COLORE••• COLORE!!! - digitanto.it · la loro massima saturazione: i circoletti grigi e i...

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TEORIE & TECNICHE testo e illustrazioni di Andrea de Prisco COLORE••• COLORE!!! Terza parte Siamo giunti al nostro terzo ed ultimo "appunta- mento teorico" di Colore... COLORE, la breve carrellata di articoli di Oigital Irriaging dedicati al- la colorimetria. Questo mese illustreremo e commenteremo brevemente il diagramma di cromaticità CIE, col quale è possibile codificare tutti i colori visibili utilizzando in sintesi additiva tre primari ... invisibili. Per quanto possa sembra- re un terribile scherzo della natura è proprio co- sì: il nostro apparato visivo è talmente tanto complicato (o lo conosciamo ancora troppo po- co, oserei dire!) che per rappresentare tutte le possibili sfumature cromatiche dobbiamo mi- scelare tra loro colori primari che, singolarmente e alla loro massima saturazione, non riuscirem- mo a riconoscere o a distinguere da altri. Ci riallacceremo, infine, al "conto lasciato in so- speso" sullo numero scorso di MC, nel quale era stata pubblicata una tabella cromatica che abbia- mo sottoposto al nostro spettrofotometro Color- tron e al software PrintOpen ICC della Linotvpe Hell per valutare lo spazio cromatico della stam- pa tipografica di MCmicrocomputer. Scoprendo che ... Figura l: Lo spettro visibile e le lunghezze d'onda corrispondenti. Colori e spettro Come andiamo ripetendo da mesi, la luce altro non è che una radiazione di natura elettromagnetica al pari delle on- de radio, le microonde, i raggi X e i rag- gi gamma. Ciò che differenzia tutte queste radiazioni elettromagnetiche non è la loro natura fisica ma essenzial- mente la lunghezza d'onda (o, se prefe- rite, la frequenza, inversamente propor- zionale alla prima) e il loro comporta- mento nei confronti della materia. Le onde radio, da quelle emesse dai radio- trasmettitori ad onde lunghe fino alle microonde, occupano la parte bassa dello spettro elettromagnetico. In alto troviamo i raggi X e, ancora più su, i pe- ricolosi raggi gamma. Più o meno a metà strada, tra la zona degli infrarossi e la regione degli ultravioletti, è situato lo spettro visibile mostrato in figura 1. L'unità di misura normalmente utilizzata è il "nanometro" (miliardesimo di metro) e si indica con "nm': a lunghezze d'onda inferiori - minori di 500 nm - corrispon- dono i colori più freddi (violetto-blu); a 'lunghezze d'onda maggiori - al di sopra dei 600 nm - troviamo i colori più caldi (arancione-rosso). En passant aggiun- giamo che la temperatura colore delle tinte è in realtà inversamente proporzio- nale ... al nostro modo di dire: le tinte generalmente indicate come "fredde" corrispondono a temperature colore elevate e viceversa. Ma questo, ad onor del vero, esula terribilmente dal rima- nente contesto. Torniamo a noi: i "verdi" sono caratte- rizzati da lunghezze d'onda comprese tra 500 e 570 nm, limite al di sopra del quale incontriamo le tinte gialle. Da se- gnalare, inoltre, come l'occhio non per- cepisca in manera lineare le differenze cromati che tra lunghezze d'onda diffe- renti. Se, ad esempio, tra 450 e 500 nm si passa dal blu al verde (due tinte ben differenti tra loro, tant'è che sono utiliz- zati come differenti componenti prima- rie) lo stesso non accade tra 600 e 650 nm (e ancor meno tra 650 e 700!) in cui spaziamo semplicemente in sfumature più o meno accese del rosso. Ma c'è un problema più grosso. Nel- lo spettro visibile - sembra un gioco di parole - possiamo individuare solo i co- lori "spettrali": tinte caratterizzate da un'unica lunghezza d'onda e per questo definite come monocromatiche. Esisto- no, però, infinite tinte non spettrali (ov- vero non presenti nello spettro) ottenu- te dalla miscelazione di colori "estremi" (ad esempio rosso+violetto). Si tratta 600 nm 254 MCmicrocomputer n. 172 - aprile 1997

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TEORIE & TECNICHE testo e illustrazioni di Andrea de Prisco

COLORE••• COLORE!!!Terza parte

Siamo giunti al nostro terzo ed ultimo "appunta-mento teorico" di Colore... COLORE, la brevecarrellata di articoli di Oigital Irriaging dedicati al-la colorimetria. Questo mese illustreremo ecommenteremo brevemente il diagramma dicromaticità CIE, col quale è possibile codificaretutti i colori visibili utilizzando in sintesi additivatre primari ... invisibili. Per quanto possa sembra-re un terribile scherzo della natura è proprio co-sì: il nostro apparato visivo è talmente tantocomplicato (o lo conosciamo ancora troppo po-co, oserei dire!) che per rappresentare tutte lepossibili sfumature cromatiche dobbiamo mi-scelare tra loro colori primari che, singolarmentee alla loro massima saturazione, non riuscirem-mo a riconoscere o a distinguere da altri.Ci riallacceremo, infine, al "conto lasciato in so-speso" sullo numero scorso di MC, nel quale erastata pubblicata una tabella cromatica che abbia-mo sottoposto al nostro spettrofotometro Color-tron e al software PrintOpen ICC della LinotvpeHell per valutare lo spazio cromatico della stam-pa tipografica di MCmicrocomputer.Scoprendo che...

Figura l: Lo spettro visibile e le lunghezze d'onda corrispondenti.

Colori e spettroCome andiamo ripetendo da mesi, la

luce altro non è che una radiazione dinatura elettromagnetica al pari delle on-de radio, le microonde, i raggi X e i rag-gi gamma. Ciò che differenzia tuttequeste radiazioni elettromagnetichenon è la loro natura fisica ma essenzial-mente la lunghezza d'onda (o, se prefe-rite, la frequenza, inversamente propor-zionale alla prima) e il loro comporta-mento nei confronti della materia. Leonde radio, da quelle emesse dai radio-trasmettitori ad onde lunghe fino allemicroonde, occupano la parte bassadello spettro elettromagnetico. In altotroviamo i raggi X e, ancora più su, i pe-ricolosi raggi gamma. Più o meno ametà strada, tra la zona degli infrarossie la regione degli ultravioletti, è situatolo spettro visibile mostrato in figura 1.L'unità di misura normalmente utilizzataè il "nanometro" (miliardesimo di metro)e si indica con "nm': a lunghezze d'ondainferiori - minori di 500 nm - corrispon-dono i colori più freddi (violetto-blu); a

'lunghezze d'onda maggiori - al di sopradei 600 nm - troviamo i colori più caldi

(arancione-rosso). En passant aggiun-giamo che la temperatura colore delletinte è in realtà inversamente proporzio-nale ... al nostro modo di dire: le tintegeneralmente indicate come "fredde"corrispondono a temperature coloreelevate e viceversa. Ma questo, ad onordel vero, esula terribilmente dal rima-nente contesto.

Torniamo a noi: i "verdi" sono caratte-rizzati da lunghezze d'onda compresetra 500 e 570 nm, limite al di sopra delquale incontriamo le tinte gialle. Da se-gnalare, inoltre, come l'occhio non per-cepisca in manera lineare le differenzecromati che tra lunghezze d'onda diffe-renti. Se, ad esempio, tra 450 e 500 nm

si passa dal blu al verde (due tinte bendifferenti tra loro, tant'è che sono utiliz-zati come differenti componenti prima-rie) lo stesso non accade tra 600 e 650nm (e ancor meno tra 650 e 700!) in cuispaziamo semplicemente in sfumaturepiù o meno accese del rosso.

Ma c'è un problema più grosso. Nel-lo spettro visibile - sembra un gioco diparole - possiamo individuare solo i co-lori "spettrali": tinte caratterizzate daun'unica lunghezza d'onda e per questodefinite come monocromatiche. Esisto-no, però, infinite tinte non spettrali (ov-vero non presenti nello spettro) ottenu-te dalla miscelazione di colori "estremi"(ad esempio rosso+violetto). Si tratta

600 nm

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LUNGHEZZA D'ONDA (nanometri)

Figura 2: I va/ori del tri-stimolo per i tre primariimmaginari stabiliti dalla

C/E nel 1931.

nello spettro cromatico rispettivamenteintorno ai 450 nm e ai 600 nm (quest'ul-timo molto superiore al primo, vedi figu-ra 2l. Y e Z corrispondono a tinte spet-trali - sempre irrealisticamente ipersatu-re - con lunghezza d'onda dominante ri-spettivamente di 520 e 477 nanometri.Inoltre la tinta Y (quella corrispondenteal "verde ipersaturo") ha un andamentoproporzionale alla nostra sensibilità allaluminosità delle tinte.

Scelti i tre primari tramite i quali èpossibile ottenere, per sintesi additiva,qualsiasi tinta reale è possibile a questopunto utilizzare uno spazio tridimensio-nale, avente per assi i tre primari utiliz-zati, per "catalogarle" tutte.

Per non ricorrere ad un diagrammatridimensionale è possibile "normalizza-re" le tinte facendo in modo che la lorosomma sia sempre pari ad uno. Se X, Y,

Semplifichiamocila vita!

che la risposta deinostri fotorecetto-ri retinici (i coni)avesse un anda-mento negativoper alcune fre-quenze dellospettro visibile.

I primari sceltidalla CIE per ge-nerare tutti i colorivisibili sono tinteipersature: colori(in realtà, non es-sendo visibili, nondovrebbero esse-re indicati cometali) più saturi di

700 quanto i nostri fo-torecettori retinicisiano in grado didecifrare. I tre "pri-

mari immaginari", con notevole sforzo difantasia, sono stati denominati X, Y, eZ.

X corrisponde a un rosso violaceoipersaturo contraddistinto da due picchi

x

600

2,0

1,8 Z

1,6

',4

1,2

1,0

0,8

0.6

0.4

0.2

400 500

delle cosiddette "porpore", colori bennoti in natura, ma non riproducibili mo-nocromaticamente, né ricavabili per dif-frazione da un raggio di luce bianca. Belpasticcio!

Il diagramma CIENel 1931 la Commission Internatio-

naie de l'Eciairage (Commissione Inter-nazionale per l'Illuminazione) ha defini-to un diagramma di cromaticità stan-dard che comprende tutte le tinte visi-bili dall'occhio umano. Si basa, comealtre codifiche di cui abbiamo parlato inprecedenza, sull'utilizzo tre colori pri-mari che, opportunamente miscelatitra loro in sintesi additiva, permettonodi ottenere tutti i colori esistenti in na-tura. A differenza, però, dei metodiRGB o CMY (sintesi additiva e sottratti-val. il diagramma di cromaticità propo-sto dalla CIE non dipende dal compor-tamento di questo o quel dispositivo divisualizzazione o stampa in quanto èbasato sul concetto, al limite del filoso-fico-esistenziale, di "Osservatore Stan-dardo. L'Osservatore Standard è defini-to a partire dalle proprietà del nostrosistema visivo e si basa su analisi si-stematiche effettuate su un vastocampione di osservatori umani. E danumerosi studi effettuati nel primo do-poguerra, fu notata l'impossibilità diriuscire a riprodurre per sintesi additivatutti i colori comunque si scegliesse laterna di primari reali da miscelare. Soloaggiungendo un colore primario allatinta da codificare era possibile indivi-duare una terna cromatica che la ripro-ducesse fedelmente: fu ipotizzato così

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e Z sono i tre valori che identificano uncolore, X+ Y+Z la loro somma, e noi po-niamo:

x = XJ(X+ Y +Z)

y = Y/(X+Y+Z)

z = Z/(X+ Y+Z)

risulta che x+y+z (occhio alle minu-scole!) è sempre uguale ad 1 per qual-siasi valore originario di X, Y e Z (alge-bra spicciola, senza offesa per nessu-no!). Da questo si ricava tra l'altro che:

z= 1-x-y

ed è dunque possibile utilizzare duesole coordinate cromatiche (x e y, adesempio) per identificare un colore es-sendo la terza (z, in questo caso) ricava-bile sottraendo all'unità le altre due.

Il vantaggio è evidente: normalizzan-do i colori col meccanismo della sommacostante (uguale al) è possibile utilizza-re un grafico bidimensionale per "catalo-gare" qualitativamente (e non quantitati-va mente) tutte le tinte reali. Ovverotracciamo tutti i colori possibili ed im-maginabili la cui intensità totale è co-stante e pari ad uno: tutte le altre tintesono ottenute semplicemente indican-do, oltre ai valori x e y (il valore z si ot-tiene, come detto, dagli altri due) il suo

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grado di lumino-sità espresso, vo-lendo, in formapercentuale.

Tutti i colori(reali e irreali) generabili con i primari xe y giacciono su un triangolo rettangolo(la zona nera di figura 3) avente comevertici l'origine (0,0) il punto massimo dix e minimo di y (1,0) e il punto massimodi y e minimo di x (0,1) All'interno diquesto triangolo rettangolo è tracciato ildiagramma CIE dei colori reali: unacampana che racchiude tutte le tintepossibili. AI di fuori della campana (masempre all'interno del triangolo) ci sonotutti i colori non visibili o non distinguibi-li da quelli presenti lungo il perimetroesterno. Il diagramma CIE gode, proprioper il modo in cui è stato generato, dialcune importanti caratteristiche che an-diamo ora ad illustrare maggiormente indettaglio.

Prima di proseguire ...... è d'obbligo una doverosa premes-

sa. Tutti i diagrammi cromatici che ve-dete pubblicati in queste pagine hannoun "leggero" difetto: non hanno nulla ache spartire con la realtà. Questo sem-plicemente perché sono stampati sucarta con tradizionali tecniche tipografi-che e, proprio per questo motivo, sonoriprodotti utilizzando lo spazio cromatico(assai ridotto) delle tinte riproducibilicon tali mezzi.

E' richiesto, al lettore, un piccolosforzo di immaginazione: non cercate

sui diagrammi CIE qui pubblicati tutte letinte possibili e immaginabili, non è pro-prio fisicamente possibile stamparle.Vedete colori piuttosto smorti e poco vi-vi ... pazienza! Cercate di immaginarli almeglio e proseguite nella lettura.

L'illuminante CIEPiù o meno al centro del diagramma

CIE è presente un punto (un colore). co-me vedremo tra breve, di importanzastrategica e indicato con la lettera "C".E' il cosiddetto "Illuminante CIE", assun-to come riferimento e corrispondentealla radiazione emessa da una superfi-cie bianca illuminata da luce diurna me-dia. Lungo il perimetro curvo della cam-pana si trovano tutte le tinte spettrali al-la loro massima saturazione: i circolettigrigi e i valori indicati segnalano le lun-ghezze d'onda corrispondenti. Nella par-te alta del diagramma "vivono" le fami-glie dei verdi; in basso a sinistra i blu, inbasso a destra i rossi. Sul segmentorettilineo che congiunge i due vertici in-feriori della campana si trovano i colorinon spettrali (o porpore) alla loro massi-ma saturazione. Tutti i colori non spet-trali, dalla saturazione via via decrescen-te, sono situati nel triangolo delimitatoin basso dal segmento delle porpore eavente come vertice il punto C (vedi fi-gura 4). Lo stesso vale per i colori spet-trali, situati nella rimanente parte deldiagramma: man mano che ci si avvici-na all'illuminante C i colori sono sempremeno saturi.

Per come è costruito il diagramma,

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essere utilizzato, prendendo le dovuteprecauzioni, anche per le mescolanzesottratti ve (come avviene per la stam-pa). I colori ottenuti dalla mescolanzasottrattiva di due tinte non giacciono sulsegmento rettilineo che li unisce malungo un segmento curvilineo (vedi figu-ra 6) del quale non è nota a priori la for-ma esatta. Per tracciare la curva (il luo-go dei punti corrispondenti ai colori ot-tenibili dalla sintesi sottrattiva dei duecolori) è necessario "campionare" alcunemescolanze tipiche (ad esempio 10%-90%, 20%-80%, 30%-70%, ecc. ecc.)ed interpolare così l'andamento com-plessivo.

In figura 7 è mostrato un tipico spa-zio cromatico di un dispositivo RGB(quale può essere un monitor a colori),delimitato dal triangolo bianco aventecome vertice i tre colori primari dellasintesi additiva e un altrettanto tipicospazio cromatico CMY (stampa a colo-ri), delimitato dall'esagono tracciato ingrigio. Da segnalare due cose interes-santi. Innanzitutto, come facilmente ve-rificabile tenendo sottocchio il diagram-ma, proprio per la forma a campana diquest'ultimo, comunque scegliamo i treprimari all'interno dei colori reali non riu-sciremo mai a riprodurre con essi tuttele tinte ma ne escluderemo sempre unacerta quantità. Dunque non crediateche esistano monitor RGB in grado di ri-produrre tutto il riproducibile o scanner

standoci ad esem-pio ai "tre quarti"del segmento, latinta individuatacorrisponde allasomma del 75%del primo colore edel 25 % del se-condo colore e co-sì via. Lo stessodiscorso vale perla sintesi additivadi tre o più com-ponenti cromati-che: le tinte otteni-bili dalla loro me-scolanza sono tut-te quelle delimita-te dal poligonoconvesso che hacome vertici i pun-ti del diagrammache corrispondonoai colori utilizzati.

Tornando al ca-so di due sole tinte, se il segmento chele unisce passa per il punto C i coloripresi in considerazione sono tra lorocomplementari. Se il punto C "cade' nelbaricentro del segmento, le due tintehanno la medesima saturazione (èuguale la loro distanza dall'illuminanteCIE) e sommandole tra di loro si ottieneil colore bianco.

Il diagramma di cromaticità CIE può

prendendo due tinte qualsiasi, il seg-mento che le unisce rappresenta tuttele possibili mescolanze additive dei duecolori prescelti. Non solo: la posizionerelativa lungo il segmento di congiunzio-ne rappresenta la percentuale di me-scolanza delle tinte. Così nel baricentrodel segmento troviamo la tinta esatta-mente formata dal 50% del primo colo-re e dal 50% del secondo colore. Spo-

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Nello spazio cromaticoCIE L "a"b" è possibi-le quantificare le dif-ferenze croma tichesemplicemente misu-rando la distanza eucli-dea tra le due tinte.

Red

D

Yellow

mo! - limiti cromati ci della stampa tipo-grafica) prese alcune coppie di colori (di-stanti tra loro, in termini metrici, una de-terminata quantità prefissata per tuttele coppie) in punti diversi dei diagrammipotremo notare che alcuni di essi ci·sembreranno più simili o più differentitra loro di altri. Facciamo un esempio

dE ~v'(dL)'+(da)'+(db)'

DdE= ....

1

D Blacko

100

Blue

D

DGreen

L = Lightness

patibile" - mi si conceda tale macchero-nica espressione - con la nostra perce-zione visiva delle differenze tra colori(eccheppalle! Il). Fermo restando che,come già ampiamente dichiarato, i dia-grammi pubblicati in queste pagine so-no lontani alcuni anni luce dai diagram-mi reali (a causa dei ben noti - speria-

Se volete verificarequanto la stampa tipo-grafica "ammazzi" icolori del monitor, pro-vate a costruire questamappa CIE Lab conPhotoshop. Create unnuovo documento inmodalità LAB. Poi, dal-la palette dei canalicreate le due sfumatu-re mostrate qui a lato,rispettivamente su "a"e su "b ". Confrontateil risultato e mettetevile mani nei capelli ...

a colori altrettanto superdotati. La se-conda considerazione riguarda lo spaziocromatico della stampa a colori, ridottorispetto allo spazio RGB ma leggermen-te più performante per quel che riguar-da la stampa delle tinte azzurro ciano.

Infine, in figura 8, è mostrata la codi-fica dei colori rappresentati dal diagram-ma di cromaticità CIE in termini di lun-ghezza d'onda dominante e saturazione(o grado di purezza). Se un colore appar-tiene al perimetro esterno è, come giàdetto, al suo massimo grado di purezza,se cade all'interno del diagramma ha co-me saturazione la distanza relativa la tin-ta e il punto C, misurata lungo il seg-mento passante per il colore e congiun-gente il bianco col bordo esterno. Il pun-to in cui il prolungamento del segmentoincontra il perimetro identifica la lun-ghezza d'onda dominante della tintaconsiderata. Ad esempio il colore identi-ficato dal punto A di figura 8 è caratte-rizzato da una saturazione del 75% euna lunghezza d'onda dominante di 495nm. Nel caso di tinte non spettrali, si in-dica come lunghezza d'onda dominantequella del colore complementare, indi-candola col suffisso "c": sempre in figura8, il colore B ha una saturazione del66% e come lunghezza d'onda domi-nante il valore 51Oc.

Da CIExy a CIElabAffascinante o indifferente, bello o

brutto, utile o inutile che sia (se sietedel secondo avviso probabilmente giànon state più leggendo queste righe) ildiagramma di cromaticità CIExy finoramostrato ha, ma non per colpa sua, unsolo "difetto". Non è "linearmente com-

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In questa tabella, messa a punto dalla Barco, sono mostrate le differenze di 6 "delta E" nello spazio metri-co CIE L "a"b". Immagini confinanti hanno un "delta E" di 6, le immagini non confinanti (sommando le dif-ferenze relative) distano tra loro 12 "delta E".

(sempre teorico, vista l'impossibilità diverificarlo realmente sulle mappe pub-blicate in queste pagine): ipotizziamo diavere un diagramma CIExy grande diecicentimetri. Prendiamo coppie di colori,in vari punti del diagramma, distanti traloro - sempre ad esempio - tre millime-tri e uniamole da un segmento di parilunghezza. Potremmo agilmente verifi-care che in alcune zone del diagramma icolori agli estremi dei segmenti sonoassai simili tra loro, in altre zone (sem-pre a tre millimetri di distanza gli uni da-gli altri) sono percettibilmente molto di-versI.

Nelle zone alte del diagramma (vi do-vete fidare come mi sono fidato io di al-cuni documenti CIE), a parità di distan-za, i colori sono assai più simili tra solodi quanto succeda nelle zone basse, inparticolar modo verso l'inizio dei colorispettrali puri (zona del blu-violetto).

Nel 1976 (ben 45 anni dopo il primodiagramma e ormai agli albori della rivo-luzione informatica dei giorni nostri) laCIE ha partorito un nuovo diagrammadenominato UCS (Uniform Color Scale)direttamente derivato dal primo "sempli-cemente" rimappando i colori in modotale da risultare tra loro equidistanti aparità di differenza percettiva. Realizza-ta la nuova mappa cromatica, hanno vi-sto la luce contemporaneamente duenuove codifiche denominate L*a*b* eL*u*v*, la prima indicata per sintesi ad-ditiva, la seconda per la sintesi sottratti-va. Focalizziamo l'attenzione sulla primadelle due. Nella nuova codifica L*a*b*(che d'ora in poi chiameremo Lab) i co-lori vengono disposti all'interno di unospazio tridimensionale i cui tre assi so-no "L", "a" e "b". "L" identifica la lumino-sità e può avere solo valori positivi, di

Ricordate fa tabellacromatica pubblicata ilmese scorso? E' statautilizzata per misurarefo spazio cromatico ef-fettivo della stampa ti-pografica di MCmicro-computer e per calco-lare if corrispondenteprofilo ColorSync.

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solito da O a 100, ma può essere utiliz-zata anche una risoluzione diversa (adesempio da O a 255 per sfruttare l'inte-ra capacità degli otto bit). "a" e "b" sonole caratteristiche cromatiche: con la pri-ma si spazia dal verde al rosso, con laseconda dal blu al giallo. Il loro range divalori varia di norma da -300 a +300, maanche in questo caso possono essereutilizzate risoluzioni differenti: Photo-shop, ad esempio, utilizza come rangedi valori quello compreso tra -128 e

+ 127, impiegando anche per questi1+ 1 byte per la loro codifica.

Definito uno spazio cromatico percet-tibilmente uniforme è possibile misura-re in maniera piuttosto agevole quantosiano "distanti" tra loro due colori, ovve-ro quanto siano tra loro diversi. Nascecosì il ~E (Delta E) che rappresenta ladistanza euclidea tra due qualsiasi tintedello spazio cromatico CIElab che, percome è stato costruito (a partire dalCIExyl. è indipendente dal dispositivoutilizzato per la visualizzazione.

Tutto (ma proprio tutto ... ) ciò pre-messo, siamo andati a verificare ...

La stampa di MePer la stampa di MCmicrocomputer

(così come per MC-digest, AudioRe-view, ACS-audiocarstereo, Orologi eper le nostre pubblicazioni annuali) ciappoggiamo ad una tipografia industria-le situata nei pressi di Roma (GraficheP.F.G., di Ariccia) che utilizza macchinerotative per la stampa in quadricromia(ma guarda un po' ...) capaci di produrrefinanche 25.000 copie l'ora. La velocitàdi stampa, infatti, può essere anche au-mentata (a discapito della qualità e/oquando si ha particolare fretta) o dimi-nuita per produrre risultati ai massimi li-velli o con tipi di carta particolare: per

259

[JilI••••

"""'-

No<-

O

x0.6 0.7 0.8

Tabella Me Finestre unlorlD

o.•

0.7

o.•

o.,

o.,

0.3

0.2

0.1

Nel grafico qui a lato l'andamento "delta E" (rispetto a determinate tinte cam-pione) durante la stampa delle oltre 90.000 copie dello scorso numero di MC-microcomputer. In alto lo spazio cromatico della stampa tipografica calcolatograzie al software PrintOpen ICC della Linotype Hell.

',5

2.5

>,5

MCmicrocomputer la velocità utilizzataè di circa 20.000 copie l'ora. Ogni fogliodi stampa, a seconda della macchinautilizzata, può contenere 16 o 32 paginedella rivista (i cosiddetti "sedicesimi" o"trentaduesimi") e dalle "bobinone" dicarta che alimentano tutto il megadi-spositivo si ottiene in uscita il fascico-letto di pagine già ripiegato su se stes-so pronto per la rilegatura (allestimen-to). Il primo colore stampato è il ciano,segue il magenta, il giallo e infine il ne-ro. All'uscita dell'ultima unità di stampa,la carta (ancora non tagliata) passa pri-ma in un forno di essiccazione perasciugare i colori, poi su rulli di raffred-damento per abbassare la temperaturae, prima dell'operazione di taglio in sedi-cesimi o trentaduesimi, viene applicatouno strato di silicone per ottenere unaresa più brillante dei colori. Il tutto av-viene ad una velocità incredibile: non sicapisce come fa a non bloccarsi tuttodurante la lavorazione. AI volo viene fi-nanche sostituita la bobina di carta sen-za mai fermare per un solo attimo lastampa: poco prima che si esauriscacompletamente una delle due bobineviene accumulata in un apposito buffermeccanico una quantità di carta suffi-ciente ad assicurare, in alimentazione,

Le enormi bobine carta che alimentano la macchi-na di stampa utilizzata dalla P.F.G. di Ariccia (AM).

alcuni secondi di autonomia per effet-tuare, sempre automaticamente, lagiuntura dei due rotoloni.

Un sistema completamente automa-tizzato (e gestito, immancabilmente, daun computer) tiene sempre "a registro"le quattro unità di stampa per i quattrocolori, effettuando continuamente mini-me correzioni in base anche alla più pic-cola oscillazione di tensione della carta.Da segnalare, infine, che la stampa ef-fettiva di ogni sedicesimo o trentaduesi-mo contempla alcune migliaia di copieiniziali di scarto (di avviamento, non uti-lizzate per la rivista) che vengono lette-ralmente sprecate per effettuare tuttele regolazioni fino ad ottimizzazione del-la stampa. In più, durante la lavorazione,sono continuamente prelevati campioniper verificare (alla luce di un'illuminazio-ne stabile e calibrata) la corrispondenzacromatica con gli originali di riferimento(cromalin) forniti alla tipografia assiemealle pellicole.

Ed è proprio lì che siamo andati amettere il naso ...

Il ~Edi MeGrazie alla squisita disponibilità e col-

1.....·c,·····'·\I. ~ ..... ~ ..~~ ~\' ..., ~ .. ~--=-: :,\ ......•.

.~.. ~~ .... "

,'~'---'"i . I

, -'.. ~ .-"(

l iI'-. ~._ .I "sedicesimi" fotografati al volo all'uscita delle unità di stampa del Clima, del magenta e del giallo. L'ultimo "tocco" lo dà il passaggio del nero.

260 MCmicrocomputer n, 172 - aprile 1997

-~- ---------

Il costante controllo qualità durante la stampa è assicurato da un computer che monitorizza anche il piùpiccolo "fuori registro" effettuando automaticamente le dovute correzioni. A lato il controllo cromatico èeffettuato confrontanto campioni stampati con gli originali di riferimento IcromalinJ.

laborazione dei responsabili e dei tecni-ci di Grafiche P.F.G. sono stati prelevatialcuni campioni di stampa ad intervalliregolari, per la precisione ogni 10.000copie in uscita. Ovviamente, come rife-rimento è stato preso il "sedicesimo"contenente il precedente articolo di Di-gital Imaging (pubblicato su MCmicro-computer di marzo) nel quale, comeavete avuto modo di notare, abbiamoinserito la tabella cromatica del pacchet-to PrintOpen ICC della Linotype Hell (di-stribuito dalla Modo di Reggio Emilia).Con questo e col cromalin corrispon-dente a quelle pagine, abbiamo effet-tuato due distinte misurazioni, utilizzan-do lo spettrofotometro Colortron dellaLight Source. La prima ha riguardato lamisurazione dello spazio cromatico del-la stampa tipografica di MCmicrocom-puter e la costruzione (sempre grazie aPrintOpen) del profilo ColorSync corri-

Ecco le "cartucce" diinchios tro utilizza teper la stampa di Me.Ciano, magenta, gialloe nero... formato bari-lei

spondente. Questo ci servirà, in futuro,per avere uscite calibrate con il realeprocesso di stampa.

La seconda misurazione ha riguarda-to alcune tinte selezionate dalla tabellacromatica (i livelli di grigio, i gialli, i ros-si, i blu) sui campioni prelevati durantela stampa. Come era facilmente preve-dibile, durante le cinque-sei ore di fun-zionamento della macchina tipograficaper la stampa di quel sedicesimo rilevia-mo sì delle oscillazioni cromatiche, masempre estremamente contenute. L'o-scillazione massima si è avuta tra le cin-quanta e le sessantamila copie in cui ilt.E ha superato di poco il valore di 3.5.Si tratta di un risultato a dir poco eccel-lente: le stampanti "domestiche" (noncalibrate) possono anche fornire L'.Edi20 o addirittura di 30 senza che .. ci ar-rabbiamo più di tanto. Solo i dispositivitecnologica mente più evoluti scendono

al di sotto di 6 o 7 L'.E, valori sotto aiquali comincia ad essere difficile valuta-re ad occhio nudo differenze cromati-che se non confrontando l'una accantoall'altra e per alcuni secondi le due im-magini. Come dire: complimenti per lastampa!

MCmicrocomputer n. 172 - aprile 1997 261