COAGULOPATIE CONGENITE - ematologiafirenze.com · • I domains A e C del fattore VIII sono...
-
Upload
nguyenthuan -
Category
Documents
-
view
213 -
download
0
Transcript of COAGULOPATIE CONGENITE - ematologiafirenze.com · • I domains A e C del fattore VIII sono...
DIFETTI CONGENITI DEI FATTORI DELLA COAGULAZIONE
Fattore carente Incidenza Cromosoma Trasmissione
F VIII
F IX
F VII
F V
F X
F XI
F XIII
FIBRINOGENO
PROTROMBINA
Fattore
vonWillebrand
1:10.000
1:60.000
1.500.000
1:1 milione
1:1 milione
1:1 milione
1:1 milione
1:1 milione
1:2 milione
1:1.000 (o +)
X
X
13
1
13
4
6 (sub A)
1 (sub B)
4
11
12
Associata all’X
Associata all’X
Autos. Recess.
Autos. Recess.
Autos. Recess.
Autos. Recess.
Autos. Recess.
Autos. Recess.
Autos. Recess.
Autos. Domin o
Recess.
“…se il figlio maschio di una donna viene
circonciso e muore, e così fa il secondo, il
terzo figlio non deve essere
circonciso…..e anche i figli della sorella di
quella donna non devono essere
circoncisi, mentre i figli del fratello di quella
stessa donna possono essere
circoncisi….”
•Circa il 30% dei casi si riscontra non in ambiti familiari e sono attribuibili a
mutazioni spontanee
• Sintetizzato dagli epatociti e cellule reticolendoteliali del fegato
• Sintetizzato come unica catena, ma per proteolisi limitata nel Golgi
si generano due eterodimeri: catena pesante e leggera
• Il fattore VIII non ha alcuna intrinseca attività enzimatica, funziona da
COFATTORE accelerando l’attivazione del fattore X da parte
del fattore IXa
•Bassi livelli plasmatici; è una proteina di fase acuta
FATTORE von WILLEBRAND
FATTORE VIII
L’eterodimero del fattore VIII secreto nel plasma si associa strettamente, con legame
non covalente, alla regione NH2-terminale del fattore vonWillebrand
• I domains A e C del fattore VIII sono necessari per l’attività procoagulante,
mentre il ruolo del domain B è ignoto
• L’emivita del F VIII libero è di circa 0.5 hr, legato al FvW è di circa 12 hr
GENETICA DELLA EMOFILIA
• Possibilità mediante PCR di sequenziare tutti gli esoni del
gene del F VIII e IX
• Possibilità di identificare le mutazioni nell’ambito di una
famiglia con applicazioni alla diagnosi prenatale (villi coriali 9-
12a settimana, sangue cordone 18-21a settimana)
• Mutazioni missense, nonsensecodone stop, delezioni
minime o estese, inversioni dell’introne 22
• Correlazione tra tipo di mutazione e incidenza di sviluppo di
inibitori:
– 4-7% paz. con missense o piccole delezioni (CRM+)
– 34-38% paz. con inversione 22, delezioni estese
• In paz. con emofilia B ed inibitori, la presenza di questi è
sempre legata a larghe delezioni o mutazioni nonsenso
EMOFILIA: classificazione
• Lieve • Livello del fattore : 6-30%
• Sanguinamenti dopo traumi o interventi
• Esordio adolescenza o anche adulto
• Moderata • Livello del fattore : 1-5%
• Sanguinamenti dopo traumi o interventi, anche minori; possibili spontanei
• Esordio adolescenza
• Grave • Livello del fattore : <1%
• Sanguinamenti spontanei o eccessivi dopo traumi minimi (20-30 episodi/anno)
• Esordio già nel primo anno o manifestazioni alla nascita
Manifestazioni emorragiche
• Emartri
• Ematomi muscolari
• Ematomi sottocutanei, sottoperiostei
• Emorragie mucose
• Emorragie cerebrali (alla nascita e dopo)
• Emorragie post-interventi
DISTRIBUZIONE MANIFESTAZIONI EMORRAGICHE NELL'EMOFILIA
(1985-2003, 60.000 trattamenti)
3%
2%
73%
22%
EMARTRI EMATOMI EMORR.GASTRO-INTEST. EMORR.VIE URINARIEEMARTRI EMATOI EMORR. GASTRO-INT EMORR. VIE URINARIE
DISTRIBUZIONE MANIFESTAZIONI EMORRAGICHE NELL’EMOFILIA
(1985-2003, 60.000 trattamenti)
DISTRIBUZIONE DELLA SEDE DEGLI EMARTRI NELL'EMOFILIA (1985-
2003)
GOMITO
29%
PIEDE
5%
GINOCCHIO
28%
SPALLA
8%
CAVIGLIA
21%
POLSO
2%
MANO
5%
ANCA
2%
DISTRIBUZIONE DELLA SEDE DEGLI EMATRI NELL’EMOFILIA
(1985-2003)
PATOGENESI del DANNO ARTICOLARE
Emorragie subcondriali
Attivazione della
plasmina
Facilità ai sanguinamenti
Sinovite cronica
Ipertrofia epifisaria da
iperemia
Ipertrofia sinoviale
Liberazione enzimi lisosomiali
Mantenimento flogosi
Fibrosi
Accumulo di ferro intracellulare
Distruzione “ammortizzatore
” biologico PG
ARTROPATIA CRONICA
RIPETUTI EMARTRI
1. Terapia sostitutiva (home therapy/al bisogno/profilassi)
2. Immobilizzazione (bendaggio/doccia gessata di posizione)
3. Misure locali (ghiaccio)
4. Aspirazione dell’emartro + infiltrazione di cortisone
5. ANTIDOLORIFICI
6. Fisioterapia
EMARTRO ACUTO
Dolore, tumefazione, limitazione funzionale, atteggiamento antalgico di flessione La terapia va iniziata prontamente per: ridurre il dolore prevenire l’ulteriore sanguinamento prevenire l’instaurarsi dell’artropatia
Osteoporosi
Diminuzione rima
articolare
Irregolarità superfici
subcondrali
Erosione margini
articolari
Terapia
• Emoderivati plasma
– Inattivati al calore +/- detergenti/solventi
(Parvovirus B19; Creutzefeldt-Jakob)
• Prodotti ricombinanti
– Fattore VIII
– Fattore IX
• Terapia genica
– Iniezioni i.m. di vettore adenovirale
– Iniezione i.v. di vettore retrovirale
– Trapianto nel t. adiposo peritoneale di fibroblasti
autologi trasfettati con cDNA del gene FVIII
Complicanze della terapia
• Trasmissione agenti infettivi (HCV, B19,
HIV)
• Reazioni febbrili “trasfusionale”
• Comparsa di inibitori
1970s: concentrati plasmatici
Prevenzione artropatia, riduzione morbidità e mortalità
da emorragie maggiori
Pressochè “universale”:
Epatite B e C
1980s
60-70% pazienti:
infettati da HIV
1990s
Emoderivati “trattati”
2000s: ricombinanti
200?s: gene therapy
Fattore von Willebrand - I
• Sintetizzato da cellule endoteliali (copri di Weibel-Palade) e
dai megacariociti (granuli alpha)
•Glicoproteina multimerica, essenziale per la normale emostasi,
la cui funzione emostatica è basata sulle proprie molteplici
capacità adesive
•Costituita da dimeri, fino a 40 subunità. I multimeri più efficaci
dal punto di vista emostatico sono quelli a più elevato PM
•Le si riconoscono due principali attività biologiche:
•Stabilizza e prolunga l’emivita plasmatica del Fattore VIII
•Promuove l’adesione piastrinica al subendotelio nelle sedi
di danno endoteliale
Fattore von Willebrand - II
• Ampio range dei livelli plasmatici
• I livelli sono in dipendenza del gruppo sanguigno: 25% inferiori
nei soggetti di gruppo 0
• E’ una proteina di fase acuta
• Livelli fisiologicamente elevati in gravidanza, sopratutto
nel III trimestre
• Gene localizzato sul cromosoma 12
• Emivita plasmatica 12 ore
CLASSIFICAZIONE MALATTIA DI vonWILLEBRAND
TIPO
%
MECCANISMO GENETICA
1 70% Difetto QUANTITATIVO parziale Autos. DOM
2 20% Difetto QUALITATIVO
Autos. DOM
2A Difettosa funzionalità piastrina per assenza dei
multimeri ad elevato PM
2B Esaltata funzionalità piastrina per assenza dei
multimeri ad elevato PM (piastrinopenia)
2M Difettosa funzionalità piastrina con difetto
strutturale dei multimeri anche ad elevato PM
2N Difettoso legame del F vonWillebrand al F VIII
3 raro Grave o completa assenza del F VW con deficit
moderato-severo del F VIII
Autos. REC
Le due distinte attività biologiche del FvW rendono ragione
della coesistenza di sintomi tipici delle:
• COAGULOPATIE
– Sanguinamento protratto dopo traumi / interventi chirurgici
– Post-estrazioni dentarie
– Rari comunque gli emartri
• PIASTRINOPATIE
– Sanguinamenti mucose (epistassi, gengivorragie, menorragie, GI)
– Ecchimosi
Diagnosi
• Anamnesi accurata (alcuni sottostimano, altri
sovrastimano)
• Allungamento del tempo di sanguinamento (!emofilia A!)
• Allungamento dell’APTT
• Conta piastrinica nella norma (modica riduzione 2B)
• Test mirati
– Dosaggio antigenico F vW (vWF Ag)
– Dosaggio attività coagulante F VIII (VIII:C)
– Aggregazione piastrinica con ristocetina (RIPA) e RiCoF
– Analisi multimeri vWF
• Test della DDAVP
• Analisi genetica
TERAPIA della MALATTIA DI vonWILLEBRAND
TIPO 1a scelta alternativa
1 Desmopressina Concentrati F VIII-vW
2
Concentrati F VIII-vW
2A Desmopressina
2B* ---------------------
2M Desmopressina
2N Desmopressina
3 senza alloAtc Concentrati F VIII-vW Concentrati piastrinici
3 senza alloAtc Fattore VIII ricomb. Fattore VII attivato ricomb.
*, controindicata la DDAVP; antifibrinolitici, estrogeni
PNH: un difetto del gene PIG-A (chr Xp22.1)
PROTEINA FUNZIONE
CD55 decay-accelerating factor
CD59 membrane inihib. reactive lysis
CD16 Fc- receptor III
CD87 urokinase plasminogen activator receptor
CD14 monocyte differentiation antigen
CD52 CAMPATH
AchE
Luzzatto L, 2003
Codifica per la proteina richiesta per il trasferimento di N-acetilglucosammina
al fosfatidilinositolo
EMOGLOBINURIA PAROSSISTICA NOTTURNA
Triade:
• anemia emolitica (da difetto intrinseco)
• pancitopenia (aplasia midollare)
• trombosi venose (specialmente del sistema epato-portale, ma anche
mesenteriche, spleniche, cerebrali)
3 forme cliniche:
• Forma classica
• In corso di disordini midollari (aplasia midollare, MDS, IM)
• Forma subclinica
Diagnosi:
• “Consistente” sospetto clinico
• Dimostrazione citofluorimetrica di cellule carenti in GPI (“PNH cells”), (HAM test)
• Valutazione indici di emolisi e valutazione midollare (per i sottotipi clinici)
TROMBOSI & PNH
Le trombosi rappresentano la causa principale di mortalità
Sedi di trombosi più rappresentate:
Vene epatiche (S. di B-C)
Vene mesenteriche
Vena porta
Vene cerebrali
Vene derma
La frequenza di trombosi è correlata alle dimensioni del pool PNH (odds
ratio 1.64 per ogni 10% incremento del pool)
La incidenza di trombosi è associata a fattori razziali
I pazienti di razza bianca e afro-americani con >50% di cellule GPI-AP
deficienti, e che non abbiano controindicazioni, sono candidati alla terapia
profilattica con warfarin [INR 2.0-3.0]
I pazienti che abbiano presentato eventi trombotici dovrebbero ricevere
terapia anticoagulante indefinitamente [INR 3.0-4.0]
International PNH Interest Group, Blood 2005:106:3699