chiarezza e positivita

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cultura e natura I l momento storico che stiamo vivendo è dram- matico.Sembra che tutto ciò che è appartenuto alle generazioni precedenti sia completamente inutile. Sappiamo che si può fare molto, che si deve fare molto, e che la risalita è possibile. Oggi si impone una necessaria reimpostazione dell’essere umano che con il progresso non ha rag- giunto una soggettività, ma ha abiurato al valore di se stesso e della sua realizzazione come co- scienza, come ricerca di cono- scenze per evidenziare sempre di più le verità attraverso un processo di crescita. Con il termine “realizzazione” si intende spesso lo sviluppo di pro- getti condizionanti (successo, po- tere,ecc.) che molto promettono ma la cui mancata realizzazione rendono “fallito” l’individuo. Non è accettabile che si spenga la gioia di vivere, il senso della propria vita, la certezza della propria di- gnità, la volontà di positività e che prevalga l’accet- tazione supina di ciò che non si è scelto e che provoca sempre più limiti all’approfondimento della conoscenza.Non si può costruire aggiungendo metri di muro su macerie instabili e precarie. Importante sarà la ridefinizione di individualità: che cosa significa realizzare se stessi prima di concepire progetti che ci portano lontani dalla nostra sostanzia- lità. Sarà importante progettare ad ampio raggio, pro- gettare lo sviluppo di capacità che non mettano in competizioni negative gli uni contro gli altri, la so- lidità nel perseguire un giusto personale nel rispetto del bene comune.I temi da trattare saranno tanti e tutti della massima importanza: dovrà essere dato molto spazio agli approfondimenti, perché ciò non sia l’ennesimo contributo che dice molto ma non cambia niente nella volontà dell’essere. Nessuno deve morire alla voglia di vivere, di speri- mentare, di accettare le difficoltà, imparando a su- perarle progettando la propria vita non più costruita sull’attesa, ma sulla vitalità dell’essere. Il conflitto sociale è elevato e l’adattamento negativo è elevatissimo. Il disinteresse spesso regna sovrano! Occorre sensibilizzare tutte le realtà che operano sul territorio a partecipare per potere avere conoscenze che rispettino ogni forma di svi- luppo, per prevenire e impedire il generarsi di “tumori” formatisi dal “disinteresse sociale”. E’ necessario rafforzare e sostenere ogni essere umano come “pilastro” insostituibile della progettazione sociale. In questo momento storico è neces- sario cercare di valutare che cosa è importante ed essenziale fare. I problemi sono numerosi, ma sono problemi che non sono impossibili da comprendere e superare. Lo scenario mondiale è sempre più complesso ed interrelato. Ciò che succede in un punto del pianeta Terra è spesso originato da situa- zioni mondiali difficili da arginare. Gli interessi in gioco sono giganteschi e hanno affe- renti con tanti e tanti rivoli, in cui ognuno porta l’ac- qua solo al suo mulino – e non importa con quali costi. Si gioca con la vita umana in molte parti del mondo Chiarezza e positività per ridare valore e senso alla vita. Come possiamo essere utili a noi stessi e al mondo che ci circonda. di Luciana Luisa Papeschi CN n. 1 2010 5 Siamo lieti di aprire, in questo primo numero, una sezione dedi- cata proprio alle questioni cen- trali che spingono l’individuo ad agire e ad esprimersi nel suo per- corso, grazie alla trentennale esperienza su questi argomenti che hanno condotto l’autrice a portare contributi in campo nazionale ed internazionale. · · · · · · A A p p p p r r o o f f o o n n d d i i t t a a M M e e n n t t e e · · · · · ·

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diLucianaLuisaPapeschi Siamo lieti di aprire, in questo primo numero, una sezione dedi- cata proprio alle questioni cen- trali che spingono l’individuo ad agire e ad esprimersi nel suo per- corso, grazie alla trentennale esperienza su questi argomenti che hanno condotto l’autrice a portare contributi in campo nazionale ed internazionale. 5 cultura e natura CN n. 1 2010 ·· ·· ·· AA pp pp rr oo ff oo nn dd ii tt aa MM ee nn tt ee ·· ·· ··

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cultura e natura

Il momento storico che stiamo vivendo è dram-matico.Sembra che tutto ciò che è appartenutoalle generazioni precedenti sia completamenteinutile. Sappiamo che si può fare molto, che si

deve fare molto, e che la risalita èpossibile. Oggi si impone una necessariareimpostazione dell’essere umanoche con il progresso non ha rag-giunto una soggettività, ma haabiurato al valore di se stesso edella sua realizzazione come co-scienza, come ricerca di cono-scenze per evidenziare sempre dipiù le verità attraverso un processodi crescita.Con il termine “realizzazione” siintende spesso lo sviluppo di pro-getti condizionanti (successo, po-tere,ecc.) che molto promettonoma la cui mancata realizzazionerendono “fallito” l’individuo.Non è accettabile che si spenga la gioia di vivere, ilsenso della propria vita, la certezza della propria di-gnità, la volontà di positività e che prevalga l’accet-tazione supina di ciò che non si è scelto e cheprovoca sempre più limiti all’approfondimento dellaconoscenza.Non si può costruire aggiungendo metridi muro su macerie instabili e precarie.Importante sarà la ridefinizione di individualità: checosa significa realizzare se stessi prima di concepireprogetti che ci portano lontani dalla nostra sostanzia-lità. Sarà importante progettare ad ampio raggio, pro-gettare lo sviluppo di capacità che non mettano incompetizioni negative gli uni contro gli altri, la so-lidità nel perseguire un giusto personale nel rispettodel bene comune.I temi da trattare saranno tanti etutti della massima importanza: dovrà essere datomolto spazio agli approfondimenti, perché ciò nonsia l’ennesimo contributo che dice molto ma noncambia niente nella volontà dell’essere. Nessuno deve morire alla voglia di vivere, di speri-mentare, di accettare le difficoltà, imparando a su-perarle progettando la propria vita non più costruitasull’attesa, ma sulla vitalità dell’essere.

Il conflitto sociale è elevato e l’adattamento negativoè elevatissimo. Il disinteresse spesso regna sovrano!Occorre sensibilizzare tutte le realtà che operano sulterritorio a partecipare per potere avere conoscenze

che rispettino ogni forma di svi-luppo, per prevenire e impedire ilgenerarsi di “tumori” formatisi dal“disinteresse sociale”.E’ necessario rafforzare e sostenereogni essere umano come “pilastro”insostituibile della progettazionesociale.In questo momento storico è neces-sario cercare di valutare che cosa èimportante ed essenziale fare.I problemi sono numerosi, ma sonoproblemi che non sono impossibilida comprendere e superare. Lo scenario mondiale è sempre piùcomplesso ed interrelato. Ciò chesuccede in un punto del pianetaTerra è spesso originato da situa-

zioni mondiali difficili da arginare.Gli interessi in gioco sono giganteschi e hanno affe-renti con tanti e tanti rivoli, in cui ognuno porta l’ac-qua solo al suo mulino – e non importa con qualicosti.Si gioca con la vita umana in molte parti del mondo

Chiarezza e positività per

ridare valore e senso alla vita.

Come possiamo essere utili a noi stessi e al mondo che ci circonda.

di�Luciana�Luisa�Papeschi

CN n. 1 20105

Siamo lieti di aprire, in questo

primo numero, una sezione dedi-

cata proprio alle questioni cen-

trali che spingono l’individuo ad

agire e ad esprimersi nel suo per-

corso, grazie alla trentennale

esperienza su questi argomenti

che hanno condotto l’autrice a

portare contributi in campo

nazionale ed internazionale.

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e la ritenuta indispensabilità della condivisione di in-teressi di pochi fa entrare in conflitto le necessità con-tinuamente minate di molti.La crisi dei sistemi economici è evidente ed è evi-dente il continuo tentativo di deresponsabilizzazionedi chi è investito di autorità di controllo.Non è possibile affrontare tutto ciò in maniera sem-plicistica.Molti “tumori” non sono evidenti ma portano a mortei sistemi - e quando molti sistemi sono compromessiportano a morte il maxi-sistema di cui fanno parte. Non tutti possono partecipare a risolvere il bucodell’ozono. Non tutti possono adoperarsi per fare ter-minare le guerre. Nontutti possono debellareun mondo di violenze esopraffazioni. Ma tutti– proprio tutti – pos-sono disporre di cono-scenze che permettonodi riprogettarsi per ren-dere utile a se stessi eagli altri la disattiva-zione da idee-memorieche annullano ogni pos-sibilità di libertà, di tra-scendenza dell’essereumano incatenato sem-pre più a sistemi morti,in cui si spegne la ri-cerca della gioia e dellavita.Come dire che l’essere è spesso come una macchinabella e veloce. Fino a che c’è il carburante l’essere èconvinto della sua potenza inarrestabile. Ma è in ri-serva e fra poco non avrà più a disposizione carbu-rante e il problema è che non sa dove reperirlo.Il carburante per l’essere umano è quella dinamo,quella attività continua di ricerca, di verifica che èall’interno dell’essere, che si alimenta nella ricerca diverità, nella liberazione dalle dipendenze, nella cer-tezza della sua trascendenza. Ciò permette di poterdisporre di uno spazio-tempo che si chiama vita, perla verifica di tutte le informazioni che tendono a ro-botizzare l’individuo privandolo dell’espressionedelle sue emozioni e della sua grandezza.Tutti debbono nutrirsi e debbono saper scegliere ilproprio nutrimento.La televisione e i mezzi di infor-mazione ci bombardano dalla mattina alla sera infor-mandoci sui cibi che danno benessere, sul modomigliore di gestire il nostro corpo con tutte le sue ne-cessità.Ma poco dicono, perché poco sanno, sulla ne-cessità di nutrire il nostro pensiero con conoscenzeche tendano a liberarci da sprechi di vita in sperimen-tazioni dannose o non utili.Non è possibile per l’essere umano non sbagliare, mail disagio che si prova è il campanello di allarme chepermette di fermarsi a riflettere facendo ricorso a co-noscenze certe. Non è più pensabile camminare conil freno tirato (chi si difende usa il freno, ma poispesso non lo disattiva) bloccando il proprio cam-mino.

Non è più pensabile che ognuno viva la sua vita aspet-tando la morte con terrore e passato il primo periododell’adolescenza, quando si spera che tutto possa es-sere positivo e felice, la morte diventi un incubo incui non c’è più vita, futuro, libertà, serenità.Non è così: oggi possiamo avere certezza che la vitaè uno spazio-tempo in cui dobbiamo crescere, elimi-nando la paura, ben sapendo che ogni esperienza sof-ferta permette lo sviluppo della nostra identità.Spesso siamo diventati simili ai bonsai, che sonopiante destinate a diventare grandi alberi, querce,ulivi, ecc. ma che qualcuno, arbitrariamente, ha de-ciso che erano più preziosi e vendibili se erano pic-

colissime piante.Potiamole, impe-dendo qualsiasicrescita, non nu-triamole, evitandola possibilità disvilupparsi comeMadre Naturaaveva progettatoper loro.Gli si dà il minimopossibile per nonmorire, facendosentire un bravogiardiniere un “ar-chitetto” folle, cheriducendo lo svi-luppo genera bel-lezza.

È con questo sistema che si blocca il bambino,l’uomo, la donna.Nuove guerre, nuovi sconvolgimenti sembrano ineli-minabili. Il sistema degenerato è collettivo e l’uomodegenera con il morire della sua fiducia, della sua la-boriosità, del suo partecipare a ciò che non comprendepiù nella sua organizzazione.La vita è lo spazio-tempo che ci è concesso per met-tere a punto la nostra energia, il nostro pensiero co-sciente.Ormai è comprensibile che il processo che va attuatonon è un processo di perfezione (perché gli sbaglisono necessari a formare l’esperienza). Occorre at-tuare un processo graduale di liberazione dai condi-zionamenti per avere a disposizione l’efficacia delnostro pensiero e delle nostre scelte.E’ chiaro che non sempre si può scegliere perché nonsiamo liberi da informazioni condizionanti trasmesseche ci dirigono a nostra insaputa.In tutto questo è da affermare, per la nostra serenità,che nessuno ha colpa perché ognuno ha trasmesso ciòche a lui è stato trasmesso: ne ha responsabilità manon colpa.

—————————————————————Luciana Luisa Papeschi, Presidente del Centro studi per L’Evo-

luzione Umana, Psicologa, è da sempre attenta studiosa degli

aspetti più profondi e sostanziali che coinvolgono l’essere

umano nel suo cammino evolutivo.

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