Chess - Scuola Di Scacchi - Correggere i Propri Errori

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Tutti gli allenatori, tutti gli insegnanti, e qualunque pubblicazione abbia lo scopo di far progredire qual- cuno lungo la strada dell’apprendimento, non man- cheranno di raccomandarti: impara dai tuoi errori! Ma come si fa a imparare dai propri errori? Cerchiamo di dare qualche aiuto con questo breve scritto. Per correggere i propri errori la prima cosa, ovvia- mente, è quella di accorgersi che esistono! Se di fronte a un cattivo risultato tu cominci a dire: “Non avevo tempo”, oppure “Faceva troppo caldo”, “Ero disturbato dalla gente in sala”, “Mi ha chiama- to mia moglie al telefono e mi ha distratto”… beh, non andrai lontano. Finché attribuirai tutta la colpa alle circostanze ester- ne, dove mai troverai un tuo errore? Se davvero nella sala c’erano 45° e un’umidità da far spavento, forse solo qualche pigmeo dell’Africa equatoriale avrebbe potuto giocare. Ma tu non sei un pigmeo, e dunque hai forse colpa se perdi la partita? No di certo. E allora non hai niente da rimediare. Della stessa natura sono gli pseudoerrori, quelli che si fanno derivare da cause fatali. In questo caso il giocatore che ha perso riconosce che la sconfitta è stata causata da se stesso, ma questa causa appare fissa e immodificabile come il fato: “Mi manca la capacità di concentrazione”, “Sono troppo distratto”, “Questo è un periodo no per me”, “Non imparerò mai a giocare a scacchi”… Naturalmente tutto ciò implica che il soggetto: - non riuscirà mai a concentrarsi - sarà sempre distratto in ogni occasione - non potrà far altro che aspettare che il periodo nero passi da solo - si dedicherà all’ippica. Ora, non è che queste cause non possano avere una qualche responsabilità se il giocatore sbaglia, ma fis- sarsi su queste non serve a nulla. L’atteggiamento giusto deve essere: “D’accordo, in questo periodo sono molto distratto, ma perché proprio quella mossa lì non l’ho vista? Ci dev’essere qualcosa di più della distrazione se tra i tanti errori possibili ho scelto proprio quello!” Lasciata perdere ogni autocommiserazione e ricono- ANALIZZARE E CORREGGERE I PROPRI ERRORI Renato Clementi sciuto che un errore esiste (seppure accompagnato da un certo numero di concause che sfuggono alla nostra diretta responsabilità) il secondo passo è quel- lo di analizzare tecnicamente l’errore. In sostanza devi sforzarti di capire qual è la causa tecnica che l’ha provocato. Il modo migliore per spiegarmi è probabilmente quello di mostrare un esempio concreto che mi riguarda. Durante una partita con un allievo volevo provare un’esperimento. Volevo vedere se davanti a mosse assurde l’allievo si sarebbe accorto che, pur avendo i pezzi neri, in realtà lo avevo indotto a giocare come se avesse i bianchi. Così iniziai la partita: renato139 - zeitnet Partita amichevole, 10m, 07.02.2003 1.c3? (una mossa davvero strana) Cf6 2.c4 (ancora più strana) c5 Mi stavo chiedendo se il mio avversario s’era accor- to che stava giocando un’Inglese con il Bianco. La partita stava andando come se zeitnet avesse avuto il Bianco e stesse giocando la sequenza 1.c4 c5 2.Cf6. 3.Cc3 Cc6 (la simmetria continua, tutto OK.) 4.e3 e6 (bene, la partita è regolare, nonostante una piccola inversione di mosse. Che zeitnet abbia capi- to tutto?) 5.g3 d6 (Altolà! Zeitnet non ha capito. In questa posizione a colori invertiti il Bianco deve spingere il pedone ‘d’ di due passi, non di uno! In sostanza zeit- net è condizionato dal colore dei pezzi: se nella stes- sa identica posizione avesse avuto i pezzi colorati di bianco non avrebbe raggiunno la posizione a riccio, che è una difesa tipica del Nero, non avrebbe cioè spinto il pedone ‘d’ di un passo solo, ma di due. 6.Ag2 Tb8 7.Cge2 Ad7 8.0–0 g6 (il Nero – Bianco è chiaramente confuso) 9.d4 (dal momento che zeitnet ha tenuto indietro, i suoi pedoni, effettuo quella spinta che normalmente il Nero esegue sempre molto volentieri quando il Bianco gliene offre l’opportunità) Ag7 Ed ecco raggiunta una posizione critica. Il Bianco-Nero ha una posizione decisamente superio- re e adesso deve sfruttare la sua superiorità. (Diagramma 1)

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Tutti gli allenatori, tutti gli insegnanti, e qualunquepubblicazione abbia lo scopo di far progredire qual-cuno lungo la strada dell’apprendimento, non man-cheranno di raccomandarti: impara dai tuoi errori!Ma come si fa a imparare dai propri errori?Cerchiamo di dare qualche aiuto con questo brevescritto.

Per correggere i propri errori la prima cosa, ovvia-mente, è quella di accorgersi che esistono!Se di fronte a un cattivo risultato tu cominci a dire:“Non avevo tempo”, oppure “Faceva troppo caldo”,“Ero disturbato dalla gente in sala”, “Mi ha chiama-to mia moglie al telefono e mi ha distratto”… beh,non andrai lontano.Finché attribuirai tutta la colpa alle circostanze ester-ne, dove mai troverai un tuo errore?Se davvero nella sala c’erano 45° e un’umidità da farspavento, forse solo qualche pigmeo dell’Africaequatoriale avrebbe potuto giocare. Ma tu non sei un pigmeo, e dunque hai forse colpa seperdi la partita?No di certo. E allora non hai niente da rimediare.

Della stessa natura sono gli pseudoerrori, quelli chesi fanno derivare da cause fatali. In questo caso il giocatore che ha perso riconosce chela sconfitta è stata causata da se stesso, ma questacausa appare fissa e immodificabile come il fato: “Mi manca la capacità di concentrazione”, “Sonotroppo distratto”, “Questo è un periodo no per me”,“Non imparerò mai a giocare a scacchi”…Naturalmente tutto ciò implica che il soggetto:- non riuscirà mai a concentrarsi- sarà sempre distratto in ogni occasione- non potrà far altro che aspettare che il periodo neropassi da solo- si dedicherà all’ippica.Ora, non è che queste cause non possano avere unaqualche responsabilità se il giocatore sbaglia, ma fis-sarsi su queste non serve a nulla. L’atteggiamento giusto deve essere:“D’accordo, in questo periodo sono molto distratto,ma perché proprio quella mossa lì non l’ho vista?Ci dev’essere qualcosa di più della distrazione se trai tanti errori possibili ho scelto proprio quello!”

Lasciata perdere ogni autocommiserazione e ricono-

ANALIZZARE E CORREGGERE I PROPRI ERRORI

Renato Clementi

sciuto che un errore esiste (seppure accompagnato daun certo numero di concause che sfuggono allanostra diretta responsabilità) il secondo passo è quel-lo di analizzare tecnicamente l’errore. In sostanzadevi sforzarti di capire qual è la causa tecnica chel’ha provocato.

Il modo migliore per spiegarmi è probabilmentequello di mostrare un esempio concreto che miriguarda.

Durante una partita con un allievo volevo provareun’esperimento. Volevo vedere se davanti a mosseassurde l’allievo si sarebbe accorto che, pur avendo ipezzi neri, in realtà lo avevo indotto a giocare comese avesse i bianchi.Così iniziai la partita:

renato139 - zeitnet Partita amichevole, 10m, 07.02.20031.c3? (una mossa davvero strana) Cf62.c4 (ancora più strana) c5Mi stavo chiedendo se il mio avversario s’era accor-to che stava giocando un’Inglese con il Bianco. Lapartita stava andando come se zeitnet avesse avuto ilBianco e stesse giocando la sequenza 1.c4 c5 2.Cf6.3.Cc3 Cc6 (la simmetria continua, tutto OK.)4.e3 e6 (bene, la partita è regolare, nonostante unapiccola inversione di mosse. Che zeitnet abbia capi-to tutto?)5.g3 d6 (Altolà! Zeitnet non ha capito. In questaposizione a colori invertiti il Bianco deve spingere ilpedone ‘d’ di due passi, non di uno! In sostanza zeit-net è condizionato dal colore dei pezzi: se nella stes-sa identica posizione avesse avuto i pezzi colorati dibianco non avrebbe raggiunno la posizione a riccio,che è una difesa tipica del Nero, non avrebbe cioèspinto il pedone ‘d’ di un passo solo, ma di due.6.Ag2 Tb8 7.Cge2 Ad7 8.0–0 g6 (il Nero – Bianco èchiaramente confuso)9.d4 (dal momento che zeitnet ha tenuto indietro, isuoi pedoni, effettuo quella spinta che normalmenteil Nero esegue sempre molto volentieri quando ilBianco gliene offre l’opportunità) Ag7 Ed ecco raggiunta una posizione critica. IlBianco-Nero ha una posizione decisamente superio-re e adesso deve sfruttare la sua superiorità.(Diagramma 1)

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Osservo per un breve tempo la posizione (stiamogiocando a 10 minuti) e vedo due possibilità: spinge-re il pedone ed entrare in una sorta di Est-Indiana,oppure catturare in c5. La prima ipotesi la scarto: non mi piace giocareun’Est-Indiana con l’Ac1 ancora chiuso.

Valuto la possibilità di presa. Prendo in c5 e lui riprende… Per prima cosa noto un particolare tattico: se l’Ag2cattura il Cc6, la Torre b8 è difesa solo dalla Donna.“Va beh” penso “per ora non m’interessa”.Sono invece attratto dal buco che si forma in d6 dopo10.dxc5 dxc5.Poi “vedo” 10.dxc5 dxc5 11.Dd6, ma se lui giocal’ovvia 11…De7?Ci penso un attimo e concludo: “Ma non può!Lascerebbe la Torre indifesa! Ottimo.” e così:10.dxc5 dxc5 11.Dd6 De7(Come De7? Ma la Torre… Oh, cavolo ! Il Cavalloè ancora lì che difende la Torre, mica l’avevo cam-biato con l’Alfiere!)

Sconsolato cerco di rimediare in qualche modo, mala partita non ha più interesse per me. Vincerla o per-derla, per me è ormai la stessa cosa. Comunque l’incontro continuò così:12.Cb5 Dxd6 13.Cxd6+ Re7 14.Cb5 a6 15.Cbc3Thd8 16.Tb1 b5 17.b3 bxc4 18.Aa3 Cb4 19.Ca4Axa4 20.bxa4 a5 21.Cc3 Cg4 22.Cb5 Ce5 23.Ab2Af6 24.Tfd1 Ced3 25.Axf6+ Rxf6 26.Ca3 c327.Af1 Cb2 28.Tdc1 Cxa2 29.Tc2 Cb4 30.Txc3Cxa4 31.Tcc1 Ca2 32.Txb8 Txb8 33.Td1 C4c334.Td7 (ho un leggero vantaggio di tempo, se resis-to forse… Ma non mi piace. Poi vedo uno scherzettoper minacciare il matto e voglio vedere se zeitnetpreso dall’incalzare del tempo se ne accorge) Tb335.Cc4 a4 36.Cd6 Tb1 37.f4 e5 (se ne accorge!)38.Rg2 exf4 39.exf4 Re6 0–1La partita in sé non ha nulla di speciale e un errore è

1.c3 Cf6 2.c4 c5 3.Cc3 Cc6 4.e3 e6 5.g3 d6 6.Ag2 Tb8 7.Cge2 Ad7 8.0-0 g6 9.d4 Ag7

diagramma 1 del tutto giustificabile: il gioco veloce, lo scarsoimpegno di una partita amichevole, il fatto che avideo non vedo molto bene, l’esperimento in corso…Tutte cose sacrosante, tuttavia esse non rispondonoalla domanda fondamentale: perché quel particolareerrore? Che cosa mi ha impedito di vedere la forte 10.Cb5?Una mossa semplice che mi fa guadagnare un pedo-ne (il pedone h7) se lo desidero, oppure lascia il Nerocon una posizione da piangere.Ci rifletto.Mi sembra che l’errore si componga di due parti. La prima è che non ho badato al fatto che la Torre eraprotetta dal Cavallo.La seconda è che non mi sono reso conto che il pedo-ne d6 non era difeso.

Forse per la prima parte l’errore può davvero essereinteramente spiegata dalla fretta e dal monitor. Ilgioco viaggiava su tempi veloci e non ho voluto per-dere tempo nei controlli. Niente di male, è il rischioche si corre quando si gioca in tempi rapidi…Potrei anche richiamare il fatto che quando vedo unalinea promettente sono un po’ troppo impulsivo nelseguirla. Ma ciò fa parte del mio carattere e nonsento molto la necessità di modificarmi in questo. (Sitratta di un difetto che in altre occasioni si è dimo-strato un vantaggio.)Più significativo è invece il fatto che non abbia vistoil pedone d6 senza protezione.Perché non l’ho visto?E soprattutto: mi sono già capitati altri casi simili?Vado a vedere nel mio database. Trovo vari esempi,qui mi basta riportare questo:

Gioco con il Bianco. Che mi serve per vincere? Un nulla. Ho due Alfieri puntati sul Re nero, unCavallo all’attacco, manca solo la Donna e il gioco èfatto. Il Nero è così critico nei punti f7, g7 e h7...!

Una posizione deci-samente piacevoleper il Bianco, cheha la mossa.

diagramma 2

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Ma come entrare con la Donna? Ho una stupenda idea! Basta creare un’interferenza ee sono a posto. Il Re nero si agiterà un po’, ma allafine come potrà resistere con tutti quei pezzi scatena-ti che lo bersagliano?Così mi decico e accendo i fuochi artificiali: 16.Af7 Txf7 17.Dh5 Rg8 18.Dxh7+ Rf8 19.e6 dxe620.Axg7+ Re7 21.f4 exf3 22.gxf3 Ag3+ 23.Rf1 Ae50–1Già in poche mosse il mio attacco è fallito e mi sonoritrovato con un pezzo in meno e un altro in procintodi cadere.Che cosa è mai successo?Il fatto è che ho visto bene la debolezza delle caseintorno al Re nero, ma non ho visto invece la debo-lezza più evidente: il pedone e4! Bastava la semplice 17.Dc2 Dg6 18.Dxe4 Dxe419.Cxe4 cxb4 20.axb4 e il Nero non solo ha un pedo-ne in meno e ha uno sviluppo indecente, ma ha anchetanti buchi da sembrare un colabrodo. Salvo grossi errori, il Bianco può andare a vincere intutta tranquillità.

Sembra dunque che il mio problema sia quello di nonavere una panoramica a tutto campo dei punti debolie critici, e che venga attratto solo da un numero par-ziale di essi.Non dico che questo sia per forza il mio difetto“costituzionale”, il bug di fabbricazione. Può trattar-si di una carenza solo momentanea che con un po’ diesercizio può essere rimediata. D’altra parte in que-sti tempi la scuola di Cassa mi fa lavorare molto e hopoche occasioni di giocare... Tuttavia, come ho scritto, partire da queste premessenon conduce lontano, meglio lasciarle perdere.

L’analisi dell’errore deve dunque iniziare del recupe-ro dei pensieri che l’hanno generato. Proprio comeho fatto io qualche riga sopra. Una volta compreso che ho sbagliato per non avernotato la presenza del punto debole d6, pare proprioche il rimedio consista nel riprendere certi esercizi anoi già noti.Gli esercizi di visualizzazione statica, tanto percominciare. E poi molti esercizi tattici, in cui l’impegno non siatanto rivolto a risolvere le combinazioni, quanto asforzarsi di cogliere con un’occhiata quali sono ipunti che possono diventare critici e quali i critici chepossono diventare deboli. (Ricordiamo che un pedone o un pezzo indifeso,anche se in quel momento nessuno l’attacca è criticoper sua natura. Potrebbe diventare irrimediabilmentedebole…)

È necessario, insomma, esercitarsi a vedere non sologli elementi (case o punti) critici o deboli in quelmomento, ma anche quelli che lo potranno diventare.Per dare concretezza a questo scritto, devo per forzafornire un esempio di come si può svolgere l’eserci-zio. Partiamo da questa combinazione da trovare:

Il Bianco muove eguadagna materiale.

diagramma 3

Per prima cosa vado a cercare nello schieramentonero i punti critici e deboli. Nella testa cerco dicostruirmi una scacchiera colorata, in cui il giallosegnala un punto critico e il rosso un punto debole.

Cerco di “vedere” qualcosa del genere:

Sono critici:c7, d7, e7

Sono deboli:b6, g5

Poi devo considera-re come critico ilCd4 in quantopezzo indifeso,anche se esso sitrova nel mio terri-torioIl pedone b4 èaddirittura debole.

diagramma 4

Data una rapida occhiata che quantomeno non cisiano nel mio schieramento punti deboli pericolosi,mi chiedo quali punti del Nero posso far diventarepeggiori (da sicuri a critici e da critici a deboli.).

Ecco che mi vengono alcune idee:a) potrei catturare il pedone b4 e buonanotte;b) il punto e7 è critico, se distolgo il Cc6 dalla sua

difesa, e7 diventa debole e ho pronto un doppio diCavallo;

c) se sposto l’Ae3 diventa debole il Ce4;d) se porto il Cavallo in b6 diventa debole d7 e

anche la Tc8 è sotto attacco.Non vedo altro di sensato, almeno nella prima

mossa.

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Comincio a valutare le quattro possibilità:a) possibile che in questa posizione non ci sia

niente di meglio che prendere un pedone?Non ci credo. Vediamo se non c’è di meglio.b) Devo distogliere il Cc6, l’unico modo che mi

viene in mente è 1.Cd4 e, dopo 1...Cxd4, segue2.Cxe7+ Rh8 3.Axd4 Tce8 4.Axg7+ Rxg7 quindi5.Dxe4 e guadagno il Cavallo, poiché mi posso svin-colare dall’inchiodatura con Dd4+. Splendido! Malui è obbligato a prendere il mio Cd4? Purtroppo no,dispone della semplice Tf8 che salva tutto.

c) Sposto l’Ae3 e il Ce4 diventa debole... Già, madove lo metto questo Alfiere in modo che minacciqualcosa? Non c’è neppure una casa utile.

d) Se non funziona neppure quest’ultima idea,devo accontentarmi del pedone. Allora, dopo Cb6 lasituazione è questa:

Il punto c8 nonsarebbe a rigoredebole, ma poichéla Torre è attaccatada un pezzo diminor valore, ilpunto va considera-to debole.

diagramma 5

Chiaramente la mossa è forzata. Dopo 1.Cb6 èobbligata 1...Tc7, per non perdere un pezzo o la qua-lità. E se io ora prendessi l’Alfiere? Il mio avversarioriprenderà di Torre e il Cc6 sarà critico, in quantonon più difeso.

Ecco la nuova situa-zione dei puntideboli e critici.

diagramma 6

Altolà. La possibilità di attaccare due punti criticicontemporaneamente balza all’occhio. E i due punticritici, una volta diventati deboli, non sono entrambidifendibili! E dunque...

Ma sì, proprio così! Avete indovinato: Ad5 guada-gna un Cavallo.

Riepilogando: 1.Cb6 Tc7 2.Cxd7 Txd7 3.Ad5!.Facile, no?Ma era necessario fare tutto ‘sto pandemonio per

trovare due mosse buone? In fondo bastava guardarecon un po’ di attenzione e non serviva tutto quel rom-persi la testa sui punti deboli e critici.

Beh, non vi do torto. A voi certo tutto ciò nonserve, ma a me sì.

Voi i pezzi indifesi li vedete con un batter diciglia, non siete come me che non li scopro neppurese me li dipingete d’oro e d’argento. Così per me ènecessario esercitarmi a vedere case e punti.

In ogni caso mi consolo. Anche ad Alekhine ser-viva cercare questi punti. Anzi, arrivò a dire che lacosa più importante negli scacchi era vedere i puntideboli e critici...

Io a tanto non arrivo, è chiaro che Alekhine vede-va meno di me.

:-))

Questo è un esercizio sicuramente utile.Ma ve ne do un altro più divertente.

Procuratevi un certo numero di gettoni gialli erossi (vanno bene le fiches per giocare alla roulette),oppure semplici pezzetti di carta dei due colori.

Iniziate a seguire una partita che vi piace (unadelle vostre o di altri) e dopo sei o sette mosse siste-mate i gettoni mettendo i gialli nelle case o punti cri-tici e i rossi nelle case o nei punti deboli del vostroavversario. (Non occorre che li mettiate anche nelvostro schieramento; lo farete la volta seguente)

Limitatevi a osservare senza neppure rompervitroppo la testa. Poi eseguite una mossa intera (com-posta di due semimosse, una del Bianco e una delNero). Adesso, se come probabile si è modificatoqualcosa, cambiate di posto ai gettoni. Seguite la par-tita così fino alla fine.

Scoprite qualcosa di nuovo?Io penso di sì.

Spero di avervi dato un’ipotesi di lavoro per cer-care di suonarle al tizio più presuntuoso del vostrocircolo, quello che non sa giocare a scacchi, ma chevi batte regolarmente tre volte sì e tre volte sì.

Buone partite.Renato Clementi

Renato1
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