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lettere dal MONASTERO di S. BENEDETTO in BERGAMO DICEMBRE 2013 Anno XXIII N. 2 - Periodico semestrale di Inf. Religiose Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Bergamo Direttore responsabile: Gino Carrara Redazione e Amministrazione c/o Monastero S. Benedetto, Via S. Alessandro, 51 - BERGAMO - Tel. 035247461 - c.c.p. 00223248 Autorizzazione del Tribunale di Bergamo N. 39 in data 7.12.1990 Stampa: Laboratorio Grafico snc - Pagazzano (BG) Giovanni XXIII, Notte di Natale 1962 (Foto Felici).

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lettere dal

MONASTERO di

S. BENEDETTO

in BERGAMODICEMBRE 2013

Anno XXIII N. 2 - Periodico semestrale di Inf. ReligioseSpedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB BergamoDirettore responsabile: Gino Carrara

Redazione e Amministrazione c/o Monastero S. Benedetto,Via S. Alessandro, 51 - BERGAMO - Tel. 035247461 - c.c.p. 00223248Autorizzazione del Tribunale di Bergamo N. 39 in data 7.12.1990Stampa: Laboratorio Grafico snc - Pagazzano (BG)

Giovanni XXIII, Notte di Natale 1962 (Foto Felici).

S_BENEDETTO DICEMBRE 13.prnF:\SAN BENEDETTO\LETTERE DAL MONASTERO DICEMBRE 2013\S_BENEDETTO DICEMBRE 13.vpmarted 26 novembre 2013 8.30.00

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“La storia di Gesù si perenna.Beato chi la intende e ne attinge grazia,

robustezza e benedizione”.Giovanni XXIII, Notte di Natale 1962

Nella omelia durante la solenne concelebrazione in Cattedrale per la fe-sta del Patrono Sant’Alessandro, il 26 agosto scorso, il Vescovo di Bergamo,Mons. Francesco Beschi, ha pronunciato queste parole riepilogando la “…quantità impressionante di eventi che hanno attraversato e attraversano lanostra comunità: l’Anno della fede e il cinquantesimo anniversario dell’a-pertura del Concilio e della morte di Papa Giovanni, a cui ora si aggiungel’annuncio della sua canonizzazione straordinaria; i pellegrinaggi parroc-chiali a Sotto il Monte e il Pellegrinaggio diocesano a Roma con l’incontroeccezionale con Papa Francesco; in quest’anno tre Beatificazioni: la prossi-ma il 21 settembre di fra Tommaso da Olera, qui nella nostra Cattedrale perla prima volta [gli altri sono Padre Bartolomeo Dalmasoni e Don Luca Pas-si]; la Giornata mondiale della gioventù in Brasile a cui hanno partecipato al-cuni nostri giovani e molti altri alla veglia in contemporanea con i giovanidella Lombardia a Caravaggio; l’ordinazione episcopale di mons. MaurizioGervasoni, Vescovo eletto di Vigevano e quella di mons. Eugenio Coter inBolivia, oltre a nomine in quel Paese di altri già Vescovi; e proprio in questigiorni la Settimana liturgica nazionale che si tiene nella nostra Diocesi. (...)La nostra Comunità non ha soltanto una storia da raccontare in questo senso,ma oggi, qui e in diversi paesi del mondo si impegna ad essere segno evange-lico di speranza; testimonianza coraggiosa di liberazione, di giustizia, di so-lidarietà. (...) La limpida e luminosa testimonianza dei Santi risvegli la no-stra sincera disponibilità a accogliere e trasformare il grande dono della fedein un fermento di vita così credibile da diventare capace di riscattare non so-lo la nostra esistenza, ma quella di ogni uomo”.

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Grazia, robustezza e benedizione: tale sia la nostra testimonianza difede all’interno delle nostre famiglie, delle nostre comunità,

della nostra società. Ne abbiamo tutti bisogno.È questo il sincero e grato augurio che di cuore rivolgiamo a tutti i

nostri lettori, benefattori e amici per unsereno Natale 2013 e un Anno di grazia 2014.

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“(…) Vorrei idealmente bussare alla porta diogni abitante di questo Paese, dove si trovano leradici della mia famiglia terrena, e offrire a tutti laparola risanatrice e sempre nuova del Vangelo.

Tante sono le questioni di fronte alle quali lenostre preoccupazioni sono comuni e le rispostepossono essere convergenti. Il momento attuale èsegnato dalla crisi economica che fatica ad esseresuperata e che, tra gli effetti più dolorosi, ha quellodi una insufficiente disponibilità di lavoro. È necessario moltiplicare glisforzi per alleviarne le conseguenze e per cogliere ed irrobustire ogni segnodi ripresa. (…).

Il compito primario che spetta alla Chiesa è quello di testimoniare la mi-sericordia di Dio e di incoraggiare generose risposte di solidarietà per aprirea un futuro di speranza; perché là dove cresce la speranza si moltiplicano an-che le energie e l’impegno per la costruzione di un ordine sociale e civile piùumano e più giusto, ed emergono nuove potenzialità per uno sviluppo soste-nibile e sano” (Papa Francesco, Visita ufficiale del Santo Padre al Presiden-

te della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, 14 novembre 2013).

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Orari delle Celebrazioni natalizie in Monastero

Martedì 24 Dicembre a mezzanottesolenne S. Messa della Natività celebrata da S. E. Mons. Gaetano Bonicelli.

Mercoledì 25 Dicembre, Natale del SignoreOre 10 S. Messa solenne.Ore 17.30 Vespri in canto gregoriano e S. Messa congiunti.

Giovedì 26 Dicembre, S. StefanoOre 10 S. Messa.

Martedì 31 DicembreOre 20.30 S. Messa solenne con canto del Te Deum.

Mercoledì 1 Gennaio 2014, S. Madre di DioOre 10 S. Messa solenne.Ore 17.30 Vespri in canto gregoriano e S. Messa congiunti.

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IL BEATO FRA TOMMASO DA OLERAIl 21 settembre scorso si è celebrata nel

Duomo di Bergamo la beatificazione di fraTommaso Acerbis da Olera, presieduta sumandato del Santo Padre, dal Cardinale Ange-lo Amato, Prefetto della Congregazione per lecause dei Santi. Una celebrazione storica laprima di tal genere nella nostra Città.

Tommaso Acerbis nasce nel 1563 a Ole-ra, nel territorio di Alzano Lombardo. Condi-vide con i genitori Pietro e Margherita stenti efatiche, facendo il pastore e il contadino suipochi fazzoletti di terra della famiglia. Si reca a Verona per farsi frate cappuc-cino e durante l’anno di prova (1580-81) si rivela uno specchio di perfezionereligiosa. Per questo motivo, nei tre anni successivi, gli viene insegnato anchea scrivere: eccezione rara in quei tempi, tra i cappuccini. Dopo la formazionegli viene affidato l’incarico della questua. Ogni giorno sulle strade per chiede-re a tutti, senza distinzione, un pane per i frati e per i poveri. In cambio assicuraa ciascuno consolazioni, esortazioni e intercessioni. Rimane a Verona perventicinque anni. Sino al 1612 è a Vicenza e nei successivi quattro anni a Ro-vereto. Nel 1618, il solo anno in cui non si dedica alla questua, è a Padova, do-ve svolge l’ufficio di portinaio. Nel 1619 è chiamato a Innsbruck dall’arciducadel Tirolo, Leopoldo V, e riprende il compito della questua, esercitandolo fe-delmente sino alla fine della sua generosa vita.

Tommaso avvicina tutti e a ciascuno parla di Dio: ai grandi del mondo,che restano sorpresi da tanta grazia umana e cristiana; all’umile gente, che loaccoglie come l’inviato dal Signore. Istruisce nella fede e impegna nell’a-more. Nutre una particolare attenzione verso le vocazioni femminili: inco-raggia alcune ragazze a consacrarsi a Dio nella vita contemplativa. Per loro,a Vicenza, favorisce l’erezione del monastero delle clarisse cappuccine e aRovereto, un altro monastero per le clarisse urbaniste. «Tommaso, benchéestraneo al mondo della cultura teologica, ma sostenuto da un’intuizionepersonale e da una scoperta originale, è giunto ad una devozione verso il Sa-cro Cuore che è, dal punto di vista teologico, solida e sicura e, da un punto divista ascetico, molto ben definita. E questo è il suo grande merito» (UbaldoBadan).

Muore nella sua umile cella alle due di notte del 3 maggio 1631. I presen-ti attestano che la sua è stata una “morte d’amore”.

Riportiamo un brano di una sua lettera a Madre Eva Maria Rettinger, Ba-dessa delle Benedettine di Nonnberg (Salisburgo). È l’unica che si conosca

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Il Beato fra Tommaso da Olera.

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scritta dal Beato alla Rettinger, già sposa di Giorgio Fleischer conte di Ler-chenberg, convertita dal Luteranesimo alla Chiesa cattolica da fra Tommasoa Vienna negli anni 1620-1621.

“[…] Filia del Eterno Padre, sposa di Christo, esendo voi ritirata in soli-tudine, dovete per amore e con amore amar Giezu, che tanto amore porta avoi. Se racordi, serva di Christo, non basta amar Dio, ma bene amarlo, beneservirlo, volio dire che vi volle un sol amore: spropriati, disinteressati, mortial mondo et a noi stesi, vivi al nudo Christo, lontani dal amor proprio, merse-nario et serville. […] L’amore vede il suo dileto Sposo Christo e sempre lo apresente e tanto lo ama in contenti come ancho in travali et chroce e non loperde mai di vista. E però andava dicendo la Sposa de Cantici Diletus meus

michi et ego ille, et in altro locho diceva quia amore langueo. Questi ecesi diamore di talle anime ferischono il Core di Christo e però andava dicendo vul-

nerasti cor meum soror mea Sponsa.O care ferite, o dolci coloqui che fano talle anime con Christo! O quante

volte morono di morte di amore, che li dà una eterna vita! Queste anime sonosempre ardente, fiamegiante, e quanto più queste anime mangiano, beveno aquesta seleste mensa di amore, an-cho magior fame li chresce e ma-gior sete di amore. E un’anima instato di amore con il suo Dio di tutele cose chreate si sacierà, seto [=eccetto] che di amar Dio; alora saràsacia, quando aparirà la gloria diDio. L’amore va investigandosempre come posi amar, piacer aDio, e non core tanto li fiumi al ma-re quanto core l’anima amante aDio. Come non po arivare alle ope-re operando, vi ariva con ardenti etfiamegianti desideri e con ati inten-si eficasi agrandise le opere sue,che de ville le fa grandi, e si consu-mano nel focho di amore per rino-varsi a guisa di fenice nel amore, ilchui amore dà morte a se stesi perriavere nova vita di amore”.

(In Monumenta Bergomensia, I,

Bergamo 1958 pp. 729-732).

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Due momenti della celebrazione di beatificazione.

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Due eventi culturali hanno caratterizzato il nostro autunno, che bens’inseriscono nell’Anno della Fede, perché il nostro Dio, come dice il

libro della Sapienza, è “l’autore della bellezza”.

Presentazione del volume“ARCHITETTURA E ARTE”

Il 26 ottobre è stato presentato nella nostra chiesa Architettura e Arte ter-zo volume della collana “Il Monastero di San Benedetto in Bergamo”. Cura-to da Don Andrea Pilato, con la fattiva collaborazione della Comunità Mo-nastica, in 400 pagine descrive il percorso progettuale la costruzione dell’e-dificio rinascimentale, e la catalogazione dei dipinti e della porzione più im-portante dei paramenti e suppellettile sacra. Un lungo e complesso lavoro alquale hanno preso parte diversi autori e che completa il percorso iniziato nel2004 con la pubblicazione de L’Abbazia di S. Maria in Valmarina e de La

Comunità del Monastero urbano di S. Benedetto del 2007 caratterizzati daun taglio più storico. Nella congiuntura che stiamo vivendo può sembrare fu-ori luogo questa pubblicazione, ma pensiamo che la risposta al diffuso rista-gno dell’economia debba partire da una corretta visione “filantropica” chepossa contribuire a creare o conservare posti di lavoro, specialmente nel set-

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I relatori: E. Daffra, G. C. F. Villa, M. Mencaroni Zoppetti, Don A. Pilato.

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tore della cultura e dell’arte, nella fattivasperanza che l’iniziativa privata sia disprone a un serio impegno anche nel setto-re pubblico. Speranza guidata dal profon-do credere nella Provvidenza divina chetutto muove al bene, come dal desiderio disalvaguardare un patrimonio in cui ritro-vare le nostri radici.

In una chiesa gremita, davanti a unpubblico attento e partecipe, il vicesinda-co Gianfranco Ceci ha recato il saluto delSindaco Franco Tentorio e l’apprezza-mento per l’iniziativa. La Dott.ssa Ema-nuela Daffra della Soprintendenza di Mi-lano, la Dott.ssa Maria Mencaroni Zop-petti, Presidente dell’Ateneo di Scienze,Lettere e Arti di Bergamo, il Prof. Giovanni Carlo Federico Villa dell’Uni-versità di Bergamo e Don Andrea Pilato si sono poi alternati nell’esaminadel volume, curato graficamente da Mirko Rossi ed edito dalle “Edizioni deiSoncino”. Il pregio dell’opera - aperto da una splendida presentazione delVescovo S. E. Mons. Francesco Beschi - oltre che nell’apparato di note e ap-profondimenti, sta nel copioso materiale fotografico, a cura dello Studio DaRe, che permette di visitare “virtualmente” il monastero di clausura normal-mente non accessibile, e di conoscerne i beni artistici reperiti e conservatinel tempo dall’amorevole cura delle monache.

La Madre Abbadessa ha poi rivolto il saluto a nome della Comunità mo-nastica, ringraziando di cuore quanti si sono prodigati per la realizzazione diquest’opera, e ricordando le Madri e le Consorelle defunte che da anni desi-deravano vederne il compimento (i primi progetti in tal senso erano iniziatifin dagli anni Sessanta con Don Antonio Pesenti). Un grazie particolare èstato rivolto ai benefattori del monastero (a cui è dedicato in particolare ilvolume) che lungo i secoli, con il loro generoso e discreto aiuto, hanno per-messo alle monache di vivere più serenamente. Un prolungato applauso haaccolto le parole della Madre, visibilmente commossa: vi abbiamo letto tuttal’affezione e l’amicizia di cui è circondata la nostra comunità monastica.

A conclusione, nel suggestivo spazio del chiostrino è stato offerto unrinfresco a tutti i convenuti.

Quanti fossero interessati ad avere maggiori informazioni, possono ri-volgersi direttamente al monastero agli indirizzi riportati in calce al nostroperiodico.

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L’ETERNO NEL TEMPO“Le Quattro Stagioni” di don Antonio Vivaldi

“nel pane e nel vino” dell’altarePer Benedetto XVI la musica, forse più di altre arti, ha il potere di «aprire

le menti e i cuori alla dimensione dello spirito e condurre le persone ad alzarelo sguardo verso l’Alto». Ne abbiamo avuto prova sabato 9 novembre alle 16quando si è tenuto nella nostra chiesa il concerto “Le Quattro Stagioni” diAntonio Vivaldi, generosamente offerto dalla Gebetsliga di Bergamo e pro-posto dall’ensemble “Il Gene Barocco” diretto da Gregorio Carraro.

I quattro concerti, di tre movimenti ciascuno, sono ispirati da una poesiascritta dallo stesso Vivaldi. La peculiarità dell’esecuzione presentata sta nel-l’aver abbinato ai dodici movimenti la lettura di un brano scritturistico, pre-valentemente evangelico, brevemente commentato da Don Maurizio Rota,che nella presentazione all’inizio del concerto sottolineava: “Si è pensato diaccostare l’opera di Vivaldi al pane e al vino, materia del Santissimo Sacra-mento dell’altare, che portano in sé il ricco cammino delle quattro stagioni.Come Vivaldi racconta con la poesia e con la musica le stagioni, così noi conla Parola di Dio, con le nostre parole e con la stessa musica di Vivaldi, rac-contiamo le stagioni nel pane e nel vino che il Signore ha preso per rimanerein mezzo a noi”.

L’atmosfera di raccoglimento che si respirava nella nostra chiesa, la bra-vura e la passione esecutiva dei giovani interpreti, i commenti incisivi e pun-tuali hanno coinvolto emotivamente il pubblico presente, che occupava tuttii posti disponibili. Un momento davvero intenso di spirituale ascolto che si èsciolto nel convinto applauso finale al quale i musicisti hanno risposto con ilbis del travolgente Presto dell’Estate.

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L’ensemble “Il Gene Barocco”.

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20 giugno. Mons. Angelo Longaret-ti, Parroco di S. Pietro ai Cappucciniin Romano di Lombardia, con ungruppo di parrocchiani ricorda nellaS. Messa pomeridiana il suo 50° diOrdinazione sacerdotale, grato alSignore per le benedizioni ricevutein tanti anni di intenso apostolato.

30 giugno. Durante la S. Messa do-menicale delle ore 10 i coniugi Mar-cello e Vanna Ambrosini, visibil-mente emozionati, rinnovano il loro“sì” dopo 40 anni, circondati dal-

l’affetto dei loro familiari e amici, inparticolare dagli amati nipoti Leo-nardo, Riccardo e Simone.

11 luglio, solennità di S. Benedetto

Patrono d’Europa. Mons. GianniCarzaniga presiede la S. Messa delpomeriggio concelebrata da DonGiampietro Carrara e Don TullioFrosio Roncalli - che ricordano ri-spettivamente il 50° e il 40° di sacer-dozio - e da Don Adriano Caseri.Partecipano numerosi fedeli dellaparrocchia e il gruppo Oblati che cu-ra il servizio liturgico. Mons. Carza-niga nell’omelia ricorda che Bene-detto partendo da Cristo “cambia ilmondo”. È “il cristiano” nel sensopiù vero della parola perché aiuta gliuomini ad essere veramente se stessiportandoli all’incontro con Cristo.

Seguiamo con una particolare pre-ghiera la XXVIII Giornata Mon-

diale della Gioventù che si celebraa Rio de Janeiro inBrasile, alla pre-senza di papa Fran-cesco che per la

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Mons. Angelo Longaretti.

I Coniugi Ambrosini.

Solennità di San Benedetto: i Concelebranti.

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prima volta dalla sua elezione, tornanella “sua” America Latina.«Cari fratelli e sorelle, cari giovani!“Andate e fate discepoli tutti i popo-li”. Con queste parole, Gesù si rivol-ge a ognuno di voi, dicendo: “È statobello partecipare alla GiornataMondiale della Gioventù, vivere lafede insieme a giovani provenientidai quattro angoli della terra, ma oratu devi andare e trasmettere questaesperienza agli altri”. Gesù ti chia-ma ad essere discepolo in missione!Oggi, alla luce della Parola di Dioche abbiamo ascoltato, che cosa cidice il Signore? Che cosa ci dice ilSignore? Tre parole: Andate, senzapaura, per servire. Seguendo questetre parole sperimenterete che chievangelizza è evangelizzato, chi tra-smette la gioia della fede, riceve piùgioia. Cari giovani, nel ritornare allevostre case non abbiate paura di es-sere generosi con Cristo, di testimo-niare il suo Vangelo». (Dall’omeliadi Papa Francesco, 28 luglio 2013).

15 agosto, Solennità dell’Assunta.È presente per la S. Messa delle ore10 Mons. Adriano Gibellini, al qua-le facciamo i nostri più fraterni au-guri per il suo nuovo ministero diParroco della Cattedrale di AlbanoLaziale.

22 agosto. Riceviamo la gradita vi-sita di Dom Giordano Rota, elettonel luglio scorso Abate del Mona-stero di S. Giacomo in Pontida, ac-compagnato da Don Emanuel Bi-

netti. È visibilmente lieto di esseretornato al suo Monastero e al suo pa-ese d’origine, dopo il mandato comeAmministratore dell’importanteAbbazia Territoriale di Cava deiTirreni, dove ha vissuto una prezio-sa esperienza pastorale, arricchitadalla collaborazione con le istitu-zioni locali e con i laici. Ora il suopiù vivo desiderio è di dare visibilitàalla scelta monastica benedettina,soprattutto dopo che la Congrega-zione Cassinese (della quale è statoAbate Presidente) si è aggregata aquella Sublacense dando vita al-l’unica Congregazione detta Subla-

cense-Cassinese, erede del magiste-ro del nostro S.P. Benedetto.

25 agosto. Consueta tappa davantialla nostra chiesa del “Cammino diS. Alessandro” - che ha preso avviodopo la S. Messa della Vigilia dallaParrocchiale di S. Alessandro in Co-lonna diretto verso la Cattedrale -per un momento di preghiera e difraterno saluto.

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L’Abate Dom Giordano Rota

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7 settembre. Aderiamo alla giorna-ta di digiuno e preghiera indetta dalSanto Padre Francesco per implora-re la grazia della pace in Siria e nelMedio oriente.«È possibile percorrere la stradadella pace? Possiamo uscire da que-sta spirale di dolore e di morte? Pos-siamo imparare di nuovo a cammi-nare e percorrere le vie della pace?Invocando l’aiuto di Dio, sotto losguardo materno della Salus populi

romani, Regina della pace, vogliorispondere: Sì, è possibile per tutti!Questa sera vorrei che da ogni partedella terra noi gridassimo: Sì, è pos-sibile per tutti! Anzi vorrei cheognuno di noi, dal più piccolo al piùgrande, fino a coloro che sono chia-mati a governare le Nazioni, rispon-desse: Sì, lo vogliamo! La mia fedecristiana mi spinge a guardare allaCroce. Come vorrei che per un mo-mento tutti gli uomini e le donne dibuona volontà guardassero alla Cro-ce! Lì si può leggere la risposta diDio: lì, alla violenza non si è rispo-sto con violenza, alla morte non si èrisposto con il linguaggio della mor-te. Nel silenzio della Croce tace ilfragore delle armi e parla il linguag-gio della riconciliazione, del perdo-no, del dialogo, della pace».(Dall’Omelia di Papa Francesco du-rante la Veglia in Piazza San Pietro).

Il 16 e il 18 di settembre passano atrovarci rispettivamente S.E. Mons.Ottorino Assolari, Vescovo di Serri-na in Brasile, e S.E. Mons. Luigi Bo-

nazzi, Nunzio Apostolico nei PaesiBaltici. Entrambi ci raccontano co-me nelle loro chiese è stato vissutol’Anno della fede. Ogni volta che liincontriamo ci arricchiscono con laloro testimonianza missionaria.

21 settembre. Iniziamo i Ss. Eserci-zi Spirituali comunitari predicati daMons. Valter Pala, Parroco diS. Alessandro della Croce, che ri-legge la Prima Lettera ai Corinzi diSan Paolo approfondendone i signi-ficati per una rinnovata e gioiosa vi-ta comunitaria.

1 ottobre. Nella memoria liturgicadi S. Teresa del Bambino Gesù ab-biamo la gioia di incontrare S. E.Mons. Maurizio Gervasoni, ordina-to Vescovo il 29 settembre. Celebrala S. Messa conventuale assistito dalnostro Cappellano. All’omelia ri-corda come Teresa ci insegni che lapiccolezza e l’umiltà vengono at-

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Il Vescovo S. E. Mons. Maurizio Gervasonicon il nostro Cappellano.

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tratte dal fuoco dell’amore e purifi-cate nell’aridità, sperimentando ilmistero della Croce e la presenza delpeccato nel mondo dentro di se, su-blimando tutto nell’incessante of-ferta alla Divina misericordia.Mons. Gervasoni nel successivo in-contro in parlatorio si affida alla no-stra preghiera nell’imminente inse-diamento sulla Cattedra vigevaneseprevista per il sabato successivo.

11 ottobre. I giovani di terza mediadel Collegio S. Alessandro, accom-pagnati dall’insegnante di religioneDon Valerio Ghilardi, hanno un in-contro con due monache sull’impor-tanza di Cristo nella propria vita.

20 ottobre. La Signora Maria Rot-toli, sorella della nostra Sr. Elisabet-ta, rende grazie al Dio della vita peril raggiunto traguardo dei 90 anninella S. Messa pomeridiana, circon-data dal calore e dalla gioia dei nu-merosi familiari presenti.

21 ottobre. In occasione della me-moria liturgica del Beato Carlod’Asburgo viene celebrata la S.Messa pomeridiana da Don Mauri-zio Rota, assistente della Lega dipreghiera Beato Carlo per la pace el’amicizia tra i popoli, presente con isuoi membri, oltre ad una rappre-sentanza dell’Ordine dei Cavalieridi Malta (al quale apparteneva il Be-ato), il gruppo Scout “Beato Carlo”di Albino e il nostro Gruppo Oblati.È esposto un interessante dipinto,eseguito dalla Principessa MariaLuisa Gonzaga di Vescovato, raffi-gurante i Beato Carlo d’Asburgo ela consorte Serva di Dio Zita di Bor-bone il giorno delle nozze, con rife-rimenti simbolici alla loro profondadevozione eucaristica e mariana ealla loro “corona imperiale” di glo-ria e di passione.

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Maria Rottoli Il dipinto raffigurante Carlo d’Asbugo e Zita.

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26 ottobre. Presentazione del volu-me “Architettura e Arte”.

9 novembre. Concerto “Le QuattroStagioni” di Vivaldi.

10 novembre. Nel pomeriggioS. Messa celebrata da Don TullioFrosio Roncalli al termine dellagiornata di ritiro delle coppie di fi-danzati che stanno seguendo il corsoprematrimoniale, proposto dallaParrocchia di S. Alessandro in Co-lonna.

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In questo mese di novembre ab-

biamo voluto ricordare nelle

S. Messe conventuali le innumere-

voli vittime degli sbarchi di Lam-

pedusa - come raccomandato da

Papa Francesco - e quelle delle

catastrofi naturali che hanno fla-

gellato le Filippine e non solo.

Senza dimenticare i morti causati

dalla prolungata, tragica guerra

in Siria e i nuovi martiri degli at-

tentati contro i cristiani. Il Signore

conceda a tutti quella pace che

nella loro esistenza terrena non

hanno potuto sperimentare.

LA PAGINA DEGLI OBLATI

Immersi nello spirito della Porta fidei, in quest’Anno della fede, percommemorare il cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II il 26maggio abbiamo trascorso la nostra giornata di ritiro spirituale pressol’Abbazia di Sant’Egidio a Fontanella (Sotto il Monte), luogo molto caro alBeato Giovanni XXIII, che con tanto zelo volle proprio quel Concilio.

Sotto la guida del rettore Mons. Attilio Bianchi, abbiamo meditato sulconcetto di “Spiritualità” ripercorrendone i tratti salienti con cui essa incidenella quotidianità di chi, come noi, ha assunto la Regola Benedettina a timo-ne della propria vita, pur rimanendo nella società senza emettere Voti, ma in-traprendendo, come dice San Benedetto, la ricerca del primato di Dio nellapropria esistenza e la “conversione dei costumi”.

In questa domenica in cui la Chiesa celebra il Mistero della Trinità, ini-zio e culmine della vita di ogni battezzato, dopo un primo momento di me-ditazione abbiamo partecipato all’Eucarestia animati dalla Liturgia che,attraverso la Colletta, ci ha guidati al senso pieno della solennità odierna edell’essere cristiani con queste parole: “Dio Padre, che hai mandato nel

mondo il tuo Figlio, Parola di verità, e lo Spirito santificatore per rivelare

agli uomini il mistero della tua vita, fa’ che nella professione della vera fe-

de riconosciamo la gloria della Trinità e adoriamo l’unico Dio in tre per-

sone.”

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Proprio con queste parole e con questo spirito che innerva la vitadell’Oblato e attraverso il Battesimo lo innesta, in quanto figlio di Dio, nellaChiesa, prendiamo sempre più coscienza della nostra vita in seno all’econo-mia trinitaria proprio in riferimento all’Oblazione emessa nel giorno dellanostra “Professione”, la quale ci impegna a “vivere sempre più in conformitàcon le esigenze del Battesimo” e ci ricorda, così come fa anche San Benedet-to, che la misura del nostro vivere sta nel “piacere solo a Dio”.

Anche il nostro abito bianco, che indossiamo durante la Liturgia, altronon è che quella veste che ci è stata consegnata proprio nel giorno del Batte-simo e diviene segno tangibile dell’Uomo Nuovo iniziato al fonte battesima-le e che si realizza quotidianamente nella ricerca di Dio in un continuo rinno-vamento interiore e personale. Il canto dei Secondi Vespri della SantissimaTrinità ha concluso la nostra giornata, suscitando sicuramente qualche cu-riosità nel visitatore che, stupefatto, ammirava le melodie gregoriane dei sal-mi echeggiare nelle volte della chiesa. Ci portiamo dietro le parole diSant’Agostino che hanno il dono di trasformare i nostri desideri in preghieraesprimendo pienamente il senso della nostra vocazione nel cammino indica-toci dalla Scrittura, dai Padri e dalla Tradizione.

“Signore mio Dio unica mia speranza,fa’ che stanco non smetta di cer-carti,ma cerchi il tuo volto sempre con ardore. Dammi la forza di cercare,tuche ti sei fatto incontrare,e mi hai dato la speranza di sempre più incontrarTi.

Davanti a Te sta la mia forza e la mia debolezza:conserva quella, guarisciquesta. Davanti a Te sta la mia scienza e la mia ignoranza;dove mi hai aperto,accoglimi al mio entrare;dove mi hai chiuso, aprimi quando busso. Fa’ chemi ricordi di Te, che intenda Te, che ami Te. Amen!”.

Danilo “Mauro” Castiglione

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Il Gruppo Oblati a S. Egidio.

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L’ANGOLO DELLA MEMORIAIl 9 settembre, per un fatale incidente in bicicletta, è morto il Sig. AlfredoIanelli. Sullo scorso giornalino avevamo pubblicato la notizia della di-partita il 25 marzo dell’amata figlia Rossella, che aveva iniziato il cam-mino in monastero non potendolo poi portare a termine. Il Sig. Alfredoha sempre conservato un grande affetto verso la nostra comunità espesso ci faceva visita insieme alla figlia.Adesso sono nuovamente riuniti in Cielo insieme alla cara moglie emamma Maria.

Il 16 ottobre, dopo una lunga malattia sopportata con cristiana accetta-zione, torna alla Casa del Padre Pierina Iside di anni 83, sorella della no-stra Sr. M. Pia Marchesi.

L’8 novembre si è spento all’età di 65 anni,dopo una dolorosa malattia, lo scultoreMario Toffetti.Nel 1998 aveva realizzato l’altare, l’ambo-ne e la sede per l’adeguamento liturgicodel nostro presbiterio, nonché i bassorilie-vi a la pavimentazione del coro superiore.“La mia arte vuole essere comunicativa eleggibile. La gente deve poter capire, develeggere la Parola dalle immagini, come an-ticamente”. E come un antico maestro la-vorava il marmo e il bronzo, da cui ricava fi-gure potenti e forme piene di energia,schiette come il suo carattere. Consape-vole del dono ricevuto da Dio, non lo na-scondeva per falsa umiltà. Sentiva di averricevuto una vocazione: quella di essere aservizio della bellezza, soprattutto nell’am-bito dell’arte sacra. Perché nella bellezza sipuò incontrare Dio. Amava citare il passodell’Esodo: “Il Signore parlò a Mosè e glidisse: “Vedi, ho chiamato per nome Beza-leel, figlio di Uri, figlio di Cur, della tribù diGiuda. L’ho riempito dello spirito di Dio,

perché abbia saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro,per concepire progetti e realizzarli in oro, argento e rame, per intagliarele pietre da incastonare, per scolpire il legno e compiere ogni sorta di la-voro”. Ora lo pensiamo immerso nell’eterna bellezza di Dio.

Il sogno di Giacobbe,particolare della sedein marmo gialletto di Verona.

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IL NOSTRO INDIRIZZO: MONASTERO S. BENEDETTOVia S. Alessandro, 51 - 24122 BERGAMOTel. 035 247 461 - Fax 035 0951 [email protected] 00223248 - IBAN IT67G03075 02200

Ogni mese sono celebrate due Ss. Messe per i parenti, benefattori vivi e defunti e quantisono vicini al Monastero.

Attenzione. Chi non fosse interessato a ricevere il nostro giornalino, è pregato gentil-mente di segnalarlo agli indirizzi qui sotto indicati. Continueremo ugualmente a ricorda-re tutti nella preghiera. Grazie.

MonasteroS. Benedetto

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