COME RILEGGERE IL PROPRIO PASSATO PER MIGLIORARE … · lasciare dietro di sé qualche pezzettino...

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"COME RILEGGERE IL PROPRIO PASSATO PER MIGLIORARE IL PRESENTE".

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"COME RILEGGERE IL PROPRIO PASSATO PER MIGLIORARE IL PRESENTE".

OGNI ESSERE UMANO HA UNA LINEA TEMPORALE: PASSATO, PRESENTE E FUTURO.

▪ Riconoscere l’esistenza del passato significa necessariamente ammettere l’esistenza di un fluire del tempo verso il futuro

Il nostro passato è la nostra “Storia personale”

Parole chiave

▪ La nostra vita ha bisogno di avere un senso e sapere da dove veniamo è essenziale per capire dove stiamo andando (la bussola)

▪ Senza ricordi, non saremmo nessuno (la memoria)

▪ Il brutto è vivere costantemente ancorati ai ricordi negativi ( ruminazione mentale)

Quello che ci è accaduto può essere

utilizzato male, come:

- agendo da freno e da autogiustificazione per rassegnarsi e non tentare neanche più di cambiare una condizione che ci fa soffrire,- per ripetere a noi stessi e agli altri quanto siamo sfortunati- per giustificare il nostro odio o il nostro cinismo nei confronti della vita o di alcune categorie di persone- per ri-sperimentare il disagio psicologico e fisico

Oppure può essere utilizzato in maniera più costruttiva e vantaggiosa:

▪ imparare dall’esperienza, ▪ elaborarla, ▪ farne un elemento di valutazione della realtà, ▪ confrontarci con chi ha vissuto esperienze

analoghe, ▪ sfruttare la conoscenza acquisita per

migliorare la nostra vita e per lasciare una traccia,

▪ un termine di confronto a chi, dopo di noi, si ritrovi a confrontarsi col passato.

Il passato e i labirinti della memoria

Come memorizziamo

▪ L'encefalo non memorizza i dati come fosse un album fotografico ma attraverso associazioni.

▪ Non esistono delle zone dove vengono memorizzati singoli dati, come nel

disco fisso di un computer; ogni informazione è ripartita attraverso un intero complesso di cellule della memoria.

Il mondo percepito viene scomposto in una miriade di segnali elettrici, distribuiti in gruppi di neuroni sparsi sulla corteccia cerebrale.

▪ La memoria funziona come gli armadietti di stoccaggio:

Miliardi di Armadietti di stoccaggio nel nostro cervello

▪ La memoria funziona inserendo nel cassetto giusto le informazioni scomposte: forme, dimensioni, colori, odori, percezioni tattili, percezioni sonore, ecc..

▪ Ogni volta che dobbiamo ricordare dobbiamo ricomporre, come se dovessimo ripetere una lezione appresa.

▪ Mentre di giorno ci costruiamo il nostro presente vivendo e sperimentando (ma anche leggendo, ascoltando, osservando) ogni notte, poco o tanto, modifichiamo il ricordo (e, con questo, la percezione) che abbiamo del nostro passato e di noi, procurandoci nuove chiavi di lettura e nuovi elementi di interpretazione.

▪ In altre parole: di fatto, il passato è sì passato, ma quel che oggi (o domani) decidiamo di fare, in una certa maniera ce lo può rappresentare in modo diverso.

▪ Come se, notte dopo notte, accostando ricordo a ricordo, a poco a poco, potessimo riscrivere e rileggere la storia della nostra vita e il suo senso complessivo.

▪ Dunque ogni notte, mentre noi dormiamo (anche per questo il sonno è così importante) il cervello rimette tutto a posto, e lo fa in modo che non si perdano le connessioni tra memorie vecchie e nuove.

▪ In sostanza è come se il cervello ogni notte, e per ogni nuovo evento, informazione o fatto ricordato, rivedesse l’intreccio di rimandi e significati che sta nella nostra memoria.

▪ Così, il senso di quello che già ricordiamo può essere cambiato dall’aggiunta di un ricordo nuovo.

▪ La nostra memoria dialoga continuamente non solo con le nostre esperienze ma anche

con quelle di altri, e non è fissa o congelata, ma si trasforma, si decostruisce e ricostruisce continuamente, e modifica le proprie categorie ogni volta che un nuovo elemento viene aggiunto.

▪ Quello che impariamo o che ci capita oggi, e che si fisserà tra i nostri ricordi questa notte, può illuminare in modo un po’ diverso quello che abbiamo imparato o che è già successo ieri, o cinque mesi o dieci anni fa, cambiandone il senso.

La dimenticanza

▪ La dimenticanza di rado corrisponde ad un vuoto.

▪ Si fatica ad estrarre le informazioni (dai cassetti) perché sono state mal classificate oppure non rinforzate o perché ci sono state delle interferenze.

▪ Quando evochiamo un ricordo e lo andiamo a riproporre, eseguiamo, in realtà, una rielaborazione e decodifica: a ogni passaggio ricordiamo meglio, ma possono senz’altro aumentare le distorsioni mnestiche e le imperfezioni.

▪ Al momento del ricordo si debbono prendere dai cassetti le tessere corrette e ricostruire quanto è stato precedentemente ordinato negli stessi cassetti.

▪Non sempre si trova il cassetto giusto, per così dire, e non sempre mettiamo il mattoncino corretto nel posto di competenza.

▪ La memoria è un processo dinamico ricostruttivo che può lasciare dietro di sé qualche pezzettino del mosaico: molto dipende, per il suo funzionamento, dal modo col quale si tenta di ricombinare i vari elementi delle immagini.

▪Per questo motivo

I DEMONI DEL PASSATO

FallimentiDelusioni affettiveAtti mancatiProgetti non riuscitiParole non dette………………………………….………………………………….

Il passato lo possiamo far diventare un MACIGNO

▪ zavorra dell’esistenza.

Il passato come freno-zavorra

▪Si tratta di quel modo di pensare per cui è come se ci rimanesse sempre davanti agli occhi un fallimento o una frustrazione subiti.

palude della mente

giustificazione per non migliorare il

presente.▪

▪ A volte, è più facile lamentarsi e trovare una giustificazione a qualsiasi esperienza negativa, piuttosto che assumersi la responsabilità della nostra vita, reagire ed andare avanti.

▪Il passato che diventa un pensiero fisso

▪CHI HA UN PENSIERO FISSO DIMENTICA IL RESTO

Come un criceto nella ruota

La ruminazione mentale

▪La ruminazione mentale impedisce la soluzione dei problemi

Accentua i pensieri, le frasi, i gesti e i ricordi negativi.

▪La ruminazione mentale è una norma di pensiero

afinalistica ripetitiva,

poiché non conduce alla ricerca di soluzioni.

Non aiuta a guardare al presente e al futuro ma a tenere la testa continuamente rivolta all’indietro, a scrutare un passato che non piace e che si vorrebbe cancellare.

Inoltre, influisce negativamente sulla concentrazione e sulla capacità di attenzione perché le energie mentali sono impiegate ad alimentare i pensieri nocivi.

Col passar del tempo, i contenuti di queste ruminazioni mentali diventano pensieri dominanti.

I SE AFINALISTICI: IPOTESI NEL PASSATO

▪ Se avessi detto o fatto diversamente, forse , non si sarebbe suicidato.

▪ Se l’avessi ascoltato di più

▪ Se l’avessi amato di più,

▪ Se non l’avessi sposato

▪ Se fossi stata/o più presente

▪ Se avessi studiato

▪ Se avessi preso la patente

▪ Vivere il presente condizionati dal passato. E ‘la «gooney bird(uccello stupido) syndrome»: una patologia che prende il nome da un albatros che vola con la testa rivolta all’indietro

▪ La Diomedea immutabilis è un albatros che si incontra negli atolli delle isole del Pacifico. Lo chiamano «Gooney bird» (letteralmente: uccello stupido), per il suo strano modo di posizionare la testa all’indietro quando plana sulla terraferma, come se fosse terrorizzato di guardare avanti

▪E’ così forte questo suo riflesso che, molto spesso, finisce per precipitare al suolo.

GLI ANGELI DEL PASSATO

E’ utile pensare al passato quando diventa

possibilità di un nuovo inizio.

Ogni cambiamento di un comportamento abituale presuppone, necessariamente, un nuovo processo di apprendimento, un modo nuovo di affrontare il problema e di ragionare.

Nel presente e nel futuro le ipotesi possono essere reali e possibili. (Se studio supererò l’esame)

▪ Le ipotesi finalistiche

▪ Il metodo della dereflessione

Una delle caratteristiche della coscienza umana è la sua incapacità di fissare l’attenzione contemporaneamente su due realtà o su due aspetti di una stessa realtà, giacché può focalizzare solo un aspetto alla volta.

Il metodo della dereflessione è applicato quando una persona è troppo concentrata su di sé.

Qualcosa di simile accade quando si fissa l’attenzione- sul passato, - su se stessi (sull’Io) o- sugli altri. Infatti, quando l’attenzione è rivolta all’Io, gli altri diventano sfondo; quando ci soffermiamo sugli altri, l’Io allora diventa sfondo.

▪ La dereflessione consiste nello spostare il focus dell’attenzione su un’idea, un progetto, una persona importante e significativa.

Si basa sulla capacità di autotrascendenza, cioè spostare l’attenzione da sé ad altro al di fuori dal sé.

Come dire, spostare l’attenzione dal passato al presente, al futuro

▪Vivere il presente vuol dire trovarsi qui ed ora, impegnarsi al massimo per vivere il momento presente.

Il presente diventa subito passato, il passato condiziona il presente

Filosofo britannico H.S.