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Comitato consultivo Asp Catania (3° Relazione annuale) Quel poco che siamo se condiviso diventa ricchezza (Papa Francesco) Introduzione II Comitato Consultivo dell’ Azienda Sanitaria Provinciale di Catania, previsto dal D.A. 15.4.2010 per favorire la partecipazione dei cittadini al processo decisionale dell’Azienda stessa, si è insediato l’8.2.2011. L’8.2.2014 si conclude il triennio previsto dal Decreto assessoriale sopra indicato e perciò da subito l’Azienda sanitaria Provinciale dovrà promuovere i provvedimenti relativi al rinnovo dell’organo consultivo. In questo arco di tempo non può non registrarsi, l’impegno da parte di alcune Associazioni, che seppure con difficoltà hanno contribuito a quel poco che il comitato ha fatto. La stessa cosa non possiamo dire di tante altre Associazioni, presenti solo nell’atto deliberativo di costituzione del Comitato ma con impegno operativo irrilevante. Non sarebbe male approfondire le cause di tale disimpegno che ai più potrebbe apparire alquanto strano, considerato il contesto in cui le Associazioni sono chiamate ad operare, contesto di solidarietà, trasparenza e responsabilità, (che stridono molto con la vita pratica dove invece è importante l’operare anziché l’apparire). Certo il Volontariato non è un diversivo, una scampagnata di gruppo, è lavoro faticoso che a volte stanca anche perché i frutti non sempre si vedono subito; per cui occorre costanza, serietà e responsabilità. Se mancano queste caratteristiche è meglio che l’Associazione scelga altre vie ed obbiettivi, non occupi spazi di attività che potrebbero essere riservati ad altre Associazioni; è questa una riflessione che tutte le Associazioni devono fare nel momento in cui decidono di partecipare al Comitato consultivo aziendale, dove la scelta deve essere consapevole dei delicati compiti a cui le Associazioni sono chiamate a rispondere. Rileggendo ora le Relazioni relative ai decorsi anni 2011 e 2012 approvate dal Comitato consultivo, nell’articolazione delle materie trattate, è doverosa in questo anno una analisi di quanto è stato possibile realizzare nel triennio, positivo certamente come esperienza per la novità dell’attività a cui l’organismo civico è stato chiamato, ma non del tutto soddisfacente per la moderata incisività istituzionale che invece avremmo voluto piu forte. Sicuramente era nostro desiderio fare di più e se non ci siamo riusciti, questo non ci deve scoraggiare; anzi dobbiamo moltiplicare i nostri sforzi, l’

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Comitato consultivo Asp Catania(3° Relazione annuale)

Quel poco che siamo se condiviso diventa ricchezza (Papa Francesco)

Introduzione

II Comitato Consultivo dell’ Azienda Sanitaria Provinciale di Catania, previsto dal D.A. 15.4.2010 per favorire la partecipazione dei cittadini al processo decisionale dell’Azienda stessa, si è insediato l’8.2.2011. L’8.2.2014 si conclude il triennio previsto dal Decreto assessoriale sopra indicato e perciò da subito l’Azienda sanitaria Provinciale dovrà promuovere i provvedimenti relativi al rinnovo dell’organo consultivo. In questo arco di tempo non può non registrarsi, l’impegno da parte di alcune Associazioni, che seppure con difficoltà hanno contribuito a quel poco che il comitato ha fatto. La stessa cosa non possiamo dire di tante altre Associazioni, presenti solo nell’atto deliberativo di costituzione del Comitato ma con impegno operativo irrilevante. Non sarebbe male approfondire le cause di tale disimpegno che ai più potrebbe apparire alquanto strano, considerato il contesto in cui le Associazioni sono chiamate ad operare, contesto di solidarietà, trasparenza e responsabilità, (che stridono molto con la vita pratica dove invece è importante l’operare anziché l’apparire). Certo il Volontariato non è un diversivo, una scampagnata di gruppo, è lavoro faticoso che a volte stanca anche perché i frutti non sempre si vedono subito; per cui occorre costanza, serietà e responsabilità. Se mancano queste caratteristiche è meglio che l’Associazione scelga altre vie ed obbiettivi, non occupi spazi di attività che potrebbero essere riservati ad altre Associazioni; è questa una riflessione che tutte le Associazioni devono fare nel momento in cui decidono di partecipare al Comitato consultivo aziendale, dove la scelta deve essere consapevole dei delicati compiti a cui le Associazioni sono chiamate a rispondere.

Rileggendo ora le Relazioni relative ai decorsi anni 2011 e 2012 approvate dal Comitato consultivo, nell’articolazione delle materie trattate, è doverosa in questo anno una analisi di quanto è stato possibile realizzare nel triennio, positivo certamente come esperienza per la novità dell’attività a cui l’organismo civico è stato chiamato, ma non del tutto soddisfacente per la moderata incisività istituzionale che invece avremmo voluto piu forte. Sicuramente era nostro desiderio fare di più e se non ci siamo riusciti, questo non ci deve scoraggiare; anzi dobbiamo moltiplicare i nostri sforzi, l’ impegno e l’ entusiasmo che non può mancare. Teniamo ferme le parole di Papa Francesco quanto scrive nella sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium: «Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’audacia è il senso di sconfitta, che ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scura. Nessuno può intraprendere una battaglia se in anticipo non confida pienamente nel trionfo. Chi comincia senza fiducia ha perso in anticipo metà della battaglia e sotterra i propri talenti. Anche se con la dolorosa consapevolezza delle proprie fragilità, bisogna andare avanti senza darsi per vinti…. Non pensiamoci perdenti nella sfida del cambiamento; se ci crediamo con convinzione e ci investiamo sinceramente la speranza diventerà realtà”. E’ questo monito che dobbiamo far nostro per affrontare il nuovo triennio con maggiore consapevolezza e responsabilità.

Formazione: L’Azienda,condividendo l’utilità rappresentata di realizzare percorsi formativi per i componenti del Comitato inseriti in un piano di formazione aziendale, ha dato il suo ok sui seguenti argomenti affidati a relatori esperti che con spirito di solidarietà e gratuitamente hanno svolto ciascuno le relazioni: Ufficio Relazioni con il pubblico: compiti e funzioni - Consultori: funzioni e distribuzioni sul territorio-– Customer satisfation –Percorsi assistenziali nelle malattie croniche, nel quadro della continuità assistenziale ospedale - territorio – Legge 15.3.2010 n. 38: Cure palliative e terapie del dolore – Audit civico. Il corso denominato “La sanità aperta ai cittadini” si è svolto in sei percorsi formativi nei mesi di maggio, giugno, settembre, ottobre, novembre e dicembre 2013 presso la sala convegni dell’ARNAS Garibaldi. Esso in un primo momento doveva interessare solo i componenti del Comitato dell’Asp e le Associazioni correlate, allargati in tempo anche ai componenti degli altri comitati per cui significativa è stata la partecipazione. Questa formazione sicuramente ha integrato quella svolta nei tre moduli presso il

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Cepfas di Caltanissetta a cui hanno partecipato per il C C Asp, il Presidente ed i componenti Garraffo Salvatore, Murgo Angelo, Filetti Salvatore e la dott.ssa Anna Maria Sapienza. Questi ultimi corsi hanno avuto recentemente completamento con il seminario-laboratorio “Integrazione tra aziende sanitarie e comitati consultivi” svolto al Cepfas l’ 11.12.2013 a cui hanno partecipato il Commissario dell’Asp, la Referente dott.ssa A. Sapienza, il Presidente e Vice Presidente del Cca, il dott. S. Filetti quale delegato del Presidente del Cc dell’Azienda Cannizzaro. In tema di formazione va sottolineata la proposta del Cca per il piano formativo 2014 dell’Asp sul seguente argomento ”Non tecnical skills”: il paziente esperto risorsa per l’umanizzazione dei processi di cura. Il corso avrà quale obiettivo formativo gli aspetti relazionali (comunicazione interna ed esterna con il paziente) e l’umanizzazione delle cure. Data, luogo e relatori saranno determinati in tempo. Nel campo della formazione va dato atto del convegno organizzato dal Cca e dall’Associazione italiana Reum Amici Onlus, di cui diremo in altra parte della relazione.

-Comunicazione tramite giornali elettronici. Dal mese di settembre 2012, con cadenza bimestrale a cura del Comitato consultivo di questa Azienda è stata avviata, la News - Network di informazione, iniziativa di promozione e diffusione informativa sulle le funzioni e l’attività del CCA rivolta alle strutture ed al personale dell’ASP. Trattasi di una mail-news recapitata alla mailing list aziendale con la quale si dà notizia soprattutto ai dipendenti dell’ASP dell’attività dell’organo di partecipazione civica, e di altre informazioni di interesse aziendale e dei dipendenti. L’iniziativa è proseguita in parte dell’anno 2013 durante il quale, pur essendo stato preparato il materiale per 3 numeri, in effetti per ragioni organizzative sono usciti solo il n. 3 e 4. Si è così conclusa l’esperienza programmata nel 2012 nella speranza che nel frattempo si avviasse il Giornale elettronico aziendale nel quale il Cca avrebbe potuto pubblicare proprie notizie. Quest’ultimo giornale è rimasto ancora un sogno che speriamo in prosieguo possa diventare realtà, consapevoli come siamo che può essere uno strumento di informazione, fonte di conoscenza e di educazione sanitaria generalizzata oltre che offrire uno scenario dedicato alle best practice sanitarie aziendali, dimostrando con i fatti che è possibile coniugare buona qualità dei servizi e sostenibilità economica. Perciò il comitato non mancherà di insistere ulteriormente perché l’iniziativa di un giornale elettronico abbia a realizzarsi nella Azienda Asp di Catania. Nelle more, notizie del Comitato vengono pubblicate in una pagina dedicata della Newsletter mensile di Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato che si redige dal marzo 2011 in formato elettronico e viene recapitata via e-mail ad oltre 700 lettori. La newsletter con linguaggio semplice e comprensivo, dà rilievo a temi di attualità sanitaria, con attenzione a quelli sulla prevenzione ed educazione alla salute (diabete, tumori, obesità ecc), all’informazione sulla normativa regionale, alla giurisprudenza sanitaria (Cassazione, Consulta, Consiglio di Stato) e infine informa delle attività ed iniziative realizzate nel territorio della provincia dalle Associazioni del volontariato e dagli Enti sanitari.

-Logistica: Ad oggi non risulta individuato il locale adibito a sede autonoma del Comitato consultivo aziendale; al piano - 1 di via S. M La Grande, 3 l’attuale locale destinato al comitato è utilizzato dalla Referente dott.ssa A.M Sapienza, per cui è opportuno provvedere ad individuarne altro idoneo ed autonomo quale sede del Cca. Per le riunioni di assemblea viene invece utilizzata la sala sita sempre al piano -1 di volta in volta prenotata, sala sufficiente per la partecipazione delle numerose Associazioni facenti parte del Cca.

1.Programmazione aziendale ospedaliera e territoriale, (art. 2 lett.a) del D.A)

Sulla funzione degli ospedali e sui nuovi indirizzi della politica sanitaria a cui si ispira la legge 5/2009, si richiamano le relazione 2011 e 2012 essendo cambiata nella nostra regione la cultura ospedalocentrica per affermare quella dell’integrazione ospedale – territorio. Preoccupazioni però emergono nelle comunità locali (Paternò, Bronte ecc) in relazione a notizie diffuse a mezzo stampa su una lista ministeriale di strutture ospedaliere che dovrebbero essere chiuse o semmai riconvertite. La lista si compone di 175 strutture presenti in tutte le regioni di cui 37 in Sicilia. La decisione dovrebbe essere inserita all’interno del prossimo patto della salute da approvare a breve. Sul tema si registra:

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Dai più viene sostenuta la inutilità di tali centri, la cui media di attività è di soli 3 giorni su 10, con un enorme carico di personale (8-9 tra medici ed infermieri) e quindi con un rilevante costo per i bilanci delle aziende. Tra i favorevoli alla soppressione ci sono anche medici, i quali sottolineano la scarsa garanzia che sul piano della sicurezza offrono i piccoli ospedali, in quanto essi non possono permettersi, per assistenza e cura, specialisti e tecnologie d’avanguardia. Ma cè anche chi sostiene che va salvaguardata l’assistenza e la cura nelle zone disagiate e distanti dai grossi centri ospedalieri. Quindi vanno mantenuti quei centri magari come presidi con servizi e caratteristiche utili a quella popolazione. Le autorità governative nazionali e regionali sul punto hanno posizioni differenti: il Ministro della salute ritiene che “dobbiamo fare in modo che le strutture sanitarie nei territori siano adeguate alle esigenze, ovvero che non si vada in un reparto che non sia in grado di curarti”. “Allo stesso tempo bisogna potenziare il territorio e l’urgenza-emergenza che sono i due elementi fondamentali per fare funzionare il servizio sanitario nazionale in Sicilia come in Lombardia”. Tale indirizzo ha ribadito il Ministro il 13 gennaio scorso a Catania nel convegno su “Sanità siciliana: attualità e prospettive” durante il quale ha sottolineato la necessità dell’applicazione dei costi standard per recuperare risorse e sviluppare al massimo la medicina del territorio.

Di parere diverso sul tema della soppressione è l’Assessore Lucia Borsellino, responsabile della sanità siciliana, la quale recentemente ha ribadito che: “Più che applicare pedissequamente l’indirizzo che proviene dal Ministro della salute, occorre rimodulare la rete ospedaliera e territoriale, accorpare le piccole realtà per creare un unico presidio ospedaliero, se pure multistabilimento, consentendo così di ridurre i costi di gestione. Un esempio: invece di chiudere il P.O. di Piazza Armerina si potrebbe accorpare a quello di Enna o quello di Avola a Noto”. Si potrebbe dire un po’ quanto realizzato in Toscana, dove è già avvenuta una incisiva razionalizzazione della rete ospedaliera, riducendo gli ospedali da 92 a 38, realizzando accorpamenti e riconversioni, per cui oggi le autorità sanitarie toscane sono decisamente contrarie ad altre soppressioni. Per la Sicilia si potrebbe anche dire che il modello accorpamenti dell’Assessore Borsellino richiama quello realizzato sotto forma di Distretti ospedalieri, per cui ora parlare di accorpamenti tra ospedali può significare dare una migliore sistemazione ai Distretti previsti dalla legge 5/2009 elevandoli ad ospedali riuniti. In linea generale il punto di vista dell’Assessore sembra andare nella giusta direzione se l’offerta ospedaliera dei piccoli centri verrà relazionata con quella dei grossi Centri, con i quali stretto dovrebbe essere il rapporto funzionale. Nel particolare sospendiamo ogni giudizio sino a quando non sarà dato conoscere il piano di assetto della regione sui piccoli ospedali e l’effettivo potenziamento della medicina del territorio, allo stato per certi versi tuttora in cantiere.

Piani attuativi : Positiva per il Comitato consultivo è stata nell’anno 2013 l’esperienza di partecipazione alle numerose riunioni interaziendali del Presidente della Conferenza, dei Presidenti dei CCA e dei Referenti aziendali. La presenza dei Comitati consultivi in quelle sedi risponde da una parte alla esigenza si dare attuazione a quanto definito dalla legge 5.4.2009, dall’altra parte consente di potenziare la partecipazione dei cittadini quali “azionisti di maggioranza” del Ssr. L’Asp di Catania, con riferimento all’area metropolitana ha svolto il ruolo di coordinamento del Piano attuativo interaziendale che l’Agenas ha evidenziato essere uno strumento dinamico che, in una prospettiva gestionale, potrà essere progressivamente integrato e modificato sia degli impegni presenti nel Programma Operativo di Consolidamento e sviluppo 2013- 2015 (POCS), che di necessarie rimodulazioni sopravvenute in corso d’opera e concordate con l’Assessorato. Tutto questo comunque non dovrà escludere l’invio al Comitato dei piani attuativi per il parere così come previsto dal D.A. 15.4.2010. In merito il Cca nella seduta 16.7. 2013 ha preso in esame il Piano attuativo interaziendale 2013 adottato dall’Asp di Catania con delibera n. 1964 del 1.7.2013 esitato con parere favorevole, raccomandando alcune azioni ed interventi in materia di dimissioni protette, assistenza ospedaliera –Day hospital, oncologia. Neuroscienze e UVD settore integrazione socio sanitaria.

-P.T.A: Presidi territoriali di assistenza: Come è noto il PTA è una nuova formula di organizzazione dell’assistenza concepita per facilitare il percorso assistenziale dei cittadini per l’accesso alle cure primarie e ai servizi socio – sanitari. Essi erogano servizi di base, garantendo l’accesso unico alle cure, assicurando la stretta integrazione del medico di famiglia e del pediatra

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di libera scelta con gli specialisti poliambulatoriali pubblici e privati e con i servizi di continuità assistenziale ( ex guardia medica), i punti prelievo, il punto lastre, gli ambulatori infermieristici, servizi di valutazione multidimensionali per l’accesso all’assistenza domiciliare, il consultorio familiare, i servizi di lungo-assistenza e riabilitazione. Nell’ambito della programmazione (un PTA ogni 70.000 / 120.000 abitanti) la provincia di Catania ne ha già attivato sette ubicati nei comuni di Giarre, Acireale, Paternò, Vizzini, Catania (S. Giorgio), Gravina e Bronte. La rete è in corso di completamento. Per quelli già funzionanti il Comitato consultivo ha in programma visita nelle strutture suindicate per il tramite di due gruppi di componenti del Comitato che relazioneranno non appena avranno ultimate le visite. Quale guida per la raccolta sul posto dei dati, i componenti visitatori si avvarranno di un questionario predisposto dalla Referente dott. ssa Sapienza e condiviso dai gruppi di cui trattasi.

- Pazienti in età pediatrica- Un giocattolo per un sorriso: Nel corso dell’anno 2013 a seguito di nota assessoriale del 5.2.2013 indirizzata alle Direzioni Aziendali, sanitarie ed ospedaliere e per conoscenza ai Comitati consultivi, la Presidenza del Comitato ha svolto indagine, anche a mezzo di sopraluogo presso le strutture sanitarie ove accedono pazienti in età pediatrica. In quella occasione è stato tra l’altro accertato la insufficienza di giocattoli, quando addirittura, nell’U.O. di neuropsichiatria infantile (P.O. Acireale), la mancanza di ludoteca. Il Comitato consultivo, sensibile e disponibile a sostenere ogni opportuna iniziativa, per arricchire quelle ludoteche di giocattoli da recuperare gratuitamente, ha avviato una campagna di sensibilizzazione presso famiglie e l’Istituto comprensivo S. Domenico Savio di S. Gregorio. L’Istituto con la Preside prof. Daniela Fonti e le insegnanti dei corsi, pedagogicamente impegnate, in pochissimo tempo hanno approntato un progetto educativo denominato Un giocattolo per un sorriso, inculcando ai piccoli scolari della primaria che i bambini in ospedale non hanno bisogno solo di medici e medicine ma anche di giocattoli con i quali si possono regalare momenti di svago e gioco. Perciò è stata avviata la raccolta di giocattoli non più utilizzati che, senza alcun sacrificio dei donatori, potrebbero rendere felici altri bambini costretti a stare in ospedale per ragione della loro salute. La risposta dei bambini è stata straordinaria ed entusiasmate; per cui in data 3.6.2013 al Comitato Consultivo dell’Asp, presente il Presidente Avv. Luigi Anile, il dott. Garraffo Salvatore delegato del Centro per la promozione della famiglia, il dott. Francesco Camuglia dell’AVULSS di Giarre e il Dott. Angelo Benedetto Gentile referente della Conferenza regionale dei Comitati consultivi delle Aziende sanitarie ed ospedaliere della Sicilia per le ludoteche, è stato consegnato un enorme numero di giocattoli che dopo accurata selezione, sono stati distribuiti alle ludoteche delle Unità operative di pediatria degli Ospedali di Bronte, Biancavilla, Paternò, Acireale e Caltagirone. L’ultimo lotto è stato consegnato solo in data 14.2.2014 alla ludoteca della Neuropsichiatria infantile del P.O. di Acireale al momento non operante ma in programma di sistemazione.

Insieme per un sorriso ai bambini in ospedale è l’iniziativa che sta portando avanti il Comitato consultivo dell’Asp di Catania per dotare i reparti di pediatria degli Ospedali di Biancavilla e Bronte di Associazioni del volontariato al fine di ridurre il disagio che affrontano i bambini, gli adolescenti ed i genitori durante il ricovero. Perciò sono stati interessati i Parroci delle città suindicate per diffondere l’iniziativa tra le organizzazioni giovanili parrocchiali e a tal fine non sono mancati interventi del Presidente del Cca presso associazioni locali e durante le Messe per un contatto con i fedeli, ai quali brevemente è stato presentato ed illustrato il progetto. Sono in corso prenotazioni per l’avviamento del corso formativo in Biancavilla, mentre al momento nessuna richiesta proviene da Bronte.

-S.U.A.P: Sono slittati i tempi per l’apertura delle Speciali Unità di Accoglienza Permanente di cui si è detto diffusamente nella 1° e 2° relazione. Il ritardo, dovuto a procedure organizzative delle risorse umane, non ha consentito sino ad ora l’operatività della struttura del P.O. di Militello e pertanto si spera che almeno entro il 1° semestre del corrente anno la struttura in questione possa funzionare. Nel frattempo sulla base di intese con l’Azienda Policlinico V.E. è in corso di attivazione presso il P.O. S. Bambino unità di ricovero con sei posti letto (trasferiti dai 20 posti del P.O. di Militello). I locali già pronti attendono di essere arredati ed a tal riguardo sono in corso le procedure di gara. Il nuovo assetto di distribuzione dei posti letto SUAP nella

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provincia (16 p.l. a Militello e 6 al S. Bambino) dovrebbe essere adeguato e funzionale alle esigenze della speciale utenza.

-Servizio di Assistenza domiciliare “Cure palliative”. Particolare attenzione ha avuto il Cca al tema delle cure palliative e perciò nel corso di formazione ai Comitati consultivi è stato dedicato uno dei sei moduli e precisamente quello svolto in data 3.12.2013 dal dott. Alaimo Angelo - direttore responsabile dell’U.O. Hospice per le cure palliative “Giovanni. Paolo II dell’ARNAS Garibaldi che ha trattato il tema relativo alla legge 15.3.2010 n. 38 “cure palliative e terapia del dolore”, dal dott. Distefano Carmelo – responsabile dell’UOC ADI e Cure Palliative dell’ASP e dal dott. Meli Orazio – Fisioterapista c/o predetti servizi, sui seguenti argomenti: “La rete delle cure domiciliari “ ed “il modello organizzativo delle cure domiciliari”. Attenzione, d’altra parte, ha mostrato l’Azienda sanitaria provinciale, chiamando il Presidente del Cca a far parte del Comitato – Ospedale – Territorio senza dolore costituito con delibera n. 2785 del 12.9.2013.

-Chiusura O.p.g (Ospedali psichiatrici giudiziari): La normativa vigente aveva previsto che dal 1.4.2014 le misure di sicurezza non potevano essere più eseguite all’interno degli attuali Opg e pertanto le persone ivi ricoverate avrebbero dovuto essere dimesse e trovare posto in strutture regionali sanitarie con 80 posti per le provincie di Catania, Caltanissetta e Messina oltre un certo numero di REMS (Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza a valenza sanitaria) con al massimo 20 p.l. Questo programma per la regione Sicilia e le altre Regioni pare che non è possibile realizzare per cui nella Relazione presentata il 18.12.2013 al Parlamento sullo stato di attuazione dei programmi relativi al superamento degli OPG è scritto che il termine del 1.4.2014 non è congruo per ultimare le strutture, per cui si prevede uno spostamento del termine. Tale termine è stato ora prorogato dalla Conferenza delle Regioni al 1.4.2017. Sono sei gli Opg ancora presenti in Italia: quello di Castiglione delle Stiviere (Lombardia), di Reggio Emilia (Emilia Romagna), di Montelupo Fiorentino (Toscana), di Secondigliano e Aversa (Campania), Barcellona Pozzo di Gotto (Sicilia). Circa 800 sono invece i malati mentali attualmente ricoverati negli Opg per reati commessi.

-Servizi psichiatrici:- Questo Comitato non si stancherà mai di richiamare l’attenzione su una necessaria e seria programmazione dei servizi psichiatrici, costituendo una vera emergenza sociale la schizofrenia, il disturbo bipolare, la depressione maggiore ecc. Esse sono tra le principali cause di malattie e disabilità abbassando in media di 8-25 anni l’aspettativa di vita; se non sono diagnosticate e trattate precocemente progrediscono in modo irreversibile con grave scadimento della qualità della vita. Senza parlare dello stigma nella società civile, dei costi sociali, dell’assistenza informale dei parenti, dei maggiori costi quando schizofrenia e disturbo bipolare esordiscono durante l’infanzia, danneggiando gravemente la carriera scolastica del giovane e l’esordio nel mondo del lavoro. L’Italia che, diversamente da altri paesi occidentali, ha mostrato forse eccessiva attenzione agli aspetti socio-assistenziali dei disturbi mentali, tralasciando quelli propriamente clinici, psicobiologici e psicofarmacologici, sta oggi mostrando tendenza alla riduzione delle prestazioni suindicate, introducendo definizioni nuove della residenzialità, per dare spazio ad alternative all’abitazione personale o ad altre forme di dimora con prestazioni di minore contenuto socio –riabilitativo a favore dei soggetti con patologia psichiatrica. Perciò sono tanti i familiari preoccupati per incombenti dimissioni forzate di pazienti che a loro giudizio non troverebbero adeguata assistenza a domicilio od in altre residenze ove scarso è il trattamento terapeutico riabilitativo. Va poi sostenuto ogni sforzo che l’Asp dovrà fare in questo periodo di scarse risorse di investire in risorse umane, purtroppo insufficienti a far fronte alle esigenze sempre crescenti per la diffusione delle patologie psichiatriche. In relazione poi a quanto previsto dal Progetto strategico per la salute mentale, approvato con D.A. del 27.4.2012 pubblicato sulla GURS n. 24 del 15.6.2012, l’Asp dopo aver pubblicato bando, ha provveduto a costituire il comitato zonale per la salute mentale presso cui è stata designata, in rappresentanza del Comitato consultivo la dott.ssa Silvana Sanfilippo eletta Vice Presidente. Il Cca resta ora in attesa del Piano di azione locale per la salute mentale (PAL) che sarà elaborato per le tre aree specialistiche (S.M Adulti – Np. I. e Adolescenza - Dipendenze patologiche) attraverso pratiche di concertazione con tutte le Agenzie del territorio

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(distretti, enti locali, imprese sociali e imprenditoriali, associazioni dei familiari, volontariato e organizzazioni culturali, ricreative del mondo della formazione e dell’istruzione).

- Servizio di ristorazione ospedaliera ed assistenziale: La Carta dei servizi della ristorazione presto sarà realtà. E’ già pronta bozza, inviata al Presidente del comitato consultivo, ai responsabili delle direzioni sanitarie dei PP.OO dell’Azienda e ad altri capi servizi e quanto prima sarà approvata, stampata e diffusa ai ricoverati dei Presidi ospedalieri. Resta tuttora scoperta, in seno alle Commissioni di vigilanza per il vitto, la presenza di rappresentanti del TDM negli Ospedali di Caltagirone, Militello, Bronte e Paternò non essendo presente sul territorio alcuna sezione operativa di Cittadinanzattiva; appare opportuna allo scopo la presenza eventuale per conto del TDM di rappresentanti disponibili di Associazioni che fanno parte del CCA o di altre valide realtà associative locali. Ci si augura che nel Comitato rinnovato si trovino disponibili risorse ad impegnarsi nella vigilanza del vitto nei Presidi ospedalieri di cui trattasi.

-Servizio religioso delle Confessioni non cattoliche: Non risulta ad oggi sottoscritto, in attuazione della Direttiva regionale n. 73536 del 8.10.2012, il Protocollo di intesa con i rappresentanti di confessioni religiose non cattoliche presenti sul territorio dell’ASP, per l’attivazione del servizio religioso per i degenti non cattolici ricoverati nei reparti ospedalieri dell’ASP.

Uffici Relazione con il Pubblico: Nell’immaginario comune, quando pensiamo all’Ufficio relazione con il pubblico subito pensiamo ad un ufficio dove l’operatore ti fornisce un modulo per segnalare disfunzioni incontrate nel percorsi di assistenza e cura; si pensa a reclami, che possono interessare le materie più varie: aspetti organizzativi, strutturali, tecnologici, professionali, alberghieri, privacy ecc. Eppure i cittadini oltre a quel tipo di segnalazioni sono in grado di farne delle altre, propositive: come dare suggerimenti per migliorare i servizi dei quali sono utenti ed azionisti. Gli URP retti da personale strutturato delle Aziende sanitarie sono indispensabili in quella funzione che è di raccordo tra cittadini e Management. Purtroppo per carenza di personale tali uffici non sempre sono presenti nell’Azienda, tante volte anche là dove necessitano attesa la numerosa utenza di servizi. In conseguenza i cittadini sono costretti a rinunziare alle segnalazioni negative e positive, mostrando in tal modo scarso attaccamento al Ssr, un bene comune che essi devono amare e difendere. E’ il caso dell’Ospedale di Acireale con una potenzialità di sviluppo notevole. Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato ha proposto qualche anno fa di collaborare nel Servizio URP di quel Presidio, purtroppo senza risultati. Insistiamo ora di nuovo in quella proposta a cui possono anche associarsi altre Associazioni nella consapevolezza che a tali uffici dovrà essere applicato volontariato con un alto grado di motivazione ed opportunamente formato e che dovrà svolgere l’attività di relazione con il pubblico gratuitamente, salvo il rimborso di spese effettivamente sostenute.

2. Prevenzione ed educazione sanitaria (art. 2 lett.c), lett. g) del D.A).

-Educazione alla salute: Il Comitato sottolinea la validità di quanto evidenziato in generale nelle Relazioni 2011 e 2012 in tema di prevenzione ed educazione alla salute trattandosi di punti focali di ogni politica diretta a conseguire gli obiettivi di sanità pubblica. L’Azienda nell’ambito di attuazione del nutrito piano presentato per l’anno 2013 dall’UO Educazione e Promozione della Salute Aziendale ha realizzato numerose linee di intervento che di seguito si riassumono:

a) prevenzione degli eventi infortunistici in ambito stradale attraverso la realizzazione di campagne di comunicazione ed interventi specifici degli incidenti stradali;

b) prevenzione degli eventi infortunistici in ambito domestico mirati alla popolazione anziana e ai bambini da 0 a 4 anni attraverso campagne informative per la prevenzione da cadute dell’anziano e, per i minori, con incontri informativi agli operatori UES distrettuali, scuole dell’infanzia di Catania e provincia;

c) peer education su malattie sessualmente trasmesse con seminari, incontri con studenti di scuole diverse, corsi di formazione di operatori dell’Asp nell’ambito del progetto Guadagnare la salute in adolescenza-sessualità;

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d) prevenzione e sorveglianza di abitudini, comportamenti, stili di vita non salutari e patologie correlate con progetti peer education su alcolismo, educazione alimentazione, tabagismo, abuso di sostanze col progetto “Unplugged” per la formazione di formatori- operatori ed insegnanti.

Nell’ambito del programma informativo per il miglioramento dell’efficienza e la promozione dell’attività fisica, merita inoltre essere segnalata l’iniziativa dell’U.O.E.P.S.A. denominata „Gruppi di cammino: Passeggiate di salute con itinerari culturali „ diretta a tutte le persone in grado di camminare, nella cosapevolezza che lo svolgimento delll’attività fisica fa bene a tutti anche agli anziani, perchè consente mantenersi in buona forma, proteggersi dalle malattie legate all’invecchiamento diminuendo il rischio di cadute e di fratture.

Si richiama infine la circolare n. 1280 del 16.3.2011 avente per oggetto „Linee guida sull’attività e sull’assetto organizzaztivo delle unità operative di educazione alla salute nella Regione siciliana“ per le valutazioni della Direzione generale in ordine al prospettato nuovo assetto organizzativo delle unità di educazione alla salute nelle aziende sanitarie, anche in relazione al Decreto 20.2.2012 (Gurs n.11 del 16.3.2012) che “approva le Linee guida per la organizzazione delle unità operative per l’educazione e la promozione della salute ed attivazione dei piani aziendali per l’educazione e la promozione della salute”.,

-Gioco d’azzardo patologico (G.A.P.): Fenomeno preoccupante, su cui recentemente è intervenuto il Parlamento con il Decreto Balduzzi (testo coordinato del D.L. 13.9.2012 n. 158 con la legge di conversione 8.11.2012 n. 189) che riconosce ora la ludopatia come una malattia e pertanto rientrante nei Livelli Essenziali di Assistenza. Nella provincia sono in corso iniziative del Comune di Catania e di varie Associazioni che con un coordinamento ad hoc stanno lavorando per promuovere forme di informazione ai cittadini per la massima diffusione della normativa e contro ogni forma di sostegno al gioco, molto spesso caldeggiato anche da istituzioni pubbliche. A quest’ultimo riguardo vanno assunte più concrete iniziative anche di carattere economico, specialmente in questo periodo di crisi, diretti per esempio a sgravi e/o sconti sulla tassa per la spazzatura agli esercizi “no-slot” ecc. Va dato atto che nell’ASP di Catania i 10 SerT hanno al loro interno operatori che sono stati formati all’approccio e al trattamento del GAP (Corso di Caltanissetta a seguito di Corso fatto a Roma) che ha coinvolto a Catania molti operatori sia dei SerT che della salute mentale. Purtroppo a tale formazione però non è seguita la costituzione di un gruppo di lavoro interdipartimentale, un’effettiva elaborazione di linee guida e procedure standard di approccio e trattamento condivise, per cui ogni UO SerT continua ad operare se c’è la buona volontà dell’operatore e non in maniera organica e continuativa. Il SerT CT 2 che da più anni si occupa di GAP, gestisce da solo oltre la metà di tutti i GAP in trattamento non solo dell’area metropolitana, ma anche della provincia. Mancano infine nella nostra regione strutture dove nei i casi più gravi l’interessato possa ricoverarsi magari per periodi brevi per una efficace disintossicazione. Sul punto è bene che le Aziende sanitarie opportunamente riflettano.

- Sicurezza stradale: Si dà atto dell’impegno dell’Azienda sanitaria nel progetto pluriennale “Scegliere la strada della sicurezza” (peer education rivolto agli studenti delle scuole superiori di Catania ed ai docenti ed istruttori delle scuole guida). Il Comitato ritiene comunque che sul tema, non va abbassata la guardia e che l’ attenzione delle autorità sanitarie deve essere massima e costante anche attraverso lo svolgimento di iniziative pubbliche in occasione della Giornata mondiale della sicurezza stradale (7 aprile). Anche le autorità governative non devono mai venire meno ai loro compiti, adottando, ove occorra, provvedimenti di rigore (confisca del mezzo, contravvenzione ecc.) diretti alla salvaguardia della legalità e sicurezza dei cittadini. In relazione alla legge quadro sull’alcol,(legge 125/2001) analogamente a quanto operato dall’ASP di Palermo, appare opportuno segnalare che venga inserito nella CML patenti un esperto alcologo o comunque delle Dipendenze per i contributi che tale personale può offrire soprattutto nei casi di sospensione della patente per superamento dell’alcolemia consentita dalla legge. E’ auspicabile in fine un servizio alcologico interdipartimentale che funga da raccordo e proposta tra territorio /volontariato/situazioni complesse alcol correlate.

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-Prevenzione della thalassemia: La proposta relativa alla campagna proposta nelle relazioni 2011 e 2012 non ha avuto seguito; pertanto si ritiene di insistere, perché anche se oggi le nascite di bambini thalassemici è fortemente diminuita non bisogna abbassare l'attenzione sulla prevenzione della thalassima ed Emoglobinopatia in relazione ai recenti flussi migratori dal sud e dall'est del mondo ( Cipro, Africa, Asia, ) che stanno portando una continua e silente diffusione della malattia.Sulla thalassemia oggi sappiamo molto, ma sulle altre forme di anemie si sa poco: come la Drepanocitosi o Thalasso-Drepanocitosi.Le conseguenze di avere una crisi emolitica mette a dura prova il paziente perché, quando si reca in ospedale, non sempre i medici riescono a riconoscere quella malattia. La Drepanocitosi ( o Anemia Falciforme che prende il nome appunto da "falce" perché i globuli rossi hanno quella forma) è una emoglobinopatia su base genetica molto diffusa nei soggetti provenienti dalle regioni di America e Africa subsahariana ( Nigeria, Ghana, Burkina Faso, Sudan) e pertanto rallentare lo screening sulle Emoglobinopatie, stanti i frequenti flussi migratori, significa avere tra un decennio tanti malati. Occorre quindi fare prevenzione unendo tutte le forze tra Associazioni e Istituzioni, promuovendo, ove occorra, campagne informative nelle scuole, nei posti di lavoro ecc.  

- Prevenzione rischio alcol: nell’ambito della promozione di azioni ed interventi nell’area delle dipendenze patologiche svolte dall’Azienda e degli indirizzi e delle direttive dell’Assessorato regionale per la salute contenute nel Decreto 4.7.2011 su indirizzi programmatici e direttive sull’organizzazione dell’area dipartimentale delle dipendenze patologiche e dei servizi territoriali dipendenze delle aziende sanitarie provinciali (G.U. n. 31 del 22.7.2011), preso atto dei progetti realizzati dall’ASP su “informazione prevenzione rischio alcol”, si ripropongono tutte le iniziative formulate nella relazione 2012 (formazione e ricovero breve per disintossicazione).

- Lotta al tabagismo: E’ stata richiamata l’attenzione sulla necessità che vengano promosse iniziative dirette alla formazione dei medici e degli operatori sanitari per una efficace lotta al tabagismo come dipendenza, causa di patologia e di inquinamento ambientale. Si insiste pertanto per l’ istituzione di centri per il trattamento del tabagismo, definiti anche ambulatori per smettere di fumare, promuovendo opportunamente percorsi formativi per i medici, i pediatri di base e altri operatori per contribuire a cambiare credenze errate degli utenti ed insegnare loro buone pratiche comportamentali ed educative efficaci.

 -Screening oncologici: Attenzione da sempre viene data dalle autorità sanitarie nazionali e regionali alle attività di screening oncologico per la prevenzione dei tumori del colon retto, del collo dell’utero e della mammella. La popolazione coinvolta nella Provincia di Catania è rispettivamente di 250.000 uomini e donne della fascia di età 50-70 anni; 130.000 donne della fascia di età 50 – 60 anni ; 330.000 donne della fascia di età 25-64 anni. Perciò opportune campagne vengono svolte con le quali è possibile individuare casi di tumore, intervenire e guarire. Ciò induce le Aziende sanitarie a sviluppare al massimo l’attività di informazione, in modo da conseguire il massimo di adesione alle campagne di cui trattasi. Allo scopo di migliorare quindi la diffusione dell’informazione e l’adesione agli screening, il responsabile del Centro Gestionale con nota del 4.12.2013 ha interessato il Comitato per ogni possibile sostegno in merito. Perciò, dalla Direzione aziendale è stato programmato Gruppo di lavoro costituito dal Presidente o delegato del Cca, dalla Referente del Cca suddetto, dal Responsabile dell’URP, dal Presidente degli Psicologi e dai dott.ri V. Ricceri e R. Scillieri Referente del Centro screening mammografico e Responsabile del Centro gestionale screening. Per il Comitato consultivo il Presidente ha delegato il dott. Garraffo Salvatore componente del Comitato stesso.

3. Funzionalità dei servizi aziendali (art. 2 lett. d), lett, m) del D.A).

La funzionalità dei servizi sanitari è la prima cosa che colpisce i cittadini sin dal primo impatto con le strutture di cui hanno bisogno e pertanto aumentarne l’efficienza significa rendere servizi adeguati, con gradimento e soddisfazione dell’utente.

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- U. O. Territoriali integrate per la presa in carico. In allegato si riporta quanto recentemente rappresentato dal Responsabile dell’Associazione Coordinamento H Onlus con nota n. 20 del 3.1.2014 indirizzata all’Assessore alla Salute, all’ASP 3 e tra gli altri al Comitato, in merito alla equipe multidisciplinare che l’Asp di Catania ha deliberato con atto n. 36714 del 4.12.2013, prevedendo una composizione di figure professionali non corrispondente agli obbiettivi di presa in carico globale della persona con disabilità. Restiamo in attesa ora delle richieste determinazioni assessoriali.

- Invalidità civile: Buona la situazione per quanto concerne i tempi per le visite degli invalidi risultando contenuti e al disotto dei termini fissati dalla normativa vigente (giorni 90). L’utente che inoltra telematicamente la domanda ai sensi della legge 102/209 viene visitato in media entro 30-40 giorni. Diversamente si deve dire per i tempi di erogazione dei benefici economici da parte dell’INPS, presso cui migliaia sono le pratiche che attendono di essere evase. Anche le visite di revisione ritardano ad essere eseguite per cui non sono rari i casi di invalidi a cui viene sospesa l’erogazione delle provvidenze economiche. Sull’argomento si richiama l’attenzione dell’ Istituto perchè i ritardi in questione vengano eliminati e soprattutto non venga sospesa l’erogazione delle provvidenze a chi non per colpa propria non è stato sottoposto a revisione. Non sempre le Commissioni sanitarie tengono presente il Decreto ministeriale del 2.8.2007 che individua le patologie esenti da revisione e pertanto non è raro che gli invalidi vengano sottoposti a ripetute visite, superflue ed onerose per gli invalidi e per il Ssn. Sull’argomento si richiama l’attenzione delle Commissioni perchè venga data puntuale applicazione alla normativa. Si ribadisce infine che va scoraggiata la pratica della visita dei malati intrasportabili in auto ambulanza o in macchina, perché non deondologicamente corretta. Il soggetto intrasportabile dietro certificato medico che attesti tale intrasportabilità, non può che essere visitato a domicilio. Sul punto va richiamata l’attenzione dei medici curanti i quali, dovendo rilasciare il certificato modello D (domiciliare), sono meglio di ogni altro nelle condizioni di dare le necessarie istruzioni sul buon uso della richiesta di visita a casa. -Liste di attesa- L’esigenza del contenimento delle liste di attesa per prestazioni sanitarie è ancora un’emergenza in Sicilia e nella nostra Provincia e pertanto è molto sentita la necessità che la problematica trovi soluzione adeguata e tempestiva. Purtroppo la crisi economica e la crescente povertà specialmente degli strati sociali più deboli, sta cambiando anche i comportamenti dei cittadini i quali stretti dal bisogno risparmiano sulla salute, con riflessi quindi sulle stesse liste di attesa, appena meno piene rispetto al passato. Lodevole è l’iniziativa di alcune regioni (il Piemonte ed ora anche la Puglia) che hanno messo in campo strategie importanti per combattere le liste di attesa attraverso l’utilizzo delle apparecchiature e delle risorse umane oltre il normale orario di ufficio. Si dà il caso che gli orari a ciclo continuo delle apparecchiature per accertamenti strumentali (tac, RM ecc) si prolunghino anche sino alle ore 24. Un esempio di buona sanità che potrebbe essere benissimo importato nella nostra Regione.

Centro unico di prenotazione Il Centro unico di prenotazione che, oltre a gestire le comuni prenotazioni, dovrebbe gestire anche quelle relative alle prestazioni di intramoenia, sarebbe dovuto già entrare in funzione. Determinazioni gestionali diverse prospettate dall’Assessorato Regionale alla salute hanno posto un freno all’attuazione del progetto, per cui al momento non si intravede soluzione. Non c’è che attendere tempi migliori che si auspica stretti, anche perché il Centro unico sicuramente aiuterebbe ad alleggerire le liste di attesa ponendo fine alle prenotazioni plurime. In atto le prenotazioni vengono fatte chiamando solamente il numero verde da telefono fisso (con attese talvolta alquanto lunghe); una anomalia che va corretta considerato l’uso ormai comune e diffusissimo del telefono cellulare, per cui non dare la possibilità di prenotare col cellulare significa creare disagi perchè sono tanti gli utenti senza telefono fisso. Va pertanto rivisto l’eventuale contratto col gestore del numero verde per consentire le prenotazioni con cellulare.

Holter pressori: L’insufficienza rappresentata nella 1° e 2° relazione del CCA in ordine alla speciale apparecchiatura, induce questo Comitato ad insistere ancora su quanto rappresentato circa la necessità che venga condotta una indagine sul numero di Holter operanti nelle strutture

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pubbliche e private accreditate, perchè la dotazione sia adeguata alle esigenze dell’utenza. In atto occorre aspettare anche 45 giorni per prenotare la prestazione di cui trattasi.

-Ausili e protesi: Nell’ambito della tutela delle persone con disabilità il Comitato ritiene sottolineare che vengano assunte adeguate iniziative per il miglioramento del servizio di fornitura di ausili (pannoloni, traverse ecc) al momento carente sotto l’aspetto quantitativo, risultando ridotta la fornitura della stessa mancando una adeguata valutazione delle necessità dell’utenza costretta quindi a rifornirsi per la differenza presso farmacie. Va poi sottolineata l’opportunità di una maggiore semplificazione in materia di forniture di ausili e protesi di serie: come bastoni, stampelle, materiali antidecubito, oggetti monouso ecc. per i quali potrebbe essere sufficiente la prescrizione del medico di famiglia (e quindi non più quella dello specialista evitando in tal modo code agli sportelli dell’ASP) e l’ autocertificazione del diritto per invalidità accertata. Si potranno cosi semplificare e agevolare i controlli per scovare i furbi che non ne hanno diritto. Questa esperienza è presente in Toscana presso cui possono essere attinte informazioni.

-Sensibilità chimica multipla: L’impegno dell’Associazione per la difesa dell’ambiente e della salute (ADAS) e del suo Presidente, non ha mancato in questi anni di sensibilizzare opportunamente le istituzioni sanitarie locali, accademiche e regionali, sul tema della sensibilità chimica multipla. Cominciano ora a registrarsi i primi risultati, frutto dell’ intenso lavoro dell’Associazione. La Regione infatti ha costituito un tavolo tecnico e definito le Linee guida dei percorsi assistenziali per il trattamento del paziente affetto da sensibilità chimica multipla (MCS) definita “come un disturbo cronico caratterizzato da sintomi ricorrenti, a carico di più organi ed apparati che insorgono in seguito all’esposizione a sostanze chimiche, anche non correlate chimicamente, a concentrazioni molto inferiori a quelle generalmente tollerate dalla popolazione” Della complessità della patologia soprattutto nei suoi aspetti diagnostici devono farsi carico in modo concertato e condiviso tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere della Regione sia per quanto concerne la formazione (aziendale e interaziendale) del personale sanitario (ospedaliero e medici di base) che per l’attivazione di un centro diagnostico ambulatoriale di riferimento. Ciò è necessario se si vuole evitare che pazienti affetti da tale grave patologia siano costretti ad emigrare con costi insostenibili per le famiglie ed il Ssr.

- Malattie reumatiche: In Italia le malattie reumatiche occupano il secondo posto dopo le malattie cardiovascolari ed il primo tra le malattie cronico degenerative: esse rappresentano la seconda causa di invalidità ed hanno un forte impatto sociale. Considerata l’ incidenza epidemiologica della patologia e l’attenzione mostrata dall’ Assessorato regionale alla salute che con D.A. 17.10.2012 e 27.2.2013 ha disciplinato nella Regione la rete reumatologica per adulti e pediatrica, il Comitato consultivo aziendale e l’Associazione Reum Amici Onlus (A.I.R.A.) facente parte dell’organismo civico, hanno organizzato il 19.10.2013 un convegno dal titolo “Malattie reumatiche: oltre la diagnosi – Percorsi terapeutici ed assistenziali”. Significativa è stata la partecipazione di pazienti ai quali sono state illustrate dai vari relatori la rete reumatologica siciliana, il ruolo degli specialisti e dei medici di famiglia ed i percorsi assistenziali e medico- legali. E’ seguito poi presso l’Asp di Catania, come in altre provincie, l’istituzione di un tavolo interaziendale per le malattie reumatiche per l’assegnazione di fondi regionali che, dato il modesto importo, sono stati destinati per migliorare l’assistenza ambulatoriale nelle zone carenti della provincia. A rappresentare il Comitato nel tavolo tecnico ha partecipato il dott. Filetti Salvatore Presidente dell’AIRA Onlus.

-Accesso facilitato ai disabili: Si attenziona ancora la necessità che, ai disabili riconosciuti con handicap grave ( art. 3 comma 3 legge 104/92), nelle visite ed accertamenti, venga data priorità assoluta rispetto ad altri utenti, esibendo la dichiarazione ex legge 104/92 (o altro pass.) per accedere così ai servizi senza affrontare lunghe attese pregiudizievoli per la loro salute. L’iniziativa, che è espressione alta di solidarietà, può trovare seguito diramando apposita circolare a tutti i servizi ambulatoriali dei distretti e degli ospedali. La pratica della precedenza o priorità non è nuova nella Amministrazione pubblica o privata, anche se spesso col consenso degli utenti presenti. Ai soggetti con handicap grave deve riconoscersi il diritto alla precedenza,

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sia perché ciò, come anzidetto, è di valore civico e morale elevato, sia perché è nell’interesse dell’Azienda l’ordinato svolgimento dell’attività nei suoi locali, che potrebbe invece essere compromesso da stati di agitazione da parte di disabili. Sull’argomento è stata recentemente inviata (16.12.2013) nota all’Azienda per l’applicazione del principio, intanto, nei confronti dei minori. L’apposito servizio H nell’ambito della unità operativa competente sia in grado di fornire adeguate indicazioni per la soluzione di delicati problemi relativi a prestazioni che i disabili, per la loro minorazione fisica o psichica, devono affrontare ma che rifiutano, naturalmente dopo che sono stati individuati i servizi adeguati allo scopo.

-Soccorso e allertamento delle persone con disabilità. Indagine conoscitiva:E’ noto l’impegno del Dipartimento della Protezione Civile del nostro Paese per migliorare il

soccorso in emergenza in genere e delle persone con disabilità. Quest’ultima tematica è più che mai attuale e materia di attenzione da parte di questo Comitato, al cui interno sono presenti diverse realtà associative di familiari e persone con disabilità che si intende tutelare e proteggere. Sull’argomento non mancano proficue iniziative, tra cui il Protocollo di intesa tra il Dipartimento e Fiaba (Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche) contenente reciproci impegni per adeguare modelli e strumenti operativi del sistema di protezione civile alle esigenze delle persone, così da migliorare l’efficienza dell’attività di soccorso e di assistenza.

In caso di catastrofi naturali ed umane le persone con disabilità sono le prime a patire le terribili conseguenze delle emergenze spesso con la morte e la mancanza di attenzione alla loro condizione, anche perché esse rappresentano le più escluse fra gli esclusi, le più discriminate tra i discriminati. Tutto questo a fronte di tantissime norme nazionali ed internazionali di riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità che è bene applicare ed implementare.

Il Comitato ha avviato in data 9.12.2013 una indagine, per ora, presso alcuni grossi comuni per conoscere se da parte loro risultano avviate misure e provvedimenti atti a garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni di catastrofi e disastri naturali. In particolare: - se è stato fatto un censimento delle persone con disabilità ai fini della stesura dei piani di emergenza di protezione civile e se i dati vengono regolarmente aggiornati; - se nei piani di emergenza sono stati sviluppati sistemi di allertamento per le persone con disabilità; - se sono stati organizzati corsi di formazione/informazione ed esercitazione sulla tematica della disabilità.

L’indagine ha scopo esclusivamente conoscitivo anche sul piano delle eventuali difficoltà che i Comuni dovessero incontrare, verso cui le Associazioni e questo Comitato stesso sono disponibili a collaborare.

4. Qualità’ art. 2 lett. h), i), l del D.A.)

-Piano Qualità: Il tema è tra quelli di fondamentale importanza per l’Azienda sanitaria che non può mai essere trascurato perché ha implicazioni sulla qualità delle cure e sulla soddisfazione dell’utente dal punto di vista della qualità percepita. A tal riguardo nello scorso mese di settembre sono stati organizzati, a cura del Responsabile aziendale dell’Unità operativa Qualità, incontri di formazione per la diffusione dei questionari della qualità percepita negli ambulatori e unità di ricovero delle dipendenti strutture aziendali. I questionari spediti all’Assessorato alla salute vengono lavorati ed i dati pubblicati sul sito web dell’ Assessorato.

- Rischio clinico: Il medico ed infermiere che nell’esercizio professionale commette degli errori in perfetta buona fede non sempre denuncia, anche in forma anonima, i propri comportamenti che invece se evidenziati potrebbero servire per non ricadere nello stesso errore. E’ una abitudine umana che il personale sanitario fortunatamente da qualche tempo sta abbandonando nella consapevolezza che l’errore è un fatto umano e che quindi va prevenuto con ogni mezzo; anzi dall’errore si può imparare. L’Asp ha attenzionato il problema, anche con opportuni corsi di formazione, invogliando il personale sanitario dei PP.OO. a comunicare tali eventi detti sentinella che sono stati nel 2010 n. 6, nel 2011 n. 5, nel 2012 n. 5 e nel 2013 n. 15. Sui casi suindicati è’ stata fatta analisi sulle cause di carenze nel processo di comunicazione col paziente e con i familiari, della mancanza di conoscenza e/o applicazione delle procedure esistenti e in rari casi del mancato

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rispetto dei percorsi diagnostico-terapeutici.. L’esame della casistica ha poi indotto l’Azienda a promuovere incontri istruttivi col personale interessato

-Customer satisfation: il Comitato è disponibile per collaborare con l’Azienda in indagini da effettuare in settori dove si appalesa maggiormente la necessità dell’utilizzo di tale strumento, in modo da avere dati di conoscenza sulla soddisfazione o meno degli utenti nei confronti dei servizi.

-Comitato Aziendale valutazione sinistri (CAVS): L’Azienda ha già deliberato con atto n. 3971 del 7.12.2012 la costituzione dell’organismo di valutazione dei sinistri, formato dal Direttore sanitario presidente, da tre componenti dell’U.O Servizi legali/Ufficio assicurazioni, da tre medici legali, un componente dell’Ufficio tecnico ed uno del servizio Prevenzione e Protezione e dal Risk manager aziendale. Il Comitato dalla sua istituzione si riunisce regolarmente per la definizione dei sinistri, oggetto di eventuale risarcimento. A tal riguardo le richieste di risarcimento danni pervenute all’Azienda ’negli anni 2011, 2012 e 2013 sono rispettivamente 69, 46 e 42. Dei casi suindicati alcuni si sono risolti con procedure extragiudiziali, altre giudiziali con esito positivo per l’Azienda nell’80%, altre sono in corso di esame e definizione.

- Pronto soccorso: Accoglienza e gestione dell’attesa: il Comitato sottolinea il contributo che le Associazioni del volontariato possono dare per rendere più umano l’accesso e l’attesa ai PP.SS dei PP.OO di Acireale, Giarre, Caltagirone e pertanto si insiste perché vengano superate le difficoltà, ove ancora presenti per avviare la collaborazione di volontari analogamente, peraltro, a quanto avviene nei PP.SS degli Ospedali delle altre Aziende cittadine. Da segnalare al riguardo la piccola rivoluzione nella sanità veneta, con l’arrivo di alcune importanti novità, quale l’introduzione della figura degli Steward che possono anche essere giovani studenti di medicina o infermieristica, magari affiancati da volontari delle tante straordinarie associazioni operanti nella struttura, con il compito di supportare i pazienti nelle sale d’attesa, fornendo loro informazioni e spiegazioni sulla propria situazione, sull’operatività della struttura in quel momento specifico, migliorando altresì l’ambiente con l’istallazione di reti wi-fi aperte con prese per la ricarica di telefonini e strumenti di comunicazione vari, disponibilità di erogatori d’acqua, presenza di grandi monitor per poter essere aggiornati sulla propria posizione in attesa e sulla situazione complessiva, una nuova cartellonistica semplificata anche multilingue al servizio di interpretariato e mediazione culturale, gestione immediata dei casi che comportano dolore acuto e corsie preferenziali per donne in gravidanza e bambini. Interventi anche sul profilo estetico, con allestimenti più confortevoli, migliore illuminazione, climatizzazione e riscaldamento efficienti ecc. Tutte le lamentele che si ricevono sui pronto soccorso non riguardano le cure, su cui nulla c’è da eccepire, ma gli aspetti relazionali e ambientali. Molte volte basta una parola di conforto, un’informazione sulla propria situazione, su un esame di cui si conosce già l’esito, una spiegazione del perché si è costretti ad aspettare, ad esempio per l’arrivo improvviso di casi gravi che inevitabilmente fa slittare la presa in carico dei codici bianchi e verdi.

In tema di strutture di pronto soccorso non può poi sottolinearsi una certa disomogeneità dei requisiti strutturali, delle attrezzature e della presenza di operatori addetti e di organizzazione che certamente si riflette negativamente sulle condizioni di igiene ambientale, di prevenzione e sicurezza. Tenendo conto dell’Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria in emergenza, pubblicato sulla G.U 17.5.1996 in applicazione del DPR 27.3.1992 si propone lo svolgimento di un audit civico su base regionale o in subordine sua area metropolitana. Potremmo così disporre di una valutazione civica su quelli che sono i servizi e le prestazioni di urgenza ed emergenza, adeguatamente articolate a livello territoriale ed ospedaliero.

-Scuola di umanizzazione: Si rinnova la proposta, nel quadro della umanizzazione dei servizi sanitari dell’Azienda, perchè venga curata sempre meglio la formazione umana degli operatori attraverso una Scuola permanente. Nella consapevolezza della scarsità di risorse finanziarie, il Comitato nuovamente suggerisce, nelle more della istituzione di una vera e propria scuola, di avviare una iniziativa di collaborazione con la Scuola di Umanizzazione della medicina

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di Alba in provincia di Cuneo, che all’uopo ha verbalmente dichiarato la propria disponibilità. E’ auspicabile che il comitato rinnovato sia disponibile per la più ampia collaborazione sul piano tecnico ed amministrativo per avviare eventuale Protocollo di intesa con quella struttura.

5. Carta dei diritti e dei doveri. Rapporti con l’URP (art.2 lett. f),lett. n) lett. o) del D.A.)

-Recepimento Carta dei diritti e dei doveri degli utenti del Ssr: La Carta europea dei diritti del malato è stata presentata a Bruxelles il 15.11.2002 su iniziativa di Cittadinanzattiva ed in collaborazione con numerose organizzazioni civiche dei Paesi dell’Unione europea. Essa proclama 14 diritti che, nel loro insieme, mirano a garantire un alto livello di protezione della salute umana assicurando l’elevata qualità dei servizi erogati dai diversi sistemi sanitari nazionali in Europa. Il Protocollo dei 14 doveri è stato proclamato il 12.10.2005 a Catania dal Tribunale per i diritti del malato, Sez. A. Farsaci ed aggiornati il 22.10.2008. Entrambi i protocolli sono stati approvati dal Comitato consultivo nelle riunioni del 27.4.2012 e 8.11.2012 ed ora recepiti dall’ l’Azienda Sanitaria provinciale di Catania con delibera n. 2479 del 26.8.2013.

-Campagna informativa sui diritti e doveri: Attraverso la stampa di numerosi manifesti (circa 2700 copie) contenenti la Carta dei diritti e dei doveri degli utenti del Ssr nel corso dell’anno 2013 si è avviata una campagna informativa presso le strutture aziendali ambulatoriali, ospedaliere e distrettuali in modo da raggiungere il numero più alto di utenti ed operatori sanitari. La campagna svolta nell’Anno europeo dei cittadini, in coincidenza con il ventesimo anniversario della cittadinanza, introdotta con il Trattato di Maaistricht. è stata presentata in conferenza stampa nella mattinata del 17 giugno 2013 nei locali della Direzione aziendale con la partecipazione di numerose associazioni del volontariato e di emittenti Tv.L’informazione è stata programmata per gli studi dei medici di famiglia, pediatri, strutture ambulatoriali, Case di cura accreditate, RSA, Farmacie ecc. La diffusione è stata ampia e purtroppo carente per quanto riguarda gli studi medici e farmacie dove inspiegabilmente non è stata data la diffusione adeguata.

-Giornata europea dei diritti del malato. Il 18 aprile di ogni anno cade la Giornata europea dei diritti del malato che periodicamente Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato celebra per fornire ai cittadini informazioni sui diritti del malato e sulla normativa in materia di assistenza e cura nei Paesi della CEE. Nell’anno 2013 detta Giornata è stata celebrata il 20.4.2013 allestendo un piccolo stand con ombrellone ed un tavolo nella piazza Stesicoro di Catania. All’evento hanno partecipato Associazioni facenti parte del Comitato, unitamente a tanti volontari di Cittadinanzattiva che hanno distribuito volantini e carte di diritti e doveri, intrattenendosi con i cittadini interessati a dialogare sui problemi emergenti della sanita pubblica. Con recente deliberazione n. 2479 del 26.8.2013 l’azienda sanitaria Provinciale di Catania ha ufficializzato la data del 18 aprile di ogni anno quale Giornata europea dei diritti del malato.

-Rete civica della salute: Il tema della rete civica nel corso dell’anno 2013 è stato argomento di interesse anche perché l’AGENAS ne ha richiamato l’attenzione nelle riunioni interaziendali sui piani attuativi. In effetti di rete civica si occupa il punto 14.5. A del capitolo 14 relativo al piano attuativo interaziendale avente come titolo “ Rete formativa, Comunicazione e Rete civica”. Tale punto fornisce direttive per “individuare, contattare ed incontrare le associazioni dei cittadini maggiormente rappresentative sul territorio finalizzando gli incontri alla partecipazione delle stesse ai nuovi Comitati consultivi”. Considerate le finalità espresse nel citato punto 14.5.A si può senz’altro dire che il Comitato consultivo aziendale realizza una vera e propria rete civica, avuto riguardo alla composita presenza nell’organismo di enti ed associazioni fortemente legate all’attivismo civico. Allineandosi pertanto alle indicazioni contenute nel suindicato Capitolo 14 i Cca si devono attivare per individuare, contattare ed incontrare le associazioni maggiormente rappresentative nel territorio, finalizzando gli incontri alla partecipazione delle stesse ai nuovi Comitati consultivi. Per quelle Associazioni e organizzazioni in eccesso, che resteranno fuori dal Comitato aziendale è bene istituire un Coordinamento da regolamentare, che consenta alle

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stesse di essere sentite e consultate, attraverso un tavolo permanente, sulle problematiche e tematiche aziendali.

La Conferenza dei Comitati consultivi delle Aziende sanitarie della Regione: Il 12 luglio 2011, in una gremita aula magna del Policlinico di Catania, alla presenza dei Presidenti dei Comitati Consultivi Aziendali dell’Isola, dei Direttori Generali delle Aziende sanitarie ed ospedaliere della Regione e dell’ Assessore regionale alla salute, è stato approvato il documento di istituzione della Conferenza e nominato il Presidente. Quel documento ha segnato la nascita della Conferenza, non prevista dalla legge 5/09, finalizzata fondamentalmente al coordinamento dei Comitati per l’esercizio delle attività improntate ai principi di omogeneità, trasparenza ed efficienza. La Conferenza, dopo qualche anno ha avuto riconoscimento regionale nel Regolamento approvato con D.A. del 21.9.2012 n. 1874, che purtroppo non si è limitato al recepimento del documento istitutivo, andando ben oltre ed intervenendo ad innovare in settori riservati alla legge e allo stesso Decreto attuativo. Quali sono i punti in cui il D. A. 21.9.2012 innova? Sicuramente nell’art. 4 lett. a) relativamente alla individuazione di uno strumento uniforme di verifica dell’attività dei comitati perché incide sulla loro autonomia; l’art. 6 per l’illimitato potere del Presidente della Conferenza in materia di organizzazione di gruppi di lavoro, tavoli tematici ecc. da riservare invece all’assemblea della Conferenza; l’art. 8 c. 5 e 6 da riscrivere perché eccede la competenza della Conferenza; l’art. 12 c. 3 per la decadenza sancita a causa di cumuli di rappresentanze ed incarichi. Dopo opportune analisi ed approfondimenti appare pertanto necessario ed utile per la salvaguardia dell’autonomia dei Comitati e per una effettiva attività di coordinamento della Conferenza, creare un gruppo di lavoro dedicato alla modifica del Regolamento, per renderlo più aderente alle finalità per cui era stata istituita la Conferenza.

-Regolamento attività di volontariato nelle strutture sanitarie: Il Comitato consultivo nella seduta del 4.12.2013 ha varato un regolamento per la disciplina delle attività di volontariato presso l’Azienda sanitaria provinciale. Il regolamento mira a disciplinare i rapporti tra l’Asp e le organizzazioni di volontariato e di tutela che esplicano funzioni di servizio all’interno delle strutture dell’azienda stessa sulla base di quanto previsto dalla legge 11.8.1991 n. 266 e dalle leggi regionali 30.1.1991 n. 7 e 7.6.1994 n. 22. Si auspica che presto il Regolamento venga recepito e trovi applicazione nell’azienda sanitaria.

-Carta dei servizi: In merito alla Carta dei Servizi si è preso atto con nota in data 24.9.2012, degli aggiornamenti dal 2003 al 2009 restando in attesa degli ulteriori aggiornamenti in relazione alle rilevanti modifiche organizzative introdotte dalla riforma sanitaria regionale –legge 5/2012. La soluzione proposta di disporre di una Carta dei servizi redatta nel rispetto del DPCM 19.5.1995 in formato elettronico da allocare sul sito aziendale, al momento, potrebbe soddisfare gli interessi dell’utenza considerato il numero sempre più crescente dei cittadini che utilizzano le moderme tecnologie informatiche. Per la realizzazzione del documento è fondamentale che tutti i servizi, i dipartimenti e le strutture sanitarie ed amministrative dell’ASP comunichino con tempestività all’URP Aziendale le variazioni e gli standard qualitativi dei vari servizi.

Catania lì 18 febbraio 2014Luigi Anile Presidente del Comitato consultivo ASP Catania.

ALLEGATO

COORDINAMENTO H PER I DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITA’NELLA REGIONE SICILIANA ONLUS

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All’Assessore per la Salute della Regione Siciliana Piazza Ottavio Ziino, 24, 90141 Palermo

Al Dirigente Responsabile del Servizio 9 Dipartimento Pianificazione Strategica

dell’Assessorato per la Salute della Regione Siciliana Piazza Ottavio Ziino, 24, 90141 Palermo e p.c. Al Commissario Straordinario dell’Azienda Sanitaria 3 di Catania via S. M. La grande 95100 Catania

e p.c. Al Direttore Sanitario dell’Azienda sanitaria Provinciale 3 di Catania via S. M. La grande 95100 Catania

e p.c. Al Responsabile del Dipartimento di Riabilitazione Unità Operativa Complessa Servizio Handicap di Riabilitazione Territoriale ed Assistenza Protesica dell’Azienda Sanitaria Provinciale 3 di Catania Via S. M. La Grande 95100 Catania e p.c. Al Coordinatore della Consulta Regionale per la Sanità dell’Assessorato per la Salute della Regione Siciliana Piazza Ottavio Ziino, 24 90141 Palermo

e p.c. Al Presidente del Comitato Consultivo aziendale dell’azienda Sanitaria Provinciale 3 di Catania Via S. M. La grande n 5 95100 Catania e p.c. Ai Componenti del Comitato Consultivo aziendale dell’Azienda Sanitaria Provinciale 3 di Catania Via S. M. La Grande n 5 95100 Catania

Prot. n.: 20/2014

Palermo,03 Gennaio 2014

Oggetto: Area della disabilità - Unità Operative Territoriali integrate per la presa in carico.

Lo spirito e la lettera delle normative possono, a volte, essere alterati se nel testo vengono inseriti dei termini o non vengono riportati degli schemi e delle spiegazioni analitiche che consentono interpretazioni flessibili più o meno in buona fede in contrasto talvolta con lo stesso testo normativo; questo può avvenire anche con i provvedimenti amministrativi attuativi della norma che talora presentano addirittura in alcuni punti delle palesi difformità con essa.

Il caso emblematico del Piano Triennale a favore delle persone con disabilità della Regione Siciliana (G.U.R.S. del 27 Gennaio 2006) è la conferma di quanto sopra descritto.

La Legge Regionale n. 16 del 29 Marzo 1986 a cui è allegato il primo Piano Triennale in attuazione della L.R. 68/1981 tra i suoi punti più qualificanti ha previsto l’istituzione dell’équipe multidisciplinare che era un organismo per la presa in carico orientato più sul versante sanitario; infatti quest’équipe, una per ogni 55 USL della Regione Siciliana, è stato via via riempita di figure professionali mediche di varie specializzazioni che con il concorso dei Servizi Sociali dei Comuni dovevano accompagnare la persona disabile durante tutto l’arco della sua esistenza e indirizzarla verso adeguati servizi sul territorio.

Le équipe sono state soppresse con una Legge Regionale del 1993 che ha evidentemente valutato che questo organismo riempito, come si è detto, di varie figure mediche di diverse specializzazioni quasi come si dovessero curare tutte le patologie normali insorgenti accanto all’originaria forma di disabilità, non rispondevano più agli obbiettivi previsti.

Si è creato così un vuoto normativo e funzionale che non doveva e non è stato sottovalutato per lo meno dal movimento associativo dei disabili.

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Il Piano Triennale a favore delle persone con disabilità del gennaio del 2006 tra i suoi aspetti più importanti ha previsto l’istituzione dell’Unità di Valutazione sulla Disabilità (U.V.D.) abilitata alla presa in carico e alla valutazione in collegamento con l’équipe delle strutture presenti sul territorio le forme di interventi più adeguate oltre che per un recupero riabilitativo e funzionale o di mantenimento per un’integrazione scolastica lavorativa sociale ecc.

A differenza dell’équipe multidisciplinare previste dalla L.R. 16/1986 le U.V.D. hanno una strutturazione più snella e funzionale integrate con figure professionali provenienti dai Servizi Sociali dei Comuni e soprattutto non privilegiano l’aspetto esclusivamente sanitario e riabilitativo nel valutare nel suo complesso la persona con disabilità.

In questo modo del resto si attuano le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.), della nuova classificazione internazionale sulla disabilità (I. C. F.) e della Convenzione Internazionale dei Diritti delle persone con disabilità che prevedono valutazioni complessive non fondate esclusivamente sulla visione sanitaria.

Le U.V.D. dovevano essere formate, nella previsione del Tavolo Tecnico per la realizzazione delle politiche sociali sulla disabilità nella Regione Siciliana, da un medico specialista della patologia d’origine della disabilità, da un medico coordinatore, da un fisioterapista, da un assistente sociale e da uno psicologo.

Come si evince questa formazione è più snella ed è più orientata alla presa in carico globale lasciando ad altri servizi i compiti di curare eventuali altri patologie “normali” che insorgono eventualmente nel corso dell’esistenza; le U.V.D. tuttavia sono sempre in stretto collegamento sviluppando un lavoro di rete con l’équipe di strutture presenti sul territorio a cui sono state indirizzate le persone con disabilità.

Lodevolmente, con grande attenzione e sensibilità, l’Azienda Sanitaria Provinciale (A.S.P.) n 3 di Catania, fino ad ora forse unica in Sicilia, con propria delibera n. 16/2008 ha istituito l’U.V.D. riproponendo però la composizione prevista per l’équipe multidisciplinare e cioè prevedendo la presenza di varie specializzazioni mediche, sia pure accanto all’assistente sociale dei vari Comuni presenti nei vari Distretti Sanitari.

Questo è avvenuto probabilmente perché a differenza dalla stesura originaria prevista dal Tavolo Tecnico Regionale sulla disabilità nel Decreto del Presidente della Regione che ha consentito nel 2006 la pubblicazione sulla G.U.R.S. del Piano Triennale è sparita la tabella con l’indicazione analitica della composizione delle U.V.D. e della sua funzionalità con caratteristiche non prevalentemente sanitarie.

Dopo varie riunioni promosse dal Comitato Consultivo Aziendale dell’A.S.P. 3 su richiesta anche del Coordinamento H fra le Associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità nella Regione Siciliana - Onlus anche alla presenza del Responsabile del Dipartimento di Riabilitazione Unità Operativa Complessa Servizio Handicap, Riabilitazione Territoriale ed Assistenza Protesica in cui si è tentato di spiegare la reale funzionalità che deve avere l’U.V.D. l’A.S.P.3 con propria Delibera n. 36714 del 4 Dicembre 2013 ha provveduto ad un’integrazione dei componenti dell’U.V.D. riproponendo però la stessa lunga lista di varie figure mediche con diverse specializzazioni che compongono lo stesso organismo.

Probabilmente anche questo è il frutto del mantenimento del Piano della Riabilitazione in attuazione del Piano Sanitario Regionale - Piano della Salute che deve assolutamente essere revisionato poiché da esso attualmente emerge, con prepotenza, la figura medica che invece, seguendo lo spirito e la lettera delle normative vigenti non ultimi il Piano triennale a favore delle persone con disabilità e il Piano della Salute deve essere attenuata per favorire degli interventi complessivi curati da figure sanitarie e sociali con pari responsabilità per garantire una presa in carico complessiva e una reale integrazione a tutti i livelli (scolastico, formativo, lavorativo ecc) delle persone con disabilità.

L’intervento, quindi, della S.V. è indispensabile per garantire sul territorio lo sviluppo e l’istituzione delle Unità Operative per la presa in carico con le caratteristiche anche funzionali previste dalle ultime normative regionali che hanno il merito di avere recepito tra le prime Regioni d’Italia (anzi finora l’unica) le indicazioni internazionali provenienti dall’OMS e dalla stessa Convenzione Internazionale sui diritti delle persone con disabilità.

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Certo della Sua attenzione e della Sua sensibilità verso queste problematiche che in fondo non riguardano solo l’area della disabilità, ma tutto il sistema sanitario, sociale e dei vari ambiti della nostra Regione Siciliana, che si vuole costruire o ricostruire con regole certe finalizzate a porre al centro dell’attenzione delle Istituzioni e della società in genere la persona con le sue diverse sfaccettature, il Coordinamento H - Onlus - fidando in un Suo intervento nel più breve tempo possibile sulle problematiche sopra esposte, in attesa di un cenno di riscontro, Le invia cordiali saluti

Il Responsabile del Coordinamento H

Che cosa è operare

Operare non è correre dietro il vento; non èagitarsi senza fine e senza scopo, quasi tu volessi

sfuggire da te stesso e fuggire il tempo, fino al puntodi non avere più tempo per nessuna cosa.

Non hai più tempo per pensare e per godere.Nessun tempo per il silenzio; nessuno per l’amicizia.

Il “sistema” non te lo permette: non hai tempoda perdere!

Anche gli amici li sceglierai nella misura incui ti siano utili. Così l’interesse ti rapina di questa

che è la cosa più cara del mondo, l’amicizia.Non hai più tempo. Non un’ora per discutere con

tua moglie, per ascoltare tuo figlio.Non un’ora per cantare; infatti questo è un

tempo pieno di urla e non di canti…Occorre redimere il tempo; liberarlo e riscattarlo

dalle vanità; dargli un senso e riempirlo divalore. Questo è operare”

(David M. Turoldo).