CNS/CB CENTRALE/DE PDI/348/2008 MESSAGGERO SARDO · Il Messaggero Sardo viene inviato gratuitamente...

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IL MESSAGGERO SARDO EMIGRAZIONE ECONOMIA CULTURA SPORT Preoccupazione per il passaggio di competenze alla Presidenza della Regione a pagina 11 Assemblea straordinaria del Consiglio regionale contro la crisi Sergio Atzeni uno scrittore tra la Sardegna e l’Europa a pagina 7 a pagina 21 a pagina 30 Il Cagliari in ritiro ad Assemini tra speranze e timori Mensile della Regione Autonoma della Sardegna per i Sardi nel mondo www.ilmessaggerosardo.com Anno XLI / Giugno 2009 Mobilitazione unitaria per sconfiggere la crisi La crisi economica minaccia di spazzare via quel che resta dell’apparato industriale della Sardegna. Dal Sulcis a Porto Torres, da Ottana a Macchiareddu, da Siniscola a Macomer è un susseguirsi di fabbriche che chiudono. Non sono a rischio solo migliaia di posti di lavoro, con le drammatiche conseguenze che ciò comporterebbe nel già debole sistema economico sardo. È l’intera regione che rischia di precipitare nel baratro. Sfumate le speranze di un rilancio che poteva arrivare con il G8 de La Maddalena – con le conseguenze che questa inopinata decisione ha rappresentato e rappresenterà per l’Isola, e che non sono state ben comprese neanche da molti sardi – lo spegnimento delle ultime ciminiere sopravvissute al crollo del sistema delle Partecipazioni statali, costituirebbe un colpo mortale non solo all’industria ma all’intera economia sarda. La grande mobilitazione che c’è stata con lo sciopero generale e con l’Assemblea straordinaria del Consiglio regionale, con il coinvolgimento unitario di tutte le componenti politiche, economiche e sociali, ha permesso di respingere l’attacco “colonialista” dell’Eni che aveva deciso di chiudere il cracking di Porto Torres, cuore pulsante dell’intero sistema chimico sardo. Il provvedimento è stato sospeso dopo un vertice a Roma. Si tratta di un primo grande risultato ma occorre vigilare e lottare, ora che è stata ritrovata una compattezza unitaria, in difesa dell’Isola perché, come ha detto l’ex ministro della Difesa Beppe Pisanu, “la Sardegna viene prima degli interessi di partito o di coalizione”. E per difendere gli interessi dei sardi se è necessario si battono i pugni sul tavolo. AMBIENTE Mobilitazione di uomini e mezzi nella campagna antincendi a pagina 14 DCOOS3568 NAZ / 028 / 2008 TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA DIRECT ENTRY CNS/CB CENTRALE/DE PDI/348/2008 ECONOMY CNS/CB & PA028 SOCIETÀ La Maddalena al posto dei Grandi ha ospitato il G8 dei poveri a pagina 16-17 In difesa del lavoro In difesa del lavoro

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ILMESSAGGEROSARDO

EMIGRAZIONEECONOMIA CULTURA SPORT

Preoccupazioneper il passaggiodi competenzealla Presidenzadella Regionea pagina 11

Assembleastraordinariadel Consiglioregionalecontro la crisi

Sergio Atzeniuno scrittoretra laSardegnae l’Europa

a pagina 7 a pagina 21 a pagina 30

Il Cagliariin ritiroad Asseminitra speranzee timori

Mensile della RegioneAutonoma della Sardegnaper i Sardi nel mondo

www.ilmessaggerosardo.com Anno XLI / Giugno 2009

Mobilitazione unitariaper sconfiggere la crisiLa crisi economica minaccia di spazzare via quelche resta dell’apparato industriale della Sardegna.Dal Sulcis a Porto Torres, da Ottana aMacchiareddu, da Siniscola a Macomer è unsusseguirsi di fabbriche che chiudono. Non sonoa rischio solo migliaia di posti di lavoro, con ledrammatiche conseguenze che ciò comporterebbenel già debole sistema economico sardo. È l’interaregione che rischia di precipitare nel baratro.Sfumate le speranze di un rilancio che potevaarrivare con il G8 de La Maddalena – con leconseguenze che questa inopinata decisione harappresentato e rappresenterà per l’Isola, e chenon sono state ben comprese neanche da moltisardi – lo spegnimento delle ultime ciminieresopravvissute al crollo del sistema delle

Partecipazioni statali, costituirebbeun colpo mortale non solo all’industriama all’intera economia sarda.La grande mobilitazione che c’è stata con losciopero generale e con l’Assemblea straordinariadel Consiglio regionale, con il coinvolgimentounitario di tutte le componenti politiche,economiche e sociali, ha permesso di respingerel’attacco “colonialista” dell’Eni che aveva decisodi chiudere il cracking di Porto Torres, cuorepulsante dell’intero sistema chimico sardo.Il provvedimento è stato sospeso dopo un verticea Roma. Si tratta di un primo grande risultatoma occorre vigilare e lottare, ora che è stataritrovata una compattezza unitaria, in difesadell’Isola perché, come ha detto l’ex ministrodella Difesa Beppe Pisanu, “la Sardegna vieneprima degli interessi di partito o di coalizione”.E per difendere gli interessi dei sardise è necessario si battono i pugni sul tavolo.

AMBIENTE

Mobilitazionedi uomini emezzi nellacampagnaantincendia pagina 14

DCOOS3568NAZ / 028 / 2008

TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA

DIRECT ENTRYCNS/CB CENTRALE/DE PDI/348/2008

ECONOMYCNS/CB & PA028

SOCIETÀ

La Maddalenaal postodei Grandiha ospitatoil G8dei poveria pagina 16-17

In difesa del lavoroIn difesa del lavoro

Editoriale2 Giugno 2009

Sommario

IL MESSAGGERO SARDOMensile della Regione Autonoma della Sardegna

per i Sardi nel mondo

Edito da “Messaggero Sardo società cooperativa a r.l.”

Presidente Gianni De Candia

Comitato di Direzione Gianni De Candia (responsabile),Marco Aresu, Luigi Coppola, Gianni Massa, Ezio Pirastu

Redazione e Amministrazione Via Barcellona 2 - 09124 CagliariTel. 070 664214 - Fax 070 664742

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Stampa Sarprint, stab. Tossilo - Macomer

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C ome era previsto la terrificante crisieconomica partita dall’America ha finito per

ripercuotersi su tutte le economie del pianeta.L’Europa, che è strettamente legata agli andamentidei mercati statunitensi, è stata investita in pieno.E, come era ampiamente annunciato, gli effetti piùdevastanti di quella che è considerata la peggiorrecessione mondiale dagli inizi del secolo scorso,si sentono in modo particolarmente drammaticonelle regioni più deboli.La Sardegna è nell’occhio del ciclone. La crisirischia di provocare danni irreversibili in quel cheresta del già misero tessuto industriale sardo.Al comparto tessile, in via di smobilitazione datempo, si è aggiunto nei mesi scorsi il settoremetalmeccanico e ora quello chimico. C’èil rischio concreto che nell’isola non restiaccesa nessuna ciminiera.La industrializzazione in Sardegna, dopola chiusura delle miniere e la devastantecrisi sociale che aveva indotto centinaiadi migliaia di sardi a emigrare in cerca dilavoro, era stata salutata come lapanacea dei mali atavici. Ma la sceltadelle industrie da insediare nell’Isola erastata fatta altrove. Per creare i polipetrolchimici di Porto Torres eMacchiareddu sono stati spesi quasi tuttii fondi messi a disposizione dallo Statocon il “Piano di Rinascita”. Erano statiassunti migliaia di lavoratori e si eracreata una speranza di ripresaeconomica. Gli insediamenti di Ottana,sorti dopo un’indagine sul fenomeno delbanditismo e del malessere sociale nelCentro Sardegna, avevano fatto sperarein un cambiamento. Ma ben presto quello

che alcuni avevano previsto, e altri temuto, si èverificato. Con il crollo del sistema dellePartecipazioni Statali gran parte del sistemaindustriale sardo è stato spazzato via senza che alvecchio si sostituissero nuove iniziative. Perqualche anno ancora hanno resistito le industriedel tessile di Macomer e Siniscola mentre il settorechimico da Macchiareddu a Ottana a Porto Torrescontinuava a perdere pezzi.Tanti sono stati i tentativi di riconversione mapochi hanno avuto successo duraturo.In questo contesto già di per sé allarmante la crisimondiale ha indotto alla “sospensione” dellaproduzione la multinazionale russa dell’alluminioche si era insediata a Portoscuso, ha allontanato

le ipotesi di riconversione e rilancio delle fabbrichedi Macomer, Siniscola e Ottana. E all’iniziodell’estate c’è stato l’annuncio choc dell’Eni chechiudeva “temporaneamente” il cracking di PortoTorres. Decretando la fine della chimica sarda.Una scelta, quella dell’Ente petrolifero, motivatada esigenze di bilancio. Una decisione dal saporecolonialista. Dopo aver sfruttato gli impiantidell’isola lasciando migliaia di ettari nel più totaledegrado l’Eni decide di far pagare ai sardi i costidelle sue diseconomie. Mai i managerdell’industria di Stato, controllata dal ministro delTesoro, avrebbero assunto una tale decisione neiconfronti di Porto Marghera, consapevoli dellarivolta che la Lega avrebbe aizzato. Ma i sardi, si

sa, sono comprensivi e arrendevoli. Edopo lo spostamento del G8 da LaMaddalena all’Aquila, con il conseguenteperdita di finanziamenti e di opere darealizzare, l’Eni ha pensato bene diassestare un colpo mortale non soloall’economia del Sassarese ma a tutta laSardegna. Perché il cracking è il cuore delsistema petrolchimico: una volta spentoquell’impianto tutto è destinato a morire,da Porto Torres a Macchiareddu.E la formula utilizzata dall’Eni,della “sospensione”, è offensiva perl’intelligenza dei sardi.La formidabile mobilitazione di tuttal’Isola e la ritrovata unità delle forzepolitiche ha permesso di ottenere unprimo significativo risultato con la revocadella decisione dell’Eni. Ma il problemasi riproporrà a settembre in tuttala sua drammaticità. Occorre vigilaree non abbassare la guardia.

Editoriale2 In difesa dell’apparato industriale sardo

Primo Piano3 La mobilitazione unitaria in difesa della chimica sarda

ferma la decisione dell’Eni di Luigi Coppola

6 Avviso di smantellamento per la chimica sardadi Gibi Puggioni

La Sesta commissione chiede la revoca della chiusuradel cracking di Porto Torres

7 L’unità del Popolo sardo per contrastare la crisidi Gherardo Gherardini

8 In 20 mila in piazza per difendere il lavorodi Giuseppe Mereu

14 Per la campagna antincendi mobilitazione di uominie mezzi di Fabrizio Serra

Attualità9 Dal Crenos e Bankitalia allarme per l’economia sarda

di Andrea Frailis

10 In mostra a Barumini le opere di Nivola di Marcello Atzeni

Cambio della guardia nelle Università sardedi Alessia Corbu

11 Passaggio di competenze dell’emigrazione dal Lavoroalla Presidenza della Giunta

12 È scomparso Antonio Argiolas il patriarcadell’omonima cantina di Serdiana di Lia Serreli

Inaspriti i requisiti per le pensioni di anzianitàdi Giuseppe Foti

13 Presentata la rete Bionetwork che unisce ricerca e impreseLa Sardegna nel web di Andrea Mameli

15 L’altra parte del mondo: il Gsott8 nel Sulcis Iglesientedi Andrea Porcu

Una tecnologia per superare l’autismo di Andrea Mameli

16 A La Maddalena il G8 dei poveri di Gino Zasso

17 La paura delle incompiute dopo lo “scippo” del G8di Alessandra Deleuchi

Cultura18 Presentato il film di Fiorenzo Serra “L’ultimo pugno

di terra” di Gianni Olla

19 Gianfranca Canu: “Sa Sardigna intro su coro meu”di Paolo Pillonca

32 Istanbul: i reportages di viaggio di Nicola Lecca

Paesi di Sardegna20 Dualchi: il paese dei poeti impreziosito da murales

di Franco Fresi

Neoneli: un bastione sul lago Omodeo di Salvatore Tola

Parliamo della Sardegna

21 In un libro la vicenda di Matalena Sanna e Pretu Delàdi Natalino Piras

Sergio Atzeni: uno scrittore tra la Sardegna e l’Europadi Giovanni Mameli

Parlando in Poesia

22 Il coraggio di Lucia a cura di Salvatore Tola

Sport30 Il Cagliari in ritiro ad Assemini prepara la nuova stagione

di Andrea Frigo

Festeggiati di cento anni della Polisportiva Gialetodi Serramanna di Andrea Porcu

31 È sarda la promessa del pattinaggio a rotelledi Sergio Casano

Atleti sardi in evidenza ai Giochi delle Isole di Palmadi Maiorca di Giacomo Serreli

Rubriche

23 Dall’Italia27 Dal Mondo

In difesa dell’apparato industriale sardo

3Primo PianoILMESSAGGEROSARDO

D opo due settimane di forti tensioni politichee sociali, e dopo una crescente unitaria

mobilitazione delle forze politiche dimaggioranza e di opposizione, delleamministrazioni locali, delle organizzazionisindacali, della Chiesa sarda, la decisionepiuttosto arrogante dell’Eni di chiudere per duemesi l’impianto principale di Porto Torres,quello del “cracking”, è rientrata. È accaduto aRoma, a conclusione di una lunga riunione,presieduta dal ministro Scajola, tra la Regionerappresentata dal presidente Cappellacci, leorganizzazioni sindacali, l’Eni, la confidustria.È stato siglato un documento, articolato in seipunti: gli impianti Eni di Porto Torrescontinueranno ad essere in funzione e quindinon sarà effettuata l’annunciata fermata;sarà attivato il piano di manutenzione degliimpianti che, a rotazione, vede la fermatatemporanea di singole produzioni; il piano dimanutenzione sarà terminato entro settembre everrà definito tra direzione aziendale eorganizzazione sindacali entro il 30 luglio; lemanutenzioni saranno effettuate senza il ricorsoalla cassa integrazione; infine, al compimentodel piano di manutenzione sarò attivatoun tavolo di confronto per discutere il pianoEni per la Sardegna, con la partecipazionedelle istituzioni locali.Gli impianti chimici di Porto Torres, dunque,non chiudono: si procederà ad unamanutenzione straordinaria senza che alcunoperaio o tecnico vada in cassa integrazione.In attesa che l’Eni definisca con la Regionee con i sindacati un progetto di investimentoe di rilancio dell’attività di Porto Torrese di Assemini.Nessuno s’illuda, tuttavia, d’aver vinto chissàquale guerra. È stato fermato soltanto iltentativo dell’Eni – e non è poco – di ipotizzareuna progressiva riduzione dell’attività degliimpianti petrolchimici di Porto Torres. Ora, ed è

La mobilitazione unitariain difesa della chimica sardaferma la decisione dell’EniLa presa di posizione compatta di tutte le componenti della società sarda, dalle forzepolitiche alle amministrazioni locali, dai sindacati alla Confindustria e alla Chiesa, haindotto l’ente petrolifero a far marcia indietro - Sospesa la chiusura del cracking diPorto Torres, cuore del sistema chimico isolano - La decisione dopo un vertice a Roma

il compito più arduo,si tratta di rilanciarelo sviluppo.Piuttosto, va sottolineatocon forza, la vicenda hadeterminato situazioninuove che possonoincidere positivamente sulfuturo della Sardegna.Il settore petrolchimicoha assorbito, in più ditrentanni, migliaia dimiliardi erogati dalloStato. Soldi che avrebberodovuto e potuto fare diciascun sardo, compresitutti gli emigrati, deiricchi cittadini. Così nonè stato. È stato creatauna nuova classe operaia,ha preso spazio untessuto sociale diverso,

ma sono stati altresì pagati prezzi altissimi intema di inquinamento ambientale e di danniirreversibili al territorio. Anche sul pianodelle tensioni sociali e delle tradizioniculturali sono stati pagati prezzi molto alti.Oggi in una situazione di oggettiva difficoltàdell’economia mondiale e nazionale e diconseguenza, con l’industria sarda, già precaria,in forte crisi; con l’industria del turismo che stasegnando il passo in tutto il territorionazionale; con il settore agro-pastorale che nonriesce ad assumere dimensioni che ne possanorafforzare il ruolo e, infine, con un fenomenodi emigrazione che tocca i giovani diplomatie laureati, la Sardegna e la sua economianon possono permettere che un settoreormai così importante, come la chimica,possa ridimensionarsi.La decisione dell’Eni, che è una aziendapartecipata dallo Stato e che registra utilienormi, ha toccato un nervo scoperto dellapolitica sarda ed anche del sindacato: lamancata discesa a valle dei procedimentiproduttivi che avrebbero dovuto portare, percapirci con due esempi semplici, il sorgere difabbriche di pentole nel Sulcis collegateall’alluminio, o di bottiglie di plastica a PortoTorres legate al petrolchimico. Processi che nonsi sono mai realizzati per la scarsa capacitàdella politica sarda di “imporre” agli industriali,che hanno incamerato migliaia di miliardiper impiantare aziende d’ogni tipo,di rispettare gli impegni assunti e di favorireappunto il sorgere di nuovi processi produttivi.La fermata del petrolchimico di Porto Torresavrebbe costituito il primo passo di un processodi ridimensionamento del settore, conconseguenze drammatiche sul pianodell’occupazione. Ecco perché, davanti ad unpericolo così evidente per il futuro dell’Isola, leforze istituzionali a partire dal sindaco di PortoTorres dal presidente della provincia di Sassari e

dal presidente della Regione, politiche, sindacali,sociali hanno compreso che occorreva trovare lanecessaria più ampia unità per richiamare conforza l’attenzione del governo nazionale e perimporre all’Eni uno stop vitale.“Hanno vinto la Sardegna e il popolo sardo – hasottolineato la presidente del ConsiglioRegionale, l’on. Claudia Lombardo –che ha saputo unirsi per difendereil diritto all’occupazione. Non più pocos,locos y mal unidos ma compatti”.Se questo è vero allora la vicenda del “cracking”di Porto Torres e dello stop imposto all’Enipotrebbe segnare una svolta importantenella storia politica della Sardegna.Si ritorna in qualche modo a “su connottu”, aquando cioè, trattandosi di impostare e varare iprogetti e i piani di rinascita della Sardegna, leforze politiche, sindacali, sociali, culturali,trovarono l’unità di intenti necessaria perottenere dal governo nazionale adeguate risorsefinanziarie e interventi infrastrutturali.Se maggioranza e opposizione saprannoproseguire sulla linea comune, manifestata acommento della decisa richiesta al governonazionale da parte della Regione di fermare l’Enie salvare Porto Torres, cogliendo ciò che uniscee valorizzando la comune volontà di trovaresoluzione adeguate a risolvere la crisi economicadella Sardegna, sarà possibile offrire prospettivepositive all’economia isolana.Rivendicando, è emerso con chiarezza in questavicenda, un diverso ruolo dell’autonomia sarda,non necessariamente articolata incontrapposizione con il governo nazionale ma,piuttosto, come strumento di assunzione diresponsabilità nuova e partecipata nel governodel territorio e dei processi di sviluppo.Ecco perché questa volta la chimica, la vicendadi Porto Torres, possono costituire un punto dipartenza, diverso rispetto al passato, nellarivendicazione a livello nazionale ed europeo delrispetto pieno dei diritti che la Sardegna hamaturato ed acquisito, sul piano delladisponibilità di adeguate risorse finanziarie.Solo così avrà significato, non legato alcontingente, la dichiarazione del deputato del Pd,Paolo Fadda, per il quale l’intesa di Roma suPorto Torres “dimostra che la politica del dialogoe dell’unità inizia a dare frutti. È comunquenecessario continuare su questa strada... perrilanciare con tutte le forze sociali il tavolo colGoverno per una nuova intesa istituzionale”.Così come la dichiarazione per la Uil di Melissa:“È un punto di partenza, ma dobbiamomantenere la compattezza mostrata in questimesi. Lavoratori, sindacati e istituzioni hannofatto un buon lavoro ed è stata fondamentaleanche la dura presa di posizione del presidenteCappellacci nei confronti dell’Eni”.Insomma, come sottolinea Murgia della FemcaCisl, “il cambio di rotta dell’Eni è avvenuto,comunque, grazie al movimento di opinione chesi è creato nell’Isola”. Luigi Coppola

La posta dei lettori4 Giugno 2009

Un seminterrato non abitabile

Caro Messaggero,scrivo a nome di mia zia per sottoporvi unproblema. Mia zia tempo fa acquistò,consapevolmente, un seminterrato non conformead uso di civile abitazione in località“Pittolongu” e lo adibì a “mini-vano”. La sceltafu fatta per via del prezzo abbastanzaragionevole, seppure alto considerato la nonabitabilità. Quest’anno mia zia ha saputo che cisono molte probabilità che il suo seminterratovenga chiuso. Chiedo a voi se la situazione èsanabile o se il suo investimento è destinato alfallimento. Tengo a precisare che mia zia è sardadi nascita e di origini ed ha alle spalle una vita dioperaia. Se avesse avuto le possibilità nonavrebbe certo scelto un seminterrato da 30 mq.Mirco Satta - Telti (OT)

Caro Satta,la situazione del seminterrato, in base alle scarneindicazioni fornite nella lettera, sembra nonsanabile. Tuttavia dovrebbe rivolgersi al Comuneper verificare le reali motivazioni della nonabitabilità e le possibilità di una eventualetrasformazione con opportuni lavori, per renderloabitabile modificando l’attuale destinazione d’uso.

Il “blocco” dei salumi in porto

Caro Messaggero,Sono un pensionato, nato a Guasila nel 1936 evivo a Ciampino (Roma) da 50 anni con la miafamiglia composta da tre figli e diversi nipoti.All’inizio del mese scorso ci siamo recati nelnostra cara Sardegna per visitare i nostri parentie per riassaporare i nostri profumi e le tradizioni.Al rientro, il 14 di maggio, dopo aver caricato lamacchina, ci siamo recati al porto per l’imbarcosulla nave. Dopo un primo posto di blocco che ha

verificato i nostri documenti, ci siamo avviati alsecondo. Quando è arrivato il nostro turno, ilpersonale addetto al controllo, ci ha fatto scendereper i controlli sull’ auto. Ho pensato “meno maleche fanno questi controlli per debellare la piagadella droga” ma, dopo che il personale ha notatoun frigorifero portatile è cominciata una cacciafrenetica e il successo è stato raggiunto con ilritrovamento della refurtiva:”qualche pezzetto disalsiccia e di maialino sardo sotto vuoto e conl’etichetta del negozio”,che i nostri parenti cihanno comprato e regalato, facendo una cosamolto gradita alla mia famiglia. Al ritrovamento diquesta “refurtiva”, il personale ha interrotto leoperazioni di ricerca (forse appagati dal successo),e ci ha obbligato di disfarcene prima dell’imbarco.Le sembra giusto tutto questo?Quanta gente viaggia sulle navi inconsapevoleche esiste un divieto, identico a quello degliaeroporti dell’isola ? Non sarebbe forseopportuno rilasciare questa informazionecontestualmente al biglietto navale o aereo?Perché devo comprare la stessa confezione,che trovo normalmente in vendita in Sardegna,qui a Roma, quando è reperibile, magarial doppio o al triplo del prezzo?Inoltre, da profano, mi chiedo perché moltemalattie (vedi mucca pazza, influenza aviaria ect.)comunque hanno un termine con l’abrogazionementre in Sardegna la peste suina ormaidura da decenni?Fiducioso che questa mia lettera venga pubblicatasul vostro bellissimo e seguitissimo giornale,che per noi Sardi è un punto di riferimento.Luigi Orrù - Via Acqua Acetosa 39 - Ciampino (Roma)

Caro Orrù,comprendiamo il suo disagio. Ha proprio ragionebasterebbe un minimo di rispetto per chi viaggia,dandogli le opportune informazioni e tutto sarebbepiù semplice. Non si capisce perché un prodotto

confezionato a norma di legge che può essereacquistato in qualsiasi supermercatodella Penisola non possa essere trasportatoda un comune cittadino. Misteri della burocrazia.Incomprensibili e assurdi.

Archivi scuola ANAP

Caro Messaggero Sardo, sono emigrato in Germania dal 1968, ricevopuntualmente il vostro Giornale che leggo conmolta passione. Vi ringrazio per le informazionichiare e ben dettagliate. Vorrei chiedervi unfavore: ho frequentato nel 1967 un corso diAggiustatore Meccanico, a Tempio Pausaniaall’ANAP (Associazione Nazionale AddestramentoProfessionale) in via Italia Unita. Dopo alcunimesi, essendosi liberati alcuni posti alla scuolaANAP di Milano in Via Adriano 60, i mieiIstruttori mi hanno chiesto se avessi volutocontinuare il corso a Milano. Accettai l’offerta efinii il corso conseguendo la qualifica diAggiustatore Meccanico. Ora, per motivipensionistici, mi serve un certificato di frequenza edi durata del corso. Sia a Tempio Pausania che aMilano questa Scuola non esiste più. L’annoscorso tramite una telefonata nella ex sedeANAP, oggi sede CFP, mi è stato detto che damolto tempo l’ANAP aveva cambiato residenzaportando via gli archivi. Tramite il PatronatoACLI ho scritto al Provveditorato e anche alcentro per l’impiego di Milano con esito negativoper mancanza di documentazione probatoria.Potrei avere un qualche informazione su dovel’ANAP con gli archivi di Tempio Pausania esoprattutto Milano si trovi oggi. Distinti Saluti.Vincenzo Carboni, Am Schinnergraben 130C - 55129Mainz (Germania)

Caro Carboni,dopo 32 anni non è semplice ritrovare gli archividel Corso di formazione ANAP svoltosi a Tempio

Le origini dei cognomiPer poter rispondere alle domande sull’origine dei cognomi, tra le altre fonti, attingiamo anche dai tre volumidel prof. Massimo Pittau, “Dizionario dei Cognomi di Sardegna”, Cagliari 2006, editrice “L’Unione Sarda” (www.pittau.it)

CORDA

Caro Messaggero,vorrei avere notizie sul cognome Corda.Tale cognome è di un mio antenato che arrivòin Francia lasciando la Sardegna nel XVIII secolo.(ndr. abbiamo cercato di tradurre e riportareil senso della richiesta da missiva redattain francese).Dominique Blin - 468 Ch des Charles - Etaux - France

Cara Blin,Corda è cognome diffuso in tutta la regione.Potrebbe avere origini italiane da stessosostantivo con analogo significato.Potrebbe avere origine, come spesso accadecon i cognomi sardi, dal latino, in questo casochorda da cui corda, indicativo di tendine,intestino di pecora fatto “a treccia” ed arrostito.Lo si riscontra spesso negli antichi tomi sardi;già nel 1228 in atti come de Corda; nel 1294un certo Torgodorio Corda è ricordatocome procuratore e sindaco di Sassaria Genova e si ritrova nella nobiltà un casatoCorda nel 1700 a Bessude e Borutta.

MERIDDA

Caro Messaggero,vorrei avere notizie sul mio cognome.So che mio nonno era originario di Ozierie si trasferì, per sposarsi a Bitti. So per certoche in Argentina esiste un ceppo del mio cognome,capostipite fu un tale Cesar. Colgo l’occasioneper ringraziarvi per il servizio, grandeed importante, che offrite a noi Sardi.Meridda Luca - Località Les Iles, 14 - Brissogne (AO)

Caro Meridda,come leggiamo dal DILS I 635, l’origine del suocognome potrebbe essere in relazione all’omonimosostantivo, indicante parte funzionale dellamacina, derivante da ammerare “aggiungere”;potrebbe anche avere origine da messere da cuicome diminutivo femminile di meri o mere, eperciò identificabile come padroncina.Localizzabile frequentemente nelle zone diCagliari, Ozieri, Iglesias e Sassari.

UTZERI

Caro Messaggero,ho cercato per mari e per monti notizieriguardanti il mio cognome, ma senza risultatisoddisfacenti.Siete la mia ultima speranza, potete aiutarmi?Ulisse Utzeri - Cerrada del Olivastro 64 casa 2 - Col.Olivar de los Padus Del Alvaro Obregon - Mexico

Caro Utzeri,cercheremo di risolvere, speriamo nel migliore deimodi, il suo angustiante problema.Utzeri è cognome rappresentato soprattutto nellafascia centro meridionale della Sardegna,precisamente tra Baunei e Tortoli ad est, Oristanoe Riola ad ovest ed a sud Monserrato e Capoterra.Per quanto concerne l’origine, conta abbastanza lapronuncia; infatti, l’accento sulla U fa propenderel’origine da Utheri, sobborgo medioevale diSassari, permane tuttora porta Utzeri che sarebbecosì chiamata perché si apriva verso la localitàdove sorgeva il Monastero di Santu Petru de Silkide Usari attuale convento francescano di S.Pietro, indicando la provenienza da tale luogo,oppure pronunciato con l’accento sulla E avrebbeorigine spagnola, ujier “uscere”.

FLUMINI

Caro Messaggero,ringraziandovi per le informazioni che ci fatearrivare con il giornale, anche a me che vivo daquasi dieci anni in quel di Puebla in Messico, vichiedo notizie riguardo l’origine del mio cognome.Flumini Isidoro - 31b Sur - Puebla - Messico

Caro Flumini,troviamo frequentemente rappresentato il suocognome nella fascia sud orientale dell’isola apartire da Cagliari raggiungendo Villasimius,Tortoli ed Olbia con puntate in quel di Mamoiada eSadali. L’origine, come non potrebbe essere, èdibattuta in quanto potrebbe essere accomunata adalcune località, Fluminimaggiore o Flumini diQuartu, indicando individuo originario di talelocalità; oppure potrebbe essere in rapporto al latinoFlumen e cioè fiume, come si rileva nel DILS I 398e nel Condaghe di Salvennor 206 e 298.

PERISI

Caro Messaggero,navigando su internet mi sono imbattuto nelvostro sito e ho sfogliato con piacere le variepagine del giornale. Ho trovato interessante larubrica dei cognomi e ne approfitto per averenotizie del mio.Perisi Nicola

Caro Perisi,ricordiamo anche a lei che nelle lettere o le mail checi inviate dovreste indicarci il vostro indirizzo perintero. Per quanto riguarda il suo cognome,frequentemente riscontrabile tra le provincie diCagliari e Nuoro, ha come spesso accade originidibattute. Potrebbe essere una variante di Parisi, adorigine catalana, che significa Epifania (dal latinoecclesiastico apparitio-onis) nome che caratterizzavagran parte dei nascituri di quel giorno, che quindipotrebbe rappresentarne l’origine; come anchepotrebbe essere riferito a cognome propriamenteitaliano corrispondente alla città di Parigi. Altraopportunità è quella dell’origine da Peris peraggiunta della i finale (paragogica).

5La posta dei lettoriILMESSAGGEROSARDO

Pausania. Attualmente la sede ANAP dellaSardegna è ubicata in via Cagliari 177 - 09170Oristano. La sede è regionale ed opera con corsi diformazione professionale a Oristano ed a SantaGiusta. Può essere raggiunta scrivendoall’indirizzo di posta elettronica“[email protected]”. Ci auguriamo chel’informazione possa essere utile per aiutarla nelladifficile ricerca.

Congratulazioni a cugino premiato in Germania

Caro Messaggero,ricevo sempre il giornale e per questo ti ringraziotantissimo. Mi fanno sempre piacere le bellenotizie della Sardegna e le varie iniziative deiCircoli sardi sparsi nel mondo. Nel numero dinovembre-dicembre ho appreso dell’importantericonoscimento che è stato conferito a IgnazioContu, mio cugino emigrato in Germania, con ilquale intendo congratularmi.Anche io, originario di Vallermosa, sono emigratodal 1961 a Como. Non abbiamo mai avutol’occasione in tutti questi anni, di incontrarci.Con questa lettera, che senz’altro leggerà, potràmettersi in contatto.Ti scrivo anche per chiederti una cortesia: puoiinviare il Messaggero a mia sorella che si trova aGenova? Ringrazio di cuore e vi saluto.Sauro Carboni, via Paolo Borsellino n. 39 - 22020Cavallasca (Como)

Caro Carboni,Sua sorella riceverà regolarmente il giornale.

Disguidi alle elezioni europee

Caro Messaggero,sabato 6 giugno 2009 sono andato a votare perl’Europa. Sono rimasto molto deluso quando sonostato respinto per non essere iscritto nelle listeelettorali. Poiché vivo in Francia da 53 anni, forse“hanno pensato” che avrei votato per i candidatifrancesi.Ho sempre votato a Guspini, in provincia diCagliari ma quest’anno, per motivi di salute, nonho potuto raggiungere il mio caro paese. Inoltrenon ho ricevuto l’avviso per la votazione. Chi hapotuto prendere per me una scelta che noncondivido? Certo che se tutti gli Italiani all’esteronon hanno potuto votare per l’Italia, il risultato èstato condizionato!P.S.: mia moglie, francese con la doppianazionalità, ha votato per l’Italia senza difficoltà.Sinceri saluti.Giovanni Fonnesu, 16 Les Granges - 69290 Grezieu laVarenne (Francia)

Caro Fonnesu,capisco la Sua delusione. È rimasto vittimadi un disguido che, fortunatamente, ha coinvoltopochi emigrati sardi in Europa. Le responsabilitàdella spiacevole situazione in cui si è trovato alseggio possono essere attribuite a diversi soggettied alla scarsa informazione. Sua moglie infatti,grazie alla doppia cittadinanza risultava nelle listeelettorali in possesso del presidente del seggio edha quindi potuto votare. Presumibilmente Lei,avendo solo la cittadinanza italiana, pur avendotutto il diritto di votare in Francia scegliendo leforze politiche ed i candidati da eleggere in Italia,non era presente tra gli aventi diritto al votonel seggio della Sua città. Inoltre non possedevail certificato elettorale indispensabile per esprimereil voto. È opportuno che chiarisca la circostanzacon le autorità consolari e con l’ufficioelettorale del Comune di Guspini che,per Sua informazione, con le modifiche allecircoscrizioni provinciali introdotte dalla Leggeelettorale, fa parte della provincia del MedioCampidano e non più di quella di Cagliari.

Non trova Irgoli sulla carta geografica

Caro Messaggero,vi ringrazio per il Messaggero. Leggo con gioia lenotizie e gli articoli in lingua sarda. Manco da 47

anni dall’isola ed il giornale me la fasentire vicina.Sono irgolese e mi succede spesso di far vedere,ad amici e conoscenti, sulle cartine geografichedove sono nato ma senza trovare il nome di Irgoli.Tre paesi della Baronia – Loculi, Irgoli ed Onifai –si trovano nel giro di qualche chilometro. Irgoli èil più grande ed ha la Caserma, l’Ufficio Postale,la Farmacia ed altri servizi. Potete chiarirmiperché il nome non risulta sulle cartine.Colgo l’occasione per salutare i miei familiariche sono sparsi tra Cagliari, Roma e Orani.Anzi approfitto, non avendo mai avuto il coraggiodi farlo a voce, per ringraziare mia sorellache ha dedicato tutto il suo tempo per mamma,ora deceduta, e per babbo che ora ha 98 anni.Mia sorella risiede ad Irgoli e ritengoriceva il Messaggero.Rino Flore, Lalivi Tintorajo 20600 Furiani - Corse(Francia)

Caro Flore,nessun mistero per quanto riguarda il nomedi Irgoli sulle cartine geografiche. Dipende dallascala di grandezza di ciascuna carta. Le assicuroche in tutte quelle della Sardegna il Suo paese è inevidenza insieme agli altri comuni della Baronia.Sua sorella, inoltre, riceve il Messaggeroall’indirizzo da Lei indicato.

Libri e CD della Sardegna

Caro Messaggero,vi scrivo anch’io, oltre che per ringraziarviper quello che fate per noi emigrati, perchého sentito il bisogno di parlare con qualcunomentre ascolto la musica della mia terraed ho una crisi di nostalgia. Voi che state inSardegna forse non potete capire cosa si sente.È un male che ti fa venire voglia di abbandonaretutto e tutti e partire. Purtroppo non è possibile.Ti resta solo un gran vuoto e ti sfoghi nel pianto.Ho lasciato la mia terra che avevo 15 anni.Ora ne ho 53, ma ancora oggi la Sardegnami manca tanto. Ci siete voi che mi aiutatecon il giornale a sentirmi più vicina.Vorrei però farvi una piccola richiesta:perché nel giornale non riservate uno spaziodove gli emigrati possono acquistare, tramitela redazione, libri e CD di storia e della musicadella Sardegna che possono aiutarci a sentiremeno la nostalgia.Vi ringrazio ancora per il vostro lavoroe scusate questo mio sfogo. Vi abbraccio tutticaramente e salutatemi la Sardegna con affetto.Marinella Fois, Via Gastalde Piazzola 5/b -35016 Padova

Cara Fois,lo sfogo e la nostalgia sono quanto maicomprensibili. I Sardi sono molto legati alla loroterra e le lettere al Messaggero ne sono una provaineccepibile. Purtroppo, per diversi e ovvi motivi,la richiesta avanzata non può essere soddisfatta.Sono comunque molti i negozi e le librerie cuipoter richiedere le pubblicazioni e i CD cheinteressano. La redazione si impegna, comunque,a migliorare l’informazione sulle nuove edizionilibrarie e sull’uscita delle compilation musicali.

Teme chiusura ospedale Muravera

Caro Messaggero,mi dispiace, ogni volta che vado al mio paese,sentir dire che devono chiudere l’ospedaleSan Marcellino di Muravera. Prima si parlavadi potenziarlo per le necessità degli abitantidei paesi vicini ed ora lo si vuole chiudere.Secondo me è invece indispensabile vistala lontananza dei paesi della zonadagli ospedali di Cagliari, Nuoro e Lanusei.Devo anche lamentarmi per la mancanza degliorari dei mezzi pubblici per raggiungere Muraveramentre la nuova strada per Cagliari, che dovevaessere terminata da alcuni anni, è tuttoraincompleta. Grazie per il Messaggero.Francesco Loddo, Via Cavour 15 - 20046 Biassono (MI)

Caro Loddo,si tranquillizzi, nessun atto di programmazione, esoprattutto il Piano Sanitario regionale, prevede lachiusura dell’ospedale San Marcellino diMuravera. Anzi il Piano Sanitario attualmente invigore riconosce il ruolo importante del presidioospedaliero al servizio della popolazione delterritorio peraltro interessato da una massicciapresenza di turisti durante il periodo estivo.Per quanto concerne gli orari dei mezzi ditrasporto pubblico per Muravera deve rivolgersiall’ARST (Azienda Regionale Sarda Trasporti)che assicura i servizi su mezzi gommatianche nella provincia di Cagliari.Infine la nuova strada Cagliari-Muravera-Cagliariè stata realizzata ed è in funzione per alcuni tratti.L’ultimazione, in particolare il trattodella litoranea fino a Solanas, è previstaentro i prossimi due anni. Il progetto è prontoed i lavori sono stati appaltati.

Tariffe Abbanoa e ENEL

Caro Messaggero,ho appreso leggendo il Nostro “Messaggero”di Marzo 2009 , in base alla rispostache avete dato al Sig. Pirani, che gli emigratisardi residenti all’estero e iscritti all’AIRE,hanno il diritto di pagare le tariffe in oggettocome gli stessi residenti in Sardegna.Bene, nel ringraziare per l’info, si chiedea Codesta redazione, da dove è stata trattala risposta (legge n. bla bla).Grazie per la cortese collaborazione.Garbi R. Giovanni - Spagna

Caro Garbi,Lei ha ragione. Non esiste una normaspecifica in materia di tariffe agevolateagli emigrati per i servizi erogati da Abbanoaed Enel come del resto si evince dalla rispostafornita al signor Mariano Pirani.Vi sono però delle condizioni oggettive perequiparare un emigrato proprietario di casa inSardegna che vive in Italia o all’estero in affitto.La casa in Sardegna, se non è affittatae quindi con le utenze dei servizi intestateall’inquilino, non può essere considerata secondacasa. Il titolare quindi non può essere costrettoa pagare le tariffe maggiorate previsteper i proprietari di seconde case.Gli interessati possono scrivere ad Abbanoaed all’Enel denunciando eventualianomalie nelle bollette. Sarebbe però opportunoed auspicabile che nella nuova leggesull’emigrazione, che il Consiglio regionale èimpegnato ad approvare aggiornando l’attuale,siano previste specifiche agevolazioni nel settoredelle tariffe dei servizi per chi proprietario di casanell’isola intende utilizzarla per trascorrervi leferie o per altre necessità senza affittarla.

In cerca delle origini sarde

Caro Messaggero,trovo questo giornale molto interessante. Sonofrancese ma la mia origine sarda risale a miobisnonno Mereu Domenico, nato a Sant’AndreaFrius paese che lasciò nel 1914-18. Si erainstallato a Reims dove io vivo. La sua famigliaera partita per Roma, dove restò dal 1939 al 1947,prima di ripartire per Reims. Nel mese di maggiosono andato in cerca delle sue tracce a Roma. Iosperavo di incontrare cugini che vi risiedono mapurtroppo non li ho trovati. Quindi alla fine diquest’anno ho deciso di recarmi in Sardegna sulletracce delle mie origini sarde. I miei antenatiMereu provengono da Guamaggiore dove il piùvecchio si è sposato il 2 marzo 1958, figlio diMereu Pietro e Meloni Caterina. Grazie a tutticoloro che potranno darmi informazioni.Cyril Mereu - Maisonnette du Couchot, 3 impassedu Levant 51100 REIMS ( Francia) [email protected]

Caro Mereu,pubblichiamo la sua lettera sperando che la suaricerca delle radici sarde dia i suoi frutti.

Primo Piano6 Giugno 2009

L’inizio dellacrisi della

chimica inSardegna portaparadossalmente ladata di un accordofra Regione eGoverno cheavrebbe dovutoqualificare i polichimici dellaSardegna. Erail 14 luglio del2003 quando queldocumento vennesolennementesottoscritto dalleparti riunite aRoma. L’obiettivo era salvare il salvabile di quelche restava in piedi dell’industria in crisi, anchecofinanziando i progetti dell’imprenditoria privata.Un paragrafo dell’accordo era riservato alprogetto dell’Ineos, produttrice di Pvc, cherappresentava la necessità di salvaguardare la

Avviso di smantellamentoper la chimica sardaL’annuncio dell’ENI di spegnere per due mesi il cracking rappresenta una minacciaper l’intero apparato industriale della Sardegna - Una decisione che vieneda lontano - Disatteso l’accordo del 2003 tra Governo e Regione

filiera del clorosoda da Margherafino aglistabilimenti isolanidi Assemini (diproprietà dellaSyndial, disponibileperò alla cessione)e di Porto Torres.La multinazionalesi impegnava per60 milioni mentreil resto delfinanziamento eraa carico delgoverno e dellaRegione. Lacondizione

fondamentale posta da Ineos era l’adozionedi un decreto per abbattere i costi dell’energiae rendere così competitive le produzioni.A Marghera intanto era in atto un durissimoscontro fra Ineos, il sindaco di Venezia e ilgovernatore della regione Galan, contrari al

progetto di ammodernamento dell’impianto delcloro del petrolchimico per questioni ambientali.Così il progetto sardo venne di fatto bloccato peralcuni anni fino a che Ineos non si stancò deipastrocchi burocratici e decise di mollare tutto elasciare l’Italia. Gli subentrò la Vynils Italia inuna fase in cui nel Veneto era in atto una fase diriflessione sull’esigenza di avere un impiantomoderno e meno inquinante piuttosto chemandare a casa migliaia di lavoratori.Cacciari e Galan fecero così un drastico dietrofront mettendosi al fianco dell’industria.Vynils ottenne anche da Endesa la possibilitàdi acquisire dagli impianti di Fiume Santoenergia elettrica a prezzi scontati.Ma anche questo passo avanti non fu decisivo.Né il governo, né l’Eni fecero nulla per renderepiù chiari i loro obiettivi. O meglio, il governocontinuò ad affermare, in ogni occasione,che la chimica è un settore strategico per ilrilancio dell’economia italiana, mentre l’Enicontinuò a tacere lavorando però in modosotterraneo per impedire soluzioni alternativeal suo disimpegno da Porto Torres.Alla vigilia delle elezioni regionali arrivò ilprovvedimento di chiusura dello stabilimentoda parte di Polimeri Europa. Porto Torresdivenne una polveriera. Ne seguì una durissimabattaglia sindacale-politica, con proclami esmentite, fino alla revoca dei licenziamentidecisa all’ultimo minuto. Poteva esserel’anticamera della ripresa ma non lo era affatto.Così quando un imprenditore veneto, FiorenzoSartor, avviò una trattativa con Vynils Italia peracquisirne gli impianti di Marghera e dellaSardegna sorse un’infinità di problemi.Innanzitutto il debito di oltre 70 milioniche Ineos aveva maturato nei confronti dell’Eniper le forniture di dicloroetano, e che l’acquirentesi sarebbe dovuto accollare, all’internodi una trattativa seguita passo per passodal ministero delle attività produttivema vista con sospetto dalle organizzazionisindacali. Secondo il sindacato nazionaleSartor non era nelle condizioni economicheper concludere un’operazione del genere.Eni, Vynils e Sartor alla fine trovarono un’intesaper il pagamento rateale del debito ma chequalcosa non andasse per il verso giusto lo si capìquando l’Eni rifiutò una fornitura di dicloroetanoallo stabilimento di Porto Torres perché ilpagamento era arrivato con un ritardo di tregiorni. Nessuna intenzione insomma di favorire ilcammino di Vynils, semmai di creargli problemi.La svolta negativa arrivò quando Eni comunicòa Vynils il nuovo prezzo del dicloroetano,la materia prima necessaria per il processo diproduzione del cloro soda. Era di tre voltesuperiore a quello sul quale si era trattato.Esasperato Sartor fece sapere di non essere piùdisposto a trattare nulla ma anzi che avrebbeportato i libri contabili in Tribunale per chiedere ilfallimento dela neonata Vynils. Così è avvenuto.Il tribunale di Venezia prima di assumere unadecisione ha chiesto al ministero delle attivitàproduttive l’indicazione di tre commissari cheavrebbero potuto analizzare lo stato degli impiantiVynils e decidere quindi se valeva la pena diprocedere ad un’amministrazione controllata, ingrado di salvaguardare maestranze e produzione,o dichiarare il fallimento. Sabato 18 luglio icommissari hanno depositato le loro relazioni lecui conclusioni depongono a favore diun’amministrazione controllata dell’azienda. Orala parola passa al tavolo nazionale della chimica.Sarà curioso conoscere come l’Eni, partecipata al30 per cento dal governo, possa operare come uncorpo separato dello Stato, smentendo di fatto ilpresidente del consiglio dei ministri Berlusconi equello competente Scajola per i quali “la chimicaresta un settore strategico per il nostro paese”.

Gibi Puggioni

La Sesta commissione chiedela revoca della chiusura del crackingUna risoluzione approvata all’unanimità - Si deplora l’arroganza dell’ENI e della sua partecipata

La Sesta commissione“Industria” delConsiglio regionale, l’8luglio, ha approvatoall’unanimità unarisoluzione con cuiinvita il presidente dellaRegione, UgoCappellacci, aintraprendere, con ilcoinvolgimento dell’Assemblea regionale econ il concorso delleautonomie locali e delleforze politiche e sociali,la più incisiva iniziativa presso il Governoaffinché la decisione di chiudere il cracking diPorto Torres venga revocata. Nel documento laCommissione “Industria”, presieduta da NicolaRassu, chiede “l’adozione definitiva di precise evincolanti scelte di politica industriale sulcomparto chimico, sottolinea la necessitàche si definisca una strategia di riconversionedei siti industriali previi adeguati progettidi bonifica, e chiede il reperimento, a caricodel bilancio statale o dell’ENI,per la riconversione e per le bonifiche”.Nella Risoluzione si “deplora l’arroganza delgruppo industriale e della sua partecipata“Polimeri Europa di Porto Torres”, nelperseguire una gestione degli impiantimanifestamente preordinata alla loro chiusura,nonostante gli impegni recentementedichiarati in sede di incontro con il Ministroper lo sviluppo economico”.

Si denuncia “l’intentoormai conclamato daparte dell’Eni diprovocare, con lachiusura delle lineeproduttive, la finedell’intero apparatoindustriale edenergetico sardo, congravissime ripercussionisull’occupazione esull’intero tessutosociale della Sardegna”.“C’è il rischio – secondola Commissione –

che l’Eni non si limiti ad un disimpegnodelle attività produttive, ma intendaanche sfuggire ad obblighi di messain sicurezza, risanamento e bonifica”.La Sesta commissione “richiama lafondamentale responsabilità del Governoai fini del rispetto da parte dell’Eni, degliimpegni assunti fin dall’accordo di programmanazionale del 14/07/2003; e “ribadisce lanecessità di una politica nazionale trasparenteed efficace sulle prospettive del comparto chimicosardo e dei siti industriali coinvolti,finalizzata alla razionalizzazione econsolidamento delle linee e delle produzioni”.La Commissione Industria “esprime solidarietàe sostegno alla mobilitazione dei lavoratori,delle popolazioni, delle istituzioni localitendente a contrastare decisioni inaccettabilie palesemente volte a provocare processidi desertificazione economica e sociale”.

7Primo PianoILMESSAGGEROSARDO

“Un momento esaltante della nostra lungastoria autonomistica”, una prova della

“unità morale e politica del Popolo Sardodi fronte al momento di eccezionale gravitàper la crisi che sta attanagliando l’economiadell’Isola”.Con queste parole, la presidente del ConsiglioRegionale, Claudia Lombardo, ha volutoringraziare tutti coloro che hanno partecipatoalla seduta straordinaria della massimaAssemblea elettiva sarda, tenutasiil 15 luglio per discutere della preoccupantesituazione economica e occupazionale,con particolare riguardo alla crisi industrialee all’emergenza lavoro.Una seduta straordinaria non solo perl’importanza dei temi trattati e per la durata(oltre sei ore di dibattito intenso e ininterrotto),ma anche perché aperta alla partecipazione deiParlamentari sardi, dei presidenti delle Province, deisindaci delle città capoluogo e dei comuni di PortoTorres, Ottana, Portoscuso, Assemini e Sarroch.Erano rappresentati anche le Università, il Consigliodelle Autonomie locali, l’Associazione degli Enti locali,i sindacati, gli imprenditori, gli artigiani,gli agricoltori, il mondo della cooperazione.Insomma, una vera e propria riunione degli “StatiGenerali” dell’isola, convocata dai presidenti diConsiglio e Giunta regionali, ma anche richiesta a granvoce dai sindacati e dalle forze sociali in un momentodrammatico per la Sardegna, sottolineato da unosciopero che ha portato a Cagliari quasi ventimilamanifestanti, il blocco della movimentazione in uscitadei prodotti petroliferi dai depositi nazionali di PortoTorres e Sarroch, l’interruzione per qualche ora deltraffico all’aeroporto di Olbia e lungo la SS 131.Autori della clamorosa protesta soprattutto i lavoratoridel comparto chimico e petrolchimico, a seguito dellapaventata chiusura (temporanea?) degli impianti Enidi Porto Torres (Polimeri Europa). Una chiusura che,con effetto domino, affonderebbe anche una fettaenorme dell’industria sarda, localizzata ad Assemini(cloro derivati), Ottana (Pet) e ancora Porto Torres(con il Pvc della Vinyls).La seduta straordinaria del Consiglio è stata apertadall’intervento della presidente dell’Assemblea, ClaudiaLombardo. “L’unica strada per la ripresa economica –ha sostenuto – passa per la rinascita e ilconsolidamento del tessuto industriale nella nostraterra. Nessuna dismissione o smantellamento, semmaiun rilancio strategico dell’industria sarda attraverso unpiano di sviluppo integrato che eviti il baratro di unamonocultura imprenditoriale che tanti danni ha giàprovocato nell’Isola. La Sardegna non può vivere disolo turismo e agricoltura, come qualcunovelleitariamente è portato a pensare.Deve invece guardare a uno sviluppo armonico, dovetutte le componenti che determinano un’economia disuccesso sono costituite dalla presenza contemporaneae integrata di un tessuto produttivo fatto di industria,attività imprenditoriali, artigianato, commercio e,appunto, turismo e agricoltura”.Dopo la presidente Lombardo, hanno preso la parolauna quarantina fra i convenuti: parlamentari,capigruppo del Consiglio, sindacalisti, rappresentantidegli enti locali, degli imprenditori e delle parti sociali.Molto apprezzato l’intervento del senatore BeppePisanu (Pdl), che ha rivolto un forte appello ad una

ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEL CONSIGLIO REGIONALE

L’unità del Popolo sardoper contrastare la crisiL’Assemblea regionale allargata ai parlamentari eletti nell’Isola, ai rappresentanti diProvince e Comuni, alle associazioni imprenditoriali e ai sindacati per discutere la strategiada adottare di fronte alla drammatica situazione economica e occupazionale

lotta unitaria. “Siamo una regione debole e marginale –ha detto – rispetto ai grandi processi economicie finanziari che si stanno organizzando.Per questo, il modo migliore di difenderci è quello diunire le forze e la volontà”. Pisanu ha conclusoaffermando che “noi sardi dobbiamo essere uniti nelchiedere sostegno al governo nazionale. Questarichiesta ferma deve essere affidata al presidenteCappellacci, al quale chiediamo di andare avanti condeterminazione fino al punto di contestare fermamenteil governo nazionale, perché prima viene la Sardegnapoi il centrodestra. Non dobbiamo essere disposti acedere neanche di un millimetro”.In “perfetta sintonia” con le parole di Pisanusi è detto il parlamentare Arturo Parisi (Pd), mentreper Paolo Fadda (Pd) “la scelta dell’Eni di chiudere lostabilimento è inaccettabile. I parlamentari sardi sonopronti a sedersi al tavolo di confronto con il Governo,al fianco della Regione e delle parti sociali.L’opposizione non intende strumentalizzare la crisi– ha concluso – ma chiede che si riconoscache non ci sono governi amici”.Il deputato Salvatore Cicu (Pdl) ha sostenuto l’esigenzadi “stare vicini alla Presidenza della Regione in questoconfronto con lo Stato” e il collega di partito SettimoNizzi ha evidenziato che “è impensabile chiedere unulteriore sacrificio al popolo sardo”.Quello della chimica è “un patrimonio da difendere”sia per il deputato Guido Melis (Pd) che per il senatoreMariano Delogu (Pdl), il quale si è anche chiesto, comeavvocato penalista, se non sia configurabile come reatola preannunciata chiusura di un impianto industriale,con tutte le implicazioni di carattere sociale eambientale che ne derivano.Fra i consiglieri regionali, hanno preso la parola diversiPresidenti di Gruppo. Una decisa interlocuzione con ilGoverno e una nuova strategia industriale è statachiesta da Mario Bruno (Pd), Mario Diana (Pdl) eRoberto Capelli (Udc). Di “gravissima emergenza”ha parlato Adriano Salis (Idv), mentre per LucianoUras (Prc) si deve “avviare un confronto per usciredalla crisi e salvare oltre 3.500 posti di lavoro”.Giacomo Sanna (PSd’Az) ha detto che “i comuninon possono essere lasciati soli e che la Regionedeve far causa a chi è responsabile degli impianti,affinché vengano avviate le bonifiche”.Interessante la proposta del consigliere Uds, MarioFloris, in merito all’istituzione di una commissionedi esperti, composta dalle migliori professionalitàsarde, per “indicare le priorità e liberare le energiein grado di favorire la crescita dell’isola”.

Sono poi intervenuti Nicola Rassu (Pdl – “troppocomodo che l’Eni, che ha tanto lucrato dagli impiantisardi, ora chiuda all’improvviso e se ne vada”), MarcoMeloni (Pd – “il ritiro del provvedimento di fermatadeve essere immediato, l’Eni non può fare quello chevuole”) e Renato Soru (Pd). Quest’ultimo, purapprezzando lo spirito di unità che ha caratterizzatol’Assemblea, ha sottolineato i ruoli diversi che esistono.“Cosa sarebbe accaduto – si è chiesto – se questachiusura fosse stata attuata quando erano presidenteRenato Soru e premier Prodi? Ci sarebbe stata questaunità?”. Per Soru, “Berlusconi deve intimare all’Eni dinon chiudere gli stabilimenti isolani. Ormai tutto ilsettore industriale è in crisi, nonostante le promessefatte dal centrodestra in campagna elettorale. Perquesto, il presidente Cappellacci si deve dimettere”.Fra i sindacalisti, il primo a prendere la parola è stato ilSegretario generale della Cgil, Enzo Costa, secondo ilquale “quanto fatto dall’Eni è inaudito. Questa crisirischia di cancellare 60 anni di sviluppo”.Il Segretario regionale della Cisl, Mario Medde, haapprezzato che “per la prima volta dopo unamanifestazione sindacale il Consiglio si apre al mondodel lavoro. È un’occasione importante – ha detto – peravviare il confronto con lo Stato in un nuovo scenariodi federalismo solidale”. Per la segretaria regionaledella Uil, Maria Francesca Ticca, “si sta andandoverso la desertificazione produttiva e la questioneSardegna va affrontata in un contesto che escadai confini regionali. Occorre por mano all’interoprogetto di sviluppo puntando su tre nodi di fondo:energia, ambiente, trasporti”.È stata poi la volta di Giacomo Meloni,segretario regionale CSS, che in campidanese hachiesto la “cacciata” dell’Eni e la bonifica dei territori,il rifiuto del nucleare e investimenti nei settoridella pesca, dell’artigianato e del commercio.Interventi per il salvataggio del comparto industrialesono stati chiesti anche da Sandro Pilleri (Ugl).Per gli Enti locali hanno parlato Tore Cherchi,presidente Anci (“la controparte è il Governo: deve direcosa vuole fare per la chimica sarda”) e AlessandraGiudici, presidente della provincia di Sassari ecomponente del Consiglio delle Autonomie locali, che harappresentato lo stato di allarme del territorio. Allarmeribadito dal rappresentante dell’Università di Sassari,Serafino Gladiali e da Massimo Putzu (Confindustria),che hanno anche espresso forte preoccupazione perl’area di Porto Torres e per tutta la Sardegna.Nel dibattito, inoltre, sono intervenuti Marco Scalas(Coldiretti – “la questione industriale, che pure ègravissima, deve essere affrontata di pari passo con laquestione agricola”), Gianmario Garrucciu(Confcooperative – “la crisi investe l’intero apparatoindustriale regionale”), Alessandro Zotti(Confartigianato – “è necessario favorirel’internazionalizzazione delle imprese”), Benedetto Sechi(Lega cooperative – “serve maggiore chiarezza sulledecisioni da prendere al tavolo nazionale”), Gigi Picciau(Confagricoltori, che ha auspicato l’unità di tutte leforze sociali e politiche), Giorgio Piras (Cia – “solo conl’autodeterminazione del popolo sardo si può uscire dallacrisi”), Gavino Sini (Unioncamere, che ha parlato disfiducia nelle istituzioni da parte della gente).In chiusura, è intervenuto il presidente della Regione,Ugo Cappellacci. “Sento il dovere – ha esordito – diassicurare che impegnerò tutte le mie energie nellosforzo di rappresentare degnamente l’unità del PopoloSardo. Non possiamo più accettare una logica che ci vedepenalizzati da decisioni assunte all’esterno e senza lanostra partecipazione”. Per questo, ha continuato, “lafermata degli impianti programmata dall’Eni appareancor più inaccettabile. Non possiamo consentire che siaun’impresa con forte partecipazione statale a dare ilcolpo di grazia alla chimica ed all’intero apparatoindustriale della Sardegna”. Cappellacci ha cosìconcluso: “Sento il dovere di dire al Governo, ma ancheall’Eni e agli stessi vertici nazionali dei sindacati e dellaConfindustria, che una simile decisione, oltre ad avereeffetti devastanti sull’economia regionale, produrrebbetensioni e lacerazioni sociali a grave rischio ancheper la sicurezza e l’ordine pubblico”.

di Gherardo Gherardini

Primo Piano8 Giugno 2009

L a risposta è no. Un no chenon ammette repliche,

gridato con rabbia dagli oltre20 mila sardi che il 10 lugliohanno sfilato per le strade delcentro di Cagliari: l’industriain Sardegna non si tocca, lefabbriche non devono chiudere.La manifestazione indetta daisindacati per protestare controla crisi economica edoccupazionale che colpiscel’Isola (33 mila disoccupati inpiù nei primi cinque mesidell’anno) è andata oltre le piùrosee previsioni degliorganizzatori, che siaspettavano “appena” 10 milapresenza: i partecipanti sonostati 20 mila per i sindacati e15 mila per la Questura. Cifreapprossimate per difetto, che fanno faticaa contenere la marea umana lunga unchilometro che ha impiegato un’ora ecinque minuti per sfilare davanti alConsiglio regionale, terminale ideale diuna mobilitazione che mirava, prima diogni altra cosa, a sensibilizzare lapolitica verso i problemi di un compartotroppo a lungo abbandonato a se stesso.A riempire di contenuti una giornata dimobilitazione già convocata e chesembrava peccare di eccessiva genericitàa fronte delle molteplici e variegatesituazioni di crisi che colpisconol’apparato industriale sardo ci hapensato l’Eni, che ha deciso di chiudereper almeno due mesi a partire dal 1°agosto il cracking, il cuore produttivodello stabilimento Polimeri Europa diPorto Torres, mettendo a rischio il postodi 3.500 lavoratori tra diretti e indotto.Le rassicurazioni dell’azienda che ha nelMinistero del Tesoro l’azionista di riferimentonon hanno convinto nessuno di qua del Tirreno:sono le stesse fornite oltre un anno fa quandovenne chiusa la linea fenolo-cumene dellafabbrica turritana. Anche in quel caso,lo stop avrebbe dovuto essere temporaneo,ma la lavorazione non è mai ripartita.Così, Porto Torres è diventato il simbolo, oltreche la situazione di maggiore urgenza e gravità,della lotta dei sardi per il lavoro e lo sviluppo. Lamattina del 10 luglio, le delegazioni si sonomosse all’alba da ogni angolo dell’Isola. Nonsoltanto lavoratori ma intere famiglie, padri efigli uniti a lottare per un presente dignitoso eper un futuro in cui l’unica speranza non siarappresentata dall’emigrazione. Appuntamentoalle 9:30 in piazza Garibaldi, partenza previstaper le 10. Il corteo si è snodato per via Sonnino,via XX Settembre e via Roma, per concludersi inpiazza del Carmine con i comizi dei leadersindacali. Doveva essere lo sciopero di due solicomparti, l’industria e i servizi a rete, ma larabbia esplosa dopo la decisione dell’Eni hamoltiplicato la voglia di mobilitazione.“Sono numeri da sciopero generale”,ha riconosciuto il segretario regionale

SCIOPERO GENERALE

In 20 mila in piazzaper difendere il lavoroProclamato da CGIL-CISL-UIL - Massiccia partecipazione alla protesta - Mobilitazione indifesa dell’apparato industriale - Da tutta l’Isola per sfilare in corteo nelle vie di Cagliari

della Cisl, Mario Medde, che nel comizioconclusivo ha paventato per l’autunno, inmancanza di risposte adeguate dalla politica,la mobilitazione generale della Sardegna.Duri i toni contro il governo nazionale e l’Eni,mentre l’esecutivo regionale guidato da UgoCappellacci ha riscosso una fiducia condizionatagrazie alle forti iniziative di confronto con lacontroparte romana promosse non appenaricevuta la funerea comunicazione dal colossopetrolchimico. Gli unici slogan contro ilgovernatore sono venuti da una parte della Cgil edagli operai delle fabbriche in crisi, che con ilcambio alla guida della Regione speravano in unrapido superamento delle situazioni di difficoltà.Dietro le segreterie sindacali hanno marciatosindaci e presidenti di Provincia dei territori delmalessere, Sulcis-Iglesiente e Sassarese in testa.Poi le rappresentanze delle fabbriche, una paratadrammatica che sembrava non finire mai. LaOtefal di Portovesme, che produce laminati inalluminio, nata di recente sulle ceneri dell’Ila egià in crisi, e con essa l’Eurallumina, contro lacui chiusura in marzo erano già scese in piazza15 mila persone. La Rockwool di Iglesias, in cuisi lavora la lana di roccia per produrre pannellifonoassorbenti e che, nonostante i conti inattivo, la proprietà ha deciso di chiudere per

investire in Croazia risparmiando sulle tasse esul costo del lavoro. La Keller di Villacidro, cheallestisce vagoni ferroviari e che rischia dichiudere a causa della decisione di Trenitalia disopprimere la linea merci su rotaia tra GolfoAranci e Civitavecchia. Poi l’area di Ottana, incui il miraggio dell’industrializzazione minacciadi lasciare il posto al deserto. Infine, PortoTorres, il gruppo più numeroso e arrabbiato, chenon riesce a spiegarsi come un’aziendacontrollata dallo Stato possa cinicamente tenereper anni uno stabilimento in perdita senza

investire un centesimoe poi decidere di chiuderloperché antieconomico.Sotto il sole cocente di luglioappena mitigato dal maestrale,davanti agli sguardi incuriositidei turisti appena sbarcati dallenavi da crociera attraccate alporto, accanto ai lavoratorihanno manifestato studenti,pensionati, disoccupati eprecari. Presenti anche ipolitici: parlamentari econsiglieri regionali delcentrosinistra in gran numero,oltre a dirigenti e militantidelle sigle indipendentiste edella sinistra radicale. Assenteil centrodestra, ma Cappellacciavrebbe rimediato amanifestazione conclusa,facendo sentire la sua voce con

una lettera aperta rivolta a tutti i sardied in particolare ai lavoratori in lotta.In piazza del Carmine, è stato il durointervento di Enzo Costa, segretarioregionale della Cgil, a dare il via aicomizi dopo le testimonianze di operai edisoccupati. Costa ha detto che “ilsindacato chiede unità alla politica” e hacriticato governo e Regione per lospostamento del G8 a L’Aquila e per “loscippo” dei fondi per le areesottoutilizzate, rivolgendo poi un appelloal governatore in vista del confronto conl’esecutivo nazionale sulla “vertenzaSardegna” in programma il 17 luglio,affinché fossero coinvolti anche isindacati: “Se Cappellacci non lo capisce,vuol dire che non rappresenta il popolosardo”. Ma prima di tutto, “bisognacambiare i piani dell’Eni e scongiurare la

chiusura del petrolchimico”.“Il futuro dell’Isola è legato alla decisionepolitica di aggredire questa crisi senzaprecedenti”, ha detto Francesca Ticca (Uil), purriconoscendo che la Regione “si è fatta trovareimpreparata” dalla crisi economica globale: “Nonc’è stata la capacità di creare ammortizzatorisociali adeguati o avviare processi diriqualificazione per rilanciare lo sviluppo”.Infine, Medde, che ha puntato il dito contro“le inadempienze dello Stato sull’Intesaistituzionale del 1999 e sugli accordisottoscritti per l’energia, la chimica e il tessile”,auspicando “un piano di rinascitadell’Isola adeguato alle nuove dinamicheeconomiche e sociali”. Anche per lui,“la decisione dell’Eni deve essere subito ritirata”.Al termine della manifestazione è giuntala missiva di Cappellacci che, forte dell’enormemobilitazione popolare, ha assunto toni drasticianche nei confronti del governo e non soltantodella multinazionale: “La Sardegna non fapiù sconti a nessuno. Lo comprendanoi vertici dell’Eni, che devono fare marciaindietro, ma anche il governo che non puòconsentire che un’azienda di cui lo Statoè azionista incameri profitti miliardarie lasci macerie e devastazioni sociali”.

di Giuseppe Mereu

9AttualitàILMESSAGGEROSARDO

V a male, anzi molto male, peggio delprevisto. Lo stato di crisi

dell’economia sarda è forse più grave diquel che ci si poteva aspettare,soprattutto alla luce dei numeri diffusidi recente e che avevano fatto intravedereun barlume di luce, in fondo al tunnel.E invece la crisi è pesante, e l’uscitanon è proprio dietro l’angolo.A testimoniare la gravità della crisisono i numeri e le analisi di due rapporti,tradizionalmente molto attesi e ascoltatidagli operatori.Il rapporto di Bankitalia sullo statodell’economia sarda, in particolare, èimpietoso. Come ha spiegato il direttoredella sede regionale, GioacchinoSchembri,fino a pochi mesi fa gli analisti parlavanodi “crescite contenute” del PIL, ma ora il datofinale racconta di un meno 1% della ricchezza

Da Crenos e Bankitaliaallarme per l’economia sardaIl PIL è in calo in linea con il dato nazionale - Tutti i settori in difficoltà -Situazione pesante per chimica e edilizia

prodotta nella nostra Isola, in lineacon la media nazionale, ma non per questopiù confortante.Va male un po’ in tutti i comparti industriali,

ma la chimica e l’edilizia stanno peggio di tutti.La crisi mondiale della chimica e dei metalli danoi ha avuto un impatto devastante; laproduzione è crollata insieme agli investimenti.In Sardegna si costruiscono e si vendono menocase; alla cronica debolezza delle opere pubblichesi accompagna, ora, la crisi dell’ediliziaresidenziale : nel 2008 la compravendita diappartamenti è andata giù del 10,9%.Ma è nei consumi dei sardi che la crisi fa sentirei suoi effetti più forti; a picco il settore dei benidurevoli come le auto, ma anche la spesaquotidiana si è nettamente ridimensionata : levendite nei piccoli negozi sono calate in un annodel 2,6%, mentre prosegue la crescita di quelleeffettuate nella grande distribuzione.Di conseguenza cala anche il numero dei prestitirichiesti alle banche, sia da parte delle impreseche delle famiglie, e non conforta il +22,4%fatto registrare dalle esportazioni, perché quellapercentuale “depurata” del dato relativo aiprodotti petroliferi si trasforma in un -9,8%.L’unico comparto che tiene è quello del turismo,ma anche qui qualche crepa comincia aintravedersi; sono molti di meno gli stranieriche scelgono la nostra isola per le vacanze.Altro tasto dolente quello dell’occupazione; vasempre peggio perché aumenta il tasso didisoccupazione per effetto del contemporaneoaumento del numero delle persone in cerca dioccupazione e la diminuzione degli occupati.E, come detto, le prospettive di uscitadalla crisi non sono a breve scadenza.Una indagine di Bankitalia rivela che il 60%degli imprenditori intervistati vede la finedel tunnel entro un anno, ma il 20% parladi un anno e mezzo, addirittura due anni.Ma anche il rapporto del Crenos, il Centro diRicerche Economiche Nord Sud, frutto dellacollaborazione tra le Università di Cagliari equella di Sassari, lascia poco spazioall’ottimismo. La fotografia è quella di unaregione in ritardo di sviluppo con un’economiain affanno che, negli ultimi anni, non è affattocresciuta; anzi dal 2004 al 2007 ha peggioratola sua posizione in ambito nazionale.In particolare sul fronte povertà, passatadal 17 al 23% tra il 2006 e il 2007, l’aumentopiù significativo in Italia. Nell’analisi delrapporto Crenos, giunto alla sua sedicesimaedizione, l’isola non riesce a liberarsi dei suoideficit cronici, presenta ancora un basso livellodi competitività e produttività che si rifletteanche sul mercato del lavoro.Chiari segni della crisi in atto, secondo lostudio, arrivano dalla modestissima crescita delprodotto interno lordo e dal massiccio ricorsoagli ammortizzatori sociali: in provincia diCagliari la cassa integrazione ordinaria èaumentata nell’ultimo anno del 170%, quellastraordinaria in provincia di Sassari del 200%.Anche settori come il turismo che avevanoregistrato una andamento positivo nel 2007,subiranno un contraccolpo legato alla difficilecongiuntura economica internazionale.Le previsioni degli esperti per il 2009,parlano di una flessione di circa il 7% delladomanda soprattutto straniera che incideràpesantemente sul comparto alberghiero.In un contesto di crisi economica globalesaranno fondamentali per l’isola le strategieche saranno messe in campo.Secondo i dati dei due rapporti, inoltre, i sardisono tornati al vecchio e caro risparmio,fiutando tempi di magra; conti correnti edepositi in banca sono cresciuti del 7,6%; alcontrario delle imprese che, invece, hanno fattoregistrare una contrazione di quasi il 2%.In contrazione anche i mutui, mentre incorrispondenza sono cresciute le sofferenze suiprestiti concessi dagli istituti di credito.

Andrea Frailis

Perché non viene istituito un Albo,nell’Assessorato regionale dell’Agricoltura, dovevengano registrati tutti coloro checommercializzano i prodotti alimentari sardi fuoridalla Sardegna, per conoscere le zone doveoperano, quali prodotti trattano, di qualeproduttore, la quantità venduta, il fatturatoannuo accertato alla fonte e da quanto tempooperano. Potrebbe essere questo un Osservatorioutile per la Sardegna, per poter controllare eadeguare la rete di vendita, programmare lecampagne promozionali. È la proposta di TitoMeloni, di 73 anni, nato a Gairo e residente aCardedu, commerciante di prodotti alimentarisardi, con deposito per la vendita all’ingrosso aMilano (via Pietrasanta 14).“Sono stato il primo operatore commerciale – haspiegato al Messaggero Sardo – nel campo deiprodotti alimentari sardi a Milano dove ho iniziatonel 1966 e dove ancora opero, trattandosolo prodotti confezionati all’origine anche perdare garanzia di genuinità ai clienti. In questi35 anni ho lavorato con sacrificio per farmiun nome. Non ho mai chiesto, né mi sono maistati offerti contributi dalla Regione”.“Per resistere – ha raccontato Meloni – ho fattosacrifici ed affrontato problemi. In questi ultimi 10anni alcune iniziative promozionali, finanziate e/osponsorizzate dalla Regione Sardegna, hannocreato molti intralci alla mia attività. Infatti leofferte nei vari centri commerciali e supermercatidi Milano, di prodotti alimentari a prezzi superscontati danneggiavano le vendite mie e quelle dialtri commercianti sardi che operano sulla piazza,lasciando inalterato o quasi il volume complessivodelle vendite. Inoltre, terminata la promozione, glistessi prodotti raramente si trovano ancora sugli

ECONOMIA

Proposta l’istituzione dell’albo dei commerciantidei prodotti sardi nel continente e all’esteroLa creazione di un organismo che controlli flussi e preferenze proposta da Tito Meloni unodei pionieri della promozione delle produzioni della Sardegna nella penisola

scaffali degli stessi negozi. Non sono contrario allepromozioni che, però, vanno programmate,preparate e gestite bene. Devono essere finalizzatea fare conoscere ed apprezzare il prodottoe a far sì che poi si affermi e sia reperibile neicentri dove avviene la promozione. Ecco perchéper poter conoscere i commercianti che trattanoi prodotti sardi nell’Italia continentalee all’estero propongo che venga istituito un Albopresso l’Assessorato dell’Agricoltura,anche per programmare le campagne promozionaliin modo da avere la massima resa”.Meloni parla da intenditore ed esperto del mondodell’emigrazione: “conosco e seguo da vicino leorganizzazioni dei sardi emigrati (Circoli eAssociazioni), in Lombardia ed in parte anche inPiemonte. Sono stato socio del Circolo dei Sardi diMilano (Palazzo Serbelloni), uno dei primi Circolisardi in Italia, formato da professionisti, dirigentid’azienda, funzionari e dirigenti di Stato che, nel1968, per dare assistenza ai lavoratori sardi chearrivavano a Milano diede vita al CE.COM.E.S.(Centro Comunitario Emigrati Sardi), attualmentedenominato Centro Culturale dei Sardi di Milano,di cui sono stato socio fondatore e consigliere. Èstato il primo circolo a dare assistenza morale,sociale e culturale ai lavoratori sardi emigrati nelNord Italia. Sono stato, inoltre, presidente delCircolo AMIS di Cinisello Balsamo, dal 1977 al1979, ed ho contribuito a far nascere e funzionareal meglio quasi tutti nelle province di Milano,Como, Varese, Pavia. Quella dei Circoli è una realtàche conosco bene. Anche attraverso i Circoli sicommercializza una discreta quantità di prodottisardi. Si può senz’altro fare di più, ma il settore varegolamentato e organizzato, per evitare, fra l’altro,anche problemi ai presidenti ed ai dirigenti”.

Attualità10 Giugno 2009

D al 19 giugno sino al 20 settembre, presso ilcentro culturale “Giovanni Lilliu” di

Barumini, sarà possibile visitare la mostra diCostantino Nivola denominata “L’archeologofortunato”, dal nome della scultura bronzea chel’artista di Orani regalò al suo amico barumineseGiovanni Lilliu (accademico dei Lincei, al quale èintitolato il centro culturale del suo paese natìo,Barumini appunto). Promossa dall’amministrazionecomunale in collaborazione con la FondazioneCostantino Nivola e la Fondazione Baruminisistema cultura, la mostra, curata da MargheritaCoppola, ripropone le tappe più significative delpercorso biografico del genio oranese.Il meraviglioso complesso dove è ospitata lamostra nivoliana, è stato inaugurato circa un

In mostra a Baruminile opere di NivolaNel centro culturale “Giovanni Lilliu” - L’esposizione ripropone le tappepiù significative dello scultore di Orani

anno fa. Si trova nel viale Nuraxi,strada che dal paese della Marmillaaccompagna i visitatori al nuraghepiù famoso della Sardegna.Il Centro di comunicazione e di promozionedel patrimonio culturale, è praticamentela casa-museo di tutti quelli che hannosete di conoscenza.L’imponente struttura è stata realizzatafacendo coesistere le masse murarie e glispazi aperti; degli ambienti chiusi nei qualisvolgere le attività primarie e un’ampiacorte dove poter realizzare dellemanifestazioni le più svariate possibili, comeil recente concerto di Piero Marras.Il corpo murario ricorda una formatrilobata, costituita da tre grandi torri apianta circolare. L’ingresso principale è

ricavato proprio in una delle torri e si apre nellahall. Ai lati si trovano il punto informazioni, labiglietteria, l’elegante punto ristoro, il book shope la sala riviste. Proprio nel centro della hall, èstata sistemata una riproduzione de “Su Nuraxi”,come doveva essere nel 1500 a.C., quando venneedificato il bastione quadrilobato.La ricostruzione in polistirolo è opera dell’artistacagliaritano Francesco Argiolu. Sulle pareti,due gigantografie del gigante di pietra, realizzatedal fotografo Gianni Alvito.Il centro culturale “Giovanni Lilliu”, ospita unasala convegni, capace di ben trecento posti asedere. È dotata di un impianto audio e videoall’avanguardia. La sala può anche esseretrasformata in spazio espositivo; la stessa è

dedicata agli uomini che hanno scavato, agli inizidegli anni Cinquanta, sotto la direzione dell’alloragiovane archeologo Giovanni Lilliu, “Su Nuraxi”.A ricordare quegli anni lontani, ci pensano dodicipannelli sui quali sono state stampate le più bellefotografie dell’impresa, scattate dallo stesso Lilliu.Foto in nostalgico bianco e nero che grondanodi storia e profumano di ricordi dell’epica“battaglia”, vinta dalla tenace e al tempostesso placida, gente di Marmilla.Più avanti si trovano gli uffici, la segreteria, ladirezione del centro, una sala conferenze e infine,una sala stampa per la produzione di sussidididattici e divulgativi.All’interno del centro Lilliu, ideato dall’architettoTomaso Baltolu, e il cui allestimento è statocurato dall’archeologo baruminese Giorgio Murru,si trova “Artigianarte”, una mostra-mercatopermanente, organizzata dalla provinciadel Medio Campidano, per la valorizzazionedei lavori artigianali a 360 gradi.L’esposizione accoglie le opere di oltre cinquantamaestri del territorio, artisti nel utilizzare diversimateriali, “espressione massima del lavoromanuale – come spiega, nella brochure, GiorgioMurru –; gli ultimi depositari di un’arte che l’enteprovincia intende non soltanto salvaguardare, mariscoprire come attività primaria rilanciare qualesettore produttivo”.La mostra-mercato ospita le perle realizzate dacoltellinai, orafi, intagliatori del legno, tessitrici eartisti del ferro battuto. Una straordinariavetrina, curata con dovizia di particolari. Ilpercorso, sobrio ed elegante al tempo stesso, èstato arricchito dall’architetto Liliana Fadda(baruminese doc), coordinatrice e una delleresponsabili della promozione della struttura,che ha voluto impreziosire lo stesso percorso, displendide immagini che riportano le tecnicheesecutive, le ambientazioni nelle botteghe,nonché passione e fatica di chi costruisce a voltein miniatura altre in dimensioni più considerevoli,opere uniche e quindi irripetibili.

Marcello Atzeni

Aria nuova per i due maggiori atenei dell’isola.Giovanni Melis e Attilio Mastino sono i nuovirettori rispettivamente dell’università di Cagliari eSassari. Il primo, cagliaritano, 63 anni, professoreordinario di economia aziendale, sarà ilsessantatreesimo Magnifico rettore del capoluogosardo. Ha vinto con 738 voti contro 555 nelballottaggio finale, che lo vedeva contrappostoall’anatomo-patologo Gavino Faa.Il secondo, invece, grande favorito dai rumors,l’ha spuntata vincendo al primo scrutinio,superando di otto voti la metà più una dellepreferenze richieste per l’elezione, 412 invece che400 ed inizierà ufficialmente il suo mandatotriennale, all’inizio del prossimo anno accademico.Il suo contendente, il preside della facoltà diAgraria e docente di entomologia, Pietro Luciano,ha invece raccolto 287 preferenze, riscuotendo lamaggioranza dei voti tra il personale tecnico-amministrativo dell’ateneo turritano.Entrambi i vincitori resteranno in carica fino al2012. Anche Melis si insedierà in autunno,all’inizio dell’anno accademico. La sua guidarisentirà della ricca esperienza di responsabilitàamministrativa già maturata nell’Ente Regionaleper il Diritto allo studio di Cagliari (presidenteErsu dal 1990 al 1994), della facoltà di Economia(preside dal 1994 al 1996), della Banca Cis(presidente dal 1996 al 2000) e del dipartimento diRicerche aziendali: economia, diritto e

Cambio della guardia nelle Università sardeEletti i nuovi rettori degli atenei di Cagliari e Sassari - Nel segno del rinnovamento

comunicazione (direttore dal 2000 al 2006).Giovanni Melis si è laureato in Economia ecommercio nel 1968 ed è autore accreditato di testie articoli in materia di economia eamministrazione aziendale, è docente diprogrammazione e controllo e contabilità ebilancio, presiede il Consiglio del corso di laureamagistrale in economia manageriale ed è direttoredella collana di pubblicazioni monografiche deldipartimento di ricerche aziendali Giuffré editore.La vittoria delle elezioni accademichenon ha stupito il neo rettore, già sommersodi telefonate pochi minuti dopo che il sitointernet dell’università di Cagliariaveva pubblicato i dati definitivi.“Si apre una fase nuova per l’università diCagliari – ha commentato – è una vittoriasignificativa per tutto l’ateneo, anzi è una vittoriadell’ateneo. La dedico a tutti i colleghi e glistudenti che mi hanno sostenuto”. Il nuovorettore subentra a Pasquale Mistretta che ha rettol’ateneo del capoluogo sardo per ben 18 anni.“È stata una competizione molto combattuta – hadichiarato il rettore uscente – per arrivare a unascelta di campo molto chiara. A dimostrazionedi come la nostra università sia un classicoesempio di democrazia spinta. Ora speroche tutti, al di là delle scaramucce, da oggistiano a fianco del nuovo rettore Melis”.Il nuovo rettore dell’ateneo sassarese è, invece,

Attilio Mastino, 59 anni nativo di Bosa (inprovincia di Oristano), ordinario di storia romananella facoltà di Lettere e Filosofia. Epigrafista conincarichi a livello internazionale, dirige gli scaviarcheologici di Uchi Maius in Tunisia. Èfondatore e presidente da 25 anni del comitatoorganizzatore dei convegni internazionalisull’Africa Romana che si svolgono in Tunisia,Marocco, Spagna, Sardegna e prossimamente inAlgeria, è stato direttore del dipartimento diStoria e preside della facoltà di lettere e filosofia.ha ricoperto la carica di pro rettore con delega allaRicerca scientifica. Raccoglie l’eredità del rettoreuscente Alessandro Maida, rettore uscente dopododici anni, durante la cui guida ha svoltol’incarico di pro rettore. Le votazioni a Sassarihanno avuto un esito inatteso rispetto alleaspettative della vigilia.“Continuerò nel mio impegno per riformarel’ateneo, per favorire i giovani e la ricerca – hacommentato Mastino – ringrazio tutti coloroche mi hanno voluto sostenere”.Dopo quattro mandati consecutivi di Maida,l’ateneo sassarese in novembre cambierà dunqueguida. “Sono contento del risultato: premia undocente che ha lavorato molto al servizio dellanostra università nell’interesse di tutti”,ha detto a caldo il rettore uscente, dopoessersi complimentato in aula magnacon Attilio Mastino abbracciandolo a lungo.“Sono particolarmente contento – ha concluso –che una figura di primo piano per l’ateneo siaespressione di una facoltà umanistica di recentecostituzione come lettere”.

Alessia Corbu

11AttualitàILMESSAGGEROSARDO

“Sono trasferite alla Presidenzadella Regione le competenze che

la legislazione vigente attribuisce inmateria di Emigrazioneall’Assessorato del Lavoro e lerelative risorse finanziarie e umane”.Con queste scarne righe primainserite in un collegato allaFinanziaria del 2008, poi nel DDL29/24 approvato in Giunta il 25/06/09si dispone di una questione che ilmondo dell’Emigrazione ha sempreconsiderato di grande importanzaper la funzione che svolgee per il suo futuro.Le organizzazioni dell’emigrazione sarda hannorivolto una richiesta al presidente della Regioneper un incontro urgente.I circoli, l’emigrazione organizzata, la nuovaemigrazione intellettuale dei sardi nel mondo – èdetto nell’appello a Cappellacci – svolgono epossono svolgere sempre più, mantenendo il fortesentimento di appartenenza che li lega allaSardegna, una funzione di rappresentanza, dipromozione e di scambio culturale. È un tema cheriguarda tutti: le istituzioni (Giunta, Assessorato,Consiglio Regionale e sue commissioni; i comunidi appartenenza) ma anche i partiti, i sindacati, lasocietà civile con le sue articolazioni sociali, lefamiglie, ognuna delle quali ha almeno un parente

Si è svolto a giugno,nel Castello Doriadi Castelsardo,il convegno promossodalla RegioneSardegna, capofiladel progettoLAB.net, una retetransfrontaliera perla valorizzazione deicentri storici urbani.Il progetto LAB.net èstato presentato nelcorso del convegno“Centri... inmovimento - Lavoriin corso nei centri storici minori -” che si è tenutoa Castelsardo dall’11 al 12 giugno.Il programma, finanziato dall’Unione Europea,interessa Italia e Francia, e in particolareSardegna, Corsica e Toscana. Riguarda lo sviluppoe la promozione turistica della zonatransfrontaliera. L’obiettivo è quello di giungerealla individuazione delle peculiarità delle regionicoinvolte, attraverso la sperimentazione distrumenti e metodologie innovative caratterizzateda una forte componente territoriale e da elevatepotenzialità di incidenza sui processi di sviluppoturistico, anche attraverso la riscoperta del fortecarattere mediterraneo, comune alle regionipartner aderenti all’iniziativa. Il progetto sisviluppa in tre azioni: conoscere, recuperare econdividere. Conoscere la rete dei laboratori,recuperare gli interventi di rivalorizzazione econdividere l’attività di divulgazione.I risultati attesi sono: studiare e catalogare le

Passaggio di competenze dell’emigrazionedal Lavoro alla Presidenza della RegioneLe organizzazioni dell’emigrazione chiedono un incontro con il presidente della Giunta

emigrato, insomma l’opinione pubblica di tutta laSardegna. Proprio per questo un provvedimentoche ha un valore di carattere generale deve esserediscusso, partecipato e non deve rischiare di essereun semplice passaggio burocratico.Siamo peraltro in una situazione di emergenza –prosegue l’appello – siamo a luglio, i circoli nonhanno ancora avuto le anticipazioni, che sono unaconsuetudine da molti anni, ed è urgente erogarlesubito. Infatti, fra nomina della Consulta,approvazione del Piano Annuale, passaggio incommissione del Piano Triennale, predisposizionedi un piano di utilizzo delle risorse per le attività,passeranno molti mesi e si rischia di arrivarequest’anno a dicembre. Il superamento di unaconcezione di carattere assistenziale è stato posto

da tempo e quindi anche la questione di qualeassessorato competente e della struttura,unitamente alle questioni delle finalità e dellariforma della Legge 7/91. Siamo un grandemovimento di volontariato sociale, con decine dimigliaia di iscritti; in virtù di ciò e del rapportoideale con i “migrantes” di tutto il mondo, inparticolare con la nuova immigrazioneextracomunitaria che tocca anche la Sardegna,qualcuno sostiene la permanenza delle competenzenell’Assessorato al Lavoro.La grande maggioranza del mondodell’emigrazione – ricorda il documento - hachiesto invece la creazione di una nuovastruttura, una Agenzia, o comunque un Ufficioautonomo, un Dipartimento “interassessoriale”,strumento agile ed efficace costituito in mododa avere rapporti con gli Assessoratialla Cultura, al Turismo, all’Agricoltura, che siastrumento operativo per l’azione dei circolinella promozione della Sardegna nel mondo.In un documento dell’emigrazione del 2002 èscritto: “rischia di essere obsoleta e superatal’attuale organizzazione imperniata sul rapportoesclusivo con l’Assessorato al Lavoro e... ènecessario un coordinamento interassessoriale,una agenzia per i sardi nel mondo. È materiaconsiliare e di riforma della Legge 7”.La proposta del passaggio deve essere vista, nelcaso, come una opportunità, non come semplicepassaggio burocratico. C’è l’esigenza che sidiscuta di questo con le organizzazioni ufficialidell’emigrazione, nei luoghi deputati, cioè inConsulta e nelle commissioni consiliaricompetenti, oltre che con le forza politiche(incontro con i capogruppo) e sociali.La Consulta, organo rappresentativodell’emigrazione, la cui nomina ai termini dellaLegge 7/91 (novanta giorni dopo l’inizio dellalegislatura) non è stata ancora fatta.Tuttavia i componenti della nuova Consulta sonostati già indicati dalle rispettive organizzazionidell’emigrazione. Proponiamo che, anche inassenza di nomina ufficiale, l’assessore competenteper l’emigrazione convochi i consultori e ipresidenti di Federazione in una riunioneinformale, con la partecipazione del presidentedella Giunta l’On. Ugo Cappellacci e del presidentedella commissione consiliare l’On. Silvestro Ladu,nella quale si espongano le linee programmaticheper il settore e la valenza del provvedimentopreso e si ascolti il parere dei rappresentantiufficiali dell’emigrazione. In alternativapuò essere convocata un’audizione collettiva,come avvenuto in passato, da partedella stessa Commissione Consiliare.Secondo la Legge 7/91 “Sono compiti dellaConsulta: esprimere parere su ogni disegno diLegge in materia di Emigrazione... effettuareproposte in materia di interventi legislativi eamministrativi nel campo dell’emigrazione”.Al di là della nostra proposta, in qualunqueforma avvenga l’incontro, l’importanteè che ci si confronti con reciproco ascolto.Il documento è stato firmato dai rappresentantidell’Emigrazione sarda.Argentina: Margarita Tavera, Vittorio Vargiu;Associazione di Tutela ACLI: Giuseppe Dessì;Associazione AITEF: Alberto Pisano, Fausto Soru;Associazione “ATM E. Lussu”: Maria BonariaSpignesi, Antonello Giua; Australia: PietroSchirru; Belgio: Carlo Murgia, Ottavio Soddu;Brasile: Angela Letizia Liccardi; Canada: AlbertoMario Delogu; CRAIES: Lussorio Monne; FILEF:Jan Lai; Francia: Francesco Laconi; Germania:Gianni Manca, Efisio Manai, Alberto Musa; Italia:Tonino Mulas, Serafina Mascia; “IstitutoAutonomo Sardo Fernando Santi”: PierpaoloCicalò; Olanda: Mario Agus, Bruno Fois; Perù:Giancarlo Farris; Spagna: Raffaele Melis;Svizzera: Francesca Fais, Domenico Scala; USA:Giacomo Bandino, Gianni Deriu.

CASTELSARDO

Un progetto per il recupero dei centri storici urbaniPresentato a Castelsardo - Finanziato dall’Unione Europea - Coinvolte Sardegna Corsica e Toscana

tecniche dicostruzione, imateriali ed icomponenti edilizitradizionali per laconoscenza e lasalvaguardiadell’identità locale, alfine di rendere ilpatrimonioarchitettonico storicoadatto alle esigenzeattuali dell’abitare,nonché permigliorare le capacitàdelle amministrazioni

comunali nella corretta gestione degli interventi direcupero localizzati nei centri storici. Il progettoprevede lo scambio di esperienze tra le diverserealtà locali al fine di esportare le buone prassi diintervento, e valorizzare i caratteri comuni tra icentri storici urbani delle diverse regioni,contribuire al riutilizzo del patrimonio edilizioesistente nei centri urbani, con conseguenterisparmio di territorio. Tra gli obiettividel progetto LAB.net anche favorirela creazione di nuove opportunità di lavoroattraverso la riscoperta e il recupero di mestieritradizionali, nonché a favorire la riconversionedel settore edilizio anche nel senso dellasostenibilità urbana. Sono stati costituiti5 laboratori a supporto dei Comuni per il recuperoe la valorizzazione dei centri storici e sono stategià spese risorse per circa 22 milioni di euro,attraverso le quali si è provveduto al recuperodi oltre 30 comuni della Sardegna.

Attualità12 Giugno 2009

PREVIDENZA a cura di Giuseppe Foti

Inaspriti i requisitiper le pensioni di anzianitàDal primo luglio la pensione di anzianità sia per ilavoratori dipendenti che per gli autonomi,diventapiù difficile da raggiungere.Il nuovo sistema. Dal primo di luglio si passa dai 58anni e 35 di contributi (per gli autonomi 59 anni) alsistema delle quote. In pratica da luglio 2009 a tutto ildicembre 2010 per i dipendenti sia pubblici che privatisaranno richiesti almeno 59 anni di età. Dal 2011 glianni dovranno essere 60; 61anni dal 2013. Per gliautonomi i requisiti sono ancor più severi: dal luglio2009 al dicembre 2010 almeno 60 anni di età perraggiungere la quota 96; 61 anni di età per il 2011 e 62anni dal 2013. Rimane invece invariato il requisito peraver diritto alla pensione di anzianità con almeno 40anni di contributi. In pratica con la legge 247 sparisce lapensione di anzianità per le donne. Infatti da lugliobasterà lavorare un anno in più per avere diritto allapensione di vecchiaia che decisamente diventa piùconveniente. Per le donne l’unica anticipazione resta lapensione contributiva che per altro è da sconsigliare inquanto è più penalizzante per il calcolo e quindil’importo dell’assegno e richiede 35 anni di contributi e57 anni di età ( 58 per le autonome).Lo sbarramento delle finestre. Maturare i requisitiper il diritto alla pensione di anzianità non significa cheil pagamento sia immediato. È infatti confermato ilcriterio delle finestre che stabilisce un’attesa di qualchemese tra la decorrenza e il pagamento della pensione.Un esempio. Per cercare di essere ancor piùcomprensivi ricorriamo ad un esempio che illustra lanuova normativa in vigore dal 01 luglio di questo anno.Antonio e Salvatore nati nel 1951 lavorano inun’impresa edilizia e sono stati assunti entrambi agennaio del 1973. Trascorsi 36 anni di lavoro decidonodi andare in pensione di anzianità. Antonio è nato il 28giugno del 1951 ed a fine mese raggiunge i 58 anni dietà e 36 di contributi, in pratica ha un anno in più diquanto indichi la legge come minimo. Salvatore èleggermente più giovane del collega: è nato il 01 lugliodel 1951 e per un solo giorno di ritardo sulcompimento dell’età dovrà lavorare ancora un anno easpettare di poter andare in pensione di anzianità il 01luglio del 2010 quando avrà 59 anni e 37 di contributi.Ne sarebbero bastati 36 per raggiungere quota 95 traetà e versamenti contributivi. Quota 95 infattipermette di andare in pensione dal 01 luglio di questoanno fino al 31 dicembre 2010. Il fatto è però che lasomma tra l’età e gli anni di contributi non puòessere inferiore a 59. Fino al 30 giugno di questoanno era possibile andare in pensione di anzianitàcon 58 anni e 35 di contributi. Ritornando all’esempioed in base al criterio delle finestre Antonio avràdiritto alla pensione dal 01 gennaio del 2010 mentreSalvatore dovrà attendere il primo luglio del 2011.Infatti in base alla normativa sulle aperture dellefinestre la pensione di anzianità potrà averedecorrenza effettiva con due scadenze: dal 01 gennaiodell’anno successivo per chi ha i requisiti nel primosemestre; dal primo luglio sempre dell’annosuccessivo per chi raggiunge i requisiti nel secondosemestre. Inoltre se Antonio dovesse essere unautonomo ( cioè un artigiano,un commerciante o uncoltivatore diretto) l’attesa sarebbe ancora più lungain quanto dovrebbe attendere fino a luglio del 2010.Gli effetti della nuova normativa. Le nuovenorme sulle pensioni di anzianità hanno influito edancor più agiranno come deterrente per quantiintendano chiedere la pensione di anzianità. Da gennaioa maggio di questo anno ben 90.000 pensioni dianzianità non sono state richieste dai lavoratori e ladiminuzione da luglio di questo anno in poi sarà ancorapiù sensibile. Il calo nella richiesta da parte degliinteressati è stata dell’oltre il 67% rispetto al passato.Secondo Antonio Mastrapasqua, presidente dell’INPS,si tratta dell’effetto delle nuove norme: “Sono convinto– ha detto – che il calo dipenda da un atteggiamentodiverso nei confronti del lavoro e della pensione”.

È lo scheletro di un tirannosauro il pezzo fortedel museo paleontologico di Carbonia,

intitolato a Edouard Alfred Martel (il notospeleologo francese), inaugurato lo scorso 2giugno nella grande miniera di Serbariu. Lospettacolare esemplare, situato nella grande salaespositiva centrale, è un tirannosauro rex (unmodello a grandezza naturale ricostruito su calchireali), il più temibile predatore mai vissuto sullaterra (sei metri di altezza per 14 di lunghezza).Il museo, fondato nel 1972 dal gruppo Ricerchespeleologiche “Edouard Alfred Martel” diCarbonia e divenuto Museo Civico nel 1996 graziealla donazione in comodato d’uso della collezioneall’Amministrazione cittadina, ha trovato nuovasede nei locali del rinnovato padiglione delle exofficine meccaniche della grande miniera diSerbariu. La superficie totale è di circa 1.740metri quadri (di cui circa 1.050 sono destinati alpercorso espositivo e attività didattiche tra cuilaboratori e biblioteche scientifiche).Con oltre settecento reperti fossili di organismianimali e vegetali, il museo di paleontologia espeleologia offre ai visitatori una fantasticaescursione nel tempo. Grande la soddisfazione delsindaco di Carbonia Salvatore Cherchi “questomuseo fa di Carbonia una città su scala nazionale,l’unica che racconta la vita del suo territorio dalleorigini ai giorni nostri”. L’allestimento, infatti,propone un excursus naturalistico ordinatocronologicamente che ha inizio con gli esemplarifossili delle prime forme di vita apparse sul nostropianeta circa 530 milioni di anni fa e si conclude

Un tirannosauro il pezzo fortedel museo di CarboniaLe sale espositive ospitate nella miniera di Serbariu

con la comparsa dell’uomo (con resti diarcheociatine, trilobiti, brachiopodi, graptoliti, iprimi cefalopodi, le felci del carbonifero, pesci,rettili, ammoniti, crostacei) sino all’orso dellecaverne, l’elefante nano ed il Prolagus sardus.Grazie ai reperti esposti si ha la testimonianzaspettacolare dell’evoluzione paleo-biologica dellaterra, culminata con l’apparizione dei primiominidi fino all’homo sapiens sapiens, i cui restiossei sono completati da alcuni repertiarcheologici fittili e litici che testimoniano l’anticaciviltà sarda. I reperti sardi sono benrappresentati soprattutto per quanto riguarda ilpaleozoico del Sulcis-Iglesiente ed il cenozoico.Tra quelli recentemente acquisiti, che vanno adintegrare il materiale del mesozoico, sonointeressanti un artiglio di un grosso ornitisco(Ceratopsidae) del mesozoico tedesco, il calco di unnido con 19 uova di oviraptor philoceratops, undente di Spinosaurus sp. del Giurassico nord-africano ed un esemplare giovanile completo diPsittacosaurus mongoliensis che vanno adintegrare i denti di Tirannosaurus (Tarbosaurus)bataar e gli artigli di Tirannosaurus rex eVelociraptor mongoliensis già acquisiti ed espostial pubblico nel 1998Viene dato risalto anche ai numerosi esemplariquaternari con particolare riguardo a quelliprovenienti da depositi ipogei. Per avere maggioriinformazioni e prenotazioni è necessariocontattare il Museo di Paleontologia e Speleologia“E.A.Martel” telefono e fax 0781/64382.

Alessia Corbu

Il re del Turriga è mortoil 21 giugno nella suaabitazione di Serdiana.Antonio Argiolas il patriarcadell’omonima cantina diSerdiana è scomparsoimprovvisamente.Solo qualche giorno prima siera sentito male. I familiarilo hanno ancheaccompagnato in ospedaleper una visita. Tutto inutile.L’ultimo saluto gli è statotributato da almeno duemilapersone. Antonio Argiolas è stato sepoltonella tomba di famiglia.Il patriarca non c’è più. Resta quello che ha fattonel tempo per la famiglia, per Serdiana, per laSardegna intera. Negli Stati Uniti, in Giappone,in Europa, i vini Argiolas sono sinonimo diqualità. Ai funerali c’erano i suoi operai, i suoitecnici, c’era soprattutto la gente comune in unclima di grande commozione. C’erano i cultori delvino, enologi e imprenditori del settore anche delnord dell’isola, il mondo della finanza sarda.Da alcuni giorni, Antonio Argiolas non stavabene, era stato accompagnato per una visita inospedale. La sua fortissima fibra si stavalentamente consumando: aveva 102 anni e seimesi. Una vita lunghissima, un uomo che ha

È scomparso Antonio Argiolas il patriarcadell’omonima cantina di SerdianaIl fondatore della cantina del Turriga aveva superato i cento anni

firmato il suo successosoprattutto negli anniOttanta quando tuttiespiantavano i vignetie lui invece li impiantava.Con i figli Pepettoe Franco che lo seguivano.Una scelta azzeccata ed unsuccesso straordinarioarrivato grazie ad una équipedi lavoro, di studio,di marketing che ha postoi vini Argiolas al centrodell’attenzione mondiale.

Oggi dire Argiolas è sinonimo di qualità. Unaqualità che ha fatto il giro del mondo grazie alleproduzioni elevatissime che hanno contraddistintoil lavoro di un’azienda nata in sordina e diventata,grazie alla genialità del vecchio patriarca e allasua intuizione una delle più importanti nell’Isola.L’ultima grande gioia tziu Antonil’ha avuta con la costruzione della nuova cantina.Una struttura modernissima, progettatada un grande architetto e che prestosarà completata in tutte le sue parti.Ricostruito anche il frantoio oleario,altro fiore all’occhiello della famiglia Argiolas.Il grande vecchio ha lasciato sicuramenteuna grande eredità.

Lia Serreli

13AttualitàILMESSAGGEROSARDO

La Sardegna nel Weba cura di Andrea Mameli

Un social network per gente di SardegnaNasce il 15 novembre 2008, e comincia a popolarsi dalmese di maggio 2009, con una media di 50 nuoviiscritti giornalieri e 12 mila pagine visitate al giorno.È Sardinia People, un nuovo social network creatocome puntodi riferimentoper i Sardiall’estero.Come spiegal’ideatore, Marco Camboni: “Sardinia People nasceper offrire un’alternativa regionale ai social networkcome Facebook e MySpace, che possa valorizzareidentità, cultura e tradizione sarda, intrecciandosi coni classici utilizzi dei social network: conoscere nuovepersone, trovare amici di vecchia data, stringereamicizie, coltivare hobby comuni, confrontarsi sututti gli aspetti della vita quotidiana”.Altri obiettivi di Sardinia People: “coinvolgere i sardi ei simpatizzanti dell’isola che navigano in rete, perritrovarsi in una realtà virtuale che li accomuna,favorire la comunicazione e lo scambio di idee tra iSardi, essere un social network costruttivo, attraversola moderazione dei contenuti pubblicati”.http://centralpeople.ning.com

Il Centro Culturale Sardo di Berlinosu FacebookDal 1999 il Sardisches Kulturzentrum Berlin è ilpunto di riferimento per i sardi residenti nella capitaletedesca e per i tedeschi interessati a conoscere megliola Sardegna. Il circolo ha un sito molto ricco diinformazioni e recentemente rinnovato nella grafica enella distribuzione dei contenuti. Oggi, nel decimo

anniversariodellafondazione, ilSardischesKulturzentrumBerlin approda

su Facebook: il più grande Social Network del mondo,con oltre 200.000 milioni di utenti. I primi materialiresi disponibili sono lo statuto dell’associazione enotizie su un appuntamento del 13 giugno all’Istitutodi Filologia Romanza della Freie Universität Berlinper la Lunga Notte della Scienza (Lange Nacht derWissenschaften) - www.sardanet.eu

No al nucleare in Sardegna.Sì alle energie rinnovabiliL’associazione Solebentu, nata il 28 maggiodel 2009, e composta da elementi provenientida ogni estrazione politica e culturale, si è posta,fin dall’inizio, l’obiettivo di sostenere e valorizzarele politiche energetiche rivolte alle fontirinnovabili proponendosi in un ruolo attivonei confronti del Consiglio Regionale,perpromuovere,studiare edapprofondireun nuovomodello disviluppo, basato su di un consumo etico econsapevole. Nel sito dell’associazione Solebentuè possibile depositare la firma alla petizione analogaalla mozione presentata ai consiglieri regionalii cui contenuti, in estrema sintesi, si riconduconoalla promozione della produzione distribuitadi energia pulita e il contrasto incondizionatoalla possibilità che in Sardegna possa essere edificatauna centrale nucleare e che l’isola venga sceltacome sito unico di raccolta delle scorie radioattive.www.solebentu.org

Presentata la rete Bionetworkche unisce ricerca e impreseIn un convegno ad Alghero presentata la rete che collega le regioni delMezzogiorno - La Sardegna capofila del progetto voluto dal Ministerodell’Università

È stata presentata in un convegno all’HotelPunta Negra di Alghero la rete

“Bionetwork”, la nuova realtà che uniscericerca universitaria e imprese. Bionetworksi occupa di biologie avanzate(o biotecnologie) e si inserisce nella Rete deiCentri di Competenza Tecnologica voluti dalMinistero dell’Università e della Ricerca nel 2006.Dopo la fase di allestimento, da giugnoBionetwork camminerà con le sue gambe.Un risultato raggiunto in meno di due anni.«Si è lavorato sodo e in tempi brevi – ha affermatoViviana Guglielmi, rappresentante del Ministerodell’Università – e il successo è frutto del fortespirito di squadra che ha animatoamministrazione centrale e Regione.Questa volta il Mezzogiorno non èall’inseguimento del progresso del Nord.Anzi: la Sardegna ha agito da precursore». Fabio Tore e Giampiero Lavena dell’ Assessorato

regionale alla Programmazione hanno ricordatoi termini in cui la Regione Sardegna ha credutoal progetto: un investimento di 17 milionidi euro per l’innovazione e la ricercae cinque dedicati espressamentealla fidelizzazione delle imprese.Il progetto ha l’obiettivo di creare l’anellomancante fra ricerca e realtà imprenditoriali.Nell’incontro (presieduto dal general managerMario Pani) lo ha spiegato il presidente diBiosistema, Bruno Masala, docente di Biochimicanell’Università di Sassari. «Le piccole e medieimprese – ha detto Masala – spesso non hannomodo di fare ricerca per essere competitive sulmercato globale. Ed è in campo accademico cheprende forma la vera innovazione tecnologica».Lo studio mira dunque a creare servizi utili aipiccoli imprenditori come alle grandi realtàchimico-farmaceutiche. Dalle ricerche sui vaccinialle informazioni per accedere ai finanziamentieuropei, l’offerta di Bionetwork copre un campovastissimo. «Siamo già in grado di fornire l’80%dei servizi previsti» ha assicurato AmedeoColumbano, responsabile scientifico.La maggior parte della spesa è servita per imacchinari e le tecnologie, scelte e acquistate conun principio preciso, come ha spiegato la vicepresidente di Biosistema, Maria Svelto: evitare idoppioni nella rete, puntare sull’innovazione efare in modo che in ogni centro di ricerca il nuovostrumento fornisse davvero un valore aggiunto. «Quando ho accettato il ruolo di responsabilescientifico del progetto – ha rivelato MarioPirastu, già direttore dell’Istituto di geneticadelle popolazioni del Cnr – ho visto con i mieiocchi una mole di strumentazione che qualunquericercatore americano sarebbe felice di avere.E tutti questi macchinari innovativi sonoaccompagnati da grandi competenze».La risorsa principale sta proprio nelle mentidei ricercatori, vere eccellenze locali.Inoltre 270 mila euro hanno finanziato borsedi studio per 33 giovani laureati, che sonogià al lavoro in diverse imprese del sud Italia.Il consorzio. Bionetwork conta più di 50 socitra enti pubblici e privati. Non solo universitàma anche centri di valore indiscussocome l’Enea o il Cnr. E, ovviamente, le imprese.«Non si tratta di fare concorrenza – ha chiaritoAntonfranco Temussi, responsabileamministrativo di Bionetwork – ma piuttostodi collaborare. La dimensione di societàconsortile e la struttura snella permettonodi gestire bene il progetto senza la lentezzadella burocrazia».La Rete dei Centri di Competenza Tecnologica(CCT) nasce con l’avviso 1854/2006 emanatodal Ministero dell’Università e dellaRicerca nell’ambito del PON 2000-2006.Le regioni interessate sono Basilicata,Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna.Sono soci tutte le Università delle Regioni, iprincipali centri di ricerca pubblici e privati e leimprese. Ognuna è capofila («nodo principale») diun settore specifico (communication technology,trasporti, rischio ambientale e tecnologiealimentari, oltre alle biologie avanzate) e ha intutti gli altri territori i suoi nodi secondari.Così tutte le regioni contribuiscono alla ricerca diogni singolo settore, mettendo costantemente inrete materiali e risorse tecnologiche.

Si chiama “TerreShardana” il GALdell’Alto OristaneseSi chiama “Terre Shardana” e comprende 54comuni dell’area geografica da Uras a Bosa, il nuovoGruppo di Azione Locale (GAL) per l’Alto oristanese.La nuova società abbraccia i territori e i comunidel Barigadu, Sinis, Montiferru, Guilcer,e l’alto Campidano.Riunisce sottoscrittori pubblici e privatiche hanno deciso, all’unanimità di cambiare ilConsiglio di Amministrazione, in favore di unassetto composito che favorisse una maggiorepremialità corrispondente ad una possibilemaggiore erogazione di finanziamenti.I cambiamenti – è detto in un comunicato – sonostati voluti da tutti ma, in particolare, dai privati,dalle associazioni di categoria, da molti enti pubblici.Il nuovo Consiglio di Amministrazione,che si conferma all’insegna della continuità,è composto da Antonello Solinas (presidente),Mario Tendas (vicepresidente), e dai consiglieriSerafino Mura, Alessandra Usai, Antonio Matzutzi,tutti rappresentanti di privati; e Maria GiovannaSalaris e Pierpaolo Pisu, rappresentantidi enti pubblici.Il collegio dei revisori è composto da Rita Boe,Francesca Cannas e Patrizia Muscas.È stato anche votato il Piano di Sviluppo Locale,dopo un accesso dibattito, e interventi tesisoprattutto ad una maggiore efficacia. Piano diSviluppo Locale che determinerà le linee di indirizzoper la spesa delle risorse comunitarie. Un PSLscritto sulla base delle indicazioni, suggerimenti,aspettative degli attori, pubblici e privati delterritorio raccolte nelle riunioni certificate daitecnici Laore della RAS e dai innumerevoli riunionianimate dai tecnici GAL, già dallo scorso autunnoe, prima ancora dallo scorso giungo 2008.Obiettivo primario del GAL – conclude la nota –rimane il miglioramento della qualità della vitadi aree difficili, in fase di spopolamento,con forti problematiche di crescita economica,sociale e culturale.

Primo Piano14 Giugno 2009

I nizia la stagione estiva, e anchequest’anno la Regione non intende

abbassare la guardia nei confrontidegli incendi. Ancora una voltaverranno impiegati tanti uomini,molti mezzi e ingenti risorse per unapiaga sociale che negli anni passati hadato alla Sardegna un triste primatoitaliano, ed oggi comunque una delleregioni più a rischio. Nonostante iltrend del fenomeno si sia diminuitonegli ultimi 12 mesi e rispetto allamedia trentennale, “occorrecontinuare ad attivarsi perché tuttoquello che è previsto nelle prescrizionivenga fatto”, ha affermato l’Assessoreregionale all’Ambiente EmilioSimeone. Per questo la prevenzione egli strumenti di lotta attiva saranno ipunti cruciali del Piano regionaleantincendio 2009, approvato dalla Giunta loscorso 9 giugno, e ufficialmente al via dal 15 dellostesso mese fino al 15 settembre, che permetteràall’Isola di fronteggiare il fuoco, che per circa il70% dei casi ha origini dolose. Si tratta di unpiano di prevenzione e lotta attiva contro gliincendi boschivi, all’interno del quale sono stateindividuate le prescrizioni dirette a contrastare leazioni che innescano gli incendi e a disciplinarel’uso del fuoco per l’intero anno solare.Proprio la disattenzione dei cittadini e l’incuria dialcune amministrazioni sono al centro degliinterventi: fondamentale la preparazionedell’apparato antincendio, che vede impegnaticirca 6 mila uomini, oltre ai Vigili del Fuocoe numerosi mezzi aerei e terrestri.Nella sede dell’assessorato della Difesadell’ambiente i contenuti del piano sono statiillustrati in una conferenza stampa proprio daltitolare dell’assessorato della Difesa dell’ambienteEmilio Simeone, dal dirigente del Corpo ForestaleDelfo Poddighe e dal Direttore Giuseppe Delogu,dal Direttore della Protezione Civile regionaleGiorgio Cicalò, dal Direttore regionale del Corpodei Vigili del Fuoco Pippo Mistretta,e dal Presidente e dal Direttore dell’Ente ForesteCarlo Murgia e Graziano Nudda.Insomma, tanti soggetti impegnati in un lungoelenco di azioni sinergiche che concorre acostituire il modello organizzativo dell’apparatoantincendio nell’Isola. A questo scopo è stato datomandato alla Direzione generale del Corpoforestale e di Vigilanza ambientale, di procederealla divulgazione delle prescrizioni attraverso ladistribuzione alle famiglie di una versione delle“Prescrizioni regionali antincendio 2009” di facilelettura, allo scopo di una sensibilizzazionecapillare dei cittadini, ed allo stesso modo ladistribuzione delle “Prescrizioni” a Comuni,scuole, associazioni e anche attraverso l’affissionedi manifesti. La presentazione del Piano Regionalecontro gli incendi boschivi ha sottolineatol’importanza della previsione e della prevenzionenella lotta al fuoco, flagello che dal 1971 habruciato una media di 40 mila ettari all’anno.Grazie all’impegno del consistente apparatoregionale e dei Vigili del Fuoco, però, già dal 2008si è registrato un calo della superficie totalepercorsa dalle fiamme, con 6 mila ettari e mezzocontro i 34 mila dell’anno precedente.“Per tre mesi all’anno la nostra terra vive unasituazione di emergenza e di pericolo potenziale –ha detto l’Assessore Simeone – quindi occorre

Per la campagna antincendimobilitazione di uomini e mezziL’apparato regionale impegnato per contrastare l’opera dei piromani

predisporre un sistema di lotta efficace, ma ancorprima si deve parlare di prevenzione, dicomportamenti, di procedure e di mentalità chedevono costituire il bagaglio naturale di tutti isardi”. Ingenti le risorse umane sul campoimpegnate nella campagna antincendi 2009: sonocirca 8.000, di cui 7.526 regionali e composte da1.482 uomini del Corpo Forestale, 3.344 uominidell’Ente Foreste della Sardegna, e i 1.000 uominidelle 120 compagnie di barracelli sardi. A questi sideve aggiungere i circa 1.700 volontari delle 64associazioni dell’Isola, ed un migliaio di Vigili delfuoco stagionali, richiamati in servizio con turnidi 20 giorni, in base ad una convenzione con laRegione che ha stanziato anche per quest’anno400 mila euro per poter aprire le sei basi estive diPula, Villasimius, Cuglieri, San Teodoro,Arzachena e La Maddalena.Tra le novità di quest’anno va segnalata lasperimentazione di nuove squadre di operatorispecializzati denominati “Mastros de focu”, checontrasteranno le fiamme non con l’acqua, ma conle tecniche del fuoco, secondo la dislocazione diuna squadra per ogni Provincia. Tra i mezzi adisposizione dell’apparato fino al 15 ottobre cisono anche 12 elicotteri con capacità di carico di800/900 litri: 5 velivoli Ecureuil As 350 chesaranno dislocati a Fenosu, Marganai, Pula, SanCosimo (Lanusei) e Limbara, e 7 Aerospatiale315B Lama a Fenosu, Anela, Farcana, Sorgono,Bosa, Villasalto, Alà dei Sardi. Ci sono, inoltre,quelli forniti dalla Protezione Civile: 1 EricksonS-64F Helitanker con capacità di 9.000 litri dibase a Fenosu, 1 Agusta AB 205 (1.000 litri) aCagliari-Elmas, e 3 Canadair CL 415 (5.300 litriciascuno) presso l’aeroporto di Olbia. Una flottaaerea imponente, così come lo sarà anche ilnumero di pattuglie terrestri e notturne cheverranno istituite dal Corpo Forestale e diVigilanza ambientale e potenziate nelle areeprotette e a rischio. Fondamentale anche lacollaborazione del corpo dei Vigili del Fuoco, chemetterà in campo circa mille uomini a livelloregionale e garantirà la presenza di 350 unitàpronte alla partenza in qualsiasi momento.“La collaborazione tra il Corpo Forestale e quellodei Vigili del Fuoco e in particolare delle nostresale operative – ha spiegato il Comandante deiVigili Pippo Mistretta – è di fondamentaleimportanza. Si tratta di un meccanismo collaudatonel tempo la cui macchina si sta muovendo anchein questa campagna antincendi”.“La campagna che prende l’avvio – ha

puntualizzato l’Assessore Simeone – tendea creare sempre più una sensibilizzazionesu tutti i cittadini, rivolta alla prevenzionedegli incendi. Vuole creare in misura ancoramaggiore la convinzione che combattere gliincendi è un forte impegno di tutti”.“Il piano contiene norme anche elementari chetutti i cittadini dovrebbero rispettare, dalla puliziadelle strade a quella ai terreni privati. – hadichiarato il comandante del Corpo ForestaleGiuseppe Delogu –. Lo scorso anno abbiamocomminato 400 sanzioni amministrative, maquest’anno speriamo a ragion veduta che laprevenzione le riduca di molto”. Il direttore dellaProtezione Civile regionale Giorgio Cicalò haevidenziato la massiccia campagna disensibilizzazione della Regione che ha distribuitomateriale informativo in tutta l’Isola. Unacomunicazione capillare negli uffici pubblici, nellescuole, negli scali marittimi e aeroportuali.“La migliore azione di lotta agli incendi arriva daicomportamenti virtuosi dei cittadini e degli Entilocali – ha detto Delfo Poddighe, dirigente delCorpo Forestale, sottolineando i dettami dell’art.14 delle “Prescrizioni regionali antincendi” – chepotrebbero ridurre notevolmente i 3.000 incendiche si verificano mediamente ogni anno inSardegna”. Proprio gli interventi operativiantincendio saranno coordinati dal CentroOperativo Regione, ubicato presso gli uffici delCorpo Forestale, mentre i Centri OperativiProvinciali , che hanno competenza territorialee che hanno sede a Cagliari, Iglesias, Oristano,Lanusei, Nuoro e Tempio Pausania,ospiteranno le sale operative provinciali.“Siamo di fronte ad un grande progetto peraffrontare le problematiche dell’antincendionell’Isola – ha proseguito l’Assessore Simeone –perché sono impegnate notevoli risorse di uomini emezzi partendo da un presupposto fondamentale:che l’azione di prevenzione sia continuativa evenga svolta nel migliore dei modi. Le strutturaoperativa in campo potrà essere implementataall’occorrenza al fine di raggiungere i miglioririsultati”. Il Direttore regionale dei Vigili delFuoco Pippo Mistretta ha inoltre sottolineatol’utilità della campagna di informazione sui turistiche nei mesi estivi popolano le coste sarde: “Lemisure di autoprotezione sono importantissime –ha spiegato Mistretta – e si tratta di normeelementari come ad esempio non abbandonare lespiagge quando si è circondati dal fuoco o di nonportare le bombole fuori casa, che salvano viteumane. Purtroppo ogni anno, ad ogni vittima delfuoco corrisponde un comportamento sbagliato”.Il presidente Carlo Murgia ha messo in luce ilruolo dell’Ente Foreste nell’opera di soccorso aiComuni per la pulizia delle aree urbane eperiurbane e lungo le strade, nonché i 26 nuovipunti vedetta e i 25 nuovi punti di attingimentodell’acqua a livello regionale. Determinante, comesempre, l’azione sinergica degli uomini dellaRegione con quelli del Corpo Regionale dei Vigilidel Fuoco: “La collaborazione tra il CorpoForestale e quello dei Vigili del Fuoco e inparticolare delle nostre sale operative – haconcluso il Comandante dei Vigili Pippo Mistretta– è di fondamentale importanza.Soprattutto quando si verificano incendi diproporzioni tali da richiedere l’interventosinergico di entrambe le parti. Si tratta di unmeccanismo collaudato nel tempo la cui macchinasi sta muovendo anche in questa campagnaantincendi. I nostri 1.000 uomini a livello regionalesono già in campo. Da parte nostra verràgarantito un pronto intervento di 350 uominipronti alla partenza in qualsiasi momento”.Come ogni anno sarà attivo il numero verde 1515del Corpo Forestale e di vigilanza ambientale, perla raccolta delle segnalazioni che, solamente loscorso anno, hanno superato le 25.000 chiamate.

Fabrizio Serra

15AttualitàILMESSAGGEROSARDO

L’hanno chiamato Gsott8per rispondere in modo

provocatorio, ma pacifico, alraduno dei potenti della terra cheha avuto luogo a l’Aquila neiprimi giorni di luglio.Un po’ per corrispondenza alvertice più ricco , un po’ per lazona, a sud, cioè sotto, all’isola diLa Maddalena, dove il summitdoveva svolgersi originariamente,così è nato il nome dell’evento.L’altra faccia di un mondoglobalizzato che punta allavalorizzazione dei territori e dellecomunità locali.Per la prima volta nell’area delSulcis-Iglesiente, significativamente colpita negliultimi tempi da una crisi economica e industrialesenza precedenti, si sono dati appuntamentodiverse organizzazioni non governative,associazioni italiane e straniere, amministratorilocali ed esperti provenienti da varie zone delmondo. Obiettivo discutere di nuove politiche peruscire dalla crisi e spiegare al G8 che tipo diprogrammi attuare per rimediare ai danniprovocati dalla “globalizzazione diffusa”.L’iniziativa, che ha avuto il contributodella Commissione europea, del Dipartimentogenerale cooperazione allo sviluppo del Ministerodegli Esteri e di due fondazioni, si è articolatain cinque giornate attraversando i territoriche fanno parte del Parco geominerario

del Sulcis-Iglesiente e Guspinese.“Questo è un luogo in cuil’industrializzazione e l’economiacapitalistica hanno lasciato feriteprofonde – ha dichiaratoFranco Uda, presidente regionaledell’Arci – senza mai portare unvero sviluppo. Noi puntiamo allavalorizzazione delle risorse locali.Dobbiamo coinvolgerei cittadini e le amministrazionilocali per ridare slancioall’economia del territorio”.Gsott8 come sotto la terra, nellegallerie buie delle miniere, sotto ilsole e le stelle,così come vivono i pastori

e i contadini, sotto le ciminiere, ma anchemessi sotto dalle decisioni altrui.È questo il film che riassume questa immersionetotale in una realtà che ha bisogno di interventicome quella del Sulcis-Iglesiente, ma che ormairiguarda tutta la Sardegna. Tra chiusuredi impianti, licenziamenti, precariatodiffuso e prospettive quasi nere, il Gsott8ha provato ad analizzare e capire come trovarela strada per uscire dal baratro.Sono stati organizzati seminari, laboratori,spettacoli, mostre, esperienze multimediali,alla presenza di esperti di economia e diritto ditutto il mondo. Tre le grandi tematiche affrontate:energia e ambiente, alimentazione e produzione,civilizzazione e convivenza.

L’altra parte del mondoil Gsott8 nel Sulcis IglesienteLa contromanifestazione in difesa del locale contro la globalizzazione

La prima giornata di lavori si è svolta nellaminiera di Monteponi, le due successive nei localidell’ex mattatoio di Iglesias. In contemporaneaanche mostre fotografiche, quelle dei produttorilocali e intrattenimenti musicali.Sono state effettuate escursioni nei siti piùimportanti dell’area del Parco geominerariostorico e ambientale della Sardegna, per iniziativadi Legambiente e la consulta delle associazioniculturali, umanitarie e ambientali che operano intutto il territorio. Gli ospiti della manifestazionehanno fatto tappa anche a Villamassargia,a Casa Fenu, un edificio di fine Ottocento.“Il Gsott8 si è sviluppato nel sudovest dellaSardegna – dicono gli organizzatori, con in testal’amministrazione comunale di Iglesias – dove ilpatrimonio geologico e naturale è consideratodalla comunità scientifica un “museo a cieloaperto”, da meritare a pieno titolo di essereprotagonista di questo evento, come simbolo dirinnovata protezione ambientale e di sviluppo,inteso come tutela reale della biodiversità,geodiversità e sostenibilità ambientale”.In sostanza, i rappresentanti delle varieassociazioni e organizzazioni, nonché gli espertiintervenuti, hanno concordato con quantoaffermato dai promotori del Gsott8: da questerisorse naturalistiche e della terra, che hannodato origine allo sviluppo di tutta l’area, si èaperta una enorme problematica ambientale, di“ripristino, di messa in sicurezza, di bonifica perun riutilizzo del territorio per attivitàdiversificate”. Attività che devono vedereprotagoniste le comunità locali, i cittadini che virisiedono e lavorano e tutti quelli che hannovoglia di operare per promuovere la crescitadell’intera isola. A partire dalle produzioniagroalimentari, naturali e genuine, ai servizi sulterritorio con particolare riguardo alle persone piùdeboli ed emarginate, servizi di accoglienza e ufficituristici che indichino le strade meno battute dellelocalità e dei siti storici, artistici e archeologicidella Sardegna. Insomma un turismo che siaalternativo al solito cliché a cui siamo abituati.Le dichiarazioni di sindaci e amministratoricomunali che hanno aderito all’evento (Iglesias,Carbonia, Villamassargia, Guspini, Arbus,Pabillonis e Carloforte) sono abbastanza chiare:“Il nostro è un piano strategico che si propone diattivare capacità di progettazione eriprogettazione, di realizzazione, di aggregazionetali da incidere nel profondo della strutturaeconomico-sociale delle città e dei paesi”.Un discorso che parte dal Sulcis-Iglesiente,Guspinese e Medio Campidano e si indirizza versoaltre zone e località del mondo, spesso nonconsiderate dai vertici dei grandi della terra. IlGsott8 afferma il diritto del rispetto e degliinterventi concreti verso le comunità locali menocoinvolte e “ trattate” nei summit internazionali.E che parta proprio dalla Sardegna questomessaggio e invito ad operare da partedei rappresentanti della prima iniziativa,unica nel suo genere, alternativa al G8,è un segnale che andrebbe pensato e ripensatoda altre comunità internazionali che operanonel sociale e nell’economia mondiale.In sostanza, dicono al Gsott8, le crisi a livelloplanetario, devono essere risolte coinvolgendopiù gente ed etnie locali, capendo anche i piccoliproblemi, per non farli diventare poi grandie irresolubili. Ecco perché il primo tassello,magari piccolo, è stato messo.Quello più importante che riguarda la conoscenzae la discussione tra persone. Senza il confrontoaperto e senza limiti e confini, non è possibilefare chiarezza sugli aspetti sui quali occorreintervenite. Il Gsott8 ha cercato di aprire unastrada,ora spetta agli altri e sono tanti, trovareuna simbiosi per unire i “grandi” ai “ piccoli”della terra. Ovvero camminare assieme per unmondo più equo e solidale. Andrea Porcu

Per facilitare la comunicazionecon persone che presentanouna carenza o una totale assenzatemporanea o permanentenella comunicazione verbaleesistono tecniche denominateComunicazione Aumentativa eAlternativa. Alcuni di questi metodisi basano sull’impiego di fotografiee disegni che vengono presentatesotto forma di stampe plastificate.Da poco più di un anno èdisponibile una nuova tecnicabasata sull’utilizzo di un dispositivo elettronico portatiledi piccole dimensioni, ideata da una piccola impresa diCagliari: Sardiniaweb.it. Il sistema, denominatoALPACA (Alternative Literacy with PDA andAugmentative Communication for Autism), comprendeun palmare commerciale, un software ideato daSardiniaweb e una raccolta di immagini digitalipersonalizzate. Questo sistema, pur conservando glielementi metodologici tipici delle tecniche tradizionali,conferisce alla comunicazione alternativa la praticità direndere disponibili tutte le immagini in un unico, piccolooggetto. Inoltre, con questa forma di comunicazionealternativa su palmare, a differenza delle stampe sucarta, è possibile associare una voce che legge una o piùparole associate alle immagini. Il primo prototipo(sviluppato senza contributi pubblici) è stato provato peralcuni mesi al Centro regionale per l’Autismo (diretto

RICERCA

Raffaelangela Pani ha creato ALPACAuna tecnologia per superare l’autismo

dal dottor Giuseppe Doneddu)all’interno dell’AziendaOspedaliera Brotzu di Cagliari.Il sistema ALPACA, in commercioda poco più di un anno (è adottatocome ausilio tecnologico dalle ASL,in base al Nomenclatore Tariffarioministeriale, dietro prescrizionedello specialista), suscita notevoleinteresse da parte di operatori,educatori, insegnanti e genitori.Significativo in tal sensol’articolo pubblicato

sul Sole 24 Ore il 18 giugno con il titolo:“La sfida del palmare alla disabilità”.Informazioni su Alpaca nel portale ComunicazioneAlternativa: “www.comunicazionealternativa.it”.Sardiniaweb è una ditta individuale di RaffaelangelaPani creata a Cagliari nel 1999. Come prima attivitàSardiniaweb ha curato l’organizzazione di corsi diformazione per il personale di Polizia Giudiziaria all’usodel software per la gestione delle attività di poliziagiudiziaria nei Tribunali di Cagliari, Iglesias, Lanusei,Sassari, Tempio Pausania. Dal 2000 al 2002 Sardiniawebha gestito un pluripremiato sito per bambini, concontenuti educativi, multimediali e interattivi “Merenda”,per conto di Tiscali. L’impresa cagliaritana gestisce ancheun blog dedicato alla comunicazione della scienzaattraverso i fumetti: http://scienzafumetti.blogspot.com.

Andrea Mameli

Attualità16 Giugno 2009

D oveva esserci il G8 dei ricchi, che la cervelloticadecisione di Berlusconi ha trasferito all’Aquila,

invece, alla Maddalena, si è tenuto quello dei poveri.Finalità, modi e tempi dell’iniziativa erano stati elaboratiil 27 settembre dello scorso anno da Acli, Caritasdiocesana, Cisl, Uil, Coldiretti, Dialogo e rinnovamento ePastorale del lavoro. I loro rappresentanti si eranoincontrati a Zuri, piccola frazione di Ghilarza, e avevanosottoscritto l’omonima Carta. Al primo punto “laSardegna è vicina ai poveri della terra. I cittadini e leistituzioni sarde si impegnano a promuovere pariopportunità di sviluppo”La manifestazione avrebbe dovuto svolgersi inconcomitanza del summit delle potenze mondiali, quandoavrebbe avuto grande risalto su tutti i media del mondo.Niente da fare, sotto questo aspetto, ma impegnocomunque mantenuto. C’erano circa duemila persone asfilare dal porto all’Istituto San Vicenzo, una delleistituzioni più amate dai maddalenini, dove lamanifestazione si è conclusa. Sfilata sul lungomare,bandiere, striscioni e canti, adesioni simboliche massicce.Erano rappresentate ben quarantotto nazioni. PocaEuropa ma tanta Africa, e anche Asia e Sudamerica.C’erano i sindacati regionali, le associazioni divolontariato, i politici, i sindaci, i vescovi illuminati, lerappresentanze delle aree di crisi dell’isola (in prima filaLegler e Scaini, poi Euroallumina, Otelfasi, Syndial, leindustrie di Porto Torres, Portovesme, San Gavino), e,attesissimo, il presidente della Regione Ugo Cappellacci.

A La Maddalena il G8 dei poveriLa manifestazione organizzata da sindacati e associazioni religiose e di volontariatoper contrastare il vertice dei Paesi ricchi che è stato spostato all’Aquila - Anche ilPresidente della Regione ha sfilato in corteo

Poi altri personaggi illustri che hanno partecipato colcuore, pur evitando i microfoni del palco:il neo europarlamentare dell’Idv Giommaria Uggias,il deputato del Pd Giulio Calvisi, il senatoredel Pdl Federico Sanciu, il segretario generaledella Uil Francesca Ticca, il vice segretario regionaledella Cisl Oriana Putzolu, l’ex consigliere regionaleSilvio Lai, numero uno delle Acli, il vecchio senatoremaddalenino, già segretario regionale del Pcie sindaco dell’isola, Mario Birardi, l’assessoreprovinciale di Cagliari Franco Marras.I più numerosi e appassionati sono stati i senegalesi,presenti in massa con il loro ambasciatore in ItaliaCheik Sadibu Fall, che si è entusiasmato dell’iniziativae ha affermato, tra la folla plaudente: “La Carta di Zuriè un punto di luce che emerge da un cielo avvoltodalle tenebre. Siamo qui per chiedere condizionidi vita più dignitose, perché la povertà non èuna fatalità ma dipende dalle persone. Intantoi grandi della terra pensano solo a distribuire la ricchezzatra le popolazioni già abbondantemente ricche”.In sintonia con l’intervento dell’ambasciatoresenegalese sono stati quelli dei rappresentatidella Palestina e delle Filippine.La prima parte di tutti gli altri interventi è stata dedicataallo “scippo” del G8. Ad aprirne la serie è stato MarioMedde, segretario generale della Cisl: “Chiediamo chevengano completate tutte le opere avviate prima dellospostamento del summit in Abruzzo e che La Maddalena

diventi al più presto luogo di vertici internazionalialtrettanto importanti. Non solo: il Governo e la Regionedevono anche pensare a tutta la Sardegna,per assicurare un piano di interventiper l’abbattimento dei costi dell’insularitàe per dare una scossa a uno scenario economicoche si fa ogni giorno più preoccupante.Il sindaco dell’isola Angelo Comiti (che, al pari delpresidente della Regione, ha appreso dello spostamentodel vertice dai media) è stato, ancora una volta, polemicocon il governo. “Questo arcipelago – ha detto – per 150anni è stato una piazzaforte militare e ha rivestito unruolo strategico importantissimo: l’appuntamento diluglio avrebbe rilanciato le potenzialità della nostracomunità davanti agli occhi del mondo.Finalmente il governatore è tornato alla Maddalena.Mi auguro che questo incontro rappresentil’avvio di un dialogo fondamentaleper il nostro futura”. E Pier Franco Zanchetta,assessore dell’ecologia nella giunta provincialedi Olbia e figura emergente del Pd sardo,ha rincarato la dose: “Cappellacci sarebbe dovutovenire qui in veste istituzionale e presentarsiin municipio. Così la sua presenza ogginon ha senso. Se fosse venuto gli avremmofatto vedere quanto sono ancora lontane dallaconclusione le opere previste per il G8”.Il consigliere regionale di Sinistra e LibertàLuciano Uras ha fatto un’analisi critica dell’attualemomento congiunturale: “Le politiche del lavoro,gli interventi coordinati di inclusione sociale e sostegnoal reddito – ha detto – sono ormai diventati prioritari.Purtroppo ho paura che la Giunta regionale, al paridi quella precedente, non abbia piena consapevolezzadi questo. Chiediamo ancora una volta la totale,immediata, efficace attuazione delle leggi regionaliin vigore e l’integrale utilizzo delle risorsegià stanziate con la Finanziaria del 2008”.Il vescovo della diocesi di Tempio-Ampurias, monsignorSebasiano Sanguinetti – l’unica voce della Chiesa alevarsi con impeto contro il trasferimento del G8 –ha partecipato alla manifestazione “per testimoniarela presenza della Chiesa nella lotta alla povertàe alle disuguaglianze”.Padre Luigi Borrotzu, responsabile della Pastoraledel Lavoro, ha evitato di parlare dello “scippo”che era stato sviscerato nei precedenti interventi:“Noi non vogliamo – ha detto – che si celerino riunionidove pochi decidano per tutti, perché queste decisioninon vanno certo in direzione dei poveri.G8? In sua vece proponiamo il Pmille, a sostegnodei mille paesi poveri costretti a subire le strategiescellerate di poche nazioni che hanno il potere dicontrollare tutto il mondo”. Monsignor Lugi Bettazzi,ottantacinquenne vescovo emerito di Ivrea, una vitaal fianco dei lavoratori, è spietato: “Il G8 – ha detto –è ormai un’organizzazione ripiegata su se stessa,che non ha niente da dare alle parti deboli del mondo”.Quando è salito sul palco il presidente Ugo Cappellacci,che pure qui, alle ultime regionali aveva avuto più del 70per cento dei voti, i fischi sommergono gli applausi.“È giusto – ha esordito – che esprimiate i vostrisentimenti, ma chi si presenta nella vostra isolalo fa per sottolineare l’assunzione di responsabilitàdavanti a tutti. Tante speranze erano ripostenel G8 di luglio, ora però bisogna guardare avantie scommettere tutti insieme sulle potenzialitàofferte dalle infrastrutture realizzate.Perché già a settembre è previsto il primo incontrobilaterale organizzato dal governo”.Le parole del governatore non hanno placatoi contestatori, tutti pressoché elettori pentiti:un gruppetto vociante lo ha accompagnatofino al traghetto, costringendo le forze dell’ordinea stringerlo in un cordone insuperabile.Prima dell’imbarco un sguardo fugace a un grandee irriverente striscione: “Cappellacci, ci serveun governatore. Ne conosci qualcuno?”.La Carta di Zuri è stata tradotta in cinquanta linguee una copia è stata inviata ai grandi del G8 in programmaa L’Aquila, dove, con tutta probabilità, finirà nella cartelladegli “allegati agli atti”. Gino Zasso

La nuova SS 195, “Sulcitana” sarà completata entro il2013. Lo ha confermato il Direttore Generale dell’ANASSardegna, ing. Giorgio Carboni in un incontro con icomponenti del “Tavolo Generale di coordinamento delprogramma “Governance 2”, costituito da AssociazioneIndustriali, Province della Sardegna Meridionale esegreterie territoriali di CGIL, CISL, UIL.I rappresentanti della Confindustria e delleOrganizzazioni Sindacali hanno evidenziato come larealizzazione della nuova strada statale costituisca unaesigenza imprescindibile ed urgente non solo per ilsistema industriale ma anche per le utenze residenziali,turistiche ed agricole del territorio.È stato evidenziato come l’attuale tracciato danneggiil sistema produttivo sul piano economicoma soprattutto comporti sacrifici inaccettabili intermini di sicurezza e di tempi di percorrenza.L’ing. Carboni ha illustrato le attività necessarie per larealizzazione dell’infrastruttura, fornendo un quadro

LAVORI PUBBLICI

La nuova SS 195 “Sulcitana” pronta nel 2013Impegno dell’Anas con Confindustria e sindacati

della situazione. L’appalto integrato, compresa laprogettazione esecutiva – ha ricordato – è statoaggiudicato nello scorso mese di febbraio.Ha poi dato informazioni sullo stato di avanzamentodei lavori che dovrebbero essere completati,se non dovessero sorgere complicazionial momento imprevedibili, entro il 2013.Il responsabile dell’ANAS, anche in risposta ad alcuneperplessità manifestate dai rappresentanti degliimprenditori e dei sindacati sulla lunghezza dei tempiprevisti, ha assicurato la massima determinazione erapidità possibile per l’espletamento di tutte leprocedure, chiedendo la collaborazione dei Comuni edegli altri enti interessati perché le operazioniburocratiche ed amministrative necessarie(ad esempio gli espropri) vengano espletatenei tempi più rapidi, evitando al massimo l’insorgeredi nuovi ostacoli che potrebbero ulteriormenterallentare la realizzazione dell’opera.

17AttualitàILMESSAGGEROSARDO

L’aggettivo incompiuto, per La Maddalena, èun termine che l’isola privata del G8, uno

degli eventi internazionali più attesi e discussi,rischia di tenersi appiccicato addosso per moltianni, come già è capitato in passato quando,l’Opera Pia, conosciutissima almeno dagliisolani, incominciò a campeggiare come ungigantesco mostro di pietra e granito,avvicinabile solo da colombi ed altri animalimeno simpatici. Fu quello il primo esempio diincompiuta, di cattedrale nel deserto chedivenne parte integrante del contesto isolano eal quale i cittadini hanno fatto l’ abitudine,come ad un pezzo di storia che di là non simuove e che solo adesso, trova almenouna sua destinazione d’uso, se non proprioun aspetto architettonico confacente.Oggi, quel sentimento di abitudineall’incompiuto potrebbe forse essere diverso, seil mastodontico rifacimento dell’ex Ospedalemilitare rimesso a nuovo per il meeting scippatoe migrato a L’Aquila, rimanesse lì, in bella vistadavanti al mare dell’isola di Santo Stefanosgombra dalla servitù americana, e senza unpadrone, con una gara d’appalto andatacompletamente deserta, per dirla nel gergo degliaffaristi. Che si farebbe, allora, del cangiante exnosocomio destinato, in tempi che furono, a

LA MADDALENA

La paura delle incompiutedopo lo “scippo” del G8Nell’isola si teme che le opere avviate per ospitare i Grandi della Terra non venganocompletate e che restino delle inutili “incompiute”

curare i militari, le loro famiglie e non solo? Nelfrattempo, le immense vetrate del centro dibenessere dove, si diceva che ad agosto lasquadra di calcio della Juventus sarebbe venutaa rinfrancare animo e corpo, restano là, ancorabrillanti e pulite, anche se per poco, con l’interocomplesso alberghiero che campeggia come unimmenso biglietto da visita per chi approda dalmare, o per chi con la sua barca a vela si trovaa passare per quelle strade marine. I lavori, qui,sono stati terminati per tempo, quello chemancano sono le cosiddette rifiniture, i giardini,la mobilia, ma soprattutto l’impresa chepotrebbe gestire un’opera tanto imponente edimpegnativa. Un sogno interrotto, unmeccanismo che ha avuto un brusco arrestodopo l’annuncio che La Maddalena avrebbeperduto il privilegio di sede del G8. Perché conquesto privilegio hanno preso il volo anchemolti finanziamenti, e non solo il diritto dellaSardegna e del suo presidente di intervenire allesedute del Consiglio dei ministri per decisioniche la riguardano da vicino. A dirlo è l’articolo47 dello Statuto sardo.La cassaforte da cui la Sardegna avrebbe attintogran parte delle risorse da investire per ilvertice dei potenti della terra, è il Fondo per learee sottoutilizzate (Fas). La Regione ha

ottenuto la programmazione di interventiper 525 milioni di euro esigibili subito. Perquanto riguarda le risorse direttamenteprovenienti dal governo nazionale, “abbiamoricevuto cento milioni di euro ai tempi di Prodi”spiegava, in una intervista, Carlo Mannoni,ex assessore regionale ai Lavori pubblici.Poi la Sardegna avrebbe dovuto incassare altri111 milioni di euro destinati ai cosiddettiattrattori turistici “ma il governo Berlusconili ha azzerati con un decreto che ha cancellatoanche i fondi Fas già programmati”.Secondo l’ex assessore della giunta Soru,a fronte di un investimento programmatodi 830 milioni di euro, alla Maddalenane sono arrivati in tutto 333, cento dal governoProdi, gli altri 233 da fondi regionali e Fas.Ma l’isola è abituata a questo stato d’attesa e,forse, nemmeno questa volta è troppointeressata ad un destino che non èpropriamente quello del singolo.La cultura del coltivare il proprio ortoe il proprio giardino resta radicata comeuna di quelle piante della macchia mediterraneache sa bene come non farsi strattonaree, tanto meno, strappare dal ventoche spira ostinato e torna, con i suoiappuntamenti fissi, ma anche imprevedibili.L’imprevedibilità, la stessa che ancora aleggiaintorno all’ex Arsenale militare, la vera sededestinata ad ospitare con tutte le attenzioni,le misure di sicurezza e le comodità del caso,l’evento G8 oramai prerogativa dell’Abruzzo.Non manca la guida, non mancano i gestori,ma qualche chiarezza su quali caratteristicheavrà il complesso sì. Non solo a vocazionealberghiera, come è emerso nell’ultimaconferenza di servizi tra il Comune dellaMaddalena, la Regione, la Provincia ed altri enticon il principale interlocutore, ovvero laStruttura di Missione del G8. Il gruppo MitaResort, titolare per 40 anni dell’ex Arsenale,vorrebbe privilegiare l’aspetto residenziale delcomplesso, potenziando la disponibilitànell’accoglienza. I cento posti dell’albergo sortoin precedenza, non sarebbero sufficienti.Ma il vero dilemma è il polo nautico. Che nesarà di quel progetto, tra l’altro in via direalizzazione, ma non certo concluso, sul qualeerano puntate tutte le speranze di rinascita diuna struttura che stava andando a morire, e cheera certo in agonia da decenni? Quello che ècerto che anche in questo caso, mancheranno lecosiddette rifiniture, gli ultimi ritocchi. Laviabilità interna, la mobilia e tanto altro. Maquel che è certo è che il gruppo di gestione è unodei più saldi in Italia. Si chiama Mita resort srled è già presente in Sardegna con la gestione delForte Village di Santa Margherita di Pula, diproprietà di Fimit sgr, una società di cui, dopoun breve periodo di controllo da parte diCapitalia, sono soci Lehman Brothers realestate e alcuni gli istituti previdenziali italiani.Nella Mita resort non c’ è solo la famigliaMarcegaglia ed Emma, numero uno diConfidustria, ma anche Andrea Dalle Rose,che controlla il marchio Marzotto.E tornando all’apertura, l’aggettivo incompiutonon può non chiudere queste considerazioni.Nel limbo, e nell’irrealizzato non c’è soloLa Maddalena con la sistemazione del centrostorico e del porticciolo turistico, non ancoracompiuto e un nuovo sistema portuale conbanchine attrezzate per 1300 posti barca, appenainiziato, ma anche tutte le altre infrastrutturepreviste e non realizzate nel resto della Gallura.Dalla Sassari Olbia, all’allungamento della pistae la viabilità per entrare all’aeroporto di Olbia,al sistema stradale intorno ad Arzachena, finoad una nuova stazione delle ferrovie a Olbia e ailavori sul molo di levante a Porto Torres.

Alessandra Deleuchi

È operativa a Caprera la “Spiaggia per cani”ideata, promossa e gestita dall’associazioneA.R.V.E.P.A.N.A. in collaborazionecon la Capitaneria di Porto e col finanziamentodell’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelagodi La Maddalena.Il progetto, realizzato anche grazie ad unaconvenzione siglata con l’Ente Parco, prevedel’esclusivo utilizzo di una ben determinataspiaggia ai cinofili con i propri cani. L’area perla quale la Capitaneria di Porto di LaMaddalena ha rilasciato la concessione si trovanell’isola di Caprera a chiusura della baia“Porto Palma” di fronte al “Centro Velico diCaprera” e potrà essere utilizzata durante il

Una spiaggia per cani nell’isola di CapreraIniziativa dell’ Associazione ARVEPANA con il sostegno del Parco dell’Arcipelagodi La Maddalena

periodo estivo fino al 15 settembre.Per accedere alla “Spiaggia per cani” ènecessario rispettare alcune norme: obbligo delguinzaglio, pulizia immediata delle deiezionidell’animale, libretto sanitario in regola con levaccinazioni e certificato d’iscrizioneall’anagrafe canina. Il servizio, offerto daivolontari dell’associazione A.R.V.E.P.A.N.A. e datre operatori esterni, prevede che ad un prezzo dieuro 3,00, sia consegnato all’utente un kit,comprensivo di paletta e sacchetto, unombrellone, una ciotola per l’acqua, l’uso delladoccia e l’eventuale assistenza di un veterinario.La fruizione del servizio è giornaliera con orariocontinuativo dalle 09.00 alle 19.00.

Cultura18 Giugno 2009

V enerdì 8 maggio,alla Casa del cinema, a VillaBorghese (Roma), per iniziativa della più

antica associazione degli emigrati sardi, Il Gremio,è stato presentato il film di Fiorenzo SerraL’ultimo pugno di terra, un documentario giratonei primi anni Sessanta, che esplorava unaSardegna in transizione verso la modernità maancora circondata, socialmente ed economicamente,da isole di arcaicità e di fallimenti modernisti cherisalivano al periodo prebellico. La pellicola, che,nel 1966, vinse il premio AGIS al Festival deiPopoli, a Firenze, è stata recentemente restauratagrazie agli sforzi congiunti dell’Assessorato allacultura della Regione Sardegna, della CinetecaSarda della Società Umanitaria e della Cineteca di

CINEMA

Presentato il film di Fiorenzo Serra“L’ultimo pugno di terra”Alla Casa del Cinema di villa Borghese - Per iniziativa del “Gremio” dei sardi

Bologna. La proiezione romanaè la seconda uscita pubblica di “L’ultimopugno di terra” dopo il restauro digitaledel negativo effettuato nei laboratoridella Cineteca di Bologna.Prossimamente il film sarà anche inPortogallo, per una manifestazionepromossa dalla Cineteca di Lisbona.All’emozione per quelle immagini riportatealla pastosità dei colori originali –apprezzabili solo in una salacinematografica e con la proiezione inpellicola – ha fatto riscontro una nuovatestimonianza sulla genesi dell’opera.Difatti il film è stato presentato dalsenatore Giuseppe Pisanu, attualepresidente della Commissioneparlamentare antimafia, che, assieme allo

storico Manlio Brigaglia, fedelissimo collaboratoredi Serra, scrisse il testo del documentario.Il senatore Pisanu esordisce affermando che fuun autore per caso, visto che, più giovanedel regista, “scendeva” nello stesso alberghettoin cui Fiorenzo Serra e il fratello Elio,produttore del film, stavano mettendoa punto le fasi finali della produzione.«Renzo – racconta il presidente Pisanu – erareduce dagli incontri con Cesare Zavattini, a cuiaveva fatto vedere tutto il girato per avere deiconsigli. Aveva accumulato una quantità enormedi materiale, e certamente gli era chiara lastruttura generale dell’opera, ma, essendo statapensata come un lungometraggio, era alle prese

con il testo parlato. Era pieno di dubbi. Ioconoscevo il progetto e avevo visto anche partedelle riprese. Così quando mi chiese un parere sultesto, dissi semplicemente di far parlare i sardi: ipastori, gli emigrati, i pescatori di Cabras, iminatori di Carbonia. Insomma i veri protagonistidel film. E poi aggiunsi che c’erano molti scrittoria cui attingere, dai più noti come Giuseppe Dessì,Emilio Lussu, Peppino Fiori, ma anche BenvenutoLobina, che oggi viene giustamente considerato ungrande della letteratura sarda. Renzo rimasepensieroso, poi improvvisamente mi chiese “Maperché il testo non lo scrivi tu?”. Gli risposi chenon capivo assolutamente nulla di cinema e lui dirimando: “Meglio”. Così mi ritrovai coinvolto nelfilm: il mio testo fu poi rivisto e reso omogeneo daManlio Brigaglia, che poteva lavorare in moviolafianco a fianco con Serra. Diventò insomma,anche tecnicamente, il parlato del film. Renzo locorredò con delle belle interviste, tra cui quella adun pastore che spiega la legge della sopravvivenza.Antonio Pigliaru, che fu un consulentepreziosissimo per tutta la parte riguardante lasocietà di “noi pastori”, come chiamava laBarbagia interna, citerà quell’intervista nellaseconda edizione del codice barbaricino.Direi che l’idea di quel testo si basava oltre chesulla prospettiva intellettuale, anche su una sortadi compresenza delle diverse anime storiche dellaSardegna: il film si apre infatti con un capitolointitolato “I pastori, quasi una preistoria”; poi c’èil medioevo delle peschiere di Cabras, quindi lacrisi della modernità di Carbonia, e la conclusioneè affidata all’attesa del domani, con le immaginidegli emigrati. Naturalmente l’auspicio era che sisuperassero queste emergenze, insomma chearrivasse il domani della Rinascita tanto attesa».La testimonianza del senatore Pisanu mette inluce, in effetti, non solo il fatto che “L’ultimopugno di terra” è, tuttora, una preziosissimatestimonianza sulla cultura sarda del dopoguerra– quella per intenderci della rivista Ichnusa – maanche un film modernissimo, basato proprio su unritmo filmico tenuto assieme proprio dalle voci deiprotagonisti e dalle citazioni letterarie. Gran partedel cinema documentario italiano, con l’eccezionedei lavori, anche sardi, di Vittorio De Seta,si basava, sul piano del parlato, su unasovrapposizione di un testo, spesso retorico, alleimmagini. L’ultimo pugno di terra fu invece unodei primi documentari che stava al passo con ilnascente documentarismo televisivo, in cui iprotagonisti delle storie erano anche registratinelle loro opinioni e nei loro racconti.Purtroppo, nonostante la presentazione e ilpremio al Festival dei popoli di Firenze, lamaggiore rassegna documentaria italiana,il film non ebbe fortuna. La strada delle salecinematografiche è preclusa dalla lunghezza,irrituale per un documentario, e la distribuzioneculturale fu impedita dal fatto che i verticiregionali non gradirono la problematicità“al negativo” del film. Era stata appenavarata la legge nazionale che finanziavala Rinascita della Sardegna, e avrebberopreferito un film più ottimista.Giuseppe Pilleri, curatore della Cineteca Sarda,che si è occupato del restauro assieme a PaolaUgo, ha comunque ritrovato varianti e metraggiscartati, depositati nella Cineteca Nazionale sottoil titolo L’ultimo pugno di terra. Vi si trovanonuovi capitoli dedicati all’industrializzazionee al turismo, le nuove frontiera della Rinascita,e una più lunga sequenza dedicata alla partepiù bella del film, la preistoria pastoralerappresentata dalla Transumanza invernale,tra le ultime che, a piedi, percorrevano lemontagne barbaricine per arrivare alle pianure.Queste sequenze state anch’essi restaurate epronte per essere inserite in un futuro Dvd cherimarrà come straordinaria testimonianza filmicadella Sardegna del dopoguerra. Gianni Olla

È possibile coniugare storia della Sardegna,dignità della donna e valore morale?A tale quesito cerca di rispondere ed offrireuna traccia di studio la tesi di Licenza in teologiamorale di Michele Antonio Corona dal titolo“Donna sarda tra storia, cultura e istituzioni.Elementi della Carta de Logu di Arborea per lariflessione teologica attuale”, discussa pressola facoltà Teologica di Cagliari lo scorso 2 aprile.Lo studio attento e minuzioso de la Carta arborense,del Breve di Villa di Chiesa e degli Statuti Sassaresiha condotto l’A. a confrontare i testi medievali nelleparti specifiche in cui si descrive o, semplicemente, simenziona la realtà e la situazione femminile sarda.Dalla lettura si evince la presenza di una donna capacedi acquistare ed alienare beni (fenomeno sconosciutoaltrove), capace giuridicamente, attiva nelle decisionipatrimoniali, protetta dalle violenze e dai soprusi.D’altra parte, sono da annotare alcuni punti in cui siriscontrano elementi molto legati ad un’imperantementalità maschilista del tempo: la donna potevaessere percossa-educata dal marito (ius corrigendi), lacondanna al rogo le era riservata, la capacitàtestimoniale in sede processuale lesa.Sebbene siano presenti questi aspetti poco positivi, sipuò affermare un quadro di tutto rispetto e unamodernità di fondo, a volte disattesa anche neidocumenti e nelle decisioni recenti (si pensiall’aberrante decisione del giudice tedesco circa ilragazzo sardo, che aveva ricevuto le attenuanti di

Una tesi di laurea in Teologia sulla donna sardaUna riflessione sulla Carta de Logu di Arborea - Tra storia, cultura e istituzioni

condanna per il fattore etnico). L’analisi storica deitesti e del contesto culturale sardo nel Medioevo haaperto la possibilità di un confronto sereno e proficuocon le istanze teologiche presenti nel Magistero attuale.Nella tesi sono state presentate le encicliche e le letterepapali, che hanno trattato il tema in modo specifico ediretto. Tale analisi ha fatto emergere la necessità didialogo tra la conoscenza del patrimonio storico eculturale e la voce delle istituzioni (in questo casomagisteriali), che può favorire un disteso e necessariointervento delle donne nella vita pubblica e sociale. Illavoro, molto ricco e variegato (ambito storico,sociologico, teologico, antropologico), offre lapossibilità di aprire numerosi approfondimenti tematicie dialogici sulla realtà della donna nella dimensionestorico-regionale e teologico-universale.Sarebbe opportuno e molto utile creare una retemediatica o relazionale per poter approfondire il temae porlo all’attenzione delle istituzioni isolanee continentali. I Circoli sardi potrebberofar tesoro della possibilità di presentare la modernaconcezione femminile evinta, attraversol’organizzazione di convegni di studi, di presentazionidella tematica, di gruppi di studio.Alcune Associazioni di sardi in Italia hanno giàinvitato l’A. ed alcune riviste sarde hannocommissionato un articolo sul tema, ma la ricchezzadel dialogo e del confronto potrebbe suscitarefrutti straordinari da presentare ai vari assessoratidelle Pari Opportunità locali e regionali.

19CulturaILMESSAGGEROSARDO

G ianfranca Canu de Bono est sa pius pitzinnade totu sos presidentes de sos cìrculos sardos.

Votada sa prima ’orta in su 2005, ocannu passadul’an dadu sa cunfirma a ghiare torra su sótziuculturale e ricreativu de Marchirolo, intregadua su nùmene de su bonesu pius famadu,Giommaria Angioy. Dae pagu l’amus abbojadainie. Sas rigas chi sighin sun sa sustàntziade un’arrejonada cun issa.– S’idea de emigrare cando t’est bénnida a conca?Su disizu de mi ch’andare l’apo tentu semper. Deoapo vìvidu in-d-una famìlia de printzìpios sanos,chin-d-una tzerta severidade, dae parte de babbu.– Ite cheret nàrrere?Fimus in medas e bi fit sa timória de poderirballare, fit comente chi esseremus presosa una fune.– Cando tenizis cantu?Degh’annos, pagu prus o mancu. In iscola biponia conca, ma non fit su chi cheria fagher deo.– Ite faghias, tando, in Bono?

MARCHIROLO

Gianfranca Canu: “Sa Sardignaintro su coro meu”

Andaia a iscola e si comente babbuteniat una sotziedade de trasportos, noisli daimus una manu in su triballu sou.In pius teniamus sa ’inza e bisonzaiatde la contivizare.– Duncas istaizis bene?Benigheddu. Ma nois fizos fimiscunvintos chi dinari non bi nd’aiat. Poibabbu si ch’est mortu in su 1979, abarantanoe annos, pro una maladia decoro. Deo fia minore: est istadu unucorpu forte.– Mortu isse...S’est iscontzu totu. Mama at chircadu denos muntenner unidos ma su triballu fitmeda. Sa prima a partire est istada sorremia sa manna, Rosaria. Est bénnida a

inoghe, poi amus fatu a cadena. Deo so partida insu 1983 ca sorre mia aiat àpidu unu fizu e mamanachi: bae a l’azuare. Ma non fit idea mia deapuntare inoghe.– Però che ses restada.Apo agatadu triballu, poi una cosa at tiradus’àtera. So andada a Roma bator annos a faghers’iscola de infermiera. Apo triballadu in Barasso edae su 1999 so in s’ispidale Santu Juanne deBellinzona.– In su primu tempus de su disterru comentepensaias a sa Sardigna?Tenia un’ispétzia de contrariedade a totu su chi fitsardu, dae su màndigu a sa cultura. Una rebelliaa-i cudda vida de segregada chi aia fatu in bidda.Ma a pustis de unu pagu mi so abbizada de cantumi mancaiat su chi aia lassadu in Sardigna.– Ite ti mancaiat?Sa limba mia, sa cultura mia, sos nuscos deSardigna, sa solidariedade, su sensu deapartenéntzia a sa terra. Tando a pagu a pagu miso acurtziada a su cìrculu. Ma sos dirigentes nonnos bidian bene, a nois pius pitzinnos.

– Comente diat èssere?Su presidente non mi cheriat, ma eo so intrada gaietotu: che nd’aiat àteros chi mi cherian. A pagu apagu at comintzadu a mi connoscher su presidentepuru. Ma pro ses annos est andada gai, cun pagaserenidade. So diventada presidente sa prima ’ortabator annos faghet, custa est sa segunda ’orta.– Comente la vivias a su comintzu, sa novidade?S’idea prima fit de rinnovamentu: teoria piuschi no in pràtica, però. B’apo postu un’annue mesu pro cumprèndere. Sos betzos timiansa novidade de dirigentes pitzinnos. Sa fidùtziami l’apo dévida balanzare.– Como ite t’interessat de pius?Chi totu andet a sa mezus manera, fatende sascosas giustas e in cara a totucantos. Ocannusemus a 220 iscrittos, ocannu passadu fimus 360,ma su tesseramentu si congruit a fine de annu.– Sa dificultade pius manna chi as àpidu comentepresidente?A cumprender totu su chi b’aiat de fàghere. Ecomo su pius chi mi dispiaghet est sa pagapreséntzia de sos sótzios cando b’at ativitadesculturales.– Pro sos ispetàculos comente faghides?In piata, ponimus unu barracone mannu. Inoghein sa sede los retzimos pro mandigare.– Cun sas amministratziones de Marchirolocomente sezis andende?Semper bene. Custa sede nos l’at dada daeDino Busti, su sìndigu’etzu. Su palatu fitun’iscola, in sos annos Chimbanta e Sessanta.Poi l’an tancada e sa domo fit ruta in abbandonu.Sos sardos l’an sistemada, torréndela a ponnerritza. E nois semus ancora intro de inoghe,una bona sorte. Cun custu sìndigu, PietroCetrangolo, sas cosas andan bene ateretantu.Cando faghimus sas festas, benit zente medadae fora.– Cales sun custas festas?A Santu Frantziscu - in Santu ’Aine - totusli naran sa festa de sos sardos. Cussa festano est pro finantziare su cìrculu. Antisbi perdimus semper, comente dinari.Pro nos finantziare bi sun sas chenas sotziales.– Sa Regione ite bos dat?Su trinta-baranta pro chentu de sas ispesas, surestu est a càrrigu nostru. Su chi nos dat saRegione est semper pius pagu, dae una pajade annos a-i cust’ala. E no at a mezorarein su tempus benidore.– Ite pensas chi sian sos cìrculos pro s’economiasarda in sa ’éndida de sos produtos?Un’azudu mannu, e non pro fagher connoschersos produtos nostros ebbia. Non los bendimus pronois: est unu servìtziu a sos assotziados, chi devenagatare totu. Balanzu pro nois, nudda.– Bos intendides galu ambasciadoresde Sardigna?Emmo, fortemente. Ambasciadores de cultura.Semus un’àtera ìsula inoghe, faghimusconnòschere sas usàntzias nostras: pro custu narofortemente.– Ma comente lu dizis poder esser pius a deghile?Essende riconnotos unu paghitzeddu de pius daesa Regione. Azigu de riconnoschéntzia pro su chifaghimus.– Tue torras dogn’annu in Sardigna?Semper cando poto, finas duas o tres bias. Bitenzo ancora s’aposentu meu, in domo.– Ti mancat meda: ma ite ti mancat e cando?Custu est su tempus, beranu e istiu. Sos meseschi faghen torrare a campu sos nuscos.Sa Sardigna est semper intro su coro meu.– Sa ’idda?Finas. Sas carrelas inue jogaia cando curriaiscurtza, sos ballos sardos a sa cua a partede sero chena nos bider sos babbos nostros.Mi mancat cuss’era, sa mùsica de cuss’era.– E si ti daian tribagliu in Sardigna in su matessicampu inue ses tribagliende inoghe?Torraia luego, chena duda peruna e chen’isetare.

L’opera di Giovanni Paolo Salaris, alla sua primaraccolta poetica, sconfina oltre l’Isola e si affacciaagli orizzonti del mondo nella consapevolepartecipazione ai drammi universali; i versioscillano tra tradizione e lirica contemporanea conaccenti e contenuti d’impegno-testimonianza diforte impatto.“Mohamed - cantzonis e poesias po teatru emusica”, testi in sardo con traduzione italiana, èsilloge varia per argomenti. Semplici moduliespressivi la caratterizzano per l’immediatezza ericchezza di suggestive immagini da cui traspare,talvolta, la voce del militante sociale.Emotivamente coinvolgenti per attualità lecomposizioni Mohamed (premio Gramsci 2008, chedà il titolo alla pubblicazione e rappresenta latragedia di un paese in guerra con le sue vittimeprincipali: i bambini), e ancora Nassirya,A Veronica torrada de s’Irak e Gherra.Salaris, in alcuni originali testi di caratteregiocoso e di passione amorosa, tentala strada dell’umorismo-ironia con notevolirisultati, evidenziando la naturalecapacità di comporre canzoni.Dalla biografia di Salaris, professore di lettere

“Mohamed” raccolta poeticadi Giovanni Paolo Salaris

nato a Terralba, apprendiamo dei moltepliciinteressi ed attività che svolge con coralie gruppi teatrali in lingua sarda.Primario impegno è la direzione della compagniateatrale “Sardinia Maskaras” , per cui ha scritto erealizzato importanti ed apprezzate commedie espettacoli teatrali. Collabora inoltre con il “CoroFolk Terralba” e le polifoniche “Res Nova”di Terralba, “Monteverdi” di S.N. d’Arcidanoe “Sa Gloriosa” di Masullas.In ambito lavorativo scolastico ha realizzatolaboratori e corsi teatrali nelle Scuole e CentroGiovani Comune di Terralba, Scuola Elementaredi S.N. d’Arcidano e Istituti Comprensividi Marrubiu, Arborea e Lunamatrona.Sul fronte politico, Giovanni Paolo Salaris,è stato sindaco di Terralba (1982-85) e consigliereprovinciale di Oristano (1980-82).Due qualificate note del linguista Mario Puddu(Chentz’e lacanas de logu o de tempus) e dellaricercatrice Paola Aramu (Dinamismo vitale)introducono e guidano alla scoperta del mondopoetico di Salaris. L’opera è curata, diffusa epubblicata dall’interessante e giovane casaMariapuntaoru Editrice. Cristoforo Puddu

Gianfranca Canu, Bachisio Bandinu e AntonelloArgiolas, ghiadore de sos cìrculos de sa Lombardia

di Paolo Pillonca

Paesi di Sardegna20 Giugno 2009

U n pugno di case dai colori vivaci, Dualchi(700 abitanti, 321 metri sul livello del mare),

situato nella zona settentrionale dell’altipiano diAbbasanta, è quasi al centro di un’area animatada tre strade importanti: la superstradaCagliari-Porto Torres a est, la stataleMacomer-Nuoro a nord e la superstradaAbbasanta-Nuoro-Olbia a sud.Il territorio comunale (23,44 chilometri quadrati),che richiama nella sua area arrotondata un vastoorizzonte, confina a nord con Bortigali e Silanus,a est con Silanus e Noragugume, a sud con Sediloe Aidomaggiore, e a ovest con Borore e Birori.Lo chiamano “Il paese di poeti”. Il nome gli stabene per la nota pittorica offerta dall’abitato vistoda lontano e anche per quel suo territori dorato,siccitoso soprattutto in estate, che caratterizza leterre sarde in cui l’acqua non è mai abbastanza.Ma gli sta bene soprattuto perché è patria di poetiversatili tra i quali spicca Celestino Caddeo (primametà del XIX secolo-1925), che era anche notaio,del quale è stata pubblicata in due volumi, l’annodella sua morte, la Raccolta delle canzoni sardeemendate dall’autore. Altro poeta importante èstato Salvatore Poddighe (1871-1938), uomo deimolti mestieri. Il suo nome è legato al poemetto insardo La Mundana Commedia, in cui il poeta-operaio traccia il suo credo: la povertà è semprediretta conseguenza di un’ingiusta diffusione dellaricchezza. L’opera, che ebbe un grande successonell’ambiente degli operai, fu sequestrata duranteil fascismo. Il poeta morì suicida a Iglesias.Dualchi ha origini medioevali. Appartenne algiudicato di Torres, curatoria del Marghine. Per ilpossesso del centro e del suo territorio ci fu aspracontesa tra i Doria e gli Arborea che alla finel’ebbero vinta. Dopo la battaglia di Sanluri il

Dopo aver attraversato il lago Omodeo sul pontedi Tadasuni si inizia a salire sul versante oppostodella vallata; prendendo il bivio a destra siraggiunge Ardauli, 421 m sul livello del mare;dopo di che la strada prosegue in un pianoro,scende ad attraversare una piccola valle,quindi si inerpica verso l’ultimo villaggio dellaprovincia di Oristano, Neoneli, circa 800 abitanti;è anche il più alto, con i suoi 555 metri,e dalla via principale si aprono squarcisulla vallata del Tirso, l’Altipiano di Abbasantae il Campidano settentrionale.La parte più interessante del paese si trovadalla parte opposta, dove il centro storicoè stato interessato da lavori di sistemazione aselciato delle strade, e da restauri che hannoriportato alla luce le strutture in trachitedelle abitazioni. Particolarmente graziosoSu Porciu, “Il Portico”, un tratto di via copertocon travi e tavolato che, passando al di sottodi un palazzo, collega due piazze.In questa parte alta sorge la chiesa parrocchiale,anch’essa in calda trachite rosata: la facciata èsegnata da modanature orizzontali, tra le quali siapre un rosone, mentre al di sopra compaiono i

NEONELI

Un bastione sul lago OmodeoL’ultimo paese della provincia di Oristano al confine con il Mandrolisai

fregi puntuti tipici dello stile aragonesee al fianco si aggiunge il campanile quadrato.All’interno il titolare, San Pietro, è raffiguratobenedicente in una statua di legno dipinto,mentre il primo altare a destra, in stile romanico,è rimasto forse dalla chiesa che sorgeva qui primadi questa, costruita agli inizi del Seicento.L’escursione più facile nel territorio è alla chiesade S’Angelu o Anghelu. All’uscita del paese versoNughedu Santa Vittoria si prende a destra e sisegue una strada asfaltata che, sfiorando ilcimitero e il campo di calcio, si inoltra in unacampagna ricca d’acqua, come indicano alcuniabbeveratoi, e dove le querce e altre essenze localisi infittiscono man mano che si procede.Dopo tre chilometri si giunge al santuario,circondato da un parco di pini.La chiesa è di strutture semplici, col tetto a dueacque come una casa di campagna, ma è moltolunga ed è preceduta da un portico ad archi; dallaparte opposta il piazzale dove in occasione dellafesta, ai primi di agosto, si tengono i balli tipici,che qui hanno molte varianti: “ballu seriu”,“ballu lestru”, ecc.Per l’occasione si possono vedere i costumi: quello

femminile comprende le gonne rosse e nere ornatedi nastri di broccato e “su tulle”, il fazzolettoda testa bianco ricamato.Quando era in vita, era fedele di questo luogo ilpoeta più famoso di Neoneli, il gesuita delSettecento Bonaventura Licheri, che in unacomposizione inedita dice: «S’Anghelu ’e bisitare /mai fatto ausentzia / ca est obbedientzia / eberidade» (Non manco mai di venire a S’Angheluin segno di obbedienza, perché è simbolo di verità).Eliano Cau, lo scrittore nativo del luogo che lo hafatto protagonista del romanzo Dove vanno lanuvole, immagina che venisse qui anche perchéimpegnato, col confratello piemontese GiovanniBattista Vassallo («Tue frade Vassallu / che unubabbu amorosu / de animu luminosu»: Tu fratelloVassallo come padre amoroso dall’animoluminoso...), nell’assistenza e la conversione deibanditi. La loro opera era resa possibile dal climadi amicizia e fraternità che si stabiliva perl’occasione: «Inoghe non ch’hat chertas / cuntotus sos bighinos / chi benin peregrinos /dae totue» (Qui non ci sono contrasticon tutti i confinanti che vengono inpellegrinaggio da ogni luogo).Altre “perle” del vasto territorio sono la bellafonte S’Orrosu (La Rugiada), lungo la strada perAustis, e soprattutto l’oasi naturalistica di Assai,che accoglie i visitatori in un bosco di leccio emacchia popolato da cinghiali, cervi e molte altrespecie della fauna isolana. Salvatore Tola

DUALCHI

Il paese dei poetiimpreziosito da muralesIl borgo ha origini medioevali - Un centro storico ben conservato

borgo passò al visconte di Narbona. Dopo il 1420fece parte del feudo di Ludovico Aragall che lovendette a Bernardo Centelles. Dopo altra, lungacontesa fra il Centelles e Leonardo Cubelloche ne rivendicava la supremazia, Dualchi finìper appartenere al Cubello; e nel 1439 fu inclusoda Francesco Gilaberto Centelles nel feudoche aveva ceduto a Salvatore Cubello comeindennizzo per la dote non corrispostaalla sorella andata in sposa allo stesso Cubello.Nel 1478 il centro tornò sotto i Centelles.Nei secoli successivi passò dai Centelles ai Borgia.Nel 1767 andò a far parte del marchesatodel Marghine di Giuseppe Maria Pimentel.Appartenne poi ai Tellez Giron ai quali furiscattato nel 1838. Nel 1821 il paese risultaincluso nella provincia di Nuoro.Fece parte poi, fino al 1859 della divisioneamministrativa di Nuoro.Oggi questo singolare “paese dei poeti” vive

principalmente di tre risorse: di allevamentoovino, con un buon reddito dato dalla produzionedi formaggi rinomati; di agricoltura, soprattuttocoltivazione dell’olivo e produzione di cerali; diartigianato del sughero. La lavorazione della lanaper la confezione di pregiatissimi tappeti su telaidomestici, e di panni dai colori squillanti, è oggipoco più di un ricordo d’altri tempi.Testimonianze archeologiche di notevole quantitàrivelano la frequentazione preistorica el’insediamento umano nel territorio: unaquindicina di nuraghi, tra i quali spicca pereleganza e buona tenuta contro il tempo, ilmonotorre detto Ponte, alto e svettante ancora,solido sulle sue grandi pietre, con la sua quasiintatta scala elicoidale interna; le tombe di gigantidi Bardalaza, Biriola, Cubas e Uana.Anche il patrimonio artistico e culturale diDualchi è interessante. Come il suo centro storicodalle strade tortuose, ma ricche di case a duepiani, la cui suggestione è data dalla pietra nera.Come la chiesa parrocchiale di San Leonardo, nelsettore meridionale dell’abitato: costruita in epocamedioevale e rimaneggiata più volte, richiamal’impianto di una chiesa campestre con la facciataa capanna, una sola navata e il tetto in legno.Sulla strada per Silanus, nella zona nord delpaese, la chiesa di san Pietro richiama l’attenzionedel viaggiatore per le forme medioevali ancoraevidenti, anche se attenuate dagli interventi direstauro. Da ammirare, all’interno, una statua dilegno del santo del secolo XVII. Ha un’ampia cortericca di cumbessìas, i suggestivi alloggi per ilpernottamento dei novenanti.Per gli appassionati di feste tradizionali, si segnalaquella che si celebra presso la chiesa di SanPietro, il cui primo impianto risale alQuattrocento. La ricorrenza che, cade nella primadomenica di settembre, è frequentatissima:richiama anche gente dei dintorni e non pochiemigrati. Durante i tre giorni della festa siesibiscono cantanti a tenore e audaci fantini localiche animano la festa con una loro ardia, forse lanota di richiamo più significativa della tre giorni.Il buon carattere degli abitanti è un motivo in piùperché il viaggaitore si fermi e ci rimanga almenoper un po’ anche in giorni non festivi.

Franco Fresi

21Parliamo della SardegnaILMESSAGGEROSARDO

a cura di Manlio Brigaglia

L a storia di Pietro Delà e di suamoglie Maddalena Sanna

muove tra Bitti, paese diprovenienza e di sempre, e leMarche, loro paese attuale.Una storia come tante di sardimigratores, di sofferenza ecompimento degli intenti, dipassione e fortuna. È una storiaantica e moderna, rappresentabilemagari da una giovane Maddalena,fotografata in un vicolo ancoraselciato a cavallo di una “Vespa, la finestra a piano stradache occhieggia da un muro pulito a grosso. Maddalenaveste “alla civile”, blusa a quadri e gonna fin sotto ilginocchio, sandali ai piedi e occhiali da sole in faccia, ariaa metà tra sfrontatezza e timore. In uno scatto successivo,Maddalena è invece sorridente, seduta sulla ruotaanteriore della moto, intenta a filare la lana, usu ecrunnuca. Sono immagini private ma pure di dominiocomunitario. Chi sa perché anch’io io la ricordo cosìMatalena ‘ e Vrascheddu, come è in quelle fotografie dicinquant’anni fa, una pratza ‘e domo nel rione diBuntanedda, il mio vicinato che continua a essere fissatocome frammento di una storia globale.

STORIE DI SARDI EMIGRATI

In un libro la vicendadi Matalena Sanna e Pretu DelàScritto da Cristina Ortolani - Dalla Bitti dei pastori all’azienda marchigiana di Monte San Giovanni

A Bitti, la casa dei Delà, sos dePortante fratiles de sor de Contone,non distava molto dalla mia. I Delà,attaccatos per una lato a sor deJuanne Maria ‘e Ittiredda e acondividere per un altro lato beni eservizi chin sor de Boddone (vadamemoria d’affetto al motocarristaFrantziscu), stavano a Jumpatu. Ilfiume scorreva allora a cielo aperto,incassato ai margini di stradee de s’istradone per antonomasia

oggi via Brigata Sassari, proveniente da Tzorra-Lampionedopo essersi interrato sotto Piazza Nova.A Buntanedda si “jumpava”, si guadava, proprio davantialla tambora sotto casa mia e da Jumpatu si potevarisalire e andare verso diverse direzioni: sa orta ‘eMunnutzoro, sa bicocca ‘e Pepe Latu e guruttos adiacentiche sembravano una casbah e in prospettiva sa Unnanna.Come interato nella casa dei Delà ci fu il primo mulinodel mitico Peppe Dore. Erano luoghi quasi di campagnaallora teatro delle battaglie di vicinato: Buntaneddacontro sor de sa Centrale ma anche contro Pinna ‘e Toddeoppure, in una genericità estensibile e frazionabilea seconda di alleanze e rotture, sor de Monte Mannu

o sor de via ‘e Josso. Riti e miti del paese.Due passi oltre la casa dei Delà – io mi ricordo sa corteall’interno e diverse porte-finestre che vi si affacciavano –all’altro lato della strada c’era un burrone, su tremene,che comprendeva in basso uno sfossato che serviva dadeposito per le falegnamerie di Ferruccio e di Orlando,s’ortu de Galigheddu e il pozzo a cui bisognava stareattenti nell’avvicinarsi, e poi l’altro sfossato dove siaffacciava il muro de su cinema de Pipinu ‘e Brokale.Prima che Peppe Dore trasferisse lì’ il mulino – tutto dasolo ha messo su, pietra su pietra, mattone dopo mattone,ogni singolo pezzo di macina – nello sfossato giocavamo as’acendilene, lo spettacolo dei barattoli in latta a solcare ilcielo, spinti in aria dalle esplosioni di carburo bagnato eriscaldato. Era anche questo il mondo di provenienza diPietro e Maddalena, un frammento di quotidianità dentroun contesto pastorale e contadino, segnato per molti dapovertà e fatica non sempre remunerate il giusto. Venneanche per Pietro e Maddalena il tempo dell’emigrazione, infondo una storia famigliare. Pietro partì da Bitti e loseguirono i fratelli Filippo e Pasquale. Maddalena, nelmezzo di una famiglia di nove figli, è sorella di Battollianu,emigrato in Argentina, della cui avventura abbiamo piùvolte fatto cronaca, anche in questo giornale.La seconda parte della storia sono gli stessi protagonistia raccontarla e la si può leggere in un librodi Cristina Ortolani, Monteciccardo: cronache storie,ricordi, un album di scritture e di immagini pubblicatonell’aprile di quest’anno appunto dal Comune diMonteciccardo, provincia Pesaro Urbino. L’attaccoè di Maddalena che va con la memoria agli inizi della lorostoria di migratores: “C’erano le rose, ma anche le spine”.Lo dice “con il sorriso ruvido di chi in fondoè soddisfatto delle proprie fatiche”. Raccontanoa una voce Pietro e Maddalena, come a s’antica:“seduti intorno al grande tavolo della casa di MonteSan Giovanni” dove c’è anche la loro “importanteazienda agricola , produttrice di ottimi formaggi,tra cui un apprezzatissimo pecorino a latte crudo”.L’azienda, www.pecorinosardo.com, “si estende su unasuperficie di 150 ettari, distribuiti tra quattro comuni(Monteciccardo, Mombaroccio, Serrungarina eMontefelcino): dall’alto dei 400 metri del Monte SanGiovanni si domina lo splendido paesaggio tra le vallatedel Foglia e del Metauro”. Oggi, tutto è accogliente econfortevole. Ma non sempre fu così. Dice Matalena: “Laluce è arrivata negli anni Settanta, e una volta, come nellamaggior parte delle case di campagna, non c’erano i vetrialle finestre”. Non dissimili molti paesaggi della terra diprovenienza. Interviene Pretu a rammentare che agli inizidella migrazione “la neve scendeva sul letto, e l’acqua siandava a prendere con i secchi. Prima eravamo in affitto,poi un po’ alla volta abbiamo comprato la casa e le terre”.Pretu Delà arrivò a Pesaro nel 1960, per fare il soldato.Terminato il servizio militare decise di tentare la sorte.“Abbiamo iniziato vicino a Fano, e dopo un paio d’anni cisiamo spostati qui a Monte San Giovanni.Avevamo dei soci, ma poi abbiamo proseguito per contonostro. Per un po’ hanno lavorato con noi i miei fratelliFilippo e Pasquale, poi Filippo ha avviato una propriaattività a Montegaudio, mentre Pasquale è tornato inSardegna”. Ad attività avviata vennero da Bitti Matalenae i genitori di Pretu: Giovanna e Antonio.Non fu facile specie per i due anziani “strappati alle loroconsuetudini, alla loro lingua, nei primi tempi stavanoqui come ‘cani arrabbiati’, hanno sofferto molto”.Difficoltà di ambientazione ci furono anche per i piùgiovani. Dice Matalena: “Non c’era una culturadell’integrazione come quella di oggi”. La stessa chericonosce pure i meriti. “Alla famiglia Delà si devel’introduzione nelle nostre campagne della razza ovinasarda e certe tecniche di lavorazione del formaggio”.L’azienda conta oggi su un gregge di 600 pecore. Cilavorano i figli di Pretu e Matalena: Antonello, Mariano,Sara e Gianni. “Oggi abbiamo il nome, ci conosconodappertutto”. Non mancano le nostalgie e inevitabili sonoi ritorni: a Bitti, pro sa esta ‘e su Meraculu, su trinta decapitanni. La processione che muoveva e muove dallachiesa di Santu Jogli diretta al santuario del Miracoloaveva e ha come passaggio obbligato il rione diBuntanedda, proprio lì, quasi davanti alla casa dei Delà.

Natalino Piras

Negli anni successivi alla sua scomparsa, avvenutanell’Isola di San Pietro nel 1995, su di lui si sono tenuticonvegni e tavole rotonde in diverse località della nostraregione. In concomitanza con la pubblicazione di libripostumi (romanzi, raccolte di racconti e scrittigiornalistici) o in occasione di anniversari relativi alla suabiografia. Insomma su Sergio A.tzeni si è detto e scrittomolto, collocandolo in una posizione di rilievo nell’ambitodella narrativa sarda del Novecento.Il primo convegno su questo scrittore fuori dell’isola si ètenuto l’anno scorso nel mese di marzo a Pavia, presso laBiblioteca universitaria (Salone teresiano) con lapartecipazione di studiosi per lo più di estrazioneaccademica. Ora sono stati pubblicati gli Atti contenenti lediverse relazioni, che possono essere letti anche da quantinon hanno seguito i lavori di questo seminario di studi. Ilcui titolo suonava: “Sergio Atzeni (1952-1995), unclassico della nuova narrativa sarda”. Chi in futuro sioccuperà di lui, non può fare a meno di scorrereattentamente questo volumetto, col marchio dei settesponsor che hanno finanziato il seminario in questione.Dopo le introduzioni di Gesuino Piga e Paolo Pulina (delcircolo culturale “Logudoro” di Pavia) sono riportate lerelazioni di Antonietta Dettori, Mauro Bignamini, FlavioSenti, Gianluca Bavegnoli e Giovanni Strinna (con inappendice una lezione di Nicola Tanda, basata su unapprofondito esame delle opere di Sergio Atzeni, tenutasempre all’Università di Pavia l’8 giugno 1996).Quale immagine globale emerge di questo scrittore, dopoaver letto tutte le relazioni su aspetti specifici delle sueopere, pubblicate in vita o apparse postume? I punti fermisono almeno tre: un approccio alla scrittura che simulal’oralità con risultati molto convincenti (si pensi inparticolare a quel gioiello che è “Bellas mariposas”).L’affinamento del mestiere attraverso l’esercizioquotidiano della traduzione, svolta professionalmentedopo che Sergio Atzeni lasciò l’isola e il suo lavoroprecedente, che non lo appagava sul piano intellettuale.Poi c’è il ruolo di capofila di una generazione di scrittori

Uno scrittore tra la Sardegna e l’EuropaPubblicati gli atti di un convegno dedicato a Sergio Atzeni dal circolo di Pavia

sardi venuti dopo di lui, che in una misura maggiore ominore si sono riconosciuti nella necessità di mescolarelingua italiana e codici espressivi sardi (in particolare ilcampidanese). Sergio Atzeni fu senza dubbioun innovatore, che aveva alle spalle un filone di narratoridel passato ai quali, per sua stessa ammissione,deve molto. Si pensi a un autore da lui amatocome Salvatore Cambosu (in particolare per un libroimportante come “Miele amaro”).Lo sperimentalismo di questo scrittore, prematuramentescomparso nell’estate del 1995, gli ha consentito di avereun largo successo di critica nell’isola e nella penisola. Macome succede per chi innova, sul piano tematico estilistico, il consenso del pubblico non è stato ampio.Sergio Atzeni è un narratore di nicchia, ma ha un seguitodi lettori forti che conoscono tutte le sue opere (una dellequali, “Il figlio di Bakunin”, è stata portata sullo schermoda Gianfranco Cabiddu).Nella relazione di Giovanni Strinna (“A boxi bascìa, finzastroppu”, Canti e rapsodia nella Cagliè di Sergio Atzeni)viene messo in risalto un elemento importante. Cioè loscrittore nelle sue pagine cerca spesso movenze musicali,tipiche della lingua cagliaritana e della poesia popolarecittadina. Non a caso apprezzava molto i “Muttettus”pubblicati da Raffa Garzia, di cui recensì la ristampaapparsa nel 1977 in un articolo uscito su “La NuovaSardegna” il 10 luglio dello stesso anno. Questo perchésecondo lui, in molte liriche si trova la visione del mondodei piani bassi della città.In un’intervista rilasciata a Gigliola Sulis a proposito delvalore e della bellezza dei muttettus, Sergio Atzenidichiarava: “Li farei studiare e cantare ai bambini delleelementari, in modo che, anche crescendo, non perdanodel tutto la lingua, ma ne conservino almeno la sonorità”.Che lui amasse la musica, dai generi antichi al jazz, èdocumentato in tutti i suoi romanzi. La consideravauna fonte di emozioni, un tramite che lega l’uomoalla donna, ed entrambi alla natura.

Giovanni Mameli

Parlando in Poesia22 Giugno 2009

a cura di Salvatore Tola

Il coraggio di LuciaL ucia Sanna, nata a Bitti poco più di

sessant’anni fa, conobbe presto la viadell’emigrazione, prima ancoradi compiere i vent’anni. Trasferitasia Pavia e compiuti gli studi necessari,divenne ostetrica e in seguito caposalaal Policlinico “San Matteo”.Ma ben presto iniziò a soffrire di unagrave malattia, la retinite pigmentosa,un disturbo progressivo agli occhiche provoca la perdita progressivadella visione notturna e la riduzionedel campo visivo periferico.Un disturbo che conduce lentamente allacecità, di fronte al quale molti avrebberoperso coraggio e speranza. Lucia hasaputo invece reagire, non solo seguendotutte le cure che le venivano prescritte,ma anche prendendo contatto conl’associazione che riunisce tutti coloroche sono affette dallo stesso male.Con la stessa determinazione haaffrontato tutte le altre difficoltà che sonovia via derivate da questa sua condizione,sia nell’ambito della sua professione che,soprattutto, all’interno della famiglia,dove è arrivata alla separazione dalmarito, Luciano, dal quale aveva avutodue figli che definisce “stupendi”.In questi ultimi tempi ha trovato laforza di raccontare se stessa, la sua vitae le sue disavventure attraverso lascrittura, anche se per scrivere devesempre farsi aiutare da qualcuno; e inbreve tempo ha pubblicato due libri. Il

primo si intitola L’handicap uccidel’amore?: l’autrice racconta tutto di sé,gioie e dolori, e si chiede se la malattiache l’ha colpita ha influito sulla suavita affettiva, sino a portarla allaseparazione. Il titolo del secondo, che èuna raccolta di versi, è improntatoinvece all’ottimismo: Anche conl’handicap si fa poesia. Le due operepossono essere richieste alla stessaLucia Sanna, via Brichetti 20, 27100Pavia, tel. 0382.525788.Dalla seconda opera riportiamo i versidedicati a una sorella: ne viene descrittoil carattere e raccontata in brevetutta la vita. Anche altre composizionisono ritratti di parenti, amici,persone incontrate casualmente.Nel libro affiora spesso l’argomentoche più sta a cuore all’autrice, quellodella malattia agli occhi: ma lo fadimostrando sempre realismo e capacitànell’affrontare le situazioni; pronta asfoggiare tutto il suo ottimismo nonappena sembra che una nuova curariesca a portare un influsso benefico.Questo motivo dominante dell’originaleraccolta poetica ci induce a completare lapagina con poesie che hanno come temadominante il dolore, la sofferenza, e solodi tanto in tanto si aprono uno spiraglioverso la speranza in un cambiamento inpositivo, o nella ricerca di una qualcheconsolazione, quale può essere appuntoquella offerta dal “fare poesia”.

TedescaPiccola, bella, bionda pasticciona,“Tedesca” ti chiamavamo tutti: testonaambiziosa, bella e truccata,cara sorella da tutte invidiata.Sotto il materasso nascondevi i trucchi,nel tuo bel viso non c’erano difetti,tanti ammiratori avevi sempree Salvatore ti è restato in mente.Così la prima sposa sei statadella famiglia Sanna tanto unita;Giovanni il primogenito è stato,tanto carino tanto delicato,poi anche Pasquale è venuto al mondotutti insieme felici in girotondo.Anche per Massimo sorella ce l’hai fatta,pur essendo piccola che matta;dopo tre maschi Grazia è arrivata,la bottega hai chiuso, ce l’hai fatta.Con Salvatore hai creato la famiglia,che amor, oggi s’ingrassa come una triglia.Or che tutti i figli sono a postogodetevi la pensione, questo è il motto,con i vostri nipoti sempre attornovi riempiono la vita ogni giorno.Giovanni e Grazia sono a Bologna,non vi scordano mai, non è vergogna.Or tutta la famiglia ho menzionato,chiudo il discorso tutto d’impatto. Lucia Sanna

Contrarie vogliePer non turbare il suo viso serenonon le ho detto quel che dovevo dire,con un piede pigiato sopra il frenoebbi paura di non poter riuscire.

Si parlava del più, spesso del meno,con una donna non si può infierire,anche se dal suo sen esce velenosi succhia, anche a costo di morire.

La natura è impietosa, e fiera madre,non impedendo alle contrarie vogliedi non far cose più tanto leggiadre.

Sperando che lassù qualcun m’accogliel’invito rivolgo al sommo Padre,che abbia cura almen delle mie spoglie. Blandino Cesarei

Su patimentuSu patimentu timo e su dolorechi cummovet sos coros sos prus duros,a su dolore si tremene soso muros,lamentos senza ’ortza nen vigore.Unu chi prestu che perdet s’amorerestat in dolu sos annos futuros,ca dopo mortu in s’eterna losaa nessunu non li bisonzat cosa. Francesco Soru

Versos de doloreSun pagos sos ch’iscrien poesiachi non descrian sas penas issoro,sas chi tenen serradas che tesorosian custas de amor’o maladia;ma sun sas penas de sa nostalgiasas chi toccan e ferin a su coro,s’emigradu a reson’o a tortuin sa poesia chilcat su cunfortu.

Pagos iscrien versos de amorepienos de gosu e de cuntentu,sos ateros cun penas e turmentuiscrien tristos versos de dolore,pianghen de Sardigna su saporee frastiman s’ora e su momentucann’an lassadu sa terra nadiapro emigrar’in chilc’e mezoria. Salvatore Corbinzolu

Sa terra miaSu manzanu appena mi nde pesosu pensamentu a tie appo in coroca seo suffrende pro ti tenne’ attesu,puru surdu ti faghes Nuoro.De medas annos vivo in turmentu,non tenzo ne cultura ne talentu.Asculta custa mia preghiera,mira ca seu naschida in die mala,custa storia mia e’ propriu vera,de te Sardigna seu ismentigada,si pro custu ti devo perdonarecando m’as obbigadu a emigrare… Elvira Lecca

Sa lunaS’aria s’e’ oscuradae non luxi pru’ sa luna,s’aria s’e’ oscuradae po mei sa fortunae’ lontanu passada.E non luxi prus sa lunae po mei lontana e’ passadaallegria e fortuna.Oi puru su sobi e’ bessiupo dogna fortunau,oi puru su sobi e’ bessiuma a mei m’adi agataduoi puru affligiu… Giuseppe Tuveri

Disgrazia in mariSaetti in cielu neru,lampi supra u mari d’infernu:tre mammi quidda nottipiegninu.Tristi lamenti,muti senza risposti,chi treminu disperzi dau ventu:mala natura ingrata.Giuseppe Rum

PantasimasCantu umbras in sa notti,de is cresuras, de is mattas,asuta de sa pallida luna:umbras firmas de eternu misteruchi lassanta su coru impauriu…Unu tzerriu spaccatsa perda grai de su silentziu:e’ disisperu, est accorada sprammade una sposa, de una mammach’is pantasimas vilisanti infertu feridachi sa vida non bastatpo chi sanit;e’ ferida profundain s’anima e in su coru;su beni pretziosu, su tesoruin s’attimu scumnparit,sparessit in su nudda,abarrat solu su doloriin sa famiglia, po su chi mancat. Giovanni Picci

Per un vecchio minatoreche muoreEro andato a vedere un Uomo, ma l’Uomonon c’era più, al suo postovidi un orrido grumo di vermiche spolpavano una carcassadi vecchi sogni di giustizia. Vidil’anima di un urlo inceneritoche marciva in una pozzanghera di silenzio.Ero andato a vedere un Uomo,ma l’Uomo non c’era più. Vidiuna montagna di speranze deluse,la vita, attaccata dalla silicosi,in carrozzella, con le gambe spezzate,sulle retrovie dell’esistenza… Luigi Cabras

Su poeta de sos doloresCa mi so ispiradu a Melpomenecanto sos males umanos doloresde s’anima, su cor’a s’ispiene;

su profumu de rosas e fiorestrascuro, canto solu sas ispinaschi punghen cun ingannos traitores:

canto sa gherra tirann’assassinade su mund’in sos chimbe continenteschi la usan pro bona meighina;

canto sos ispidales, sos degentes,sos presoneris, sos ergastolanoschiu sun de libertade suferentes;

canto sos tristos eventos umanos,non connosco su bonu ne amiguchi da e coro diat ambas manos… Alessio Cuboni

Sa fortunaBiadu a chie naschet fortunadusentz’aere pensamentos in sa testa,l’at sa dea bendada premiadue donzi die podet fagher festa.

B’est cuddu ch’est vivende in sa tempestaca l’at sa bona sorte abbandonadu,bivende in d’unu mundu avvolottadusentza ispera che cane solu resta’.

Sa fortuna non premiat a tottu,o siat antzianu o zovaneddu,vivat in pinnetta o castedduca benes de fortuna no at connottu.

Est bellu cando unu est sanu e forte,at in favore astros, sole e luna,si li girat de bottu sa fortunatando no at in vida pius sorte… Michele Morittu

Tertzu millenniuDuamiz’annos che sun barigadosda cando in terra est naschidu Gesususi sos contos ch’an fatu sunu giustos,ca sos chi dae prima sun coladosnemos los chircat ne ammenta’ prusu,che chi frades non sian dei custos.

Sas penas, sos affannos e assustosche lassat in s’ismentigu ’e soos annose a un’era noa no che passatin s’ispera de dies pius serenas.Sos assustos, affannos e sas penasche lassat in s’ismentigu ’e sos annos,sas penas, sos assustos e affannosin ismentigh’e sos annos che lassate a un’era noa no che passatde dies prus serenas in s’ispera,at abbertu sa tertza caminerad’unu millenniu ’e fiores cobertu,sa tertza caminera s’at abbertud’unu millenniu cobertu ’e fioresin modu chi sos annos benidoresbiana solu arbeschidas de paghe… Salvatore Murgia

Mi ammentoCando penso a su tempus passadu,dae cando fui in pitzinnia,mi ammento de babbu e mamma miachi dae meda mi ana lassadu.Da giovanu mi che soe imbetzadu,appo perdidu fortza ed energia,como custa et un’attera impresa,mi toccat de gherrare sa ’etzesa. Pietrino Canu

23Dall’ItaliaILMESSAGGEROSARDO

A lla fine del 2008, a conclusione dei corsi del ProgettoP.A.N. (Percorsi Archeologico Naturalistici), realizzato

nell’ambito del programma europeo Parnaso (che hacoinvolto oltre 1000 corsisti residenti in tutte le ottoprovince della Sardegna e, in qualità di docenti, esperti nelcampo della promozione e gestione dei beni culturaliprovenienti da tutta Italia), la direzione regionaledell’I.FO.L.D. (Istituto Formazione Lavoro Donne, dal 1986attivo in Sardegna nell’ambito della formazioneprofessionale, della ricerca e dell’orientamento al lavoro),come ente capofila, organizzò un seminario regionale dipresentazione dei risultati che si tenne a Barumini, nelCentro di comunicazione e di programmazione delpatrimonio culturale “Giovanni Lilliu”.Nella giornata del 15 giugno 2009 a Padova, nella splendidaSala del Romanino dei Musei Civici agli Eremitani, unconvegno ha ripercorso la genesi del Progetto P.A.N.(Percorsi Archeologico Naturalistici) e ha offerto occasionedi conoscenza e di approfondimento, in particolare,dell’esperienza formativa dello stage ai finidella formazione personale e professionaledegli operatori museali attraverso l’illustrazionedi quello che possiamo definire “il caso Sardegna”.La direttrice I.FO.L.D. Anna Maria Fusco ha esposto lecaratteristiche del Programma Parnaso, finanziatonell’ambito della Misura 2.4 del P.O.R. Sardegna 2000-2006dall’Assessorato del Lavoro e dal Fondo Sociale Europeo.Esso ha voluto rispondere alle esigenze di qualificazione eriqualificazione del personale operante nel settore dei beniculturali, archeologici e naturalistici della Sardegna.Il progetto P.A.N., gestito dall’ATS (AssociazioneTemporanea di Scopo) avente come capofila l’I.FO.L.D.di Cagliari, ha preso le mosse dal disegno di legge“Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghidi cultura” (poi L.R. n. 14 del 20 settembre 2006) voltoalla creazione di un sistema museale e di un sistemabibliotecario regionali, all’adozione di una procedura diriconoscimento regionale dei musei sulla base di requisitiminimi di qualità e alla valorizzazione di nuove tipologiemuseali quali i parchi archeologici e gli ecomusei.I corsi di formazione professionale attivati dall’I.FO.L.D.

PADOVA

Convegno sui risultati dei corsidi formazione del progetto P.A.N.Il progetto Percorsi Archeologico-Naturalistici realizzato in Sardegna nell’ambitodel programma europeo “Parnaso” - Coinvolti oltre mille corsisti

in diverse sedi della Sardegna hanno riguardato diversefigure professionali: tecnico dei servizi educativi operantein musei e/o siti archeologici, storici, monumentali e simili;tecnico dei servizi educativi con funzioni di promozioneesterna, operante in siti culturali-ambientali valorizzati;tecnico dei servizi educativi operante presso museio siti scientifici, paleontologici, naturalistici, aree culturaliambientali valorizzate; operatore per i servizi di custodiae manutenzione presso siti archeologici, musei,aree culturali e ambientali valorizzateCome ha precisato Angela Roncaccioli, del comitatoscientifico I.FO.L.D, tutti gli allievi dei corsi di formazione(della durata di 600 ore) hanno svolto attività teoriche,tirocini e laboratori pratici presso strutture museali e unostage formativo in un’altra regione italiana (Veneto oUmbria ) al fine di acquisire la conoscenza di altreesperienze, nonché l’apprendimento delle diverse tecniche emodalità di realizzazione di laboratori didattici ed educativio attività di promozione del patrimonio culturale o musealedi una città, un territorio o di una provincia veneta oumbra. A Padova sono state presentate le esperienze dellaAssociazione “Le Gioconde” di Sassari; della FondazioneBarumini Sistema Cultura; della Cooperativa Mediterraneadi Carbonia; della Cooperativa “Archeotour”

di Sant’Antioco. I rappresentanti di questi organismi hannosottolineato la fecondità dello stage fuori dell’isola.Il progetto ha potuto contare sull’importante supporto dinumerosi partner: Sistema Museo (società cooperativa) cheha coordinato gli stages in Umbria; il Dipartimento diScienze Archeologiche e Storico-artistiche dell’Universitàdegli Studi di Cagliari (referente il prof. Roberto Coroneo)che ha elaborato i materiali didattici, utilizzati nellediscipline di base; l’I.S.R.E. (Istituto Superiore RegionaleEtnografico: referente il dott. Paolo Piquereddu ) che hacoordinato i corsi e le attività didattiche a Nuoro; ilDipartimento di Scienze della Terra dell’Università degliStudi di Cagliari e la Facoltà di Scienze dell’Università diSassari; l’Istituto Tecnico Commerciale “S. Satta” diNuoro; l’Istituto Tecnico Commerciale di Iglesias;l’IstitutoTecnico Commerciale “A. Gramsci” di Tortolì;l’Istituto Tecnico Commerciale “Padre Francesco ColliVignarelli” di Sanluri; l’Istituto Tecnico CommercialeGeometri “Don Gavino Pes” di Tempio.Pregevole, inoltre, il contributo dell’A.N.M.L.I.(Associazione Nazionale dei Musei Locali e Istituzionali) edella F.A.S.I. (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia)per la collaborazione fattiva che ha permesso larealizzazione degli stages in Veneto (la F.A.S.I. haprogrammato e gestito la realizzazione della mostra“Francesco Ciusa. Gli anni delle Biennali 1907-1928”,presso la quale gli allievi hanno potuto esercitarecon successo la partecipazione al catalogo e le azionidi promozione e di didattica).L’incontro di Padova nella mattinata ha visto alternarsial microfono, oltre le persone citate: Davide Banzato,direttore Musei e Biblioteche del Comune di Padova;Andreina Siddu, presidente I.FO.L.D Cagliari;Anna Maria Montaldo, presidente A.N.M.L.I.; FrancescaGhedini, Consiglio Superiore dei Beni Culturali; MassimoCanella, Direzione Beni Culturali della Regione Veneto;Luca Baldin (della Sezione italiana dell’ICOM,International Council of Museums) con un importantecontributo su “La Carta delle professioni museali”;Jacopo Bonetto, dell’Università di Padova, con unarelazione su “Nora, dallo scavo alla valorizzazione”.Nel pomeriggio, Serafina Mascia, del Comitato scientificodell’I.FO.L.D, ha coordinato una tavola rotonda sul tema“Lo stage del Programma Parnaso: occasione di conoscenzae confronto professionale” (si consideri che dall’aprile 2007al giugno 2009 oltre 450 allievi provenienti dalla Sardegnahanno effettuato gli stages nel Veneto).Nel corso di essa sono intervenuti rappresentantidei Musei dei Comuni di Padova, Verona, Vicenzae Montebelluna nonché della Fondazione Querini Stampaliadi Venezia ( parte degli istituti culturali della regioneVeneto che hanno aperto le porte agli stagisti sardi).

Paolo Pulina

Il romanzo “Il pane di Abele” diSalvatore Niffoi, che era presente allamanifestazione, è stato presentato,con il patrocinio dell’Assessorato dellaCultura del Comune, a Ciampino a finemarzo, dall’Associazione culturale“Grazia Deledda”, presiedutada Antonio Corrias, dalla Pro Loco, incollaborazione con la Bibliotecacomunale e la Fasi. Dell’opera delloscrittore vincitore del premio Campiello2006 hanno parlato Natale Sciara eFrancesco Spadaro. La serata si è tenutanella Sala consiliare ed ha avutouna straordinaria partecipazione.In particolare Sciara, poeta e scrittore, ha svolto unarelazione nella quale ha sottolineato la figura di Niffoi,

CIAMPINO

Presentato “Il pane di Abele”di Salvatore NiffoiPer iniziativa del circolo “Grazia Deledda”

uno dei più significativi e singolariscrittori dell’attuale panorama dellaletteratura italiana. Un narratore dallastraordinaria forza espressiva che saoffrirci un’idea della Sardegnarappresentandola in maniera autenticacon racconti di storie che affondanoanche nella sfera immaginaria dellaleggenda e della mitologia isolana.Niffoi con la sua opera rappresental’anima dell’Isola più profonda e verasapendo cogliere quei motivi che ladistinguono nella unicità del suocarattere. Secondo Sciara i libri

che lo scrittore ha composto sono tutti appassionantiperché egli sa trasferire sulla pagina con il piaceredella descrizione la passione per la sua terra.

FIRENZE

Giappone e Sardegnain ToscanaL’Associazione cultura dei Sardi in Toscana (Acsit) peril ciclo “Tutti figli di Grazia Deledda” ha presentato afine aprile a Firenze un libro di poesie originale “Haiku5-7-5” di Kuniko Uemura e Diego Manca. Si tratta diun volume di poesie scritto da Manca e tradotto ingiapponese, un interessante interscambio quindi fracultura sarda e del Sol Levante. “L’opera – ha spiegatoal Messaggero Sardo il presidente Elio Turis –è stata illustrata dalla docente di Lingua eLetteratura giapponese nell’Università di Firenze,la professoressa Ikuko Sagiyama, e dallo storicodelle Religioni Silvio Calzolari”.Diego Manca è nato a Santulussurgiu nel 1949 edattualmente vive e lavora a Firenze. Appassionatoricercatore dell’antico sciamanesimo sardo (suo ilromanzo “La donna delle Sette Fonti”) è approdatodopo un lungo percorso poetico agli Haiku in linguaitaliana, ai Mutos ed alla poesia in limba ed è autoredel romanzo “Cuore d’Europa”, dedicato allo Spiritodel nostro continente. La casa editrice giapponeseBiken ha pubblicato il libro di poesie Haiku di DiegoManca e della poetessa Uemura.

Dall’Italia24 Giugno 2009

VENTIMIGLIA

Al circolo “G. Deledda”incontro delleAssociazioni CulturaliNella sede del Circolo dei Sardi “GraziaDeledda” di Ventimiglia, si è riunito nelpomeriggio del 15 giugno il Coordinamentodelle Associazioni Culturali Intemelie.All’incontro con la coordinatrice prof.ssaMaria Paola Rottino sono intervenutiMaddalena Vernia, Maria Pesce e Francine,Ambrogio Porcheddu, Gianfranco Raimondo,Lorenzo Viale, Luciano De Vescovi, MarioPalmero, Giuseppe Famà, Eduardo Raneri eGesuino Collu. È stata espressa soddisfazioneper il buon esito delle iniziative proposte (erealizzate) con l’impulso del Coordinamento, inparticolare lo spettacolo proposto nellaPalestra del Liceo il 29 maggio dai giovani delLaboratorio Teatrale di Chivasso (TO)intitolato “I ragazzi del Sogno” nel quadro delciclo “Il potere della Parola”; e la lettura ditesti medioevali in provenzale,in toscano fino aDante con contorno di musica antica la seradel 4 giugno al Teatro Comunale, vivissimicomplimenti per Giovanna Maisano e agli altriappassionati “lettori”.In un prossimo incontro verrà richiesto alleAutorità comunali il riconoscimento del titolo“Consulta delle Associazioni” e verrà propostala programmazione anticipata degli spettacoliper le Scuole al Teatro Comunale (maggio-giugno 2010); per il mese di settembre 2009 siproporrà la proiezione di film all’aperto sullabase dell’esperienza bilingue di Nizza dellaFondazione Emmaus. Il Coordinamento delleAssociazioni è frutto di riunioni preliminari esuccessive ad una tavola rotonda del maggio2006 sul tema su “ Il futuro del TeatroComunale” svoltasi alla Scuola Media“Biancheri” e poi l’organizzazione di una seriedi iniziative (musiche, conferenze, serate diprosa e poesia, recite dialettali, presentazionedi libri...) anche in collaborazione con il CentroTerritoriale Permanente. Dopo l’inaugurazionedel Cinema Teatro Comunale avvenuta il 28aprile 2007, il Coordinamento ha proposto altriavvenimenti culturali e ricreativi nei nuovilocali con buon apprezzamento dei cittadini edegli Amministratori.Attualmente fanno parte del Coordinamento,oltre al Circolo sardo “G. Deledda”, irappresentanti del Laboratorio di CittadinanzaAttiva, Alliance française, Associazione XXVAprile, Circolo Pasolini, Circolo SMILE,Comitato Pro-Centro Storico, AssociazioneTempo Libero, Movimento Federalista Europeoe Associazione Torri Superiore.

Eduardo Raneri

GENOVA

Spettacolo folkloristicoal circolo “Sarda Tellus”Il giorno 13 giugno a Genova, grandespettacolo folkloristico con Orlando Masciaalle launeddas, Bruno Camedda allafisarmonica, Giovanni Puggioni alla chitarrae Giusy Deiana grandissima cantante.Nell’occasione al folto pubblico presente, èstato offerto un rinfresco a base di vini sardi,bibite e dolci misti fatti dalle abili mani dellenostre volontarie.

A distanza di 91 anni dalla Battaglia del Solstizio,sabato 20 giugno, a Losson della Battaglia (VE),

davanti al sacrario a forma di fortezza nuragica, erettoper commemorare 138 caduti sardi della Brigata Sassari,erano presenti l’assessore della Provincia di Venezia,Lieta Amalia Smagliato, il sindaco di Meolo, MicheleBasso, gli ex sindaci Tallon, e Oliviero Pillon, l’assessorealla Cultura del comune di Musile di Piave LucianoCarpenedo, il Comandante della Regione Militare Veneto,Gen. D. Enrico Pino, già 34° comandante della BrigataSassari, le associazioni d’Arma dei Marinai, dei Granatieridi Sardegna, degli Artiglieri e dei Bersaglieri con i labari ele bandiere, numerosi soci del Circolo “Ichnusa” di

VENEZIA

A Losson e a Croce di Piave commemoratii Diavoli Rossi della Brigata “Sassari”

Mestre con le bandiere dei Quattro Mori e tantisoci del Gruppo Storico “La Grande Guerra”assieme al loro presidente Filippo Castagnoli,organizzatori dell’evento.All’alza bandiera del Tricolore, del Leonedi San Marco e dei Quattro Mori, ha fattoseguito la deposizione di una corona d’alloro,mentre Casarin, il trombettiere del GruppoStorico suonava il silenzio.Dopo gli interventi di alcune autorità, i presentihanno raggiunto il cimitero di Croce di Musile diPiave, altro teatro di battaglie tremende, dovepersero la vita il Cap. Tito Acerbo e il Ten.Attilio Deffenu, rispettivamente medagliad’Oro e medaglia d’Argento della BrigataSassari e dove Emilio Lussu venne insignito

di una quarta medaglia d’Argento.A Croce sono stati resi i dovuti onori a un cippoche ricorda un atto di valore di Emilio Lussu,alla tomba che custodiva le spoglie di Tito Acerbo,a un sacello dove sono conservati i resti di 520caduti austro ungarici e a una colonna mozzata chericorda il sacrificio di Tito Acerbo.I soci del Circolo di Mestre e i componenti del GruppoStorico hanno quindi raggiunto l’antichissima trattoria“La Fossetta”, altro luogo di sanguinose battaglie.Il comandante della Brigata Sassari ha inviato unmessaggio al presidente del Gruppo Storico la GrandeGuerra per ringraziarlo dell’iniziativa. Dario Dessì

Il 6 novembre del 1941, nelcielo della Cirenaica (Frontelibico-egiziano) venivacolpito un bombardiereitaliano a bordo del qualevolava l’Av. Sc. Arm.Salvatore Pulina, nato daGiacomo e da FrigianoCristina il 21 dicembre 1917a Porto Torres, in viaColonia Romana, 53. Stando alle testimonianzedel pilota di un caccia discorta al bombardiere – hascritto Dario Dessì Membrodel Gruppo Storico “LaGrande Guerra” – l’aereo di Pulina aveva persoprogressivamente la quota, mentre tre componenti delsuo equipaggio si erano lanciati con il paracadute.Sempre secondo il pilota il bombardierenon si era incendiato, ma quasi sicuramente,dopo una lenta e lunga spirale sarebbe andatoad atterrare in territorio nemico.Quello stesso velivolo fu l’unico di una formazione dibombardieri a non rientrare alla base e altrettanto dicasidi un membro del suo equipaggio: Salvatore Pulina chesi riteneva fosse caduto prigioniero in mani inglesi.Poco tempo dopo, però a seguito di indagini svoltedal Servizio Ricerca della Croce Rossa Italiana –prosegue Dessì – si venne a sapere che il ricercatonon compariva nelle liste dei prigionieri di guerrae di lui, nonostante i reiterati tentativi da partedei suoi familiari, non si seppe più nulla.Recentemente, la storia di questa tragica scomparsa ha

VENEZIA

Il mistero dell’aviatore scomparsoIl bombardiere su cui volava venne colpito sul fronte libico-egiziano - Gli altri membridell’equipaggio si salvarono

motivato e spinto i socidella Associazione ArmaAeronautica di Alghero,e il presidente Enzo Giudice,a intestare la loronuova Sezione al nomedello sfortunato aviatoredella Nurra.Alcune settimane fa, i socidell’A.A.A. di Alghero,mentre si trovavanoa Venezia, si sono recatia visitare l’AeroportoMilitare di Istrana,su espresso invitodel Comandante

del 51° Stormo Col. Giandomenico Taricco.La mattinata di martedì 9 giugno è trascorsa con unavisita guidata. Poco prima del pranzo nella mensaufficiali dell’aeroporto, il presidente dell’Associazionealgherese ha donato un crest a ricordo della visita.Al pranzo – ha scritto Dessì – ha partecipato ancheil Luogotenente Ignazio Pulina, comandantedella Stazione dei Carabinieri di Zero Brancoe di Quinto di Treviso, nipote dell’ aviatore scomparso,venuto appositamente per esprimere al presidenteEnzo Giudice e a tutti i soci dell’A.A.A. di Algherola sua riconoscenza e quella di tanti altri familiari,per aver voluto onorare la memoria di suo zio.Se qualche lettore del Messaggero, se avesse notizie oinformazioni che aiutasserp a risolvere il mistero dellascomparsa di Salvatore Pulina, è pregato di comunicarlealla Redazione del giornale. Nella foto di Gruppoil più in alto di tutti è il Luogotenente Ignazio Pulina.

25Dall’ItaliaILMESSAGGEROSARDO

L’ incontro tra Comunità di origine territorialee culturale differente può essere occasione di

arricchimento e condivisione reciproca, nonchéopportunità per riscoprire le radici ed i valori chepermeano la vita del presente. In questa ottica dipensiero si colloca il filone di intenti che anima leattività del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe diBiella nella terra di Piemonte, caratteristica che sidelinea tanto più evidente in circostanze come lecelebrazioni di giugno di Sa Die de sa Sardigna.Ogni anno, in prossimità del Solstizio di Estate,tempo simbolico che da sempre racchiude in sé isignificati del passaggio ad una nuova stagioneesistenziale e della propiziazione della fecondità, iSardi di Biella, patria di adozione, si fannopromotori dell’organizzazione, nei luoghi dellavoro e della propria vita quotidiana, di una serie

BIELLA

Il sindaco e gli assessoria “sa Die de Sa Sardigna”La manifestazione organizzata dal circolo Su Nuraghe nel centro storico - Impegno adapprofondire i rapporti che storicamente uniscono la Città di Biella e l’Isola di Sardegna

di manifestazioni incentrate sull’incontro tra larealtà del Continente, che li ha accolti ed ospitati,e le tradizioni della propria Isola di origine.Eventi che segnano una volontà di continuitàdelle ottime relazioni storicamente esistentitra il Biellese e la Sardegna, radicatesin dal IV secolo d.C. con l’arrivo di S. Eusebioda Cagliari ad Oropa nel corso della sua missionedi cristianizzazione delle popolazioni locali,continuando in epoche più recenticon figure emblematiche come quelledelle famiglie La Marmora e Sellaed ai loro rapporti con la gente sarda.Queste perduranti dinamiche relazionali hannofinito col segnare nel profondo, nel corso deltempo, tanto le persone quanto il territorio diBiella. Testimonianza di ciò è stato possibileriscontrare in vari momenti delle celebrazioni disabato 20 e domenica 21 giugno. Il Circolo SuNuraghe, infatti, dopo aver dato ospitalità neipropri locali ad un “aperitivo illuminato” con loscrittore cagliaritano Carlo Tognolini, all’internodella manifestazione letteraria della BibliotecaCivica di Biella “I Libri Illuminano”, ha volutocollocare lo spettacolo serale di danze, balli,musiche e canti sardi nella suggestiva cornice delborgo del “Piazzo”, in Piazza Cisterna. Il gruppofolk di Villamar “Traccas e Sonus”, ed il cantanteMassimo Zaccheddu si sono così esibiti in uno deiprincipali cuori storici della città, mentre è statocontemporaneamente possibile, nei localiprospicienti la piazza, la consumazione di alcunespecialità sarde con l’omaggio di fiches da

collezione, all’uopo stampate, riproducenti alcuniincantevoli angoli del borgo medievale di Biella,quale nuovo contributo della Comunità dei Sardiper la conoscenza e la valorizzazione della loro“patria di adozione”. Idee e spiriti animatoriche, nel corso della serata, sono stati ribaditidal saluto di benvenuto agli ospiti ed ai presentida parte dei neoeletti membri della GiuntaComunale Andrea Delmastro, Assessorealla Cultura, e Massimiliano Gaggino,Assessore alle Manifestazioni ed Eventi.Questo leitmotiv, per mezzo dei fatti e delle parole,ha, poi, ulteriormente accompagnato il corso degliappuntamenti dell’intera giornata della domenica.Dopo la celebrazione de Missa Majore, nellaBasilica di San Sebastiano, altro “cuore” storicodella città di Biella, cui hanno partecipato per ilComune il neo - Vice Sindaco, Livia Caldesi, ed ilconsigliere di minoranza, Nicoletta Favero, lamanifestazione si è spostata nell’AreaMonumentale di Nuraghe Chervu. Qui è statoreso omaggio al contributo di sangue dei CadutiSardi e Biellesi della Grande Guerra, e nel propriointervento Don Ferdinando Gallu, cappellano diSu Nuraghe, prendendo spunto dalla scelta dimassi delle cave biellesi per la costruzione del sito,ha sottolineato come le pietre, da sempre simbolodi eternità e del rapporto tra l’uomo ed il sacro,siano l’espressione ed il segno indelebile di unavolontà di condivisione e riconoscimento comune ereciproco. In ragione di tale ottica di pensiero,nonché alla luce delle attività progettualidell’ANFFAS Biellese ONLUS che fannoriferimento “alle pietre ed al cuore” e che vengonosviluppate in Sardegna, il pranzo socialeconclusivo delle celebrazioni è stato ospitato neilocali dell’associazione di Gaglianico, cui laComunità Sarda di Biella fornisce il propriosostegno e contributo, e nel corso del quale èintervenuto il neoeletto Sindaco Donato Gentileil quale ha ribadito, in un contesto di convivialitàe fraternità, sulla base del proprio legamepersonale e professionale con l’Isola, la volontàdi perseverare ed approfondire i rapportiche storicamente uniscono la città di Biellae la Sardegna. Gianni Cilloco

MILANO

Premiatoun sardo illustre

Un sardo illustre in Lombardia, Giuseppe Deiana,è stato premiato, per meriti culturali, con unaduplice riconoscenza in un solo anno. Al professorDeiana, originario di Ardauli, sono stati assegnatil’Ambrogino d’Oro del Comune di Milano (2007)e la Medaglia d’Oro di Riconoscenza della Provinciadi Milano (2008). Deiana, laureato alla Cattolicadi Milano è responsabile del Settore scuoladella Consulta di Bioetica di Milano, docentedi Storia e Filosofia nel liceo scientifico Allende,è uno dei maggiori studiosi italiani di problemidell’educazione, autore di numerose pubblicazionie fautore di diversi progetti fra cui “La cittànello spazio e nel tempo”.

È il Circolo socialeculturale di Milano a farda aprifila italiano alprogetto “Le Strade deltempo” partito in Svizzeralo scorso febbraio. Il 30maggio un folto pubblicoha ripercorso, nellasuggestiva sede di PiazzaDuomo, nel corso dellaconferenza presieduta dallostorico dell’arte FrancescoLedda, i passi dei pellegrini nell’Isola. Lapresidentessa Piera Abis ha scelto il percorso chedai primissimi secoli dopo Cristo conduce sinoall’epoca medioevale quando compaiono i primiordini monastici. Dai primi cristiani esiliati admetalla, al lavoro forzato nelle miniere sarde, sinoai primi papi sardi e alle lettere di Papa GregorioMagno che parlava di un popolo “che ancoraadora i legni e le pietre” si è arrivati sino all’epocamedievale quando si diffonde il cosiddettomonachesimo eremitico. La presenza di importantiordini monastici in Sardegna ebbe conseguenze sulpiano religioso e culturale e influenzò le decisioni

MILANO

Prima tappa italiana del progetto“Le strade del tempo”Per iniziativa del circolo sardo - Conferenza di Francesco Ledda - Le Vie Dei Pellegrinaggi

politiche in età giudicale.Di fatto rimangono ancoroggi i segni tangibili dellapresenza di percorsi deipellegrini evidenziati dalleplanta pedis e altri simboliincisi sui muri delle chiesee dalla devozione, ancoroggi fortemente sentita,per i martiri locali il cuiculto affonda le radiciproprio nei primissimi

secoli del cristianesimo. Lo scopo del progetto “Lestrade del tempo” è anche quello di proporre degliitinerari alternativi per chi viene in vacanzanell’Isola o ci torna come padrone di casa.Al termine della conferenza, in occasione dellarecente edizione della Cavalcata Sarda è statoproiettato un video- fotografico con immagini dellakermesse e si è fatto dono alla biblioteca delcircolo del testo di Nicola Tiole con i dipinti deicostumi della Sardegna e, congiuntamente a duecartografie dell’Isola, della poesia “A tieSardigna” del poeta Montanaru.

Mariella Cortès

Dall’Italia26 Giugno 2009

G rande entusiasmo al circolo “Gennargentu”di Nichelino: a fine marzo il sodalizio degli

emigrati sardi ha organizzato con il patrociniodel Comune, rappresentato dal sindaco GiuseppeCatizone, in collaborazione con la RegioneSardegna e la FASI, rappresentata dalcoordinatore della zona Nord Ovest,Gian Paolo Collu, l’inaugurazionedella via dedicata a Grazia Deledda.L’iniziativa è partita dopo la richiesta fattadall’associazione sarda al Comune in occasionedel convegno del 19 maggio 2006,per il 70° anniversario della mortee dell’80° dell’assegnazione del Premio Nobelper la letteratura a Grazia Deledda.La via intitolata alla scrittrice nuorese sorge inuna zona di nuovi insediamenti della città, dove èstata messa a dimora una quercia da sughero inricordo e simbolo della manifestazione. Dopo lacerimonia di inaugurazione, nella Sala Consiliaredel Comune, si è svolto un dibattito sulla scrittricesarda e internazionale.

NICHELINO

Una strada intitolataa Grazia DeleddaPer iniziativa del Circolo “Gennargentu” - Sorge in una zona di nuovi insediamenti

Il presidente del “Gennargentu” Salvatore Foisha aperto i lavori e per la prima volta in unluogo istituzionale di Nichelino è statopronunciato un discorso “in limba” con moltasorpresa dei convenuti, sia sardi che amicidella Sardegna presenti in sala. Le duecentopersone che hanno gremito l’aula in tutti isuoi spazi, hanno avuto l’opportunità diapplaudire le musiche della banda cittadina“Puccini” di Nichelino e la rappresentazionedei balletti del gruppo “Amici del Folk”di Nuoro, invitati per l’occasione e provenientidalla città barbaricina che ha dato i natalialla scrittrice Grazia Deledda.Le evoluzioni del gruppo folk hanno riscossogrande entusiasmo.

Il relatore principale è stato il professor RobertoMario Scarpa, un luminare della scienza prestatoalla letteratura per l’avvenimento: haappassionato i presenti con le sue conoscenze sullavita della Deledda e sulla società di quel tempo,ricordando la situazione sociale dell’epoca e ledifficoltà personali della scrittrice nel contestolocale in cui viveva. Gli interventi si sonosusseguiti apportando grandi contributi aldibattito. Uno dei più significativi è stato quellodell’assessore alla cultura di Nichelino, l’avvocatoMichele Pansini, che ha ricordato la complicatacollocazione della scrittrice nei vari filoni dipensiero. L’accostamento del pensiero deleddianoa quello di Tolstoj è stato il più sintomatico.In chiusura, il sindaco Catizone, ha portato isaluti dell’amministrazione alla comunità sarda eha voluto sottolineare gli ottimi rapporti iniziaticon il Comune di Nuoro a seguito di questa sortadi gemellaggio sorto nel nome di Grazia Deledda.Il tutto si è concluso con un buffet di specialitàisolane giunte appositamente da Ozieri. (M.P.)

Nell’ambito del Maggio Fioranese, il circolo culturale“Nuraghe” ha organizzato la presentazione del volume“Sulle strade del vino. Alla scoperta di un continente.Sardegna”, scritto da Giuliano Lenzini.La manifestazione si è svolta sabato 23 maggio nelgazebo del Caffè dell’Astoria in Piazza Ciro Menotti.Oltre all’autore, sono intervenuti i sommelierIvano Biolchini e Giancarlo Bergamini dell’AssociazioneItaliana Sommelier per una degustazione guidatadi alcuni dei vini che Lenzini vuole fare conoscere,perché convinto che “i vini traghetterannola Sardegna nel mondo”.“Fare il vino – ha scritto – è una tra le tradizionipiù sentite, ma solo recentemente la maggior partedelle aziende vitivinicole sarde, che peraltro hanno,nella quasi totalità dei casi, una storia recente,si sono indirizzate verso una valorizzazione dei loroprodotti. Ma fare vini seppure di ottima qualità,non è abbastanza. Bisogna recuperare quel distaccoculturale, che esiste tra noi e le regionicon una tradizione vitivinicola millenaria”.Lenzini è convinto che la crescita culturale costituisca unvolano per un corretto sviluppo sociale ed economicodella Sardegna ed è diventato uno dei più importanti

FIORANO MODENESE

Sulle strade del vino della SardegnaPer iniziativa del circolo “Nuraghe” presentato il libro di Giuliano Lendini

promoter del patrimonio enologico della sua terra. Daoltre 40 anni è nel settore della commercializzazionedei prodotti alimentari; nel 1994 ha organizzatoil premio Gallura, primo concorso enologico riservatoai viticoltori sardi, cui seguì Vinisole, rassegnainternazionale dei vini delle isole mediterraneee poi altri appuntamenti di grande successo.Nel 2000 ha pubblicato la prima guida sull’enoturismosardo. Promuove la valorizzazione delle piccole cantinedi qualità che sono aumentate in pochi anni del 200%e presentano interessanti prospettive per arricchirel’offerta turistica di una terra troppo spesso limitataalle sue spiagge. “Ci sono le condizioni – spiega Lenzini –per iniziare a pensare a forme avanzate di enoturismo.Le cantine, anche quelle più piccole, sono moltointeressanti per i turisti e possono diventareil pretesto per soggiorni autunnali”.Il volume “Sulle strade del vino” è un interessanteviaggio nella storia, nella cultura, nelle tradizioni sarde,ma può diventare il primo insostituibile vademecum perchi raggiungerà l’isola e vuole scoprire nuovi vini oltrea quelli ormai celeberrimi. E per dare concretezzaal viaggio, sono stati offerti in degustazione oltre 20vini provenienti da diverse cantine. (A.V.)

VENTIMIGLIA

Conferenza su flora e faunadi Sardegna e Liguriaal circolo “Grazia Deledda”Ha riscosso un ottimo successo la conferenza, corredatada diapositive, sul tema “Flora e Fauna” tra Liguria eSardegna tenuta da di Giancarlo Castello la sera del 5giugno nella sede del Circolo “Grazia Deledda” diVentimiglia. La sala era completa in ogni ordine di posti.Secondo l’Enciclopedia di Repubblica, in Zoologia gliinsetti costituiscono la più importante classe diAntropodi mandibolati e sono da considerarsi pernumero e specie i veri dominatori delle terre emerse, oveformano una componente essenziale di tutti gliecosistemi. Per questa capacità poliedrica vengono atrovarsi in continua competizione con l’uomoarrecando, talora, danni gravissimi, altrettantosterminato è il numero di insetti utili all’uomo, bastipensare all’importanza dell’impollinazione della maggiorparte delle piante con fiori.Nell’illustrare le ottime immagini, accompagnatedai nomi scientifici, Castello ha evidenziato l’impegnodella disciplina che se ne occupa detta entomologica.Da notare che un buon numero di domande al relatoresono arrivate dal più giovane presente in sala.Un brindisi augurale al termine della conferenzaè stato offerto dallo staff del Circolo presieduto daAmbrogio Porcheddu. Nell’occasione i presenti hannopotuto ammirare la Mostra dei disegni e delle poesie(7ª edizione) allestita al Circolo dal 23 maggio in baseal materiale fornito dai giovani allievi della ScuolaMedia “Biancheri” di Ventimiglia sul tema“La Sardegna, come la vedo”. (e.r.)

TORINO

Anche le “Carte d’Arborea”nel libro “Falsi e falsari”Alla Fiera internazionale del libro di Torino è statopresentato il volume “Falsi e falsari. Documenti daiMerovingi all’Ottocento” (edito da Bonanno nellanuova collana “Memoria d’inchiostro”), che contieneun testo classico di Arthur Giry nella traduzione di EzioBarbieri, docente del Dipartimento di Scienze storiche egeografiche dell’Università di Pavia. Barbieri non soloha curato le numerose note a piè di pagina ma vi haanche aggiunto due corposi saggi (uno introduttivo,l’altro conclusivo) e un indice dei nomi di persona (tracui gli studiosi sardi Ettore Cau, Luciano Marrocu,Antonello Mattone, Paolo Gaviano, Laura Mureddu,Luciano Carta), di luogo (tra cui Sardegna) e dei titolidelle opere citate. A Torino l’opera è stata illustratamagistralmente da Aldo Angelo Settia, che è stato pervent’anni titolare della cattedra di Storia medievaledell’ateneo pavese.Un falso storico ben presente nell’immaginariocollettivo? La pretesa donazione di Costantino (ildocumento su cui per secoli la Chiesa di Roma avevafondato la legittimazione del proprio potere temporale inOccidente).Ai lettori sardi è d’obbligo segnalare le pagine in cuiBarbieri si occupa di un falso inventato di sana piantanell’Ottocento: le famigerate “Carte d’Arborea”, chetrassero in inganno fior di studiosi sardi dell’epoca(Giovanni Spano, Vittorio Angius) prima di esserericonosciute come apocrife dopo l’attenta perizia di unacommissione presieduta da Theodor Mommsen.Commenta Barbieri: “Non si riesce a capire per qualemotivo questa vicenda sarda, che ebbe il massimo dellarisonanza europea proprio quando Giry era ventenne,non riuscì a suscitare il suo interessamento e a essereinserita come esempio di falso ottocentesco, mentre altrifatti, di portata più provinciale, abbiano avuto invecel’onore di essere eternati nelle quasi mille paginedel suo ponderoso Manuale”. (P. P.)

27Dal MondoILMESSAGGEROSARDO

Pubblichiamo un riflessione di Anna Maria Sechi,storica e combattiva esponente dell’emigrazionesarda in Belgio, sulla legge approvata dalParlamento italiano che ha introdottonell’ordinamento il reato di clandestinità. Unprovvedimento che ha suscitato polemiche ecritiche in particolare dalla Chiesa cattolica e dalmondo dell’emigrazione italiana che ha vissutosulla propria pelle il dramma della ricerca dellavoro e del pane in terra straniera.

I fuorilegge di oggi nel nostro bel paese allaricerca di un lavoro, sono come tanti nostriconnazionali di tanti anni fa!I grandi della nostra politica, hanno approvatouna legge per dichiarare fuorilegge coloro chevengono in Italia alla ricerca di una sistemazione.Non fanno certo le cose in piccolo. Questoprovvedimento fa male solo a quei morti di fameche lasciano la loro terra. Penso che se negli anniSessanta le nazioni del nord Europa avesseroaddottato gli stessi provedimenti, tanti nostriconnazionali sarebbero finiti in galera, solo peraver commesso il reato di venire alla ricerca dellavoro che in Italia non c’era.Eravamo all’inizio della crisi della metallurgia,seguita subito dopo da quella del carbone, leminiere una dopo l’altra chiudevano, laproduzione del carbone imboccava la strada finale.Nonostante ciò tanti nostri connazionali

BELGIO

I fuorilegge alla ricerca di un lavoroIl dramma dell’emigrazione vissuto da milioni di italiani nel secolo scorso

continuavano a venire in cerca di unasistemazione. Uomini senza arte né mestiere,spinti dalla necessità. Venivano senza contratto,con un semplice permesso di soggiorno di tre mesi.Alla scadenza dovevano rimpatriare. Si affidavanoalla sorte e alla buona fede degli amici checonoscevano. La situazione che si viveva neinostri paesini, specialmente in quelli del sud Italiaera disastrosa. Con spirito di patriottismo esolidarietà molti si son dati da fare per aiutareparenti e compaesani. Tanti hanno passato annifacendo i domestici e umili lavori, vivendo quasinascosti finchè non sono riusciti ad avere idocumenti in regola e il permesso di lavorarealla luce del sole. Anni e situazioni difficilida vivere. Perché ogni piccolo fatto di cronacasi ritorceva contro noi italiani. Adessoquesto si verifica nella nostra Italia. Soloche con questa legge la musica cambia.Meno male che qualcuno si è accorto che nellemaggior parte delle famiglie, non solo benestanti,c’è una badante o una domestica o un giardinierestraniero considerato oggi fuorilegge.Considerare un reato andare clandestinamentealla ricerca del pane è un assurdo.Siamo nel 2009, l’era della mondializzazione.Perché non adoperarsi concretamente per dareai popoli la possibilità di poter viveredignitosamente dal loro lavoro nei loro paesi?

Anna Maria Sechi

Esattamente un mesedopo l’inaugurazionedel murale dipintodall’artista sardoGiorgio Polo nell’atriodell’ingresso superioredel Centro Culturaledell’Italian Forum,sono tornato adammirarlo, da soloe in silenzio.Ebbene, malgradoavessi seguito quasigiorno per giornol’evoluzione dell’opera,sbagliavo pensando dinon potervi trovarenulla di nuovo.Rivederlo è stato come riscoprirne tutti i magnificimisteriosi significati che l’artista ha saputotrasfondere nel murale. La Dea Madre – sceltada Giorgio Polo come soggetto dominante –che rappresenta la terra nella sua accezionepiù completa, umanità compresa, appartienesì alla simbologia più antica delle divinità sarde,ma nello stesso tempo si allaccia a tuttele culture senza soluzione di continuitàed espande, attraverso la capigliaturadella stilizzata figura femminile, tutta la suauniversalità costituita appunto dalla Terra,dalla quale tutto deriva. Occorre dire graziealla Regione Autonoma della Sardegnache ha finanziato il progetto presentatodai Circoli Sardi in Australia.

AUSTRALIA

I murales di Giorgio Polo un omaggio della SardegnaLa soddisfazione di Pietro Schirru, consultore e coordinatore del progetto - Quattro opererealizzate a Melbourne, Sydney, Brisbane e a Canberra

La politica di diffusionedella cultura,della storia e dellaSardegna, riccadi tradizioni antichema anche moderna edinamica di oggi benesi riflette nell’azionedella Regione e inparticolar mododell’assessorato delLavoro, da cui dipendeil servizio Emigrazionee Immigrazione.I tre murali eseguitinelle cittàdi Melbourne,Brisbane e Sydney,

cui si è aggiunto anche un quarto muralea Canberra, sono un prezioso regalodella Sardegna all’Australia. I giornali italianiin Australia, “La Fiamma” e “Il Globo”,hanno avuto grande disponibilità nel pubblicizzaregli eventi e per riproporre oggi una carrellatadi foto dei momenti piu’ significatividella cerimonia di inaugurazione.Ad inaugurare il murale a Sydney è stata l’on.Angela D’Amore. Hanno anche partecipato,il console generale d’Italia, Benedetto Latteri,il sindaco di Leichhardt, Jamie Parker eFrancesco Giacobbe, padrone di casa, nella suacarica di presidente dell’Italian Forum Limited.

Pietro Schirrucoordinatore del progetto

BRASILE

Rinnovataa São Caetano do Sulla dirigenza delcircolo “Su Nuraghe”

È stato rinnovato nel mese di aprile il consigliodirettivo del circolo sardo “Su Nuraghe” di SaoCaetano do Sul, nello stato di San Paolo, in Brasile.Presidente del Consiglio direttivo è stato elettoGiuseppe Sanna, che sarà affiancato da Pedro Locchejr. (vicepresidente), Mario Cocco (tesoriere),Monica Bertran S. (segretaria), Pedro Locche sr.(attività sociali), Benito Sollai (patrimonio)e Antonio Vanini (attività sportive).Il Consiglio deliberativo è composto da Genesio Coco(presidente), Attilio Vanini (segretario) e dai consiglieriMario Miguel Sanna, Giuseppe De Pastena, EvertonGallerani, Francesco Pirino e Sergio Bulla.Il comitato dei revisori è composto da Favina Sanna(presidente), Luciana Porcedda e Leonarda Vanini.

ARGENTINA

A Mar del Platain mostra artistisardo-argentiniLo Spaziod’arteCabralesAlberti di Mardel Plata haospitato nelmese dimaggio unamostra dipittura diartisti sardo-argentini. Lamostra, cheaveva per tema “Passato e presente”, è stata curatada Loredana Manca, presidente del circolo sardo“Grazia Deledda” e apprezzata critica d’arte.Sono state esposte opere di Ana Maria Kuglien,Daniel Polo e Felisa Rodriguez, artisti che hanno incomune la discendenza sarda.La mostra di pittura è frutto di un progettofinanziato dalla Regione e predisposto dal circolodi Mar del Plata. “Oggi parte della millenaria culturadella Sardegna – ha detto Loredana Mancain occasione dell’inaugurazione della mostra –si esprime attraverso la pittura, e un contributoal ricco patrimonio culturale dell’Isola arrivadal talento dei figli dei suoi figli”.

Dal Mondo28 Giugno 2009

Aveva 40 anni ed aveva lasciato a Sinnai i suoieffetti più cari per andare lontano, a San

Paolo del Brasile, per aiutare i più poveri tra ipoveri. Quelli che non hanno nulla. I bambini maanche gli uomini grandi “de rua” ( di strada) dellasterminata periferia della metropoli sudamericana. La missionaria Paola Olla è mortal’otto giugno scorso nel suo letto d’ospedale doveda giorni era ricoverata, sconfitta da un male

FRANCIA

Per Pentecostefesta sarda a ParigiPer iniziativa dell’associazione“S’Isula Sarda”

Il giorno di Pentecoste a Longpont sur Orge,l’associazione “S’Isula Sarda” ha riunito i numerosiitaliani della regione parigina per una giornata diricordo e di festa in campagna. Alle 11, nella pittorescabasilica di Longpont, è stata celebrata una messadedicata ai lavoratori italiani che hanno contribuitoallo sviluppo dell’Ile de France. Successivamente unpasto tipico è stato offerto da Giuseppe Atzas e dai suoiamici de “S’Isula Sarda”. Nel pomeriggio, nella salaparrocchiale si è svolto uno spettacolo musicale con ilgruppo “Di Sol e di La” che ha eseguito un vastorepertorio di canzoni italiane. Un resoconto dellamanifestazione, con foto, è stato pubblicato dalbimestrale degli italiani di Francia “La Voce”.Alla manifestazione hanno partecipato, oltre a “S’IsulaSarda”, “L’Unione pugliese”, l’Associazione nazionaledegli alpini, l’Associazione dei bergamaschi, edelegazioni di altre comunità italiane in Francia.Durante la festa sono stati raccolti fondi a favore deiterremotati dell’Abruzzo.

Il soggiorno sardo aIllorai di TeresaGessa-Cossa, incompagnia delmarito Umberto, ècoinciso con ilperiodo elettorale enell’occasione hapotuto esprimere inmodo diretto, dopo46 anni, il voto per leconsultazioniamministrative edeuropee di cui sidimostraestremamentedocumentata epoliticamentecompetente.Emigrata in Australia dal 1963, è promotrice aSydney dell’associazione non lucrativa di utilitàsociale S.S.S. Sewing Service for the World.L’organizzazione multietnica e interculturaleha conquistato un primario ruolo di riferimentoper il volontariato solidale operante nell’areadel Nuovo Galles del Sud; rivolge particolareimpegno ed attenzione a progetti verso l’India,Filippine, Sri Lanka e regioni del Sud dell’Asia.Teresa Gessa-Cossa ci riferisce di interventiumanitari in aree marginali, con piccoli progettie obiettivi diretti di effetto immediato per

BRASILE

A soli 40 anni è scomparsala missionaria Paola OllaAveva lasciato Sinnai per andare a San Paolo del Brasile tra i poveri più poveri

incurabile che l’aveva colpita alcunianni fa. Qualche giorno prima è stataraggiunta dall’anziana mamma,Bonarina. Per Paola un momentodolcissimo ed anche un piccolotestamento alla madre. Le ha chiesto direstare a San Paolo per qualche giornoancora per stare vicino alla suaMissione: la Alianza di Misericordia.Una storia dolcissima di una ragazzache anni fa, aveva messo da partel’insegnamento, la sua passione per ilmare e che era partita per una missioneche è diventata la sua vita, ma colpensiero sempre rivolto a Sinnai, aisuoi familiari, alla chiesa di Sinnai.Nel novembre scorso era andatoa trovarla il parroco di Santa Barbara,don Giovanni Abis.

«Una figura straordinaria. In Brasile – ha detto ilsacerdote –, Paola ha davvero rinunciato a tuttoper gli altri». La missionaria recentemente avevaanche fatto pervenire una lettera che don Abis hareso pubblica. «Dio – aveva scritto Paola – mi staregalando giorni nuovi da vivere. Ho momenti dipaura, di buio, ma soprattutto ho momenti belli digioia. Sento come se Gesù mi prendesse in braccio.Ringrazio chi prega per me e per la mia missione».

Per dieci anni Paola Olla ha prestato la sua operafra le strade di San Paolo, fra i bambini di strada(meniños de rua), fra i barboni (mendigos). «Gliadulti abbandonati sono più di tredicimila»,ricordava suor Paola. «Non hanno un tetto:vivono sui marciapiedi della città, tral’indifferenza dei ricchi. C’è anche Luis. Era ungiornalista. Nove anni fa ha perso il lavoro.Non è riuscito a trovarne un altro perché a 40anni in Brasile si è già vecchi. Così, Luis halasciato la famiglia, si è messo in cercadi una nuova occupazione. Non ne ha trovatoe ora è ridotto a un automa. A casanon vuol tornare: non sopporta l’umiliazionedi non poter dare da mangiare ai figli».Ma, tra le strade di San Paolo, ci sono anchedecine di migliaia di bambini. «Impossibile fare uncensimento, dire quanti siano», raccontava Paolaagli amici di Sinnai alcuni anni fa.«Si spostano in continuazione per sfuggire allapolizia. Per mangiare devono rubare». Per loro,soprattutto la notte diventa un inferno. Nellestrade trovano spesso i volontari, laici econsacrati. «Non abbiamo molto da offrire»,raccontava Paola. «Doniamo il calore umano, lacioccolata calda diventa il pretesto per avvicinarli,per conoscere le loro storie e per cercare di offrireuna risposta ai loro drammi».Paola Olla ha fatto parte di un gruppo divolontari consacrati e laici. Un gruppoche a San Paolo ha anche realizzato un centro diaccoglienza, aperto 24 ore su 24 a beneficio deidisperati. «Quando sogniamo da soli – dicevaPaola – il sogno resta sogno. Quando sogniamoinsieme, tutto può diventare realtà. In altreparole, abbiamo bisogno di tutti. L’obiettivo èquello di testimoniare il nostro Dio che hadimostrato il suo amore nascendo tra i poveri eprivilegiando i poveri». Lia Serreli

AUSTRALIA

Teresa Gessa-Cossa fondatricea Sydney dell’associazioneSewing Service for the World

comunità indrammatichesituazioni disopravvivenza.Dunque interventieconomiciper mantenimentodi strutture perl’infanzia,ma soprattutto il“faticoso e gioiosooperare” perdiffondere la culturadella solidarietà“senza limiti”,attraverso larealizzazione econsegna di

abbigliamento e prodotti di utilità e consumo.All’organizzazione sono stati riconosciuti attestaticollettivi ed individuali. Determinanteper Sewing Service for the World il sostegno econtributo operativo di diversi gruppi d’impegnoumanitario-religioso, della figlia di Teresa,Gavina, e del genero Antony.Le immediate iniziative, che si stannoconcretizzando con l’invio di vestiario e alimenti,interessano un progetto verso lo Sri Lanka:popolazioni martoriate dai recenti sanguinosiscontri tra Tigri Tamil e forze governative.

Cristoforo Puddu

29Dal MondoILMESSAGGEROSARDO

I l maestro Angelino Satta, accompagnato alpiano dal maestro Giovanni Maria Pasella, ha

partecipato con successo al famoso “Concoursgeneral” 2009 svoltosi nel Conservatorio dimusica a Parigi, con l’esecuzione della popolarecanzone sarda “No potho riposare”.Il M° Angelino Satta, artista originario di Lurasma ormai da tanti anni trapiantato a Genova, hariportato uno dei punteggi più alti con menzione,“Tres Bien”, nella categoria “Senior” dedicataall’armonica cromatica, che presentavarappresentanti provenienti da tutta l’Europa.Satta nel 2007 aveva vinto la medaglia d’oro.Al Festival/Concorso (così viene definitoin Francia) erano presenti noti studiosi,

FRANCIA

Musicista sardo si imponeal concorso per armonicaOriginario di Luras vive a Genova - Si è imposto con “No potho riposare”

docenti, critici, registi, produttorie giornalisti.Il pubblico intervenuto anche nelle fasi diselezione, previste dal regolamento,ha potuto apprezzare una accurataesecuzione e illustrazione del branoin concorso: “No potho reposare”,di cui sono state messe in evidenzail carattere antropologico, socialee psicologico che l’intramontabileed ampiamente rappresentativa musicadi Rachel raduna nelle sue semplici note.Senza dubbio, un momento caricodi emozione e trasporto, quandoil M° Giovanni Maria Pasella, presentein veste di pianista accompagnatoree compositore arrangiatore, ha mirabilmente

eseguito al pianoforte il tema di Rachel,elaborato in forma di suite con variazioniformulate su diversi temi di danze sarde,espresse virtuosamente da Satta.In uno sfondo carico anche di quella tipicatensione accademica dei Concorsi, resa asprasoprattutto dalla imponente commissione e dallasevera architettura dell’auditorium delConservatorio di Musica (nella verdissima zona diBretigny), sono stati parecchi i commenti positividelle varie personalità presenti, sia sulvirtuosismo dell’armonicista Angelino Satta, chesull’aspetto formale del brano in concorso che,seppur privato del calore dei famosi versi diBarore Sini (che comunque sono stati

opportunamente spiegati), è riuscitoa profondere quella notoria musicalitàarcadica che ne fanno quasi un inno allaSardegna, sia nei toni che nelle cadenze sempreintrise di mistero e animate da i coinvolgentispunti ritmici, ispirate ai passi del balletto:“... la musique a richement offert emphasedescriptive du milieu typique de Sardaigne,à travers une exécution estimable” (“la musicaha regalato enfasi riccamente descrittivadell’ambiente tipico della Sardegna,attraverso una pregevole esecuzione”).Queste sono state le impressioni critiche“a caldo”, espresse con evidente entusiasmoe ammirazione, al M° Pasella e al M° Sattadal Direttore del Conservatorio M. Brianne,dal Presidente e vice presidente dell’Armonicasde France Federation , rispettivamenteAlain Caulet e Jean Louis Emmenecker.Tantissimi direttori di orchestre, studiosie musicisti di fama internazionale, tra cuilo spagnolo Felix Yausoro, e l’olandesePiet Moeret che hanno anche formulatoinviti ufficiali a Festival Internazionali.Al concorso di Parigi, i protagonistisono stati i più famosi armonicisti giuntida diverse località europee, che hannoproposto musiche coinvolgenti tratteda repertori di tutti i generi, dal bluesal classico, al barocco e al jazz, sia comesolisti che in diverse formazioni, e hannoimpressionato e trascinato il numeroso pubblicocon esecuzioni virtuosistiche ed entusiasmanti.La competizione, alla quale si giunge dopouna minuziosa selezione svolta da una giuriainternazionale rappresentata da direttoridi Conservatori di musica, accademiee musicisti di fama mondiale, era organizzatodalla Harmonicas de France Federationdi Montlhèry, in collaborazionecon il Conservateur Superior de Musique.Oltre a Satta anche un altro italiano, il torineseGiovanni Volini, si è segnalato per una pregevoleesecuzione del Concerto in la min. di J.S. Bach.

FRANCIA

Figlia di sardivince campionatodi sciabola

Il Circolo CulturaleSardo “Coghinas”di Bodio, con lacollaborazionedella Federazionedei Circoli Sardiin Svizzera e il patrociniodella Regione Sardegna,ha allestito la mostra“... e il mare intorno.L’isola come mito”.Una rassegna di fumettie satira sulla Sardegnae sui suoi abitanti, compostada oltre 100 opere disegnatedai migliori graficie vignettisti italiani.La mostra è stataesposta dal 20 al 27 giugnonel Centro Commerciale di Tenero.L’inaugurazione della mostra, sabato 20 giugno,è stata animata dal musicista Fabio Melis,

SVIZZERA

Mostra di vignette sulla Sardegnaorganizzata dal circolo “Coghinas”La rassegna “... e il mare intorno. L’isola come mito” allestita nel Centro Commercialedi Tenero a Locarno

affermato a livellointernazionale,che ha suonatole “Launeddas”.Ha fatto da corniceuna coppia che indossavacostumi tradizionali sardi.Tra le opere esposteva segnalata la presenzadei fumetti di Franco Putzolu,famoso vignettista sardo.Le sue creazioni sono ispirateai mali che hanno afflittoe continuano ad affliggerela Sardegna, si trattadi opere sempre attuali,data la persistenzadi certi problemi: si passa

dalle ciminiere spente di Ottana, al saccheggiodelle spiagge da parte del turismo, alla continuitànegata agli emigranti, ai trasporti, all’arroganzadei potenti e tanto altro ancora.

Si chiamaGiulia Zedda,e come siintuisce dalcognome, è diorigine sardala nuovacampionessadi Francia disciabola.Claudia èfiglia diCarmeloZedda, e vivea CharentonLe Pont.Il 31 maggio a Parigi – come ci ha segnalato congiusto orgoglio il padre – Giulia con la squadra diCreteil ha vinto il campionato di Francia sciabola asquadre under 15. In finale la squadra di GiuliaZedda ha superato l’Alsazia per 36 a 29(nella foto, Giulia è al centro).

Sport30 Giugno 2009

CALCIO

Il Cagliari in ritiro ad Asseminiprepara la nuova stagioneC on l’inizio del ritiro ad Assemini, il 13 luglio

ha preso ufficialmente avvio la nuovaavventura del Cagliari che si prepara a disputareil 31/o campionato di serie A della sua storia.Confermata la sede della preparazione – il centrosportivo “Ercole Cellino” a 20 chilometri daCagliari – i rossoblù sono a lavoro in vista deldebutto ufficiale, che avverrà sabato 15 agosto alSant’Elia in Coppa Italia (avversario da definire),una settimana prima dell’inizio del campionato,quest’anno anticipato per via dei prossimiCampionati del Mondo che si disputeranno inSudafrica nel 2010.Tante conferme e poche facce nuove al raduno delgruppo rossoblù. Non è cambiata la sede (dopo ladecisione presa l’anno scorso di non effettuare piùla preparazione estiva in montagna, visti irisultati positivi “l’esperimento” è stato ripetuto)e sono stati confermati staff tecnico – conMassimiliano Allegri in testa – staff medicoe societario e quasi tutta la rosa chenella stagione 2008/09 ha ben figuratosfiorando la qualificazione in Europa League.Poche le novità. Partito Acquafresca (che era inprestito dall’Inter, poi finito all’Atalanta viaGenoa), lasciati andare a fine contratto duegiocatori d’esperienza come Fini e Bianco, ilCagliari ha ingaggiato l’attaccante brasilianoNenè – capocannoniere in Portogallo con 20 golnel Nacional Maderia– e il difensore dell’EmpoliLino Marzoratti, mentre a ritiro già iniziato si èsempre in attesa dell’arrivo del centrocampistarichiesto da Allegri per sostituire Fini. Iltrentacinquenne di Sorso, per il dispiacere deitifosi, non è stato confermato.Nonostante un ottimo campionato, Fini è stato

lasciato andar via in scadenza e si è accasato alSiena, dove ritrova il suo vecchio allenatoreGiampaolo. Questione di soldi, si dirà.Il Cagliari gli offriva il rinnovo per un solo anno,alla stessa cifra percepita nella stagione scorsa.Il Siena, invece, un biennale, e ad una cifrasuperiore. “Fini ha ragionato e agito da padre difamiglia e lo capisco – ha commentato Cellino –con noi il contratto era bello che pronto,ma di un anno. Eravamo già d’accordo,ma poi gli è stato offerto un biennale e la cosanon gli sembrava vera. Mi dispiace, ma la nostrapolitica è questa. Lopez ha 35 anni e da quattroanni gli rinnovo il contratto di anno in anno,sarebbe stato lo stesso anche con Fini,ma lui è un uomo d’affari, se si pensache quando lo presi, tre anni fa, ci mettemmo50 giorni per trovare un accordo”.Il presidente Cellino, dunque, non risparmiaqualche “frecciatina” al centrocampista di Sorso,

molto amato dai tifosi sardi nonostante abbiatrascorso quasi tuta la sua lunga carriera lontanodall’Isola. Sta di fatto che adesso, partito Fini, ilCagliari dovrà ributtarsi sul mercato peracquistare un degno sostituto. I nomi ci sono già:il nigeriano dell’Udinese Obodo, Bentivoglio delChievo, la promessa Laner dell’AlbinoLeffe.Sfumato, invece, il nazionale Under 21 Dessena.Non solo. A sorpresa, la società rossoblùha perso anche l’argentino Matheu che, addicendomotivi personali, è tornato in gran fretta inpatria, mandando su tutte le furie Cellinoe Allegri che ora si ritrovano con un difensore,duttile come l’argentino, in meno.Uno che poteva giostrare indifferentementea destra o al centro della difesa.Allegri, intanto, nel giorno della ripresa dei lavori,si è detto contento di restare (smentendo le vociche a giungo lo davano sicuro partente per lapanchina della Lazio) e pronto per una nuovaavventura in rossoblù, anche se non ha nascostole difficoltà che lo attendono. “Sono sereno e hol’entusiasmo giusto – ha detto Allegri – ci aspettaun anno difficile e allo stesso tempo importante.Riconfermarsi non è affatto semplice, ma conoscoil gruppo, composto da ragazzi che mi dannoampie garanzie sia dal punto di vista morale chetecnico. Non mi sento assolutamente unallenatore esperto, anzi a volte l’esperienza e latroppa sicurezza ti fanno tralasciare qualcosa,piuttosto mi sento ancora un ‘novello’, anche seconoscere la squadra è un bel vantaggio”.“Sono partiti giocatori importanti – ha proseguitoAllegri – ma certamente verranno sostituiticon elementi all’altezza. Il presidente Cellinoconosce bene la situazione, non abbiamo fretta,il mercato è ancora lungo. Dobbiamo subito dimenticare ciò che abbiamo fatto l’annopassato, che peraltro nessuno potrà maicancellare, e ripartire concentrati cercandodi migliorare le cose che non sono andate bene.L’obiettivo resta sempre la salvezza,mi andrebbe bene chiudere a 43 punti, 10 in meno rispetto alla passata stagione,ma questo non significa assolutamenteridimensionarsi, ma essere realisti”. Andrea Frigo

Festeggiati i cento annidella Polisportiva Gialeto di SerramannaAnche un annullo speciale delle Poste

La Polisportiva Gialeto di Serramanna ha compiuto 100anni nel giugno scorso. Una piccola grande realtàsportiva della provincia cagliaritana, ora appartenentea quella del Medio-Campidano. Per l’occasione le PosteItaliane hanno realizzato un annullo speciale, nel qualeviene raffigurato il logo della società e una cartolinache i collezionisti non si sono lasciati sfuggire.La ricorrenza è stata celebrata a Serramanna nell’aulaconsiliare del Comune, con un convegno incentrato sullosviluppo dello sport. Tra ricordi e fotografie, una giornataparticolare per quanti hanno vissuto nel passato e nellastoria più recente le vicissitudini della società campidanese.Tra coloro che hanno partecipato all’evento,promosso dal comitato per il centenario presieduto daGiuseppe Desogus, il presidente del Coni regionale,Gianfranco Fara, il presidente regionale dell’Unionestampa sportiva, Andrea Frigo, l’allenatore dellaVillacidrese, neo promossa in C2, Bernardo Mereue altri personaggi del mondo sportivo isolanoe rappresentanti di varie federazioni.La Polisportiva Gialeto è stata fondata nel 1909 dalcommerciante cagliaritano Francesco Murgia, notoChicchino, che volle creare nel centro del mediocampidano, una società sportiva sulle orme della piùgloriosa Amsicora di Cagliari. E fu proprio il sodalizio delcapoluogo a “ bagnare” l’esordio della società ginnastica“Gialeto” con una esibizione che mandò in visibilio i

serramannesi. La società fu intitolata a Gialeto, re diSardegna, ritenuto in modo errato figlio di Amsicora.Ad agosto di quello stesso anno, arrivò il primo titoloregionale nel sollevamento pesi. Lo conquistò SalvatoreMarongiu, che lo vinse anche nel 1913 e nel 1920.I primi vent’anni di storia della Polisportiva sono statiquelli più significativi. Nel 1914 vinse un meetinginternazionale di ginnastica a Genova. Sei anni dopoottenne la medaglia di bronzo al decimo concorso ginniconazionale di Venezia. E sempre il capoluogo veneto portòfortuna, nel 1922, a Giglio Mossa, che conquistò il titoloitaliano di salita alla fune.A cavallo delle due guerre cominciò il declino della società,dovuto in parte al minor apporto economico di ChiccinoMurgia e alla crisi economica che segnò quegli anni.Solo nel periodo post bellico la Gialeto tornò agli onoridella cronaca sportiva, grazie soprattutto al ciclismo eall’impegno di Salvatore Mulas e Antonino Putzolu. Nel1960 Pietro Girina si impose sia nel campionato sardo sustrada, cat. allievi, sia in quello su pista. Altroprotagonista delle due ruote Cosimo Lai, nativo diSinnai, che conquistò nel 1963 il titolo regionale,dilettanti, su strada e su pista.Restiamo a quell’anno, per ricordare, nel pugilato, il titolosardo dei pesi piuma ottenuto da Pietro Carta. Negli anni70 e 80 ancora il ciclismo in primo piano grazie alleimprese di atleti locali quali Dario Putzolu, Valentino

Bandinu, Diego Palmas e Aldo Medda a cui va aggiuntoSandro Garau di Santa Giusta.Parliamo ora di calcio. L’Amministrazione cittadina, a metàdegli anni 50, acquistò il terreno e costruì l’attuale stadiodedicato a Fausto Coppi, che contiene fino a 1.500spettatori. La squadra della Gialeto ha vissuto il periodomigliore negli anni 80, partecipando per otto volte alcampionato di serie D, allora chiamato Interregionale. Nel2005-06, la retrocessione dall’Eccellenza al torneo dipromozione. Nell’ultima stagione la formazione rosso-verde, si è piazzata al quindicesimo posto.Un ultima annotazione riguarda la pallavolo i cui inizi aSerramanna risalgono ai primi anni 70. Nel tempo, è statain particolare la squadra femminile a dare risalto a questadisciplina. Per sei anni consecutivi, tra il 1995 e il 2001,ha partecipato al campionato nazionale di serie B1.Meno soddisfacente il bilancio dei maschietti, con lapresenza di un sola stagione, 2005-06, nel torneodi serie B2. Negli ultimi campionati i risultatinon sono stati positivi. Nel 2002 è avvenuta unarifondazione. Ora si chiama Nuova Volley Serramanna.Per quanto concerne l’atletica leggera, da oltre venticinqueanni, nel giorno del 25 aprile, si svolge una corsa sustrada ritenuta a buon diritto tra le più importantidell’isola. Vi partecipano atleti provenienti non solodall’isola e dall’Italia, ma perfino dall’estero. In grandeevidenza sempre i keniani, seguiti da marocchini, algerinie senegalesi. Gli atleti serramannesi sono numerosi nellediverse competizioni regionali a dimostrazione di unabuona crescita tecnica in questa disciplina.Nel centro del Medio-Campidano, si continua a sperarenella rinascita complessiva dell’attività sportiva e nelraggiungimento di traguardi più lusinghieri.

Andrea Porcu

31SportILMESSAGGEROSARDO

È sarda la promessadel pattinaggio a rotelleSi chiama Carlotta Simbula - Segue le orme di Luana Pilia e Maria Laura Orrù

Atleti sardi in evidenzaai Giochi delle Isole di Palma di Maiorca

P rima la fuoriclasse LuanaPilia della scuola di

Carbonia, poi la pluricampionessaMaria Laura Orrù e ora CarlottaSimbula della scuola di Elmas.Arriva da Villasor ma pattina aElmas la nuova grande promessadel pattinaggio a rotelle sardo.Allieva di Maria Laura Orrù che,dopo aver vinto tanto anche alivello internazionale (è ancoradetentrice di un titolo mondialesulla distanza dei 300 metri) hadeciso di appendere i pattini alchiodo per dedicarsiall’architettura (ha conseguito lalaurea in ingegneria edile nel2006) e di fare l’allenatrice.Quindici anni, Carlotta Simbulasta confermando i risultati nellacategoria Allieva ottenuti nellapassata stagione, scandita da duevittorie, a Piombino nei 500 metriai campionati italiani su strada e ad Alte Ceccatoagli Italiani su pista, ed una medaglia d’Argento aiCampionati Europei Giovanili corsi in Danimarca,nei 3000 metri Americana a squadre.E se il buongiorno si vede dal mattino allora per lagiovanissima atleta dell’Elmas in Line la nuovastagione si prospetta una stagione ricca disoddisfazioni, visto che i risultati non hannotardato ad arrivare, andando oltre le più roseeaspettative. A Salsomaggiore, davvero il suobattesimo del fuoco, Carlotta ha messo al collo ilbronzo nei 1.000 metri Allievi, ma per come hacondotto la finale avrebbe meritato migliorfortuna. Scattata in testa allo start, ha guidato lagara fino all’ultima curva da dove è uscita unpochino larga, lasciando aperto uno spiraglio incui si sono infilate le avversarie che si sono

aggiudicate gli altri due gradinidel podio. «È andata benissimocosì – spiega Laura Orrù –abbiamo partecipato agli ItalianiIndoor, che hanno segnato ilnostro esordio, per cercare ilritmo gara e alla fine possiamofesteggiare per una medaglia chepoteva addirittura essere piùpreziosa. Considerando cheCarlotta non aveva ancora corsosul parquet e che ha commessoun paio di imperfezioni in gara,posso tranquillamente dire che lastrada intrapresa è quella giusta.Guai, ora, ad abbassare laconcentrazione”.E Carlotta Simbula infatti nonha perso la concentrazione, anziil 25 aprile scorso, a Marina diGrosseto, dove si è svolta la42ma edizione del Trofeo dellaLiberazione, ha conquistato due

argenti e la medaglia di bronzo. Un exploit che hasignificato la maglia azzurra. La pattinatricecagliaritana di Villasor è stata infatti convocatadal commissario tecnico Giulio Ravasi per unraduno nazionale con la nazionale giovanile. Unagrande soddisfazione, la convocazione nel teamazzurro, per Carlotta Simbula, che galvanizzatadalla prestigiosa maglia della nazionale, è statatra le grandi protagoniste dei campionati italianisu strada che si sono svolti ad Acireale.E in Sicilia, Carlotta o meglio Lotty per le suecompagne di squadra, ha impresso il suo sigillonella prima gara siciliana: i 200 metri sprint. Unagiornata da incorniciare, per la giovanissimapattinatrice sarda, la quale è stata capace diimprimere un ritmo sfrenato già dallequalificazioni. Sempre un crescendo le sue prove:

nonostante un percorso che non si addiceva allesue qualità da sprinter (partenza in discesa, curvasecca dopo pochi metri e arrivo in salita), Carlottaha fatto qualcosa di unico, soprattutto insemifinale dove ha chiuso con un eccellente 22”89.Davvero un tempo non male che le ha datocoraggio e motivazioni per la finalissima vinta congrande personalità.Non ha perso comuqnue la concentrazioneCarlotta Simbula ad Acireale tanto che, dopo averconquistato il titolo Italiano sui 200 metri crono,ha concesso subito il bis. Ha infatti piazzato unaltro magnifico acuto nella sua specialitàprediletta, quella dei 500 metri sprint. E stata leila roller più veloce in Italia nella categoria Allieve,dove ha dominato le qualificazioni e si è ripetutain semifinale ma il capolavoro lo ha messo a segnonell’ultimo atto, quando se l’è dovuta confrontarecon le più quotate pattinatrici: “Devo dire che midavvero ha impressionato – spiega Maria LauraOrrù – sapevamo che poteva fare bene, ma noncosì. Allo start Carlotta è andata subito alcomando, controllando con grande naturalezza lagara. Non ha concesso spazio a nessuno, harallentato quando doveva e accelerato alla finequando ha coronato la sua prova di forzastaccando le avversarie. E farlo nei 500 metrisignifica avere potenza e talento”.Davvero un avvio di stagione da incorniciare,quella di Carlotta Simbula, che ha tutte leintenzioni di emulare da allieva la sua maestraMaria Laura Orrù che, dopo aver conquistatotanti titoli in giro per il mondo, sta ottenendotante soddisfazioni molte soddisfazioni comeallenatrice. E mentre ha ormai passato iltestimone alla sua giovanissima erede, lapluricampionessa mondiale è stata scelta comerappresentante della Firs (FederazioneInternazionale di Roller Skating) perrappresentare i corridori al 4° InternationalAthletes Forum di Marrakech. In Marocco MariaLaura Orrù (nata nel 1982 a Delft, da madreolandese e padre sardo) ha partecipato al meetingorganizzato dal Coi che ha riunito gli atleti ditutte le discipline sportive per discutere delleproblematiche comuni e portare le proprietestimonianze sul mondo in cui si vive. Ilpattinaggio, infatti, è tra i cinque sport chepuntano ad entrare nel panorama olimpico e ilforum di Marrakech potrebbe diventare untrampolino di lancio fondamentale per il futuro.

di Sergio Casano

Brillante prova della delegazione degli atleti sardi haaffrontato la tredicesima edizione dei Giochi delle Isoledisputati tra il 28 e il 30 maggio a Palma di Maiorca. Siprevedeva un duello con la Sicilia e alla fine l’isola si èclassificata in vetta con 104 punti ex aequo proprio conla Sicilia, ma ha dovuto cedere il primo posto a sicilianiche avevano avuto un maggior numero di secondi posti.Terza Guadalupe con 92 punti. Un risultato accettatosportivamente ma difficile da digerire per larappresentativa isolana.A promuovere dal 1997 i Giochi è l’apposito comitatocon sede a Ajaccio in Corsica cui aderiscono 22 isole di11 stati. Ma l’importanza dei Giochi riconosciuti daComitato Olimpico Internazionale vuole andare oltrel’aspetto strettamente sportivo. Sono nati conl’obiettivo di promuovere attraverso lo sport, i valoridella vita comunitaria e l’integrazione sociale, lacollaborazione tra le isole del mondo.La rappresentativa sarda è forte, di oltre 120 persone traatleti, tecnici, dirigenti e accompagnatori, impegnata intutte le dieci discipline previste. Nelle Baleari la Sardegnaha fatto incetta di medaglie soprattutto nel nuoto con 25medaglie conquistate, 22 delle quali in prove individuali.Ed è il nuoto a far emergere l’atleta sarda più premiata

di questa edizione dei Giochi. È Francesca Annis, diPula tesserata per l’Atlantide rientrata a casa con ottomedaglie al collo. Un altro corposo bottino di medaglie ègiunto dalla pista dell’atletica leggera. Larappresentativa sarda, presente con 14 atleti, ne haconquistato 18, sei in più rispetto all’anno precedente,classificandosi al primo posto della classifica generalefinale davanti a Madera e Guadalupe.Un altro sorprendente primo posto nella classificagenerale delle singole discipline è arrivato dal tennis. Lasquadra composta da Mario Ziulu, Marco Porcu, MatteoCannavera, Elisa Idini, Roberta Migheli e Elisa Marras, èandata a conquistare l’oro nella classifica generale, neldoppio e individuale maschili e l’argento nel doppiofemminile. Buona anche la prova delle pongiste neltorneo femminile di tennistavolo.Uno dei successi più esaltanti di questa edizione deiGiochi è giunto dal basket maschile dove la Sardegna èandata a conquistare l’oro battendo i soliti rivali dellaSicilia. Sconfitti in finale per 75 a 60 dopo che laSardegna aveva liquidato nei precedenti incontri conampio margine Guadalupe e Corsica.Hanno qualcosa da recriminare invece le ragazze delvolley. Il team di 12 atlete si è dovuto infatti

accontentare del bronzo pur avendo vinto di piùdelle Azzorre, accreditata al secondo posto dietrola Sicilia, per via di una formula quanto maipasticciata che ha penalizzato le sarde.Nella ginnastica la Sardegna ha prevalso invecesulla Sicilia.Nella classifica generale l’ha spuntata al primo postoMaiorca seguita dalla formazione sarda e dalla Sicilia.Qualche recriminazione per i 9 judokas. Hannoconquistato quattro medaglie, tre argenti e un bronzo,migliorando la prova dello scorso anno con una medagliain più. Ma il bottino sarebbe stato forse più ricco se nonci fosse stata la penalizzazione di alcune discutibilivalutazioni degli arbitri.Negativa la prova delle ragazze della pallamanoe altrettanto incolore è stata la prestazionedei giovanissimi velisti impegnati con i loro optimistnelle regate disputate nelle acque antistantiil circolo nautico S’Arenal.Ma ora l’incertezza avvolge il futuro dei Giochi delleIsole. L’edizione del prossimo anno infatti non è stataassegnata in assenza di candidature; nel 2011torneranno in Sicilia, l’anno dopo probabilmente aMartinica e quindi nel 2013 ancora in Sardegna che giàli aveva ospitati nel 2002.A Maiorca sono stati possibili anche grazie ad una ampiadotazione di impianti sportivi di alta qualità. In Sardegnasi spera tra quattro anni di essere ancora all’altezzaanche su questo piano. Giacomo Serreli

Cultura32IL

MESSAGGEROSARDO

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E ccolo: eccolo ancora neiricordi il ragazzino

magro e coi capelli ricci, inpiedi nel sottopassaggio diEminönü. Non è da solo:accanto a lui, ovunque lungoil cemento e accanto agliscalini malandati (tuttidisuguali come i passanti cheli attraversano di fretta) ivenditori si propongono insilenzio. Un uomo, vecchiodi mille rughe, è seduto suun tappeto con davanti trebarattoli di cotton fioc.Sembra strano che vendaproprio questo. Un oggettoche non lo riguarda, credo. Eviene da chiedersi perché trale tante possibili merci nonne abbia scelto un’altra: unache fosse più simile a sé, emeno imprevedibile. Propriocome l’uomo che gli siedeaccanto, e vende tabacco perpipe. Lo ravviva con ditaesperte nei piccoli mucchiettisostenuti da fogli d’alluminio accartocciati. C’è chivende lamette per la barba – dell’ultimo modellosul mercato – chi , invece, offre ai passanti tè allamela liofilizzato. Tra i tanti, c’è anche chi nonvende nulla (o che ha venduto tutto) e sta insilenzio, immobile, in mezzo a tutto il movimento.Il ragazzino magro invece, si muove sempre:davanti a sé ha uno sgabello alto su cui di volta involta poggia un panino aperto. È rotondo e un po’passato, come si dice nei paesi. In basso, accantoalle sue scarpe, i tanti sacchetti coloraticontengono formaggio, uova, verdure, varie salse,olive e gli altri ingredienti necessari. Lui limaneggia rapidissimamente di fronte alla coda diacquirenti. Lo spazio della sua bottega è quello delpalmo di una mano: avesse un bancone innanzi asé potrebbe preparare tanti panini in poco tempo.Invece ha solo uno sgabello su cui contare: e devechinarsi cento e cento volte al giorno: tagliarel’uovo sodo nella mano, e anche il formaggio, perpoi comporlo il più elegantemente possibile dentroun pane molle e con la crosta ormai a forma dimosaico. Con quelle stesse mani contratta, ottieneun pagamento, consegna le monete di resto,quando non gliele lasciano per compassione.Ha molti brufoli tra il naso e il mentoe la sua tuta grigia è un po’ la storia dei paniniche ha venduto: ne porta i segni ovunque.Il giallo del tuorlo, soprattutto: sfarinatoovunque, ormai. I suoi panini sono buonie i passanti regolari lo sanno bene.Le rare volte che non ha clienti, il ragazzinorimane fermo davanti al suo panino appenapreparato, e ancora aperto per mostrare a tutticon orgoglio gli ingredienti. Guarda in basso,però. Forse si vergogna del lavoro che fa. Forse,quando non ci sono né clienti né guadagno,preparare panini nel sottopassaggio di Eminönüdiventa più difficile e vergognarsi, invece, assaipiù facile. Soprattutto per colpa di quelle macchiesparse ovunque (che mentre vende non vede mai,indaffarato come è a sistemare gli ingredienti) ma

I REPORTAGES DI VIAGGIO DI NICOLA LECCA

Istanbul

che ora gli appaiono nella loro moltitudinecolorata. Potrebbe mettersi un grembiule: è vero.Ma non lo vuole fare. E nemmeno sa perché. Ècosì Istanbul: e questo suo dettaglio non fa chesuggerirne tanti altri, simili fra loro.I gatti, per la strada, lungo i viali in discesa cheportano dagli antiquari, il rigagnolo del loro piscioe l’eco di miagolii furibondi, nascosti da portonichiusi, proprio accanto alla rivendita di sottaceticolorati, conservati in vasi enormi da chili e chili:ci sono peperoni, zucchine, cipolle, ma anchefagiolini verdi, fave e perfino frutti. E, poco piùavanti, il mare: sempre tra un palazzo e l’altro,sempre obliquo e in discesa. Sempre intuito –nell’assenza – e sempre con qualche nave che,inaspettatamente, lo muove un poco anche nellamia mente. E il giovane magro e con lesopracciglia folte cantare con passione –nonostante sia vuoto il locale in cui si staesibendo. Mi fermo: lo guardo a lungo. È come seavesse davanti a sé migliaia di persone. Non vedeil vuoto delle sedie che gli stanno innanzi? Loinvidio tanta è la sua passione per ciò che fa. Ementre scendo verso il Bosforo per queste stradeinaspettatamente belle mi vergogno anche di altro:

di avere temuto Istanbul,di essermi lasciatoinfluenzare, da tutti queidiscorsi e dai pregiudizi supericoli che non ci sono. Edio nonostante i tanti viaggi aMosca, a Pietroburgo, aPraga e anche inBielorussia: nonostante lepasseggiate notturne nelporto commerciale di Rodi, ea Londra nei quartieripopolari, ho temuto questacittà senza motivo.La guardo, e quasime ne scuso: non vogliopiù avere un’opinionesenza che sia la mia.Divisa in tante parti,Istanbul ha una fortepersonalità: eppure i suoiabitanti la vivono con unacerta indifferenza.Camminano accantoalla Moschea Blu comefossero in una qualunquestrada del mondo.

E viene voglia di fermarli e domandare loro:“Ma non vedete cosa avete accanto?”Il segreto di questa loro indifferenza è la cittàstessa che – nonostante sia grandiosa – non metteaffatto in soggezione. Nemmeno la Cattedrale diSanta Sofia anch’essa con i gatti in giro e lecolombe che si appoggiano con indifferenzaaccanto al mosaico di Giustiniano).Gli scarafaggi piccoli e marroncini nel bagno turcopiù antico della città – pure loro ignorati daiclienti che si fanno massaggiare con federe gonfiedi schiuma e di aria insaponata.Tanta pulizia in tanta sporcizia è sorprendente.Proprio come l’atmosfera finta di quei grandialberghi di stampo occidentale che nella sogliadella loro porta cambiano le regole della città.Le stravolgono. Ecco che tutto splende, nella halle i centralinisti rispondono al telefono dicendo:“Sono Samir, come posso aiutarla?”.Contrasto. È questa la parola, l’unica possibileper descrivere una città in bilico tra un continentee l’altro: la grandezza delle sue memoriee il degrado della sua attuale quotidianità.Eppure con quanto amore si guarda,dai suoi ponti, il mare: con quale impazienzapropria dei bambini si attende di passeggiarelungo il Bosforo e di vederli questi palazzidei sultani ammuffire a poco a poco.Allora, pur senza capire il perché, si benedicetutto. Anche le preghiere altere strillate daglialtoparlanti alle cinque del mattino,le due o tre lire imbrogliate dal tassista, la diarreae l’acqua avvelenata. Si benedice tutto.Perché luoghi come Istanbul hanno un prezzo equesto prezzo va pagato per potersi emozionare,per poter raccogliere nello spazio piccolo dellanostra testa un’immensa varietà. Tale da nonpermetterci di ricordarla tutta – nemmenoa poco a poco – tanto è grande e tantoinaspettate sono le sue strade. E dietro a ogniporta, dietro a ogni finestra, mille storie sinascondono in attesa di essere raccontate.

Da questo numero riprende la collaborazione con“Il Messaggero sardo” di Nicola Lecca, giovanescrittore sardo, nato a Cagliari nel 1976, consideratouno dei più brillanti autori italiani. Ha scritto:Concerti senza orchestra (Marsilio, 1999 IVediz.) finalista del Premio Strega, Premio RhegiumJulii per l’opera prima, Premio selezione Chiara,Premio Basilicata; Ritratto Notturno (Marsilio,2000) Prix du Premier Roman; Ho visto tutto(Marsilio, 2003 II ediz.), Premio Hemingway; HotelBorg (Mondadori, 2006 II ediz.), Premio dellasocietà lucchese dei lettori. Il suo saggio filosoficoDi quasi tutto non ci accorgiamo è statopubblicato dall’editore olandese Nexus. Il suo ultimolibro di intitola Il corpo odiato (Mondadori, 2009).