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ANAG Gian Carlo Berchi
Club Alpino Italiano
Corso ASAG 2015-2016
Cartografia e Orientamento - ANAG Gian Carlo Berchi Pag. 2
Si fa risalire l'inizio della
cartografia a circa 15000
anni fa: fu rinvenuto a
Mezin (Ucraina) un
antichissimo graffito con
incise diverse immagini
che rappresenterebbero un
accampamento e il fiume
che scorre nei pressi.
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Riproduzione tratta da Domenici
In epoca romana la
cartografia fu sviluppata
sostanzialmente a scopi
pratici: ci rimangono una
copia di un originale (circa
375 d.C.) nota con il nome di
Tabula Peutigeriana
(Mappamondo di Castorius)
in cui è rappresentato l'
itinerarium scriptum, cioè la
descrizione grafica delle
terre dell'Impero Romano
dalla Penisola Iberica al Mar
Caspio, con le indicazioni di
centri abitati, strade, fiumi
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Nel medioevo le rappresentazioni cartografiche raffigurano luoghi sacri o si basano su idee cosmografiche desunte dalle sacre scritture e da alcuni scrittori cristiani. Si ritorna al concetto di terra piatta circondata dal Mare Oceanus e nei planisferi Gerusalemme occupa il centro del mondo mentre all'estremo Est è situato il paradiso. Sono caratteristici di quest'epoca i mappamondi a T o a ruota.
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In questi secoli la cartografia fu sviluppata solo dagli Arabi (tra i
popoli mediterranei), che si occuparono prevalentemente della
produzione di globi celesti in metallo e di carte nautiche sia del
Mediterraneo che dell'Oceano Indiano.
In occidente non si hanno sostanziali progressi fino al XIII secolo in cui si sviluppa la cartografia nautica. Le carte, dette carte nautiche ortolaniche o peripli, raffigurano i contorni costieri dei paesi che si affacciavano sul Mediterraneo dando (e non sempre) solo poche indicazioni sull'entroterra. Scopo principale era infatti la rappresentazione delle distanze tra i principali porti, le cui posizioni erano determinate con osservazioni astronomiche, in funzione della navigazione legata al commercio costiero.
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<< La risoluzione del problema
dell’orientamento in montagna si basa sul
corretto utilizzo di tre strumenti:
la carta, la bussola e l’altimetro.
Di questi tre strumenti, la carta è di gran lunga il
più necessario.
Ma possedere una carta senza saperla leggere e
leggerla senza sapersi orientare equivale a non
possedere nulla.
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Quale il più utile ?
Ogni frequentatore della montagna deve dunque
avere conoscenze abbastanza precise sulla
configurazione del terreno mediante le carte e
avere familiarità con la loro utilizzazione, anche e
soprattutto in cattive condizioni meteorologiche.
Ciò non si impara in un giorno, richiede un lento
assorbimento che si può acquisire solo
esercitandosi a casa propria, poi sul terreno con il
bel tempo, prima di essere obbligati a farlo nelle
condizioni peggiori: con la nebbia o nevicata fitta
e in un terreno sconosciuto >>
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Philippe Traynard
Dove sono ? Determinare la posizione in cui ci si trova.
Dove vado? Determinare la direzione in cui si vuole andare.
Da dove vengo ? Conoscere dove si è stati e saperlo comunicare.
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Sul sentiero con il bel tempo oggi molti sentieri sono ben segnalati e descritti accuratamente nelle guide quindi sembra che non ci sia bisogno di nient'altro, ma ...
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Sul sentiero con il brutto tempo quando la nebbia ci avvolge, nascondendo i punti di riferimento e, a volte, anche i segnavia abbiamo bisogno di qualche strumento.
Poi, per fortuna, esistono ancora sentieri non segnati, possiamo fare escursioni su neve con racchette o sci ai piedi, quindi ...
Oltre il sentiero con il bel tempo
Oltre il sentiero con il cattivo tempo
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Osservazione visiva
Identificazione di punti e linee forti del paesaggio
Percezione della nostra posizione rispetto a punti di
riferimento
Senso dello scorrere del tempo
Stima di distanze, dislivelli, tempi, esposizioni, ecc.
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• Fondamentale è l’abitudine sistematica a ...
Si intende l’immagine del territorio che si forma
nella nostra mente.
Si basa su ricordi, conoscenze del terreno,
informazioni e precedenti studi di carte
topografiche e di relazioni di gita.
Si genera e si affina durante per il percorso a
seguito di osservazioni, ragionamenti e confronti
con la carta topografica e con la realtà.
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Supporti descrittivi
Supporti strumentali
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Integra l’orientamento primario e
mai lo sostituisce e
UTILIZZA
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E' lo strumento piu' importante che abbiamo a disposizione
E’ una rappresentazione grafica piana di una porzione della
superficie terrestre su di un piano, ovvero il foglio.
La superficie terrestre, oltre ad
essere sferica, e' fatta anche di
rilievi ed avvallamenti: la carta
deve quindi rappresentare tre
dimensioni su di un supporto che
ne ha soltanto due.
In generale si rappresenta il
terreno come fosse visto dall'alto
riducendolo opportunamente.
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Da quanto detto ne consegue che la carta
topografica è caratterizzata da tre concetti base:
La riduzione utilizzata ed il tipo di simboli utilizzati, determina
i diversi tipi di carte: planisferi, carte fisiche, carte politiche,
carte stradali.
Riduzione
Deformazione
Simbolicità
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Rappresenta il rapporto di grandezza
tra una unità di misura sulla carta e la
stessa riportata sul territorio
es: 1:25.000, 1 cm sulla carta =
25.000 cm (250 m) in realtà
maggiore è la scala (denominatore
piccolo) e maggiori sono i dettagli
rappresentati
più piccola è la scala e maggiore è
la zona di territorio rappresentata,
a parità di dimensioni del foglio
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Ne consegue che la scala
della carta da usare è
conseguenza dell’utilizzo
che se ne vuole fare: per le
nostre esigenze, quelle
dell’uomo che cammina,
sono consigliabili le scale di
1:25.000 e di 1:50.000
Il concetto della scala e' molto evidente se passiamo
dalla scala numerica a quella grafica:
in un punto del foglio viene riportata una linea
segmentata sulla quale sono riportate le effettive
lunghezze lineari sul terreno.
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Esempio di deformazioni della "testa"
di Dents e Adams
Con proiezione di
Mercatore
Con proiezione
stereografica
Per comprenderli, in un
angolo del foglio viene
riportata la LEGENDA.
Ma attenzione le legende
cambiano al cambiare delle
case editrici e delle nazioni.
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Una carta topografica
contiene moltissime
informazioni, queste sono
rappresentate attraverso
segni grafici convenzionali:
simboli, colori, tipo di
carattere.
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La carta rappresenta un territorio in 3D
su un foglio 2D, come si rappresenta la
terza dimensione: i rilievi ?
Nelle carte topografiche si usano le
CURVE DI LIVELLO (isoipse):
linee immaginarie che uniscono tutti i
punti che si trovano sull'intersezione tra
la superficie terrestre ed un piano
immaginario ad una data quota slm
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L'andamento delle
curve di livello esprime
la realtà morfologica
con una buona
approssimazione
(imputabile alla scala
della carta) e offre,
unitamente al resto
della simbologia, una
immediata
informazione.
La differenza di quota tra due
isoipse contigue prende il nome
di EQUIDISTANZA.
Questa varia a seconda del tipo di
carta: carta al 25.000 (scala
1:25.000) l'equidistanza e' in
genere di 20 o 25 metri.
Il valore di equidistanza e' uguale
per tutta la carta.
Ogni 5 curve di livello
consecutive appare un tratto piu'
marcato con una cifra: e' la
CURVA DIRETTRICE, la cifra
indica la quota slm.
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Dove le curve di livello sono più vicine, il terreno è più
inclinato, dove sono più distanti, la pendenza diminuisce.
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1243m
25m
25m
25m
25m
25m
25m
1150m
1125m
1175m
1200m
1225m
1100m
1075m
L'ORIENTAMENTO DI UN VERSANTE (PENDIO), ALTRIMENTI DETTO ESPOSIZIONE DI UN VERSANTE DI UNA MONTAGNA, NE INDICA L'ORIENTAMENTO RISPETTO AI PUNTI CARDINALI
PER DETERMINARLO È SUFFICIENTE UNA MAPPA O UNA BUSSOLA.
ATTENZIONE: L'esposizione nell'alpinismo
indica anche la presenza del vuoto lungo una via di arrampicata o un sentiero.
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L'esposizione dei versanti è un fattore importante del territorio: influenza il microclima attraverso l'angolo di incidenza dei raggi solari sulla superficie del suolo.
In inverno influenza la temperatura del manto nevoso e, pertanto, il suo metamorfismo costruttivo.
• Nei pendii sottovento (direzione NO-NE) il manto nevoso si deposita molto lentamente (a causa della scarsa irradiazione solare) e questo fa sì che i rischi si conservino più a lungo e che ne nascano di nuovi.
• Al contrario i pendii esposti a sud (SO-SE) dispongono più frequentemente di un manto nevoso più stabile grazie alla maggiore insolazione.
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Ci si posiziona lungo il versante con le
spalle rivolte a monte e lo sguardo rivolto
a valle.
L’esposizione si calcola con la bussola
identificando la direzione del nostro
sguardo
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Individuare la curva di livello più vicina
al punto di interesse, disegnare la
perpendicolare alla tangente alla curva,
prendere come direzione quella che va
da monte a valle, poi calcolare
l’esposizione tramite l’utilizzo di un
goniometro o quadrante bussola a 16
direzioni.
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Carta schematica con le linee di cresta
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Abbiamo visto un metodo di misura delle distanze lineari planimetriche. Per avere un'idea dei dislivelli che si percorreranno si può disegnare un profilo altimetrico del percorso. Come? Individuare sulla carta le quote dei punti più bassi e quelle dei colli o cime da superare e la distanza tra di loro. Vengono riportati i punti su un foglio utilizzando l'asse orizzontale per le distanze planimetriche e quello verticale per le quote. Unendo i punti risultanti si ottiene una spezzata che, con molta approssimazione, fornisce un'idea del profilo altimetrico di un percorso.
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La bussola
L'altimetro
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I punti cardinali
Il movimento del Sole
La Rosa dei venti
L'azimut
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Un punto sulla superficie terreste risulta determinato da un valore di Latitudine (nord o sud): distanza angolare del punto dall'equatore, misurata in gradi sull'arco del meridiano che passa per quel punto Longitudine (est o ovest rispetto a Greenwich) distanza angolare del meridiano che passa per quel punto dal meridiano iniziale
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La sfera terrestre e' stata
convenzionalmente
suddivisa in
meridiani e paralleli.
In escursionismo e alpinismo usualmente non si usano le coordinate, ma e' fondamentale
conoscere i punti cardinali:
SUD il sole a mezzogiorno (astronomico)
EST il sorgere del sole (ore 6 agli equinozi)
OVEST il tramonto del sole (ore 18 agli equinozi)
NORD il sole a mezzanotte (l’opposto del sud)
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L'azimut e' un angolo di direzione riferito al Nord, e misurato in senso orario Se ipotizziamo un allineamento punto di partenza-Nord e punto di partenza-punto di arrivo, l'azimut e' l'angolo formato tra le due linee. Per determinare questo angolo si usa la bussola mirando direttamente al punto di arrivo se è visibile; se invece non è visibile misurando col goniometro il suo valore sulla carta riportandolo
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Per marcia all'azimut
(rotta) si intende un
percorso da
effettuare seguendo
le indicazioni dataci
attraverso valori di
azimut.
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N
20°
180°
La bussola è uno
strumento semplice
che indica la
direzione del Nord
magnetico
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E' costituita da:
AGO è costituito da un ago magnetizzato in modo tale che si disponga lungo le linee di forza del campo magnetico terrestre con una sua estremità che indica il Nord magnetico
GHIERA GIREVOLE GRADUATA (GONIOMETRO) è sempre esterna alla bussola solitamente il sistema di misurazione adottato è quello sessagesimale (un angolo giro corrisponde a 360°). Le misurazioni effettuate sono sempre relative al Nord magnetico. E’ importante che la ghiera sia girevole, per rilevare o impostare un azimut.
CORPO solitamente in plastica o metallo amagnetico, di forma preferibilmente rettangolare. Deve comunque avere un lato rettilineo per poter agevolmente allineare la bussola con il reticolato chilometrico della cartina. E’ inoltre preferibile che abbia il fondo trasparente per facilitare il
posizionamento sul punto esatto della cartina.
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La bussola non va mai utilizzata in vicinanza di masse ferrose, o altro materiale che generi deviazione magnetica. Quindi lontano da: automobili, cavi di teleferiche o impianti di risalita, massi chiaramente ferrosi (rossicci), piccozze, ramponi ed attrezzatura alpinistica in genere, tralicci in metallo, linee elettriche da alta o media tensione, apparecchi elettrici o a batteria, radio ricetrasmittenti, chiavi, macchine fotografiche, dighe o altre opere in cemento armato, altre bussole, ecc.
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Inoltre occorre
prestare attenzione
alle zone di anomalia
magnetica, dove la
bussola è
praticamente
inutilizzabile a causa
delle forti deviazioni
del campo magnetico
terrestre.
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Di fatto è possibile, mediante un buon
orientamento primario, muoversi solo con le
mappe, senza bussola.
Con buona visibiltà sarà facile trovare qualche
punto di riferimento sul terreno, identificarlo
sulla carta e quindi orientare quest'ultima.
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Ma con la nebbia o con il buio la carta da sola non basta:
occorre la bussola.
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Appoggiare la bussola sulla
carta in piano, allineando un
lato della stessa all'asse
verticale del reticolo della carta.
Ruotare quindi carta e bussola
insieme fino a che l'ago non
risulti parallelo all'asse del
reticolo scelto
L’altimetro è uno strumento che serve a
misurare la quota slm del punto in cui ci si
trova
è sostanzialmente un barometro con una scala
metrica graduata in base alla variazione di
pressione alle diverse quote
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È uno strumento che richiede particolari cure ed una continua taratura Perchè ?
la pressione atmosferica varia in continuazione per effetto di eventi meteorologici, vento e
temperatura. Quando ?
deve essere tarato in corrispondenza di ogni punto quotato sulla cartina che viene raggiunto
la taratura dovrà essere tanto più frequente quanto più le condizioni meteorologiche sono
instabili
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Fornendo un dato sulla quota, l'altimetro risulta
utile per individuare la propria posizione
insieme a carta e bussola.
Esempio:
ci si trova su un crinale, senza sapere
esattamente in che punto
l'altimetro ci fornisce la quota slm
attraverso le curve di livello sarà facile
individuare sulla carta la posizione
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La carta e gli altri strumenti ci saranno molto di aiuto in caso ci si perda. Ma il loro costante utilizzo deve rendere assai remota questa possibilità. Che fare in caso di nebbia ? Appena ci si accorge del sopraggiungere di nebbia o nuvole basse è necessario "fare il punto" in quell'istante. Valutare se non sia il caso di fare "dietro-front" sul percorso appena effettuato.
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Nel caso si debba continuare, usare la bussola
opportunamente con la carta controllando ogni
riferimento utile.
Nel caso di marcia all'azimut chi tiene la bussola
non dev'essere l'apripista.
Nel caso si debba cercare qualche cosa nella
nebbia (un segnavia, un bivio, un cartello, ecc.)
ricordarsi di tenere sempre fermo un
componente del gruppo utilizzandolo come
riferimento.
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By ANAG Gian Carlo Berchi
So, enjoy your trek !