COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di...

18
MISSIO DEI COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI

Transcript of COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di...

Page 1: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla

MISSIO DEI

COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI

Page 2: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla

Direttori

Ambrogio BPontificia Università Urbaniana

Gaetano SPontificia Università Urbaniana

Comitato scientifico

Jesús Angel B, OPPontificia Università Urbaniana

Kathleen MGNational University of Ireland

Page 3: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla

MISSIO DEI

COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI

L’attività missionaria è un’azione della carità, nella carità e per la carità; esattamentecome essa è un’azione di Dio, in Dio e per Dio.

Adam W, Teologia della missione

Tutta l’esistenza cristiana deve caratterizzarsi come esistenza missionaria o, per dirlacon le parole del concilio Vaticano II, “la chiesa che vive nel tempo è per sua naturamissionaria” (AG ). [Di conseguenza,] la chiesa inizia ad essere missionaria nonmediante il suo annuncio universale del vangelo, bensì mediante l’universalità delvangelo che annuncia.

David B, La trasformazione della missione

L’obiettivo della collana è riportare la missione cristiana al centrodella riflessione teologica contemporanea di tutti i cristiani, alla suadimensione cosmica, in quanto “Missio Dei”, al suo profondo valoresocio–antropologico. Dio è il primo “missionario”, che per amore enell’amore si auto-comunica, come ricorda il paradigma relazionaletrinitario. Ciò comporta un superamento dell’idea di missione comeproselitismo.

La missione cristiana non rappresenta un progetto d’espansione dellechiese, quanto il progetto della Chiesa di incarnare e testimoniarenel mondo l’amore di Dio per tutta l’umanità. Nel tempo della glo-balizzazione cambia il baricentro della missione e con esso ancheil concetto di Missio Ad Gentes, fino ad ora concepita come movi-mento dal centro verso la periferia, dalle zone ricche verso le zoneemarginate.

La dimensione pluralista — religiosa e culturale — del mondo con-temporaneo impone una riflessione più profonda sul rapporto tramissione e dialogo interreligioso e sul ruolo delle altre tradizionireligiose in relazione a Gesù Cristo e al cristianesimo.

Page 4: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla

La spiritualità missionaria, essendo contemplativa e trasformativa,richiede ai cristiani una testimonianza sempre pronta al confronto eal discernimento dei segni dei tempi. Per tutte queste considerazioni,l’approfondimento missiologico non può considerarsi quale meraspecializzazione della teologia ma l’humus di ogni riflessione teolo-gica. Coinvolgendo tutte le altre scienze umane, in particolar modoantropologia, sociologica e filosofia, lo studio missiologico ed inter-religioso si configura quale servizio integrale al mondo, all’uomo ealla Chiesa.

Page 5: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla

Roberto Catalano

William Careye il Trio di Serampore

La missione e i suoi rapporticon l’induismo

Prefazione diAlberto Trevisiol

Page 6: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla

Copyright © MMXVAracne editrice int.le S.r.l.

[email protected]

via Quarto Negroni,

Ariccia (RM)()

----

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

II edizione: settembre

Page 7: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla

Indice

Ringraziamenti

Prefazionedi Alberto Trevisiol

Premessa

Capitolo ILa missione alla luce della Riforma, del Colonialismo e dell’Illu-minismo

.. Missione fra Riforma e Colonialismo, – ... Il colonialismo e lamissione, – ... Riforma e missione, – ... Riforme nella Riforma:pietismo e puritanesimo, – ... Illuminismo e cristianesimo: conseguenzeper la missione, – .. Il cristianesimo in India alla fine del XVIIsecolo, – ... Il Padroado e l’esperienza di De Nobili, – ... LaMissione di Halle: Bartolomeus Ziegenbalg e Heinrich Plütschau, .

Capitolo IIL’impresa della missione di Serampore

.. I protagonisti, – ... William Carey, – ... William Ward, – ... I Marshman, – .. Il “Grande Mandato” non è esaurito. AnEnquiry: una chiamata e una proposta di teologia della missione, –... Il contesto e la preparazione, – ... Struttura e contenuti, – ... Il “Grande Mandato” è ancora vincolante?, – ... Qualisono state le esperienze di missione nella Chiesa?, – ... Lo statoattuale del cristianesimo nel mondo, – ... Impegno concreto per laconversione dei pagani, – .. La Baptist Missionary Society, –... Fondazione e finalità, – ... Rapporti con altre denominazionie con il potere politico–amministrativo, – ... Problemi interni, – ... Tensioni fra la BMS e il Trio di Serampore, – ... Alcunevalutazioni sull’Enquiry e sulla BMS, – .. Serampore e la suaproposta di missione, – ... Il centro della Missione e i piani delsuo sviluppo: il Form of Agreement, – ... La Parola di Dio nellelingue locali, – ... Promozione dell’istruzione e scolarità, –... Formazione di una Chiesa e di missionari locali, – ... Riforme

Page 8: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla

Indice

e promozione sociale, – ... Il modello comunitario, – ... Il“pleasing dream”: albori dell’ecumenismo, .

Capitolo IIIIl Trio di Serampore e le religioni e la cultura dell’India

.. Diversi livelli di rapporti con le religioni dell’India, – ... La vitaquotidiana, – ... La predicazione, – ... Rapporti con punditslocali e con le scritture, – ... Un rapporto complesso: Raja RammohanRoy, – .. Le religioni dell’India nei canali di comunicazione diSerampore, – ... Lettere e pubblicazioni, – ... L’Account of theWritings, Religion, and Manners of the Hindoos, – .. Considerazionisul rapporto del Trio con la religione dell’India, – ... Aspettigenerali, – ... Aspetti teologici ed ermeneutici, – ... Lecaratteristiche della missione evangelicale, – ... Rapporto fra società ereligione, – .. Al crocevia fra orientalismo, anglicismo e rinascitadel Bengala, – ... Il Bengala dalla decadenza alla rinascita, –... La rinascita del Bengala: la prima fase alla fine XVIII secolo, –... Periodo iniziale del rinascimento del Bengala, – ... La rinascitadel Bengala: seconda fase, – ... La terza fase della rinascita delBengala, – ... Il ruolo dei missionari nella rinascita del Bengala, .

Conclusione

Una valutazione della missione di Serampore, – La collocazionestorica, – I modelli di ispirazione, – Una missione fra eroismo ecollaborazione con potere coloniale, – Serampore e la sua rilevanzaoggi, – La novità di maggior rilievo di Carey: la comunità come frater-nità, – La profezia ecumenica, – Il rapporto con la cultura e lereligioni locali, – Limiti ed errori, .

Bibliografia

Page 9: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla

Ringraziamenti

Mi pare doveroso ringraziare quanti mi hanno incoraggiato e soste-nuto nel lavoro e nella successiva pubblicazione di questa ricerca.

Vorrei, qui, ricordare il prof. Giuseppe Maria Zanghì, vero mae-stro di vita e di pensiero, ma anche il prof. Gaspare Mura, che hasuggerito questo percorso e mi ha aiutato a muovere i primi passinecessari per realizzarlo. Un cenno di riconoscenza particolare al prof.Alberto Trevisiol, rettore della Pontificia Università Urbaniana.

Non posso non ricordare con immensa gratitudine anche amici ecolleghi indiani che mi hanno ispirato alla decisione di intraprenderequesta ricerca e mi hanno assisito e illuminato con consigli e suppor-to spirituale e fraterno: il prof. Sureshchandra Uppadhyaya, direttoredella Sezione di Ricerca presso il Bharatya Vidhya Bhavan di Mumbai;la prof.ssa Kala Acharya, direttrice del K.J. Somaiya Sanskriti Pee-tham; la prof.ssa Shubada Joshi, decano del Dipartimento di Filosofiapresso la Mumbai University; la sig.ra Minoti Aram, presidente delloShanti Ashram di Coimbatore, e sua figlia, la dott.ssa Kezevino Aram,direttrice della stessa istituzione.

Un ricordo particolare per il prof. Benedict Kanakapally, attualedecano della Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urba-niana, e il Prof. Kodithuwakku Indunil Janakaratne con i quali, inmodi diversi, ho potuto condividere esperienze, affetto e interesseper quel mondo del subcontinente indiano che mi è stato casa pertre decenni. In loro e con loro il mio grazie e riconoscenza a tutti gliinsegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla metodologia missiologica edi ricerca. Tuttavia, l’aspetto più prezioso non si limita all’ambito ac-cademico, ma alla sfera dei rapporti umani davvero ricchi e profondiche ho potuto stringere con ciascuno di loro. In questo senso questicinque anni sono stati un laboratorio di ricerca e approfondimentoaccademico, ma anche un ricco patrimonio umano e spirituale.

Page 10: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla
Page 11: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla

Prefazione

di A T

L’ultimo decennio ha visto l’India acquisire sempre più un ruolodi primo piano sulla scena mondiale e questo non solo a livelloeconomico o finanziario, ma anche come modello di pluralismoreligioso e culturale, pur con varie problematiche, che riemergono apiù riprese, legate a varie tipologie di fondamentalismo.

Il cristianesimo, presente nel subcontinente indiano, fin da epocaapostolica ha vissuto fasi diverse, legate, a partire dal XV secolo, al co-lonialismo. Dopo secoli di fedele plantatio Ecclesiae, il cristianesimo inIndia si presenta oggi, sia pure con una presenza fortemente minori-taria (il % della popolazione), come una realtà complessa e variegata,impegnata in un processo che cerca di trovare vie nuove all’evange-lizzazione, coniugando missione e dialogo e, soprattutto, cercandodi favorire processi di inculturazione, che permettano una maggiorecomprensibilità dell’annuncio cristiano a persone che seguono lereligioni del sanatana dharma. In tale ambito, è noto che si sonovenuti sviluppando diversi filoni di riflessione teologico–filosofica,che hanno avuto e continuano ad avere come loro centro di interesseuna varietà di aspetti: il rapporto fra cristianesimo e le tradizionilocali, la comprensione di Cristo secondo categorie più vicine allasensibilità dell’ethos del subcontinente, il ruolo della Chiesa comemediatrice e la sua vocazione all’annuncio della Buona Novella, oggicaratterizzato, senza mai esserne sostituito, anche dalla centralità deldialogo interreligioso.

In tale contesto, si è sviluppato un interesse crescente per l’in-terlocutore che il cristianesimo si trova di fronte, l’induismo, perusare un termine ormai accettato sia in India che in Occidente, mache poco esprime della varietà e caratteristiche di diverse tradizionireligiose che, pur nate nello stesso bacino storico–socio–culturale, ac-canto a comunanze fondamentali, portano anche differenze e varietà.L’induismo è stato caratterizzato, nel corso dei millenni, a partire dal-

Page 12: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla

Prefazione

l’apparizione fondante dei Veda, da ripetuti processi di rinnovamentoe rinascita, culminati in quello che ha accompagnato diverse espres-sioni del sanatana dharma a partire nei primi decenni del XIX secoloper arrivare fino alla metà del secolo scorso. Protagonisti del cosid-detto “rinascimento” o “revival indù” sono stati spesso personaggiche hanno costruito l’India moderna, sia dal punto di vista culturale(Rabindranath Tagore, Servepalli Radhakrishnan per esempio) cheda quello politico e sociale (Mahatma Gandhi è la figura di maggiorrilievo in tale ambito). All’interno di tale processo, si è distinto losforzo di un progressivo aprirsi verso l’Occidente per presentare latradizione indù in tutta la ricchezza tipica delle sue radici, alla cuiriscoperta ha contribuito in modo tutt’altro che marginale il proces-so dell’“orientalismo”, che nel mondo anglosassone, sia di lingua ecultura tedesca che inglese, ha favorito il ritorno ai fondamenti delsanatana dharma.

In questi processi, un ruolo importante anche se non esclusivo, èstato quello del rapporto fra il cristianesimo delle missioni del XIXsecolo e l’India e l’induismo a cui i missionari europei si sono trovatia predicare la novità cristiana. Le missioni di questo periodo, fino allametà del XIX secolo, sono state soprattutto protestanti, provenientida quel mondo anglicano veicolato dal colonialismo britannico. In talsenso, un ruolo primario sia in ordine di tempo che per la tipologiadell’impegno missionario è quello avuto dall’esperienza di Seram-pore, una missione battista inaugurata alla fine del XVIII secolo daWilliam Carey e realizzata nel corso dei primi tre decenni di quellosuccessivo dallo stesso Carey e dai suoi compagni: William Ward,John e Hannah Marshman.

Tale esperienza, degna di un’attenzione particolare, conosciutae approfondita in ambito inglese e americano e delle missioni dellevarie Chiese della Riforma, non ha ancora incontrato l’interesse dellaChiesa cattolica ed è pressoché sconosciuta in Italia dove esiste unsolo testo al riguardo, ormai piuttosto datato essendo stato pubblicatoalla fine degli anni Settanta.

Ecco, quindi, il valore del contributo di questa ricerca che propo-ne, per la prima volta in Italia, uno studio organico della missionebattista nella specificità della sua metodologia di annuncio, ma an-che nella complessità dei rapporti che caratterizzarono l’esperienzamissionaria in quanto tale. William Carey con il suo testo An Enquiryinto the Obligations of Christians, to Use Means for the Conversion of theHeathens, con la fondazione della Baptist Missionary Society e con

Page 13: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla

Prefazione

l’esperienza pastorale realizzata in Bengala ha aperto un nuovo mo-do di essere missionario sul modello dell’impresa commerciale checaratterizzava il colonialismo inglese, ma anche fondato su una sceltadi volontari disposti a partire per territori lontani come laici, non dirado con le loro famiglie, come nel caso dei Trio di Serampore.

L’impresa missionaria battista portava, inoltre, delle caratteristichetipiche di quella che sarebbe stata la missione della Riforma nel corsodei decenni successivi: la centralità della Scrittura e, di conseguenza,un impegno prioritario alla sua traduzione nelle lingue locali peruna efficace diffusione, l’istruzione scolastica che permettesse nonsolo promozione sociale, ma anche capacità di comprensione delmessaggio evangelico, sforzo di formazione del clero locale per lacostituzione di chiese radicate sul territorio. La finalità dell’impegnomissionario, pur essendo quello della predicazione della salvezzaattraverso Cristo, non contemplava conversioni e battesimi di massao, comunque, affrettati, ma cercava di assicurare le premesse perarrivare a un’evangelizzazione progressiva.

Nell’articolato dibattito che si presenta in queste pagine in meritoall’esperienza dei tre missionari battisti, l’elemento, che mi pare co-stituisca la vera novità dell’impresa è l’intuizione della dimensioneecumenica come necessità per una vera efficacia dell’annuncio. Unsecolo più tardi la Conferenza di Edimburgo confermerà come l’ecu-menismo trovi il suo humus proprio nell’esperienza missionaria, sia alivello di fondamento che di finalità. Sarà questo un aspetto che verràconfermato in ambito cattolico dal Concilio Vaticano II (cfr. UnitatisRedintegratio, ).

Un secondo aspetto affrontato dalla ricerca, riguarda la complessi-tà e difficoltà del rapporto con le religioni del sanatana dharma, chesi inserisce nel contesto dei processi dell’“orientalismo britannico” eche ha un suo ruolo nella nascita dei processi articolati che avrebbe-ro portato al “neoindusimo”. Proprio la difficoltà di comprensionereciproca fra i missionari battisti e l’induismo ortodosso, da un lato,contribuirà a mettere in moto un profondo processo introspettivonel cuore della religiosità e socialità indù. Al contempo, dall’altro, in-terrogherà il cristianesimo sull’urgenza di individuare altre modalitàdi rapporto, prima fra tutte quella del dialogo, che emergerà, comun-que solo nel XX secolo. Inoltre, proprio l’aver limitato il contatto conla religiosità indù, a rapporti con l’ortodossia brahminica, ha privatola missione, sia protestante che cattolica, della possibilità di coglierealtri aspetti nel cuore dell’induismo.

Page 14: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla

Prefazione

Molti dei nodi, che vengono esposti nella ricerca che si presentain questo testo, richiedono ancora una lettura attenta e sono attual-mente, come emerge da questo lavoro, oggetto di studio. Il lavoro,comunque, può offrire un contributo importante non solo per unaricerca storica sulla missione, ma anche per una adeguata compren-sione di alcuni aspetti dell’evoluzione della religiosità indù a contattocon l’annuncio cristiano e la cultura occidentale.

Alberto TrevisiolRettor Magnifico Pontificia Università Urbaniana Roma

Page 15: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla

Premessa

Questa ricerca è parte di un percorso avviato anni fa, nel quadro dellamia permanenza quasi trentennale in India, dove si è venuto svilup-pando uno stimolante confronto con seguaci del sanatana dharma.Questo, da un lato, ha permesso un’arricchente esperienza di dialogointerreligioso a diversi livelli, e, dall’altro, ha prodotto un confrontosul piano accademico. Da qui l’interesse ad approfondire i legami frale correnti dell’induismo (uso questo termine anche se improprio e,in certo modo, riduttivo) con cui ero a contatto, la loro evoluzione nelcorso del XIX e XX secolo e l’incontro con il mondo occidentale, inparticolare con quello britannico, in quanto a provenienza geografica,orientalista, per prospettiva culturale, e cristiano nella sua essenzareligiosa. Esso ha portato a un complesso processo di rinnovamento,definito: rinascita indù, revival indù, neoinduismo, rinascimento indù, o,da una prospettiva ad intra, induismo riformato, induismo riconsideratoecc.

Da tempo studiosi locali e occidentali tentano di riflettere sultipo di legame o di legami fra quest’evoluzione in seno alle religionidel sanatana dharma con il mondo occidentale. La scelta del tema —William Carey e il Trio di Serampore. La missione e i suoi rapporti conl’induismo — è legata proprio al ruolo strumentale importante, anchese non esclusivo, che i missionari battisti hanno avuto nel processodi rinascita dell’induismo, in particolare dei suoi meccanismi iniziali.Tale esperienza si è sviluppata in concomitanza con altri fenomenialtrettanto importanti per la genesi e lo sviluppo del processo: lanascita dell’orientalismo britannico, che ha dato vita a nuovi ambitidi ricerca quali l’orientalistica, la linguistica e alcuni aspetti dell’an-tropologia e dell’etnologia. È stato, quindi, essenziale esaminare icollegamenti fra i missionari battisti con questi ambiti di caratterepiù storico–antropologico e glottologico che teologico e pastorale.

La metodologia è stata di carattere storico, ma non solo.Al lavoro di ricerca si è aggiunto un esame critico di vari testi di

recente pubblicazione, che tendono a smitizzare quello che per circadue secoli è stato considerato il “padre della missione protestante”,

Page 16: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla

Premessa

William Carey. È stato necessario contestualizzare l’esperienza battistain Bengala, innanzi tutto, nell’ambito della missione protestante, doveera stata preceduta da altre esperienze significative, una di questein India con missionari luterani arrivati un secolo prima di Carey.Inoltre, è emerso il ruolo avuto dai tre missionari nella controversia,per certi versi decisiva nello sviluppo della rinascita dell’induismo, fraorientalisti e anglicisti. Infine, non è sfuggito come il Trio non potessenon essere vittima di luoghi comuni e approcci tipici del tempo, chehanno fornito una cartina tornasole alla luce della quale l’induismo ele sue manifestazioni apparivano tutt’altro che valorizzabili.

Pur coscienti della necessità di svincolarsi da certi stereotipi neiconfronti del subcontinente, che loro stessi avevano contribuito acreare, i missionari battisti hanno mantenuto un atteggiamento cri-tico nei confronti delle religioni dell’India, coniugando apologia eimpegno sociale. Dall’analisi di epistolari e testimonianze emergeun progressivo sforzo a cercare un approccio di maggiore compren-sione, per altro mai accompagnato da un’analisi che permettesse dicapire se le culture locali portavano con sé elementi definibili comesemi del Verbo o come una preparatio evangelica. I tempi non eranomaturi. Lo aveva sottolineato C. Anderson già in occasione del Me-morial Service in onore di William Carey, affermando che «l’impegnodi Carey sebbene notevole, fu tuttavia preparatorio e prospettico».

Inoltre, la prima parte della seconda sezione, che analizza il ma-nuale An Enquiry, elemento fondante della Baptist Missionary Society,da cui è nata l’esperienza di Serampore, ha richiesto un esame dicarattere più teologico. L’opera di Carey, caratterizzata da aspettiscritturistici, missiologici e missiografici, emerge dalla prospettivacalvinista della predestinazione come elemento discriminante del sen-so o meno della missione. Ma non la si può comprendere senzatenere conto del contributo del collega e amico battista Fuller, cheaveva sottolineato i concetti di obbligo morale e di responsabilità umana,elementi nuovi della teologia della salvezza sia del calvinismo chedella Riforma. La sovranità divina non elimina la responsabilità acredere in Cristo, una volta che se ne riceve l’annuncio. A questoCarey aggiunge un aspetto decisivo: il mandato ad annunciare laBuona Novella non si è esaurito, come si pensava all’interno dellaRiforma, con gli apostoli, ma, come per altri aspetti evangelici, re-sta valido per la Chiesa per tutti i tempi. Non poteva, poi, mancareun esame più ermeneutico, al fine di analizzare alcuni ambiti qualil’influenza che l’illuminismo ha giocato sulla posizione dei battisti.

Page 17: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla

Premessa

Oggi, infatti, si concorda a individuare nell’Illuminismo la fonte delmovimento evangelicale. Non è, dunque, possibile bollare, comespesso è stato fatto, il fenomeno evangelicale come irrazionale, aspet-to rintracciabile più nel Pietismo che nel periodo oggetto di questostudio.

Un altro ambito, in cui l’approccio ermeneutico è stato necessario,è quello che si approfondisce nella terza sezione della ricerca a propo-sito del fenomeno di rinascita del Bengala e della controversia fra orien-talisti e anglicisti. Il processo del rinascimento del Bengala, argomentoper altro ancora dibattuto, appare come un fenomeno cross–culturale:un movimento che, iniziato in un regime semi–coloniale, piuttostoche essere stato originato dalla riscoperta di una cultura antica e vitale,per le sue prime manifestazioni e più o meno coscientemente, hatrovato appoggio in un mondo alieno e conquistatore. I battisti sisono trovati parte di questo processo per motivi di evangelizzazione.Sono stati coinvolti nella grande controversia fra orientalisti e anglicisti,che, risolta a favore di questi ultimi in nome di una superiorità dellacultura occidentale e del cristianesimo, ha messo davvero in motoun processo endogeno di revival.

L’esperienza missionaria di Serampore si muove su alcune lineeportanti a livello teologico–pastorale. Partendo dalla ferma convin-zione che le vite dovevano cambiare per essere salvate, si tratta diun’esperienza missionaria che desidera fondarsi su una dimensionedi coinvolgimento personale, di volontariato e d’impegno comuni-tario e che s’ispira a Paolo e Barnaba per quanto riguarda i tempiapostolici e ai Fratelli Moravi come riferimento prossimo, special-mente per la dimensione comunitaria della missione e il suo aspettolaico e imprenditoriale. È questo che fa dire a Christopher Smith cheSerampore offre un modello ibrido di missione. Inoltre, deve esseresottolineata la dimensione che potremmo definire pre–ecumenica.Essa si manifesta in alcuni passi a conclusione dell’Enquiry, ma, parti-colarmente, nell’intuizione della proposta di organizzare un incontromissionario mondiale nel , un secolo prima di Edimburgo. Ilfine era quello, non tanto di un dialogo teologico, ma piuttosto diuna condivisione di esperienze, di problematiche e di prospettive.Carey aveva intuito che la missione può contribuire a un rinnova-to rapporto fra le Chiese e che questo non può che nascere dallacomunione missionaria. Un terzo elemento, senza dubbio in lineacon le caratteristiche delle Chiese della Riforma, è l’impegno di laicie famiglie nel realizzare il mandato ad gentes. La formazione della

Page 18: COLLANA DI STUDI MISSIOLOGICI E INTERRELIGIOSI · 2017-09-20 · insegnati della Facoltà di Missiologia, che mi hanno motivato nel pro-cesso di sistematizzazione e di avvio alla

Premessa

Baptist Missionary Society, prima, e l’esperienza delle tre famiglie diSerampore, poi, è in questo senso, emblematica.

Il limite dell’esperienza di Serampore, oltre a quello già accennatoriguardo al rapporto con cultura e religioni locali, è da identificar-si nel fatto che la missione battista non è mai riuscita a dar vita aun movimento cristiano indigeno. Resta, poi, il nodo del rapportocomplesso con l’autorità coloniale, che, inizialmente, emargina i bat-tisti, per terminare in un tacito accordo di collaborazione, nel quale imissionari assumono un ruolo importante di mediazione culturale.