«Città a misura di famiglia», anche la Toscana …...città a misura di famiglia. Ci stanno...
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PRIMOPIANOTOSCANA OGGI4 febbraio 20184
«Città a misura di famiglia»,anche la Toscana guarda a Trento
DI ANDREA BERNARDINI
asciatoi, seggiolini, tavoli dagli angolismussati, posate di plastica, angoli deigiochi, menù per bambini neiristoranti. Culle, sponde anti caduta,
tele cerate, pannolini, adattatori per isanitari negli alberghi, negli agriturismi e neibed&breakfast. Aree giochi, caccie al tesoro elaboratori in castelli e musei, dove anche ipiù piccoli si divertono, insieme ai genitori.Segnaletica a gogò nelle piste ciclabili: uncolore – il verde – segnala i percorsi alla
portata di grandi e piccini.Trasporti economici: sisale in sei – papà, mammae quattro figli minori – sipaga in due.Talvolta bastano pocheattenzioni per rendere unacittà a misura di famiglia.Ci stanno provando daanni a Trento e dintorni.In particolare da quando,nel 2011, la provinciaautonoma approvò unalegge sul benesserefamiliare.In questi anni gli operatoridella Agenzia provinciale perla famiglia, la natalità e lepolitiche giovanili – piùdonne che uomini,economisti, giuristi,sociologi, pedagogisti,psicologi – hannopresentato a tutti i sindacidei Comuni del territoriointeressati una sorta di
programma di governo. Promettendo loroche se avessero rispettato i 47 punti di queldisciplinare, il loro Comune avrebbe potutofregiarsi del marchio Family in Trentino.Oggi 8 cittadini su 10, in provincia di Trento,vivono in un Comune amico della famiglia.Possono fregiarsi di questo titolo 67Comuni su 177. Altri 50 potranno farlopresto.Oggi il modello-Trento è stato portatoall’attenzione anche di altri Comuni d’Italia,grazie soprattutto agli ambasciatoridell’Associazione nazionale famiglienumerose. Chi scrive era a Trento nel tardopomeriggio di giovedì 30 novembre delloscorso anno quando – nella sala dirappresentanza di Palazzo Geremia, sede delComune di Trento e gioiello del Trecento –sindaci, amministratori, funzionari erappresentanti dell’associazionismofamiliare hanno partecipato allapresentazione del network nazionale deiComuni family friendly. Ma anche la provincia di Lucca nello scorsofine settimana ha organizzato una sorta discuola per amministratori toscani, ospitatanella sala Maria Luisa di Palazzo Ducale.L’incontro è stato aperto da Emma Cologna,consigliera di parità della provincia di Lucca,che il modello di politiche familiari adottatodalla provincia autonoma di Trento loconosce a menadito non fosse altro perché è
consulente per la certificazione aziendale family audit uno dei molti servizi nati in senoall’agenzia per la famiglia. E dai saluti delconsigliere provinciale Sara D’Ambrosio, 30anni, una laurea in Economia e commercio,primo cittadino di Altopascio (di più: ilprimo sindaco donna da quando la città delTau divenne comune, nel 1881).Poi spazio alle testimonianze. La prima:quella del dirigente dell’Agenzia per lafamiglia della provincia autonoma diTrento, Luciano Malfer. Nei Comuni amicidella famiglia trentini non solo leamministrazioni cittadine, ma tutta lasocietà civile fa gara a proporre soluzioni amisura di coppie con figli. Sono circa 500 imusei, le aziende di trasporto pubblicolocale, i pubblici esercizi e le associazionisportive e ricreative che hanno il marchio family. Un marchio che viene dato dopoessere passato al vaglio di una commissione,di cui fanno parte anche esponenti delForum delle associazioni familiari.I dipendenti dell’amministrazioneprovinciale, di alcuni Comuni e di uncentinaio di aziende private usufruiscono diun orario più flessibile rispetto ad altricolleghi d’Italia e grazie al quale possonodedicarsi un po’ meglio ai propri figli e aipropri vecchi. Nei Comuni amici della famiglia le famigliecon figli hanno sconti sulle addizionali Irpefe più in generale su tutte le imposte e tariffeche vengono decise dall’ente locale.Un assegno unico, dal gennaio 2018, metteordine a molte provvidenze fino ad oggiricevute dalle famiglie della provinciatrentina: sostiene il reddito delle famigliepovere, il mantenimento dei figli, la lorofrequenza ai nidi e chi ha in casa un disabile.Gli under 18 si recano al cinema o al teatroutilizzando voucher culturali, finanziati coni risparmi ottenuti dalla riduzione delvitalizio degli ex consiglieri regionali.Alcune di queste misure sono universali.Altre sono destinate a famiglie al di sotto di
una certa soglia Icef (acronimo di Indicatorecondizione economica familiare), una sorta diredditometro tutto trentino, che megliodell’Isee tiene conto dei carichi familiari.A Trento e dintorni i bambini ed i ragazziaccompagnati dai genitori salgono gratis subus, cabinovie, sciovie, musei. Le famigliecon più figli – almeno tre – hanno in tascauna family card, grazie alla qualeusufruiscono di sconti anche per la spesaalimentare.Sportelli dedicati danno informazioni aresidenti e turisti su tutte le iniziative familyfriendly portate avanti da soggetti pubblici eprivati: in estate – dove proliferano leproposte di animazione per ragazzi – maanche per il resto dell’anno.Le politiche familiari sono entrate nei pianistrategici a lungo termine: quand’anchedovesse cambiare colore in un prossimofuturo, la nuova giunta sarà obbligata aseguire le best practices ormai avviate.Sono sorti ogni dove gruppi di acquistofamiliare. L’impatto di alcune leggi – primaancora che queste siano portate in consiglio– è valutato dalle famiglie riunite inassociazioni e nel forum. Nei distrettifamiglia amministratori di Comuni,comunità di valle, enti privati, coop, aziendeprofit e no-profit lavorano gomito a gomitoper rendere il territorio a misura di coppiecon figli.Una rivoluzione generata dal basso, natadall’ascolto delle difficoltà, dellepreoccupazioni e dei progetti di vitaraccontati, in mille modi e in milleoccasioni, dalle coppie con figli. Nata, sevogliamo, da un gruppo di coppie cresciuteinsieme a don Sergio Nicolli, oggi parroco aRovereto, all’epoca direttore dell’ufficiofamiglia della diocesi di Trento (esuccessivamente anche dell’ufficio famigliadella Conferenza episcopale italiana). Era il1996 quando don Sergio, al termine di untosto percorso formativo della pastoralefamiliare, fondò insieme a quindici coppie
l’Associazione famiglie insieme (Afi). «Ci trovavamo per ragionare di questionimolto concrete: ad esempio di comecoinvolgere i nostri figli piccoli in occasionedelle celebrazioni eucaristiche domenicali –ricorda il past president Afi Massimo Zanoni.Dell’esigenza di un servizio di tagesmutter odella regolazione della figuradell’amministratore di sostegno. Incontri diapprofondimento che si concludevanosempre con una proposta, oggetto di undocumento. Divenuto, poi, in alcuni casi,proposta di legge approvata dalla provinciadi Trento».Allora il Forum delle associazioni familiarinon era ancora nato. Quando metterà le sueradici – e riuscirà a strutturarsi – farà tesorodell’esperienza portata avanti dalle coppieriunite nell’Afi. E ne seguirà un po’ lo stile.Tra le coppie animatrici di Famiglie insieme,anche Luciano e Marisa Malfer. Lui, inparticolare, diventerà nel 2011 dirigentedell’agenzia provinciale della famiglia.Mauro e Filomena Ledda, genitori di prolenumerosa, consiglieri nazionali Anfn,vengono da Alghero, la città più turisticadella Sardegna. Conobbero per la primavolta il modello trentino di politichefamiliari partecipando nel 2010 ad unincontro di famiglie numerose a Pinzolo.Era il 2010. Come folgorati dallatestimonianza del dirigente Luciano Malfer,chiesero ed ottennero di poter approfondireciò che avevano da poco ascoltato. «A Trento– hanno raccontato in occasione di unincontro ospitato nei giorni scorsi a Lucca –ricevemmo un’esperienza straordinaria.Quando tornammo ad Alghero fummomolto tentati di non disfare le valigie e, alcontrario, di tornare in aereoporto eprendere il primo volo utile per trasferircidefinitivamente lì. Scegliemmo, invece,l’unica alternativa possibile a quellasoluzione: ricostruire il modello-Trentoanche nella nostra città». Convinsero così illoro primo cittadino, Mario Bruno a recarsi,
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Oggi, in Trentino,8 cittadini su 10vivono in Comuni chehanno adottatouna serie dipolitiche «familyfriendly» chevanno da scontisui servizi e sugliaccessi a musei espettacoli, fino ad orari flessibiliper i genitori. E l’esempio stacontagiando altriComuni italiani
DALLA PARTEDELLE FAMIGLIE
l’ INIZIATIVA
In un incontro, che siè tenuto nei giorni scorsia Palazzo Ducale di Lucca,amministratori localie tecnici a confrontosu politiche innovativeda adottare nei Comuni
La «rete» trentina si sta estendendoel network nazionale «Comuni amici della famiglia», di cui si èfatto promotore Alghero (Sassari) fanno già parte 13
amministrazioni locali: Feltre (Belluno), Cerete, Fino del Monte, Onore, Songavazzo e Rovetta (Bergamo), Sassari, Todi (Perugia), Decimopuzzu (Cagliari), Trento, Olmedo (Sassari) e Perugia. Altrihanno manifestato l’intenzione di aderire a breve: Albignasego(Padova), Corsano (Lecce), Este(Padova), Ferrara, Gorizia, Leonforte (Enna), Nuoro – conventi altri enti locali dell’Unionedei Comuni – Uri (Sassari), Golfoaranci (Otranto), Piacenza, i96 Comuni dell’areametropolitana di Reggio Calabria, San Martino Siccomario (Pavia), Tricesimo (Udine). Tra leorganizzazioni, l’Associazionenazionale famiglie numerose (cheè tra i promotori) e la Consiglieradi parità della provincia di Lucca.Info su www.trentinofamiglia.it.
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Amministratori locali etecnici all’incontro tenutosinei giorni scorsi a Lucca per discutere della rete«Comuni amici della famiglia»