chevogliamo - Lara Gut-Behrami · 2017-11-29 · #47 “largo aigiovani e meno stranieri” abbiamo...

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#47 “Largo ai giovani e meno stranieri” ABBIAMO CHIESTO AGLI ITALIANI CHE COSA PENSANO DELLE PROPOSTE DI GAZZETTA PER RIPARTIRE DOPO LA GRANDE DELUSIONE E LORO CI HANNO RISPOSTO: ABBIAMO CHIESTO AGLI ITALIANI CHE COSA PENSANO DELLE PROPOSTE DI ABBIAMO CHIESTO AGLI ITALIANI CHE COSA PENSANO DELLE PROPOSTE DI ABBIAMO CHIESTO AGLI ITALIANI CHE COSA PENSANO DELLE PROPOSTE DI ABBIAMO CHIESTO AGLI ITALIANI CHE COSA PENSANO DELLE PROPOSTE DI GAZZETTA Il calcio che vogliamo ANNO 18. N.47 (860), 25 novembre 2017. Poste Italiane Spedi- zione in A.P. D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano. Non acquistabile separatamente da La Gazzetta dello Sport, 2(SportWeek 0,50 + La Gazzetta dello Sport 1,50). ROGER FEDERER CRISTIANORONALDO LARAGUT MICK JAGGER SONDAGGIO ESCLUSIVO

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#47

“Largo ai giovani e meno stranieri”

ABBIAMO CHIESTO AGLI ITALIANI CHE COSA PENSANO DELLE PROPOSTE DI GAZZETTA

PER RIPARTIRE DOPO LA GRANDE DELUSIONE E LORO CI HANNO RISPOSTO:

ABBIAMO CHIESTO AGLI ITALIANI CHE COSA PENSANO DELLE PROPOSTE DIABBIAMO CHIESTO AGLI ITALIANI CHE COSA PENSANO DELLE PROPOSTE DIABBIAMO CHIESTO AGLI ITALIANI CHE COSA PENSANO DELLE PROPOSTE DIABBIAMO CHIESTO AGLI ITALIANI CHE COSA PENSANO DELLE PROPOSTE DI GAZZETTA

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58 /SPORTWEEK / 25NOVEMBRE 2017

Lara Gut

Arrivo da un’estatediversa dal solito.Nove mesi fa misono fatta male alginocchioequindiho passato più

tempo inTicino in fisioterapiaemenoingiroper ilmondoa sciare.Ho sem-pre creduto che l’importante fossefaredelpropriomeglio conquello chesi ha, quindi sì, sono cosciente che seavessi potuto pianificare l’estate “amodomio”avrei sciatodipiùe rinun-ciato aqualcheora sul lettinodi fisio-terapia. Sölden è stato un ritorno asorpresa, solo il giornoprimamisonoresa conto di sentirmi già nelle con-dizioni di gareggiarema sono felicis-simadi averlo fatto.Perunavoltanoncontava il risultatoma solo il fatto diesserci edi realizzarechesonodinuo-vo nelle condizioni di gareggiare.Ora la Coppa del mondo continua aKillington negli Usa e lì ricominciaper davvero la mia stagione... nonvedo l’ora! Comunque non ho presoquest’estate diversa come un handi-cap,ma comeun’occasione di scopri-re altre cose, sviluppare nuove capa-cità e capirmiunpo’meglio.Eadessoche ho le idee più chiare sume stessa

RIPARTITA

La svizzera

Lara Gut,

26 anni, nel

gigante

di Sölden

(Austria)

che ha aperto

la nuova

stagione di sci.

La sciatrice svizzera scrive a SportWeek e racconta

come grazie all’infortunio dello scorso anno ha ritrovato

se stessa: «Ero una bimba che sorrideva sempre,

poi la vita d’atleta mi ha cambiato. Ora ho capito che

a volte ho bisogno di rallentare. E di tornare bambina»

Quel “crac”chemi ha fattocapire chi sono

di Lara Gut foto di Yves Bachmann

ALEXANDER

HASSENSTEIN

AUTORITRATTO

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Lara Gut è nata

a Sorengo, in Svizzera,

il 27 aprile 1991. Ha

esordito in Coppa del mondo

di sci alpino nel 2008,

conquistando quella

generale nel 2016.

Specialista di discesa e

superG, in carriera è salita

sul podio di Coppa per 42

volte, con 23 successi.

Ha vinto tre argenti e due

bronzi mondiali e la

medaglia di bronzo

all’Olimpiade invernale

di Sochi 2014 in discesa.

IDENTIKIT

vi voglio raccontare chi sono vera-mente. Cominciando dall’inizio.Dabambinamichiamavano sunshine.Ero una bimba sorridente che parla-va tutto il tempo, passavo le giornatea leggere e rompevo le scatole a tuttiperché ero curiosa. Mi ricordo le va-canzealmaree i giri per l’Europaconimiei genitori emio fratello, le ore suibanchi di scuola dove potevo saziarelamiacuriositàmadove tuttoandavacomunque troppo piano per i mieigusti e ovviamentemi ricordo lo sci.Sono cresciuta sciando ed era unacosa normale perme, come il fatto diandareascuola.Si facevaebasta.Nonmi sonomai chiesta se fosseundove-re, un piacere, una passione. Sciavo,ridevo e tutto andava bene.Ho sempre amato le sfide e tutto ciòche fa andare sempre più veloce. Sesi giocava a pallone,meglio con ima-schi; sugli sci, meglio con i più gran-di e via dicendo.A16anniperòho ingranato lamarciasuperiore emi sono scaraventata nelmondo degli adulti. Ho iniziato a ga-reggiare in Coppa del mondo e allamia prima discesa a St. Moritz nelfebbraio 2008 ho centrato il podioperdendouno sci aunaportadal tra-guardo. È stato l’inizio folle di unpe-riodo folle. La vita d’atleta è qualcosadi decisamente fuori dagli schemi;vogliamo raggiungere traguardi piùalti, vincere di più, essere piùperfor-manti, migliorarci costantemente elavoriamo sempre e solo in una dire-zione: l’eccellenza.Maavolte dimen-tichiamocosaquestocomporta. Ioperanniho scordatodi essereunaperso-

na: quella bimba sorridente e felice siè rintanata in un angolino dentro dime per lasciar spazio alle necessitàsempremaggiori dell’atleta che stavodiventando.Nonmi accontentavomai, la vittoriadi oggimi serviva soloda trampolinodi lancio per scaraventarminella ga-radidomaniederoaffamata, sempre.Davo la priorità alle emozioni legateal mio essere atleta e non notavo chequelle legate alla persona si stavanospegnendo. Spingevo, sopportavo,stringevo i denti, combattevo e anda-voavanti risolutaperché le sensazio-ni che provavo in pista, l’adrenalinanellevene, lagrintaanimale cheusci-va in quei momenti e rendeva tutto

AUTORITRATTO

INFORTUNIO

A febbraio, Lara

si è infortunata

ai legamenti

del ginocchio,

chiudendo così

in anticipo

la stagione.

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62 /SPORTWEEK / 25NOVEMBRE 2017

facile bastava a farmi andare benetutto. Nel 2016 ho vinto la Coppa delmondo generale. Significa che perquella stagioneero lapiù fortealmon-do.Ma ricordo di aver pensato, men-tre tenevo la coppa inmanosulpodio,che in fin dei conti ero semplicemen-te stata l’atleta che era sopravvissutameglio alla stagione.A febbraio 2017 questa corsa scavez-zacollo fattadivittorie, sconfitte, gestiatletici di altissimo livello, emozioniintense e momenti di smarrimentototale si è interrotta bruscamente.Misono rotta il legamento crociato delginocchio sinistro e per 6 mesi misono ritrovata a vivere una vita chemi era totalmente estranea.Niente cronometri, niente libertà su-gli sci, seimesi fermanello stessopo-sto, settimane bloccata a letto e in fi-sioterapia, nessun riflettore puntatoaddosso, assenza assolutadi emozio-ni legate allo sport. È stato incredibi-le, traumatico, terrorizzante, stranoma è stata una grande opportunità emi sono ritrovata.

Ho riscoperto il mio amore per lo sciehoconosciutopersonestraordinarieche erano già lì da tempo ma che ionemmeno ero riuscita a vedere. Hocapito che ho bisogno di equilibrio eche voglio decidere le mie priorità.Voglio andare a cento all’ora in pistama ho anche bisogno di rallentare,nonvoglio contare i giorni chepassa-nomafarcontareogni singologiorno.Mi sono resa conto che girare ilmon-docomeuna trottolamipiaceproprioe che pure tutto il freddo che prendoin pista, se mi permette di vivere lamia passione, mi piace. Proprio io,quella che ama il caldo e il mare!AiniziocarrieraTinaMaze,unagran-dissima atleta e donna stratosferica,mi disse: “Rimani sempre bambina”.Alloranonavevo capito tutto il signi-ficato delle sue parole, ora sì. Perchétutti noi, in mezzo alle nostre corsequotidiane, lemille preoccupazioni eresponsabilità, dovremmoricordarcidi essere un po’ bambini. Perché dabambini non cerchiamo la feli-cità, la siamo!

AUTORITRATTO

SUL PODIO

La vittoria del 2016 nel

superG di Lake Louise

(Canada) davanti a Tina

Weirather (Liechtenstein).

“Non vogliocontare i giorniche passano mafar contare ognisingolo giorno

CHRIS

TOPHE

PALLOT