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COME REDIGERE UNA PROCEDURA ANTIRICICLAGGIO a cura di Michele D’Agnolo Docente di Management della Consulenza Università di Trento

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COME REDIGERE UNA PROCEDURA ANTIRICICLAGGIO

a cura di

Michele D’AgnoloDocente di Management della Consulenza Università di Trento

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1° modulo

Riferimenti normativi

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D.LGS. 21 NOVEMBRE 2007, N. 231 –

• Attuazione della direttiva 2005/60/CE concernente la prevenzione dell'utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo nonché della direttiva 2006/70/CE che ne reca misure di esecuzione e successive modificazioni e integrazioni.

• Al fine di prevenire l'utilizzo del sistema finanziario e di quello economico per finalità di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo, il decreto detta misure volte a tutelare l'integrità di tali sistemi e la correttezza dei comportamenti.

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I CONCETTI “ORGANIZZATIVI” DI FONDO

• Prevenzione (PDCA)

• Conflitto di interesse

• Procedure scritte (iso 9000)

• Approccio basato sul rischio (frequenza, intensità)

• Presupposto culturale implicito: Fiducia, omogeneità di comportamenti e capillarità dei controlli

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ART. 3 - PRINCIPI GENERALI

• “Le misure di cui al presente decreto si fondano anche sulla collaborazione attiva da parte dei destinatari delle disposizioni in esso previste, i quali adottano idonei e appropriati sistemi e procedure in materia di – obblighi di adeguata verifica della clientela, – di segnalazione delle operazioni sospette, – di conservazione dei documenti, – di controllo interno, – di valutazione e di gestione del rischio, – di garanzia dell'osservanza delle disposizioni pertinenti – e di comunicazione

per prevenire e impedire la realizzazione di operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo”.

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ART- 3 SEGUE

• Essi adempiono gli obblighi previsti avendo riguardo alle informazioni possedute o acquisite nell'ambito della propria attività istituzionale o professionale.

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ART.3 SEGUE

• 2. I sistemi e le procedure adottati ai sensi del comma 1 rispettano le prescrizioni e garanzie stabilite dal presente decreto e dalla normativa in materia di protezione dei dati personali.

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• 3. Le misure di cui al presente decreto sono proporzionate al rischio di riciclaggio dei proventi di attività criminose o di finanziamento del terrorismo in relazione al tipo di cliente, al rapporto continuativo, alla prestazione professionale, al prodotto o alla transazione.

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ART.3 SEGUE

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• 4. L'applicazione delle misure previste dal presente decreto deve essere proporzionata alla peculiarità delle varie professioni e alle dimensioni dei destinatari della presente normativa.

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ART.3 SEGUE

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Abbiamo quindi necessità di costruire un sistema documentato

• Per obbligo di legge, in quanto specificatamente richiesto dalla norma

• Con finalità organizzative e probatorie

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ART.18 CONTENUTO DEGLI OBBLIGHI DI ADEGUATA VERIFICA DELLA CLIENTELA

• Gli obblighi di adeguata verifica della clientela consistono nelle seguenti attività:

a) identificare il cliente e verificarne l'identità sulla base di documenti, dati o informazioni ottenuti da una fonte affidabile e indipendente;

b) identificare l'eventuale titolare effettivo e verificarne l'identità;ottenere informazioni sullo scopo e sulla natura prevista del rapporto continuativo o della prestazione professionale;

c) svolgere un controllo costante nel corso del rapporto continuativo o della prestazione professionale.

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APPROCCIO BASATO SUL RISCHIO

1. Gli obblighi di adeguata verifica della clientela sono assolti commisurandoli al rischio associato al tipo di cliente, rapporto continuativo, prestazione professionale, operazione, prodotto o transazione di cui trattasi. Gli enti e le persone soggetti al presente decreto devono essere in grado di dimostrare alle autorità competenti di cui all'articolo 7, ovvero agli ordini professionali di cui all'articolo 8, che la portata delle misure adottate èadeguata all'entità del rischio di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo.

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LO STUDIO DEVE ORGANIZZARE ANCHE

a) Obbligo di registrazione nell’aui entro 30 gg

b) Obbligo di conservazione dei documenti per 10 anni

c) Obbligo di astensione e in tal caso di riconsegna di eventuali acconti o fondi spese

d) Obbligo di segnalazione delle operazioni a rischio

e) Obbligo di comunicazione delle violazioni minori

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ART. 54 FORMAZIONE DEL PERSONALE

• I destinatari degli obblighi e gli ordini professionali adottano misure di adeguata formazione del personale e dei collaboratori al fine della corretta applicazione delle disposizioni del presente decreto. Le modalità attuative delle suddette misure sono individuate dagli ordini professionali.

• Le misure di cui al comma 1 comprendono programmi di formazione finalizzati a riconoscere attività potenzialmente connesse al riciclaggio o al finanziamento del terrorismo.

• Omissis

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2° modulo

Strumenti organizzativi: la mappatura dei processi

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COS’È UN PROCESSO

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INPUTOUTPUT

Regole e vincoli

Strumenti e risorse

CL

IEN

TE

STRUMENTI ORGANIZZATIVI: LA MAPPATURA DEI PROCESSI

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LA DESCRIZIONE DEI PROCESSI

• Descrizione delle attività costitutive

(“cosa si fa”)

• Descrizione delle modalità operative

(“come lo si fa”)

• Identificazione di ruoli e responsabilità

(“chi lo fa”)

STRUMENTI ORGANIZZATIVI: LA MAPPATURA DEI PROCESSI

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DOCUMENTARE I PROCESSI

Soddisfa esigenze di:

• CHIAREZZA (compiti)

• TRASPARENZA (responsabilità)

• EFFICACIA (obiettivi)

• EFFICIENZA (risorse)

• CONDIVISIONE (conoscenze)

• Prova giuridica

STRUMENTI ORGANIZZATIVI: LA MAPPATURA DEI PROCESSI

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LA PROCEDURA DESCRIVE...

• Qual è l’output del processo

• Il flusso delle attività che l’hanno generato

• Come vengono svolte le attività

• Chi svolge le attività descritte

• Quali sono i fattori di vincolo

• Quali controlli vengono eseguiti durante lo svolgimento delle attività

• Come si dimostra che le attività sono state svolte o i controlli sono stati eseguiti

STRUMENTI ORGANIZZATIVI: LA MAPPATURA DEI PROCESSI

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QUALE GRADO DI APPROFONDIMENTO

• La mappa non è il territorio

• Quello richiesto dalle necessità organizzative

• Quello richiesto dal grado di rischio che andiamo a tutelare

• Nulla di più

STRUMENTI ORGANIZZATIVI: LA MAPPATURA DEI PROCESSI

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3° modulo

Strumenti organizzativi: facsimili, checklist e controlli

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I MODULI O FACSIMILI

• Servono o per per raccogliere tutte le notizie rilevanti secondo uno schema predeterminato

• Sono una specie di checklist verbosa

• Nel nostro caso servono soprattutto per comunicare al cliente e per ricevere informazioni strutturate dal cliente, all’inizio dell’incarico

STRUMENTI ORGANIZZATIVI: FACSIMILI, CHECKLIST E CONTROLLI

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LA CHECK LIST

STRUMENTI ORGANIZZATIVI: FACSIMILI, CHECKLIST E CONTROLLI

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LA CHECKLIST

• Di prodotto

• Di processo

• Ex post

• Ex ante

STRUMENTI ORGANIZZATIVI: FACSIMILI, CHECKLIST E CONTROLLI

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LA CHECKLIST

Ci protegge da:

Fallibilità della memoria e dell’attenzione umana, che sfuggono facilmente quando siamo incalzati da circostanze pressanti

Tendenza a saltare alcune operazioni anche quando ci ricordiamo che dovranno essere eseguite

È elemento probatorio con riferimento all’attività eseguita

STRUMENTI ORGANIZZATIVI: FACSIMILI, CHECKLIST E CONTROLLI

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DIMENSIONE E STILE DEI FACSIMILI E DELLE CHECKLIST

• Analitici e dettagliati

• Sintetici

• Nessun facsimile/checklist

• Coniugare finalità organizzative (efficacia, efficienza) con quelle probatorie (non esagerare)

STRUMENTI ORGANIZZATIVI: FACSIMILI, CHECKLIST E CONTROLLI

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CONTROLLI

• Ove la dimensione dello studio lo richieda potranno essere distinti in

– Controlli Di primo livello

• Di solito Eseguiti dal personale operativo in autocontrollo

– Controlli Di secondo livello

• Di solito non Eseguiti dal titolare dello studio/dal responsabile antiriciclaggio o non appropriatamente documentati

STRUMENTI ORGANIZZATIVI: FACSIMILI, CHECKLIST E CONTROLLI

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4° modulo

Caratteristiche del «sistema»antiriciclaggio dello studio

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IL SISTEMA ANTIRICICLAGGIO QUINDI

• Organigramma (o apposite nomine, anche dentro la procedura) che dica chi fa cosa

• Una procedura che specifichi l’iter e come svolgere i controlli (eventualmente collegata alle procedure di verifica di rischio cliente e di acquisizione del mandato per gli studi che hanno ISO 9000 o equivalente)

• Registrazioni dell’avvenuto svolgimento delle attività di cui sopra (checklist di processo)

• Attività formative e aggiornamenti periodici documentati• Registrazioni delle attività informative e formative: verbali

di aula, ricevute di consegna della documentazione, test finali di comprensione

• Un piano di controlli periodici del titolare dello studio se delega le attività ai terzi

CARATTERISTICHE DEL «SISTEMA» ANTIRICICLAGGIO DELLO STUDIO

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CONTENUTI MINIMI DELLA PROCEDURA CHE DESCRIVE IL SISTEMA ANTIRICICLAGGIO

• Responsabilità, autorità, modalità operative, controlli interni

• Chi fa le varie attività previste dal D.Lgs. n.231? Come le fa?Quando le fa?Come le registra? Su quali moduli?Dove e con che metodo le archivia?Chi effettua i controlli interni?Quando e con che modalità?Come e dove li registra?

• Il piano delle attività formative, compresi possibilmente i materiali didattici e le tecniche utilizzate (allegare slides e questionari)

CARATTERISTICHE DEL «SISTEMA» ANTIRICICLAGGIO DELLO STUDIO

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LE REGISTRAZIONI MINIME DELL’ATTIVITÀANTIRICICLAGGIO ESEGUITA DALLO STUDIO

• In aggiunta alla conservazione dei documenti può essere utile istituire:

• Una Checklist “di processo” che segue i passaggi imposti dalla normativa inclusi anche i passaggi successivi al riconoscimento del cliente in fase di conferimento di incarico

• Un modello per documentare la valutazione dei rischi• Un semplice modulo di richiesta dati al cliente affinché

nomini il beneficiario effettivo e dischiuda lo scopo dell’operazione, con eventuale verifica dei casi più rischiosi (soggetti esteri, fiduciarie, soggetti da fuori piazza, eccK)

CARATTERISTICHE DEL «SISTEMA» ANTIRICICLAGGIO DELLO STUDIO

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UNA PROCEDURA CIASCUNO

• Si ritiene utile in ogni caso che ogni studio abbia una procedura scritta, seppur minimale, anche quelli che ritengono di non aver mai da applicare l’antiriciclaggio in quanto esenti per le tipologie di prestazione che svolgono

• Infatti la norma prevede che le esenzioni non sono assolute, ma sono subordinate comunque all’assenza di rischio

CARATTERISTICHE DEL «SISTEMA» ANTIRICICLAGGIO DELLO STUDIO

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CRITERIO DI PROPORZIONALITÀDELLE PROCEDURE

• Attività esercitate

– Se lo studio esercita solo attività esenti (es. dichiarazioni dei redditi persone fisiche ed elaborazione di buste paga) la procedura antiriciclaggio consisterà nella verifica preventiva delle varie operazioni volta a escludere la inapplicabilità dell’esenzione.

CARATTERISTICHE DEL «SISTEMA» ANTIRICICLAGGIO DELLO STUDIO

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• Attività escluse a monte

– Se uno studio svolgesse soltanto incarichi giudiziari

• Attività in cui il rischio è totalmente assente

– Se uno studio si occupa di marketing

CARATTERISTICHE DEL «SISTEMA» ANTIRICICLAGGIO DELLO STUDIO

SEGUE

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SEGUE

• Studio specializzato in operazioni straordinarie con attività internazionale

– Sistema «full optional». L’attenzione dovrà essere massima e di conseguenza anche l’armamentario di modulistica e la documentazione raccolta a supporto

CARATTERISTICHE DEL «SISTEMA» ANTIRICICLAGGIO DELLO STUDIO

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PROPORZIONE ALLA PECULIARITÀDELLA PROFESSIONE

• Prestazioni continuative o una tantum

– Lo studio contabile dovrà porsi un problema di monitoraggio costante delle contabilità a livello finanziario, problema che lo studio notarile ad esempio non ha

• Variazioni sopravvenute del rischio

• Le procedure dovranno tener conto

CARATTERISTICHE DEL «SISTEMA» ANTIRICICLAGGIO DELLO STUDIO

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PROPORZIONE ALLA DIMENSIONE DELLO STUDIO

• Uno studio monocratico e senza personale prevedràtutte le attività in capo al professionista

• Uno studio associato stabilirà un organigramma antiriciclaggio, che precisi compiti e responsabilità di ciascuno

• Semplicità e Attenzione ai profili soggettivi della responsabilità penale e amministrativa

CARATTERISTICHE DEL «SISTEMA» ANTIRICICLAGGIO DELLO STUDIO

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5° modulo

Il fascicolo del cliente

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IL FASCICOLO DI STUDIO

• Tutti i documenti relativi a:• l'adeguata verifica• l'identificazione del titolare effettivo• la valutazione del rischio dovrannoessere custoditi nei fascicoli di studio per 10 anni, salvo contenziosi

• I più precisi documentano anche modalità e responsabilità per la distruzione dei documenti obsoleti

IL FASCICOLO DEL CLIENTE

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LA CHECK LIST DEL FASCICOLO (1 DI 2)

- fotocopia del documento di identità e codice fiscale;- per le società o altri enti: visura camerale aggiornata o documento equivalente per società estere (attestati rilasciati dagli organismi territoriali competenti, o certificati sostituivi notarili o eventuali legal opinion);- documentazione aggiuntiva (ad es. deliberazione assembleare/consiliare, procura, attestazione del rapporto di lavoro ecc.) comprovante i poteri di rappresentanza del soggetto che conferisce l'incarico professionale (se non giàevidente nella visura camerale/certificato del Tribunale acquisito)- eventuali attestazioni ex art. 30 del D.Lgs. n.231/07;- copia del mandato professionale (in caso di conferimento verbale dell'incarico, è consigliabile, l'accettazione scritta da parte del professionista per individuare la data d'inizio e l'oggetto della prestazione professionale);- eventuale dichiarazione da parte del cliente contenete i dati identificativi del titolare effettivo dell'operazione;- eventuale ulteriore documentazione richiesta dal professionista per individuare il titolare effettivo; (fonte: Arcella, 2012)

IL FASCICOLO DEL CLIENTE

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- copia dei mezzi di pagamento utilizzati per compiere l'operazione eventuale dichiarazione del cliente sui mezzi economici e finanziari per attuare l'operazione o instaurare l'attività e, nel caso di una non adeguata copertura finanziaria, la provenienza dei capitali necessari;- documenti preparatori della prestazione professionale;- eventuali appunti sulla ragionevolezza dell'operazione rispettoall'attività svolta dal cliente e su comportamenti anomali del cliente;- ogni altro documento o annotazione che il professionista ritengaopportuno conservare ai fini della normativa antiriciclaggio.

IL FASCICOLO DEL CLIENTE

LA CHECK LIST DEL FASCICOLO (2 DI 2)

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LA CONSERVAZIONE DEL FASCICOLO DI STUDIO

• Gli esperti suggeriscono una conservazione separata e segregata dei fascicoli di studio, che sarebbe bene non «mescolare» con altra documentazione dei clienti, per motivi di privacy.

• Soggetti non strettamente tenuti ad effettuare gli adempimenti antiriciclaggio potrebbero entrare in contatto con i dati all’uopo raccolti

IL FASCICOLO DEL CLIENTE

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CONSERVAZIONE SOSTITUTIVA

• È naturalmente possibile operare la conservazione elettronica sostitutiva dell’intero fascicolo del cliente

• In questo caso la privacy andrà assicurata mediante appropriati sistemi di tutela degli accessi e in caso di dati sensibili, mediante cifratura degli stessi

IL FASCICOLO DEL CLIENTE

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6° modulo

Procedura: parte introduttiva

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1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE

• La presente procedura si applica a tutti gli incarichi acquisiti dallo studio/si applica aK

PROCEDURA: PARTE INTRODUTTIVA

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2 RESPONSABILITÀ E AUTORITÀ

• È fatto obbligo a tutti i dipendenti e collaboratori dello studio di osservarla, sotto la supervisione del professionista titolare o associato incaricato del singolo atto/consulenza.

• Opzione: riportare qui organigramma

PROCEDURA: PARTE INTRODUTTIVA

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RESPONSABILE ANTIRICICLAGGIO

• Il Responsabile Antiriciclaggio (d’ora in avanti anche R.A.) è il soggetto delegato dalla direzione dello studio alla cura degli adempimenti in tema di normativa antiriciclaggio.

• È compito del R. A., di concerto con il titolare/gli associati dello studio, per le rispettive competenze, verificare l’adeguatezza delle procedure di studio deputate alla prevenzione del rischio di riciclaggio/finanziamento del terrorismo rispetto alla tipologia di operazioni, di clientela, di aree geografiche e dei mercati serviti e ad adottare ogni iniziativa utile ad adeguare la procedura stessa all’evoluzione dei suddetti fattori.

PROCEDURA: PARTE INTRODUTTIVA

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LE PRINCIPALI FUNZIONI SVOLTE DAL R.A. SONO:• definire, formalizzare, aggiornare la procedura

antiriciclaggio, monitorarne il rispetto con il supporto delle funzioni coinvolte;

• verificare la completezza e l’accuratezza degli adempimenti antiriciclaggio effettuando controlli periodici sulle registrazioni in Archivio Unico Informatico (di seguito AUI) anche tramite estrazioni e comparazioni con gli altri database aziendali e/o con eventuale documentazione di supporto (es. documentazione trasmessa dagli addetti);

• coordinare e pianificare le attività di formazione, aggiornamento e sensibilizzazione del personale e dei professionisti in materia di antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo;

PROCEDURA: PARTE INTRODUTTIVA

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• verificare e mantenere adeguata documentazione della rispondenza del software di gestione dell’AUI agli standard tecnici;

• abbinare la documentazione ricevuta con le evidenze informaticheintervenendo su eventuali errori e/o integrando i dati insufficienti;

• interagire con gli addetti quando necessario, interessando la Direzione in caso di negligenze reiterate;

• gestire gli errori formali e di caricamento prodotti dall’Archivio Unico;

• inoltrare via e-mail eventuali solleciti a tutti i soggetti interessati;

• analizzare i movimenti finanziari rilevanti al fine di scoprire eventuali indizi di operazioni sospette.

PROCEDURA: PARTE INTRODUTTIVA

SEGUE

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AL RESPONSABILE ANTIRICICLAGGIO ÈAFFIDATA ANCHE LA RESPONSABILITÀ DI:

• favorire la diffusione e conoscenza della normativa antiriciclaggio nell’ ambito dello studio;

• mantenere un archivio digitale aggiornato delle disposizioni di natura legislativa e regolamentare, messo a disposizione di tutti;

• intervenire nei gruppi di lavoro costruiti per il miglioramento dei processi e dei sistemi informativi utilizzati, apportando le proprie competenze giuridiche in materia;

• Effettua l’analisi di rischio per l’acquisizione di nuovi clienti e incarichi;

PROCEDURA: PARTE INTRODUTTIVA

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SEGUE

• collaborare all’implementazione di eventuali interventi correttivi o integrativi in ambito di compliance antiriciclaggio o di contrasto del finanziamento al terrorismo richiesti dall’autorità;

• verificare il mantenimento di un adeguato presidio dell’AUI e l’adozione di misure idonee ad evitare eventi che possano pregiudicarne l’integrità e l’affidabilità;

• verificare che tutti gli addetti dello studio rispettino la procedura di identificazione del cliente in conformità al D.Lgs. n.231/07 e che partecipino agli incontri formativi obbligatori previsti dalla suddetta normativa;

PROCEDURA: PARTE INTRODUTTIVA

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• tenere i rapporti con le Autorità di vigilanza (UIF) e investigative/inquirenti, per quanto riguarda il ricevimento di comunicazioni e richieste in materia di antiriciclaggio e antiterrorismo;

• mantenere in archivio eventuali richieste di informazione da parte delle Autorità Pubbliche, curando la trasmissione delle risposte e mantenendo una rintracciabilità documentale delle verifiche effettuate sui relativi database dello studio e delle repliche inoltrate alle Autorità stesse, con evidenza della data di ricevimento e di inoltro delle stesse;

• rappresentare lo studio in sede di ispezione da parte delle Autorità di vigilanza competenti per l’antiriciclaggio;

PROCEDURA: PARTE INTRODUTTIVA

SEGUE

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• collaborare alla predisposizione di eventuali controdeduzioni a verbali ispettivi.

• ricevere dagli addetti dello studio le segnalazioni di tutte le operazioni che, per caratteristiche, entità, natura, o per qualsivoglia altra circostanza conosciuta a ragione delle funzioni esercitate, inducano a ritenere, in base agli elementi a disposizione del personale, che il denaro, i beni o le utilità oggetto delle operazioni richieste o effettuate dal cliente possano provenire dai delitti previsti dagli articoli 648-bis e 648-ter del codice penale;

PROCEDURA: PARTE INTRODUTTIVA

SEGUE

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• valutare le segnalazioni interne pervenute, trasmettere la segnalazione, alla UIF, ove del caso, e coordinare gli eventuali provvedimenti di tipo gestionale (rinuncia dell’incarico, blocco pagamenti, ecc.) che possano derivare dalla segnalazione stessa.

PROCEDURA: PARTE INTRODUTTIVA

SEGUE

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IL SOGGETTO DEPUTATO ALL’IDENTIFICAZIONEE REGISTRAZIONE DEI CLIENTI

• Istituzione del fascicolo cartaceo

• Somministrazione della modulistica

• Reperimento dei documenti

• Segnalazione al professionista di riferimento/al responsabile antiriciclaggio dello studio

PROCEDURA: PARTE INTRODUTTIVA

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IL PROFESSIONISTA RESPONSABILE DEL CLIENTE O COLLABORATORE

• Segnalazione al professionista di riferimento/al responsabile antiriciclaggio dello studio

PROCEDURA: PARTE INTRODUTTIVA

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L’ADDETTO CONTABILE

• Movimenti superiori a 1000 euro

• Movimenti contabili sospetti

PROCEDURA: PARTE INTRODUTTIVA

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3. RIFERIMENTI

• Decreto Legislativo 21 novembre 2007, n.231(di seguito denominato Decreto);

• decreti MEF

• Circolari

• Documenti GAFI

PROCEDURA: PARTE INTRODUTTIVA

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4. ALLEGATI

• Lettera informativa alla clientela

• Modulo adeguata verifica persone fisiche

• Modulo adeguata verifica altri soggetti

• Modulo valutazione rischio

• Modulo autorizzazione per soggetti politicamente esposti

• Modulo segnalazione mef?

• compendio normativo?

PROCEDURA: PARTE INTRODUTTIVA

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7° modulo

Procedura: identificazione clientela

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5.1 ADEGUATA VERIFICA DELLA CLIENTELA

PROCEDURA: IDENTIFICAZIONE CLIENTELA

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5.2 IDENTIFICAZIONE DEL CLIENTE/TITOLARE EFFETTIVO

PROCEDURA: IDENTIFICAZIONE CLIENTELA

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TIPI DI IDENTIFICAZIONE:

• - diretta: questa viene effettuata dai dipendenti dello studio commerciale o dai

• collaboratori;

• - rafforzata per soggetti politicamente esposti ;

• - a distanza (o da parte di terzi, cioè )

• Il collaboratore dello studio procede alla verifica dell’identità facendo compilare ai clienti e alle controparti l’apposito modulo e acquisendo fotocopia di un valido documento di identità in corso di validità:

PROCEDURA: IDENTIFICAZIONE CLIENTELA

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SI CONSIDERA TITOLARE EFFETTIVO:

PROCEDURA: IDENTIFICAZIONE CLIENTELA

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SOCIETÀ FIDUCIARIA

PROCEDURA: IDENTIFICAZIONE CLIENTELA

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8° modulo

Procedura: raccolta informazioni eanalisi del rischio

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5.3 RACCOLTA INFORMAZIONI SULLO SCOPO E SULLA NATURA DEL RAPPORTO

PROCEDURA: RACCOLTA INFORMAZIONI E ANALISI DEL RISCHIO

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• le attività di controllo saranno effettuate:

• al momento dell’acquisizione (vedi modulo di identificazione )

• al momento della effettuazione dell’incarico (almeno a ogni chiusura mensile/trimestrale per la contabilità)

• al momento della fatturazione e chiusura della pratica

PROCEDURA: RACCOLTA INFORMAZIONI E ANALISI DEL RISCHIO

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ELEMENTI PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO

• La valutazione del rischio deve prendere in considerazione sia gli elementi connessi alla tipologia di clientela (natura giuridica, prevalente attività svolta, comportamento tenuto all’atto del compimento dell’operazione, area geografica di residenza), sia quelli connessi al genere di operazione (tipologia, modalità di svolgimento, ammontare, frequenza, durata, ragionevolezza dell’operazione, area geografica)

• Il valutatore associa a ciascun elemento un punteggio, che misura la maggiore o minore rischiosità di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo.

• La quantificazione del rischio è ordinata secondo classi di rischio: basso - medio - alto.

• L’approccio basato sul rischio lascia all’operatore flessibilitànell’attivazione delle procedure, che rispondono alla sua personale valutazione.

PROCEDURA: RACCOLTA INFORMAZIONI E ANALISI DEL RISCHIO

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RIFERIMENTI NORMATIVI

PROCEDURA: RACCOLTA INFORMAZIONI E ANALISI DEL RISCHIO

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LE LISTE DI SOSPETTI

• In caso di necessità sono consultate le liste relative ai soggetti correlati a operazioni di riciclaggio e di terrorismo internazionale presenti sul sito web della banca d’Italia.

• Esistono servizi a pagamento, generalmente basati su informazioni di pubblico dominio per verificare lo status di persone ed enti

• Particolare attenzione dovrà essere posta ai casi di sospetta consumazione di reati tributari e/o societari nel corso dell’incarico

PROCEDURA: RACCOLTA INFORMAZIONI E ANALISI DEL RISCHIO

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9° modulo

Procedura: registrazione e conservazione

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5.5 OBBLIGHI DI CONSERVAZIONE DOCUMENTI E REGISTRAZIONE DATI

PROCEDURA: REGISTRAZIONE E CONSERVAZIONE

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PROCEDURA: REGISTRAZIONE E CONSERVAZIONE

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PROCEDURA: REGISTRAZIONE E CONSERVAZIONE

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PROCEDURA: REGISTRAZIONE E CONSERVAZIONE

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TEMPESTIVITÀ DELLA REGISTRAZIONE

• La registrazione delle operazioni dovrà avvenire entro 30 giorni dalla data di compimento dell’operazione stessa.

• è opportuno stabilire una modalità per identificare le operazioni già annotate, es con un tick sul fascicolo cartaceo

PROCEDURA: REGISTRAZIONE E CONSERVAZIONE

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5.6 OBBLIGHI RAFFORZATI DIADEGUATA VERIFICA

PROCEDURA: REGISTRAZIONE E CONSERVAZIONE

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10° modulo

Procedura: astensione e segnalazione, controlli e formazione

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PROCEDURA: ASTENSIONE E SEGNALAZIONE,CONTROLLI E FORMAZIONE

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5.8 COMUNICAZIONE AL MEF DELLE VIOLAZIONI ALL’USO DEL CONTANTE

PROCEDURA: ASTENSIONE E SEGNALAZIONE,CONTROLLI E FORMAZIONE

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5.9 FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO

PROCEDURA: ASTENSIONE E SEGNALAZIONE,CONTROLLI E FORMAZIONE

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5.10 REGISTRAZIONE DELLE ATTIVITÀESEGUITE

• Lo studio commerciale istituisce un modulo per l’adeguata verifica per le persone fisiche e per i soggetti diversi dalle persone fisiche e la relativa valutazione dei rischi, che viene inserito nel fascicolo del cliente a cura dell’addetto che lo istruisce, sul quale i vari addetti aggiornano lo stato di attuazione degli adempimenti antiriciclaggio stabiliti dalla normativa vigente e dalla presente procedura

PROCEDURA: ASTENSIONE E SEGNALAZIONE,CONTROLLI E FORMAZIONE

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5.11 - VERIFICHE DEL PROFESSIONISTA

• Il professionista titolare o associato controlla anche a campione il completo e tempestivo adempimento di questa procedura che costituisce disposizione di servizio ai sensi del codice civile nei confronti dei lavoratori dipendenti e condizione essenziale di contratto nei confronti dei collaboratori continuativi e dei prestatori d’opera indipendenti.

PROCEDURA: ASTENSIONE E SEGNALAZIONE,CONTROLLI E FORMAZIONE

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5.12 – ANTITERRORISMO(D.LGS. 109/2007)

• Oltre a quanto stabilito sopra in materia di segnalazione, il professionista, nei confronti dei soggetti iscritti o in via di iscrizione nelle liste nominative dei sospettati di terrorismo, segnala al MEF e al nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza le operazioni, i rapporti e ogni altra informazione ad essi riconducibile, nonché le misure di «congelamento» eventualmente adottate

PROCEDURA: ASTENSIONE E SEGNALAZIONE,CONTROLLI E FORMAZIONE

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Estensione della procedura in ottica di modello organizzativo 231

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LA RESPONSABILITÀ «AMMINISTRATIVA»DELLO STUDIO PROFESSIONALE

• Lo studio, soprattutto se collettivo, potrebbe essere chiamato a responsabilità in concorso per la violazione della normativa penale antiriciclaggio e come tale subire le sanzioni «amministrative» previste dal D.Lgs. n.231/01

• Il reato di riciclaggio è uno dei pochi casi in cui lo studio professionale può avere un concreto rischio 231 da gestire

PROCEDURA: ASTENSIONE E SEGNALAZIONE,CONTROLLI E FORMAZIONE

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PRINCIPIO BASE

• Societas delinquere (non) potest

• Gli enti collettivi possono essere sanzionati per reati commessi dai vertici o da dipendenti e collaboratori

• Esiste giurisprudenza che estende tale responsabilitàanche alle ditte individuali

PROCEDURA: ASTENSIONE E SEGNALAZIONE,CONTROLLI E FORMAZIONE

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LE SANZIONI

• Pecuniarie

• Sequestro del profitto derivante dal reato (compenso?)

• interdizione dall’esercizio dell’attività;

• sospensione o revoca di autorizzazioni o simili;

• divieto di contrattare con la P.A.;

• esclusione da agevolazioni, contributi o sussidi e revoca di quelli concessi;

• divieto di pubblicizzare beni o servizi.

PROCEDURA: ASTENSIONE E SEGNALAZIONE,CONTROLLI E FORMAZIONE

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IL MODELLO ORGANIZZATIVO 231

• La responsabilità può essere limitata attraverso l’adozione di un idoneo modello organizzativo, il cui protocollo relativo al reato di riciclaggio è rappresentato proprio dalla nostra procedura antiriciclaggio

• La procedura antiriciclaggio potrebbe costituire la base per un modello organizzativo 231 «bonsai» mirato proprio al contenimento del rischio

PROCEDURA: ASTENSIONE E SEGNALAZIONE,CONTROLLI E FORMAZIONE

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GLI ELEMENTI DEL MODELLO ORGANIZZATIVO

• Al «protocollo antiriciclaggio» andranno aggiunti gli ulteriori elementi previsti dal modello organizzativo e cioè

– Un succinto codice etico

– Un minimo codice disciplinare (anche per i professionisti)

– L’organismo di vigilanza (monocratico)

PROCEDURA: ASTENSIONE E SEGNALAZIONE,CONTROLLI E FORMAZIONE