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Università degli Studi di Cagliari FACOLTÀ DI INGEGNERIA E ARCHITETTURA Corso di Studi in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio Coordinatore: Prof. Gian Piero Deidda Sede: via Marengo, 2- 09123 CAGLIARI Tel. 070.675. 5172 - email: [email protected], [email protected] http://corsi.unica.it/ambienteeterritorio COMITATO DI INDIRIZZO DEL CORSO DI STUDI IN INGEGNERIA PER L’AMBIENTE E IL TERRITORIO VERBALE n° 5 del 5 ottobre 2017 Il Comitato di Indirizzo del Corso di Studi in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio si è riunito nell’aula Grande al piano terra dell’ex Dipartimento di Geoingegneria e Tecnologie Ambientali il giorno giovedì 5 ottobre 2017 alle ore 16.00 per discutere sul seguente ordine del giorno: 1. Comunicazioni 2. Presentazione dell’offerta formativa del Corso di Laurea in IAT A.A. 2017-2018 3. Corso di Laurea Magistrale in IAT: Verifica della validità dell’offerta formativa erogata e possibili suoi aggiornamenti Il Coordinatore (C.) del Consiglio del Corso di Studi in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio (IAT), che assume le funzioni di Presidente, apre la riunione alle ore 16:15 ringraziando i presenti per la partecipazione all’odierna seduta del Comitato di Indirizzo (CI) del Corso di Studi in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. Comunica la nuova composizione del CI formalizzata dal Consiglio del Corso di Studi (CoCdS) nella seduta del 24 maggio 2017 (Verbale 152): Ing. G.A. Nastasi - Ordine degli Ingegneri della Provincia di Cagliari Ing. Giuseppe Mancini - Associazione Ingegneri per l’Ambiente e il Territorio Ing. Dina Cadoni - Ente Acque della Sardegna Dott. Roberto Dessì - ARPA Sardegna – Servizio Valutazione Analisi Ambientale Ing. Salvatore Pinna – Settore Rifiuti/Servizio Tutela Atmosfera e Territorio (R.A.S.) Dott. Claudio Fantera – Tecnocasic s.p.a. – Settore Acque Ing. Maurizio Boaretto – Libero professionista Ing. Giovanni Mei – Tecnico della Petrolchimica S.p.A. (ex studente CdS IAT) Ing. Fabrizio Staffa – Libero professionista (ex studente CdS IAT) Ing. Francesca Tolu – Provincia Carbonia-Iglesias (I.D.T. Ufficio Bonifiche ex studente IAT) Prof. Ing. Aldo Muntoni – Coordinatore di Dottorato Prof. Ing. Gian Piero Deidda Prof. Ing. Giorgio Massacci Prof. Ing. Alessandra Carucci Prof. Ing. Battista Grosso Prof. Ing. Gabriele Uras Prof. Ing. Corrado Zoppi

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Università degli Studi di Cagliari FACOLTÀ DI INGEGNERIA E ARCHITETTURA Corso di Studi in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio Coordinatore: Prof. Gian Piero Deidda

Sede: via Marengo, 2- 09123 CAGLIARI Tel. 070.675. 5172 - email: [email protected], [email protected] http://corsi.unica.it/ambienteeterritorio

COMITATO DI INDIRIZZO DEL CORSO DI STUDI

IN INGEGNERIA PER L’AMBIENTE E IL TERRITORIO

VERBALE n° 5

del 5 ottobre 2017

Il Comitato di Indirizzo del Corso di Studi in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio si è riunito nell’aula Grande al piano terra dell’ex Dipartimento di Geoingegneria e Tecnologie Ambientali il giorno giovedì 5 ottobre 2017 alle ore 16.00 per discutere sul seguente ordine del giorno: 1. Comunicazioni

2. Presentazione dell’offerta formativa del Corso di Laurea in IAT A.A. 2017-2018

3. Corso di Laurea Magistrale in IAT: Verifica della validità dell’offerta formativa erogata e possibili suoi aggiornamenti

Il Coordinatore (C.) del Consiglio del Corso di Studi in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio (IAT), che assume le funzioni di Presidente, apre la riunione alle ore 16:15 ringraziando i presenti per la partecipazione all’odierna seduta del Comitato di Indirizzo (CI) del Corso di Studi in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. Comunica la nuova composizione del CI formalizzata dal Consiglio del Corso di Studi (CoCdS) nella seduta del 24 maggio 2017 (Verbale 152):

• Ing. G.A. Nastasi - Ordine degli Ingegneri della Provincia di Cagliari

• Ing. Giuseppe Mancini - Associazione Ingegneri per l’Ambiente e il Territorio

• Ing. Dina Cadoni - Ente Acque della Sardegna

• Dott. Roberto Dessì - ARPA Sardegna – Servizio Valutazione Analisi Ambientale

• Ing. Salvatore Pinna – Settore Rifiuti/Servizio Tutela Atmosfera e Territorio (R.A.S.)

• Dott. Claudio Fantera – Tecnocasic s.p.a. – Settore Acque

• Ing. Maurizio Boaretto – Libero professionista

• Ing. Giovanni Mei – Tecnico della Petrolchimica S.p.A. (ex studente CdS IAT)

• Ing. Fabrizio Staffa – Libero professionista (ex studente CdS IAT)

• Ing. Francesca Tolu – Provincia Carbonia-Iglesias (I.D.T. Ufficio Bonifiche ex studente IAT) ex studente IAT)

• Prof. Ing. Aldo Muntoni – Coordinatore di Dottorato

• Prof. Ing. Gian Piero Deidda

• Prof. Ing. Giorgio Massacci

• Prof. Ing. Alessandra Carucci

• Prof. Ing. Battista Grosso

• Prof. Ing. Gabriele Uras

• Prof. Ing. Corrado Zoppi

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• Sig. Alberto Meola (studente)

• Sig. Paolo Picciau (studente)

• Sig. Marco Pillosu (studente)

• Dott.ssa Laura Rundeddu (Coordinatrice didattica Facoltà)

• Dott.ssa Mariana Parzeu (Coordinatrice didattica Facoltà) Per consentire la massima partecipazione e discussione all’odierna riunione sono stati invitati tutti i componenti il CoCdS. Tra i componenti del CI sono presenti: Ing. Gaetano Nastasi, Ing. Giuseppe Mancini, Ing. Dina Cadoni, Dott. Roberto Dessì, Ing. Maurizio Boaretto, Ing. Giovanni Mei, Ing. Fabrizio Staffa, Prof. Gian Piero Deidda, Prof.ssa Alessandra Carucci, Prof. Gabriele Uras, Prof. Corrado Zoppi, Sig. Alberto Meola, Sig. Paolo Picciau, Dott.ssa Laura Rundeddu, Dott.ssa Mariana Parzeu. Tra i docenti del CoCdS sono presenti: Prof.ssa Giuseppina Vacca, Dott. Paolo Valera, Dott. Nicola Careddu, Prof. Michele Campagna. È inoltre presente il Collaboratore Esterno Ing. Michela Farci. Il prof. Uras assume le funzioni di segretario. Prima di procedere con i punti all’ordine del giorno, il C. ricorda ai presenti le funzioni, i compiti e le responsabilità del CI così come formalizzato nel documento “Sistema di Assicurazione della Qualità” del Corso di Studi di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio (verbale del CoCdS n. 152 del 24/05/2017) secondo le linee guida del Presidio di Qualità di Ateneo. Il CI:

• fornisce indicazioni sugli orientamenti del mondo del lavoro e delle attività produttive in generale;

• formula pareri e raccomandazioni riguardo le esigenze culturali e produttive del mondo del lavoro;

• formula pareri e raccomandazioni sui fabbisogni formativi ed i conseguenti curricula degli studenti;

• formula pareri e raccomandazioni sull’adeguatezza del profilo di laureato definito dal percorso formativo;

• formula proposte di definizione e progettazione della offerta formativa e dei relativi obiettivi di apprendimento;

• promuove i contatti per gli stage degli studenti nelle aziende. 1. Comunicazioni Il C. comunica che:

• il 18 ottobre p.v. è prevista la visita della CEV ai fini dell’accreditamento del CL in IAT. La CEV incontrerà sia gli studenti del CL sia i membri del Consiglio; nel primo pomeriggio è prevista una riunione con le parti sociali e i laureati del CL. In particolare, hanno dato la disponibilità:

- Dina Cadoni, Responsabile del Settore Studi del Servizio Progetti e Costruzioni – Ente Acque della Sardegna,

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- Roberto Dessì, Funzionario Servizio Valutazione Analisi Ambientale – A.R.P.A. Sardegna,

- Claudio Fantera, Dirigente Settore Acque della società Tecnocasic, - Aldo Muntoni, Docente del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria per

l’Ambiente e il Territorio e Coordinatore del Corso di dottorato di ricerca “Scienze e Tecnologie della Terra e dell’Ambiente”,

- Giovanni Mei, laureato in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio a Cagliari,

- Stefano Milia – Istituto di geologia Ambientale e Geoingegneria del CNR, laureato in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio a Cagliari,

- Claudia Cugusi, studentessa del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio,

- Anna Cozzolino, studentessa del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio;

• Domani 6 ottobre la Facoltà di Ingegneria e Architettura ospiterà la Prima Conferenza della Ricerca, curata dal Dipartimento Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura (DICAAR) e diretta dal Direttore Antonello Sanna. Alle 15:30 è previsto un incontro pubblico per la costituzione del Comitato di Indirizzo del DICAAR: un terreno di confronto, progettazione e fertilizzazione reciproca tra l’accademia e il territorio.

2. Presentazione dell’offerta formativa del Corso di Laurea in IAT A.A. 2017-2018 Il C. informa il CI che dal presente A.A. il Corso di Laurea IAT prevede un nuovo percorso formativo, profondamente rinnovato negli obiettivi e nei contenuti e in linea con le indicazioni che il CI fornì nella seduta del 28 settembre 2016 (verbale n.4 del 28/09/2016). Per i dettagli del lungo percorso che il CoCdS ha seguito per rinnovare l’ordinamento didattico del CdL e il suo percorso formativo, il C. rimanda al file “Iter_revisione_percorso” già inviato ai componenti del CI. Ritiene importante, tuttavia, ricordare gli obiettivi di partenza:

• Riduzione del numero di abbandoni, con particolare riferimento a quelli registrati nel I° anno;

• Riduzione dei tempi medi impiegati per il conseguimento della laurea;

• Incremento del numero di laureati regolari;

• Incremento del numero di iscritti alla Laurea Magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio

che hanno portato al nuovo percorso formativo poiché riguardano parzialmente anche il terzo punto all’ordine del giorno della presente seduta.

Il corso di Laurea è stato revisionato in modo da renderlo più metodologico rispetto al passato, con un percorso formativo prevalentemente indirizzato ad uno sbocco verso la Laurea Magistrale, con la quale lo studente possa completare la propria preparazione per poter affrontare al meglio i complessi problemi dell’Ingegneria per l’Ambiente e il

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Territorio. Come riportato nella Scheda Unica Annuale del CdS del 2017/2018 (SUA-CdS, Quadro A4a), il principale obiettivo della nuova offerta formativa è l’acquisizione di una solida preparazione multidisciplinare, finalizzata prevalentemente all’accesso alla Laurea Magistrale per il pieno sviluppo di una figura professionale capace di riconoscere, formulare ed affrontare in termini operativi e di concorso alla progettazione, e per mezzo di tecniche, procedure e strumenti aggiornati, un’ampia gamma di problematiche riferibili all'ambiente e al territorio, con particolare attenzione agli aspetti relativi all'interazione con l’uomo, quali:

• Difesa del suolo e delle acque;

• Gestione dei rifiuti solidi e liquidi;

• Gestione delle materie prime e delle risorse ambientali;

• Sicurezza del lavoro e difesa ambientale;

• Pianificazione territoriale. Nella Tabella 1 è riportato il manifesto degli studi del CdL.

Insegnamento Sem Tipo CFU TOTALE

Analisi 1 1 A 9

Chimica 1 A 6

Fondamenti di Informatica1 1 A 6

Ingegneria per l'Ambiente e il Territorio 1 F 1 22

Fisica1 2 A 8

Geometria e Algebra 2 A 7

Litologia e Geologia 2 C 6

Laboratorio di Disegno 2 F 5 26

Fisica2 3 A 7

Analisi2 3 A 8

Termodinamica e Macchine 3 C 6

Scienza delle Costruzioni 3 B 8 29

Tecnica delle costruzioni 4 B 8

Fenomeni di Trasporto in sistemi ambientali 4 C 6

Idraulica 4 B 10

Laboratorio di Elettrotecnica 4 F 5 29

Topografia e Cartografia 5 B 6

Geologia Applicata 5 B 6

Idrologia 5 B 8

Sicurezza del Lavoro e Difesa Ambientale 5 B 8 28

Ingegneria Sanitaria Ambientale 6 B 8

Geotecnica 6 B 6

Sismica Applicata 6 B 6

Pianificazione Territoriale 6 B 8 28

Prova di Lingua Inglese E 3

Prova Finale E 3

Scelta libera D 12

TOTALE 180

Tabella n. 1 - Sono presenti 2 corsi integrati: Scienza delle Costruzioni + Tecnica delle Costruzioni; Geotecnica + Sismica Applicata

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L’offerta formativa è articolata in aree tematiche interconnesse, comprendenti discipline scientifiche di base, discipline ingegneristiche di base, discipline scientifiche specifiche e discipline ingegneristiche specifiche, che si sviluppano con carico didattico crescente nel rispetto delle propedeuticità. L’erogazione delle discipline scientifiche di base è distribuita su tre semestri (primo e secondo anno) in modo che lo studente abbia un tempo sufficientemente lungo per assimilarne al meglio i contenuti. Le discipline ingegneristiche di base, previste al secondo e al terzo anno, caratterizzano la formazione ingegneristica negli ambiti tradizionali dell’ingegneria civile, ambientale e della sicurezza. Le discipline scientifiche specifiche e ingegneristiche specifiche dell’ingegneria per l’ambiente e il territorio, erogate al secondo e terzo anno, caratterizzano e completano il percorso formativo in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, fornendo una preparazione ad ampio spettro finalizzata prevalentemente all’accesso alla laurea magistrale ma, nello stesso tempo, anche necessaria per poter approfondire le tematiche di interesse, specializzarsi in un settore più ristretto o entrare direttamente nel mondo del lavoro. Per approfondire la propria preparazione anche su tematiche emergenti proprie dell’ingegneria per l’ambiente e il territorio, lo studente può, inoltre, selezionare ulteriori insegnamenti e/o svolgere altre attività formative (tirocini curriculari) attraverso i crediti liberi (12 CFU di tipo D). Infine, per rendere gli studenti consapevoli delle finalità e degli sbocchi del percorso formativo che intraprendono con il Corso di Laurea IAT, già al primo semestre del primo anno l’offerta didattica prevede l’attività formativa “Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio”, erogata in forma di lezioni frontali da docenti del Corso di Laurea Magistrale e in forma di seminari da figure del mondo del lavoro, che ha l’obiettivo di illustrare le tematiche proprie dell’Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. Le principali caratteristiche, che la differenziano rispetto alla precedente offerta formativa, possono essere così sintetizzate:

• Riduzione dei moduli didattici erogati (da 26 a 23) e riduzione dei corsi integrati (da 5 a 2);

• Rimodulazione delle discipline scientifiche di base nei contenuti e nei tempi di erogazione (ridistribuzione dei contenuti di Analisi Matematica tra Analisi matematica 1 e Analisi matematica 2; separazione del corso integrato di Algebra e Geometria e Analisi 2; erogazione della Fisica 1 nel semestre successivo a quello dell’Analisi 1; erogazione dell’Analisi 2 e della Fisica 2 al primo semestre del 2° anno);

• Percorso formativo più sostenibile, con carico didattico crescente e meglio strutturato per agevolare gli studenti nell’assimilazione delle conoscenze acquisite;

• Migliore distribuzione dei moduli didattici (Scienza delle Costruzioni prima di Idraulica, Geologia Applicata e Geotecnica, Idraulica prima di Idrologia);

• Maggiore attenzione alle discipline di base (30 ore in più di didattica e 3 CFU a parità di programmi erogati) e alle discipline ingegneristiche di base (Scienza e Tecnica delle Costruzioni) e ingegneristiche specifiche (Sicurezza del Lavoro e difesa ambientale, Ingegneria sanitaria ambientale, attualmente rinominata Inquinamento ambientale e processi di risanamento, Pianificazione territoriale);

• Carico didattico crescente con gli anni, più sostenibile per lo studente.

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I risultati dei cambiamenti fino ad ora apportati potranno essere osservati solo fra qualche anno, ma gli obiettivi previsti sono la riduzione degli abbandoni e dei tempi di conseguimento della laurea e l’aumento del n. dei laureati, potenziali iscritti al CLM. Per aumentare il numero di iscritti al CLM sarebbe necessario però anche renderla più attrattiva in modo anche da evitare che alcuni laureati si iscrivano in altri Atenei.

Ulteriori modifiche (per ora solo in fase di studio) potrebbero essere apportate nei prossimi anni: riduzione dei moduli didattici erogati (da 23 a 20) e modifica del rapporto tra ore di lezione e crediti (ad oggi 1 CFU ogni 10 ore di lezione frontale). Diminuire il numero di ore frontali per CFU consentirebbe allo studente l’acquisizione di un maggior numero di crediti per esame e migliorerebbe alcuni indicatori della didattica con il superamento della prova di verifica dell’apprendimento e un miglioramento di alcuni indicatori della didattica (D.M. 987/2016, allegato E).

Il C. apre quindi la discussione su questo punto all’ordine del giorno.

Meola e Picciau (rappresentanti studenti): non comprendono appieno la modifica che ha portato all’incremento dei crediti di alcune discipline ingegneristiche (es. Scienza e tecnica delle costruzioni) e l’assenza di specifici corsi che siano orientati all’“Ambiente” e al “Territorio”.

C.: il laureato in IAT deve anche saper progettare le infrastrutture e soprattutto verificarne l’affidabilità e, pertanto, la presenza di discipline ingegneristiche è fondamentale. Inoltre, fa notare che l’aumento dei loro crediti non comporterà un aggravio del carico didattico poiché il programma rimarrà invariato; l’aumento dei crediti è a tutto vantaggio dello studente che si vede valorizzato il carico didattico e l’impegno ad esso riservato.

Cadoni: concorda con il C.; la progettazione di un’infrastruttura, anche di grandi dimensioni, è sicuramente riservata all’ingegnere strutturista ma per l’inserimento dell’opera nel contesto ambientale si richiede l’intervento dell’ingegnere per l’ambiente e il territorio che per verificarne la fattibilità deve sicuramente possedere le nozioni di base di scienza e tecnica delle costruzioni.

Nastasi: la normativa consente all’ingegnere per l’ambiente e il territorio di progettare anche le infrastrutture pertanto necessariamente egli deve conoscere la scienza e la tecnica delle costruzioni.

Zoppi: le osservazioni dei rappresentanti degli studenti sono ragionevoli. Va però tenuto conto che poiché il CL in IAT fa parte della classe delle Lauree di Ingegneria Civile e Ambientale (classe L-7), il CdS ha ritenuto di definire un percorso formativo che potesse consentire l’iscrizione al CLM in Ingegneria Civile oltre che a quello di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, ritenendo, in questo modo, di offrire maggiori sbocchi ai laureati di base di IAT.

Carucci: in realtà non è vero che manchino corsi orientati all’“Ambiente” nel CL, in quanto vengono fornite le conoscenze di natura metodologica per gli argomenti ambientali di rilievo (es. Geologia e Geologia applicata, Idrologia, Pianificazione territoriale, Inquinamento ambientale e processi di risanamento, ecc.) che avranno poi un approfondimento più specifico e professionalizzante nel CLM, a cui si iscrive la maggior parte dei laureati in IAT.

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3. Corso di Laurea Magistrale in IAT: Verifica della validità dell’offerta formativa erogata e possibili suoi aggiornamenti

Gli aspetti trattati al punto precedente introducono il 3° punto all’ordine del giorno. Il C. descrive l’attuale offerta formativa del Corso di Laurea Magistrale in IAT.

Tale offerta, articolata nei curricula “Tecniche e tecnologie di risanamento ambientale”, “Geoingegneria e difesa del suolo” e “Pianificazione territoriale e ambientale”, è congelata nella forma attuale dall’A.A. 2010/11, anno in cui venne attuata la riforma universitaria del DM 270/2004 che trasformò la Laurea Specialistica in Laurea Magistrale. In realtà, è ancora più datata poiché, nella sostanza, essa è solo un adattamento dell’offerta formativa della precedente Laurea Specialistica. Due dei tre curricula dell’attuale Laurea Magistrale derivano dall’accorpamento di quattro dei cinque curricula della Laurea Specialistica (“Ambiente”, “Geoingegneria” “Difesa del suolo”, “Georisorse” e “Pianificazione”). Il C. ritiene che dopo tutti questi anni sia probabilmente necessario fare delle revisioni. Poiché il mercato del lavoro e delle professioni varia molto velocemente, un’offerta formativa che non viene aggiornata tempestivamente e continuamente nel tempo rischia di diventare obsoleta e di scarso interesse per gli studenti.

Il nostro CLM è attualmente articolato nei 3 curricula:

1. Geoingegneria e Difesa del Suolo. Si occupa del riconoscimento, prevenzione e risanamento dei fenomeni di dissesto idrogeologico, instabilità dei versanti, sistemazione e gestione dei bacini idrografici, regime dei litorali, analisi dei principali elementi e problematiche della messa in opera e dei principi fisici sulle coste, progettazione e verifica delle opere di difesa, studio e caratterizzazione geologico-tecnica dei terreni in funzione delle opere che vi devono insistere e analisi delle relative interazioni, metodi di coltivazione e scavi, discariche minerarie e mineralurgiche, valutazione delle conseguenze degli interventi ingegneristici e loro corretto dimensionamento.

2. Pianificazione Territoriale e Ambientale. Si occupa della pianificazione dalla macro-scala alla micro-scala, analisi sia di piani generali, attuativi e di settore (piani urbanistici comunali, piani particolareggiati, piani di gestione dei rifiuti, ecc.), che di programmi complessi con particolare attenzione agli aspetti gestionali; pianificazione economica, gestione sostenibile, prevenzione e contenimento dell’impatto e del rischio ambientale e sociale dell’industria estrattiva.

3. Tecniche e Tecnologie di Risanamento Ambientale. Si occupa della progettazione avanzata, costruzione/realizzazione e gestione delle opere di trattamento delle acque di approvvigionamento, delle acque reflue civili e industriali, degli effluenti gassosi, dei rifiuti solidi.

Il percorso formativo prevede il primo anno con discipline comuni a tutti i curricula e il secondo anno con corsi specifici per ogni curriculum, alcuni dei quali erogati in lingua inglese. Il dettaglio delle attività formative è riportato nelle tabelle seguenti:

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2° anno

2° anno

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2° anno

Il Corso di Laurea Magistrale riscontra globalmente (senza distinzione tra i curricula) un alto grado di soddisfazione complessiva tra i nostri laureati magistrali. Con riferimento all’ultima indagine condotta da AlmaLaurea per i laureati nell’anno solare 2016, l’85.7% degli intervistati ha manifestato positivamente (decisamente sì + più sì che no) la propria soddisfazione complessiva (Figura 1) mentre il 71.4% degli stessi ha dichiarato che si iscriverebbero di nuovo allo stesso Corso di Laurea Magistrale (Figura 2).

Fig. 1 – Campione di 31 intervistati su 32 laureati

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Fig. 2 - Campione di 31 intervistati su 32 laureati

Anche sul fronte dell’occupazione i dati della Laurea Magistrale, nella sua globalità (senza distinzione tra i curricula), sono relativamente buoni. Dai dati di AlmaLaurea degli ultimi anni (rielaborati dalla Commissione di Orientamento in Uscita del nostro Corso di Studi) risulta che il tasso di occupazione dei laureati magistrali in Ingegneria per l'Ambiente e il Territorio (IAT) è sempre superiore a quello medio di Ateneo (con la sola eccezione del tasso di occupazione a 1 anno per l’anno d’indagine 2014). Il tasso di occupazione cresce al crescere degli anni trascorsi dal conseguimento del titolo: a 1 anno esso risulta pari a 63%, 44% e 53.3% (rispettivamente per gli anni d’indagine 2013, 2014 e 2015), arrivando a 5 anni a 88%, 84% e 92.9% (per gli anni d'indagine 2013, 2014 e 2015). Per una valutazione comparativa, si consideri che il tasso di occupazione medio dei laureati magistrali dell’Ateneo a 5 anni dal conseguimento del titolo è pari a 79%, 81% e 74% (2013, 2014 e 2015). I dati più aggiornati relativi all’occupazione a 5 anni indicano un tasso di occupazione (secondo la definizione Istat) del 90% sia nel 2015, sia nel 2016. Il tempo necessario al reperimento del primo lavoro è di 8 ÷9 mesi dall'inizio della ricerca (9÷10 mesi dalla laurea). La valutazione dell’efficacia della laurea nel lavoro svolto è alta e in crescita: nel 2016 la laurea è considerata almeno abbastanza efficace dal 93.8% degli intervistati (il 59% la considera efficace o molto efficace). Nel 2016 si è inoltre verificato un netto incremento dell’occupazione da considerare stabile (attività autonoma + tempo indeterminato = 92.4%). L’occupazione è per oltre il 70% nel settore privato e per quasi il 30% nel settore pubblico.

Il C. rimarca tuttavia il fatto che il Corso di Laurea Magistrale resta comunque critico nel suo insieme a causa del basso numero di iscritti, non sostenibile a medio e lungo termine. Tale criticità risulta ancor più marcata se si analizzano separatamente i tre curricula. Di questi, solo il curriculum “Tecniche e tecnologie di risanamento ambientale” ha ancora un numero di studenti sostenibile. Gli altri due (Pianificazione Territoriale e Ambientale; Geoingegneria e Difesa del Suolo), registrando, ormai da anni, un numero di iscritti minore o uguale a 5 e solo sporadicamente compreso tra 5 e 10, sono particolarmente critici e poco sostenibili. Il basso numero di iscritti in questi due curricula va, inoltre, associato al fatto che una quota sempre più consistente di laureati triennali IAT interessati alla Laurea Magistrale IAT ma non interessati al curriculum “Tecniche e Tecnologie di risanamento ambientale” sceglie CLM IAT di altri Atenei (principalmente, PoliTo, PoliMi,

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Università di Parma) o altri CLM, anche del nostro Ateneo che, seppure diversi da IAT, trattano altre tematiche ambientali (tra cui le risorse energetiche alternative) che noi non offriamo. Il C. sottopone, poi, all’attenzione dei presenti, un aspetto di difficile comprensione. Le tematiche proprie dell’Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, dal rischio idrogeologico al rischio sismico, dallo smaltimento dei rifiuti alla bonifica dei siti contaminati, giusto per citarne qualcuno, sono di estrema attualità oltreché per la Sardegna per l’intero territorio nazionale e non solo. Nonostante ciò l’attrattività del Corso di Laurea Magistrale resta bassa, anche se ciò è difficilmente comprensibile. Ciò pone l’urgenza di capire se l’attuale offerta formativa (con particolare riferimento ai due curricula sottodimensionati) sia percepita come vecchia e poco attraente e se le variazioni repentine del Mondo del Lavoro abbiano reso obsolete le figure professionali in uscita da un Corso di Laurea Magistrale con un’offerta formativa datata come il nostro. Il basso numero di iscrizioni non può essere sottovalutato ma deve essere percepito come un campanello d’allarme che impone azioni immediate. Se non una vera e propria riprogettazione, il C. ritiene che sia perlomeno necessario un profondo e immediato aggiornamento di alcuni curricula. E per questo, ancora una volta, il parere del Comitato di Indirizzo e delle parti sociali in generale (Aziende, Associazioni di professionisti, Ordine degli Ingegneri, Enti pubblici) è di estrema importanza. Avere l’input dal Mondo del Lavoro sulle specificità e sulle competenze richieste per la professione di Ingegnere per l’Ambiente e il Territorio è un presupposto essenziale per un valido aggiornamento ed una mirata revisione del Corso di Laurea Magistrale. Allo scopo di stimolare la discussione, il C. mette in evidenza due possibili tipologie di azione tra loro complementari: una più facilmente implementabile a livello di Corso di Studi e l’altra, non immediata, a livello delle Parti Sociali. Per aggiornare l’offerta formativa si potrebbe introdurre o rafforzare la presenza di insegnamenti inerenti agli aspetti energetici, alla scala territoriale e alla scala locale (scala dell’edificio); introdurre o rafforzare la presenza di insegnamenti inerenti alla sicurezza, alla prevenzione dei rischi naturali e industriali; introdurre o rafforzare la presenza di insegnamenti inerenti al monitoraggio, diagnostica ambientale e modellistica ambientale o ancora dare maggiore visibilità a tematiche ambientali di ampia scala (ad es., cambiamenti climatici, gas serra, …). Le altre azioni, che potrebbero essere previste a livello di Ordini professionali e Associazione di professionisti, dovrebbero consistere in provvedimenti che consentano di recuperare i caratteri di innovatività dei CdS IAT o comunque di migliorare tale percezione, di non perdere la «titolarità» sulle problematiche ambientali e di migliorare la visibilità e la conoscenza dei nostri laureati.

Il C. lascia ora la parola ai presenti.

Valera: sarebbe utile legare il tasso di occupazione a 1, 3 e 5 anni ai laureati nei tre curricula in modo da ottenere un dato concreto sull’occupazione per ciascun indirizzo LM.

C.: concorda in generale con Valera ma fa notare che una statistica su numeri molto bassi (inferiore a 5) non può dare nessuna indicazione utile.

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Mei: alcune aziende hanno difficoltà ad affidare alcune tematiche (es. bonifica dei siti contaminati) all’ingegnere per l’ambiente e il territorio e preferiscono rivolgersi a figure quali il geologo perché si tende a sottovalutare le competenze dell’ingegnere nel campo della bonifica, competenze che invece sono pienamente corrispondenti alle necessità.

Dessì: la figura dell’ingegnere per l’ambiente e il territorio è più giovane rispetto a quelle di più lunga data come il fisico e il geologo ed è probabilmente per questo motivo che non è prevista in maniera evidente nei lavori progettuali e di verifica. Ogni figura ha le proprie specificità e funzioni e tutte devono lavorare in sinergia.

Uras: concorda con il dott. Dessì e informa che in altri Atenei la Difesa del suolo è stata strutturata in modo diverso (concentrata in un unico percorso) mentre nella nostra offerta formativa è ripartita nei tre curriculum e quindi poco visibile per gli studenti che ne scelgono uno.

Boaretto: in alcuni lavori è richiesta una sola figura con conoscenze specifiche multidisciplinari. L’ingegnere deve spesso affrontare dei problemi che richiedono anche capacità di azione al di là delle competenze specifiche acquisite con la laurea. Deve, quindi, avere gli strumenti culturali per adattarsi velocemente alle diverse problematiche con cui potrà imbattersi esercitando la propria professione, non necessariamente specifiche della propria specializzazione.

Nastasi: l’accordo tra i diversi ordini professionali è fondamentale per adottare le scelte più corrette e fare le giuste valutazioni. In Sardegna l’unico committente è la Pubblica Amministrazione, pertanto è necessario un approccio di sistema che veda coinvolte le diverse figure.

Careddu: ritiene che da lungo tempo, circa venti anni, ci sia un difetto di comunicazione tra i mass media e gli studenti che impedisce di far conoscere la figura dell’ingegnere per l’ambiente e il territorio, non riconosciuta appieno a livello locale e nazionale.

Dal momento che occorre aumentare l’attrazione degli studenti verso la nostra Laurea Magistrale, si vuole ricordare che, durante la presente riunione, la figura professionale più citata dopo l’ingegnere ambientale e il geologo è stato l’ingegnere minerario. La laurea in Ingegneria Mineraria è stata cancellata dal ministero oltre 25 anni fa.

Il Politecnico di Torino, cogliendo quanto scritto nella “Raw Material Initiative” dell’Unione Europea (ripreso anche nel decreto “del fare” di Renzi), sull’approvvigionamento di materie prime, ha fatto partire una laurea magistrale in Mining Engineering, seppure con alcune lacune (mancanza di materie quali: Giacimenti minerari, Coltivazione e gestione delle cave, Tecnica dei sondaggi, ecc.).

Si chiede quindi perché non possa essere riattivato un curriculum specifico anche a Cagliari, sede nella quale è presente una tradizione mineraria importante e un corpo docente con conoscenze specifiche nel settore. Con una buona azione di promozione, si potrebbero attrarre studenti dall’intera area mediterranea.

Valera: ritiene utile alla discussione rendere noto che un gruppo di docenti della sezione GITAT ha da tempo contatti con Ministeri di Paesi UE ed extraUE e con alcune multinazionali proprio sugli aspetti legati alle georisorse. Inoltre, recentemente il gruppo

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ha partecipato a dei tender banditi dal Governo nigeriano ed ha passato la fase di preselezione sulla sola base dei cv.

Mancini: gli studenti spesso si iscrivono ai politecnici non per l’offerta formativa ma per gli sbocchi occupazionali successivi.

Attualmente la figura più richiesta è quella dell’ingegnere gestionale, quindi potrebbero essere previsti corsi che forniscano gli strumenti da poter successivamente utilizzare in azienda. Anche l’aspetto energetico è di grande attrazione. Ogni docente dovrebbe verificare se la propria disciplina così come è stata impartita fino ad ora sia sufficientemente attrattiva per gli studenti.

Dessì: è di estrema importanza non solo la progettazione dell’opera ma anche la sua contestualizzazione nell’ambiente e nel territorio.

Cadoni: concorda con il dott. Dessì. Spesso i progetti vengono bloccati nella loro realizzazione proprio per motivazioni inerenti i vincoli ambientali. La prima cosa da valutare, prima ancora della progettazione, sono gli aspetti ambientali e del territorio e solo successivamente si passa alla progettazione effettiva dell’opera.

Campagna: nella “Scuola Urbanistica” di Cagliari è stato sempre curato l’aspetto della costruzione del progetto sulla base di considerazioni di tipo ambientale. A questo fine, nei corsi di Tecnica Urbanistica sono attualmente insegnati principi, metodi e strumenti di Geodesign.

Dopo l’ampia discussione di cui sopra, non essendoci altri interventi il C. ringrazia i presenti per i loro contributi, riflessioni e suggerimenti. Prega, inoltre, di considerare l’odierna discussione come un punto d’inizio di un processo delicato che dovrà essere approfondito in successivi incontri, anche alla luce di nuovo materiale su tale argomento che il Corso di Studi reperirà e renderà disponibile.

Non essendoci altro argomento da discutere la seduta viene chiusa alle ore 18:00.

Il Segretario Il Coordinatore

Prof. Ing. Gabriele Uras Prof. Ing. Gian Piero Deidda