Commento di Vinci Verginelli a 243-244 PARACELSUS Theophrastus Philippus OPERA OMNIA, Genevae 1658

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    XVII sec. PARACELSUS Theophrastus Philippus

    Opera Omnia. Genevae 1658 (in tomi 2 comprendenti voll. 3)

    RIPORTO DI SEGUITO IL COMMENTO DI V. VERGINELLI

    Titoli in rosso e nero; bel ritratto di Paracelso, che Iacopo Tintoretto ad vivum pinxit, con

    in alto il motto paracelsiano Alterius non sit qui suus esse potest. Bella incisione nella

    pagine del frontespizio con lUroboru che cinge il motto dello stampatore: Quod tibi fieri non

    vis, alteri ne feceris.

    Segue un secondo tomo dellopera, che comprende, rilegati insieme, un Volumen secundum

    et tertium. Il frontespizio, dopo le indicazioni dellautore, reca il seguente titolo:

    OPERUM VOLUMEN SECUMDUM Opera Chimica et Philosophica complectens,

    Praefatione, Librorum Elencho et Indice Generali instructu,.

    Pp. 718. Da p. 674 comincia quella che Paracelso chiama Ars Signatoria e abbondanosimboli, sigilli, cifre, caratteri, quadrati magici etc. intramezzati a dettami alchimici.

    Il frontespizio del terzo volume il seguente:

    OPERUM VOLUMEN TERTIUS, CHIRURGICA OPERA COMPLECTENS, duabus

    sectionibus distinta, quorum prior Chirurgiam Magnam, posterior vero Bertheoneam sive

    Chirurgiam Minorem cum Libris adiectis continet. Extat in utramque Praefatio; singulae

    Librorum Elencho et Indice Generali sunt instructae.

    Pp. 1-212 (Sectio prima), pp. 1-119 (Sectio seconda).

    Il terzo volume termina con il Testamentum di Paracelso e riporta il suo epitafio a

    Salisburgo.

    Tanto nomini nullum par elogium.

    Pur tuttavia per dare una maggiore informazione intorno a questuomo che fu ritenuto il pi

    medico tra i pazzi ed il pi pazzo tra i medici a causa della carica eversiva che ebbe il suo

    insegnamento nella Medicina e nella Chirurgia tradizionali, e per invogliare lo studioso a

    leggere quanto pi pu delle sue opere per approfondire la conoscenza di questa figura cos

    grande nella storia dellErmetismo, si ritenuto opportuno riportare qui tradotto un articolo,

    per cos dire panoramico ed esclusivamente essoterico, pubblicato da Jacques Cornu ne La

    Vie Mdicale:

    Une grande figure mdicale: Paracelse.

    Theophrastus Aureolus Bombast von Hohenheim, pi conosciuto sotto il nome di Paracelso,

    suo soprannome nellUniversit di Basilea, nacque a Einsiedeln, nel cantone di Zurigo, il 10

    novembre 1493. La sua esistenza ebbe un corso molto movimentato, in un tempo ditransizione intellettuale, linstabilit della sua vita molto si accorda con la grande

    trasformazione della sua epoca, che, nel dominio scientifico, doveva condurci al metodo

    sperimentale. I quadri tradizionali sentivano la necessit di una riforma e il Concilio di

    Costanza laveva promessa. La Spagna, grande potenza cristiana, cominciava la sua

    decadenza. Il diritto di libero esame e la libert di coscienza sembravano aprire un campo

    immenso alla ragione umana e allesperienza. Hohenheim perdette sua madre molto giovane e

    fu allevato da suo padre, medico che da rude montanaro se lo trascinava nelle sue corse in

    montagna e gli mostr sin dalla sua pi giovane et il Libro della Natura.

    Dopo aver ricevuto linsegnamento in un collegio di Benedettini e poi nellUniversit di

    Basilea, prese fissa dimora presso Tritemio (famosissimo alchimista abate dellabbazia di

    Wrzburg molto rinomata nota del trad.) e nel 1515 and presso i Fuger, proprietari diminiere in Corinzia. Durante questi anni egli approfond i suoi studi di Chimica, noi diremmo

    anche di Alchimia.

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    Viaggiatore infaticabile, egli nel 1516 a Vienna, Colonia e Parigi. Nel 1517 visita

    lUniversit di Montepellier, Bologna, Padova, Ferrara, Salerno e Lisbona, poi va a studiare le

    miniere di piombo del Cumberland, passa a Oxford, visita i Paesi Bassi e la Danimarca. Nel

    1518 a Stoccolma, poi traversa la Polonia, la Germania e raggiunge Venezia, donde partir

    per i Balcani e poi andr sino in Russia, poi presta servizio in Italia come chirurgo nelle

    armate di Carlo V.Nel 1626 va a Tubinga e alla fine del medesimo anno medico nella citt di Basilea, dove

    occupa la prima cattedra di Chimica sino alla fine del 1528. Poi mischie con i suoi

    concittadini, la gelosia e lincomprensione dei suoi colleghi lobbligano a numerosi

    cambiamenti di residenza, malgrado lentusiasmo degli studenti e i risultati meravigliosi dei

    suoi trattamenti.

    Soggiorn nel 1535 a Pfaeffers, nel 1536 a Ulma. Nel 1539 torna a Augsburg, passa in Slesia

    e a Vienna. Raggiunge Salisburgo nel maggio 1541, dove egli mor il 24 settembre 1541 nel

    suo letto allalbergo del Cavallo Bianco.

    Questa vita agitata e fertile, senza il sorriso di una madre e le carezze di una donna, fu quella

    di un grande pensatore del Rinascimento: luniversalit del suo genio e la novit del suo

    insegnamento si ripercuotono sino a noi. Basta considerare linsieme della sua opera. Lamaggior parte dei suoi scritti non stata stampata se non dopo la sua morte. Durante la sua

    vita, nel 1529, fu pubblicata la sua opera su La Malattia Italiana. La fece stampare nello

    stesso tempo che i Prognostici per lEuropa durante gli anni 1530 al 1534, presso Federico

    Peypus, a Norimberga.

    LaPractica e lo Specchio della Medicina sono del 1531 e 1532. Nello Specchio egli difende

    la lingua tedesca come mezzo di insegnamento.

    Pubblic un opuscolo suLinterpretazione della Cometa che apparve nella montagna a met

    di agosto del 1530 stampata a Zurigo nel 1531.

    Nel 1536 port il suo manoscritto della Grande Chirurgia, libri primo e secondo, a Ulma,

    presso Hans Vannier e lo stesso anno lo pubblic presso Heinrich Steiner, che gliene fece una

    bellissima edizione. Questa fu la sola grande pubblicazione prima della sua morte. Egli

    stamp ancora nel 1537 i Pronostici dei venti anni avvenire in lingua latina e germanica,

    presso Steiner ad Augsburg.

    Pi di ventanni dopo la sua morte, ledizione del Labyrinthus Medicorum Errantium, Le

    malattie tartariche, pubblicazione fatta a Knigsberg,I tre principii, due trattati sulla paralisi

    e sulle altre malattie Concernenti le ferite e le piaghe,Philosophia ad Athenienses, Cronica et

    Origo Carinthial. Nel 1669, su la Matrice, tradotto in latino come anche il suo libro sulle

    meteore e il celebre Opus Paramirum, uno studio di medicina e di filosofia. Il suo libro sulla

    peste fu pubblicato presso Cristiano Muller a Strasburgo.

    Nel 1575 lArchidoxa in dieci libri,De Tintura Physica, eDe Occulta Philosophia.

    Non fu che nel 1589 che Walkirsch a Basilea pubblic linsieme delle opere di Paracelso sottoil nome generico Bcher und Schriften. Da questa opera cos varia possiamo trarre un

    insegnamento prezioso su di un uomo che a quattro secoli dal nostro tempo stato molto

    spesso presentato come un negromante piuttosto che come un precursore. Paracelso non ha

    pubblicato uno studio omogeneo di medicina, di chirurgia, di chimica o di filosofia, il suo

    temperamento focoso, la molteplicit delle sue idee anno riempito linsieme dei suoi lavori

    con allusioni a tutte le discipline con consigli e soprattutto con amare riflessioni. La sua vita

    tormentata ed instabile e la sua produzione intellettuale sono legate indissolubilmente.

    Filosoficamente staccato dalla Chiesa Cattolica e dalla Chiesa Protestante nascente, rimase

    profondamente credente ma non volle immischiarsi nei conflitti religiosi del proprio tempo e

    perci si attir durante la sua vita linimicizia dei due gruppi.

    Bisogna ricordarsi che Paracelso si rivolge soprattutto ai medici e che lidea del suoinsegnamento in gran parte la base delle nostre attuali conoscenze. Espose le sue vedute di

    deontologia medica nella introduzione del suo libro Concernente le ferite e le piaghe.

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    Per la prima volta rompe con il linguaggio tradizionale della medicina e insegna e pubblica in

    tedesco.

    Nel De Tintura Physica e nel De Occulta Philosophia abbiamo linsieme delle sue vedute

    terapeutiche.

    Hohenheim studia lungamente le malattie dei minatori e prepara la medicina del lavoro.

    Risulta pertanto che Paracelso si attir una reputazione immensa e meritata introducendo nellamedicina luso dei componenti chimici fornito mediante i metalli. Sostituisce alla vecchia

    terapia dei galenisti, sovraccarichi di preparazioni complicate, medicamenti semplici forniti

    dalla chimica e apr per primo la via audace delle applicazioni di questa scienza alla fisiologia

    delluomo e alla patologia. Sa preparare il mercurio dissolvendolo nell acqua regale e

    calcinandone il precipitato fin quando esso si manifesta con il suo bel colore rosso.

    Egli segnala che c uno specifico contro il morbus gallicus. Conosce il cinabro e il

    precipitato bianco.

    Paracelso menzion per primo lesistenza dello zinco, das Zincken, che un metallo

    singolare pi strano degli altri metalli. Lo paragona al mercurio e al bismuto. Parla del rame,

    dellarsenico, del cobalto e dello zolfo. Segnalava gi la instabilit degli elementi chimici,

    quando pretendeva che i metalli possono trasformarsi in pietre in grembo alla terra.Le sue vedute in biochimica sono profonde. La digestione non altro che una dissoluzione

    degli alimenti. La putrefazione consuma i corpi e li cambia in sostanze nuove: essa produce

    frutti nuovi. Tutto ci che vivente muore e tutto ci che muore rinasce.

    Egli pone il fondamento della chemioterapiea dicendoci: Luomo un composto chimico, le

    malattie hanno per causa una qualunque alterazione di questo composto; occorrono dunque

    medicamenti chimici per combattere le malattie.

    Introduce luso dellestratto di oppio per calmare la sofferenza del malato dandogli il laudano.

    Il suo studio approfondito delle acque minerali di Goppingen, Wilbab, Zellerbad, Baden-

    Baden, Liebenzell, poi pi tardi di Pfaeffers ci mostra il cammino di una terapia che metter

    pi di due secoli a realizzarsi, e di cui il primo a parlare dopo secoli di oblio.

    La sua dedizione per i malati durante lepidemia di peste nel 1534, a Sterzingen, la sua bont

    di fronte ai suoi discepoli, la sua vita di apostolo e il suo disinteresse sono garanzia della sua

    onest intellettuale. Egli fu uno dei primi promotori di quel metodo sperimentale, che ci

    insegna a vedere prima, ad agire dopo e come tutti quelli che apportano idee nuove e che

    denunciano gli abusi e si indignano per le strade colpevoli, conobbe lopposizione dei suoi

    contemporanei. Lo si volle far passare per fondatore dei Rosa Croce; lo si tratt da alchimista

    e da cabalista per mascherare la portata della sua opera, ma sin dal principio del XIX secolo

    gli storici della medicina mostravano che il Medico Maledetto, riprovato e disprezzato dalla

    maggior parte, era stato un grande precursore e noi possiamo ripetere, pensando alla sua

    opera, il pensiero di Anatole France: Lentamente ma sempre lavvenire realizza i sogni dei

    Saggi.Daccordo in tutto con larticolista Ms. Cornu, salvo che nel non condividere il suo giudizio

    totalmente errato quando ritiene che sia sminuita la luce di Paracelso qualora sia accolta la

    diceria che egli sia stato il fondatore dei Rosacroce: quasi che costoro siano stati

    unassociazione di delinquenti, o peggio.

    Per quello invece che se ne conosce, non vi nessuno, nemmeno tra gli avversari, che insinui

    il minimo dubbio intorno alla rettitudine di seguaci di tradizioni iniziatiche, i quali furono in

    gran parte di vita integerrima. Anzi vita purissima e dedita al bene del prossimo era prescritta

    nei loro statuti come premessa imprescindibile per essere ammessi a cominciare qualsiasi

    ricerca di trasumanazione, che essi proponevano a se stessi dediti al miglioramento

    spirituale di s e operanti pro salute populi.

    Altrettanto dicasi degli Alchimisti e dei Cabalisti, non lontani per dottrine, propositi e pratichedai Rosacroce. Anche di costoro Ms. Cornu parla con molta leggerezza, anzi, direi, con

    deplorevole ignoranza la quale, seppure ingenua, sempre nociva.

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    Meglio capace di inserire Paracelso nelle correnti filosofiche e religiose del suo tempo ci

    sembra si sia mostrato, alla voce Paracelso della Enciclopedia Italiana (vol.XXVI, pp. 272-

    273), Guido Calogero, che fu della filosofia italiana pi recente una delle figure pi

    significative per originalit, profondit e spregiudicatezza. Si ritenuto che giovi stralciarne il

    brano concernente e riportarlo per intero:

    Paracelso il rappresentante maggiore e pi caratteristico del naturalismo tedesco delRinascimento.

    Medico, compenetra la sua medicina non soltanto con la chimica, ma anche con la

    speculazione. Da questultimo punto di vista () egli si riconnette per vari lati alle correnti

    pi vive del pensiero del Rinascimento, segnatamente al platonismo italiano.

    Anzitutto, consigliando e attuando la sintesi dellesperienza con la riflessione teorica ed

    escludendo lutilit di ciascuna di tali funzioni conoscitive quando non sia integrata dallaltra,

    egli collabora alla soluzione del problema metodologico che assilla la sua et.

    Il suo sperimentalismo ha daltronde una base pi profonda nellidea delluniversale affinit

    che, stringendo luomo da un lato con la natura e dallaltra con Dio, gli rende possibile di

    penetrare entrambe quelle sfere di realt.

    Vero che il senso del distacco del divino dal terreno in lui fortissimo: lesperienza di Dio concepita come affatto diversa dalla conoscenza della natura, e per nulla promovibile dalla

    semplice razionalit umana (nel che egli, cattolico di confessione ma non di convincimento, e

    ostile allaristotelismo anche nel campo teologico, si avvicina allagostinismo luterano e alle

    correnti mistiche).

    Questo distacco tuttavia equilibrato dal fatto che la natura, creatura di Dio, appare a

    Paracelso nella sua organicit, compenetrata di vita e saggezza divina. La trinit di Dio,

    secondo Paracelso, si rispecchia nella trinit dei principi, zolfo mercurio e sale, in cui merc

    la creazione si determina la materia originaria e a cui si riducono anche i quattro elementi

    tradizionali; mentre lenergia creativa permane nella natura stessa nellaspetto delluniversale

    forza generatrice che Paracelso chiama archeus e che naturalmente determina anche la vita

    fisiologica degli organismi viventi, il compito della medicina venendo quindi ad essere

    essenzialmente quello di favorirne lazione.

    Particolare importanza ha infine nella storia della cultura lopera di Paracelso per

    laffermazione e levoluzione della lingua tedesca, da lui prevalentemente usata negli scritti e

    nellinsegnamento.

    Per maggiore completezza riporto ci che, seguitando la voce Paracelso, Arturo Castiglioni,

    docente di Storia della medicina, scrive sotto la medesima voce nellEnciclopedia Italiana,

    ibidem:

    Nel campo della medicina pratica le sue osservazioni e i suoi consigli sono preziosi.

    Giustamente afferma che lo studio della natura nelle sue leggi fisiche e cosmiche, la

    comprensione dei fenomeni biologici e la preparazione chimica dei rimedi formanoessenzialmente lo studio della medicina.

    Importante il contributo da lui portato allosservazione clinica delle malattie, alla patologia

    generale raccolta nellopera Paramirum (1530-31), alla patologia delle malattie della

    secrezione chiamate malattie tartariche e alla nuova concezione duna terapia semplice e

    razionale che dovesse sostituire quella allora in uso. Paracelso fu considerato dagli storici

    nordici come il pi grande innovatore della scienza medica e distruttore della medicina

    scolastica. In realt per egli rappresenta una tendenza che in quellepoca si manifesta

    contemporaneamente e con maggiore sicurezza e pi saggia moderazione particolarmente

    nelle scuole italiane.

    Il carattere turbolento della sua personalit, la violenza dei suoi attacchi resero oltremodo

    penosa la sua vita travagliatissima. Nella sua opera vi sicuramente lespressione manifestadi un uomo geniale il quale ha una concezione nuova e coraggiosa della dottrina e della

    pratica medica e osa audacemente combattere le antiche tradizioni. La sua opera ebbe una

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    vasta diffusione e unazione profonda sullevoluzione del pensiero medico particolarmente in

    Germania.

    Gli scritti di Paracelso sono moltissimi, alcuni dei quali ancora inediti. Tuttora per in atto

    una rifioritura di ripubblicazione di opere edite e non edite e di pubblicazioni intorno a questa

    figura appassionante.

    Intorno a Paracelso ci si vorrebbe ancor pi intrattenere raccogliendo quello che icontemporanei ne tramandarono e del suo amore verso il prossimo pur fra tante sofferenze e

    misconoscimenti.

    Anche a rischio di essere accusati di tono apologetico ci sia consentito concludere intorno a

    lui con i versi che Dante scrisse intorno a Romeo da Villanova (Par., VI, 140-142):

    ..

    e se il mondo sapesse il cor chegli ebbe

    ..

    assai lo loda e pi lo loderebbe.