«Coelho e la ricerca del punto zero che annulla spazio e tempo»

2
  Il protag onista-narr atore del romanzo sper imenta il v iaggio, la meditazion e e la “re altà separ ata” COELHO E LA RICERCA DEL PUNTO ZERO CHE ANNULLA SPAZIO E TEMPO  Alberto Samo e mescolate un buon venti per cento di narra- zione, altrettanto di fantasia e ancora un ven- ti per cento di auto-celebrazione, più un ab- bondante quaranta per cento di losoa new age e attendete una paziente e lenta cottura in forno, ecco che il risultato assomiglierà magicamente ad Aleph , l’ultimo libro di Paulo Coelho, pubblicato in Italia per Bompiani. Lo scrittore brasiliano, divenuto celebre nel 1987 con  L’Alchimi sta e attualmente il più venduto al mondo dopo William Shakespeare, che vanta tan- tissimi sostenitori anche sul virtuale con milioni di seguaci fra Twitter e Facebook, non smentisce se stesso e consegna al suo pubblico un racconto che qua e là assume i tratti del resoconto di viaggio, in diverse pagine appare più un saggio alla scoperta di sé e in altri passaggi assomiglia a un romanzo in pie- na regola. La trama racconta l’insoddisfazione di uno scrit- tore brasiliano di successo, celebre in tutto il mondo (in pratica lo stesso Coelho), che a un certo momen- to della propria vita si rende conto di vivere un sen- so di inadeguatezza che non lo fa più progredire, al punto che anche il proprio cammino interiore sem- bra essersi trasformato in noiosa routine. Quanto basta per decidere – dopo un rapido consulto con il proprio maestro spirituale – di intraprendere un viaggio in giro per il mondo per scoprire qualcosa di S nuovo, o meglio, per riscoprire il gusto della propria ricerca. Dopo una serie di frenetiche tappe in vari Paesi africani ed europei, ecco che arriva la decisio- ne che è la nota fondamentale del libro: affrontare un faticoso viaggio in treno lungo la linea della Transiberiana, da Mosca a Vladivostok, accompa- gnato dai propri editori russi e da un interprete. All’allegra brigata si unisce, però, inattesa, una giovane violinista turca che, come un vulcano, s’im- pone al protocollo, all’ostilità degli editori e al di- stacco iniziale dello scrittore, oramai n troppo abi- tuato ad essere attorniato da orde di lettori a dir po- co affezionati e al limite dell’insopportabilità. La ragazza, di nome Hilal, ha un vissuto abba- stanza turbolento ed è innamorata persa del prota- gonista; grazie alla propria intraprendenza ottiene di stare nello scompartimento connante con quel- lo dello scrittore e fra i due nasce inevitabilmente una forte intesa. Grazie anche alla presenza della giovane, in un punto preciso del treno Coelho sco- pre l’Aleph, ovvero un luogo mistico dove è possibi- le realizzare una dimensione altra rispetto a quella ordinaria, uno stato onirico, da cui scorgere le pro- prie vite precedenti. E così, il viaggio lungo la Tran- siberiana diviene l’occasione per una regressione in un passato remoto, nel quale si sono originati i con- itti del presente e da cui si spiega anche l’insoddi- sfazione attuale e l’incapacità di andare oltre nel cammino interiore. Il ritorno al passato sembra, dunque, la moneta che il protagonista-scrittore de- ve pagare per tentare di sciogliere i nodi del presen- te e garantirsi un futuro migliore. Qui il racconto di Coelho sembra assumere le sembianze di un diario auto-referenziale, tanto che anche la spinta verso l’autoaffermazione, pur aven- do apparentemente i tratti dell’evoluzione spiritua- le, assomiglia paurosamente a un’ingordigia narci- sistica che si nutre di ogni cosa capiti sulla propria strada di ricerca, luoghi, cose e persone incluse. Ed ecco riemergere l’ego dello scrittore affermato, che giudica Hilal, giudica se stesso, i propri editori e tut- ti i personaggi che il viaggio gli consente d’incon- trare. E quando il protagonista del libro non espri- me giudizio, immancabilmente vengono fuori paro- le d’ordine già lette altrove, come «amore», «bene- dizioni», «umanità», «anima» e altre ancora, così straordinariamente simili alle rassicuranti pacche sulle spalle garantite da antiche losoe orientali ri- vedute e corrette in salsa occidentale. La stessa Tradizione, di cui Coelho parla ripetu- tamente nelle pagine del libro, è un dato di fatto che sembra prescindere dall’esperienza, come se fosse un elemento acquisito sul quale non occorra torna- re, se non quale postulato della mente o dello spiri- to. Eppure, è l’essenza stessa dell’Aleph a richiama- re la Tradizione, sia nel caso del punto descritto da Coelho che di quello narrato da Jorge Luis Borges, secondo il quale c’è la possibilità di scoprire in se stessi e al di fuori di sé un «punto zero» (l’Aleph, ap- punto), nel quale tempo e spazio ordinari sono an- nullati e trasformati in un mitico paradigma che ri- manda all’origine del Tutto e all’Uno. Tutto e Uno, pertanto, sono intimamente interconnessi e l’Aleph è la possibilità, la porta per entrare in questa di- mensione unitaria, dove ogni forza è compresa nel- l’indivisa essenza universale. Dalle pagine del libro parrebbe che l’unico a vivere realmente la Tradi- zione di cui scrive il protagonista-narratore sia non lui, bensì il suo interprete, un certo Yao, esperto nel- l’arte marziale dell’Aikido e sensibile ai rituali de- gli sciamani, che piange la perdita incolmabile del- la moglie. «Sono nell’Aleph – scrive Paulo Coelho – il punto che contiene tutti i punti, il luogo nel quale si trova- no senza confondersi tutti i luoghi della terra, visti da ogni angolazione. Da una sorta di nestra sto guardando il mondo e i suoi luoghi segreti, sto con- templando la poesia perduta nel tempo e le parole dimenticate nello spazio». Ed è così che il suo Aleph, incontrato nello spazio fra due vagoni, diviene ele- mento totalizzante del racconto, tanto da rendere tutto il resto propedeutico al proprio scopo, fra città, luoghi ed esperienze reali, compreso il viaggio con i suoi oltre novemila chilometri macinati sulle rotaie. Il sogno – o meglio la regressione onirica realizza- ta nell’Aleph – diventa in questo modo realtà nella realtà, eppure basta una passeggiata lungo i vagoni del treno per accorgersi che, al di fuori delle asso- ciazioni della mente e dei propri sogni inseguiti con spasmodica ambizione, c’è un mondo variopinto, fatto di esseri umani, di amori e di conitti, di espe- rienze vissute in questa vita, di storie da raccontare, di talenti da esprimere, di dolori impressi negli sguardi e nelle pieghe del viso dei tanti viaggiatori sconosciuti. Peccato che oramai sia t roppo tardi per un altro viaggio. Nel suo ultimo romanzo lo scrittore è sulle tracce dell’Aleph, la porta per entrare in una dimensione unitaria, dove ogni forza è compresa nell’indivisa essenza universale SECOLO D’ITALIA [ APPENA ] USCITI  Il romanzo d i Paulo Coelho narra di un viaggio in treno in cui si  fanno inasp ettate scop erte 7 DOMENICA 4 DICEMBRE 2011

description

Articolo di Alberto Samonà sul "Secolo d'Italia" di domenica 4 dicembre 2011

Transcript of «Coelho e la ricerca del punto zero che annulla spazio e tempo»

Page 1: «Coelho  e la ricerca del punto zero che annulla spazio e tempo»

5/14/2018 Coelho e la ricerca del punto zero che annulla spazio e tempo» - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/coelho-e-la-ricerca-del-punto-zero-che-annulla-spazio-e-te

 Il protagonista-narratore del romanzo sperimenta il viaggio, la meditazione e la “realtà separata” 

COELHO E LA RICERCADEL PUNTO ZERO CHE ANNULLA

SPAZIO E TEMPO

◆ Alberto Samonà

e mescolate un buon venti per cento di narra-

zione, altrettanto di fantasia e ancora un ven-ti per cento di auto-celebrazione, più un ab-

bondante quaranta per cento di filosofia new age eattendete una paziente e lenta cottura in forno, eccoche il risultato assomiglierà magicamente ad Aleph,l’ultimo libro di Paulo Coelho, pubblicato in Italiaper Bompiani.

Lo scrittore brasiliano, divenuto celebre nel 1987con  L’Alchimista e attualmente il più venduto almondo dopo William Shakespeare, che vanta tan-tissimi sostenitori anche sul virtuale con milioni diseguaci fra Twitter e Facebook, non smentisce sestesso e consegna al suo pubblico un racconto chequa e là assume i tratti del resoconto di viaggio, indiverse pagine appare più un saggio alla scoperta disé e in altri passaggi assomiglia a un romanzo in pie-na regola.

La trama racconta l’insoddisfazione di uno scrit-tore brasiliano di successo, celebre in tutto il mondo(in pratica lo stesso Coelho), che a un certo momen-

to della propria vita si rende conto di vivere un sen-so di inadeguatezza che non lo fa più progredire, alpunto che anche il proprio cammino interiore sem-bra essersi trasformato in noiosa routine. Quantobasta per decidere – dopo un rapido consulto con ilproprio maestro spirituale – di intraprendere unviaggio in giro per il mondo per scoprire qualcosa di

S

nuovo, o meglio, per riscoprire il gusto della propriaricerca. Dopo una serie di frenetiche tappe in variPaesi africani ed europei, ecco che arriva la decisio-

ne che è la nota fondamentale del libro: affrontareun faticoso viaggio in treno lungo la linea dellaTransiberiana, da Mosca a Vladivostok, accompa-gnato dai propri editori russi e da un interprete.

All’allegra brigata si unisce, però, inattesa, unagiovane violinista turca che, come un vulcano, s’im-pone al protocollo, all’ostilità degli editori e al di-stacco iniziale dello scrittore, oramai fin troppo abi-tuato ad essere attorniato da orde di lettori a dir po-co affezionati e al limite dell’insopportabilità.

La ragazza, di nome Hilal, ha un vissuto abba-stanza turbolento ed è innamorata persa del prota-gonista; grazie alla propria intraprendenza ottienedi stare nello scompartimento confinante con quel-lo dello scrittore e fra i due nasce inevitabilmenteuna forte intesa. Grazie anche alla presenza dellagiovane, in un punto preciso del treno Coelho sco-pre l’Aleph, ovvero un luogo mistico dove è possibi-le realizzare una dimensione altra rispetto a quellaordinaria, uno stato onirico, da cui scorgere le pro-

prie vite precedenti. E così, il viaggio lungo la Tran-siberiana diviene l’occasione per una regressione inun passato remoto, nel quale si sono originati i con-flitti del presente e da cui si spiega anche l’insoddi-sfazione attuale e l’incapacità di andare oltre nelcammino interiore. Il ritorno al passato sembra,dunque, la moneta che il protagonista-scrittore de-ve pagare per tentare di sciogliere i nodi del presen-te e garantirsi un futuro migliore.

Qui il racconto di Coelho sembra assumere lesembianze di un diario auto-referenziale, tanto cheanche la spinta verso l’autoaffermazione, pur aven-do apparentemente i tratti dell’evoluzione spiritua-le, assomiglia paurosamente a un’ingordigia narci-sistica che si nutre di ogni cosa capiti sulla propriastrada di ricerca, luoghi, cose e persone incluse. Edecco riemergere l’ego dello scrittore affermato, chegiudica Hilal, giudica se stesso, i propri editori e tut-ti i personaggi che il viaggio gli consente d’incon-trare. E quando il protagonista del libro non espri-me giudizio, immancabilmente vengono fuori paro-le d’ordine già lette altrove, come «amore», «bene-dizioni», «umanità», «anima» e altre ancora, cosìstraordinariamente simili alle rassicuranti pacchesulle spalle garantite da antiche filosofie orientali ri-vedute e corrette in salsa occidentale.

La stessa Tradizione, di cui Coelho parla ripetu-tamente nelle pagine del libro, è un dato di fatto chesembra prescindere dall’esperienza, come se fosseun elemento acquisito sul quale non occorra torna-re, se non quale postulato della mente o dello spiri-

to. Eppure, è l’essenza stessa dell’Aleph a richiama-re la Tradizione, sia nel caso del punto descritto daCoelho che di quello narrato da Jorge Luis Borges,

secondo il quale c’è la possibilità di scoprire in sestessi e al di fuori di sé un «punto zero» (l’Aleph, ap-punto), nel quale tempo e spazio ordinari sono an-nullati e trasformati in un mitico paradigma che ri-manda all’origine del Tutto e all’Uno. Tutto e Uno,pertanto, sono intimamente interconnessi e l’Alephè la possibilità, la porta per entrare in questa di-mensione unitaria, dove ogni forza è compresa nel-l’indivisa essenza universale. Dalle pagine del libroparrebbe che l’unico a vivere realmente la Tradi-zione di cui scrive il protagonista-narratore sia nonlui, bensì il suo interprete, un certo Yao, esperto nel-l’arte marziale dell’Aikido e sensibile ai rituali de-gli sciamani, che piange la perdita incolmabile del-la moglie.

«Sono nell’Aleph – scrive Paulo Coelho – il puntoche contiene tutti i punti, il luogo nel quale si trova-

no senza confondersi tutti i luoghi della terra, vistida ogni angolazione. Da una sorta di finestra stoguardando il mondo e i suoi luoghi segreti, sto con-templando la poesia perduta nel tempo e le paroledimenticate nello spazio». Ed è così che il suo Aleph,incontrato nello spazio fra due vagoni, diviene ele-mento totalizzante del racconto, tanto da renderetutto il resto propedeutico al proprio scopo, fra città,luoghi ed esperienze reali, compreso il viaggio con isuoi oltre novemila chilometri macinati sulle rotaie.

Il sogno – o meglio la regressione onirica realizza-ta nell’Aleph – diventa in questo modo realtà nellarealtà, eppure basta una passeggiata lungo i vagonidel treno per accorgersi che, al di fuori delle asso-ciazioni della mente e dei propri sogni inseguiti conspasmodica ambizione, c’è un mondo variopinto,fatto di esseri umani, di amori e di conflitti, di espe-rienze vissute in questa vita, di storie da raccontare,di talenti da esprimere, di dolori impressi neglisguardi e nelle pieghe del viso dei tanti viaggiatorisconosciuti. Peccato che oramai sia troppo tardi perun altro viaggio.

Nel suo ultimo romanzolo scrittore è sulle tracce

dell’Aleph, la porta per entrarein una dimensione unitaria,dove ogni forza è compresa

nell’indivisa essenza universale

SECOLO D’ITALIA

[APPENA]USCITI

 Il romanzo di Paulo

Coelho narra di un

viaggio in treno in cui si

 fanno inaspettate scoperte

7DOMENICA 4 DICEMBRE 2011

Page 2: «Coelho  e la ricerca del punto zero che annulla spazio e tempo»

5/14/2018 Coelho e la ricerca del punto zero che annulla spazio e tempo» - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/coelho-e-la-ricerca-del-punto-zero-che-annulla-spazio-e-te