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13 Numerose le iniziative che, sul territorio, negli ultimi decenni, hanno consentito un recupero e un riutilizzo delle vecchie cattedrali dell’industria, quelle da cui era partita la corsa della locomotiva-Varese alla conquista di un primato nella vita economica del Paese. Le iniziative messe in atto spesso sono approdate ad esiti di buona qualità estetica, equilibrata presenza nel contesto locale, ma, soprattutto, di indiscutibile utilità sociale. Diverse le finalità alle quali si sono ispirati i pro- getti di recupero, ma per la maggior parte si è gravitato nell’ambito formativo, cul- turale e museale. Ex fabbriche ed ex aree industriali si sono trasformate in presti- giosi luoghi di arte e cultura, rispondendo alle sfide dei cambiamenti in atto nel- l’economia (locale e non), che all’industria vede affiancarsi uno spettro sempre più ricco ed ampio di attività collegate al sapere e alla cultura. Università Cattaneo (Castellanza) Partiamo dal “case history” forse più emblematico di lungimirante riconversio- ne di un’area dismessa: l’Università Carlo Cattaneo-Liuc di Castellanza, la pre- stigiosa sede istituita, nel 1991, per iniziativa dell’Unione industriali della pro- vincia di Varese, con lo scopo di favorire lo sviluppo della cultura d’impresa e preparare i futuri capitani d’azienda. Un’iniziativa di alta formazione, nata dal- l’interesse degli imprenditori locali, capace di coniugare finalità accademiche con una grande operazione di recupero e rilancio di una vasta area industriale, a rischio di degrado e abbandono. Fu proprio a Castellanza, nell’area in cui, in passato, operava l’ex Cotonificio Cantoni, che sorse, su un ambizioso progetto dell’architetto Aldo Rossi, la nuova sede universitaria, con un ideale passaggio di testimone dalla fabbrica all’università, dalle tute blu ai futuri imprenditori, dal telaio alla lavagna luminosa. Lo storico complesso industriale di Castellanza, testimonianza del pionierismo 12 NELLE CATTEDRALI DELL’INDUSTRIA SI “PENSANO” I PRODOTTI DI DOMANI di Andrea Giacometti Ready Made del complesso Molini Marzoli Massari: tecno-city di Busto Arsizio. Photo Decio Grassi. Ready-made of the Molini Marzoli Massari complex: techno-city in Busto Arsizio.

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Numerose le iniziative che, sul territorio, negli ultimi decenni, hanno consentitoun recupero e un riutilizzo delle vecchie cattedrali dell’industria, quelle da cui erapartita la corsa della locomotiva-Varese alla conquista di un primato nella vitaeconomica del Paese. Le iniziative messe in atto spesso sono approdate ad esiti dibuona qualità estetica, equilibrata presenza nel contesto locale, ma, soprattutto,di indiscutibile utilità sociale. Diverse le finalità alle quali si sono ispirati i pro-getti di recupero, ma per la maggior parte si è gravitato nell’ambito formativo, cul-turale e museale. Ex fabbriche ed ex aree industriali si sono trasformate in presti-giosi luoghi di arte e cultura, rispondendo alle sfide dei cambiamenti in atto nel-l’economia (locale e non), che all’industria vede affiancarsi uno spettro semprepiù ricco ed ampio di attività collegate al sapere e alla cultura.

Università Cattaneo (Castellanza)Partiamo dal “case history” forse più emblematico di lungimirante riconversio-ne di un’area dismessa: l’Università Carlo Cattaneo-Liuc di Castellanza, la pre-stigiosa sede istituita, nel 1991, per iniziativa dell’Unione industriali della pro-vincia di Varese, con lo scopo di favorire lo sviluppo della cultura d’impresa epreparare i futuri capitani d’azienda. Un’iniziativa di alta formazione, nata dal-l’interesse degli imprenditori locali, capace di coniugare finalità accademichecon una grande operazione di recupero e rilancio di una vasta area industriale,a rischio di degrado e abbandono. Fu proprio a Castellanza, nell’area in cui, inpassato, operava l’ex Cotonificio Cantoni, che sorse, su un ambizioso progettodell’architetto Aldo Rossi, la nuova sede universitaria, con un ideale passaggiodi testimone dalla fabbrica all’università, dalle tute blu ai futuri imprenditori,dal telaio alla lavagna luminosa. Lo storico complesso industriale di Castellanza, testimonianza del pionierismo

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NELLE CATTEDRALI DELL’INDUSTRIA SI “PENSANO” I PRODOTTI DI DOMANIdi Andrea Giacometti

Ready Made del complesso Molini Marzoli Mas sari:tecno-city di Busto Arsizio. Photo Decio Grassi.

Ready-made of the Molini Marzoli Massaricomplex: techno-city in Busto Arsizio.

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Il cotonificio Cantoni a Castellanza prima dell’in-tervento dell’Arch. Aldo Rossi per farne la sededella Libera Università Carlo Cattaneo - LIUC.Photo Paolo Zanzi.

The Cantoni Cotton mill in Castellanza, thatthe Architect Aldo Rossi transforms in thecentre of the Libera Università Carlo Cat -taneo - LIUC.

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te blocchi di collegamento e destinati a nuove vocazioni: l’edificio Insacco adospitare l’Università dell’Insubria, il Molino a dare spazio al Centro TessileCotoniero, con tutti i suoi impianti termici e i suoi laboratori. L’ala Tramogge, la più imponente (il suo nome viene dalle tramogge, a formadi piramide rovesciata, da cui passava il grano da insaccare), è stata destinataa diventare la sede degli uffici del Polo Scientifico Tecnologico Lombardo.Un polo che guardava al futuro e trovava nell’incubatore delle nuove impreseil suo cuore pulsante. Su una superficie di poco più di mille metri quadrati,sono stati realizzati alcuni grandi spazi, ciascuno dei quali in grado di ospitareuna delle nuove aziende che vengono “incubate” in attesa di spiccare il volo. L’edificio ad un piano su via Alberto da Giussano è utilizzato come laboratorioper il Diploma universitario di biologia dell’Università dell’Insubria, mentrenella palazzina accanto, oltre all’Ufficio gestione dei Molini, si trova la recep-tion con la segreteria e la Presidenza dell’Università.

Area Frera (Tradate)Sotto lo slogan “Da fabbrica di motociclette a fabbrica di cultura”, è stata inau-gurata, un anno fa, la nuova sede della Biblioteca civica di Tradate, uno spazioculturale ricavato negli ex capannoni della storica fabbrica di motocicletteFrera che, dall’87, appartengono al Comune di Tradate. Dieci anni dopo, l’am-ministrazione comunale ha avviato una grande operazione di recupero dell’edi-ficio principale, pregiato esempio di stile liberty dei primi Novecento, per daresede in esso al nuovo centro culturale cittadino. La struttura sottoposta a questorestyling ospita, oltre alla biblioteca comunale (che con i suoi 1800 metri qua-drati destinati ai libri è la più grande del Varesotto), anche il Museo della moto-cicletta Frera, una galleria delle due ruote a motore più affascinanti che siano

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imprenditoriale della valle Olona, è stato salvato in extremis: diverse le areecandidate ad ospitare il nuovo ateneo targato Univa, ma la commissione pre-sieduta da Rossi optò per il terreno su cui restavano gli stabilimenti dell’ex fila-tura Cantoni, all’epoca della Montedison. I lavori di ristrutturazione sono statiimponenti, ma alla fine la nave è salpata: il 14 ottobre 1991, a soli 26 mesi dal-l’avvio del progetto, il Libero Istituto Universitario Carlo Cattaneo è nato el’attività accademica ha preso il via. Laurea in Economia aziendale, laurea inIngegneria gestionale, laurea in Giurisprudenza riassumono i risultati raggiun-ti dal Liuc, realtà lanciata nel futuro delle professioni e delle imprese, ma coni piedi saldamente piantati nella storia economica locale.

Molini Marzoli (Busto Arsizio)Non si può negare che la Tecno-city bustocca abbia subito puntato a volarealto. L’industria è finita? Cancellata la creatività delle imprese del Varesotto?No davvero, se si realizzano nuovi spazi e nuovi strumenti. E così a Busto èstato riutilizzato un altro monumento dell’economia locale, i Molini MarzoliMas sari, un intervento di rilancio da 22 miliardi di lire, avvenuto sfruttando ifinanziamenti comunitari per l’Asse del Sempione. I Molini Marzoli, un’areadi circa 9 mila metri quadrati, legano il loro passato ad una coraggiosa impre-sa: mettere a disposizione del territorio, tra il 1906 e il 1926, una macinazionedel frumento e una produzione di farine realizzate con metodi innovativi, perquegli anni. Lo stabilimento bustocco, al contrario di quello che sorgeva aVarese, sfuggì alla distruzione e fu acquistato, nel 1987, da palazzo Gilardoni.Da allora, un lungo lavoro di recupero degli edifici è andato di pari passo conla volontà di offrire un sostegno alla ripresa dell’imprenditorialità diffusa.I tre edifici originari Insacco, Molino e Tramogge, sono stati unificati median-

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LIUC di Castellanza: cultura d’innovazione in una sede, fin dalle origini, protagonista del moderno.

LIUC of Castellanza: the culture of innovation in a single centre, that is from the beginning the protagonist of what is modern.

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Il fascino dei macchinari e della sede degli stabili-menti della Molini Marzoli Massari a Busto Ar -sizio, 1929.

The fascination of the machineries and of thecentre of the Molini Marzoli Massari complexin Busto Arsizio, in 1929.

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Le qualità e i volumi architettonici dei MoliniMar zoli Massari ristrutturati e riammodernatiper la nuova e prestigiosa destinazione d’uso.Pho to di Decio Grassi.

The quality and the architectonical volumesof the Molini Marzoli Massari complex, resto-red and renewed for the new and prestigiousdestination.

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uscite dallo stabilimento. Sotto le volte che un tempo vedevano le tute bluimpegnate a costruire moto destinate a sfrecciare sulle strade, ora studenti e let-tori compulsano libri e consultano cd rom.

Museo del Tessile (Busto Arsizio)Ancora Busto si segnala per uno spazio culturale che coniuga memoria della pro-duzione locale e recupero di un’area dismessa. Questa volta è il caso del Museo delTessile e della Tradizione Industriale, nato nel 1997, con l’obiettivo di raccoglie-re, conservare e valorizzare oggetti, macchine e prodotti legati all’industria tessilelocale e alla tradizione industriale bustese. Non solo: il museo bustocco consenteanche di dare vita ad attività di carattere culturale ed informativo. Il museo sorge in un ampio parco destinato a giardino pubblico, originaria-mente sede del reparto di filatura del Cotonificio Carlo Ottolini, divenuto inseguito Cotonificio Bustese, costruito alla fine dell’Ottocento in forma di ca -stello medievale ispirato ad un’architettura neogotica. La costruzione è uno dei migliori esempi di archeologia industriale della cittàe, grazie ad oculati interventi di ristrutturazione, sono ben visibili le caratteri-stiche originali. Il museo offre la possibilità di percorrere un itinerario che pro-pone argomenti legati alla produzione tessile, e accompagna i visitatori a mac-chine, oggetti, fotografie, quadri, filmati. Non mancano neppure spazi per esposizioni temporanee, che illustrano tema-tiche particolari o ricerche specifiche. Inoltre è a disposizione del pubblico la biblioteca, spazi di laboratorio e alcunepostazioni di computer che consentono di comprendere il significato deglioggetti e delle macchine in vetrina, informando sul tessile di casa nostra, alungo legittima ragione d’orgoglio per l’economia locale.

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I simboli “dirompenti” della nuova era industrialenell’età del liberty a Tradate.

La fabbrica di motociclette Frera, oggi sede di unprestigioso polo culturale per una città che si rin-nova. Photo Paolo Zanzi.

The sensational symbols of the new industrialepoch during the Art Nouveau period inTradate.

The motorcycle factory Frera, today a presti-gious cultural centre for a town that is rene-wing itself.

In the cathedrals of business tomorrow’s products are «weight up»by Andrea Giacometti

The aims which inspired therestoring projects in our landwere different, but the majority ofthem moved within the orbit ofthe instructive, cultural andmuseum context. Ex-factoriesand ex-industrial areas weretransformed, in order to acceptthe challenges of the changingeconomic field, that comesalongside industry with a widerand wider range of activities con-nected to knowledge and culture.

Cattaneo University (Castellanza)Let’s start from a case-history,that is probably the most repre-sentative one: the Carlo Catta -neo - Liuc University of Castel -lanza, born on the initiative ofthe Unione Industriali of the pro-vince of Varese. This universitywas established in the area of theEx- Cantoni Cotton mill, thehistorical industrial complex thatis evidence of the entrepreneurialpioneering of Olona Valley. Theimpressive renovation workslasted only 26 months: on 14October 1991 the academic acti-vity began. A reality which is castinto the future of professions andbusinesses, but with deep roots inthe local economic history.

Molini Marzoli (Busto Arzizio)An other monument of the localeconomy was reutilized in theTecnocity of the town: the MoliniMarzoli Massari mills. With anintervention of 22 billions liras,the buildings’ renovation workskept up with the will to offer a sup-port to the recovery of the wide-spread entrepreneurship. Thethree original buildings were uni-ted through connection structuresand turned to new requirements:to house the Insubria University,to give room to the Centro TessileCotoniero and to become the siteof the Polo Scientifico Tecno -logico Lombardo.

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Museo delle Industrie e del Lavoro (Saronno)In un tipico edificio industriale originariamente destinato alle Officine delleFerrovie Nord Milano, il Museo conserva e presenta oggetti, macchinari, pro-dotti e documenti relativi a un ampio arco temporale che va dall’industrializ-zazione di fine ’800 alle soglie del boom economico degli anni Sessanta. Tuttoil materiale esposto proviene dagli archivi delle aziende del territorio, da col-lezioni private, da ex dipendenti e da privati.Assai interessante è l’area all’aperto che - caratterizzata dalla storica tettoiaLiberty posta in origine all’uscita dalla stazione di Saronno - è dedicata al temadei trasporti su rotaia. In particolare, ricorda l’avvio del collegamento ferro-viario con Milano avvenuto il 22 Marzo 1879, un evento che contribuì inmodo determinante ad accelerare lo sviluppo industriale locale. Di rilievo poi anche la “stanza della memoria” con i ritratti degli imprenditoriche, assieme ai loro collaboratori, hanno creato quello che ai giorni nostri defi-niamo un distretto produttivo ad alto valore innovativo, la cui unicità ha datoun tratto distintivo al territorio saronnese.

Frera Area (Tradate)Under the slogan «From a mo -torcycles factory to a cultureone», the new centre of themunicipal Library of Tradate wasopened. In this building, thatrepresents a precious example ofArt Nouveau, are situated thebiggest library of the provinceand the museum of the Freramotorcycle. Under the vaults,where in the past blue-collar wor-kers were occupied, there are nowstudents and readers that consultbooks and CDs.

The Textile Museum (Busto Arsizio)Two other examples of a culturalarea which combines the recollec-tion of the local production withthe restoration of an abandonedarea. In Busto Arsizio the Textileand Industrial Tradition Museumarises from the original centre ofthe Carlo Ottolini Cotton mill,that was built at the end of thenineteenth century with the formof a medieval castle, inspired by aneo-Gothic architecture. Thisbuilding represents one of the bestexamples of the town’s industrialarchaeology, wisely maintainingits original features. The museumgives the opportunity to haverooms for temporary expositionand to follow a wide itinerary,connected with the textile pro-duction that was for a long periodof time the proper pride of thelocal economy.

The Factory and Work Museum (Saronno)In Saronno, in a typical industrialbuilding that was originally used asshop of the Ferrovie Nord MilanoGroup, the Factory and WorkMuseum keeps and presents ob -jects, machineries, products anddocuments related to a wide periodof time, which goes from the indu-strialization at the end of the nine-teenth century to the economicboom of the Sixties.

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Saronno ready made: da città d’arte (Gau den zioFerrari) a città industriale; dall’industria del prodot-to di consumo a quello delle idee e delle emozioni.

Ready made of Saronno: from a town of art(Gaudenzio Ferrari) to an industrial town;from the industry related to conveniencegoods to an industry of ideas and emotions.