Saggistica Aracne · Realizza te stesso e raggiungi i tuoi obiettivi Prefazione di Roberto Re....

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Saggistica Aracne

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Giuseppe Vatinno

Il libro d’oro del coaching

Realizza te stesso e raggiungi i tuoi obiettivi

Prefazione diRoberto Re

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Aracne editrice

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I edizione: settembre

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E si potrebbe perciò diredi me che in questo libromi sono limitato a racco-gliere in mazzo i fiori al-trui, e che di mio vi ho po-sto solo il nastro che li legainsieme.

Michel M

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Indice

Nota dell’Autore

PrefazioneRoberto Re

Introduzione

Parte IIl coaching nella sua evoluzione storica

Capitolo ILa storia del coaching

.. Thomas Alexander Scott (–), – .. Andrew Car-negie (–), – .. Napoleon Hill (–), – .. Ja-mes Breckenridge Jones (–), – .. James Earl Shoaff(–), – .. Jim Rohn (–), – .. Dale Carnegie(–), – .. Maxwell Maltz (–), – .. NormanVincent Peale (–), – .. Gregory Bateson (–), – .. Ayn Rand (–), – .. Nathaniel Branden (–), – .. Wayne W. Dyer (–), – .. JohnWhitmore (–), – .. Dario Bernazza (–), –.. Timothy Gallwey (), – .. Richard Koch (), –.. Robert Dilts (), .

Capitolo IIAnthony Robbins

.. Come ottenere il meglio da sé e dagli altri (), – .. Co-me migliorare il proprio stato mentale, fisico, finanziario (), – .. Conclusione (mia), – .. Soldi. Domina il gioco (settesemplici passi per la libertà finanziaria) (), .

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Indice

Capitolo IIIRoberto Re

.. Leader di te stesso (), – .. Smettila di incasinarti!(), – .. Energy! (), – .. Cambiare senza paura(), – .. The ultimate training report (), .

Parte IIL’applicazione del coaching

Capitolo IGli “stili” di coaching

Capitolo IIGli obiettivi

.. Individuazione e tipologia degli obiettivi, – .. Gli obiet-tivi possono cambiare?, .

Capitolo IIIL’efficienza

Capitolo IVIl Principio /

Capitolo VLa zona di comfort

Capitolo VIStrategia e tattica

Capitolo VIITattiche: la Resilienza

Capitolo VIIITattiche: la valutazione cognitiva e la ristrutturazione

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Indice

Capitolo IXTattiche: la gestione dello stress

.. Training autogeno, – .. Metodo Jacobson o Rilassamen-to muscolare progressivo, .

Capitolo XLa negoziazione

Capitolo XIIl successo

Capitolo XIIIl modellamento

Capitolo XIIIChe fare?

Capitolo XIVIl disagio e la GLU

Capitolo XVTecniche di rinforzo

Capitolo XVICambiare stato d’animo

Capitolo XVIIGestire le emozioni negative

Capitolo XVIII“I dieci giorni della sfida”

Capitolo XIXLa PNL. Richard Bandler e John Grinder

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Indice

Capitolo XXIl coaching finanziario e immobiliare

Capitolo XXIForma fisica e benessere

Capitolo XXIIL’Assertività

Capitolo XXIIIIl Valore Fondante del Metodo

Conclusioni

Bibliografia

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Nota dell’Autore

Sebbene sia stata messa la massima attenzione da parte dell’au-tore a descrivere la parte relativa ad esercizi fisici e ad un regi-me alimentare corretto occorre, prima di praticarli, chiederesempre consiglio al proprio medico.

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Prefazione

R R∗

Figura . Giuseppe Vatinno e Roberto Re

È un piacere per me scrivere la presentazione di un libro cheparla di Coaching, anzi, in questo caso è un doppio piacere,poiché oltre all’argomento che amo, ho scoperto che in questepagine sono stato citato come una delle figure più significative diquesta disciplina, accanto a grandi maestri del passato come JimRohn, Dale Carnegie e del presente, come Anthony Robbins.Addirittura l’autore di questo libro ha dedicato a Robbins, miogrande maestro, e a me, due interi capitoli in cui ha ripercorsoi temi fondamentali del nostro pensiero e la sua evoluzione,attraverso la sintesi dei libri che abbiamo pubblicato.

E a proposito di maestri, voglio citare la definizione di Coa-ching data da un’altra figura chiave della storia del Coaching,Robert Dilts, amico e professionista straordinario, con cui ho

∗ Leadership School.

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Prefazione

l’onore e il piacere di collaborare da anni: nel suo libro dal titoloIl manuale del Coach, Robert lo definisce “Il processo attraversoil quale si aiutano individui e gruppi di persone a raggiungere ilmassimo livello delle proprie capacità di performance”.

Questo aspetto dell’essere orientato al miglioramento dellivello delle capacità di performance, fa si che spesso al Coachvenga associata l’immagine dell’allenatore sportivo: in effetti unbuon Coach allena le menti dei suoi clienti (coachees) a diventarepiù consapevoli e quindi a sviluppare le proprie potenzialità invista del miglioramento delle performance e quindi del rag-giungimento di risultati specifici, per cui il paragone sembraessere assolutamente azzeccato.

E sono proprio i risultati il filo conduttore seguito da Giusep-pe Vatinno nella redazione di questo libro. Non si tratta di unmanuale tecnico, non insegna le tecniche del coaching, ma sem-plicemente ne ripercorre la sua storia, a partire dalle personalitàche hanno anche anticipato o ispirato questa disciplina.

Giuseppe Vatinno, infatti, non è un Coach, bensì un ottimogiornalista, scrittore e politico, che negli anni si è appassiona-to alle tematiche dello sviluppo personale, impegnandosi adapplicarle nella propria vita. E proprio questa sua estrazioneprofessionale l’ha portato a scrivere un libro che è una sorta direport o tesi dove, oltre a ripercorrere alcune tappe fondamen-tali della storia del coaching, propone anche una sua letturapersonale delle teorie del coaching, integrandole con quelle delsuo percorso di laurea in fisica, ma soprattutto applicando ilfiltro della sua esperienza.

Una lettura di valore anche per me che da più di anni svol-go l’attività di Coach a livello professionale. Per cui trovo chequesta sia un’opera interessante e meticolosa, di cui consigliola lettura soprattutto a chi vuole aggiungere una dimensionenuova, quella storica oltre a quella metodologica, alla propriabiblioteca di base di questo nostro affascinante campo.

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Introduzione

Figura . Il cartellone che sovrasta la città di Brasov in Transilvania (Roma-nia).

Da qualche tempo volevo scrivere un libro sulla storia del Coa-ching ed ora ne ho avuto l’occasione. Premetto che sono ungiornalista e scrittore, laureato in Fisica e specializzato in Psico-logia Cognitiva. John Whitmore, riferendosi al Concise OxfordDictionary dà la seguente definizione del verbo inglese to coach:“addestrare, fare da tutor, dare indizi, preparare mediante fatti”mentre Robert Dilts afferma: “In generale, si definisce coachingil processo attraverso il quale si aiutano individui e gruppi dipersone a raggiungere il massimo livello delle proprie capacitàdi performance”.

Sono stati scritti molti libri sul coaching (il termine derivadall’inglese coach e significava inizialmente guidatore e in segui-to allenatore) ed alcuni molto belli e formativi. Libri che hannocambiato l’esistenza di tante persone, portando speranza e sere-nità in situazioni difficili e questo senza sostituirsi a psichiatri epsicologi, la cui azione riguarda la patologia e non la normalità.

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Introduzione

Vi sono molti tipi di coach a seconda dell’ambito in cui sono uti-lizzati; intanto vi sono coach personali e coach di gruppo poi visono coach situazionali incentrati su specifiche necessità comeesami, prove, valutazioni; poi ci sono coach transazionali in cuisi impara a gestire un cambiamento, ad esempio lavorativo, lifecoach focalizzati su obiettivi da raggiungere, coach finanziari,coach sulla salute, coach sportivi.

Premetto che in questo mio libro utilizzerò, nella secondaparte, anche concetti nuovi ed originali, ma la base riguardaun patrimonio acquisito di famosi formatori come AnthonyRobbins, Roberto Re, Timothy Gallwey, Alfio Bardolla, DonaldTrump (incredibilmente anche il Presidente degli Usa è statoun coach!), Richard Koch per i contemporanei e, Wayne W.Dyer, Napoleon Hill, Norman Vincent Pale, John Whitmore,Dale Carnegie ed altri per il passato.

Una prima parte sarà dedicata a illustrare gli insegnamentie le idee dei coach più famosi ed una seconda sarà invece unaspecie di sintesi originale, eminentemente pratica, dei concet-ti espressi precedentemente. “Originale” perché cercherò dimettere in risalto ciò che connette i vari insegnamenti, nonlimitandomi semplicemente a riportarli e poi perché li com-pleterò ampliandoli. In questo libro mi interessa presentare ilcoaching come “scienza della realizzazione degli obiettivi”, an-che se l’accezione è più vasta e cioè “scienza della motivazionepersonale”.

Il metodo seguito quindi sarà quello di capire come è fattoun problema, come è fatto un obiettivo, come è fatta una strate-gia come è fatta una tattica e il tutto al solo fine di raggiungerel’obiettivo stesso, cioè il successo in ciò che ci si è proposto.

I miei “modelli guida”, lo dichiaro subito, sono RobertoRe e Anthony Robbins e ad essi ho quindi dedicato i miei ca-pitoli più lunghi e specifici, concentrandomi inoltre sui lorolibri più importanti cercando di far risaltare gli insegnamen-ti più significativi. Personalmente mi avvicinai a questi temigià nei primi anni del tramite un sito molto interessan-te che conteneva (e contiene tuttora) un “progetto” e che si

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Introduzione

chiama Principia Cybernetica Project (PCP). Il suo indirizzo è:http://pespmc.vub.ac.be/. Tale progetto intende dare unadescrizione sistemica del mondo su base cibernetica e quindi ra-zionale, ma non solo; il PCP pone particolare enfasi nell’azione.Il nome deriva dal famoso lavoro Principia Mathematica di Ber-trand Russell e Alfred Whitehead che a loro volta derivarono iltitolo dallo storico libro di Isaac Newton, Philosophiae NaturalisPrincipia Mathematica che ha rivoluzionato la fisica.

Dallo studio del PCP dedussi un metodo razionale, centratoappunto sull’azione, da applicare però in ogni campo e nonsolo scientifico, ma nelle occupazioni di tutti i giorni e a queltempo non sapevo che esistesse o cosa fosse il coaching.

Giova rifarsi ad una immagine che utilizzo spesso: il PCPl,come lo chiamo io e cioè il Principia Cybernetica Project “li-ke”, con like che significa “simile”, può essere visto come ilrazzo vettore sulla cui sommità può essere caricato qualsiasicontenuto, ad esempio obiettivi lavorativi, personali, finanzia-ri, insomma le cose che interessano ogni persona. Il “like” dame aggiunto significa che utilizzo il metodo non nel contestooriginale, ma in una versione adattata, ma simile. Infatti solostudiando attentamente “come è fatta una cosa”, un meccani-smo, una situazione, una idea, possiamo mettere in campo imezzi giusti per realizzarla tramite l’azione.

Una dottrina filosofica che parla di questi argomenti è laprasseologia o “scienza dell’azione (pratica)” fondata anch’essa,come la sociologia, da August Comte; il termine ora è utilizzatosoprattutto negli studi di Ludwig Von Mises e della cosiddet-ta scuola economica austriaca che ebbe molta influenza sullaaccademia di Chicago del Nobel liberista Milton Friedman, in-fluenzando presidenti come Ronald Reagan e primi ministricome Margaret Thatcher.

Nel formalizzai questo concetto in maniera allegorica escherzosa, ma non per questo meno importante (per me), conla locuzione “Grande Tabellone di Brasov”, GTB. In quell’epo-ca, infatti, mi trovavo in vacanza in Transilvania, in Romania eprecisamente nella bella cittadina montana di Brasov. In quei

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Introduzione

posti così suggestivi e immersi in una natura imponente eselvaggia, ancor oggi poco contaminata, potevo vedere dallafinestra del mio Hotel, la sera, una immagine luminosa su unacollina che circonda la cittadina. Da lontano e di notte la miafantasia l’aveva trasfigurata in una sorta di figura misteriosa, di“fantasma” che sovrastava la città stessa.

Ogni congettura poteva dunque farsi su questa “apparizio-ne” e questo valse fin quando i primi raggi del sole della Transil-vania — peraltro ben nota terra di vampiri — non sconfissero letenebre notturne. Tuttavia, anche in questa condizione diciamocosì di luminosità, ancora la distanza non permetteva un sicuroriconoscimento e discernimento di quanto si poteva vederein lontananza. Così decisi di incamminarmi su per la collina e— presa una teleferica — raggiunsi quasi la sommità di quellaelevazione naturale.

Salendo poi per un breve tratto sterrato ed impervio a piedinon potei fare a meno di constatare che mano a mano che miavvicinavo alla sommità la situazione diveniva progressivamen-te più chiara, più definita ed anzi comprensibile. Arrivato apochi metri da quella che di notte mi era sembrata una sortadi apparizione fantasmatica mi accorsi che si trattava, in realtà,di un semplice cartellone pubblicitario con la scritta in neondella città in rilievo sulla falsa riga di quella che sovrasta Hol-lywood. Molto soddisfatto della “scoperta” volli osservare iltabellone non solo dal davanti ma anche dal retro, ed anzi miintrufolai addirittura all’interno della struttura per osservare davicinissimo i collegamenti elettrici che le davano luce di notte.Vidi così che il “fantasma” osservato nelle tenebre e da lontanoaltro non era che appunto un semplice tabellone pubblicitarioilluminato e che conteneva al suo interno un banale circuitoelettrico. Nessun mistero dunque.

Ora, al di là della descrizione volutamente letteraria che neho dato, quanto raccontato può assorgere a valore esemplifi-cativo del processo di conoscenza umano. Tutto quello cheall’inizio ci è ignoto è misterioso, ma una volta osservato davicino rivela la sua realtà fattuale alla quale possiamo applicare

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Introduzione

la nostra intelligenza per renderla pienamente comprensibile.Questo è il fondamento dell’approccio cognitivista in contrap-posizione a quello strategico (che, a volte però, funziona anchelui bene). Proseguendo nel mio percorso conoscitivo, nel ,mi imbattei in un libro fondamentale e cioè Leader di te stesso() di Roberto Re che mi diede un grande impulso a studia-re attentamente le sue tecniche ed a leggere gli altri suoi libri,partecipando ad un primo workshop insieme a Roy Martina(Energy Tour) nel e un altro (Start to Fly) nell’ottobre in cui ebbi l’occasione di intervistarlo per un quotidiano.

Dunque l’autore che più mi ha influenzato in Italia è statoproprio Roberto con il quale sono rimasto in contatto essendouna persona disponibile e che è il mentore di questa “storia delcoaching”. A livello internazionale invece il mio riferimento èAnthony Robbins che è stato il maestro di Roberto Re e prin-cipalmente i suoi libri Come ottenere il meglio da sé e dagli altri() e Come migliorare il proprio stato mentale, fisico, finanziario(). Entrando nel campo più specifico della “filosofia di base”che seguirò soprattutto nella seconda parte, essa sarà quelladel pragmatismo americano di William James, del positivismodi August Comte, della filosofia del Circolo di Vienna (posi-tivismo logico), solo per fare alcuni esempi che però fannocomprendere bene gli strumenti utilizzati, seppur fuori del lorocontesto originario.

Nel mio caso poi, un filone dello studio del PCP, mi portòalla filosofia transumanista che utilizza la scienza e la tecnologiacome motori del cambiamento della società. Un libro che hoscritto sull’argomento e che ha avuto un ottimo successo è IlTransumanesimo. Una filosofia per l’Uomo del XXI secolo. In questocaso, cioè quello delle idee tecnologiche avanzate, non solo il“razzo vettore” è razionale (come nel PCPl), ma lo è anche il“carico” trasportato, tuttavia, lo ripeto per chiarezza, in questolibro ci interesseremo di qualsiasi carico, come detto, e nonsolo quello tecno–scientifico. Può essere molto utile anche adun artista che vuole avere successo nel suo lavoro, perché l’arteè irrazionale, ma il mercato non lo è e per conquistarlo occorre

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Introduzione

agire programmando azioni mirate e ben precise. Nel campopsicologico mi baserò invece principalmente sulla scuola diPalo Alto legata alla teoria della Gestalt e che ebbe proprio inGregory Bateson e Paul Watzlawick i principali esponenti. Talemovimento segue un metodo di indagine psicologica moltorazionale basato sulla teoria dei sistemi e quindi con evidentirapporti con la Programmazione Neuro–Linguistica (PNL), dicui ci occuperemo ampiamente in seguito.

Nella mia metodologia è di assoluta importanza il metodopratico; mi interessano solo gli obiettivi (non mi stancherò maidi ripeterlo) e la strada migliore per raggiungerli, in un quadrorazionale. Per fare questo ho sviluppato una “metrica dell’obiet-tivo” e cioè di una misura della nostra capacità di raggiungerloveramente, tenendo sotto controllo tutte le variabili che posso-no determinare il successo. Occorre avere bene presente qualeè l’obiettivo che si vuole raggiungere; c’è molta confusione suquesto tema.

Mentre è perfettamente chiaro un obiettivo del tipo “avere il% di interessi” dal denaro impegnato, oppure il volere “smette-re di fumare”, non lo è affatto l’obiettivo “felicità”, perché puòvariare da persona a persona. Ad esempio, per uno la felicitàè data dal denaro, per un altro dal potere, per un altro ancoradalla serenità. È chiaro quindi che ci saranno metodi diversi perraggiungere gli obiettivi pratici oppure quelli psicologici e chela religione, o meglio ancora la mistica, possono, ad esempio,raggiungere l’obiettivo “serenità” (naturalmente non sono isoli). En passant si noti poi come ogni obiettivo “secondario”dovrebbe avere come scopo finale la felicità che è poi lo scopoprimario. Ma difficilmente la mistica farà guadagnare il % diinteressi; viceversa, il coaching può puntare anche al raggiungi-mento di una certa serenità e perciò lo ritengo uno strumentoin definitiva più versatile in generale. Questo è veramente unpunto importante del discorso.

Occorre avere sempre ben presente l’obiettivo che se è bendefinito e pratico, come quelli portati ad esempio del tasso diinteresse e dello smettere di fumare è perfettamente affrontabi-

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Introduzione

le con metodi razionali, mentre è diverso il discorso su obiettivipsicologici che possono essere raggiunti anche con metodi “ir-razionali”, ma appunto suggestivi. È utile, a tal fine, ricordarecome uno dei fondatori del pragmatismo americano, WilliamJames, riteneva che il ricorso alla religione o comunque adelementi estranei alla razionalità potesse avere un “valore diverità” superiore, in alcuni casi specifici molto limitati, alla puraazione razionale.

E questo è interessante perché il metodo della PNL ha pro-prio questo “valore” di verità dei pragmatisti e cioè la “veritàè “ciò che funziona”, indipendentemente se sia “vera o falsa”(se mi si passa il gioco di parole). Per questo anche l’utilizzo dicredenze “irrazionali”, nel quadro di un sistema razionale, puòessere visto come coerente al fine di raggiungere un obiettivo,ad esempio la “pace interiore”, altrimenti non ottenibile facil-mente. Occorre però tenere conto di un requisito fondamentaledegli obiettivi derivati dal sistema di valori e cioè quello del-la coerenza. Se si ha l’obiettivo, ad esempio, del “potere” èimpossibile raggiungere anche quello della “pace interiore”;quello che si può fare, al limite, nel caso si tenga ad entrambi,è un compromesso tra i due obiettivi in cui ci si accontenta diraggiungerne solo una certa percentuale di entrambi.

Altri obiettivi/valori sono invece proprio incompatibili co-me l’onestà (che è auspicabile scegliere) e il volersi arricchirein brevissimo tempo commettendo azioni illegali e quindi nononeste. Fatta questa precisazione, torniamo ora invece ad obiet-tivi “materiali”. Per realizzarli praticamente occorre lavoraremolto sugli aspetti psicologici e caratteriali, come la stima disé, la resilienza, la determinazione, la volontà, la capacità diuscire dalla propria “zona di comfort”, la capacità di focalizzar-si sull’obiettivo e il suo mantenimento, l’efficienza nell’agire,il pensiero positivo, l’ottimismo, la predisposizione al succes-so. Tuttavia il coaching non è solo una disciplina, un metodo,un mezzo o un modo per raggiungere gli obiettivi che ci siprefigge.

È o può divenire, molto di più. Il coaching strutturato è in-

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Introduzione

fatti una filosofia e può essere “fondante”; con questo temineintendo che può dare un senso compiuto all’esistenza perchémotiva ad avere degli obiettivi e a raggiungerli giornalmente,ma è anche una continua sfida contro sé stessi che impegnaper tutto il tempo. Ad osservare bene, come detto, il coachingpuò veramente riempire l’esistenza dandole dei valori di fon-do centrati sulla realtà e sul pragmatismo e costituire quindi,di per sé, uno scopo che è uno dei valori più alti e motivantiche può avere un essere umano. E, come noto, avere uno sco-po in cui si crede fermamente è assolutamente determinantesoprattutto in un mondo, come è il nostro attuale, in cui sisono persi tutti i valori di riferimento che avevano caratte-rizzato il passato, come, ad esempio, la religione, o la fiducianell’Autorità o nello Stato.

Il coaching, inoltre, insegna, il senso della responsabilitàindividuale e motiva in continuazione ad andare avanti sen-za farsi fermare dagli ostacoli, anzi a farne delle occasioni dimiglioramento. Insegna un metodo — la strategia — ed unaapplicazione — la tattica — per raggiungere i propri obiettiviaccuratamente selezionati solo tra quelli misurabili e raggiun-gibili e che sono sostanzialmente (poi vedremo bene che signi-fica) sotto il proprio controllo e non quello altrui. I risultati nonrisiedono quindi in un mondo platonico delle idee, in un iperu-ranio che ci mena per il naso senza mai poter essere raggiunto,ma in quello concreto dall’azione pragmatica, il che è collegatoad un certo grado di controllo sulla propria esistenza.

Seguendo questo percorso la nostra ricompensa sarà il rag-giungimento di quello che ci siamo proposti e non chiacchieresu eden più o meno ideali, ma avulsi dalla realtà fattuale. Unanota di fondo riguarda l’atteggiamento da tenere. In genere,quasi tutti i coach motivazionali insistono su un atteggiamen-to positivo fatto di costruttività, disponibilità ed apertura, purnel rispetto dei diversi “stili” (vedere più avanti); si tratta delfamoso pensiero positivo che però non va banalizzato nella suadimensione più semplicistica del “sorrido e tutto va bene”. Pen-sare positivo deve essere uno stato di coscienza portatore di

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Introduzione

atteggiamenti positivi.Uno dei fondatori della cosiddetta psicologia positiva è Martin

E.P. Seligman. Qualche coach, come Trump, insiste invece suatteggiamenti più aggressivi, però in quadro di positività di fondorispetto agli obiettivi da raggiungere; altri, invece, seguono l’as-sertività ed altri ancora stili misti. Il coaching può essere applicatoin molti campi. Diamo qui solo alcuni esempi mentre in seguitoverranno trattati temi specifici. Il life coaching riguarda le sfideconcrete che si presentano all’individuo ogni giorno nel lavoro,nella famiglia, nello studio, nelle relazioni sociali.

Il coaching nelle organizzazioni è stato invece portato daJohn Whitmore e Tim Gallwey (personaggi di cui ci occupere-mo nello specifico, data la loro importanza generale), mentrenel campo della salute una delle figure di riferimento è RoyMartina. Il coaching emozionale è centrato sul concetto di intel-ligenza emotiva e ha nello psicologo Daniel Goleman il suo piùnoto esponente; questo tipo di coaching è il più vicino alla pras-si psicologica comunemente intesa. Del coaching finanziario,in cui in Italia è leader Alfio Bardolla, parleremo in un capitolodedicato. Il coaching strategico si basa sulla psicologia e vedein Giorgio Nardone e Paul Watzlawick i fondatori e si occupadello studio e delle strategie per risolvere, in tempi molto brevi,specifici problemi. Nardone è stato, tra l’altro, uno dei primi psi-cologi ad occuparsi di self–help strategico e quindi di coaching.Il suo approccio è di tipo “strategico”, intendendo con questotermine un approccio eminentemente empirico e pragmaticoche “conosce il problema applicandosi nel risolverlo”. E presup-pone la non esistenza di una “verità” assoluta, ma solo quellache è definita — vedi Watzlawick — del secondo ordine e cioèsoggettiva ed interpretativa, come spesso è quella psicologica.Anthony Robbins e Roberto Re sono coach che potremmodefinire a largo spettro, includendo diverse specialità.

La scelta dello stile da seguire, come si può facilmente im-maginare, è solo personale e dipende dal proprio carattere, daipropri valori e dagli obiettivi da raggiungere. Attualmente, nel, il coaching è una attività in piena espansione e non solo

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Introduzione

negli Stati Uniti, ma in tutti i Paesi del Mondo. È presente a li-vello internazionale la International Coaching Foundation (IFC)che ok, va bene tutto, cerco di togliermi le cose di oggi il primapossibile così poi ci organizziamo bene di . membri èla più importante e a livello italiano l’Associazione CoachingItaliana (ACI) affiliata alla IFC, che garantiscono un certo livelloqualitativo ed etico delle prestazioni offerte. L’ACI rilascia atte-stati di qualità ed è iscritta nell’apposito albo del Ministero delloSviluppo Economico. Leggendo questo libro la vostra esistenzacambierà sia che lo vogliate sia che non lo vogliate.