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CAMINANTES

COLLANA DI STUDI INTERRELIGIOSI

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DirettoreGaspare MPontificia Università Urbaniana

Comitato scientifico

Angela A BPontificia Università Lateranense

Mustafa Cenap AIstituto Tevere — Centro pro Dialogo

Vinicio BUniversità degli Studi di Cagliari

Carolina CAteneo Pontificio “Regina Apostolo-rum”

Roberto CPia Associazione Maschile Opera diMaria

Roberto CUniversità degli Studi Roma Tre

Luigi D SReligions for peace

Pietro D VUniversità degli Studi di Roma “TorVergata”

Roberto D CPontificia Università Lateranense

Cristiana FUniversità Pontificia Salesiana

Enrico GFacoltà Teologica dell’Italia Settentrio-nale

Daniella IUniversità degli Studi Roma Tre

Giuseppe JCentro Studi “Li Madou”

Irene KSapienza Università di Roma

Benedict KPontificia Università Urbaniana

Shahid MPontificia Università Lateranense

José Luis M D L PUniversità Pontificia Salesiana

Giovanni SUniversità degli Studi di Roma “TorVergata”

Mario SIstituto Patristico “Augustinianum”

Paolo TPontificio Ateneo Sant’Anselmo

Alexey YPatriarcato di Mosca in Italia

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CAMINANTES

COLLANA DI STUDI INTERRELIGIOSI

La collana vuole offrire con i suoi testi un importante contri-buto al dialogo tra le religioni su molti temi ad esse comuni,quali: i diritti umani, in particolare la libertà religiosa, la pacetra i popoli, il rispetto della donna, dei deboli, la giustizia neiconfronti dei poveri, dei piccoli; e soprattutto la creazione dispazi di dialogo interreligioso e interculturale, nella consapevo-lezza che tali temi costituiscono un contributo fondamentalealla convivenza civile ispirata all’etica del riconoscimento del-l’altro, e riguardano le modalità di libertà e serenità che devonoaccompagnare il pellegrinaggio dell’uomo verso la Verità.

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Vinicio Busacchi

Daisaku IkedaUna nuova filosofia dell’azione

. Le Peace Proposals (-)

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II edizione: dicembre

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«Lo spirito umano è dotato della capacità di tra-sformare anche le situazioni più difficili, creandovalore e producendo significati sempre più ricchi.Quando ogni persona porterà a piena fioritura lapropria illimitata potenzialità spirituale e quandoi cittadini comuni si uniranno nell’impegno digenerare un cambiamento positivo, nascerà unacultura della pace, un secolo della vita».

D I, Per il bene della pace.

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Indice

Presentazione

IntroduzioneDaisaku Ikeda, filosofo della pace

Capitolo INuove proposte per la pace e per il disarmo ()

Capitolo IIUn mondo senza guerre ()

Capitolo IIINuove onde di pace verso il XXI secolo ()

Capitolo IVDialogo per una pace duratura ()

Capitolo VDiffondere lo splendore della pace ()

Capitolo VIComprensione culturale e disarmo: gli elementi strutturalidella pace mondiale ()

Capitolo VIIVerso un nuovo globalismo ()

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Indice

Capitolo VIIIIl trionfo della democrazia: verso un secolo di speranza()

Capitolo IXL’alba del secolo dell’umanità ()

Capitolo XUn Rinascimento di speranza e armonia ()

Capitolo XIUn mondo più umano nel secolo venturo ()

Capitolo XIIUna nuova alba nella storia umana ()

Capitolo XIIIVerso un secolo di pace e solidarietà ()

Capitolo XIVLa sfida della cittadinanza globale ()

Capitolo XVNuovi orizzonti di una civiltà globale ()

Capitolo XVIL’umanità e il nuovo millennio: dal caos al cosmo ()

Capitolo XVIIVerso una cultura di pace: una visione cosmica ()

Capitolo XVIIILa pace attraverso il dialogo: riflessioni su una cultura dipace ()

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Indice

Capitolo XIXCreare e sostenere un secolo della vita: le sfide di una nuovaera ()

Capitolo XXL’umanesimo della Via di mezzo. L’alba di una civiltàglobale ()

Capitolo XXIUn’etica di coesistenza globale. Un modello “a misura divita” per la nostra epoca ()

Capitolo XXIITrasformazione interiore: il movimento profondo che creaun’onda globale di pace ()

Capitolo XXIIIVerso una nuova era del dialogo: esplorare l’umanesimo()

Capitolo XXIVVerso l’epoca di un nuovo popolo. Il grande cammino dellapace ()

Capitolo XXVRistabilire le connessioni umane: il primo passo verso lapace mondiale ()

Capitolo XXVIUmanizzare la religione per creare la pace ()

Capitolo XXVIIVerso la competizione umanitaria: una nuova correntedella storia ()

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Indice

Capitolo XXVIIIVerso una nuova era di creazione di valore ()

Capitolo XXIXVerso un secolo di dignità per tutti: il trionfo della vitacreativa ()

Capitolo XXXSicurezza umana e sostenibilità. Condividere un profondorispetto per la dignità della vita ()

Capitolo XXXICompassione, saggezza e coraggio. Costruire una societàglobale di pace e coesistenza creativa ()

Appendice AJosei Toda, Dichiarazione contro le armi nucleari (Yoko-hama, settembre )

Appendice BLa Soka Gakkai e la Soka Gakkai International

Lista degli acronimi

Glossario

Bibliografia e sitografia

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Presentazione

I

Il lavoro che qui presentiamo è il primo volume di cinque com-plessivi dedicati alla figura e all’opera di Daisaku Ikeda (–),maestro buddista, leader religioso e filosofo. Noto in tutto ilmondo, quest’uomo di fede, di azione e di pensiero ha creato nelcorso di oltre sei decadi di impegno sorprendentemente assiduoe versato un’opera considerevole, sia in termini di valore socialeche istituzionale che culturale; un’opera articolata e sviluppata indiversi campi e ambiti: dalla religione all’etica, dalla sociologia al-la politica, dalla storia all’economia, dalla filosofia alla letteratura,dalla teoria della comunicazione alla poesia, dalla filosofia dellapace alla filosofia dell’educazione. A oggi, il progetto del DaisakuIkeda zenshu (Seikyo Shimbunsha, Tokyo), ossia la raccolta com-pleta delle opere scritte di Ikeda, si compone di volumi: sitratta di un’opera di grandi proporzioni, di cui non esiste ancorasintesi critica sistematica. Sebbene interamente disponibile, allostato attuale, solo in lingua giapponese, i suoi lavori maggiorisono tutti riprodotti in inglese — la lingua ufficiale della SokaGakkai International (), di cui Ikeda è presidente — e, molti,anche in altre lingue, tra le quali l’italiano, lo spagnolo, il francese,il tedesco, il russo, il cinese. Considerando la vocazione interna-zionalista [alla Global Citizenship] di Daisaku Ikeda e il caratteredi fondo del suo lavoro, sviluppato secondo un ideale di GlobalCivilization, si considera ragionevole — se non anche utile o,addirittura, d’obbligo — avere come fondamentale riferimentola produzione in inglese (che, come si è detto, raccoglie tutti isuoi testi maggiori). Rispetto a tale discorso, importante distin-guo deve essere fatto — al di là dei casi di studio specialistico di

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Presentazione

contributi dedicati all’analisi e interpretazione specifica di opereletterarie e filosofiche di autori giapponesi [ed orientali] —, neiriguardi del costitutivo riferimento di Ikeda al Buddismo di Nichi-ren Daishonin, monaco riformatore giapponese vissuto nel XIIIsecolo. Il suo lavoro di esegesi e interpretazione delle scritturebuddiste può essere studiato, analizzato e valutato da un pun-to di vista teorico–specialistico solo attraverso una padronanzapiena della lingua giapponese (moderna e antica), oltreché dellapadronanza piena della dottrina buddista e di una conoscenzaapprofondita della cultura, delle tradizioni e della storia religio-sa del Giappone medioevale, moderno e contemporaneo. Ora,l’interesse di chi scrive (che non possiede queste competenze)non è quello di realizzare uno studio di settore sulla sua esegesibuddista, né una trattazione di sintesi critica dal punto di vista deicontenuti e riferimenti dottrinali di fondo, e neppure dal punto divista del suo credo e insegnamento religioso (che pure, semprechi scrive, studia, e anche pratica). Ciò che si tenta di realizzarequi tende, in qualche modo, a capovolgere la prospettiva valu-tativa sul riferimento della lingua. Volendo, infatti, sottoporrea un autentico e sistematico vaglio critico l’ipotesi di un “Ike-da filosofo”, vanno a porsi in primissimo e centralissimo pianole teorizzazioni, riflessioni, analisi e costruzioni argomentativesviluppate intorno a pensatori e filosofi di cultura e tradizioneoccidentale [innumerevoli, nelle sue opere]. La stessa visionedi una Civilizzazione globale — che, come già detto, forma labase e il motivo della missione culturale e sociale ikediana —marginalizza la funzione/funzionalità della lingua giapponese edelle competenze specialistiche in materia di dottrina religiosa,rispetto alla comprensione e allo studio della sua opera filosofica.Può prospettarsi, al contrario, un certo [vario] grado di pro-blematizzazione/problematicità della ricezione ed espressionedel patrimonio filosofico occidentale nella lingua giapponese:vecchio problema che non solo un considerevole sforzo di in-ternazionalizzazione e di ricerca scientifico–disciplinare ha, dallaRestaurazione Meiji in poi [–], trasformato e progressi-vamente appianato, ma che incontra il favore di un tempo (il

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Presentazione

nostro) segnato dalla mondializzazione — in cui va sempre piùprofilandosi una visione uniformata [tendenzialmente, occidenta-lizzata] del mondo e della vita [in contrasto con la “civilizzazioneislamica”]. E quanto a occidentalizzazione, il Giappone, come èben noto, si pone storicamente al vertice (nel bene e nel male) traipaesi dell’Oriente. L’opera di Ikeda è espressiva di tutto questo:pur possedendo il doppio volto di una costruzione a) fondata suuna tradizione filosofico–religiosa genuinamente e squisitamen-te nipponica [con colleganza unica alla tradizione cinese classica]e b) interfacciata con le più rappresentative produzioni lettera-rie, scientifiche e speculative della cultura mondiale [secondari irimandi a filosofi giapponesi e cinesi], essa si sviluppa secondoun disegno di interculturalità e intercivilizzazione fortementemarcato dai caratteri della razionalità occidentale e dalla sensi-bilità pragmatica che è propria del nostro modo di considerare[analiticamente/argomentativamente] i fenomeni, i problemi, lavita.

Ora, anche tale concezione/costruzione ikediana della Glo-bal Civilization sarà posta a tema e al vaglio, avendo noi l’obiet-tivo di una ricostruzione e di un esame critico di tipo filosofico.Sarà, a ogni modo, necessario in primis trattare, analizzare etestare la sostanza genuinamente filosofica [stricto sensu] del suolavoro, riponendo l’attenzione sui contenuti e sviluppi riflessivirealizzati da Ikeda attraverso il confronto critico e argomen-tativo con nomi, scuole e dottrine della tradizione filosofica.Il riferimento alla filosofia buddista è importante e imprescin-dibile, ma qui non sarà la filosofia buddista a esser posta alcentro dell’indagine: che Ikeda sia filosofo buddista e che tuttala sua opera possa leggersi come sviluppo “ancorato” alla con-cezione religiosa, antropologica, morale, sociale e politica del[di un] Buddismo è fatto consolidato e piano; meno piano econsolidato è che, nel complesso della sua opera, i filosofi e lafilosofia giochino in modo autentico — al di là e a prescinderedall’“ancoraggio” dottrinale —, un ruolo critico–speculativo dirilievo nell’elaborazione e costruzione argomentativa delle teo-rizzazioni e prospettive di Ikeda sulla vita, la società, il mondo.

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Se i suoi lavori esprimono una filosofia nel senso più stretto del ter-mine, ciò troverà conferma nella capacità della sua argomentazionedi non impegnare la posizione intima (di credo e/o convinzione) dellettore/ascoltatore, sia che essa sia di accettazione, di rifiuto o disospensione rispetto alla fede buddista. “Quali sono questi filosofie queste filosofie? In che modo e in che forma intervengono eoperano all’interno dei suoi lavori? Che collocazione filosoficapuò darsi a Ikeda?”: questi i quesiti fondamentali della nostraricerca. A conoscenza di chi scrive, nessun lavoro di tal fatta èstato ancora prodotto, nonostante la notevole mole di scrittia lui dedicati e di studi — specialistici e non — riferiti in mo-do vario alla sua opera, alla sua figura, al suo impegno. Correcosì l’obbligo di una trattazione articolata e sistematica, operaper opera, dell’intera produzione maggiore del Nostro. No-mi, figure, scuole, concezioni, teorie e nozioni della tradizionefilosofica si trovano disseminate al suo interno — sovente inmodo frammentario, sovente intrecciate a discorsi buddisti o adiscorsi altri, “altri” per genere (critica letteraria, storica, poeti-ca...) oppure ambito (di narrativa, saggistica, convegnistica, diinsegnamento, occasionale...).

La tesi che qui si avanza, e che si cercherà di dimostrare edifendere, è che l’opera di Ikeda risulta effettivamente espressi-va di una visione filosofica suscettibile di essere trattata comecostruzione razionale, come “filosofia” appunto. Dal lato delsuo pensiero filosofico più profondo, quello per tanti versi piùprossimo alla prospettiva filosofico–religiosa buddista, Ikedapuò essere avvicinato alla tradizione dello Spiritualismo esi-stenzialistico (soprattutto di Gabriel Marcel), anche accostatoall’evoluzionismo spiritualistico di Henri Bergson (uno dei suoiriferimenti filosofici maggiori) e, per la sensibilità umanisticae morale, alla figura di Ralph W. Emerson (altro pensatore diriferimento). Dal lato della sua filosofia della cultura e dell’edu-cazione, il riferimento principale e più diretto è senza dubbioJohn Dewey. Sul fronte della filosofia della pace, invece, risul-tano centrali a) le teorie dialettiche di Martin Buber e JürgenHabermas, — come sottolinea Olivier Urbain nel suo libro

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Daisaku Ikeda’s Philosophy of Peace () —, da porre accantoa b) «idee concernenti la cittadinanza globale e la democraziacosmopolitica sviluppata da Daniele Archibugi, tra molti altri»

e alle c) concezioni elaborate nel terreno degli studi sulla pace(peace studies; tra tutti, qui spicca Johan Galtung). Ragionando,poi, in termini di influenza personale diretta e continuativa, ilnome di Ikeda va collegato a quello dello storico delle civiltàArnold Toynbee (che rientra nel novero dei filosofi a titolo diesponente dello Storicismo [accanto e in polemica con OswaldSpengler]): l’ultima fatica firmata da Toynbee è proprio un li-bro scritto a quattro mani con Ikeda, un dialogo che ha avutorisonanza mondiale (tradotto in lingue); ma se Toynbee co-stituisce senza dubbio l’influenza intellettuale più significativadel Nostro, scarso o nullo è il rilievo di questi nel campo delloStoricismo (e dello storicismo nei suoi lavori, eccezion fatta peruna certa ricorrenza del nome di Max Weber).

Ora, riflettendo da una prospettiva generalissima, pare chenessuna delle comparazioni portate si mostri sufficientementerappresentativa e della posizione filosofica di Ikeda e della pos-sibilità di una sua collocazione nella tradizione filosofica. A benvedere, solo se posta tra Filosofia dell’azione ( John H. New-man, Léon Ollé–Laprune, Maurice Blondel, Georges Sorel...) ePragmatismo (...su tutti, José Ortega y Gasset) la concezionegenerale di Ikeda pare trovare [respice finem] una sua collocazio-ne speculativa appropriata e accettabile. La sua, è, potremmodire, una nuova filosofia dell’azione, il cui cuore si esprime comefilosofia della rivoluzione umana (laddove lo sviluppo pragma-tico assume il carattere del nuovo umanesimo universalistico).Insomma, diversamente da Urbain e altri, non pensiamo chela sua sia una “semplice” filosofia della pace (ne discuteremoapprofonditamente nello studio finale).

Perché la Filosofia dell’azione? Perché questa tradizione

. O. U, Daisaku Ikeda’s Philosophy of Peace. Dialogue, Transformation andGlobal Citizenship, I. B. Tauris, London/New York , p. .

. D. I, A. T, Choose Life, Oxford University Press, London .

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Presentazione

di pensiero, che risale al XIX secolo, si presenta come unafilosofia dalla forte marca spiritualistica e dall’esplicito rimandoreligioso (come registriamo in Ikeda); una concezione che, seda un lato solca e indaga ampiamente il campo dello spirituale,dell’interiore e dell’umano, dall’altro respinge la pura attivitàfilosofico–contemplativa e teoretico–speculativa (e lo stesso,ancora, troviamo in Ikeda). La filosofia dell’azione ha, comelo spiritualismo, interesse e carattere religioso, ma legge lacoscienza e interpreta l’umano nella chiave prospettica dellavolontà e dell’impegno emancipativo, ossia dell’agire religiosoe pratico, sociale e creativo. Dunque, la filosofia dell’azionesi traduce — proprio come troviamo in Ikeda — in praticafilosofica; in pratica filosofica e impegno pratico, sociale, civico.

Sì, quella di Daisaku Ikeda è una nuova forma di filosofiadell’azione. È toto cœlo filosofia in azione!

II

Come si è già detto, la realizzazione di una ricerca filosoficasull’opera di Ikeda incontra la doppia difficoltà a) di una let-teratura critica secondaria ancora scarna e deficitaria, e b) diun riferimento alla filosofia — nelle opere di Ikeda — soven-te frammentario e disperso in campi, ambiti e generi discorsiestremamente vari (giusto per portare un esempio: Bergsonpuò ritrovarsi all’interno di una spiegazione dottrinale per pra-ticanti buddisti, in un intervento accademico, all’interno di unsaggio filosofico, di una proposta di pace indirizzata alle NazioniUnite, nel Diario Giovanile, nel racconto di un’esperienza per-sonale...). Da qui la necessità di un’indagine a tutto tondo, dalcarattere fondativo, ampia e — come detto — sviluppata passodopo passo, opera dopo opera. Nell’articolare e organizzare ilpiano di lavoro si è scelto di distinguere e ordinare la produzio-ne di Ikeda in gruppi e generi discorsivi. Di riflesso la ricercasarà così pianificata e realizzata:

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Presentazione

— Vol. : Le Peace Proposals (ovvero, le proposte di paceindirizzate da Ikeda all’ [in qualità di presidente della ], annualmente, a partire dal ).

— Vol. : I saggi (ovvero, i lavori di Ikeda più teorici especulativi, e che, al di là del campo tematico [scien-za, medicina, filosofia della vita, etica...], si presentanocome contributi articolati; faranno eccezione i saggi dot-trinali privi di riferimento significativo alla tradizione delpensiero filosofico).

— Vol. : I discorsi, i romanzi, i poemi (ovvero, tutti queilavori che sono più prossimi, per indirizzo e contenuto,al campo e all’ambito della filosofia buddista abbracciatada Ikeda; ci troveremo nel cuore della filosofia ikediana,ma continueremo a seguire i criteri e l’interesse dellaricerca stricto sensu filosofica).

— Vol. : I dialoghi (qui verranno passati al vaglio tuttii maggiori dialoghi da lui realizzati negli ultimi qua-rant’anni, a cominciare da quello con Richard Coude-nhove–Kalergi [], per proseguire con Arnold Toyn-bee [], René Huyghe [], Aurelio Peccei [],Bryan Wilson [], Josef Derbolav [], Linus Pau-ling [], Austregésilo de Athayde [], Johan Gal-tung [], Michail Gorbacëv [], René Simard eGuy Bourgeault [], Hazel Henderson [] e altriancora).

— Vol. : La filosofia della rivoluzione umana. Saggio di sintesi.

La novità della nostra operazione richiede l’utilizzo di unamodalità procedurale di tipo analitico–descrittivo che, eccezionfatta per l’ultimo volume (contenente lo studio di sintesi), dovràmantenersi immutata lungo tutto il corso della ricerca. Troveràrobusto appoggio nel riferimento diretto alla fonte prima del-l’opera di Ikeda — per mezzo di citazioni costanti e sovente,per quanto possibile, estese. E ciò conferirà ai primi quattrovolumi quasi una configurazione di antologia critica, con ilvantaggio che il lettore potrà esaminare e verificare in prima

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persona — come dire, “in presa diretta” — la valenza, significa-tività e tenuta filosofica delle argomentazioni e teorizzazionidel Nostro, di volta in volta presentate e discusse. Inoltre, si avràla disponibilità di una panoramica dettagliata e articolata delpensiero e dell’opera di Ikeda — opera che, ci ripetiamo, a tut-t’oggi, sebbene molto nota, risulta conosciuta tendenzialmentein modo parziale, circoscritto e frammentario (per la letturadei soli saggi e/o di parte dei dialoghi, per la frequentazionedei soli suoi discorsi e/o di articoli e interventi minori). Conciò non si creda che la ricostruzione di sintesi che qui si pre-senta possa offrire migliore e più efficace comprensione dellalettura diretta di uno solo dei suoi lavori. Rivolgere l’attenzionedirettamente ai suoi lavori è la cosa più opportuna e auspica-bile. Chi scrive si reputerà già pienamente soddisfatto se, inqualche modo, avrà contribuito a suscitare nuovo interesse eattenzione per l’opera di Ikeda — una delle più straordinarie,se non la più straordinaria, del nostro tempo. “Soddisfatto” e,in qualche modo, anche sollevato, — perché, in realtà, comedetto, nel nostro studio manca la vera anima ikediana, l’animadel maestro e filosofo buddista – quella che rende i suoi lavori unagrandissima fonte di approfondimento e crescita spirituale, diincoraggiamento, di speranza.

Lo ripetiamo ancora una volta: qui perseguiamo un dise-gno di analisi e studio filosofico, senza una trattazione specifica,sistematica e critica, a) del Buddismo di Nichiren Daishonin,b) dell’interpretazione religiosa e dottrinale di Daisaku Ikedae/o c) di altri maestri della medesima scuola. Dunque, sonoespunte e non considerate tutte le spiegazioni ikediane degliscritti di Nichiren Daishonin, i suoi saggi dottrinali che nonsviluppano riferimenti e comparazioni con il pensiero e le teo-rie filosofiche, gli studi e brani e passaggi in cui le trattazionidei termini e concetti e princìpi buddisti mancano di artico-lazione comparativa e argomentativa con princìpi, concetti etermini appartenenti alla tradizione filosofica. Tuttavia, in tuttii casi in cui si darà sviluppo comparativo oppure opportunità diavanzamento e approfondimento filosofico–speculativo, allora

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il richiamo e l’attenzione sui contenuti buddisti risulterà op-portuno e verrà svolto in modo puntuale (anche col supporto,volume per volume, di schede in appendice [a cui si rimanderàcon l’abbreviazione v., vedi] e di un glossario dei nomi e con-cetti del Buddismo a cui si farà rimando attraverso un asterisco[*]).

III

La scelta di avviare questo studio filosofico con l’esame dellePeace Proposals si giustifica con la tesi qui sostenuta che l’operafilosofica di Ikeda presenta i connotati di una specifica, nuova,filosofia dell’azione, ovvero di una filosofia d’ispirazione religio-sa, impegnata e militante. Le Proposte di pace sono la più diretta,genuina e incisiva espressione di tale filosofia.

Sono anche, però, il primo “banco di prova” problematico.Giacché dovranno — pena il crollo dell’intera operazione —dare immediata e inequivocabile prova del rilievo argomentati-vo, critico e riflessivo dei filosofi, delle filosofie e dei richiamifilosofici contenuti nei testi ikediani. Ogni proposta di pace— che si caratterizza di una prima parte più speculativa e diuna seconda con proposte e idee di intervento concreto — sa-rà passata in esame singolarmente; per la loro significatività

. Tutti i rimandi sono all’edizione italiana, divisa tra le due raccolte in volume(rispettivamente, delle proposte di pace dal al e delle proposte del biennio–) e le singole pubblicazioni annuali (per le successive proposte) a cura delbimestrale dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai () «Buddismo e società»(diverse sono disponibili presso il sito web dell’, www.sgi-italia.org). Tendenzial-mente, si tratta di traduzioni buone ma non prive di difetti ed errori, in alcuni casigravi (come nella prima raccolta: D. I, La pace attraverso il dialogo, voll., tr. it diM. Zanda, Esperia, Milano ). Così, al costante riferimento all’edizione originaleinglese [v. rif., sez. Bibliografia e sitografia] si sono uniti interventi di miglioramentosegnalati, via via, dalle note. Modifiche minori — introdotte per ragioni di unifor-mità del testo e opportunità — hanno riguardato a) la marcatura in maiuscolettodi nomi di istituzioni ed enti, b) la ritrascrizione in caratteri latini e riaccentazione[sulle vocali lunghe] di nomi stranieri e concetti buddisti (fanno eccezione paroled’uso diffuso: sutra [sutra], Shakyamuni [Shakyamuni], Soka [Soka]).

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e colleganza con l’impostazione pragmatica e impegnata del-la filosofia ikediana — oltreché, per la loro valenza storica esignificatività generale — si è scelto di non lasciar cadere que-ste seconde sezioni di interventi e contributi più concreti, dicarattere pratico–operativo. Il lettore potrà in tal modo farsiun’idea delle mire pratiche dell’impegno di Ikeda, del valore edel grado di coerenza ed efficacia del suo modo di abbordare etrattare i problemi (i maggiori problemi del nostro tempo), diprospettarne vie risolutive, di indicare e porre in essere strate-gie di risposta e di intervento. In definitiva, al lettore, spetterà,la valutazione e il giudizio finale.

. .Cagliari, gennaio