Settore Giovanile - Copia

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  • I GIOVANI ALLENATORI INCONTRANOENZO MONTEFUSCO

    LUNEDI 23 GIUGNO ORE 17.00AUDITORIUMLICEO V. IMBRIANI VIA PRATOLA PONTEPOMIGLIANO DARCOsul tema: LALLENATORE DEL SETTORE GIOVANILE

  • Ciao MAESTRO

  • **CONCETTI CHIAVE

    Complessit Sistema Interazione- Progetto di gioco- Strategia- Tattica- Emergenza- Principi, concetti, categorie di gioco- Specificit- Scoperta guidata Zona di sviluppo prossimale

  • ALLENATORE DI SQUADRE GIOVANILIISTRUTTORE SCUOLA CALCIOAnimatoreTecnicoOrganizzatorePsicologoEducatore

    LALLENATOREDEL SETTORE GIOVANILEInsegnante

  • Tradizionalmente si tende a suddividere in quattro le aree dell'allenamento calcistico

    della Tecnica: ( i sette gesti )

    della Tattica Individuale e Collettiva:(cosa fare,come farla, dove e quando?)

    della Preparazione Fisica: (capacit coordinative e condizionali)

    della Condizione Mentale: (affettivit, relazioni, comportamenti)

  • INVECE IL GIOCO DEL CALCIO E RITENUTAUNATTIVITA COMPLESSA

  • * METODO ANALITICO METODO SITUAZIONAE

  • SPECIFICO DI GARA

  • L Allenatore deve sapere e saper far fare.

    SAPERE: conoscere la materia, sapere cosa si insegna.Un aspetto assolutamente decisivo come trasmettere questo sapere: saper far fare.

    Il SAPER FAR FARE ancora pi decisivo, quando lIstruttore si trova ad operare con soggetti in et evolutiva.

    Le competenze del sapere e del saper far fare, sono complementari, altrimenti il lavoro svolto in campo inadeguato.

    SAPERE E SAPER FAR FARE

  • IL PATRIMONIO CULTURALE DELLALLENATOREAvere competenza calcisticaSaper gestire le pressioni interneSaper gestire le pressioni esterneDimostrare e saper trasmettere equilibrio in ogni momentoAvere passione per questo sportPossedere e trasmettere credibilit sia nelle situazioni favorevoli che in quelle sfavorevoli

  • LE CONOSCENZE

    STILI DI INSEGNAMENTO E METODI DIDATTICI:

    La scelta del metodo correlata al destinatario: un principio fondamentale.E il destinatario dellintervento che detta le regole, soprattutto se soggetto in et evolutiva.Da ricordare limportanza che ha la conoscenza del profilo psico-motorio del ragazzo da parte dellallenatore, per la programmazione delle proposte di lavoro e, soprattutto, per le modalit di correzione degli errori.

    METODI:

    Metodi Deduttivi: prescrittivo direttivo assegnazione dei compiti.Metodi Induttivi: risoluzione dei problemi scoperta guidata libera esplorazione

  • Le abilit dellallenatoreLallenatore deve avere un METODO per possedere dei punti fissi nel suo comportamento professionale, per avere dei riferimenti cui confrontarsi e relazionarsi, per avere sicurezze proprie

  • LA DIDATTICA dellallenatoreOgni lavoro o proposta esercitativa conseguenza logica e frutto di quanto fatto in precedenza e nello stesso tempo deve servire da base a quanto avverr dopoRendere consapevoli i calciatori del cosa serve al loro miglioramento e del come e perch fare una determinata cosaInteressare e coinvolgere i calciatori durante gli allenamenti e nelle scelte di gioco (stimolare la loro motivazione ed ottenere condivisione)Variare e cambiare le proposte di lavoro pur mantenendo costante lo scopo (favorire lintensit di concentrazione dei calciatori per evitare la saturazione)Essere chiari-concisi-completi sia nella comunicazione verbale che nella presentazione, esecuzione e correzione delle esercitazioniNon solo spiegare ma eseguire (far vedere), limitazione facilita lapprendimentoTenere conto delle diverse capacit di risposta e di reazione dei calciatori e dei vari fattori che influenzano tali risposteInstaurare una positiva interazione con i collaboratori sulla base di comportamenti corretti, ben definiti e rispettosi dei ruoli

  • Calciatore o giocatoreIl calciatore colui che controlla, che ferma, che conduce la palla, senza implicazioni situazionali di giocoIl giocatore colui che sa leggere, interpretare le situazioni di gioco e conseguentemente effettuare i gesti tecnici necessari e pi utili allo sviluppo di dette situazioni

  • CALCIO: SPORT DI SITUAZIONEIl gioco del calcio uno sport di situazioneQueste situazioni sono molteplici , per certi aspetti infinitePer rispondere in modo corretto alle numerose situazioni della partita necessario usare una metodologia situazionaleLa situazione il giusto ponte fra esercizio tecnico e partitaSi deve partire da situazioni numericamente ridotte perch pi facili da comprendere (situazioni semplici)Per poi passare a situazioni di repartoE ricorda che soprattutto nel settore giovanile non si danno soluzioni da ricordare , ma situazioni da risolvere !!

  • Modello teorico ideale del:

    GIOCATORE

    Area Fisica: morfologia, capacit motorie (biotipologia) Area Tecnica e tattica individuale Area Tattica collettiva Area Personalit

  • Qualit Tattiche Qualit Tecniche Qualit Fisico-atletiche Qualit Morali

  • SETTORI GIOVANILI IN ITALIAPICCOLI AMICIPULCINIESORDIENTIGIOVANISSIMIALLIEVI

    5 8 anni8-10 anni10-12 anni12-14 anni14-16 anni

    Periodo delle FASI SENSIBILI

  • Programmazione dellattivit per categoria

    Primi calci o Piccoli amiciGiocare per conoscere se stessi.PulciniGiocare con i compagni.EsordientiImparare a giocare.GiovanissimiSaper giocare.AllieviGiocare per vincere.

  • Fasi programmatiche nel Settore Giovanile

    - Avviamento ( piccoli amici - pulcini )- Impostazione ( pulcini - esordienti )- Sviluppo ( esordienti giovanissimi )- Ottimizzazione ( giovanissimi allievi )- Stabilizzazione ( allievi )Le fasi di avviamento, impostazione, sviluppo, ottimizzazione, stabilizzazione, consentono ad un soggetto di raggiungere degli obiettivi partendo da un livello di conoscenza iniziale, per arrivare in modo progressivo al massimo delle proprie capacit punto oltre il quale i margini di miglioramento si assottigliano sempre di pi.

  • Il percorso formativo tra la lavviamento e la stabilizzazioneAVVIAMENTO : fase caratterizzata dalla presenza costante del gioco.

    IMPOSTAZIONE : fase che pone le basi per quella successiva di sviluppo.

    SVILUPPO : fase di incremento ( espansione ) delle possibilit di un soggetto.

    OTTIMIZZAZIONE : fase in cui le capacit di un soggetto devono essere portate al meglio del proprio potenziale.

    STABILIZZAZIONE : fase in cui le capacit acquisite vanno rese permanenti nel tempo.

  • Categorie e fasi programmaticheLavviamento, limpostazione ,lo sviluppo, sono da riferire principalmente allattivit di base , mentre le fasi che consentono di ottimizzare le proprie capacit, cio di essere portate al meglio del proprio potenziale, e di stabilizzarle ossia renderle permanenti nel tempo, sono da riferire orientativamente alla categoria giovanissimi e allievi.

  • IL GIOVANE GIOCATORE TRA I 7 E I 12 ANNI In campo scientifico questo periodo viene identificato come quello delle fasi sensibili o momenti magici. Rappresenta il momento in cui il bambino maggiormente predisposto alla strutturazione delle capacit coordinative. Le capacit coordinative intervengono in modo importante nellorganizzazione , nel controllo e nella regolazione del movimento. In momenti differenti ( et maggiore di 12 anni ) sembra che il terreno sia meno fertile per la strutturazione delle capacit coordinative , o quanto meno vi siano tempi di apprendimento pi lenti.

  • Fasi sensibili : tabella Martin(1982)

  • ATTIVIT DI BASE : ORIENTAMENTI PROGRAMMATICI GENERALI Durante il periodo dellattivit di base gli obiettivi sono maggiormente orientati verso le componenti tecnico coordinative e il consolidamento degli schemi motori di base necessario tenere presente che le abilit tecniche si strutturano su una base coordinativa qualitativamente elevata.

  • SCHEMI MOTORISchemi posturali di base FletterePiegareAddurreAbdurreRuotareSlanciareEtc.

    Schemi motori di baseCamminareCorrereSaltareLanciareAfferrareColpireRotolareStrisciareArrampicarsiEtc.

  • ATTIVIT AGONISTICA : ORIENTAMENTI PROGRAMMATICI GENERALI Se nellattivit di base vi una forte incidenza dei contenuti orientati verso obiettivi di tipo tecnico coordinativo, con linizio dellattivit agonistica (categoria giovanissimi e allievi) andranno progressivamente aumentati i contenuti relativi alla tattica individuale e collettiva, fino alla conoscenza dei sistemi di gioco con relativi sviluppi.

  • Il rapporto tra labilit tecnica e la situazione di gioco

    Non sufficiente avere grandi capacit di dominio del pallone , se poi tutto ci non si esprime in modo funzionale, in un contesto nel quale sono presenti compagni e avversari, che si muovono nei tempi e negli spazi che il gioco determina. Le abilit tecniche devono essere espresse in funzione di ci che la gara richiede. Assume perci particolare importanza il concetto di tattica individuale che rappresenta un punto fondamentale per la formazione del giocatore.

  • Il rapporto tra la tattica individuale e quella collettivaLa tattica individuale rappresenta una solida base sulla quale il tecnico avvier linsegnamento degli elementi di tattica collettiva che porteranno verso il completamento del processo relativo alla formazione tecnico tattica del giocatore.

  • Tattica individuale e collettiva in rapporto col sistema di giocoLa qualit di un giocatore, in et adulta, dipender anche da quanto in fase di formazione tecnica avr strutturato al meglio i principi di tattica individuale e collettiva. Inoltre avr anche la possibilit di interpretare in modo ottimale il sistema di gioco che lallenatore intender sviluppare .

  • QUALI LE FINALITA PRIORITARIE DEL SETTORE GIOVANILE?

    VINCERE O FORMARE IL GIOCATORE PER LA PRIMA SQUADRA?

  • ORIENTATI ALLA RICERCA DELLA VITTORIA

    Ricerca immediata della profondit

    Verticalizzare il gioco attraverso il passaggio lungo

    Ricerca affrettata della conclusione

    Lazione viene costruita raramente dal basso attraverso passaggi corti(per esempio: il portiere rilancia sempre lungo; sulle palle inattive prevale luso della palla lunga)

    I centrocampisti vengono sistematicamente saltati dai lanci

    Le punte si propongono quasi esclusivamente in profondit

  • ORIENTATI ALLA FORMAZIONE DEL GIOCATORE

    Cultura del possesso palla finalizzato e non fine a se stesso

    Tutti i giocatori, a partire dai difensori, toccano spesso la palla in situazione di gara (consolidare la tecnica)

    Ricerca del gioco manovrato in ogni zona del campo

    Il portiere spesso da lavvio allazione offensiva

    I terzini costruiscono il gioco

    La manovra viene preparata dal basso anche attraverso la circolazione della palla

    Cambiare il fronte di gioco con frequenza alla ricerca di spazio

    I centrocampisti si propongono per ricevere la palla dai difensori, per poi leggere il gioco e mettere in azione gli attaccanti

    Gli attaccanti si smarcano incontro, in appoggio ai centrocampisti e non solo in profondit, per far giocare la squadra.

  • IL DRIBBLING: PROGRAMMAZIONE PER FASCE DETA

  • Cosa pu fare lallenatore per incentivare nei propri giocatori luso del dribbling? (1)

    Programmare delle unit di lavoro specifiche che abbiano per obiettivo lapprendimento del dribbling

    Dedicare quindici minuti di ogni allenamento per l1>1 e tiro in porta

    Abbinare ad ogni gesto un nome di fantasia, che evochi il modo di eseguire il dribbling (la forbice, la locomotiva, il flipper) o il nome di un campione (dribbling di Del Piero, ecc.) Ogni giocatore potrebbe redigere un diario personale dove annotare i dribbling imparati in allenamento e riusciti in partita

    Monitorare in partita , attraverso losservazione (e la registrazione), i dribbling riusciti e non riusciti dei propri giocatori

    Incentivare ad usare il dribbling durante la partita, esortandoli con frasi tipo: dribbla, provaci, ecc.

  • Cosa pu fare lallenatore per incentivare nei propri giocatori luso del dribbling? (2)

    Incoraggiare anche nel caso in cui il dribbling non sia andato a buon fine

    Incentivarlo in allenamento in situazioni in cui si gioca a numero ridotto e in spazi ridotti

    Sollecitare anche i difensori ad usare il dribbling quando serve

    Utilizzare metodi induttivi, attraverso i quali i giocatori possono sperimentare liberamente i dribbling e possono osare giocate rischiose, senza paura del giudizio dellallenatore

    Utilizzare metodi di insegnamento che lascino alla libera iniziativa del giocatore la decisione di utilizzare il dribbling, al fine di rendere autonomi e responsabili i giocatori

  • C' chi educa guidando gli altri come cavallipasso per passo:forse c' chi si sente soddisfattocos guidato.C chi educa cercando di comprenderesorridendo, prudente lodando solo quanto trova buonoe divertendo per tenere in forma:forse c chi ama essere incoraggiato.Profondamente stimavo un amicoquasi invidiando un altro, a cui dicevastupido, e non a me.C chi educa senza nascondere lassurdo ch nel mondo aperto a ogni sviluppo ma tentandodi essere franco allaltro come a s,sognando gli altri come ora non sono:ciascuno cresce solo se sognato.Estratto da Danilo Dolci, Il limone lunare, Laterza Bari, 1972

    Sembra riduttivo sintetizzare la programmazione attraverso questa classificazione . Inoltre la categoria iniziale piccoli amici, non primi calci*