che piace tanto agli inglesi · 2014-03-06 · lubrità degli alimenti confe-zionati, in termini di...

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Marta Strinati Il Salvagente 6-13 marzo 2014 Attualità Etichette 13 È polemica anche da noi tra chi è a favore e chi è fortemente contrario. E intanto l’Italia è a capo del fronte del no. L’ etichetta nutrizionale a se- maforo adottata dalla Gran Bretagna divide anche i consumatori. La spaccatura tra favorevoli e contrari sembra ri- calcare lo scenario politico eu- ropeo, dove l’Italia capeggia il fronte del no, forte di 17 Stati membri. E fronteggia un gover- no britannico tanto ostinato da rischiare ora una procedura per infrazione delle regole comu- nitarie. Spaccati in due L’etichetta sintetica intro- dotta sul mercato inglese nel giugno 2013 per indicare la sa- lubrità degli alimenti confe- zionati, in termini di contenu- to di grassi, zuccheri e sale, vorrebbe guidare le scelte dei consumatori, permettendo lo- ro di decidere in un istante - in base al “segnale” rosso, giallo o verde apposto sulla confezio- ne - se comprare o lasciare sul- lo scaffale il prodotto. È pro- posto come uno strumento per combattere l’ obesità e il so- vrappeso, che affliggono or- mai 17 milioni di europei e mi- nacciano un carico pesante per i sistemi sanitari nazionali. Ma proprio nell’elemento carat- terizzante - l’estrema sintesi di giudizio - ha trovato il suo Il SEMAFORO alimentare che piace tanto agli inglesi

Transcript of che piace tanto agli inglesi · 2014-03-06 · lubrità degli alimenti confe-zionati, in termini di...

Marta Strinati

Il Salvagente 6-13 marzo 2014AttualitàE t i c h e t t e

13

È polemica anche da noi tra chi è a favore e chi è fortemente contrario. E intanto l’Italia è a capodel fronte del no.

L’etichetta nutrizionale a se-maforo adottata dalla GranBretagna divide anche i

consumatori. La spaccatura trafavorevoli e contrari sembra ri-calcare lo scenario politico eu-ropeo, dove l’Italia capeggia ilfronte del no, forte di 17 Statimembri. E fronteggia un gover-no britannico tanto ostinato darischiare ora una procedura perinfrazione delle regole comu-nitarie.

Spaccati in due

L’etichetta sintetica intro-dotta sul mercato inglese nelgiugno 2013 per indicare la sa-

lubrità degli alimenti confe-zionati, in termini di contenu-to di grassi, zuccheri e sale,vorrebbe guidare le scelte deiconsumatori, permettendo lo-ro di decidere in un istante - inbase al “segnale” rosso, gialloo verde apposto sulla confezio-ne - se comprare o lasciare sul-lo scaffale il prodotto. È pro-posto come uno strumento percombattere l’obesità e il so-vrappeso, che affliggono or-mai 17 milioni di europei e mi-nacciano un carico pesante peri sistemi sanitari nazionali. Maproprio nell’elemento carat-terizzante - l’estrema sintesidi giudizio - ha trovato il suo

Il SEMAFORO alimentareche piace tanto agli inglesi

AttualitàEtichette

tallone d’Achille.Semplificare senza confonde-

re è infatti un’impresa ardua. El’etichetta british non sembraavere centrato il bersaglio. Ta-rando il giudizio sui nutrienticontenuti in 100 grammi diprodotto, finisce per penalizza-re persino l’olio extravergine dioliva con un segnale giallo “dipericolo”. Ma senza tenere con-to che la dose di olio aggiuntanell’insalata è di circa 10 gram-mi, non 100.

La “bocciatura” dell’extraver-gine è l’esempio più paradossa-le delle indicazioni nutriziona-li veicolate dal semaforo. Ma sireplica per una grande quanti-tà di “gioielli” del made in Ita-ly, punta dell’export, che è dif-ficile associare a uno stile ali-mentare errato e concausa disovrappeso e obesità.

Sul tema il Salvagente ospita

14Il Salvagente 6-13 marzo 2014

Il semaforoalimentareche piace...

ALTROCONSUMO: AIUTA A

LA VERITÀ È C HPERCHÉ FUNZ IO

La questione dell’etichettatu-ra di cui si dibatte è trattata

dal regolamento UE 1169/2011.Il sistema di informazione nutri-zionale semplificato che, sulfronte della confezione, avreb-be potuto indicare in manierarapida al consumatore le carat-teristiche nutrizionali dell’ali-mento, suggerendogli l’oppor-tunità di un suo eventuale con-sumo, non ne fa tuttavia parte.Alcuni Stati membri, che aveva-no già prodotto delle etichettesemplificate, come appunto i se-mafori in Gran Bretagna, hannocontinuato a usarli come misu-ra volontaria. Tutto questo, in unmomento in cui lo spirito dei pa-dri fondatori dell’Unione euro-pea scricchiola, si è ben prestotrasformato in una guerra com-merciale, in uno scontro Nordcontro Sud, dove a perdere pa-

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le posizioni contrapposte di dueassociazioni dei consumatoriitaliane, Altroconsumo a favo-re del semaforo e Movimento di-fesa del cittadino fortementecontrario.

Europa in trattativa

In ambito comunitario, intan-to, continua l’offensiva dell’Ita-lia contro l’etichetta a semafo-ro. Il regolamento europeo1169/11 sulle informazioni dainserire in etichetta fa esplicitoriferimento alle misure nazio-nali utili a orientare i consumialimentari della popolazione, malascia la materia ai singoli gover-ni. Tra questi per ora l’unanimi-tà su un linguaggio universalesembra irraggiungibile. E l’op-posizione alla label inglese ap-pare intransigente.

Premendo sui rischio di unconcreto ostacolo

alla circolazionedei beni - prin-

cipio caposaldodella Ue - l’Italia ei suoi 16 “alleati”hanno segnatoun ulteriore pas-so a vanti nella bat-taglia. Il vicepresi-dente della Com-missione europea,Antonio Tajani, ha

accolto l’argomento, edichiarato la settimanascorsa che potrebbe av-viare una procedurad’infrazione contro laGran Bretagna.

Luisa CrisigiovanniDirettore di Altroconsumo

Perché

Con questostrumento iconsumato-

ri possonoscegliere in

modo consapevole

Il Salvagente 6-13 marzo 2014AttualitàEtichette 15

TA A CAPIRE LE ETICHET TE

C HE FA PAURAZ IONA

MDC: NON HA NULLA A CHE FARE CON LA SALUTE

È solo un regaloalle multinazionali

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re essere l’Europa. La verità è che il semaforo fa pau-ra perché funziona: finalmentei consumatori, con questo stru-mento, riescono a capire cosa si-gnifica l’indicazione nutriziona-le relativa alle quantità di zuc-chero, sale e grassi e a orienta-re il proprio comportamento ali-mentare, di conseguenza per li-mitare l’eccesso di peso, o pernon eccedere oltre con coleste-rolo, trigliceridi e zuccheri, co-me suggerito dal medico. Ne èun pratico esempio il calcolato-re sugli snack on line sul sito diAltroconsumo dallo scorso 27settembre, che ha collezionato56.392 visite. L’obesità e le epi-demie correlate a un eccesso digrassi, zucchero e sale nell’ali-mentazione non si combattono,infatti, con un solo strumento. Questo era lo spirito di Guada-gnare Salute, iniziativa promos-sa dall’allora ministro Livia Tur-co su spinta dell’Oms che ritene-

va di dover combattere l’obesi-tà, soprattutto quella infantile,trattandola come un’epidemia.Oltre all’attività fisica, alle sca-le fatte a piedi, bisogna rende-re i consumatori consapevoli epermettere loro di scegliere glialimenti comprendendo quel-lo che essi realmente sono. Tragli scaffali dei supermercati nonsi ha il tempo di comparare leetichette e sono in pochi ad ave-re le competenze per compren-dere esattamente le indicazio-ni nutrizionali sul re-tro delle confezioni.Gli stili di vita sonomutati e l’alimentazio-ne fuori casa è diven-tata preponderante,ma nessuno di noi saesattamente quantoapporta il pranzo con-sumato in mensa, albar o al ristorante.

Se dobbiamo tener sotto con-trollo qualcosa (calorie, grassi,zucchero) andiamo a naso nel-lo scegliere perché non ci vie-ne detto nulla dei valori nutri-zionali presenti. Se si danno in-dicazioni comprensibili, alme-no sul contenuto dei nutrientipiù controversi, chi ha motivoper farlo modifica il suo com-portamento, è stato anche ac-certato dal progetto di ricercaeuropeo Eatwell.eu. Evidente-mente fa paura che i consuma-

tori possano sceglie-re da sé come ali-mentarsi. Chissà se ilgoverno Renzi avràil coraggio di rivede-re la posizione del-l’Italia e consentireai cittadini di sceglie-re cosa mettere nelcarrello anche graziea un semaforo.

P rima di decidere se siete a fa-vore o contro il sistema del-

le etichette-semaforo, ponete-vi tre domande. Mars, Nestlé, Pepsi… vi fide-reste di indicazioni nutriziona-li fornite da queste sigle? Tra 25 grammi di parmigianoreggiano e una confezione di

Philadelphia light, credete chequesta sia più salutare per ladieta di un bambino?Accettereste lezioni di educa-zione alimentare da chi ha fat-to scoppiare lo scandalo di“mucca pazza”?Se avete risposto sì alle tre do-mande, allora siete pronti adaccettare le etichette-semafo-ro. Mars, Nestlé e Pepsi sono trale sigle che hanno abbracciatosubito il sistema lanciato un an-

io

Antonio LongoPresidente del Movimento difesa

del Cittadino

Perché no

Accettere stelezioni da chiha causato lo

scandalo“mucca

pazza” e daibig della

produzione?

Un esempio delsemaforo inglese su

una confezione dipizza surgelata.

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no fa dal governo inglese e ac-cettato con entusiasmo dalleprincipali catene commerciali,come Tesco. E dietro la propostadel “semaforo” c’è un clamoroso(voluto?) errore di fondo: il co-lore rosso che segnala l’alimen-to pericoloso viene determina-to dal calcolo di grassi, zucche-ro e sale contenuti in 100 gram-mi di prodotto. Ma chi mange-rebbe 100 grammi di parmigia-no o condirebbe un’insalata con100 cc di olio d’oliva?Così vengono colorati di rosso-pericolo quegli alimenti che in-vece costituiscono la base diogni dieta sana, come quellamediterranea; vengono colpi-ti prodotti come i formaggivanto della tradizione contadi-na, che la sapienza millenariaha creato, favorendo invece colverde-light quei prodotti del-la trasformazione industrialeche sono di dubbia composizio-ne o di pessimo gusto. La dietamediterranea per i soloni di Ol-tremanica diventa a rischio, do-po aver ottenuto il massimo ri-conoscimento della salubritàdall’Unesco!Diventa grottesco poi lo sfrut-tamento dell ’obesità infan-tile, vero dramma in aumentoin tutti i paesi sviluppati, so-prattutto anglosassoni, ma an-che in molte regioni italiane. Inrealtà agli inglesi della dieta deibambini obesi importa moltopoco. Come poco, anzi nullaimportò al governo della That-cher della salute dei suoi sud-diti e di tutti gli europei quan-do nascose al mondo per me-

si la tragedia delle mucchepazze, provocando più di 200morti innocenti per i qualinessuno ha pagato e sconvol-gendo per anni le abitudinialimentari di tutta l’Europa. LaGran Bretagna non aveva al-cun controllo veterinario e ilsuo governo era preoccupatosolo delle conseguenze com-merciali che ci sarebbero sta-te dopo la rivelazione al mon-do dei gravissimi casi di ence-falopatia spongiforme causa-ti dagli animali infetti. La logica del semaforo non di-ce nulla sulla quantità da man-giare o da evitare, non tieneconto se chi mangia è un bam-bino di 5 anni o un adulto di30, una donna incinta o unatleta, un diabetico o un iper-teso. È come dire che prende-re il sole fa male o fa bene, sen-za specificare il tempo di espo-sizione, in quali ore del gior-no, eventuali controindicazio-ni legate all’età o alla sensibi-lità dell’epidermide o alla pre-senza di allergie. Insomma,

non c’è alcun metodo scienti-fico dietro questi tre colori.Il Beuc, l’organizzazione euro-pea dove è presente per l’ItaliaAltroconsumo, ha sposato le te-si inglesi. Non stupisce più ditanto, considerando che spes-so le posizioni vincenti nel Beucsono quelle anglosassoni. Nonperché siano meglio motiva-te, ma per i rapporti di forzainterna. Il fatto è che si tratta diuna multinazionale dell’edito-ria consumerista, tecnicamen-te preparata ma con molte com-ponenti del tutto avulse dallarealtà quotidiana delle famigliee delle persone, perché non pre-senti sul territorio, con un callcenter e alcune riviste che ripe-tono nei vari paesi gli stessi test.I consumatori italiani devonoreagire e farsi sentire anche aBruxelles. L’obesità infantile èun problema troppo serio perfarlo risolvere con un semaforoa governi di paesi che in questidecenni hanno mostrato di es-sere sensibili soprattutto al co-lore dei soldi.

È solo unregalo allemultinazionali