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Codice della Strada, Pianificazione della Circolazione e Provvedimenti Viabilistici Docente: Dott. F. LONGOBARDO Milano (Mi) 2 marzo 2017 / 8 aprile 2017 Seminario Monografico propedeutico all’attività di polizia stradale e sicurezza stradale.

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Codice della Strada, Pianificazione della Circolazione

e Provvedimenti Viabilistici

Docente: Dott. F. LONGOBARDO

Milano (Mi) – 2 marzo 2017 / 8 aprile 2017

Seminario Monografico propedeutico all’attività di polizia stradale e sicurezza stradale.

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Art. 1Principi generali

1. La sicurezza delle persone, nella circolazione stradale, rientra tra lefinalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato.2. La circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli animali sulle strade èregolata dalle norme del presente codice e dai provvedimenti emanati inapplicazione di esse, nel rispetto delle normative internazionali ecomunitarie in materia. Le norme e i provvedimenti attuativi si ispirano alprincipio della sicurezza stradale, perseguendo gli obiettivi: di ridurre icosti economici, sociali ed ambientali derivanti dal traffico veicolare; dimigliorare il livello di qualità della vita dei cittadini anche attraverso unarazionale utilizzazione del territorio; di migliorare la fluidità dellacircolazione.

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Codice della Strada

Le norme e i provvedimenti attuativi si ispirano alprincipio della sicurezza stradale, perseguendo gliobiettivi:n di ridurre i costi economici, sociali ed

ambientali derivanti dal traffico veicolare;n di migliorare il livello di qualità della vita dei

cittadini anche attraverso una razionaleutilizzazione del territorio;

n di migliorare la fluidità della circolazione.

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La Polizia Locale declina questo principio disicurezza stradale:

a) la prevenzione e l'accertamento delleviolazioni in materia di circolazione stradale;b) la rilevazione degli incidenti stradali;c) la predisposizione e l'esecuzione dei servizidiretti a regolare il traffico;d) la scorta per la sicurezza della circolazione;e) la tutela e il controllo sull'uso della strada.

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Solo questo?

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Art. 2. Definizione e classificazione delle strade

1. Ai fini dell'applicazione delle norme delpresente codice si definisce "strada" l'areaad uso pubblico destinata alla circolazionedei pedoni, dei veicoli e degli animali.

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2. Le strade sono classificate, riguardo alle lorocaratteristiche costruttive, tecniche e funzionali,nei seguenti tipi:

A - Autostrade;B - Strade extraurbane principali;C - Strade extraurbane secondarie;D - Strade urbane di scorrimento;E - Strade urbane di quartiere;F - Strade locali.F-bis. Itinerari ciclopedonali.

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Art. 5 Regolamentazione della circolazione in generale

1. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasportipuò impartire ai prefetti e agli enti proprietaridelle strade le direttive per l'applicazione dellenorme concernenti la regolamentazione dellacircolazione sulle strade di cui all'art. 2 .

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Articolo 5 Regolamentazione della circolazione in generale

3. I provvedimenti per la regolamentazione dellacircolazione sono emessi dagli enti proprietari,attraverso gli organi competenti a norma degli articoli6 e 7, con ordinanze motivate e rese note alpubblico mediante i prescritti segnali.

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Chi emette le ordinanze del Comune?

Il Dirigente responsabile del settore

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Art. 6 Regolamentazione della circolazione fuori dei centri

abitati

4. L'ente proprietario della strada può, con l'ordinanzadi cui all'art. 5, comma 3:f) vietare temporaneamente la sosta su strade o trattidi strade per esigenze di carattere tecnico o di pulizia,rendendo noto tale divieto con i prescritti segnali nonmeno di quarantotto ore prima ed eventualmente conaltri mezzi appropriati;

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Art. 7 Regolamentazione della circolazione nei centri abitati

1. Nei centri abitati i comuni possono, con ordinanza delsindaco:a) adottare i provvedimenti indicati nell'art. 6, commi 1,2 e 4;

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Articolo 38Segnaletica stradale.

3. È ammessa la collocazione temporanea di segnali stradali perimporre prescrizioni in caso di urgenza e necessità in deroga aquanto disposto dagli articoli 6 e 7. Gli utenti della strada devonorispettare le prescrizioni rese note a mezzo di tali segnali, anchese appaiono in contrasto con altre regole della circolazione.

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Regolamento del Codice (D.P.R. 495/92)Art. 30 - Segnalamento temporaneo

1. I lavori ed i depositi su strada e i relativi cantieri devonoessere dotati di sistemi di segnalamento temporaneo mediantel'impiego di specifici segnali previsti dal presente regolamento edautorizzati dall'ente proprietario, ai sensi dell'articolo 5, comma3, del codice.

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Codice della StradaRegolamento del Codice (D.P.R. 495/92)

Art. 30 - Segnalamento temporaneo

7. Per far fronte a situazioni di emergenza o quando si trattidi esecuzione di lavori di particolare urgenza le misure perla disciplina della circolazione sono adottate dal funzionarioresponsabile. L'adozione delle misure per i lavori che siprotraggono oltre le quarantotto ore, deve essere ratificatadall'autorità competente; se il periodo coincide con duegiorni festivi consecutivi, tale termine è di settantadue ore.

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Codice della StradaRegolamento del Codice (D.P.R. 495/92)

Art. 30 - Segnalamento temporaneo

(…) In caso di interventi non programmabili o comunque dimodesta entità, cioè in tutti quei casi che rientrano nellaordinaria attività di manutenzione, che comportano limitazioni ditraffico non rilevanti e di breve durata, ovvero in caso diincidente stradale o calamità naturale, l'ente proprietario o isoggetti da esso individuati possono predisporre gli schemi ed idispositivi segnaletici previsti dalle presenti norme senzaadottare formale provvedimento.

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Codice della StradaRiepilogo

È ammessa la collocazione temporanea di segnali stradali per imporre prescrizioniin caso di urgenza e necessità in deroga a quanto disposto dagli articoli 6 e 7Per far fronte a situazioni di emergenza o quando si tratti di esecuzione di lavori diparticolare urgenza le misure per la disciplina della circolazione sono adottate dalfunzionario responsabile. L'adozione delle misure per i lavori che si protraggonooltre le quarantotto ore, deve essere ratificata dall'autorità competente; se il periodocoincide con due giorni festivi consecutivi, tale termine è di settantadue ore.In caso di interventi non programmabili o comunque di modesta entità, cioè in tuttiquei casi che rientrano nella ordinaria attività di manutenzione, che comportanolimitazioni di traffico non rilevanti e di breve durata, ovvero in caso di incidentestradale o calamità naturale, l'ente proprietario o i soggetti da esso individuatipossono predisporre gli schemi ed i dispositivi segnaletici previsti dalle presentinorme senza adottare formale provvedimento.

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TITOLO IIDELLA COSTRUZIONE E TUTELA DELLE

STRADE

Capo ICOSTRUZIONE E TUTELA DELLE STRADE ED

AREE PUBBLICHE

Capo IIORGANIZZAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE E

SEGNALETICA STRADALE

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Art. 13.Norme per la costruzione e la gestione delle

strade

1. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti,sentiti il Consiglio superiore dei lavori pubblici edil Consiglio nazionale delle ricerche, emana entroun anno dalla entrata in vigore del presentecodice, sulla base della classificazione di cuiall'art. 2, le norme funzionali e geometriche perla costruzione, il controllo e il collaudo dellestrade, dei relativi impianti e servizi.

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(…)Le norme devono essere improntate alla sicurezza dellacircolazione di tutti gli utenti della strada, alla riduzionedell'inquinamento acustico ed atmosferico per la salvaguardiadegli occupanti gli edifici adiacenti le strade ed al rispettodell'ambiente e di immobili di notevole pregio architettonico ostorico. Le norme che riguardano la riduzionedell'inquinamento acustico ed atmosferico sono emanate nelrispetto delle direttive e degli atti di indirizzo del Ministerodell'ambiente e della tutela del territorio, che viene richiesto dispecifico concerto nei casi previsti dalla legge.

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……. le norme funzionali e geometriche per la costruzione, il controllo e il collaudo delle strade, dei relativi impianti e servizi.

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Art. 2. Definizione e classificazione delle strade

1. Ai fini dell'applicazione delle norme del presentecodice si definisce "strada" l'area ad uso pubblicodestinata alla circolazione dei pedoni, dei veicoli edegli animali.

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2. Le strade sono classificate, riguardo alle lorocaratteristiche costruttive, tecniche e funzionali,nei seguenti tipi:

A - Autostrade;B - Strade extraurbane principali;C - Strade extraurbane secondarie;D - Strade urbane di scorrimento;E - Strade urbane di quartiere;F - Strade locali.F-bis. Itinerari ciclopedonali.

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4. E' denominata "strada di servizio" la strada affiancataad una strada principale (autostrada, strada extraurbanaprincipale, strada urbana di scorrimento) avente lafunzione di consentire la sosta ed il raggruppamentodegli accessi dalle proprietà laterali alla strada principalee viceversa, nonché il movimento e le manovre deiveicoli non ammessi sulla strada principale stessa.

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Abbiamo altre definizioni funzionale di strada?

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Di regola nella redazione dei Piani urbani deltraffico e dei conseguenti Regolamenti Viari laclassificazione funzionale delle strade prevededella categorie intermedie che meglio identificanola realtà esistente nei centri urbani

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(D-E)INTERQUARTIERE

intermedia tra strade (D) e (E) collegamento interno all'area urbana

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(E)QUARTIERE

collegamento tra settori e quartieri limitrofi distribuisce il traffico delle

strade (D) e (D-E) raccoglie il traffico delle strade (E-F) e (E)

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(E-F)LOCALI INTERZONALI

intermedia tra strade (E) e (F)collegamento tra quartieri o interno a

un quartiere

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(F)LOCALI

a servizio diretto degli edifici interamente compresa all'interno di un quartiere immette il traffico sulle strade

(E) e (E-F)

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A cosa serve avere una classificazione funzionale delle strade?

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Gli elementi che devono essere considerati per definire la classificazionesono:

n il sistema di circolazione;n la capacità delle strade in termini di numero di corsie totali o per senso di

marcia;n i volumi di traffico che per alcune strade sono i flussi rilevati sul campo

tramite conteggi classificati, per altre strade sono i flussi simulati;n la presenza o meno di parcheggi su strada o fuori sede stradale;n l’uso prevalente del suolo;n il trasporto pubblico in termini di presenza o meno di servizi di linea lungo

ogni singola strada;n le previsioni di P.G.T. e di Piani e Progetti esistenti.

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Le diverse norme riguardano naturalmente in modo particolare le strade diprogetto da realizzare, ma devono rappresentare un punto di riferimento e diindirizzo anche per l’adeguamento della viabilità esistente, che si deverealizzare attraverso l’idonea attribuzione di funzioni specifiche ai singolielementi viari, la conseguente sistemazione delle intersezioni (coneventuale limitazione del numero delle medesime e degli accessi), laregolamentazione dei sensi di marcia per le varie componenti di trafficoveicolare, la regolamentazione della sosta veicolare e la regolamentazionedel traffico pedonale.

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DECRETO MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

5 novembre 2001 n. 6792Norme funzionali e geometriche per la

costruzione delle strade

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Ritenuto che le finalità relative alla riduzionedell'inquinamento acustico ed atmosferico previstedall'articolo 13 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285,sono perseguibili anche attraverso una corretta progettazionedell'asse e della sezione stradale e che peraltro gli stessiobiettivi sono più propriamente perseguibili attraversospecifiche normative che esulano dalla definizione dellecaratteristiche funzionali e geometriche delle strade.

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CAP. 2 - LE RETI STRADALI

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Ai fini di una valorizzazione delle infrastrutture stradali,dal punto di vista della funzionalità e sicurezza,coordinata al rispetto delle risorse ambientali ed allosviluppo socio-economico dell'area territoriale diinserimento, risulta fondamentale individuare unordinamento delle strade basato sia sulla funzione adesse associata nel territorio, sia sulla funzione da esseassolta all'interno della rete stradale di appartenenza.

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Il sistema globale di infrastrutture stradali puòessere schematizzato come un insieme integratodi reti distinte, ciascuna delle quali costituita daun insieme di elementi componenti che siidentificano con le strade (archi), collegate da unsistema di interconnessioni (nodi).

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In considerazione di ciò e della necessità di unaclassificazione funzionale delle strade, prevista dalCodice, risulta quindi indispensabile eseguire unavalutazione complessiva delle reti stradali a cui lesingole strade possono appartenere e definire per talireti un preciso rapporto gerarchico basatosull'individuazione della funzione assolta dalla rete nelcontesto territoriale e nell'àmbito del sistema globaledelle infrastrutture stradali.

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Quali conseguenze ha questa classificazione

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3.4 CARATTERISTICHE GEOMETRICHE E DI TRAFFICO DELLE SEZIONI

Per ogni tipo di strada si possono pertanto avere diversi tipi disezione, in relazione all'àmbito territoriale e all'utenza prevista.Le dimensioni della piattaforma stradale devono essere mantenuteinvariate lungo tutto il tracciato della strada, sia in sede naturale, siain sede artificiale (galleria, sottopasso, ponte, viadotto ecc.)La tabelle 3.4.a riporta, per ogni tipo di strada e per le eventualistrade di servizio associate, la composizione possibile dellacarreggiata, i limiti dell'intervallo di velocità di progetto, le dimensionida assegnare ai singoli elementi modulari ed i flussi massimismaltibili in relazione ai livelli di servizio indicati. Vengono altresìfornite alcune indicazioni sulla regolazione di funzioni di trafficospecifiche.

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3.4.1 Numero delle corsie per senso di marciaEsso dipende dalla quantità e qualità dei movimentirichiesti. Il valore indicato non tiene conto di eventualicorsie riservate. Soluzioni con più di quattro corsie dimarcia per ogni direzione, su unica carreggiata,richiedono l'adozione di specifici accorgimenti nontrattati dal presente testo.

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3.4.2 Larghezza delle corsieLa larghezza delle corsie è intesa come la distanza tra gli assidelle strisce che le delimitano; le dimensioni indicate nonriguardano le corsie impegnate dalle categorie di trafficonumerate 7,8,9,10 e 11 della tabella 3.2.c, per le quali si fissauna larghezza minima di 3,50 m.Le corsie riservate ai mezzi pubblici, o ad uso promiscuo con imezzi privati, sono da ubicare vicino ai marciapiedi; sullestrade a più carreggiate esse vanno collocate sullecarreggiate laterali.

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3.4.3 Larghezza del margine interno e delmargine lateraleLa larghezza del margine è intesa come distanzatra gli assi delle strisce che delimitano duecarreggiate, appartenenti alla strada principale(margine interno) o a una strada principale eduna di servizio (margine laterale).

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3.4.4 Livello di servizioSi intende per livello di servizio una misura della qualitàdella circolazione in corrispondenza di un flussoassegnato. Per qualità della circolazione si intendono glioneri sopportati dagli utenti, i quali consistonoprevalentemente nei costi monetari del viaggio, neltempo speso, nello stress fisico e psicologico. La sceltadel livello di servizio dipende dalle funzioni assegnatealla strada nell'àmbito della rete e dall'àmbito territorialein cui essa viene a trovarsi.

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3.4.5 Portata di servizioLa portata di servizio è il valore massimo delflusso di traffico smaltibile dalla strada incorrispondenza al livello di servizio assegnato.Esso dipende dalle caratteristiche della sezionetrasversale e da quelle plano-altimetrichedell'asse.

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3.4.6 Larghezza del marciapiedeLa larghezza del marciapiede va considerata al netto sia di strisceerbose o di alberature che di dispositivi di ritenuta. Tale larghezzanon può essere inferiore a metri 1,50. Sul marciapiede possono,comunque, trovare collocazione alcuni servizi di modesto impegno,quali centralini semaforici, colonnine di chiamata di soccorso, idranti,pali e supporti per l'illuminazione e per la segnaletica verticale,nonché, eventualmente per cartelloni pubblicitari (questi ultimi daubicare, comunque, in senso longitudinale alla strada). In presenza dioccupazioni di suolo pubblico localizzate e impegnative (edicole digiornali, cabine telefoniche, cassonetti ecc.) la larghezza minima delpassaggio pedonale dovrà comunque essere non inferiore a metri2,00.

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3.4.7 Regolazione della sostaTale voce indica se la sosta è consentita, o meno, sulla piattaforma oin appositi spazi separati connessi opportunamente con la stradaprincipale, con disposizione degli stalli in senso longitudinale otrasversale rispetto la via.Gli stalli devono essere delimitati con segnaletica orizzontale; laprofondità della fascia stradale da loro occupata è di 2,00 m. per lasosta in longitudinale, di 4,80 m. per la sosta inclinata a 45° e di 5,00m. per quella perpendicolare al bordo della carreggiata. La larghezzadel singolo stallo è di 2,00 m (eccezionalmente di 1,80 m.) per lasosta longitudinale, con una lunghezza occupata di 5,00 m.; è di 2,30m. per la sosta trasversale.Le eventuali corsie di manovra a servizio delle fasce di sosta devonoavere una larghezza, misurata tra gli assi delle strisce che ledelimitano, rispettivamente pari a 3,50 m per la sosta

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Ulteriori elementi in rilievo a seguito della classificazione funzionale della

strada

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§ per le strade urbane di quartiere (categoria E) le intersezioni possonoessere a raso, organizzate con rotatoria, precedenza o semaforo, edevono essere distanti tra loro almeno 100 m, o possono eventualmenteessere organizzate con svincoli parziali se con strade di categoriasuperiore. I passi carrai devono essere raggruppati e gli attraversamentipedonali devono essere organizzati agli incroci e possibilmentesemaforizzati o eventualmente zebrati;

§ le strade urbane di quartiere (categoria E) è prevista la sezione ad unicacarreggiata ed è ammessa la sosta solo in appositi spazi; tali strade nondevono comunque essere funzionali a servire il traffico diattraversamento, ma devono collegare i quartieri limitrofi o essereinterne agli stessi, per quartieri di più vaste dimensioni.

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- per le strade urbane locali (categoria F) le intersezionisono a raso, organizzate con precedenza, semaforoo rotatoria, non esiste limite nella loro frequenza, lesvolte a sinistra sono ammesse. I passi carraipossono essere diretti, gli attraversamenti pedonalisono zebrati e possono essere realizzati ogni 100 m.

- le strade urbane locali (categoria F), devono essereinterne ai quartieri e devono essere a servizio degliedifici e dei pedoni, è consentita la sosta su strada,ma non è consentito il transito dei mezzi pesanti.

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Per le strade urbane interquartiere (categoria DE)e per le strade locali interzonali (categoria EF) sipossono assumere caratteristiche intermedie aquelle relative alle categorie principali.

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Codice della Strada

La precedenza

Relativamente alle modalità di precedenza trai diversi tipi di strade, si deve innanzituttoricordare che secondo il Codice le intersezioniviarie di ogni tipo di strada sono ammesseesclusivamente con altre strade dello stessotipo o di tipo immediatamente precedente oseguente.

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Codice della Strada

La precedenza

Agli incroci non semaforizzati le modalità di precedenzadevono tenere conto della classificazione delle strade equindi le strade di classe superiore, salvo casi particolari,devono avere precedenza in corrispondenza degli incroci constrade di classe inferiore, e agli incroci tra strade della stessaclasse si dovrà valutare caso per caso circa l’organizzazionedelle precedenze.

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Zone 30

All’interno delle strade di categoria F e di categoriaEF, ma anche per strade primarie con particolariproblematiche legate alla sicurezza, si possonoindividuare gli interventi di moderazione del traffico ein particolare gli interventi relativi alle zone a 30Km/h.

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Passi Carrai

3. Lungo le strade di scorrimento (D),interquartiere (DE) e di quartiere (E),l’apertura di nuovi passi carrai è ammessasoltanto in presenza di strada di servizio o dipiazzale esterno alla carreggiata.

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Passi Carrai

4. Lungo le strade interzonali (EF), l’apertura di nuovi passi carrabili,non dotati di sistemi di apertura automatica, comandati a distanza, èsubordinata all’arretramento del cancello di ingresso di almeno 4,5 mdal margine esterno della carreggiata. I nuovi passi carrabili, anchese dotati di sistemi di apertura automatica, dovranno comunquepresentare larghezza tale da consentire ai veicoli in entrata e/o inuscita di non impegnare la corsia contromano della carreggiatastradale. Laddove il passo carrabile sia destinato ad essere utilizzatoda autocarri od altri veicoli pesanti, le dimensioni della larghezza edell’arretramento devono essere aumentate, in modo tale daconsentire ai veicoli in entrata e/o in uscita di non impegnare lacorsia contromano della carreggiata stradale.

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Passi Carrai

5. Lungo le strade locali (F) l’apertura di nuovipassi carrai è ammessa anche in assenza diarretramento del cancello, applicandosi la derogadi cui all’art.47 comma 4 Reg.Att. Tale deroganon si applica ai passi carrai destinati ad essereutilizzati da autocarri od altri veicoli pesanti.

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Accessi laterali di insediamenti ad alta affluenza di utenti

1. L’insediamento di grandi centri commerciali (S.l.p.>10.000mq) o di altri interventi di rilevante peso insediativo èammesso lungo le strade di scorrimento (cat. D),interquartiere (cat. DE) e di quartiere (cat. E). E’ vietato lungole strade interzonali (cat. EF) e locali (cat. F).2. Il rilascio delle concessioni relative a tali insediamenti èsempre subordinato alla presentazione di uno specifico studiod’impatto sulla viabilità.

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Strettoie

1. Su strade locali ed interzonali si possono realizzare opportunirestringimenti puntuali della carreggiata fino ad una larghezzaminima di 2,75 m per le strade locali e 3,25 m per quelle interzonali.La lunghezza massima della strettoia è di 10 m. Tali restringimentidevono essere regolati con senso unico alternato.2. Questi restringimenti, che possono essere costituiti dall’estensionedei marciapiedi verso la carreggiata, permettono un uso promiscuodella via e favoriscono l’ampliamento degli spazi pedonali, lapiantagione di alberi e l’organizzazione della sosta necessaria agliusi locali.

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Codice della Strada

1. Lungo le strade urbane di scorrimento (cat. D),interquartiere (cat. DE) e di quartiere (cat. E) non sono diregola ammessi dispositivi di moderazione comportanti losfalsamento altimetrico della carreggiata (dossi, platee osimili).2. Lungo le strade locali interzonali (cat. EF) i dispositivi dimoderazione comportanti lo sfalsamento altimetrico dellacarreggiata sono ammessi soltanto in casi eccezionali, sullabase a motivate deroghe circa la velocità minima di progetto.

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3. Lungo le strade locali interzonali (cat. EF) gli interventi dimoderazione sono consentiti, con velocità minima di progettopari a 40 km/h, puntualmente riducibili a 30 km/h. Possono inparticolare essere utilizzati dossi, intersezioni edattraversamenti pedonali rialzati, restringimenti portatipuntualmente anche fino a 2,4 m per corsia, chicanes.4. Lungo le strade locali (cat. F) gli interventi di moderazionesono consentiti con velocità minima di progetto pari a 30 km/h,puntualmente riducibili a 15 km/h. Possono in particolareessere utilizzati dossi, intersezioni ed attraversamenti pedonalirialzati, restringimenti portati puntualmente anche fino a 2,50m per corsia, chicanes.

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GLI STRUMENTI URBANISTICI

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Il Piano di governo del territorio

Strumento urbanistico introdotto nellaRegione della Lombardia dalla leggeregionale lombarda n. 12 dell'11 marzo2005

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Il PGT si compone di 3 atti distinti:

n Documento di pianon Piano dei servizin Piano delle regole

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Documento di Piano

Il documento di piano ha anche lo scopo di definire epianificare lo sviluppo della popolazione residente nelcomune. È il primo atto nella stesura del PGT.Il documento di piano definisce il quadro generale dellaprogrammazione urbanistica anche in base a propostepervenute da cittadini o da associazioni di cittadini.Deve prevedere un lavoro di analisi del territorio comunale datutti i punti di vista, inclusi quello geologico, ambientale,paesaggistico, urbanistico, viabilistico, infrastrutturale,economico, sociale e culturale, ed evidenziare eventuali benistorici o ambientali di particolare interesse.

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Piano dei servizi

Il piano dei servizi definisce le strutture pubbliche o di interesse pubblicodi cui il comune necessita. Il piano dei servizi deve tenere conto dellapopolazione residente nel comune o che gravita in esso e di quellaprevista in futuro dal documento di piano.Il piano dei servizi tiene conto dei costi operativi delle strutture pubblicheesistenti e dei costi di realizzazione di quelle previste, si preoccupa dellaloro fattibilità e definisce la modalità di realizzazione dei servizi. Leindicazioni contenute nel piano dei servizi circa le aree identificate comedi interesse pubblico sono prescrittive e vincolanti per 5 anni dall'entratain vigore del PGT e decadono qualora il servizio non sia inserito entroquesto termine nel programma triennale delle opere pubbliche.La Legge regionale lombarda n.12 dell'11 marzo 2005 prevede che, percomuni inferiori a 20.000 abitanti, sia possibile redigere un piano deiservizi intercomunale.

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Piano delle regole

Il piano delle regole definisce la destinazione delle aree delterritorio comunale. In particolare individua le aree destinateall'agricoltura, le aree di interesse paesaggistico, storico oambientale e le aree che saranno soggette a trasformazioneurbanistica.Il piano delle regole definisce anche le modalità degliinterventi urbanistici sia sugli edifici esistenti che di quelli dinuova realizzazione. Questo significa che viene stabilitoquanto costruire, come costruire e quali sono le destinazioninon ammissibili.

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PIANO URBANO DEL TRAFFICO

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Art. 36. Piani urbani del traffico e piani del traffico per la viabilità extraurbana

1. Ai comuni, con popolazione residente superiore a trentamilaabitanti, è fatto obbligo dell'adozione del piano urbano del traffico2. All'obbligo di cui al comma 1 sono tenuti ad adempiere i comunicon popolazione residente inferiore a trentamila abitanti i qualiregistrino, anche in periodi dell'anno, una particolare affluenzaturistica, risultino interessati da elevati fenomeni di pendolarismo osiano, comunque, impegnati per altre particolari ragioni alla soluzionedi rilevanti problematiche derivanti da congestione della circolazionestradale. L'elenco dei comuni interessati viene predisposto dallaregione e pubblicato, a cura del Ministero delle infrastrutture e deitrasporti, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

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4. I piani di traffico sono finalizzati ad ottenere il miglioramento dellecondizioni di circolazione e della sicurezza stradale, la riduzione degliinquinamenti acustico ed atmosferico ed il risparmio energetico, inaccordo con gli strumenti urbanistici vigenti e con i piani di trasportoe nel rispetto dei valori ambientali, stabilendo le priorità e i tempi diattuazione degli interventi. Il piano urbano del traffico prevede ilricorso ad adeguati sistemi tecnologici, su base informatica diregolamentazione e controllo del traffico, nonché di verifica delrallentamento della velocita e di dissuasione della sosta, al fineanche di consentire modifiche ai flussi della circolazione stradale chesi rendano necessarie in relazione agli obiettivi da perseguire.

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MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI

Direttive per la redazione, adozione ed attuazionedei piani urbani del traffico. (Art. 36 del decretolegislativo 30 aprile 1992, n. 285. Nuovo codicedella strada).

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Il PUT costituisce uno strumento tecnico-amministrativo di breveperiodo, finalizzato a conseguire il miglioramento delle condizionidella circolazione e della sicurezza stradale, la riduzionedell'inquinamento acustico ed atmosferico e il contenimento deiconsumi energetici, nel rispetto dei valori ambientali.Esso deve essere coordinato, oltre che con i Piani del traffico per laviabilità extraurbana previsti dallo stesso articolo 36, per i qualisaranno emanate apposite direttive, con gli strumenti urbanistici, coni Piani di risanamento e tutela ambientale e con i Piani di trasporto.Piani -questi- che costituiscono gli strumenti di valenza strategica peril governo del sistema della mobilità, dell'ambiente, dell'assettourbanistico e della programmazione economica di un determinatoambito territoriale. Tale governo è finalizzato al conseguimento, tral'altro, dei medesimi obiettivi perseguiti dal PUT.

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In particolare il PUT deve essere inteso come "piano diimmediata realizzabilità", con l'obiettivo di contenere almassimo -mediante interventi di modesto onere economico- lecriticità della circolazione; tali criticità - specialmente nellearee urbane di maggiori dimensioni- potranno infatti essereinteramente rimosse solo attraverso adeguati potenziamentisull'offerta di infrastrutture e di servizi del trasporto pubblicocollettivo, che costituiscono l'oggetto principale del Piano deitrasporti, realizzabile nel lungo periodo -arco temporaledecennale-.

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OBIETTIVI ED INDICATORI FONDAMENTALI

Il PUT va elaborato (articolo 36, comma 4, del nuovo Cds)attraverso indagini, studi e progetti finalizzati ad ottenere:1) il miglioramento delle condizioni di circolazione (movimentoe sosta),2) il miglioramento della sicurezza stradale (riduzione degliincidenti stradali),3) la riduzione degli inquinamenti atmosferico ed acustico,4) il risparmio energetico,nonché in accordo con gli strumenti urbanistici ed i Piani deitrasporti vigenti e nel rispetto dei valori ambientali.

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ACCORDO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI

Fermo restando che il PUT é uno strumento di pianificazione sottordinatorispetto al PRG vigente, il PUT stesso può proporre eccezionalmenteaggiornamenti allo stesso PRG o agli strumenti di attuazione vigenti.L'armonizzazione tra PUT e strumenti urbanistici si realizza attraverso:n la verifica che le eventuali opere infrastrutturali previste dal PUT siano

contenute negli strumenti urbanistici vigenti. In caso contrario si avviano leprocedure di variazione degli strumenti urbanistici, nei modi e nelle formepreviste dalla legislazione vigente;

n la verifica che le trasformazioni del territorio, le modifiche di destinazioned'uso ed in generale l'attuazione delle opere previste dagli strumentiurbanistici (qualora generino od attraggano traffico) siano compatibili congli indirizzi del PUT. In caso contrario si procede attraverso una opportunaattività di coordinamento tra gli uffici appartenenti ai diversi assessoraticompetenti, al fine di raccordare le diverse esigenze.

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STRATEGIE GENERALI DI INTERVENTO

La corretta organizzazione del traffico urbano richiedeun'ampia serie coordinata di interventi, su tutto il territoriourbanizzato e su tutte le componenti della circolazionestradale.Gli interventi in questione possono riassumersi nei dueseguenti tipi di strategie generali da adottare:n il miglioramento della capacità di trasporto dell'intero

sistema, comprendente la rete stradale, le aree di sosta edi servizi di trasporto pubblico collettivo, ove esistenti;

n l'orientamento ed il controllo della domanda di mobilitàverso modi di trasporto che richiedano minori disponibilitàdi spazi stradali rispetto alla situazione esistente.

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Classifica funzionale delle strade

La principale causa di congestione del traffico urbano siidentifica nella promiscuità d'uso delle strade (tra veicolie pedoni, tra movimenti e soste, tra veicoli pubblicicollettivi e veicoli privati individuali). Pertanto, lariorganizzazione della circolazione stradale richiede inprimo luogo la definizione di un'idonea classificafunzionale delle strade.

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ARTICOLAZIONE E CONTENUTI PROGETTUALI DEL PIANO URBANO

DEL TRAFFICO

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PIANO GENERALE

Il 1°livello di progettazione è quello del Piano generale del trafficourbano (PGTU), inteso quale progetto preliminare o piano quadro delPUT, relativo all'intero centro abitato ed indicante sia la politicaintermodale adottata, sia la qualificazione funzionale dei singolielementi della viabilità principale e degli eventuali elementi dellaviabilità locale destinati esclusivamente ai pedoni (classificafunzionale della viabilità), nonchè il rispettivo regolamento viario,anche delle occupazioni di suolo pubblico (standard geometrici e tipodi controllo per i diversi tipi di strade), sia il dimensionamentopreliminare degli interventi previsti in eventuale proposizionealternativa, sia il loro programma generale di esecuzione (priorità diintervento per l'esecuzione del PGTU).

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PIANI PARTICOLAREGGIATI

Il 2° livello di progettazione è quello dei Piani particolareggiatidel traffico urbano, intesi quali progetti di massima perl'attuazione del PGTU, relativi ad ambiti territoriali più ristrettidi quelli dell'intero centro abitato, quali -a seconda delledimensioni del centro medesimo- le circoscrizioni, i settoriurbani, i quartieri o le singole zone urbane (anche come fasciadi influenza dei singoli itinerari di viabilità principale), e daelaborare secondo l'ordine previsto nell'anzidetto programmagenerale di esecuzione del PGTU.

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Codice della StradaPIANI ESECUTIVI

Il 3° livello di progettazione è quello dei Piani esecutivi del traffico urbano,intesi quali progetti esecutivi dei Piani particolareggiati del traffico urbano. Laprogettazione esecutiva riguarda, di volta in volta, l'intero complesso degliinterventi di un singolo Piano particolareggiato, ovvero singoli lotti funzionalidella viabilità principale e/o dell'intera rete viaria di specifiche zone urbane(comprendenti una o più maglie di viabilità principale, con la relativa viabilitàinterna a carattere locale), facenti parte di uno stesso Piano particolareggiato.Detti Piani esecutivi definiscono completamente gli interventi proposti neirispettivi Piani particolareggiati, quali -ad esempio- le sistemazioni delle sediviarie, la canalizzazione delle intersezioni, gli interventi di protezione dellecorsie e delle sedi riservate e le indicazioni finali della segnaletica stradale(orizzontale, verticale e luminosa), e li integrano -in particolare- per quantoattiene le modalità di gestione del PUT (in termini di verifiche edaggiornamenti necessari).