Come si realizza un'Infografica

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INFOGRAFICA Presentazione a cura di Natalia Rosso

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INFOGRAFICA

Presentazione a cura di Natalia Rosso

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Concetti e definizioni

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«Big data è il termine usato per descrivere una raccolta di dati così estesa in termini di vo-lume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi analitici specifici per l’estrazione di valore.

Il progressivo aumento della dimensione dei dataset è legato alla necessità di analisi su un unico insieme di dati, con l’obiettivo di estrarre informazioni aggiuntive rispetto a quelle che si potrebbero ottenere analizzando piccole serie, con la stessa quantità totale di dati. Ad esempio, l’analisi per sondare gli “umori” dei mercati e del commercio, e quindi del trend complessivo della società e del fiume di informazioni che viaggiano e transitano at-traverso Internet.

Big data rappresenta anche l’interrelazione di dati provenienti potenzialmente da fonti ete-rogenee, quindi non soltanto i dati strutturati, come i database, ma anche non strutturati, come immagini, email, dati GPS, informazioni prese dai social network.

Con i big data la mole dei dati è dell’ordine degli Zettabyte, ovvero miliardi di Terabyte. Quindi si richiede una potenza di calcolo parallelo e massivo con strumenti dedicati ese-guiti su decine, centinaia o anche migliaia di server.»

WIKIPEDIA

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«Un’immagine vale più di mille parole.»Mao Tze Tung

Perchè visualizzare? - per comunicare meglio; - per analizzare e comprendere fenomeni complessi; - per scoprire trend.

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«The goal of Data visualization is to communica-te information clearly and efficiently to users via the statistical graphics, plots, information graphi-cs, tables, and charts selected. Effective visualiza-tion helps users in analyzing and reasoning about data and evidence. It makes complex data more accessible, understandable and usable.»

WIKIPEDIA

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Data visualization is the mix of many disciplines whose goal is to commu-nicate data-based information in a visual way with a certain objective to a certain target audience.

Computer scienceStatisticsGraphic Design

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Data visualization is the mix of many disciplines whose goal is to commu-nicate data-based information in a visual way with a certain objective to a certain target audience.

Computer scienceStatisticsGraphic Design

ImageVideoApp

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Data visualization is the mix of many disciplines whose goal is to commu-nicate data-based information in a visual way with a certain objective to a certain target audience.

Computer scienceStatisticsGraphic Design

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MainstreamCompanyJournalists

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Infografica

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LA STORIA

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«Un’immagine vale più di mille parole»Mao Tze Tung

Ingegnere ed economista scozzese, in-trodusse la rappresentazione grafica di dati statistici. Nel 1786 pubblicò The Commercial and Political Atlas, un atlan-te, in cui le mappe non presentano indi-cazioni geografiche ma codificano dati quantitativi. Fu lui a introdurre i grafici a barre i dia-grammi a torta per analizzare e comuni-care dati quantitativi.

William Playfair (1759 - 1823)

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Charles Minard (1781- 1870)

Playfair, ingegnere e cartografo francese, produsse più di 50 mappe, delle quali la maggior parte di flusso, rappresentando graficamente dati statistici. Le mappe di flusso rappresentano il movimento di persone o commerci attraverso linee il cui spes-sore è proporzionale alla grandezza che indicano. Nel 1861 rappresentò la disastrosa marcia su Mosca di Napoleone nell’inverno tra il 1812 e il 1813.

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Medico londinese, utilizzò spesso mappe nei suoi articoli scientifici come supporto ai suoi argomenti. Così fece per dimostrare, in meri-to all’epidemia di colera più vio-lenta nella storia dell’Inghilterra, la relazione tra l’incidenza dell’in-fezione, la concentrazione di casi e la vicinanza ai pozzi di acqua potabile. Acquistò una mappa del quartie-re di Soho dove in sole due set-

John Snow - La cartografia statistica

timane morirono circa settecento persone, e vi annotò le morti. Nel-la mappa i decessi sono linee sottili che, una sull’altra, formano una massa di colore nero. Fu fondamentale per Snow permettere in rela-zione l’incidenza e laconcentrazione della malattia. Snow identificò la fonte dell’epidemia nella pompa pubblica di distribuzione dell’ac-qua su Broad Street dove si concentravano moltissimi casi di colera.

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Florence NightingaleInfermiera britannica, assistì i de-genti negli ospedali militari du-rante la guerra di Crimea (1853-1856). I suoi grafici mostrarono come la maggior parte delle morti inglesi fu causata da infezioni. L’in-fografica utilizza una combinazio-ne di grafici a barre e a torta, otte-nendo quella che è stata chiamata “Coxcomb Chart “.Fu anche una dei pionieri nell’utiliz-zo dell’analisi statistica per la com-pilazione, analisi e presentazione grafica dei dati sulle cure mediche e sull’igiene pubblica, usando in particolare la pie chart o grafico a torta (inventata da William Playfair nel 1801) e l’istogramma circolare o ragnatela, di sua invenzione.

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Sviluppo di un linguaggio visivo

Otto Neurath

Intorno al 1925, Otto Neurath, filosofo, ma-tematico e politologo austriaco, sviluppò con la moglie Marie Neurath e Gerd Arntz un sistema di pittogrammi progettati come linguaggio visivo internazionale. Isotype (questo il nome del gruppo di pittogrammi, acronimo di International System of Typo-graphic Picture Education) include una se-rie di figure umane stilizzate che sono la base per le moderne icone di figure uma-ne. Lo scopo di Isotype era l’istruzione di massa, l’umanizzazione della conoscenza, il superamento delle barriere culturali. Stu-diò il cosiddetto “metodo viennese” per la rappresentazione visiva di dati complessi, come quelli statistici, basata sul fatto che l’apprendimento avviene in modo più ra-pido e intuitivo tramite immagini semplici, rispetto alle parole.

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Neurath, consapevole del ruolo crescente che le immagini sta-vano conquistando nell’ambito della comunicazione, ideò un linguaggio visivo composto da icone combinabili tra loro secon-do regole stabilite, creando un sistema di comunicazione visiva universale. «Per ogni oggetto o categoria da rappresentare viene creato un segno: caratteristiche essenziali di questo segno sono la sempli-cità, la riconoscibilità, l’immediatezza. Per rappresentare quan-tità variabili di uno stesso oggetto, lo stesso segno viene ripetu-to in modo proporzionale alla quantità e senza troppi dettagli. Questo, secondo Neurath, rende i diagrammi Isotype più acces-sibili rispetto ai grafici astratti, che usano forme geometriche di dimensioni variabili.Anche la tavolozza cromatica è limitata: i colori suggeriti sono sette (bianco, blu, verde, giallo, rosso, marrone e nero) e devono essere abbastanza diversi tra loro da essere sempre identificati dall’osservatore.Questi criteri di semplicità e immediatezza rendono il sistema Isotype utile anche come “linguaggio internazionale per imma-gini”.

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Da Isotype sono derivati numerosi sistemi di rappre-sentazione, oggi ampiamente utilizzati, sia nella co-siddetta infografica di quotidiani, giornali e servizi televisivi sia nelle riviste economiche e nell’editoria finanziaria sia per l’orientamento negli edifici (musei, ospedali, aeroporti) sia nella segnaletica stradale e dei trasporti, fino alle icone dei nostri computer.

Trasmettere poche idee con chiarezza: questo l’ap-proccio di Neurath.

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Statistico e scultore statunitense, sopran-nominato dal New York Times il «Leonardo da Vinci dei dati», è considerato il pioniere dell’infografica.

L’obiettivo dei trattati di Tufte è insegnare a costruire infografiche e slides di presentazio-ne in grado di comunicare idee complesse nel modo più semplice ed efficace possibile e con il minor spreco possibile di inchiostro. In The Visual Display of Quantitative Infor-mation usa per la prima volta il neologismo “chartjunks”, ossia “grafici spazzatura”, rife-rendosi alla dilagante tendenza da parte dei grafici a creare infografiche sovra-decorate e spettacolari, senza che queste apportino alcun effettivo miglioramento dell’accessibi-lità e alla comprensione delle informazioni; attraverso una serie di esempi pratici dimo-stra come un eccesso di elementi grafici inu-tili possa influenzare la comunicazione dei dati fino a mentire al lettore. Un’infografica è valida se comunica molto con poco.

I contemporanei - Edward Tufte

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In Envisioning Information (1990), così Tufte ha spiegato perché disprezza la sovra-decorazione dei grafici:

«I fautori del chartjunk pensano che numeri e dati siano noiosi e che necessitano di decora-zioni e ornamenti per essere resi appetibili. Ma la decorazione cosmetica, che spesso distorce i dati, non compenserà mai una carenza di base nei contenuti. Se i numeri sono noiosi, allora avete quelli sbagliati (…) peggio ancora è il di-sprezzo per il nostro pubblico, lavorare come se i lettori fossero ottusi e incuranti. Al contrario i consumatori di infografiche spesso sanno ge-stire le informazioni disponibili con più intelli-genza di quelli che fabbricano la decorazione dei dati (…) Il presupposto etico per operare nell’information design dovrebbe essere che i nostri lettori sono svegli e interessati: possono avere da fare, essere ansiosi di passare oltre, ma non sono stupidi.»

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Nigel Holmes

Nigel Holmes è l’artefice degli explanation graphic (gra-fici di spiegazione). I suoi lavori non sono una semplice forma visiva di informazioni ma anche di “conoscenza” sul “come fare”. Ha prodotto grafici per 16 anni per il Times magazine. È inoltre autore di alcuni libri sull’argomento. Holmes ha sempre sostenuto l’umanizzazione dell’info-grafica e l’uso dell’umorismo per rendere numeri e grafi-ci più appetibili.

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«Se appartenete alla scuola di chi ritiene che i grafi-ci debbano solo presentare statistiche nella manie-ra più chiara e lineare, senza nessun aiuto visivo per il lettore oltre, per esempio, alla barra del grafico a barre, la linea del grafico della temperatura, il cer-chio del grafico a torta, o le righe della tabella, salta-te questa parte del libro. Finché l’artista è cosciente che la funzione primaria è comunicare delle statisti-che e rispetta questo dovere, allora ci si può divertire (o fare i seri) con l’immagine, cioè la forma con cui quelle statistiche compaiono. (…) L’umorismo è un’arma potente nel nostro arse-nale visivo. Purché non ci sia malizia, far ridere le per-sone con noi, in genere, le aiuta a ricordare la nostra immagine e quindi lo scopo del grafico. Anche solo un sorriso incoraggerà il lettore a dare uno sguardo alle statistiche, se, di fronte a un grafico con meno abbellimenti, non avrebbe pensato di farlo.»

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Workflow«Quando siete persi tra le informazioni, la mappa delle informazioni è parti-colarmente utile.»David McCandless

Un’infografica è frutto di un processo, detto workflow , un flusso di la-voro in cui i dati grezzi rappresentano la base per la ricerca, l’analisi, la visualizzazione e la narrazione della storia attraverso cui si dotano di significato.In questo processo i dati vengono raccolti, analizzati, filtrati secondo le loro caratteristiche e visualizzati nella storia finale.

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Ricorda:

L’infografica è uno strumento per com-prendere e non una decorazione.Occorre impegnarsi a pensare visiva-mente per capire qual è la migliore forma grafica per i dati da rappresen-tare ed esercitarsi a visualizzare i dati in modo tale che gli utenti possano estrarre da essi significati e intuizioni.

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Raccolta e analisi dei dati

Il processo di “data mining” ha inizio da una massa di dati grezzi.WLa raccolta può essere effettuata tramite l’utilizzo di open data disponi-bili in rete (database istituzionali, statistiche pubbliche, ma anche con-divisioni sui social network o gli argomenti più ricercati su Wikipedia. ). In alternativa si possono raccogliere dati attraverso tool di scraping, sondaggi, questionari, interviste. Tutti elementi da verificare, incrocia-re, elaborare e, infine, rappresentare

L’analisi dei dati riguarda l’interrogazione delle fonti: chi sono, che me-todo hanno utilizzato per la raccolta, con quale scopo. Vanno inoltre contestualizzati nell’ambiente in cui si verificano per comprenderne la loro utilità e usabilità.

Filtraggio e correzione sono indispensabili per eliminare dati inutili per l’argomento scelto ma anche refusi.Una volta ottenuti, i dati contengono spesso errori. Possono essere in-completi, duplicati, contenere errori di battitura o errori legati ad una errata formattazione. È quindi necessario pulirli per renderli affidabi-li ed accrescerne la qualità. Vi sono diversi strumenti che si prestano bene a questo lavoro, come Excel o Google Docs.

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Determine your MESSAGE

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KNOW YOURAUDIENCE

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FILTERDATA

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DECIDE HOW TOILLUSTRATE

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FONTS

DATA VISUALIZATIONDATA VISUALIZATIONDATA VISUALIZATION

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ColoriLa scelta dei colori da utilizzare può migliorare la leggi-bilità della visualizzazione.

È consigliabile limitarsi ad una piccola quantità di colori per dare un senso di unità alla composizione.

Scegliere colori sgargianti potrebbe essere appetibile per il lettore e potrebbe rafforzare il significato degli ele-menti utilizzati, ma potrebbe rivelarsi controproducente se usato senza criterio e in maniera massiccia.

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DATA - INK RATIO =

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DATA - INK RATIO =

INK USED TO DESCRIBE DATA

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DATA - INK RATIO =

INK USED TO DESCRIBE DATA

INK USED TO DESCRIBEEVERYTHING ELSE

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DATA - INK RATIO =

INK USED TO DESCRIBE DATA

INK USED TO DESCRIBEEVERYTHING ELSE

IF IT’S HIGH YOU HAVETOO MUCH CHARTJUNK

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STATICVISUALIZATION

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STATICVISUALIZATION

Used for communication does not support

user input

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WW

INTERACTIVEVISUALIZATION

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WW

INTERACTIVEVISUALIZATION

Used for communication does support

user inputUsed to allow different

exploration levels

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WW

DINAMICVISUALIZATION

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DINAMICVISUALIZATION

Video communication

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Tipologie di Infografiche

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Tipologie di infograficheIn base alle caratteristiche dei dati raccolti e agli obiettivi che si intende rag-giungere si possono distinguere varie tipologie di infografica:

• Spaziale: infografica che mostra dati e informazioni di tipo geografico.

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• Cronologica: ad esempio timeline, cioè visualizzazioni che pre-sentano informazioni su scala temporale

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• Quantitativa: l’obiettivo è mostrare relazioni e con-fronti tra dati numerici

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• Sequenziale: i dati vengono disposti come elementi di un processo che ha un avvio e una fine.

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• Esplicativa: l’obiettivo in questo caso è spiega-re un fenomeno, un concetto.

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Ho i dati... e adesso?

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The Tools

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Gli strumenti del mestiereEcco alcuni degli strumenti online più diffusi:

• Easel.ly: applicazione web che permette di creare infografiche persona-lizzate partendo da zero oppure scegliendo un tema tra quelli a disposizio-ne. Si possono inserire, trascinandoli sul foglio di lavoro, oggetti (divisi per categorie), forme, sfondi e si possono anche caricare proprie immagini. Una volta completata, è possibile scaricare la propria infografica in formato .jpg dalla homepage oppure condividerla con la comunità di Easel.ly.

• Infogr.am: Rispetto alle altre applicazioni Infogr.am fornisce uno spazio piuttosto limitato. Non si può partire da zero, ma si può solo scegliere uno dei temi proposti e procedere con la visualizzazione. È possibile inserire grafici, mappe, testi, immagini e video, altamente personalizzabili. Le info-grafiche vengono salvate automaticamente dal sito. Non è possibile scarica-re l’infografica sul proprio computer. • Piktochart: applicazione che consente la realizzazione di infografiche a partire da temi gratuiti. È possibile aggiungere immagini, testi e forme. Una volta completato il lavoro si può salvare oppure scaricarlo come immagine in formato .png.

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Gli strumenti del mestiere

• Prezi: è in realtà uno strumento ideato per le presentazioni, ma uno dei suoi punti di forza risiede nella possibilità di creare infografiche animate con effetto zoom. Una volta scelto il template è possibile aggiungere testo, immagini, forme e video ad un altissimo livello di personalizzazione. Una volta salvata, cliccando sulle varie componenti dell’infografica è possibile interagire con essa seguendo il percorso animato creato.

• Venngage: su questa piattaforma è possibile caricare i propri dati, sup-portati in formato xlsx e xls di excel. Attraverso il menu si può personalizzare l’infografica con la scelta di forme, testi, sfondi, immagini e grafici.

• Visual.ly: la sua particolarità sta nella possibilità di attingere a dei data-base di dati pubblici. È possibile scaricare il proprio lavoro sul computer, in formato pdf, oppure condividerlo sul web. Un aspetto molto importante di questo software è la possibilità di mettere in contatto l’utente con editori di contenuti professionisti, con la funzione Marketplace.

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Software professionali

• Datawrapper.de: finanziato da ABZV, fondazione tedesca per la formazione dei giornalisti, è un progetto open source per la creazione di grafici e visualizzazioni di dati, recentemente aggiornato in modo da permettere ai siti di notizie di creare automaticamente grafici con i propri dati feed. Il processo è semplice e meccanico: seguendo quattro soli step basterà importare i dati, verificarli assicurandosi che siano stati importati correttamente, visualizzarli e infine pubblicarli ed esportarli.

• Google Fusion Tables: è lo strumento usato dalle più influenti testate onli-ne, tra cui il Guardian Data. Il suo funzionamento si divide essenzialmen-te in tre passaggi: importare i dati, mapparli e personalizzarne l’aspetto. È possibile scegliere il dataset da caricare tra gli spreadsheets (fogli di calco-lo) messi a disposizione da Google oppure caricandolo dal proprio compu-ter; verificata la corretta formattazione, i dati caricati appariranno in un fo-glio di Fusion pronto per essere mappato. Il vantaggio di questo strumento è che rileva automaticamente i dati di localizzazione in una scheda chiamata “Map of latitude”. Cliccandoci i dati saranno rappresentati geograficamente.

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Software professionali

• Many Eyes: anche in questo caso il programma è costruito sulla base dei tre passaggi fondamentali – caricare, mappare, personalizzare. Messo a disposizione da IBM, il punto di forza di Many Eyes è l’analisi del testo (per esempio è possibile creare tag cloud di brani o mappe mentali che evidenziano la centralità di alcune parole) e di visualizzazione geografica su mappa dei dati. Con pochi click, avendo una base di dati già pronta, si possono realizzare mappe geografiche che eviden-ziano la diffusione di un fenomeno. Il tutto, una volta terminato, può essere inserito all’interno di qualsiasipagina Web. Many Eyes può essere utilizzato anche come fonte per ottenere da-taset: mettendo a disposizione tutti i dati caricati dagli utenti, a oggi ne raccoglie più di 425mila.

• Tableau Public: software creato appositamente per computer, permette di tra-sformare i dati in visualizzazioni interattive e intuitive. Una volta salvato il lavoro, Tableau permette di intrecciare tra loro più mappe attraverso l’opzione “usa come filtro”. In questo modo, per esempio, si potrà facilmente risalire ai dati di disoc-cupazione regionale filtrandoli con i dati di disoccupazione nel corso degli anni, osservando l’evoluzione del fenomeno nel tempo.

• Software Adobe: Illustrator, Indesign, Photoshop, Inkscape, Gimp e Scribus sono software professionali per l’elaborazione grafica di illustrazioni e la creazione di layout destinati alla stampa, al web e ai dispositivi mobile.

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RESOURCESBooks

Online

Alberto Cairo - L’arte Funzionale

Corriere della Sera - Le Mappe del SapereEdward Tufte - The Visual Display of Quantitative InformationJonathan Gray - The Data Journali-sm Handbook

http://www.ahref.euhttp://www.aiap.ithttp://www.doppiozero.com https://flowingdata.comhttp://learno.nethttp://www.theguardian.com/data