063 100,0 1.657.415 100,0

Fonte: Istat 2008

Presenze nelle strutture ricettive nelle località marine - anni 2000/2008

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Località marine 115.364.410 118.062.780 117.113.539 116.222.159 112.915.810 112.201.943 117.306.797 119.602.916 117.986.626

Totale Italia 338.885.143 350.323.133 345.247.050 344.413.317 345.315.658 355.255.172 366.764.778 376.641.751 373.666.712 % Località marine su Italia 34,0 33,7 33,9 33,7 32,7 31,6 32,0 31,8 31,6

Fonte: Istat 2008

Page 26: Competitività del sistema turistico italiano

Competitività del sistema turistico italiano Pagina 26 di 44

Presenze nelle strutture ricettive per tipo di località - anno 2008

Numero %

Variazione % 2000-2008

Città di interesse storico e artistico 91.097.369 24,4 16,1

Località montane 48.912.171 13,1 14,5

Località lacuali 24.985.578 6,7 10,8

Località marine 117.986.626 31,6 2,3

Località termali 13.631.656 3,6 -12,0

Località collinari e di interesse vario 13.790.523 3,7 25,2

Altre località 63.262.789 16,9 18,7

Totale 373.666.712 100,0 10,3

Fonte:Istat 2008

Presenze nelle strutture ricettive per tipo di località e provenienza dei clienti - anno 2008

Numero %

Italiani Stranieri Totale Italiani Stranieri Totale

Città di interesse storico e artistico 37.350.937 53.746.432 91.097.369 41,0 59,0 100,0

Località montane 29.972.934 18.939.237 48.912.171 61,3 38,7 100,0

Località lacuali 6.437.219 18.548.359 24.985.578 25,8 74,2 100,0

Località marine 79.524.347 38.462.279 117.986.626 67,4 32,6 100,0

Località termali 8.385.365 5.246.291 13.631.656 61,5 38,5 100,0

Località collinari e di interesse vario 5.874.648 7.915.875 13.790.523 42,6 57,4 100,0

Altre località 44.323.828 18.938.961 63.262.789 70,1 29,9 100,0

Totale 211.869.278 161.797.434 373.666.712 56,7 43,3 100,0

Fonte: Istat 2008

Il trend dell’occupazione delle camere nelle strutture ricettive nel corso del 2009 mostra per il turismo

balneare:

• una ripresa rispetto al 2008 nel primo trimestre dell’anno (occupate il 29%-30% delle camere

disponibili, in linea con le vendite pre-crisi del 2007),

• una tenuta del comparto in primavera (30,7% le camere occupate in aprile, 36,8% in maggio e

49,3% in giugno), ma soprattutto in estate (69,8% in luglio, 84,3% il picco di vendite di agosto e

50,4% in settembre);

Page 27: Competitività del sistema turistico italiano

Competitività del sistema turistico italiano Pagina 27 di 44

• un calo in chiusura di anno, quando novembre segna il 20,3% di camere occupate sul totale

disponibilità del mese (-12,2 punti percentuali rispetto all’occupazione dello scorso anno) e

dicembreil14,4%5 (-14 punti percentuali rispetto al 2008).

Per la vacanza al mare, i turisti spendono in media pro-capite6:

• per il viaggio a/r, 66 euro gli italiani e 225 euro gli stranieri (577 euro i turisti extra-europei) e per

l’alloggio, 54 euro al giorno;

• per i pacchetti tutto compreso, acquistati dai turisti organizzati, 69 euro gli italiani e 166 euro gli

stranieri;

• per le altre spese sostenute nel corso della vacanza, 60 euro al giorno. In particolare, le principali

voci di spesa riguardano i pasti consumati in ristoranti e pizzerie ed i consumi in bar, caffè e

pasticcerie, seguite dagli acquisti di prodotti agroalimentari in supermercati e negozi e dalle spese

sostenute negli stabilimenti balneari.

5 Dato provvisorio.

6 Fonte: Impresa turismo 2010, Unioncamere-Isnart.

Page 28: Competitività del sistema turistico italiano

Competitività del sistema turistico italiano Pagina 28 di 44

Un elemento caratterizzante il turismo balneare italiano è il basso indice di internazionalità: gli stranieri

rappresentano solamente il 32,6% delle presenze del segmento, quota che nelle città d’arte raggiunge il

59% e nelle destinazioni lacuali addirittura il 74,2%.

Nell’arco degli ultimi anni il livello di internazionalizzazione è diminuito, segnale di un indubbio calo

dell’appeal di alcune nostre località costiere sul mercato straniero, soggette ad una forte concorrenza

internazionale da parte di destinazioni che possono avvantaggiarsi di una migliore infrastrutturazione

(aeroporti vicini ai principali centri turistici), maggiore economicità, una snella organizzazione dei servizi di

accoglienza (transfer rapidi) e di una stagione sensibilmente più lunga perché legata anche ad altre

proposte turistiche come lo sport, gli eventi, il turismo congressuale, il benessere.

La bassa incidenza internazionale offre inoltre il fianco ai cambiamenti che si stanno verificando sul lato

della domanda interna, sempre più propensa a recarsi verso le mete balneari estere a basso costo.

Page 29: Competitività del sistema turistico italiano

Competitività del sistema turistico italiano Pagina 29 di 44

6.2 Balneabilità e certificazione bandiere blu in Italia

Nel giro degli ultimi anni si è registrato un miglioramento della qualità delle nostre acque

• a fronte di un aumento di chilometri di costa balneabile: dal 2000 al 2008 passano da 4.843 (pari

al 65,7% del totale) a 4.969 km (67,4%);

• la percentuale di quelli che non soddisfano i requisiti di balneabilità a causa dell’inquinamento è

diminuita: la costa permanente vietata per inquinamento passa da 269 km del 2000 (pari al 3,6%)

ai 240 km del 2008 (3,3%). Campania e Calabria e Lazio, le regioni con le più alte percentuali di

km di coste inquinate.

Anche la situazione delle bandiere Blu è migliorata nell’ultimo anno. Il numero di spiagge assegnatarie del

riconoscimento ambientale è salito da 104 a 113. Premiate soprattutto le coste della Toscana (che passa

da 11 a 16 bandiere blu) e Puglia (da 5 a 7 bandiere blu).

Balneabilità delle coste marine italiane - anni 2000/2004

2000 2001 2002 2003 2004

Km % Km % Km % Km % Km %

Lunghezza totale della costa 7.375,3

100,0

7.375,3

100,0

7.375,3

100,0

7.375,3

100,0

7.375,3

100,0

Costa non controllabile 1.069,4 14,5

1.059,4 14,4

1.058,5 14,4

1.057,0 14,3

1.060,5 14,4

Costa insufficientemente campionata 179,0 2,4 13,8 0,2 0,4 0,0 17,7 0,2 7,3 0,1

Costa permanentemente vietata per motivi indipendenti da inquinamento 881,3 11,9 884,5 12,0 884,4 12,0 877,1 11,9 874,6 11,9

Costa permanentemente vietata per inquinamento 269,1 3,6 269,7 3,7 254,0 3,4 244,8 3,3 250,4 3,4

Costa inquinata (Art.7+Art.6) 123,3 1,7 130,8 1,8 169,0 2,3 160,9 2,2 183,2 2,5

Costa temporaneamente non idonea alla balneazione per inquinamento

Art.7 n.d. n.d. n.d. n.d. 128,4 1,7 128,4 1,7 137,5 1,9

Art.6 n.d. n.d. n.d. n.d. 40,6 0,6 32,5 0,4 45,7 0,6 Costa temporaneamente non idonea alla balneazione per inquinamento non compresa nel provvedimento regionale

10,6 0,1 - - 8,4 0,1 - - - -

Costa balneabile 4.842,6 65,7

5.017,1 68,0

5.000,6 67,8

5.017,8 68,0

4.999,3 67,8

Costa controllata

4.965,9 67,3

5.147,9 69,8

5.169,6 70,1

5.178,7 70,2

5.182,5 70,3

% Balneabilità 97,5 97,5 96,7 96,9 96,5

Fonte: Ministero della salute, "Qualità delle acque di balneazione"

Page 30: Competitività del sistema turistico italiano

Competitività del sistema turistico italiano Pagina 30 di 44

Balneabilità delle coste marine italiane - anni 2005/2008

2005 2006 2007 2008

Km % Km % Km % Km %

Lunghezza totale della costa 7.375,3

100,0

7.375,3

100,0

7.375,3

100,0

7.375,3

100,0

Costa non controllabile 1.044,9 14,2

1.072,2 14,5

1.071,4 14,5

1.067,6 14,5

Costa insufficientemente campionata 7,0 0,1 10,0 0,1 3,7 0,1 8,1 0,1

Costa permanentemente vietata per motivi indipendenti da inquinamento 878,3 11,9 882,8 12,0 890,1 12,1 892,3 12,1

Costa permanentemente vietata per inquinamento 242,8 3,3 247,3 3,4 244,9 3,3 240,2 3,3

Costa inquinata (Art.7+Art.6) 177,6 2,4 221,6 3,0 195,0 2,6 198,0 2,7

Costa temporaneamente non idonea alla balneazione per inquinamento

Art.7 144,7 2,0 131,3 1,8 154,3 2,1 135,9 1,8

Art.6 32,9 0,4 90,3 1,2 40,7 0,6 62,1 0,8 Costa temporaneamente non idonea alla balneazione per inquinamento non compresa nel provvedimento regionale

- - - - - - - -

Costa balneabile 5.024,7 68,1

4.941,4 67,0

4.970,2 67,4

4.969,1 67,4

Costa controllata

5.202,3 70,5

5.163,0 70,0

5.165,2 70,0

5.167,1 70,1

% Balneabilità 96,6 95,7 96,2 96,2

Fonte: Ministero della salute, "Qualità delle acque di balneazione"

Balneabilità delle coste marine italiane per regione - anno 2008

Lunghezza della costa

Costa non controllabile

Costa insufficientemente

campionata Costa

controllata Costa

inquinata Costa

balneabile % balneabilità

Numero bandiere blu 2008

Numero bandiere blu 2009

Liguria 349,3 62,0 - 287,3 7,0 280,3 97,6 14 16

Toscana 601,1 209,3 - 391,8 0,6 391,2 99,8 11 16

Lazio 361,5 73,5 - 288,0 20,7 267,3 92,8 3 4

Campania 469,7 44,6 - 425,1 81,5 343,6 80,8 11 12

Basilicata 62,2 3,9 - 58,3 - 58,3 100,0 1 1

Calabria 715,7 62,1 - 653,6 44,1 609,5 93,3 3 4

Puglia 865,0 153,1 - 711,9 14,5 697,4 98,0 5 7

Molise 35,4 0,9 - 34,5 - 34,5 100,0 2 1

Abruzzo 125,8 8,4 - 117,4 4,9 112,5 95,8 13 13

Marche 173,0 20,1 - 152,9 1,2 151,7 99,2 15 16 Emilia Romagna 131,0 30,6 - 100,4 - 100,4 100,0 8 8

Veneto 158,9 58,0 - 100,9 10,3 90,6 89,8 5 6 Friuli Venezia Giulia 111,7 50,8 - 60,9 1,4 59,5 97,7 2 2

Sicilia 1.483,9 550,1 8,1 933,8 10,9 914,8 98,0 4 4

Sardegna 1.731,1 880,6 - 850,5 1,1 849,4 99,9 2 2 Italia 7.375,3 2.208,1 8,1 5.167,1 198,0 4.961,1 96,0 104 113

Fonte: Ministero della salute, "Qualità delle acque di balneazione" e Fee - Fondation for Enviromental Education

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Competitività del sistema turistico italiano Pagina 31 di 44

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Competitività del sistema turistico italiano Pagina 32 di 44

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Competitività del sistema turistico italiano Pagina 33 di 44

6.3 La normativa di settore: il demanio marittimo in Italia, Francia e Grecia

Imposte sullo sfruttamento delle spiagge e litorali per servizi di pubblica utilità

Italia

I Beni demaniali sono definiti dagli articoli 822 e 826 del Codice Civile (demanio pubblico e “patrimonio

indisponibile”). L’articolo 28 del Codice della Navigazione stabilisce che “fanno parte del demanio

marittimo il lido, la spiaggia, i porti, le rade, le lagune, le foci dei fiumi ….”

Il Decreto Legislativo n.112 del 31 marzo 1998 trasferisce integralmente le funzioni amministrative sul

demanio marittimo dallo Stato alle Regioni per tutte le finalità diverse da quelle dell’approvvigionamento di

energia. Le Regioni, a loro volta, hanno trasferito ai comuni le funzioni amministrative sul demanio

marittimo.

La Legge finanziaria 2007 (L. 27 dicembre 2006, n.296) ha stabilito nuovi criteri per le concessioni di

pertinenze demaniali marittime:

“art.251. Il comma 1 dell'articolo 03 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con

modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, e' sostituito dal seguente: "1. I canoni annui per

concessioni rilasciate o rinnovate con finalità turistico-ricreative di aree, pertinenze demaniali marittime e

specchi acquei per i quali si applicano le disposizioni relative alle utilizzazioni del demanio marittimo sono

determinati nel rispetto dei seguenti criteri:

a) classificazione, a decorrere dal 1° gennaio 2007, delle aree, manufatti, pertinenze e specchi acquei

nelle seguenti categorie:

1) categoria A: aree, manufatti, pertinenze e specchi acquei, o parti di essi, concessi per utilizzazioni ad

uso pubblico ad alta valenza turistica;

2) categoria B: aree, manufatti, pertinenze e specchi acquei, o parti di essi, concessi per utilizzazione ad

uso pubblico a normale valenza turistica. L'accertamento dei requisiti di alta e normale valenza turistica e'

riservato alle regioni competenti per territorio con proprio provvedimento. Nelle more dell'emanazione di

detto provvedimento la categoria di riferimento e' da intendersi la B. Una quota pari al 10 per cento delle

maggiori entrate annue rispetto alle previsioni di bilancio derivanti dall'utilizzo delle aree, pertinenze e

specchi acquei inseriti nella categoria A e' devoluta alle regioni competenti per territorio;

Page 34: Competitività del sistema turistico italiano

Competitività del sistema turistico italiano Pagina 34 di 44

b) misura del canone annuo determinata come segue:

1) per le concessioni demaniali marittime aventi ad oggetto aree e specchi acquei, per gli anni 2004, 2005

e 2006 si applicano le misure unitarie vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge e non

operano lo disposizioni maggiorative di cui ai commi 21, 22 e 23 dell'articolo 32 del decreto-legge 30

settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e

successive modificazioni; a decorrere dal 1° gennaio 2007, si applicano i seguenti importi aggiornati degli

indici ISTAT maturati alla stessa data:

1.1) area scoperta: euro 1,86 al metro quadrato per la categoria A; euro 0,93 al metro quadrato per la

categoria B;

1.2) area occupata con impianti di facile rimozione: euro 3,10 al metro quadrato per la categoria A; euro

1,55 al metro quadrato per la categoria B;

1.3) area occupata con impianti di difficile rimozione: euro 4,13 al metro quadrato per la categoria A; euro

2,65 al metro quadrato per la categoria B;

1.4) euro 0,72 per ogni metro quadrato di mare territoriale per specchi acquei o delimitati da opere che

riguardano i porti così come definite dall'articolo 5 del testo unico di cui al regio decreto 2 aprile 1885, n.

3095, e comunque entro 100 metri dalla costa;

1.5) euro 0,52 per gli specchi acquei compresi tra 100 e 300 metri dalla costa;

1.6) euro 0,41 per gli specchi acquei oltre 300 metri dalla costa;

1.7) euro 0,21 per gli specchi acquei utilizzati per il posizionamento di campi boa per l'ancoraggio delle

navi al di fuori degli specchi acquei di cui al numero 1.3);

2) per le concessioni comprensive di pertinenze demaniali marittime si applicano, a decorrere dal 1°

gennaio 2007, i seguenti criteri:

2.1) per le pertinenze destinate ad attività commerciali, terziario-direzionali e di produzione di beni e

servizi, il canone e' determinato moltiplicando la superficie complessiva del manufatto per la media dei

valori mensili unitari minimi e massimi indicati dall'Osservatorio del mercato immobiliare per la zona di

riferimento. L'importo ottenuto e' moltiplicato per un coefficiente pari a 6,5. Il canone annuo così

determinato e' ulteriormente ridotto delle seguenti percentuali, da applicare per scaglioni progressivi di

superficie del manufatto: fino a 200 metri quadrati, O per cento; oltre 200 metri quadrati e fino a 500 metri

quadrati, 20 per cento; oltre 500 metri quadrati e fino a 1.000 metri quadrati, 40 per cento; oltre 1.000

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Competitività del sistema turistico italiano Pagina 35 di 44

metri quadrati, 60 per cento. Qualora i valori dell'Osservatorio del mercato immobiliare non siano

disponibili, si fa riferimento a quelli del più vicino comune costiero rispetto al manufatto nell'ambito

territoriale della medesima regione;

2.2) per le aree ricomprese nella concessione, per gli anni 2004, 2005 e 2006 si applicano le misure

vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge e non operano le disposizioni maggiorative di cui

ai commi 21, 22 e 23 dell'articolo 32 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con

modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e successive modificazioni; a decorrere dal 1°

gennaio 2007, si applicano quelle di cui alla lettera b), numero 1)”.7

Francia

In Francia le amministrazioni comunali dispongono di un diritto di prelazione sulla concessione d’uso dei

litorali marittimi, in caso di rinuncia, viene indetto un bando per l’assegnazione della concessione ad un

soggetto privato e i progetti proposti devono essere posti al vaglio dell'autorità prefettizia.

Il beneficiario della concessione può sfruttare direttamente la spiaggia oppure darla a sua volta in

gestione (anche parziale) a terzi “sub-concessionari” sulla base di una convenzione di durata non

superiore a quella della concessione stessa. Tuttavia, anche in caso di concessione a terzi, il primo

beneficiario rimane responsabile.

L’utilizzo libero e gratuito della spiaggia deve essere preservato: il Decreto Legge n. 2006-608 del 26

maggio 2006 impone di lasciare libero da installazioni uno spazio minimo pari all’80% della riva e all’80%

della superficie della spiaggia, percentuali che scendono al 50% per le spiagge artificiali.

Lo sfruttamento delle spiagge è realizzabile a mezzo di attrezzature e installazioni (“accessori balneari”,

ovvero lettini, sdraio, ombrelloni, ecc.) che si adattino al sito, alla frequentazione della spiaggia e al livello

dei servizi circostanti. Tutte le installazioni devono essere smontabili e trasportabili (ad eccezione delle

attrezzature sanitarie e di sicurezza) al fine di consentirne la rimozione al termine di ogni stagione

turistica. Viene affermato il principio in base al quale la gestione deve avvenire in modo da garantire la

conservazione del territorio, lo sviluppo dell’economia turistica, l’igiene, la sicurezza pubblica e la garanzia

dell'accesso ai disabili.

7 E’ in fase di approvazione l’emendamento al decreto Legge 194/2009 “Milleproroghe” che porta al 31 dicembre 2015 (rispetto

al termine del 2012 apparso sulla Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2009) la proroga delle concessioni demaniali marittime

prima della messa a regime della nuova normativa nazionale in materia di rilascio dei titoli concessori.

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Competitività del sistema turistico italiano Pagina 36 di 44

La concessione può avere una durata massima di 12 anni, per uno sfruttamento annuale che non dovrà

superare la durata di 6 mesi (salvo eccezioni previste dalla legge).

Il costo della concessione varia a seconda del bene e servizio dato in concessione. Per gli accessori

balneari (ombrelloni, lettini, ecc.) il prezzo è a m2 e per mese: ad esempio, un concessionario della città di

Marsiglia8 paga 1,20 euro al mese per ogni m2 di spiaggia utilizzato.

E’, comunque, allo studio una modifica del Decreto 608, per la difficoltà incontrata dagli operatori

nell’attuazione dello stesso, in particolare per quanto concerne la tassa d’occupazione e la durata della

stessa.

Grecia9

La delibera num.prot.1022334/1588/Β0010/2-3-2007 (in comune accordo tra i Ministeri

dell’Amministrazione Pubblica e delle Finanze ed Economia) stabilisce per gli Enti di Autogoverno Locale

il diritto, dietro corresponsione di un importo, al semplice uso degli spazi comuni (litorale - spiaggia)

ubicati entro i confini della zona amministrativa di competenza.

Viene indetta gara pubblica al miglior offerente per l’affitto degli spazi su litorale/spiaggia allo scopo di

collocare ombrelloni e sdraio/sedie da mare. I termini della gara pubblica sono stabiliti con delibera della

Commissione Comunale secondo il DP 270/1981 e l’autorità comunale deve decidere circa

l’approvazione dell’affitto e la durata. L’Ufficio Tecnico del Comune provvede alla topografia e definizione

delle zone litoranee della specifica spiaggia comunale e ove risultino altre richieste di interesse.

La Legge 2971/19-12-2001 (articolo 13 par. 3) stabilisce che è possibile la concessione ad uso semplice

di un litorale per l’esercizio di attività utili ai bagnanti o l’animazione del pubblico (p.es. affitto di sdraio,

poltrone sedie, ombrelloni ecc.). Nel caso in cui si concede l’uso di litoranei per l’affitto di sdraio e

ombrelloni, la superficie del litorale non può superare i (500 m2). Qualora nello stesso litorale vi siano altre

concessioni per l’affitto di sdraio e ombrelloni, tra i diversi spazi del litorale concessi deve sussistere una

distanza intermedia libera di almeno (100m). Il prezzo stabilito per l’affitto ed anche iniziale della gara

pubblica è p.es. (indicativo) 10,00€ per m2.

8 La città di Marsiglia fa parte della regione PACA (Provenza-Alpi Marittime-Costa Azzurra) che accoglie 800 dei totali 1200 lotti

di spiaggia del litorale francese.

9 Metratura e importi riguardano una spiaggia nelle isole delle Cicladi.

Page 37: Competitività del sistema turistico italiano

Competitività del sistema turistico italiano Pagina 37 di 44

6.4 Idee per lo sviluppo di prodotti turistici comuni tra Francia e Italia

Il potenziamento dell’offerta turistica, in un momento in cui il settore necessita di fiducia e ottimismo, trova

nella complementarietà -storica e culturale, oltre che paesaggistico-ambientale- della Costa Azzurra

francese e della confinante Liguria, un punto di partenza per l’elaborazione di una strategia vincente che

passa per il potenziamento di taluni prodotti turistici.

Decisamente interessante apparirebbe l’interscambio tra Costa Azzurra e Italia attivabile mediante il

sostegno e lo sviluppo del turismo nautico e da diporto. Il suo principale punto di forza è rappresentato

dall’unione di antiche tradizioni e passati consolidati proprie di entrambe le aree. Un’eredità che promette

la soddisfazione di aspettative elevate e di un interesse crescente della domanda. Difatti, il turismo

nautico, oltre agli abituali turisti tedeschi, inglesi e olandesi, affascina sempre più prepotentemente

asiatici, arabi, russi, richiamandoli verso pratiche turistiche da sempre appannaggio di qualificate elite.

Il contatto diretto con la natura ed il mare, che questo modo di fare vacanza comporta, consente altresì di

abbracciare istanze ambientali e di adottare pratiche sostenibili di sviluppo, sempre più necessarie e

ineludibili. Parallelamente, la sua capacità attrattiva viene assicurata non solo dal prodotto turistico e

sportivo in quanto tale, ma anche dalla sua capacità di attivare eventi, fiere e manifestazioni,

moltiplicando gli effetti sul territorio.

Area: Imperia, Antibes, Cannes e le isole di Lerains

Come pure elitario e di nicchia – prodotto alternativo e destagionalizzante - apparirebbe la creazione di un

distretto golf tra Costa Azzurra – Liguria – Piemonte, in quanto sport capace di lanciare le sue mire verso

una domanda high-profile, con elevate capacità di spesa e di generare un impatto, in termini economici e

di immagine, qualificante e profittevole.

La ricerca di modi alternativi di fare vacanza, il bisogno di relax, l’autorealizzazione derivante dalla

coltivazione di taluni interessi, rappresentano tutti moventi ideali per la conquista di questo specifico

segmento di domanda.

Inoltre, la relativa esiguità, soprattutto in questa parte d’Europa, di campi e infrastrutture in grado di

attrarre bacini consistenti di turisti, moltiplica le opportunità che potrebbero scaturire dalla costruzione di

un prodotto di qualità e rispondente alle specifiche esigenze.

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Competitività del sistema turistico italiano Pagina 38 di 44

Del resto, un prodotto non va pensato fine a se stesso e ricadente nel solo ambito turistico, ma occorre

guardare agli effetti indiretti attivabili sul territorio, da una domanda capace di generare consumi elevati e

utili all’intera economia dell’area.

Area: Torino, Asti, Genova, Nizza, Grasse

Parallelamente, appaiono notevoli i risvolti virtualmente sviluppabili da un’integrazione di tradizioni eno-

gastronomiche di alta qualità, che al terroir francese amalgherebbero molteplici tipicità liguri, sfruttando

abilmente – ed in modo creativo - la ricchezza dei fondali del Mediterraneo.

Una ricetta vincente, i cui effetti di propagazione risiedono nell’appeal che il turismo enogastronomico è in

grado di esercitare su una clientela che sempre più frequentemente conta provenienze molteplici, tra cui

europei, statunitensi, giapponesi e arabi.

Anche in questo caso, occorre ribadire l’assoluta trasversalità del prodotto enogastronomia, il cui

sostegno e sviluppo si dimostrano capaci di soddisfare piacere e bisogni differenti, da quelli delle

comunità ospitanti per spingersi a tutte le tipologie di turisti.

Difatti, sempre più la ricerca di settore ci mostra il profilo di un turista che spesso si dedica all’acquisto e

alla degustazione di prodotti enogastronomici, alla visita e alla partecipazione a particolari eventi, alla

scoperta del territorio attraverso la sua cucina e ai prodotti tipici.

Senza, tuttavia, dimenticare quella ricerca di qualità e di genuinità che consentirebbero ad entrambi i

territori, italiani e francesi, la conquista di un vantaggio competitivo rilevante.

Area: Savona, Sanremo, Cannes, Nizza, Monaco

Una sapiente intercettazione di bacini emergenti e in via di sviluppo sugli scenari turistici nazionali e

internazionali, deriverebbe anche dal potenziamento turismo del wellness e del benessere, potendosi

inserire in cornici ambientali di indiscussa bellezza.

Una tradizione, quella del termale, che ha radici lontane, che proprio nella Costa Azzurra trovano origini

qualificanti, in grado ancora di discriminare in sede di qualità e fascino.

I molteplici richiami e le attrattive di cui l’intera area geografica è costellata completerebbero – come

attività e soddisfazione di interessi – un tipo di turismo che presenta ancora numerose potenzialità di

sviluppo.

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La sapienza di una scelta mirata risiederebbe nella creazione di un polo di assoluto pregio e lusso, che

trova riscontro nelle tendenze di un’industria – quella del benessere – che pare avvertire meno i segni

della crisi e che, soprattutto, non conosce confini.

Area: La Spezia, Portovenere, Pigna, Alassio, Diano Marina, Imperia, Antybes, Fayence

Prodotti di nicchia che, possono discriminare sia in sede di esclusività, ma anche in quella – principale –

di diversificazione. Trattandosi di aree che già vantano un’elevata rinomanza e un riconosciuto potere

attrattivo, l’abilità di proporsi congiuntamente, attraverso prodotti meno soliti, rappresenta allo stato attuale

una scelta strategica in grado di assicurare uno sviluppo armonioso nel medio-lungo periodo.

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7. Investimenti pubblici e privati nel settore: i capitali esteri in Italia

Alcuni confronti internazionali

L’Oxford Economic Forecasting10 ha stimato un ammontare totale di 300 miliardi di dollari di denaro

pubblico (4% di quanto gli Stati del Mondo spenderanno nel corso dell’anno) e 1000 miliardi i dollari

provenienti dai privati (9% degli investimenti internazionali), investiti a livello globale a sostegno dello

sviluppo del settore turistico.

Primi gli Stati Uniti sia per investimenti pubblici che privati (oltre 100 miliardi di dollari), secondo il

Giappone (35 miliardi di dollari in fondi pubblici), mentre restano indietro le grandi destinazioni turistiche

internazionali: in Europa, per gli investimenti pubblici emerge la Francia con 16 miliardi di dollari, seguita

dalla Spagna e dal Regno Unito con 14 miliardi ciascuno; l’Italia conterebbe 12 miliardi di dollari spesi

nell’anno, seguita dalla Germania con 11 miliardi.

Per gli investimenti privati, dopo gli USA (281 miliardi di dollari), segue la Cina (135 miliardi), il Giappone

(56 miliardi), la Spagna (48 miliardi), il Regno Unito (33 miliardi), la Francia (31 miliardi), l’Italia (29

miliardi), la Germania (27,7 miliardi), ecc.

L’Associazione Turca degli investitori nel turismo, l’equivalente della nostra Italia Turismo (Sviluppo Italia),

dichiara un ammontare di investimenti nel settore pari a circa 40 miliardi di dollari (di cui 4/5 formati da

capitali privati), un flusso di finanziamenti nel settore turistico ben al di sopra di quelli italiani: basti

pensare che Italia Turismo ha investito 140 milioni di euro per la realizzazione di tre nuovi Golf resort in

Calabria (Simeri e Sibari) e Sicilia (Sciacca) e la ristrutturazione di strutture esistenti, per un totale di oltre

2 mila camere (il progetto di Sibari è concluso, per quello di Simeri l’apertura è prevista per il 2011 e per

Sciacca nel 2012)11.

Ai limitati investimenti pubblici si aggiunge un gap competitivo del nostro Paese anche per quanto

riguarda l’attrazione di investimenti privati stranieri. Il settore turistico è interessato negli ultimi anni da

ingenti investimenti provenienti da capitali prodotti in altri settori, primi tra tutti i “petroldollari” dei Paesi

10 Dati 2006

11 Contratti di programma siglati nel 2006 tra Italia Turismo e il Ministero dello Sviluppo Economico.

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Arabi, ma l’Italia rimane pressoché al di fuori (o quasi) del gioco (a Tunisi si sono firmate recentemente

una serie di intese governative per diversi pacchetti progettuali proposti da società degli Emirati Arabi per

un totale di oltre 21 miliardi di dollari, altri investimenti immobiliari sono previsti sul continente africano per

un totale di 10 miliardi di dollari, ecc.).

Capitali esteri nelle catene leader internazionali presenti in Italia: il gruppo Hilton

In Italia sono presenti una trentina di gruppi stranieri, tra cui le catene leader Best Western,

InterContinental, Accor, Starwood, Hilton Hotel Corporation, Marriott, Sol Melià, AC Hotels, Choice e

Luxury Lifestyle Hotels.

La catena Hilton, in particolare, protagonista di una recente fusione tra l’americana Hilton Hotels

Corporation, cui fa capo l’attività statunitense, canadese e messicana della compagnia, ed gruppo Hilton

che ha sede a Londra, cui fanno capo gli hotel presenti nel resto del mondo, ha investito da tempo nel

nostro Paese.

Il gruppo Hilton conta a tutt’oggi 3500 strutture alberghiere per un totale di oltre 500 mila camere

disponibili in ottanta Paesi in tutto il mondo, ubicati nelle principali destinazioni turistiche, in centro città e

in prossimità degli aeroporti.

Il gruppo possiede, gestisce o concede in franchising marchi alberghieri quali Hilton, Conrad Hotels &

Resorts, Doubletree by Hilton, Hampton by Hilton, Hilton Garden Inn e Waldorf Astoria Hotels & Resorts,

per un totali di dieci diversi brand e altrettante fasce di mercato.

In Italia Hilton Worldwide è presente dal 1963 e conta ad oggi 16 strutture (di cui tre a Roma, tre a Milano,

due a Matera, due a Firenze, due a Palermo e una a Sorrento, Lecce, Bologna e Venezia) e 4.200

camere, raddoppiando l’offerta nel giro di soli quattro anni. Tuttavia l’investimento in Italia è solo una parte

minoritaria rispetto agli investimenti fatti in Europa, basti pensare che il gruppo ha in programma di aprire

entro i prossimi 10 anni 70 hotel in Russia.

Nel 2009 il gruppo ha aperto due nuove strutture in Puglia (Doubletree by Hilton, Acaya Golf Resort e

Hilton Garden Inn Bari) e nel 2010 ha in programma di ampliare il proprio portafoglio con altri quattro hotel

(Doubletree by Hilton Olbia, Hilton Giardini Naxos, Hilon Garden Inn Lecce e Hilton Garden Inn Venice

/Mestre San Giulian) per un totale di 20 strutture previste per il portafoglio d’offerta del gruppo a fine 2010.

Le opportunità di business nel nostro Paese derivano dal fatto che circa il 93% degli alberghi presenti in

Italia sono indipendenti e dunque “terreno vergine” per il gruppo americano che in seguito alla crisi ha

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vista aumentare le domande di affiliazione da parte degli operatori italiani e la motivazione di fondo è la

mancanza di capitali per gli albergatori individuali necessari per promuovere la struttura e per investire

nell’innovazione, oltre naturalmente alla possibilità di usufruire di azioni di marketing collettivo e sinergie

commerciali.

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Nota metodologica

I punti di forza e di debolezza dell’ospitalità italiana

Fabbisogni formativi delle imprese

Interviste dirette agli operatori del settore turistico su scala nazionale con particolare riferimento ad alcune

località campione, leader di mercato, attraverso la somministrazione di un questionario realizzato ad hoc

strutturato.

I dati utili allo studio sono stati estrapolati inserendo domande ad hoc dalle seguenti indagini:

“Monitoraggio sull’andamento dell’industria dell’ospitalità italiana”- Unioncamere-Isnart, realizzata

trimestralmente tramite interviste telefoniche su 5.000 operatori del ricettivo. Il campionamento è a tre

stadi di stratificazione; le unità di primo stadio sono tipo geografico, in particolare si distingue tra regioni e

province; il secondo stadio riguarda la tipologia di struttura ricettiva: il terzo stadio stratifica le interviste a

seconda del prodotto turistico partendo dalla definizione Istat dei comuni turistici. La prevalenza di un

prodotto rispetto a un altro può variare a seconda del periodo della rilevazione. Questa stratificazione

determina stime campionarie che hanno, ad un livello di confidenza del 99%, un margine di errore

dell’1,9%. L’universo di riferimento di tale campionamento è composto dal totale delle strutture ricettive in

Italia rispondenti alla stratificazione per tipologia ricettiva indicata;

“Customer care turisti in Italia”- Unioncamere-Isnart, realizzata in step stagionali di indagine, su scala

nazionale ed effettuata su un campione rappresentativo di 18.000 turisti che abbiano soggiornato almeno

una notte nella regione dell’intervista, tale numerosità determina stime campionarie ad un livello di

confidenza del 99% con un margine di errore dello (+/-) 0,01. Il campionamento è di tipo stratificato con

l’assegnazione di una predefinita ampiezza campionaria per ciascuna delle 20 regioni italiane. Tale

numerosità determina, a livello regionale, stime campionarie ad un livello di confidenza del 99% con un

margine di errore dello (+/-) 0,09. Una volta individuate, all’interno di ogni regione, le località di maggior

interesse per ogni singolo prodotto (sulla base del numero di arrivi e presenze), si passa alla successiva

fase di campionamento che prevede una distribuzione delle interviste tra turisti italiani e turisti stranieri.

Tale divisione viene stabilita in base ai dati dell’Istat relativi alle presenze per regione e per provincia.

Per l’analisi dei dati raccolti il campione viene riportato all’universo di riferimento attraverso un sistema di

pesi. Tali pesi, attribuiti ad ogni singola unità, sono costruiti rapportando il numero di interviste effettuate

per ogni regione e per ogni località turistica al totale delle presenze nel territorio (dati Istat).

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Le domande mirano a rilevare le caratteristiche strutturali del turista (età, provenienza, sesso, titolo di

studio e professione), i comportamenti turistici (tipologia di alloggio, organizzazione della vacanza, canali

di influenza, attività svolte, soddisfazione e valutazione della vacanza svolta) e l’importo della spesa

individuale, per circa 20 voci di spesa direttamente turistica (viaggio, alloggio e pacchetto turistico) e

indirettamente turistica (trasporti pubblici, taxi; parcheggi; ristoranti, pizzerie; bar, caffè, pasticcerie; cibi e

bevande in supermercati; abbigliamento; calzature e accessori; gioielleria, bigiotteria; altro shopping;

sigarette, giornali, guide; ingressi musei, mostre; cinema, discoteche; spettacoli teatrali, concerti; eventi

sportivi; igiene personale e salute; altre spese.

Alcuni fattori di competitività del sistema turistico italiano

Analisi desk della banca dati del Ministero della Salute “ Qualità delle acque di balneazione” e

elaborazione dati sull’assetto del comparto ricettivo nelle località balneari italiane in termini di domanda e

di offerta (numero di imprese, numero di posti letto, presenze turistiche nelle strutture ricettive su dati Istat

e Unioncamere-Isnart)

Analisi desk dei siti internet specializzati e della normativa vigente in materia di demanio marittimo per

l’Italia, la Francia e la Grecia.

Analisi della stampa specializzata di settore sia a livello nazionale che internazionale e documentazione

(budget aziendali, ricerche di settore, siti web).