COLDIRETTI INFORMA N. 6

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1 ANNO Parmalat: conta l’italianità del latte È prioritario un progetto industriale che valorizzi veramente il latte e gli allevamenti italiani e si impegni su un Made in Italy che, oltre al marchio, contenga materie prime nazionali, cosa che purtroppo non è avvenuta nel passato. È quanto ha affermato Sergio Marini, presidente della Coldiretti che, in riferimento al lancio di un'opa su Parmalat da parte di Lactalis, ha sottolineato l’importanza di garantire l’acquisto di latte italiano e di valorizzarne le qualità. «C’è bisogno di mettere un po’ di Italia vera dentro i marchi del Made in Italy - ha sostenuto Marino Zani, presidente della Coldiretti di Reggio Emilia - soprattutto se si chiamano Parmalat e fanno esplicito riferimento al nostro territorio che esprime una realtà produttiva e gastronomica famosa nel mondo. È necessario valorizzare il latte italiano. Solo a Reggio Emilia si producono oltre 5 milioni di quintali di latte e se ne importano 2,6 milioni, in forma di latte sterile, cagliate, polvere di latte o caseine che vengono impiegate dalle industrie lattiero casearie locali e arrivano sulle tavole in modo anonimo, se non addirittura spacciati per italiani» Vengono importati, oltre al latte trattato a lunga conservazione, anche prodotti semi-lavorati: cagliate, polvere di latte, caseine e caseinati. Questi prodotti vengono poi utilizzati, senza che il consumatore lo sappia, per produrre formaggi fusi senza latte, ma con sostanze da questo derivate, alle quali vengono normalmente aggiunti additivi che possono determinare effetti negativi per la salute del consumatore. «I prezzi alla stalla del latte alimentare – continua Zani - risultano strutturalmente al di sotto dei costi di produzione soprattutto per una grave mancanza di trasparenza, che rende indistinguibile il prodotto italiano, dando spazio a importazioni indiscriminate che stanno sistematicamente facendo chiudere le nostre stalle e mettendo in pericolo il nostro territorio, le sue bellezze e la genuinità dei suoi prodotti. Per ogni litro di latte prodotto negli allevamenti reggiani, la metà è importato dall’estero, nonostante sia dimostrato che i nostri allevamenti siano i più sicuri e controllati d’Europa. Ogni mese, infatti, nelle stalle vengono effettuati mediamente da 8 a 12 controlli, circa uno ogni 4 giorni, che garantiscono sicurezza alimentare e qualità del latte. Vorremmo che il nostro primato venisse pubblicamente riconosciuto e chiaramente indicato». «Ci servono due cose importanti: l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta ed un progetto industriale che valorizzi il Made in Italy, conclude il direttore della Coldiretti Giovanni Pasquali. Serve un progetto industriale che si impegni su un Made in Italy che, oltre al marchio, acquisti materie prime nazionali e preveda una definizione di Made in Italy che non lasci più spazio a chi crede che la qualità delle materie prime non sia discriminante ma che basti l’aria delle nostre terre per trasformare un prodotto in italiano». Marchio Made in Italy anche per i fiori Un marchio di garanzia creato dai floricoltori italiani attrae ben l’85% dei consumatori che attribuiscono Periodico Coldiretti Reggio Emilia ANNO 2011 – 29 aprile 2011 – n. 6

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ANNO

Parmalat: conta l’italianità del latte

È prioritario un progetto industriale che valorizzi veramente il latte e gli allevamenti italiani e si impegni su un Made in Italy che, oltre al marchio, contenga materie prime nazionali, cosa che purtroppo non è avvenuta nel passato. È quanto ha affermato Sergio Marini, presidente della Coldiretti che, in riferimento al lancio di un'opa su Parmalat da parte di Lactalis, ha sottolineato l’importanza di garantire l’acquisto di latte italiano e di valorizzarne le qualità. «C’è bisogno di mettere un po’ di Italia vera dentro i marchi del Made in Italy - ha sostenuto Marino Zani, presidente della Coldiretti di Reggio Emilia - soprattutto se si chiamano Parmalat e fanno esplicito riferimento al nostro territorio che esprime una realtà produttiva e gastronomica famosa nel mondo. È necessario valorizzare il latte italiano. Solo a Reggio Emilia si producono oltre 5 milioni di quintali di latte e se ne importano 2,6 milioni, in forma di latte sterile, cagliate, polvere di latte o caseine che vengono impiegate dalle industrie lattiero casearie locali e arrivano sulle tavole in modo anonimo, se non addirittura spacciati per italiani» Vengono importati, oltre al latte trattato a lunga conservazione, anche prodotti semi-lavorati: cagliate, polvere di latte, caseine e caseinati. Questi prodotti vengono poi utilizzati, senza che il consumatore lo sappia, per produrre formaggi fusi senza latte, ma con sostanze da questo derivate, alle quali vengono normalmente aggiunti additivi che possono determinare effetti negativi per la salute del consumatore. «I prezzi alla stalla del latte alimentare – continua Zani - risultano strutturalmente al di sotto dei costi di produzione soprattutto per una grave mancanza di trasparenza, che rende indistinguibile il prodotto italiano, dando spazio a importazioni indiscriminate che stanno sistematicamente facendo chiudere le nostre stalle e mettendo in pericolo il nostro territorio, le sue bellezze e la genuinità dei suoi prodotti. Per ogni litro di latte prodotto negli allevamenti reggiani, la metà è importato dall’estero, nonostante sia dimostrato che i nostri allevamenti siano i più sicuri e controllati d’Europa. Ogni mese, infatti, nelle stalle vengono effettuati mediamente da 8 a 12 controlli, circa uno ogni 4 giorni, che garantiscono sicurezza alimentare e qualità del latte. Vorremmo che il nostro primato venisse pubblicamente riconosciuto e chiaramente indicato». «Ci servono due cose importanti: l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta ed un progetto industriale che valorizzi il Made in Italy, conclude il direttore della Coldiretti Giovanni Pasquali. Serve un progetto industriale che si impegni su un Made in Italy che, oltre al marchio, acquisti materie prime nazionali e preveda una definizione di Made in Italy che non lasci più spazio a chi crede che la qualità delle materie prime non sia discriminante ma che basti l’aria delle nostre terre per trasformare un prodotto in italiano».

Marchio Made in Italy anche per i fiori

Un marchio di garanzia creato dai floricoltori italiani attrae ben l’85% dei consumatori che attribuiscono

Periodico Coldiretti Reggio Emilia

ANNO 2011 – 29 aprile 2011 – n. 6

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alla produzione nazionale le caratteristiche di freschezza, durata, buon rapporto qualità/prezzo e rispetto dell’ambiente in misura nettamente superiore al prodotto importato. È quanto è emerso dall’indagine Coldiretti/Swg presentata ad Euroflora in occasione dell’incontro “Una filiera florovivaistica tutta italiana”, a cui ha partecipato una delegazione della Coldiretti reggiana. La superiorità del prodotto italiano si manifesta - precisa la Coldiretti - in tutte le principali occasioni di acquisto come il regalo di un mazzo di fiori, l’allestimento di un addobbo floreale per un matrimonio, l’acquisto di una pianta in vaso per la casa. Una grande potenzialità si evidenzia dalla vendita di fiori, piante, bulbi e sementi attraverso i mercati degli agricoltori che è approvata dall’84% degli italiani anche perché garantisce l’origine nazionale dei prodotti acquistati. Il sistema produttivo nazionale, in base ai risultati dell’ultimo censimento dell’agricoltura, può contare in Italia su circa 20.500 aziende florovivaistiche, che danno occupazione ad oltre 120.000 addetti, con una superficie coltivata di oltre 36.000 ettari dove si ottiene la più ampia varietà di produzioni. “Non ci possiamo permettere di far diventare le piante ed i fiori italiani una commodity - ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “l’Italia è conosciuta in tutto il mondo come il paese dei fiori, degli architetti del verde e dei grandi giardinieri”. Sono queste - ha precisato Marini - le leve competitive che devono essere contenute in un marchio del vero Made in Italy del florovivaismo. Se siamo riusciti a riempire di valore un bicchiere di vino che si consuma all’istante non si capisce perché - conclude Marini - non si possa fare per i fiori e le piante che arrivano a durare una intera vita ed anche di più”.

Sistri, ecco i chiarimenti e conguagli

In pochissimi giorni il Ministero dell'ambiente ha pubblicato diverse modifiche del manuale operativo (scaricabile anche dal sito dell’area ambiente e territorio della Coldiretti. Le novità più interessanti riguardano le procedure di conguaglio dei contributi e le procedure da seguire in caso di variazione dei dati o di anagrafica delle imprese. Con specifico riferimento alla questione dei contributi dovuti per l’anno 2011 e sulle modalità di conguaglio, il manuale contiene uno stralcio del “Testo Unico Sistri” (un decreto ministeriale, di imminente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che dovrebbe sostituire tutti i precedenti decreti in materia e costituire l’unico riferimento normativo). Innanzitutto, viene definitivamente chiarito che, ai sensi del testo unico in corso di pubblicazione, il contributo per gli anni successivi a quello di iscrizione deve essere versato entro il 30 aprile. Nel documento è precisato inoltre che, anche a seguito delle segnalazioni effettuate dal Comitato di Vigilanza del Sistri, alcune categorie di imprese, tra cui le imprese agricole, possono portare in detrazione la quota di contributi versata in eccesso al momento dell’iscrizione, sull’entità dei contributi dovuti per l’anno 2011. Si ricorda, infatti, come il decreto 9 luglio 2010 abbia ridotto in modo considerevole, soprattutto per le imprese agricole, l’entità del contributo inizialmente previsto dal decreto del 17 dicembre 2009. Per le imprese agricole, quindi, la situazione è la seguente:

a) imprese con numero di addetti da 1 a 5 e produzione di rifiuti pericolosi fino a 200 Kg: non è dovuto nessun contributo fino al 2013 (30 € per ogni annualità);

b) imprese con numero di addetti da 1 a 10 e produzione di rifiuti pericolosi da 200 a 400 Kg: non è dovuto nessun contributo per il 2011 e deve essere ridotto di 10 € il contributo per il 2012.

Qualora nel corso del 2010 sia stato prodotto un quantitativo di rifiuti pericolosi superiori ai limiti indicati, tale da comportare un nuovo livello di contributo per il 2011, il credito derivante dall’eccedenza versata nel 2010 va compensato con il nuovo livello di contributo dovuto. Gli interessati devono inoltrare apposita domanda sulla base della modulistica che sarà a disposizione sul sito internet del Sistri.

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Polizze assicurative, in arrivo nuove risorse

Arrivano nuove risorse per il finanziamento delle polizze assicurative a difesa dei rischi provocati dai cambiamenti climatici in atto. L'Unione Europea ha, infatti, risposto positivamente alla richiesta italiana di introdurre flessibilità per l’utilizzo dei fondi allocati per il sostegno specifico ai sensi dell’art. 68 del Reg. (CE) n. 73/2009. Sarà dunque possibile utilizzare i finanziamenti non erogati per gli aiuti connessi agli avvicendamenti colturali per incrementare, già da quest'anno, la possibilità di spesa in favore dei produttori che sottoscrivono polizze assicurative a tutela della produzione. "Una novità importante per tutelare dai rischi connessi ai cambiamenti climatici le imprese - è il commento della Coldiretti - che soffrono oggi di un preoccupante deficit negli stanziamenti".

Rinnovabili: arriva la bozza del IV Conto Energia

È stata presentata la bozza del decreto che definisce gli incentivi agli impianti fotovoltaici che entreranno in esercizio tra il 1° giugno 2011 e il 31 dicembre 2016. L'obiettivo nazionale di potenza installata è indicato in circa 23.000 MW corrispondente a 6 - 7 miliardi di euro all’anno di incentivi. Previsto un regime alla tedesca con incentivi inversamente proporzionali alla potenza istallata e coerente con le previsioni di spesa, con tariffe che scendono se si superano i limiti annui di costo. Il nuovo regime di sostegno si basa infatti su obiettivi temporali progressivi di potenza installata e su previsioni annuali di spesa. Il superamento di tali previsioni non pregiudica l’accesso agli incentivi ma ne determina una ulteriore riduzione per il periodo successivo. Ulteriori informazioni e le bozza della proposta di Decreto si possono trovare sul sito http://www.fattoriedelsole.org/.

Concorso fotografico: Scatta la campagna

Porta la macchina fotografica quando vai a fare la spesa! Nei mercati contadini arriva “Scatta la Campagna”: un concorso fotografico lanciato dalla Fondazione Campagna Amica e dal mensile La Nuova Ecologia, in collaborazione con Coldiretti e Legambiente, con il Patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che invita i consumatori a consumatori a raccontare con un’immagine i propri “produttori del cuore”, a ritrarre i volti e i momenti più significativi che si creano ogni giorno nei Farmer’s market italiani. È facile: basta scattate una foto (anche con il telefonino) e spedirla al nostro concorso all’immagine dovrai inviare per posta elettronica o posta ordinaria. Insieme all’immagine dovrai inviare una scheda di partecipazione e una breve presentazione del produttore, del luogo o del momento che hai voluto ritrarre. Le immagini verranno presentate in tempo reale sui nostri siti web e sulle pagine Flickr collegate all’iniziative. Al termine del concorso una giuria di esperti le valuterà indicando i vincitori. In palio ci sono prodotti alimentari per 3.500 euro suddivisi nelle tre sezioni. Il concorso è rivolto a chiunque, possono partecipare i fotografi professionisti ma anche tutti coloro che amano fare la spesa nei mercati di vendita diretta e che vogliono contribuire a farli conoscere. Per informazioni: www.campagnamica.it o www.lanuovaecologia.it

Primo insediamento: termine presentazione

Il 31 maggio 2011 scade il termine per la presentazione delle domande per il primo insediamento.

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La misura 112 ha lo scopo di favorire il ricambio generazionale ed aumentare il grado di innovazione delle aziende ed è rivolta ai giovani, di età inferiore ai 40 anni, che intendono intraprendere attività agricola. La prossima scadenza su questo stesso bando è il 30 settembre 2011.

Fattorie Aperte 2011

Torna anche quest’anno Fattorie Aperte. Nelle domeniche 8, 15 e 22 Maggio, le aziende agricole reggiane aprono le porte ai visitatori! Diverse attività per vivere esperienze concrete a contatto con la realtà rurale ed i suoi prodotti. Promuovere una rinnovata attenzione ai valori ed ai beni della campagna, della cultura e del paesaggio rurale invitando la cittadinanza tutta a trascorre ore piacevoli a contatto con la natura riscoprendo il profondo legame tra le tradizioni e la storia di questo territorio.

Scadenze

15 maggio 2011 Domanda Unica Trasferimento titoli Fissazione titoli PSR asse 2, misure agro ambientali, indennità compensativa e rimboschimento 30 giugno 2011 Carburante agevolato 1 luglio 2011 PSR asse 3, agriturismo ed energie rinnovabili

I NOSTRI UFFICI DI ZONA

REGGIO EMILIA via Copernico, 28/a - tel. 0522/936043 - fax 0522/300368

CASINA via Caduti della Libertà, 25 - tel 0522/609180 – fax 0522/608237

CASTELNOVO NE’ MONTI Isolato Maestà, 1 - tel. 0522/812263 - fax 0522/611246

CASTELNOVO SOTTO via Cavagnola, 1/1 - tel. 0522/682168 - fax 0522/483591

CORREGGIO via Battisti, 3/C - tel. 0522/692275 - fax 0522/637510

GUASTALLA via Bertazzoni, 31 - tel. 0522/824643 - fax 0522/839198

MONTECCHIO via Prampolini, 18/b - tel 0522/864175 – fax 0522/860702

SCANDIANO via Trieste, 3 - tel 0522/857077 - fax 0522/984524

VILLA MINOZZO via Della Vittoria 5/1 - tel 0522/801107 – fax 0522/802769 “ Informativa art. 13 D.lgs 196/2003 - Codice della Privacy - I dati e gli indirizzi e-mail presenti nel nostro archivio provengono o da richieste di iscrizioni pervenute in varie forme direttamente al nostro recapito, e/o ci sono stati forniti da partner di Coldiretti Reggio Emilia poiché avete usufruito di specifici servizi ed espresso il vostro consenso alla comunicazione a terze parti e/o sono stati estratti da vecchi elenchi e registrati in banche dati nelle quali sono state inserite anche informazioni provenienti da altre fonti. In ogni caso i dati sono disciplinati dal Nuovo Testo Unico sulla Privacy (dlgs n.196 del 30 giugno 2003 - G.U. 29/07/2003) e saranno trattati sia in forma scritta, sia elettronica da personale incaricato, che potrà avere accesso ai soli dati necessari alla gestione delle attività del servizio richiesto. Potranno venire a conoscenza dei Suoi dati personali gli incaricati di segreteria interni, commercializzazione di beni e servizi, incaricati della contabilità e fatturazione nonché gli incaricati della gestione e manutenzione dei sistemi di elaborazione. I dati non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi, se non per i necessari adempimenti contrattuali o per obblighi di legge. Le ricordiamo infine che Le sono riconosciuti i diritti di cui all’art. 7 del D.lgs. 196/2003 in particolare, il diritto di accedere ai propri dati personali, di chiederne la rettifica, l’aggiornamento e la cancellazione, se incompleti, erronei o raccolti in violazione della legge, nonché di opporsi al loro trattamento per motivi legittimi rivolgendo le richieste al Titolare del trattamento Federazione prov.le Coldiretti Reggio Emilia, via Ricasoli 4 – 42100 Reggio Emilia) o scrivendo all’indirizzo e-mail: [email protected] con oggetto “ cancellazione dall’archivio mail “

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