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UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA
DIPARTIMENTO DI CHIMICA
Direttore Ch.ma Prof.ssa Antonella Profumo
Facolta di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
Corso di Laurea Triennale in Chimica – L27
CICLODESTRINE: COMPLESSI D’INCLUSIONE HOST–GUEST
E LORO APPLICAZIONI NEL TRASPORTO DI FARMACI
Relatore: Ch.ma Prof.ssa Doretta Capsoni
Correlatori: Dott. Francesco Monteforte
Ch.mo Prof. Maurizio Licchelli
Candidato:
Alessio Bianchi
Mat. 444639
Anno Accademico 2018 − 2019
Indice
1 Introduzione 1
2 Le Ciclodestrine 2
2.1 Generalita e interazioni host-guest . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
2.1.1 Aspetti Termodinamici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
2.1.2 Match Sterico e Funzionalizzazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
2.1.3 Effetti dell’Interazione CD-Substrato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
2.2 Sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
2.2.1 Sintesi delle Ciclodestrine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
2.2.2 Sintesi dei Complessi con Ciclodestrine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
2.3 Confronto tra le Principali Ciclodestrine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
3 Le Ciclodestrine nel Drug Delivery 11
3.1 Variazioni delle Proprieta del Farmaco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
3.1.1 Solubilita e Rilascio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
3.1.2 Biodisponibilita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
3.1.3 Tossicita ed Effetti Collaterali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
3.1.4 Stabilita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
3.2 Rilascio Controllato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
3.3 Applicazioni Farmaceutiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
4 La Bumetanide 15
4.1 Descrizione Generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
4.2 Sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
4.3 Struttura Cristallina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
5 Parte Sperimentale 17
5.1 Tecniche Utilizzate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
5.2 Attivita Sperimentale e Risultati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
6 Conclusioni 22
Bibliografia 23
i
1. Introduzione
Le ciclodestrine (CD) vengono scoperte da A. Villiers nel 1891[ 1], anno in cui il biologo francese
si accorge della presenza di prodotti cristallini nelle colture batteriche di Bacillus amylobacter
su cui sta lavorando. Ignaro di aver avuto contaminazioni da parte di un altro batterio in grado
di produrre destrine in forma cristallina partendo dall’amido, chiamo la sostanza “cellulosina”,
nome che permane fino ai primi studi specifici, nel 1903, da parte di F. Schrardinger[ 2]. Egli
isola le destrine da lui chiamate A e B (diventate poi α e β), entrambe scevre di potere ridu-
cente, caratteristica che ne fa intuire la ciclicita in quanto associata al fatto che tutti i carboni
anomerici siano impegnati in legami O-glicosidici. Nel 1904 Schrardinger riesce finalmente a
caratterizzare il Bacillus macerans, batterio fino ad allora sconosciuto nonche il contaminan-
te di Villiers ed effettore della sintesi delle CD. Tutto cio portera all’isolamento massiccio di
questi composti e alle prime reazioni di ciclizzazione controllata per via enzimatica nel 1935[ 3].
E proprio grazie alle CD che e stato possibile osservare per la prima volta il meccanismo di
inclusione host-guest tra molecole anche grazie all’avvento della diffrazione a raggi X che ha
permesso lo studio strutturale dei cristalli[ 4].
Nella chimica supramolecolare, la chimica dei sistemi host-guest prevede l’interazione di
una o piu molecole ospitanti (host) piu grandi con una o piu molecole o ioni ospitati (guest) di
dimensioni inferiori. Le interazioni tra host e guest, di tipo non covalente, sono tendenzialmente
molto specifiche e comprendono legami a idrogeno, legami ionici, forze di Van Der Waals e
interazioni idrofobiche[ 5]. Nei sistemi in cui il ruolo di host e ricoperto da una CD sono proprio
queste ultime le interazioni preponderanti.
Le CD sono, come afferma J. F. Stoddart nel Carbohydrate Research del 1989[ 6], “contenito-
ri molecolari multiuso” e vengono per questo attualmente sfruttate in svariati campi industriali.
In cosmetica si utilizzano per il sequestro, il rilascio o la stabilizzazione di determinate mole-
cole come fragranze nei deodoranti[ 7] e agenti attivi in dentifrici e creme per la pelle[ 3]; nel
campo alimentare, per il mascheramento o l’esaltazione di sapori e odori, la stabilizzazione di
coloranti e la conservazione in generale dei prodotti, ma anche in processi produttivi come la
rimozione del colesterolo dai prodotti animali[ 3,8]; in agricoltura servono da vettori per erbicidi,
insetticidi, fungicidi, repellenti, ferormoni e regolatori della crescita; nell’industria chimica so-
no ampiamente usate nella separazione di enantiomeri, come catalizzatori[ 9], in cromatografia
come fasi stazionarie e in altre applicazioni analitiche[ 3], ma anche nella rimozione di contami-
nanti da suolo e atmosfera[ 10]; infine, le CD trovano un importante impiego nel drug delivery
permettendo a farmaci di essere solubilizzati, trasportati e rilasciati efficacemente e in modo
controllato nelle membrane cellulari attenuando, inoltre, alcuni effetti collaterali[ 11].
E questo l’aspetto che verra principalmente approfondito nella trattazione che prevede una
sezione sperimentale in cui si indaghera qualitativamente, con tecniche strumentali, l’otteni-
mento di complessi tra il farmaco bumetanide – a cui e dedicato un capitolo di presentazione –
e due differenti CD.
1
2. Le Ciclodestrine
2.1 Generalita e interazioni host-guest
Con ciclodestrine s’intendono, come indica il termine, degli oligosaccaridi macrociclici ad anello
composti da un certo numero, piccolo, di monomeri di α-D-glucopiranosio legati linearmente
tra loro per legami α-1,4 glicosidici. Esistono, in quanto stabili, CD composte da un numero di
monomeri pari o superiore a 5, ma le tre piu comuni sono quelle con 6, 7 e 8 unita monomeriche
che si indicano rispettivamente con i nomi comuni di α- , β- e γ-ciclodestrina. Le CD da 9 a 12
unita (δ- , ε- , ζ- ed η-) sono state anch’esse prodotte ma non trovano largo impiego a livello
industriale[ 12].
Figura 2.1: Formula di struttura e schematizzazione di una ciclodestrina.
Le CD assumono tridimensionalmente una forma toroidale (Figura 2.1), nello specifico a
tronco di cono le cui due aperture hanno diversa dimensione. Quella piu grande espone al-
l’esterno della struttura i gruppi idrossilici primari mentre quella piu piccola quelli secondari;
gli ossigeni emiacetalici, insieme al resto dell’anello piranosico, costituiscono invece la super-
ficie del toroide. Tale arrangiamento spaziale permette a questi macrocicli di interfacciarsi
efficacemente con solventi polari, avendo una zona esterna idrofila, mantenendo pero una certa
idrofobia nella cavita interna[ 13]. Proprio per questa caratteristica, le CD sono in grado di
creare strutture supramolecolari ospitando molecole apolari (substrati) per formare complessi
definiti host-guest [ 12]. Essendo solubili in acqua e in altri solventi polari, le CD costituiscono
quindi un ottimo vettore chimico per molecole idrofobe (tipicamente quelle organiche) in am-
bienti acquosi aumentandone la loro solubilita[ 14], una volta ospitate nella loro struttura. E
da notare che nonostante le strutture supramolecolari che si ottengono vengano comunemente
chiamate “complessi”, l’interazione tra le due specie e puramente di tipo idrofobo e non com-
porta rotture o formazioni di legami covalenti[ 15]. I rapporti stechiometrici CD:Substrato sono
variabili, anche se e piu comune che una o piu molecole di CD si associno ad un solo substrato,
soprattutto se di dimensioni molto maggiori[ 16]; rari sono i casi di piu molecole di substrato
inclusi in una sola CD.
2
Le Ciclodestrine 2.1. Generalita e interazioni host-guest
2.1.1 Aspetti Termodinamici
Il processo di inclusione e favorito sia dal punto di vista entropico che entalpico. Se consideria-
mo una soluzione acquosa di CD ed essendo l’interno della sua struttura non completamente
idrofoba, essa conterra un certo numero di molecole d’acqua nella sua cavita. Nel momento in
cui un generico substrato idrofobo affine alla CD (X) viene aggiunto alla soluzione, si andra ad
instaurare un equilibrio tra le due specie separate e il complesso d’inclusione. Supponendo che
il complesso che si formi sia 1:1, il processo si puo schematizzare con la reazione di equilibrio:
[CD · nH2O] + XKf−−⇀↽−− [CD · X] + nH2O (2.1)
Kf = e−∆G◦/(RT ), ∆G◦ = ∆H◦ − T∆S◦
Il rilascio di un numero sicuramente superiore di molecole di solvente rispetto a quello di
substrato incluso e entropicamente favorevole, ma costituisce tuttavia il contributo minore nel
∆G◦ di formazione del complesso che risente molto di piu della diminuzione di entalpia sempre
legata all’espulsione delle molecole d’acqua ma in relazione alla loro alta energia[ 3]. Esse si
trovano inizialmente in una zona meno idrofila dell’esterno e non avendo interazioni favorevoli
con la CD stessa risultano avere energia maggiore di quanta ne avrebbero se venissero rilasciate
interagendo col resto del solvente. Inoltre, si viene a creare un’interazione idrofoba favorevole
tra substrato e cavita della CD che comporta un ulteriore ∆H◦ < 0 eventualmente accentuato
dalla formazione di legami a idrogeno tra residui del substrato e gruppi ossidrilici esterni della
CD. Riassumendo, gli aspetti che favoriscono la formazione del complesso sono[ 16]:
� L’espulsione delle molecole di solvente polare dalla cavita della CD;
� L’eventuale aumento di legami a idrogeno tra le molecole di solvente rilasciate all’esterno;
� La diminuzione delle interazioni repulsive tra il solvente polare e il substrato apolare;
� L’aumento dell’interazione idrofoba tra CD e substrato;
� L’eventuale instaurazione di legami a idrogeno tra i residui esterni del substrato e i gruppi
ossidrilici della CD.
L’approccio piu utilizzato nel ricavare Kf e quello definito metodo della solubilita descritto
da Higuchi e Connors[ 17] il quale esamina l’effetto di un solubilizzatore, nel nostro caso la CD,
ed un substrato da esso solubilizzato. Riportando in grafico la concentrazione del substrato
disciolto in funzione della concentrazione di CD, quantita determinabili con opportuni metodi
titrimetrici, si ottengono curve definite di tipo A o di tipo B (Figura 2.2): le prime indicano la
formazione di complessi d’inclusione solubili mentre le seconde poco solubili. A loro volta, le
curve di tipo A sono suddivise nelle sottospecie AL (aumento lineare della solubilita in funzione
di [CD]), AP (aumento con deviazione positiva) e AN (aumento con deviazione negativa). I
3
Le Ciclodestrine 2.1. Generalita e interazioni host-guest
[Sub
Disc
]
[CD]
S0
APAL
AN
A BBS
BI
Figura 2.2: Diagramma di solubilita teorico riportante vari casi di curve[ 17].
sistemi di tipo AP denotano rapporti CD:Sub maggiori di 1 mentre quelli di tipo AN sono
difficilmente interpretabili. Le curve di tipo B identificano complessi di solubilita limitata nel
caso di BS e insolubilita per BI . La β-CD in acqua mostra sovente una curva di tipo B a causa
della sua bassa solubilita, ragion per cui si prediligono alcuni suoi derivati funzionalizzati (vedasi
sezione 2.1.2) che danno invece curve di tipo A. Nel caso della formazione di un complesso 1:1,
tenendo conto della porzione lineare della curva e definendo con m il coefficiente angolare della
retta, e possibile ricavare Kf dalla formula:
Kf =m
S0 (1 −m)(2.2)
con S0 solubilita intrinseca del substrato nel solvente.
2.1.2 Match Sterico e Funzionalizzazioni
L’interazione tra CD e substrato e altresı dettata dal giusto match tra le dimensioni delle
due molecole[ 18]. Questo fattore, che possiamo definire di tipo sterico, e inoltre alla base di
interazioni piu o meno favorevoli tra il medesimo substrato e ciclodestrine di cavita differenti e
determina una certa selettivita verso una molecola da parte di una specifica CD anche in base
ad eventuali funzionalizzazioni. Le CD, come del resto gli altri composti del glucosio, hanno dei
gruppi ossidrilici primari e secondari come siti reattivi e subiscono quindi le reazioni tipiche degli
alcoli come amminazioni, esterificazioni o eterificazioni[ 3]. La modifica della molecola comporta
una variazione della solubilita (importante per esempio per la β-CD essendo la meno solubile
tra le tre principali) e della stabilita a luce, calore e ossidazione, ma anche dell’affinita con una
certa molecola guest. Essa infatti, nonostante la lipofilia, presenta sovente gruppi polari che
tendono a rimanere all’esterno della cavita della CD avendo quindi la possibilita di interfacciarsi
con altri gruppi altrettanto polari, o addirittura con cariche nette, legati all’esterno della CD
stessa.
4
Le Ciclodestrine 2.1. Generalita e interazioni host-guest
HP-β-CD, pH 4 SBE-β-CD, pH 4 HP-β-CD, pH 7.4 SBE-β-CD, pH 7.4
O
HO
MeO
MeO
Me
⊕HN
NN
⊕HN
HN
Cl
N
MeO
MeO
Me
⊕HN
NN
⊕HN
HN
Cl
N
⊖
3OSO
MeO
MeO
Me
N
NN
N
HN
Cl
N
O
HO
MeO
MeO
Me
N
NN
N
HN
Cl
N
⊖
3OSO
Figura 2.3: Modelli proposti per i complessi d’inclusione di DY-9760e con HP-β-CD e SBE-β-CD a pH 4 e 7.4 (rielaborazione Fig. 5 in Nagase et. al.[ 19]).
Ne e un esempio lo studio del 2001 condotto da Nagase et. al.[ 19] nel quale e stata con-
frontata l’interazione del farmaco DY-9760e1 con due diverse β-CD funzionalizzate a diversi
pH, la 2-idrossipropil-β-CD (HP-β-CD) e la sulfobutiletere-β-CD (SBE-β-CD), tramite metodi
spettroscopici e studi di solubilita. I risultati confermano rapporti stechiometrici host:guest 1:1
e una maggior stabilita nel caso del complesso con SBE-β-CD per azione sinergica dell’intera-
zione idrofobica tra il residuo fenilico del farmaco e la cavita della CD (confermata dalle 1H- e13C-NMR) e l’interazione elettrostatica tra un residuo ammonio quaternario sulla molecola e il
gruppo solfonico carico posto sulla CD a pH acido (Figura 2.3).
2.1.3 Effetti dell’Interazione CD-Substrato
La formazione del complesso puo essere sfruttata sotto vari aspetti in quanto il sistema host-
guest presenta proprieta chimico fisiche differenti dalla molecola libera di substrato[ 14]. In
particolare:
� Il complesso ha solubilita maggiore del substrato in solventi polari, soprattutto in acqua
(principio sfruttato nel drug delivery);
� La CD ha un effetto protettivo per molecole labili contro agenti ossidanti o degradazione
da parte di luce e calore;
� La complessazione comporta una diminuzione di volatilita o tendenza a sublimare del
substrato;
� In generale, la complessazione attua un sequestro della molecola spegnendo la sua reat-
tivita o occultandone la detezione. Questo principio viene sfruttato nell’utilizzo delle
CD per il mascheramento di sapori e odori, ma anche per attuare effetti ipocromici su
coloranti;
13-2-[4-(3-cloro-2-metilfenil)-1-piperazinil]etil-1-(1H-imidazol-5-ilmetil)-5,6-dimetossi-1H-indazolo
5
Le Ciclodestrine 2.2. Sintesi
� L’uso di CD funzionalizzate, grazie alla reattivita dei gruppi ossidrilici, puo portare ad
un controllo del rilascio dalla struttura delle molecole complessate (sfruttato nel drug
delivery).
� L’interazione con la CD puo portare ad attivita catalitica di reazioni che coinvolgono il
guest.
2.2 Sintesi
2.2.1 Sintesi delle Ciclodestrine
Figura 2.4: Schema di sintesi enzimatica delle CD attuata direttamente su un’alfaelica diamilosio o previo trattamento con α-amilasi a dare destrine lineari.
La sintesi delle CD a partire dall’amido prevede una transglicosilazione intramolecolare ed
e messa in atto dall’enzima ciclodestrinaglucanotransferasi (CGTasi) a volte supportato dall’α-
amilasi che frammenta semplicemente le catene polimeriche dell’amido (Figura 2.4)[ 3]. Gli
studi sull’azione enzimatica[ 20] mostrano come un residuo Asp 229 della CGTasi vada a rompe-
re le catene lineari di amilosio formando un legame estereo su un carbonio anomerico a dare un
intermedio enzima-glicosilico (substrato attivato) e uno zucchero libero (Figura 2.5). Il residuo
di zucchero rimosso puo essere quindi sostituito da una nuova molecola, detta accettore, per
formazione di un nuovo legame α-1,4 . Il substrato attivato segue quindi diverse vie rispetto
all’accettore disponibile: nel caso fosse una molecola d’acqua, si va incontro a idrolisi; se viene
utilizzato il gruppo 4-idrossilico di un altro zucchero, avviene una transglicosilazione intermo-
lecolare a dare zuccheri lineari; se invece si sfrutta il gruppo 4-idrossilico di un monomero dello
stesso substrato attivato si ha ciclizzazione. Affinche la reazione segua questo iter, una zona
specializzata della CGTasi permette la circolarizzazione della struttura. In questo step sembra
essere cruciale l’intervento di un residuo amminoacidico specializzato Tyr 195[ 21–23]. Le CGTasi
producono in genere una miscela di CD i cui componenti principali sono le α-, β- e γ-CD, il
cui rapporto dipende dallo specifico enzima, insieme ad altri sottoprodotti lineari[ 3,25].
L’isolamento si basa sulla differente solubilita delle tre molecole:
� La β-CD e poco solubile in acqua (18.5 g/L a 25 ◦C) e puo quindi essere separata per
cristallizzazione;
6
Le Ciclodestrine 2.2. Sintesi
Asp 229
+
Circolarizzazione
Asp 229
Asp 229
Asp 229
Ciclizzazione
'
'
Asp 229
Transglicosilazione
Ciclodestrina
Zucchero Lineare
Figura 2.5: Meccanismo di reazione enzimatica portata avanti da una CGTasi a dare unaγ-CD e dei sottoprodotti lineari (rielaborazione Fig. 1 in Uitdehaag et. al.[ 24]).
� α-CD e γ-CD hanno invece una solubilita decisamente maggiore (rispettivamente 145 e
232 g/L a 25 ◦C) e necessitano quindi di piu dispendiose tecniche cromatografiche per
essere isolate.
Tendenzialmente, i complessi delle CD sono meno solubili di quelle libere, percio l’aggiunta
di un substrato co-precipitante (di solito un solvente organico come toluene, etanolo o acetone)
permette la precipitazione sequenziale delle diverse CD evitando separazioni in cromatografia.
Inoltre, la formazione di un prodotto insolubile sposta l’equilibrio di formazione della (2.1)
verso i prodotti.
2.2.2 Sintesi dei Complessi con Ciclodestrine
Per la sintesi dei complessi di inclusione con CD sono impiegate diverse tecniche[ 13,26]:
Co-precipitazione: E il metodo piu utilizzato a livello di laboratorio e consiste nello scio-
gliere una certa quantita di CD in un solvente, di solito acqua, tramite eventuale riscaldamento,
anche in base alla termolabilita del guest che viene aggiunto sotto agitazione. Dato che la so-
lubilita del complesso e tendenzialmente inferiore alla CD libera, si utilizzano concentrazioni di
CD abbastanza alte di modo che, man mano che la reazione va a compimento, precipiti diretta-
mente il complesso. Si puo anche raffreddare per favorire la precipitazione. Il precipitato viene
cosı raccolto per decantazione, centrifugazione o filtrazione e puo essere lavato con aliquote di
acqua fredda o altri solventi polari come metanolo, etanolo o acetone. Questo passaggio puo
risultare deleterio per i complessi piu solubili e va quindi testato prima della realizzazione su
scala industriale. Gli svantaggi di questo metodo sono proprio messi in risalto quando applicato
su vasta scala: infatti, la ridotta solubilita delle CD (vedasi Tabella 2.1) costringe all’utilizzo
di grandi quantita d’acqua, ma anche la capacita dei serbatoi, il tempo e l’energia impiegati
nel riscaldamento e nel raffreddamento possono diventare fattori economici importanti. An-
7
Le Ciclodestrine 2.2. Sintesi
che il trattamento delle acque madri comporta un costo aggiuntivo, attenuato in molti casi
operandone un riciclaggio[ 27,28].
Complessazione Slurry : Questo metodo prevede di sovrasaturare la soluzione di CD rag-
giungendo concentrazioni del 50-60% (m/V ) in acqua. L’aggiunta del guest (X) comporta la
precipitazione del complesso e la conseguente solubilizzazione della parte sospesa di CD libera
che viene dissolta gradualmente:
CD(s)H2O−−⇀↽−− CD(aq) (2.3)
CD(aq) + X(aq) [CD · X](s) (2.4)
La formazione del complesso [CD · X](s) sposta l’equilibrio (2.4) verso i prodotti e, di conse-
guenza, il (2.3) verso la forma acquosa della CD che va a reagire col resto del substrato.
Il complesso viene isolato con le stesse operazioni della co-precipitazione. Il tempo richiesto
per completare la complessazione e variabile e dipende principalmente dal guest. La complessa-
zione slurry e attuata principalmente a temperatura ambiente, il che rappresenta un vantaggio
rispetto alla co-precipitazione. Per molti guest e tuttavia necessario il riscaldamento che va
pero operato con attenzione dato che troppo calore puo destabilizzare il complesso dando luo-
go a reazioni non complete. A livello industriale risulta un metodo vantaggioso per un minor
dispendio d’acqua e reattori di grandezze inferiori.
Complessazione in Pasta o Kneading : E considerata una variazione della complessazione
slurry. Solo una piccola quantita di solvente viene aggiunta ad una miscela dei due componenti
che vengono mescolati con mortaio e pestello o, su vasta scala, in uno kneader. Esso viene poi
man mano fatto evaporare, anche portando a secco, e riaggiunto in piccole quantita per un
numero di volte che dipende dal guest. Il complesso risultante puo essere direttamente seccato
o lavato con piccole quantita di solvente e raccolto per filtrazione o centrifugazione. La quantita
di solvente e la natura del guest portano a casi di paste secche e compatte o di polveri fini.
Sono percio necessari mescolamento continuo e il giusto apporto di solvente. Questa tecnica ha
il vantaggio di permettere un intimo contatto tra i due componenti, soprattutto se entrambi
inizialmente in stato solido, operando una continua solubilizzazione e riprecipitazione. Per
l’abbattimento dei tempi risultano percio utili solventi volatili.
Miscelazione e Riscaldamento a Umido: Si utilizzano, in questo caso, quantita minime
o nulle di acqua che vanno dalle molecole di idratazione della CD al 20-25% rispetto al reagente
anidro. CD e substrato vengono miscelati e posti in un contenitore a tenuta poi riscaldato
a 100 ◦C. Il contenuto e infine rimosso e seccato. La quantita di acqua aggiunta, il grado di
miscelazione e il tempo di riscaldamento sono parametri da studiare e ottimizzare in base alla
natura di ogni guest.
8
Le Ciclodestrine 2.3. Confronto tra le Principali Ciclodestrine
Estrusione: E la variante in continuo del metodo precedente. I componenti possono essere
premiscelati prima di raggiungere l’estrusore e i parametri di quantita d’acqua, grado di misce-
lazione e quantita di calore nella camera possono essere controllati direttamente. Rispetto alla
quantita d’acqua, il prodotto asciughera nella fase di raffreddamento o subira un’asciugatura in
un forno apposito. A causa delle alte temperature normalmente raggiunte, risulta un metodo
non adatto a guest termolabili.
Miscelazione a Secco: E l’approccio piu semplice e consiste nella semplice miscelazione di
CD e guest. Questo metodo risulta efficace nel caso di substrati liquidi o oleosi. La miscelazione
avviene generalmente a temperatura ambiente e il tempo dipende, come sempre, dalle carat-
teristiche del guest. E considerata una variazione dello kneading. La mancanza di aggiunte di
acqua ne fa un metodo vantaggioso su vasta scala, anche se comporta il rischio di formazione
di agglomerati facendo risultare la miscelazione non sufficiente affinche la complessazione abbia
luogo.
2.3 Confronto tra le Principali Ciclodestrine
Proprieta α-CD β-CD γ-CDNumero unita di glucopiranosio 6 7 8
Massa molecolare (g/mol) 972 1135 1297Solubilita in acqua a 25 ◦C (g/L) 145 18.5 232
Diametro esterno (A) 14.6 15.4 17.5Diametro della cavita (A) 4.7-5.3 6.0-6.5 7.5-8.3
Altezza del toroide (A) 7.9 7.9 7.9Volume della cavita (A3) 174 262 427
Tabella 2.1: Alcune proprieta delle tre principali ciclodestrine[ 16].
Delle proprieta riportate in Tabella 2.1, stupisce di sicuro il gia accennato calo di solubi-
lita in acqua della β-CD. Essa, avendo un numero pari di monomeri, impiega tutti gli –OH
disponibili alla formazione di legami a idrogeno con altri ossidrili adiacenti in maniera efficace
precludendosi la possibilita di instaurarne con il solvente[ 29]. Tant’e che anche la δ-CD, seppur
non riportata, presenta una solubilita in acqua a 25 ◦C di 81.9 g/L, inferiore sia alla α- che alla
γ- . L’inconveniente viene risolto funzionalizzando le molecole come gia descritto nelle sezioni
2.1.1 e 2.1.2 . Nella α-CD, un’unita di glucopiranosio distorta non le permette di instaurare
tutti i possibili ponti a idrogeno con se stessa e nella γ-CD lo stesso risultato viene raggiunto
a causa della flessibilita e non complanarita della struttura: il risultato e una maggiore inte-
razione con l’acqua e una solubilita piu accentuata. E da considerare che nonostante i limiti
descritti, la β-CD rimane la piu accessibile delle tre a livello economico e anche la piu effica-
ce nel complessare un elevato numero di substrati[ 16] (vedasi sezione 2.1.2 e Tabella 2.3); cio
giustifica la considerevole varieta dei suoi derivati funzionalizzati prodotti industrialmente[ 11]
(Tabella 2.2).
9
Le Ciclodestrine 2.3. Confronto tra le Principali Ciclodestrine
Derivato della β-CD AbbreviazioneIdrossietil-β-CD HE-β-CDIdrossipropil-β-CD HP-β-CDSulfobutiletere-β-CD SBE-β-CDMetil-β-CD M-β-CDDimetil-β-CD DM-β-CD (DIMEB)β-CD metilata casualmente RM-β-CDβ-CD dimetilata casualmente RDM-β-CD
Derivato della β-CD AbbreviazioneCarbossimetil-β-CD CM-β-CDCarbossietil-β-CD CME-β-CDDietil-β-CD DE-β-CDTri-O-metil-β-CD TM-β-CD (TRIMEB)Tri-O-etil-β-CD TE-β-CDTri-O-butirril-β-CD TB-β-CDTri-O-valeril-β-CD TV-β-CD
Tabella 2.2: Alcuni derivati della β-CD comunemente impiegati nel drug delivery con lecorrispettive abbreviazioni utilizzate in questo elaborato[ 11].
Nell’interazione con un guest, le dimensioni giocano un ruolo fondamentale[ 30–34]. Spesso
accade che ci sia infatti una selettivita pronunciata da parte di una sola delle diverse CD
nei confronti di un substrato. Una CD troppo piccola puo infatti non permettere l’inclusione
della molecola e una troppo grande puo non presentare interazioni abbastanza forti. Questo
match sterico richiama l’esempio piu didatticamente conosciuto degli eteri corona con i metalli
alcalini. Vi e una vastissima letteratura in merito alla selettivita di diverse CD nei confronti
di vari substrati: ne riportiamo alcuni esempi in cui il fattore principale e la grandezza della
cavita (Tabella 2.3).
Substrato CD studiate Risultati Riferimenti
Glicazide (GL) α- e β-CDLa cavita della β-CD risulta piu accessibileagli anelli di GL rispetto a quella della α- .
[ 30]
CompostiMacrociclici (MCC)
α-, β-, γ- e δ-CDSono stabili i complessi tra MCC piu piccoli
e α- e β-CD e tra MCC piu grandi e γ- e δ-CD.[ 32]
Ibuproxam α-, β- e γ-CDUn effettivo aumento della solubilita e stato
registrato solo per la β- e la γ-CD in quanto laα- risulta meno accessibile.
[ 33]
Tabella 2.3: Influenza della grandezza della cavita di diverse CD nell’interazione con unospecifico substrato.
L’attivita sperimentale mirata allo studio di formazione di un determinato complesso d’in-
clusione con CD prevede quindi tendenzialmente un confronto tra almeno due o piu CD diverse,
naturali o funzionalizzate, sullo stesso substrato tramite curve di solubilita, titolazioni spettro-
fotometriche (se possibile) o comunque metodi titrimetrici in generale per poter valutare la
stechiometria, ma anche analisi qualitative tramite XRD, FT-IR e analisi termiche operando
gli opportuni confronti tra dati. La scelta di un eventuale derivato di una CD va ponderata
basandosi anche sulla struttura molecolare del guest, valutandone polarita, dimensioni e gruppi
funzionali caratteristici.
10
3. Le Ciclodestrine nel Drug Delivery
3.1 Variazioni delle Proprieta del Farmaco
Grazie alle variazioni delle proprieta chimico fisiche che subisce un substrato incluso in una CD,
esse vengono ampiamente utilizzate nel trasporto di farmaci, anche grazie alla loro blanda o
nulla tossicita[ 35]. Operando un focus sull’aspetto del drug delivery, gli effetti generali derivanti
dalla complessazione riportati nella sezione 2.1.3 assumono ulteriore specificita, soprattutto per
quanto riguarda la contestualizzazione del sistema CD:Substrato in un ambiente fisiologico.
3.1.1 Solubilita e Rilascio
Il gia descritto aumento di solubilita in acqua va cosı a rivestire un ruolo fondamentale per
i farmaci idrofobi, soprattutto per formulazioni che richiedono alte dosi di principio attivo
permettendone l’assunzione in quantita minore[ 36]. In particolare, delle CD commercialmente
disponibili, quelle metilate con bassi gradi di sostituzione risultano le piu efficaci nella solubiliz-
zazione (es: DM-β-CD[ 37]). Le CD rivestono un ruolo importante anche nel rilascio dei farmaci:
ne e un esempio la β-CD in grado di aumentare il fattore di rilascio di naproxene o ketoprofene
da matrici di idrossipropil-metilcellulosa (HPMC) solubilizzandoli[ 38,39]. La capacita delle CD
di formare complessi anche in situ, direttamente nel solvente, non rende sempre necessaria la
preparazione del complesso allo stato solido per aumentare la dissoluzione del farmaco: CD e
substrato possono rimanere separati nel formulato andando a interagire solamente una volta
disciolti[ 40]. La scelta dell’uso di semplici miscele meccaniche viene messa in atto solamente nei
casi in cui la formazione del complesso in soluzione e ottimale, il che implica alte costanti di
formazione.
3.1.2 Biodisponibilita
L’inclusione di un farmaco in una CD e la conseguente solubilizzazione hanno spesso come
conseguenza l’aumento della sua biodisponibilita e quindi una miglior penetrazione delle barriere
biologiche. In particolare, le CD aumentano l’effetto penetrativo della sostanza d’interesse
attraverso le membrane cellulari con due differenti meccanismi, a seconda che il substrato
incluso sia completamente o solo parzialmente idrofobo.
Nel primo caso, la CD permette un aumento della permeabilita del farmaco alla membrana
(equilibrio a sx in Figura 3.1) rendendolo disponibile sulla sua superficie dove vi si ripartisce
senza disgregarne gli strati fosfolipidici. In questo contesto e necessario prevedere una quantita
di CD appena sufficiente a solubilizzare il substrato nell’ambiente acquoso in quanto un eccesso
comporterebbe una diminuzione della disponibilita della sostanza (l’equilibrio si sposta verso
la formazione del complesso)[ 17,41,42].
11
Le Ciclodestrine nel Drug Delivery 3.1. Variazioni delle Proprieta del Farmaco
XCD
Membrana Biologica
CD +
X X
XCD
Figura 3.1: Modalita di aumento della penetrazione di sostanze nelle membrane biologicheda parte di CD[ 41].
Nel caso di molecole piu solubili in acqua, la CD opera un aumento della permeabilita del
farmaco per azione diretta sulla membrana[ 17,43] (equilibri a dx in Figura 3.1). In seguito alla
dissociazione del complesso in concomitanza di essa, la CD puo complessare i fosfolipidi di
membrana causando una perturbazione della sua integrita che sembra contribuire alla promo-
zione dell’assorbimento del farmaco. Inoltre, la capacita delle CD di rimuovere il colesterolo
determina un aumento della fluidita della membrana stessa inducendo una perdita di resistenza
alla deformazione causando cosı una lisi circoscritta della cellula. Questa rimozione dei fo-
sfolipidi, specialmente la fosfatidilcolina e la sfingomielina, dall’esterno della membrana puo
anche comportare uno sbilanciamento del doppio strato implicando l’eventuale formazione di
stomatociti. Tale effetto risulta pero essere blando e reversibile, soprattutto paragonando le CD
con altri promotori di assorbimento comunemente utilizzati nelle formulazioni. Per esempio, la
DM-β-CD permette un aumento di assorbimento di enoxaparin nelle mucose nasali solubiliz-
zando le membrane biologiche e aprendo piccole aperture sulla superficie, ma l’effetto risulta
essere reversibile dopo 6 ore[ 44].
La diminuzione delle irritazioni provocate dal farmaco, se stabilizzato in una CD, permette
inoltre un incremento dei tempi di contatto nei siti nasali, oculari, rettali e transdermali; cio
favorisce ulteriormente la biodisponibilita[ 17].
3.1.3 Tossicita ed Effetti Collaterali
Il fatto di permettere una somministrazione di quantitativi inferiori di principio attivo, grazie
alla solubilizzazione e alla maggior biodisponibilita, implica una considerevole attenuazione di
tossicita ed effetti collaterali dei farmaci inclusi in CD[ 45]. Ne e un esempio l’aumento dell’a-
zione antivirale del ganciclovir sul citomegalovirus insieme ad un’accentuata diminuzione della
sua tossicita sull’organismo umano se complessato con β-CD[ 46]. L’aumento di solubilita dei
farmaci permette inoltre di ridurre sensibilmente le problematiche associate alla loro cristalliz-
zazione nel caso di somministrazioni parenterali[ 47]. Anche gli effetti collaterali possono essere
attenuati grazie all’intrappolamento da parte di una CD che garantisce il contatto diretto con
12
Le Ciclodestrine nel Drug Delivery 3.2. Rilascio Controllato
le membrane biologiche bersaglio evitando tessuti di non interesse senza perdite drastiche degli
effetti terapeutici[ 48].
3.1.4 Stabilita
La protezione di un principio attivo incluso in una CD da alcuni processi indesiderati – quali
deidratazione, idrolisi, ossidazione e fotodecomposizione – permette una conservazione del far-
maco piu lunga e al contempo una maggior resistenza una volta immesso nell’organismo[ 13].
Tale effetto stabilizzante dipende sia dalla natura del residuo di molecola incluso nella CD che
da quella dell’intorno chimico in cui il complesso e inserito. Per esempio, la HP-β-CD e piu
efficace nel ridurre i danni da fotodegradazione della 2-etilesil-p-dimetilamminobenzoato sia
in soluzione che in emulsioni[ 49]. Cosı anche il pH contribuisce all’effetto stabilizzante, come
nel caso della fotostabilita della trimepazina aumentata per inclusione con CD, ma solo a pH
acidi[ 50].
L’effetto della complessazione sulla stabilita del farmaco e rappresentato nello schema[ 51]:
Prodotti di Degradazione
(3.1)
e formalizzabile, nell’ipotesi che i processi di degradazione seguano una cinetica di pseudo I
ordine, attraverso la seguente relazione:
1
k0 − kobs
=1
Kf (k0 − kc)[CD]+
1
k0 − kc(3.2)
con k0 la costante di velocita di degradazione del substrato libero, kobs la costante di velocita
di degradazione osservata in presenza di CD, kc la costante di velocita di degradazione del
complesso e Kf la sua costante termodinamica di formazione. kc e quindi legata, in maniera
complessa, sia alle altre costanti riportate che alla concentrazione di CD presente. Pertanto,
sotto determinate condizioni, la complessazione puo addirittura portare ad un eventuale au-
mento della degradazione del substrato, dovuta in alcuni casi anche a variazioni strutturali del
farmaco nella CD e alla sua inclusione totale o parziale in essa.
Ponendo in grafico 1/(k0 − kobs) vs 1/[CD], Kf e kc sono rispettivamente ricavabili dal
coefficiente angolare e dall’ordinata all’origine se l’andamento dei dati e lineare.
3.2 Rilascio Controllato
Oltre ad agire da carrier per le sostanze in esse incluse, le CD risultano delle ottime candidate
per un rilascio preciso e controllato della giusta quantita di principio attivo per un determinato
periodo di tempo[ 52]. Questi aspetti sono tutti ottimizzabili attraverso la funzionalizzazione
13
Le Ciclodestrine nel Drug Delivery 3.3. Applicazioni Farmaceutiche
delle CD naturali, in particolare della β-CD. I derivati di quest’ultima vengono principalmente
classificati come:
� Idrofili, i quali aumentano la solubilita in acqua di sostanze idrofobe permettendone poi il
rilascio immediato. Ne sono un esempio HP- e SBE-β-CD utilizzate in alcune formulazioni
il cui principio attivo e assorbito nel tratto gastrointestinale;
� Idrofobi, che invece ritardano la dissoluzione di sostanze non completamente idrofobe da
parte del solvente/veicolo determinandone un rilascio prolungato (es. β-CD alchilate e
acetilate).
Un controllo specifico puo essere attuato anche sul sito di rilascio del farmaco come accade nel
caso della CME-β-CD i cui complessi d’inclusione aumentano la loro solubilita all’aumentare
del pH[ 52,53]. Questo implica una ridotta solubilizzazione all’interno dello stomaco che permette
al complesso di raggiungere l’intestino prima di operare il rilascio del substrato. La Tabella 3.1
riassume gli aspetti descritti.
Tipo di rilascio Effetto CD utilizzate
Rilascio immediatoAumento della dissoluzione e dell’assorbimento di farmaci
poco solubili in acquaHP-β-, DM-β, SBE-β-CD
e β-CD ramificate
Rilascio ProlungatoAumento dei tempi di rilascio di molecole piu
solubili in acquaβ-CD etilate e acetilate
Rilascio modificatoBiodisponibilita orale piu bilanciata con effetti
terapeutici prolungatiUso simultaneo di differenti
CD e/o altri eccipienti
Rilascio ritardatodipendente dal pH
(Enterico) Protezione acida dei farmaci CME-β-CD
Tabella 3.1: Alcune modificazioni di sito e/o tempo di rilascio del farmaco rispetto allacomplessazione da parte di CD naturali e funzionalizzate[ 52].
Un optimum tra effetti terapeutici controllati e una biodisponibilita bilanciata puo essere
raggiunto tramite combinazioni di complessi di CD idrofile e idrofobe. Simili risultati sono stati
ottenuti nei complessi con nicardipina utilizzando miscele di HP-β-CD e triacetil-β-CD[ 54] e
nelle formulazioni in compresse di nifedipina con β- e HP-β-CD[ 55].
3.3 Applicazioni Farmaceutiche
Per i motivi descritti, le CD trovano impiego in campo farmaceutico in vari formulati[ 11] per
somministrazioni orali, parenterali, oculari, nasali, rettali, dermali e transdermali e nel trasporto
mirato di farmaci colon- o cerebro-specifici, di proteine e peptidi – quali gli ormoni glucagone e
insulina[ 56] –, anche a causa della loro instabilita e basso assorbimento, e di derivati nucleotidici
– in quello che viene definito gene delivery [ 57] – per il trattamento di varie patologie.
14
4. La Bumetanide
4.1 Descrizione Generale
S
O
H2N
HN
O O
HO
O Nome IUPAC: acido 3-butilammino-4-fenossi-5-sulfamoilbenzoicoFormula bruta: C17H20N2O5SCAS number: 28395-03-1Peso molecolare: 364.417 g/molPunto di fusione: 230.5 ◦C [ 58]
Punto di ebollizione: 571.2 ± 60.0 ◦C a 760 torr a
Densita: 1.347 ± 0.06 g/mL a 20 ◦C e 760 torr a
pKa: 3.18 ± 0.10 in condizioni acide e a 25 ◦C a
aDati calcolati utilizzando il software ACD/Labs, V11.02 .
Figura 4.1: Formula di struttura e informazioni principali della bumetanide.
La bumetanide e un medicinale diuretico e puo essere utilizzato per il trattamento degli stati di
sovraccarico di fluidi ed edema, per esempio nell’insufficienza cardiaca[ 59,60]. A causa della sua
funzione diuretica, puo pero essere anche impiegata nel mascheramento della presenza di altri
farmaci nell’organismo, compresi gli steroidi. Questo aspetto e stato illegalmente sfruttato da
alcuni sportivi, come nel caso del 2008 in cui quattro giocatori della National Football League,
negli USA, furono sospesi dalla ESPN1 per abuso di steroidi mascherati in seguito all’assunzione
del farmaco[ 61].
La molecola deriva da studi condotti sull’effetto dei sostituenti nella furosemide2 e risulta
essere fino a 40 volte piu attiva di quest’ultima nei pazienti con funzionalita renale compromessa.
L’intento era quello di sostituire l’atomo di cloro in posizione 4 della furosemide ritenuto fino
a quel momento indispensabile nell’attivita della molecola. Tramite questa e altre modifiche,
si arrivo all’ottenimento della bumetanide in cui l’efficace attivita diuretica e invece portata
avanti dal gruppo fenossi[ 59,60] (Figura 4.1). La sua azione deriva dall’eliminazione dell’eccesso
di liquido dalla circolazione sanguigna attraverso la riduzione di NaCl. Questo diminuisce
la pressione sistolica e la forza richiesta per l’allungamento delle fibre miocardiche. Viene
somministrata per via orale e il suo effetto diuretico ha una comparsa di azione gia nei primi
30 minuti raggiungendo il massimo dopo 1-2 ore. Raggiunge una biodisponibilita compresa tra
l’80 e il 95 % in seguito a rapido assorbimento nel tratto gastrointestinale, ma ha un tempo di
semivita abbastanza breve, compreso tra i 45 minuti e le 2 ore e 40 minuti.
La bumetanide viene utilizzata nei casi di edema associato a scompensi epatici, renali,
cardiaci e a sindromi neuropatiche. Studi recenti dell’Istituto Mediterraneo di Neurologia di
Marsiglia hanno dimostrato un’azione positiva del farmaco nella cura dell’autismo[ 62]. La so-
stanza sembra infatti essere in grado di ridurre la concentrazione di cloro a livello neuronale
1Emittente televisiva sportiva.2acido 4-cloro-2-(furan-2-ilmetilammino)-5-sulfamoilbenzoico.
15
La Bumetanide 4.2. Sintesi
inducendo un miglioramento della sintomatologia dei pazienti autistici. Viene infine sfruttata
nella cura di edemi polmonari acuti, ipercalcemia acuta, ipokaliema moderata e overdose di
anioni[ 59].
Gli effetti collaterali prevedono disturbi gastrointestinali, ipotensione, iponatriemia, cefalea,
gotta, vertigini, nausea, vomito, febbre, ipocalcemia, ipoglicemia, ipomagnesiemia, iperurice-
mia, affaticamento, pancreatite e rash dell’epidermide.
4.2 Sintesi
n-BuOH
Pt/C
CO2H
PhO
CO2H
NO2
PhO
PhONaNH3
CO2H
NO2NO2
CO2HCO2HHNO3HSO3Cl
H2SO4
H2
CO2H
Cl Cl
SO O
Cl Cl
Cl
SO O
H2N
Cl
SO O
H2NS
O O
H2NS
O O
H2N
HO
O
S
O
H2N
HN
O O
12
3
Figura 4.2: Sintesi della bumetanide a partire dall’acido p-clorobenzoico[ 63–65].
La sintesi totale multistep della bumetanide[ 63–65] (Figura 4.2) prevede inizialmente una sosti-
tuzione elettrofila aromatica con acido clorosolfonico sull’acido p-clorobenzoico. Il cloro o-, p-
orientante e il carbossile m- orientante costringono l’attacco in posizione 3. Seguono una nitra-
zione e un’amminazione. Il gruppo fenossi e poi aggiunto tramite sostituzione nucleofila all’a-
nello per trattamento con sodio fenossido attraverso un meccanismo di addizione-eliminazione.
Il gruppo nitro viene quindi ridotto con una idrogenazione catalitica e il residuo anilinico che
si ottiene viene infine butilato con una sostituzione nucleofila.
4.3 Struttura Cristallina
In letteratura sono riportate due diverse forme polimorfiche della bumetanide di cui e nota la
struttura:
� Struttura monoclina, Gruppo Spaziale P21/c, a = 5.3952 A, b = 18.206 A, c = 18.119 A,
β = 98.222◦, Z = 2 [ 66];
� Struttura triclina, Gruppo Spaziale P -1, a = 5.0017 A, b = 9.2265 A, c = 19.599 A,
α = 80.794◦, β = 82.840◦, γ = 86.813◦, Z = 1 [ 67] .
16
5. Parte Sperimentale
Scopo del lavoro sperimentale effettuato e stata la sintesi dei complessi β-CD : bumetanide e
γ-CD : bumetanide verificata con tecniche strumentali. La scelta dei reagenti e stata operata in
modo da poter verificare sperimentalmente la selettivita delle due diverse CD verso il farmaco
a causa della loro differente cavita (vedasi sezioni 2.1.2 e 2.3) e vista la scarsa letteratura in
merito ai complessi della bumetanide con le CD di cui abbiamo una sola referenza[ 68].
5.1 Tecniche Utilizzate
La conferma della formazione di un complesso Farmaco:CD puo essere effettuata attraverso
tecniche strumentali qualitative come riportato in alcuni recenti lavori[ 69–73]. Nel caso di un
farmaco solido, la prassi prevede la registrazione dei diffrattogrammi XRD dei due reagenti, di
una loro miscela fisica e infine della miscela dei prodotti di reazione. Restituendo un profilo
caratteristico rispetto alla struttura cristallina delle polveri o del cristallo singolo analizzati, il
confronto tra i diffrattogrammi puo essere chiarificante per poter confermare o meno l’inclu-
sione. Dato che, in generale, il diffrattogramma della miscela fisica risulta essere la semplice
sovrapposizione dei diffrattogrammi dei singoli componenti, si andranno a confrontare i picchi
di quest’ultima con quelli dei prodotti di reazione: lo spostamento, la scomparsa o la comparsa
di alcuni di essi risultano essere collegati ad un cambiamento della struttura cristallina e quin-
di sintomatici di una possibile formazione del complesso host-guest. Inoltre, la presenza nel
diffrattogramma di bande estese puo indicare che il complesso formato e amorfo.
L’ipotesi d’inclusione puo essere ulteriormente approfondita tramite analisi di spettroscopia
FT-IR e di calorimetria a scansione differenziale (DSC) degli stessi campioni analizzati in XRD.
Per la prima tecnica si opera un confronto del tutto simile a quello visto nel caso della diffrazione
e anche in questo caso lo spettro della miscela fisica risulta essere la sovrapposizione degli spettri
dei due reagenti. La variazione dei picchi rispetto ai due reagenti originali (o alla miscela fisica),
specialmente la scomparsa, la riduzione d’intensita o lo spostamento a diversi numeri d’onda di
alcuni di quelli del farmaco, non solo danno un’ulteriore conferma dell’avvenuta inclusione ma
permettono di indicare selettivamente quale residuo di molecola puo essere stato incluso nella
cavita della CD e se si possono essere instaurati legami a idrogeno tra le due specie. Anche per
la DSC si procede in modo analogo valutando variazioni delle temperature o dei ∆H collegati
ai passaggi di stato o ad altri processi endo-esotermici. In questo ultimo caso, anche solo la
miscela fisica puo presentare un profilo differente dalla sovrapposizione di quelli dei due reagenti
in quanto il riscaldamento dei due componenti puo dar luogo a loro interazioni.
17
Parte Sperimentale 5.2. Attivita Sperimentale e Risultati
5.2 Attivita Sperimentale e Risultati
Sono state eseguite due diverse sintesi per ciascuna coppia CD-farmaco, tramite coprecipitazione
e tramite kneading (vedasi sezione 2.2.2), sempre con rapporti stechiometrici 1:1. Essendosi
rivelato il metodo dello kneading il piu efficace, riportiamo solo la descrizione e i risultati
associati ad esso. Le miscele fisiche (MIX) sono state preparate utilizzando 1/6 mmol di ogni
reagente mentre per lo kneading (KND) sono state impiegate 0.5 mmol per ognuno. Sono
stati inoltre effettuati due tentativi di sintesi con due diversi solventi: EtOH 98%, risultato
piu indicato, e una miscela 1:1 EtOH : H2O. I dati degli kneading riportati sono percio relativi
all’utilizzo del solo EtOH.
I diffrattogrammi sono stati raccolti nell’intervallo angolare 3-35◦/2θ, step 0.03◦ e tempo di
conteggio 6 sec/step. Per le misure spettroscopiche e stato utilizzato uno spettroscopio FT-IR
per l’analisi diretta di polveri e sono quindi assenti i picchi relativi al nujol. Le misure DSC
sono state condotte alla velocita di scansione di 5 ◦C/min da 25 a 250◦C su una quantita di
campione compresa tra i 3 e i 5 mg in crogioli di alluminio chiusi con coperchio forato e in
flusso di azoto secco.
Figura 5.1: Diffrattogrammi ottenuti sperimentalmente per lo studio del sistemaβ-CD : bumetanide.
In Figura 5.1 sono mostrati i diffrattogrammi relativi allo studio del sistema β-CD : bume-
tanide. La bumetanide utilizzata per la sintesi risulta essere il polimorfo di struttura triclina.
Infatti, il diffrattogramma calcolato sulla base del modello strutturale triclino ben si sovrappo-
ne a quello sperimentale (Figura 5.2) [dati ottenuti dall’affinamento strutturale e di profilo del
diffrattogramma applicando il metodo di Rietveld[ 74] tramite il software TOPAS V3.01]. La
1Bruker AXS (2005). TOPAS V3.0: General profile and structural analysis software for powder diffractiondata. User Manual Bruker AXS, Karlsruhe, Germany.
18
Parte Sperimentale 5.2. Attivita Sperimentale e Risultati
Figura 5.2: Bumetanide: diffrattogramma sperimentale (blu), calcolato sulla base del modellostrutturale triclino (rosso), curva differenza [sperimentale − calcolato] (grigio) e posizione attesadei picchi di diffrazione per la cella cristallina triclina (barre nere).
miscela fisica (MIX in Figura 5.1) mostra i picchi tipici di entrambi i composti puri. Il diffrat-
togramma dello kneading (KND) e molto simile a quello osservato per la miscela fisica, ma sono
presenti alcuni picchi deboli aggiuntivi agli angoli 7.0, 8.0, 10.0, 11.0 e 11.5 ◦/2θ. Possiamo
pertanto concludere che la sintesi per kneading della miscela 1:1 porti alla formazione incom-
pleta del composto d’inclusione e che siano presenti ancora i reagenti in quantita elevata. Cio
e confermato anche dalle misure FT-IR in cui vi sono variazioni poco importanti dello spettro
tra MIX e KND e dalle DSC nelle quali KND e MIX mostrano gli eventi termici sia della β-CD
che della bumetanide. Non verranno pertanto riportate in quanto poco significative.
Figura 5.3: Diffrattogrammi ottenuti sperimentalmente per lo studio del sistemaγ-CD : bumetanide.
Per quanto riguarda i diffrattogrammi relativi al sistema γ-CD : bumetanide (Figura 5.3),
MIX presenta anche in questo caso i picchi tipici di entrambi i composti puri. KND mostra
invece un diffrattogramma decisamente differente da quello della miscela fisica: si osservano una
banda larga centrata a circa 20◦/2θ attribuita a componente amorfa e una serie di nuovi picchi
a 7.0, 9.9 e 11.0 ◦/2θ. Non si osservano i picchi della γ-CD e della bumetanide triclina. I nuovi
effetti di diffrazione osservati nel campione KND si spiegano invece con la struttura cristallina
19
Parte Sperimentale 5.2. Attivita Sperimentale e Risultati
del polimorfo monoclino della bumetanide. Il diffrattogramma calcolato sulla base del modello
strutturale monoclino e infatti ben sovrapponibile a quello sperimentale (Figura 5.4). I risultati
Figura 5.4: KND – confronto con la struttura monoclina della bumetanide: diffrattogrammasperimentale (blu), calcolato sulla base del modello strutturale monoclino (rosso), curva diffe-renza [sperimentale − calcolato] (grigio) e posizione attesa dei picchi di diffrazione per la cellacristallina monoclina (barre blu).
ottenuti dal processo di kneading suggeriscono quindi la possibile formazione di un composto
d’inclusione, amorfo, in cui il rapporto stechiometrico γ-CD : bumetanide e superiore a 1:1. Cio
spiega l’assenza di γ-CD e la presenza di un eccesso di bumetanide. Le operazioni di kneading
hanno inoltre indotto la transizione strutturale della bumetanide al polimorfo monoclino.
Figura 5.5: Spettri FT-IR ottenuti sperimentalmente per lo studio del sistemaγ-CD : bumetanide.
Osservando gli spettri FT-IR riportati in Figura 5.5, si notano evidenti variazioni nell’in-
tensita di alcuni picchi: a circa 1250 cm−1 vi e una diminuzione d’intensita del picco relativo
al bending del C–N aromatico della bumetanide. Tra gli 800 e poco dopo i 900 cm−1 abbiamo
un’altra diminuzione, stavolta dei picchi relativi ai bending Ar–H e dei C dell’anello aromatico
p- sostituito, cosı come il tipico doppietto 690+780 cm−1 relativo all’anello m- sostituito e il
picco a c.a. 740 cm−1 dell’anello o- sostituito. Osservando la struttura del farmaco (Figura 4.1),
si puo facilmente dedurre che gli unici due residui abbastanza idrofobi da poter essere inclusi
all’interno di una CD siano il fenossi e l’N -butile: il primo ha relazioni sia o- che p- con altri
20
Parte Sperimentale 5.2. Attivita Sperimentale e Risultati
sostituenti, il secondo sia o- che m- . Ha senso quindi pensare che l’inclusione di solo questi due
gruppi funzionali da parte della γ-CD sia effettivamente avvenuta. E inoltre probabile che la
miglior riuscita dell’inclusione da parte della γ-CD vista in XRD sia dovuta alle sue dimensioni
maggiori che permettono di complessare piu efficacemente il gruppo fenossi rispetto alla β-CD.
10
8
6
4
2
0
2
Flus
so d
i Cal
ore
(W/g
)
0 50 100 150 200 250
Temperatura (°C)
bumetanide–––––––gammaCD–––––––MIX–––––––KND–––––––
Exo Up
1.4
1.2
1.0
0.8
0.6
0.4
0.2
0.0
Flus
so d
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gam
maC
D (W
/g)
1.0
0.8
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0 50 100 150 200 250
Temperatura (°C)
Figura 5.6: Profili DSC ottenuti sperimentalmente per lo studio del sistemaγ-CD : bumetanide.
Anche le misure DSC supportano l’ipotesi proposta (Figura 5.6). La γ-CD presenta sola-
mente un profilo associato alla disidratazione[ 69] tra i 25 e i 90 ◦C e un picco poco intenso tra
i 100 e i 125 ◦C. La bumetanide mostra due eventi termici: il primo a circa 165 ◦C, dovuto
a transizione polimorfica, e il secondo a 234 ◦C, attribuito alla fusione del composto[ 75]. Il
processo di fusione comporta un ∆H di 117.8 J/g (ricavato per integrazione del picco). Se nel
MIX si osservano gli eventi termici della CD (disidratazione) e della bumetanide, nello KND si
nota solo il picco relativo alla fusione della bumetanide a cui corrisponde un ∆H di 13.5 J/g.
Poiche il campione e stato preparato a partire dal rapporto stechiometrico 1:1, la percentuale
in peso di bumetanide nel campione risulta essere 21.9%. Sulla base del ∆H della bumetanide
pura, nell’ipotesi in cui nel campione KND tutta la bumetanide della sintesi fondesse, si sarebbe
dovuto osservare un ∆H di 25.8 J/g alla fusione. Avendo ottenuto invece un ∆H di 13.5 J/g ,
si puo formulare l’ipotesi che parte della bumetanide abbia formato il complesso d’inclusione
con la γ-CD ed essendo il complesso amorfo (XRD), non si osservano altri effetti termici si-
gnificativi. Va tuttavia sottolineato che i risultati ottenuti sono preliminari e si riferiscono alla
sola composizione γ-CD : bumetanide 1:1.
Per verificare l’ipotesi proposta, visti i due siti disponibili della bumetanide per la com-
plessazione, sarebbe interessante rioperare la procedura sperimentale con rapporti CD:farmaco
21
Parte Sperimentale 5.2. Attivita Sperimentale e Risultati
2:1 oppure eseguire delle titolazioni spettrofotometriche con il metodo di Job delle variazioni
continue o del rapporto molare, dato che il farmaco assorbe nell’UV, per la determinazione del
rapporto stechiometrico predominante.
In conclusione, proponiamo un modello strutturale pr il complesso d’inclusione con la γ-CD,
nel caso dell’associazione ad entrambi i gruppi funzionali idrofobi visti (Figura 5.7.a), e una
sua elaborazione in tre dimensioni ottenuta tramite il software Avogadro Ver 1.2.0 e l’Auto
Optimization Tool con un modello di campo di forza MMFF94[ 76] (Figura 5.7.b).
a.
S
O
H2N
HN
O O
HO
O
b.
Figura 5.7: Modello strutturale (a) e rispettiva elaborazione grafica in 3D (b) proposti per ilcomplesso [(γ-CD)2·bumetanide].
6. Conclusioni
Le CD risultano essere molecole facilmente ottenibili – in quanto derivati enzimatici di una
materia prima molto diffusa in natura come l’amido –, estremamente versatili in molti campi
industriali e particolarmente indicate nel trasporto di farmaci: ne aumentano infatti la solubi-
lita, la biodisponibilita e la stabilita. Sono inoltre funzionalizzabili tramite le tipiche reazioni
degli alcoli, il che permette loro di essere rese selettive per l’inclusione di determinate molecole
oppure di controllare il rilascio di un principio attivo all’interno dell’organismo, prolungandolo
o velocizzandolo o rendendo la molecola inclusa organo-specifica. Sono impiegate principalmen-
te CD formate da diversi monomeri di glucopiranosio aventi, per questo, cavita di dimensioni
differenti: questo aspetto influenza ulteriormente la loro selettivita, come dimostrato anche
sperimentalmente nel capitolo 5. Il loro punto di forza sta di sicuro nel fatto di associarsi ad
altre molecole con interazioni che non prevedono rotture o formazioni di legami covalenti: le
sintesi dei complessi prevedono infatti condizioni blande e possono essere operate anche per
semplice miscelazione o dissoluzione nello stesso solvente, solitamente acqua.
In virtu di cio, le CD possono essere considerate delle molecole green, sia per quanto riguarda
il loro ottenimento e quello dei loro complessi, sia per il loro eventuale utilizzo diretto in
green chemistry nella solubilizzazione di sostanze organiche in solventi polari non inquinanti[ 77].
Andrebbe pertanto incentivata la ricerca su di esse, in particolare prevedendo di sostituire altre
sostanze che associate a farmaci non solo sopperiscono magari solo ad alcuni dei molteplici
effetti per cui vengono sfruttate le CD nella complessazione, ma risultano essere spesso piu
tossiche, costose e inquinanti nella sintesi.
22
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Ringraziamenti
Vorrei innanzi tutto ringraziare la Prof.ssa Doretta Capsoni per avermi dato la pos-
sibilita di studiare e approfondire l’argomento di questa tesi, permettendomi anche
di integrarlo sperimentalmente grazie, tra l’altro, alla Sua disponibilita nel ricercare
i reagenti adatti: e stato un impegno che e di sicuro indice di vero interesse e ap-
prezzamento verso gli studenti di cui e relatrice, confermato inoltre dalla costanza
nel seguirmi e la reperibilita durante tutto il corso della stesura. Ringrazio poi il
Dott. Francesco Monteforte per le utilissime indicazioni nella pratica sperimentale di
laboratorio e il Prof. Maurizio Licchelli per i chiarimenti teorici sulle ciclodestrine.
Ringrazio tutta la mia famiglia per il caloroso sostegno e l’entusiasmo che mi sono
sempre stati offerti durante la preparazione degli esami in questi tre anni di studi e
della tesi ora. Un grazie particolare ai miei genitori Maria Vittoria e Giovanni le cui
passioni di chimica e informatica sono diventate anche alcune delle mie, a Luca che a
volte le indaga con amorevole curiosita e ai miei amici e compagni di corso che hanno
condiviso con me la prima durante gli studi, insieme a gioie, sofferenze e tante, tante
risate.
Grazie infine alla Prof.ssa Alessandra Zenari per aver destato in me, a suo tempo,
il fascino per le ciclodestrine e, ancora piu a monte, alla Prof.ssa Stefania Marinelli
che, prima tra tutti, ha gettato il seme del mio amore per la chimica che frutta oggi.
A tutti voi e dedicata questa tesi.
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