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Settore giovanile
2. aprile 2005
La difesa individualeal servizio dellacollaborazione difensiva
di Stefano Bellinzaghi
Allenatore Settore Giovanile F.C. Internazionale
Seconda parte
N
el numero precedente
abbiamo analizzato alcuni
elementi base della difesa
individuale come la “presa di posi-
zione” e “l’orientamento” proponen-
do esercitazioni situazionali di 1c1
semplici e specifiche che possono
costituire un percorso formativo che
va dal semplice al complesso, dal
globale allo specifico.
Le conclusioni cui siamo giunti e
dalle quali ripartiremo per parlare di
collaborazione difensiva sono ripor-
tate nelle figure 1, 2 e 3 (ricordiamo
che in questa proposta il difenso-
re deve difendere prioritariamente
l’area di meta da 3 punti)
Per analizzare le problematiche
della collaborazione difensiva ri-
cordiamo, come abbiamo fatto nel
numero precedente, che dei due
obiettivi che la fase difensiva si pone
(difesa della propria porta e recu-
Figura 1. Posizione corretta,
orientamento corretto
Figura 2. Posizione errata,
orientamento corretto
Figura 3. Posizione corretta,
orientamento errato
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3.aprile 2005
pero della palla), ci stiamo ora
occupando della difesa della pro-
pria porta. Aggiungiamo che pro-
teggere la propria porta significa
non concedere conclusioni agli
attaccanti avversari, o concedere
conclusioni difficili (tiri da lonta-
no, tiri da posizione decentrata),
e quindi significa proteggere lo
spazio compreso tra se e la pro-
pria porta: figura 4.
L’allenatore deve conoscere iconcetti base che determinano
la presa di posizione, e deve pro-
porre esercitazioni che consen-
tano all’allievo di riconoscere e
risolvere situazioni che incontrerà
in partita.
La Presa di Posizione
Analizziamo, a scopi didattici,
una delle più semplici situazioni
difensive in cui sia richiesta una
collaborazione: il 2c2 frontale.
L’obiettivo dei due difensori è
proteggere lo spazio dietro le
loro spalle, mentre l’obiettivo dei
due attaccanti è conquistarlo (fi-
gura 5).
Per comprendere quale deve
essere la corretta presa di posi-
zione dei due difensori è bene
analizzare quali possono essere
le due principali soluzioni attra-
verso le quali gli attaccanti pos-
sono conquistare lo spazio alle
spalle dei difensori:
1. Dribbling di A1 ai danni di DS
(figura 6)
2. Passaggio di A1 ad A2 alle
spalle dei due difensori (figu-
ra 7)
Le figure 6 e 7 mostrano in ma-
niera chiara come il difensore di
destra (DD) sia ben posizionato
per difendere contro un even-
tuale passaggio orizzontale da
A1 ad A2, ma mostrano anche,
inequivocabilmente, l’inadegua-tezza della sua posizione su so-
luzioni come il dribbling di A1 o il
passaggio filtrante.
Una presa di posizione più
efficace, che consenta di dare
copertura a DS su un eventuale
dribbling di A1, e consenta di
chiudere la linea di passaggio
filtrante è la presa di posizione in
diagonale (figura 8).
Con la presa di posizione in dia-
gonale è pur vero che si concede
il passaggio orizzontale da A1 ad
A2, ma questo passaggio non
costituisce per i due difensori un
pericolo, rimanendo la palla da-
vanti a loro: ricordiamo infatti che
l’obiettivo di proteggere la propria
porta lo si raggiunge proteggendo
lo spazio alle proprie spalle, pur
concedendo lo spazio davanti.
Il concetto di copertura in dia-
gonale è fondamentale per co-
struire il saper difendere di un re-
parto e successivamente di una
Figura 4. Figura 5.
Figura 6.
Figura 7.
Figura 8.
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Settore giovanile
4. aprile 2005
squadra. La figura 9 mostra come
questo concetto si possa utilizzare in
situazioni di gioco più complesse e a
cui partecipano più giocatori.Dal punto di vista metodologico è
importante insegnare questi concetti
attraverso esercitazioni situazionali
che prevedano la presenza dell’av-
versario e richiedano movimenti ed
adattamenti veloci come quelli richie-
sti in partita. Pertanto ad una veloce
introduzione didattica nella quale sul
campo i ragazzi “ascoltano” e “os-
servano” per capire, deve seguire
una fase nella quale essi “fanno”,
cioè trovano risposte motorie ai pro-
blemi che via via si succedono nelle
esercitazioni proposte dall’allena-
tore. Tali proposte devono dunque
soddisfare alcuni principi importanti:
1. Devono consentire di lavorare ad
alta intensità
2. Devono mettere in difficoltà i di-
fensori
Figura 9.
Figura 10.
Il secondo punto è molto impor-
tante. Se noi proponiamo situazioni
di gioco come quelle che didatti-
camente abbiamo proposto, peresempio, nelle figure 8 e 9, pro-
poniamo esercitazioni nelle quali
il compito dei difensori è relativa-
mente facile, e l’efficacia difensiva
è prevalentemente il risultato delle
qualità difensive individuali dei
quattro difensori.
Per evidenziare, invece, gli aspet-
ti che riguardano la collaborazione
è necessario proporre situazioni di
inferiorità numerica, nelle quali la col-
laborazione stessa diventa elemento
fondamentale per la risoluzione effi-
cace dei problemi.
Se quindi vogliamo organizzare
un lavoro con 2 difensori dobbiamo
mettere almeno 3 attaccanti, e se
vogliamo lavorare con 3 difensori
dobbiamo opporli a 4 attaccanti, e
cosi via... (figura 10)
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Settore giovanile
5.aprile 2005
L’intensità del lavoro è data dallapresenza di avversari in soprannu-
mero e deve essere promossa dal-
l’allenatore richiedendo cambi veloci
per ridurre i tempi d’attesa.
Le esercitazioni descritte in figura
10, con tutte le infinite varianti che si
possono inventare, costituiscono un
momento formativo importante per
l’acquisizione di capacità difensive
collettive e possono essere utilizza-
te non soltanto per la didattica della
presa di posizione, ma anche per
l’orientamento individuale che cia-
scun giocatore deve avere nel mo-
mento in cui attacca la palla o copre
lo spazio. Riguardo a questo argo-
mento alcune cose sono state dette
nel numero precedente ed alcune
sono riportate nelle figure 1, 2, 3.
Qualche esempio
Ipotizziamo di trovarci nella situa-
zione di dover difendere 3c4: i movi-
menti che consentono ai difensori di
proteggere efficacemente lo spazio
alle loro spalle sono dettati dal concet-to di copertura in diagonale espresso
in precedenza. Ma come devono es-
sere orientati i difensori?
I criteri da seguire sono 2:
1. Se il difensore è “a pressione” de-
ve forzare il gioco avversario verso
l’esterno
2. Se il difensore non è “a pressione”
deve vedere la palla e la maggior
parte di campo possibile
Ciò significa che, con riferimento
alla figura 11, il difensore in posi-
zione DS1 dovrà cambiare orien-
tamento qualora il suo avversario
riceva palla (DS2), perché su palla
centrale ha il compito di coprire (e
deve vedere “tanto” campo), mentre
su palla laterale ha il compito di an-
dare a pressione (e deve “chiudere”
il campo).
Questo concetto è valido anche
per chi gioca in posizione centrale:
facendo riferimento,infatti, alla figura
12, se DC1, nello sviluppo dell’azio-
ne, riesce ad avvicinarsi ad A1 in
tempo per creare pressione deve,giustamente, orientarsi come in figu-
ra 11 per forzare il gioco all’esterno;
se, altrimenti, la velocità dello scor-
rimento di palla avversario non con-
sente una sua uscita tempestiva, egli
deve solo accennare l’uscita, preoc-
cupandosi di continuare a vedere la
maggior parte di campo possibile.
Conclusioni
Le capacità cognitive individuali e
le conoscenze dei principi di difesa
individuale e collettiva costituiscono
la base su cui costruire una buona
organizzazione difensiva di reparto
e di squadra. Molti ed interessanti
sono gli approfondimenti che an-
drebbero fatti, ma due degli elementi
primari sono senz’altro presa di posi-
zione ed orientamento.
All’allenatore spetta il compito di
proporre una attività varia, creativa
e divertente che consenta il trasferi-
mento paziente di queste conoscen-
ze al gruppo che allena.
Figura 11.
Figura 12.