China news n 5

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Storie dalla Cina al lavoro

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EDITORIALEa

Cari lettori, eccovi il quartonewsletter di informazione sul lavoro in Cina

Iscos Nazionale, gli Iscos regionali di Emilia Romagna, Piemonte, Sicilia e Toscana e

il sito Cineresie.info. Al centro dell'attenzione questo mese la questione del

consapevolezza giuridica dei giovani lavoratori migranti e una voce ufficiale sulle nuove tendenze dello sviluppo cinese

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BREVIa

La trappola dei diritti

fatto che in tutto il mondo le particolare, a suo dire, la Repubblica popolare dovrebbe essere particolarmente guardinga nei confronti della retorica sulla “difesa dei diritti” (facilmente strumentalizzabile da parte di quelle "forze ostili" approfittare di ogni occasioautorità cinesi da un paio di decenni stiano conducendo un'imponente opera di propaganda in merito alla questione dello "stato di diritto" (promuovendo tra i lavoratori l'idea che il segnali contrastanti non sono rari. Per approfondire il tema suggeriamo la lettura di quanto scriveva lo scorso anno Zhou Benshun, segretario generale della Commissione affari politici e legislativi del Partito, il quale definiva la una “trappola” tesa dalle potenze occiden

Cari lettori, eccovi il quarto numero di China News - Storie dalla Cina al lavorosul lavoro in Cina che nasce da una collaborazione tra

, gli Iscos regionali di Emilia Romagna, Piemonte, Sicilia e Toscana e

Al centro dell'attenzione questo mese la questione del

consapevolezza giuridica dei giovani lavoratori migranti e una voce ufficiale sulle nuove tendenze dello sviluppo cinese. Buona lettura!

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Attenzione, i “nemici occidentali” sono sempre in agguato per fomentare disordinilavoratori cinesi. A lanciare questo avvertimento in un discorso pronunciato lo scorso 18 maggio è stato Jiang Zhigang, vice direttore della Commissione per la supervisione e l'amministrazione degli asset di Stato. Nel suo discorso, Jiang ha sottolineato la fondamentale instabilità dei tempi in cui viviamo e il

fatto che in tutto il mondo le proteste operaie sono in continua crescita. In e, la Repubblica popolare dovrebbe essere particolarmente

guardinga nei confronti della retorica sulla “difesa dei diritti” (weiquanfacilmente strumentalizzabile da parte di quelle "forze ostili" sempre pronte ad

di ogni occasione per creare instabilità nel Paeseautorità cinesi da un paio di decenni stiano conducendo un'imponente opera di propaganda in merito alla questione dello "stato di diritto" (fazhipromuovendo tra i lavoratori l'idea che il diritto sia un'arma a loro disposizione, simili segnali contrastanti non sono rari. Per approfondire il tema suggeriamo la lettura di

lo scorso anno Zhou Benshun, segretario generale della Commissione affari politici e legislativi del Partito, il quale definiva la società civile una “trappola” tesa dalle potenze occidentali alla Cina.

n.4, giugno 2012

Storie dalla Cina al lavoro, che nasce da una collaborazione tra

, gli Iscos regionali di Emilia Romagna, Piemonte, Sicilia e Toscana e

Al centro dell'attenzione questo mese la questione della

consapevolezza giuridica dei giovani lavoratori migranti e una voce ufficiale sulle

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Attenzione, i “nemici occidentali” sono sempre in fomentare disordini e proteste fra i

lavoratori cinesi. A lanciare questo avvertimento in un discorso pronunciato lo scorso 18 maggio è stato Jiang Zhigang, vice direttore della Commissione per la supervisione e l'amministrazione degli asset di Stato. Nel suo discorso, Jiang ha sottolineato la fondamentale instabilità dei tempi in cui viviamo e il

sono in continua crescita. In e, la Repubblica popolare dovrebbe essere particolarmente

weiquan), un discorso sempre pronte ad

creare instabilità nel Paese. Nonostante le autorità cinesi da un paio di decenni stiano conducendo un'imponente opera di

fazhi), non da ultimo diritto sia un'arma a loro disposizione, simili

segnali contrastanti non sono rari. Per approfondire il tema suggeriamo la lettura di lo scorso anno Zhou Benshun, segretario generale della Commissione

società civile niente più che

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Shenzhen, ambiguità verso le ONG

Il primo luglio, nella provincia del Guangdong entrerà in vigore un nuovo regolamento che faciliterà le procedure con cui le organizzazioni della società civile potranno registrarsi come entità no profit. Eppure, a dispetto dell'ottimismo di coloro che hanno salutato questa novità come una vera e propria svolta per la società civile locale, in queste ultime settimane le ONG del lavoro di Shenzhen sono finite ancora una volta nel

mirino delle autorità. Da febbraio ad oggi, sono almeno cinque le organizzazioni che hanno subìto intimidazioni e controlli mirati da parte di vari organi ufficiali, iniziative che si sono invariabilmente concluse con ingiunzioni di sfratto da parte dei padroni degli immobili che ospitavano gli uffici. Nel frattempo, per rafforzare il proprio controllo su queste realtà, a metà maggio il sindacato del Guangdong ha stabilito una nuova "federazione" provinciale finalizzata ad agire da cintura di trasmissione tra l'ufficialità e questi gruppi di base. Secondo un articolo pubblicato sul Nanfang Ribao, al 17 maggio questa "Federazione delle organizzazioni sociali finalizzate ai servizi ai lavoratori" poteva contare sulla partecipazione di 34 organizzazioni e 55 membri individuali.

Sindacati, esperimenti di elezioni dirette

Nel terzo numero di questa newsletter avevamo riportato la vicenda dei lavoratori della Ohms, una sussidiaria della Panasonic, che erano scesi in sciopero con una piattaforma di richieste che includeva la rivendicazione di un sindacato più rappresentativo. Lo scorso 27 maggio attraverso un'elezione a scrutinio segreto durata oltre quattro ore, essi hanno finalmente scelto democraticamente il presidente della sezione

sindacale aziendale. Questo è avvenuto nel contesto di quello che è stato uno degli esperimenti sindacali locali più pubblicizzati negli ultimi anni, una campagna che secondo le parole di Wang Tongxin, vice-presidente del sindacato cittadino di Shenzhen, dovrebbe portare 163 aziende con oltre mille dipendenti e un presidente di sezione con mandato in scadenza a dare ai propri dipendenti la possibilità di eleggere democraticamente i propri rappresentanti. Di fatto, esperimenti del genere vengono regolarmente condotti in Cina sin dagli anni Ottanta e coinvolgono soprattutto imprese a capitale straniero. Tuttavia, come ha dichiarato al Nanfang Dushibao il responsabile del dipartimento organizzativo del sindacato cittadino di Shenzhen, le elezioni dirette sono solamente il primo passo. In futuro sarà necessario concentrare gli sforzi sul consolidamento dei sindacati aziendali, in modo da mettere questi ultimi in condizione di svolgere davvero la propria funzione.

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Nuove forme di precarietà

Due delle piaghe principali del mercato del lavoro cinese di oggi sono l'utilizzo di stagisti reclutati direttamente dagli istituti tecnici e il ricorso sempre più diffuso alla somministrazione di manodopera. La legislazione attualmente in vigore non tutela queste due categorie di lavoratori, in particolare i lavoratori somministrati, i quali spesso si trovano a svolgere le mansioni più pericolose, faticose e umili all'interno di

un'azienda, ricevendo salari nettamente inferiori rispetto ad altri dipendenti nella stessa posizione assunti regolarmente. Secondo un'indagine condotta da un giornalista del sito Harbin Xinwen Wang, di norma questi lavoratori vengono pagati dal 20 al 50% in meno delle loro controparti, senza contare il fatto che le loro possibilità di carriera e il welfare che ricevono sono nettamente inferiori. Il 4 giugno il governo centrale ha sottoposto all'attenzione del pubblico una bozza di emendamento della Legge sulla sicurezza della produzione in cui si afferma esplicitamente che "i lavoratori assunti con contratto di somministrazione godono dei diritti stabiliti nella Legge in questione". Eppure, come ha sottolineato un editoriale uscito sul Nanfang Dushibao, è presto per gioire: per risolvere il problema sarà necessario eliminare anche le numerose ambiguità contenute nella Legge sui contratti di lavoro e innalzare gli standard delle agenzie interinali.

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FOCUSa

L’evoluzione del mondo del lavoro: uno sguardo ufficiale

In un editoriale pubblicato il 31 maggio sul Quotidiano del Popolo, organo di stampa ufficiale del Partito comunista cinese, lo storico e giurista Wang Huimin evidenzia i cambiamenti in atto nel mondo del lavoro in Cina. Pur mantenendo l'inevitabile ottimismo di una voce ufficiale percepibile già nel titolo, quest'analisi

sottolinea quella che oggi è una delle principali preoccupazioni delle autorità cinesi: l'esigenza di arrivare ad uno “sviluppo armonico” fra le più sviluppate zone costiere e le aree ancora arretrate dell'interno del Paese. Guardare con ottimismo ai nuovi cambiamenti nell'occupazione dei migranti di Wang Huimin, Quotidiano del Popolo 31.05.2012 Se tornassimo a dieci anni fa, probabilmente nessuno crederebbe mai a questa notizia: le regioni centro occidentali del Paese si accaparrano lavoratori grazie all’innalzamento dei salari. Un’autorevole inchiesta ha evidenziato che dall’aprile di quest’anno molte province cinesi, una dopo l’altra, hanno innalzato i salari minimi, una tendenza che dalla costa si è estesa anche alle zone dell’interno. Questo ha causato una diminuzione della forbice dei salari fra zone costiere e interno. La differenza fra i salari minimi nella provincia del Ningxia e Pechino ad esempio ora è di soltanto 160 yuan (20 €). [continua a leggere]

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Il presunto risveglio dei lavoratori cinesi (due anni dopo)

Dopo decenni in cui i lavoratori cinesi sono stati descritti come vittime passive del capitale globale, nell’ultimo biennio giornalisti, accademici ed attivisti hanno cominciato a far a gara nel descrivere i lavoratori cinesi come portatori di una rinnovata consapevolezza giuridica, in particolare i “migranti di nuova generazione” (xinshengdai nongmingong), quei giovani migranti nati negli anni Ottanta e Novanta. Eppure,

nonostante sia innegabile come l’incessante opera di propaganda da parte dello Stato e della società civile abbia dato i suoi frutti, è ancora presto per affermare che i lavoratori migranti cinesi si siano “risvegliati”. Il punto è che, a dispetto di tanta retorica sull’emergere di un movimento dei lavoratori in Cina, i dati in merito scarseggiano e talvolta si dimostrano notevolmente ambigui. [continua a leggere]

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LIBRIa

“Operaie”, di Leslie Chang

Negli ultimi decenni, giornalisti da tutto il mondo hanno versato fiumi d'inchiostro nel tentativo di raccontare la situazione dei lavoratori migranti nella Cina di oggi. Pochi però sono riusciti ad eguagliare il successo di pubblico e di critica ottenuto da Leslie Chang con il suo "Operaie", bestseller pubblicato per la prima volta nel 2008 e tradotto in italiano per Adelphi.

Leslie Chang, già corrispondente del Wall Street Journal da Pechino, sceglie di seguire due lavoratrici migranti nella loro traiettoria di vita, raccontandone le vicissitudini nel contesto sociale di una Dongguan spietata. Il libro non si limita a raccontare queste ragazze esclusivamente nella dimensione

lavorativa, ma cerca di restituire un ritratto a tutto tondo di quella che è la loro esistenza, dai sogni alle lotte, dalla disperazione agli amori, il tutto sullo sfondo di una lotta continua per crescere - "svilupparsi" - e raggiungere un successo caratterizzato in termini economici, ma non solo. Grazie a questo libro l’autrice ha ottenuto il premio Terzani nel 2011. [compra il libro su ibs]

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